Le forze militari siriane hanno lanciato una raffica di missili contro raffinerie improvvisate nella provincia nord-occidentale di Aleppo, in Siria, provocando un enorme incendio mentre centinaia di petroliere hanno preso fuoco nell'area controllata dalle truppe turche e dai militanti Takfiri alleati.
Fonti locali, parlando in condizione di anonimato, hanno detto che venerdì sono stati lanciati una serie di attacchi dalle forze governative siriane sulle raffinerie di petrolio locali vicino alle città di al-Bab e Jarablus, provocando enormi incendi.
Le fonti hanno aggiunto che gli attacchi missilistici hanno avuto luogo mentre i terroristi Takfiri sostenuti dalla Turchia stavano cercando di contrabbandare centinaia di camion carichi di petrolio attraverso il confine siriano-turco.
L'incendio si è diffuso a circa 400 autocisterne, secondo le fonti.
Il cosiddetto Osservatorio siriano per i diritti umani (SOHR) ha detto sabato di aver "documentato la morte di quattro persone, mentre altre 24 hanno riportato ferite e ustioni varie" negli attacchi missilistici.
L'agenzia di stampa ufficiale turca Anadolu ha riferito che 18 persone sono rimaste ferite negli attacchi.
Una fonte anonima del cosiddetto esercito nazionale siriano, sostenuto dalla Turchia, ha anche affermato che gli attacchi missilistici nel nord della Siria hanno ucciso una persona e ne hanno ferite almeno altre undici.
Negli ultimi mesi le installazioni petrolifere nelle zone di Aleppo controllate dalla Turchia sono state attaccate.
Il 10 gennaio, droni non identificati hanno colpito raffinerie di petrolio nelle aree di Aleppo controllate dai turchi, provocando un grande incendio.
Il cosiddetto Osservatorio siriano per i diritti umani ha detto all'epoca che gli impianti energetici sono stati colpiti vicino al villaggio di Tarhin, nella campagna della città di al-Bab.
Il governo turco sostiene i militanti Takfiri da quando sono stati dispiegati nel nord-est della Siria nell'ottobre 2019, quando l'esercito turco ha lanciato un'invasione transfrontaliera nel tentativo dichiarato di spingere i militanti delle Unità di protezione del popolo curdo (YPG) lontano dalle aree di confine.
Kahani é il fulcro imprescindibile dell'analisi geopolitica sul Medio Oriente: la sua vastissima cultura in materia, i suoi solidi e affidabili contatti in tutta la regione, le sue relazioni privilegiate coi gangli del nascente blocco eurasiatico, tanto in Russia quanto in Cina, ne fanno un vero e proprio "think tank".
RispondiEliminaDimostrando di poterli colpire a volontà Assad afferma potentemente il suo dominio su tutto il territorio siriano!
RispondiEliminaFateli bruciare, quei bastardi!!!!!!
RispondiEliminabene così,ora manca di sloggiare gli yankee da Al tanf.la liberazione di Idlib e del nord della Siria sarebbe una conseguenza naturale anche se non sarà facile sloggiare i turchi(almeno i tempi brevi),poi non conosciamo quali sono gli accordi (se ci sono)tra super Putin e merdogan
RispondiEliminaIsolatissimi in mezzo al deserto, costantemente attaccati dai coraggiosi siriani della Resistenza Popolare, spiati dai droni russi e iraniani, ai quattro gatt yankee di Al-Tanf gli deve "tanfare" la vita!
Eliminail coglione degli idrocarburi sarà morto di...infarto anale!
RispondiEliminaMadonna che ritardato! Ricordate quando scriveva "milliaia"???? X-DDDDDDD
EliminaAveva ragione umberto eco, internet ha dato parola agl'imbecilli, come quello, per fortuna Kahani, cima geopolitica, lo ha DISTRUTTO con la sua sagacia e con due-tre "siluri" che l'hanno colpito sotto la linea di 'galleggiamento popotamico'!!!
EliminaMa lo scemo del popotamki non era GL-ande and-Lea?
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