Hassan Yusuf al-Qalaf, questo il nome del diciottenne sciita caduto sotto le pallottole dei killer sauditi nella città orientale di Qatif, epicentro della proteste che ormai da diciotto mesi (iniziarono nel febbraio 2011) scuotono la più corrotta e autoritaria monarchia rimasta sulla faccia della Terra.
Il ragazzo, originario del villaggio di Tarut nella provincia di Sanabis, stava prendendo parte a una manifestazione per la fine della discriminazione contro gli sciiti e il rilascio degli attivisti per le riforme arrestati (come lo Sceicco Al-Nimr e Muhammad Shakhouri.
Ormai si può ben parlare di uno stato permanente di agitazione lungo tutti i centri della costiera orientale, affacciata sul Golfo Persico e abitata dagli esponenti della minoranza sciita. Per inciso questa zona é anche quella più ricca di giacimenti petroliferi, i cui proventi vanno a ingrassare la sardanapalesca corte di Riyadh.
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Un intero mercantile carico di attrezzature ed equipaggiamenti medici tra cui ben 15 autoambulanze proveniente dalla Repubblica Islamica dell'Iran ha attraccato in Siria nel corso di questa settimana, venendo accolta con tutti gli onori dal Ministro della Sanità Wael al-Halqi.
"Questo materiale risulterà di estrema utilità nell'aiutare quanti soffrono per le conseguenze delle azioni violente di mercenari e terroristi sostenuti dai paesi europei e americani come arma contro l'indipendenza, la stabilità e l'autonomia del nostro paese", ha dichiarato Al-Halqi accogliendo la delegazione iraniana che accompagnava il carico.
Mohammad-Reza Raouf Sheibani, ambasciatore iraniano a Damasco, ha dichiarato che presto altre 35 autoambulanze arriveranno in Siria dall'Iran; gesto concreto e solido di fratellanza e solidarietà tra i due paesi: Teheran non ha scordato quando, unico tra i paesi arabi, la Siria si schierò apertamente a favore dell'Iran aggredito e invaso dal dittatore irakeno (allora "cocco" e figlio prediletto dell'Occidente imperialista) Saddam Hussein.
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Di fronte al Presidente Mohammed Mursi ha prestato giuramento ieri il nuovo Governo egiziano guidato da Hisham Qandil, giovane Ex-Ministro degli Affari Idrici e dell'Irrigazione che si trova a capitanare una squadra variegata che allinea 'tecnici' di lungo corso o neoministri con già approfondita esperienza dei loro campi d'azione: tra i primi si possono allineare Mohammed Kamil Amir, Ministro degli Esteri confermato nel ruolo e Muntaz al-Said, Ministro delle Finanze anch'egli confermato. Prima esperienza direttamente al Governo invece per Ahmed Gamal al-Din, ora agli Interni, dove però aveva già servito come Viceministro.
Discorso a parte per il Maresciallo Tantawi, nominato Ministro della Difesa probabilmente in un gesto distensivo per dimostrare che la classe militare manterrà indipendenza e prestigio anche dopo lo scioglimento del Consiglio Supremo delle Forze Armate, creato per 'gestire' la transizione Post-Mubarak ma ora chiaramente ridondante e superfluo.
L'Ex-premier Kamal Ghanzouri é stato nominato consigliere speciale del Presidente Mursi; dopo la cerimonia di giuramento Qandil ha tenuto a dichiarare che le scelte per le nomine del gabinetto governativo sono state "eminentemente tecniche e non legate a considerazioni politiche o religiose". Qandil ha aggiunto: "Questo é un Governo egiziano che lavorerà per tutti gli Egiziani: non sentirete mai i suoi rappresentanti usare termini come "noi", "loro", "musulmani", "copti" e così via, il nostro compito é migliorare le condizioni di tutta la cittadinanza tramite una saggia amministrazione della Cosa Pubblica".
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Sudditi del reame saudita hanno dato vita a una nuova, enorme manifestazione nelle strade di Qatif, nelle province orientali del regno, chiedendo la rapida liberazione del giovanissimo attivista Muhammad al-Shakhouri, ferito e arrestato nel corso delle dimostrazioni a favore dello Sceicco Nimr al-Nimr.
Con la sua cieca repressione di ogni movimento di protesta il regime di Casa Saoud non fa che creare nuovi simboli e nuovi martiri che accendono e infiammano la voglia di cambiamento e riforme non soltanto della minoranza sciita che abita la costiera del Golfo Persico, ma di tutta la popolazione, stufa di venire trattata come gregge di sudditi dalla corrottissima dinastia Al-Saoud.
Spesso le dimostrazioni si concludono con la violenza delle forze militari saudite che spesso lascia sul terreno feriti gravi e morti, tuttavia é da febbraio 2011 che il fermento di protesta continua, nonostante tutte le intimidazioni, gli arresti e le vere e proprie stragi (come quella di novembre scorso) con cui la corte di Riyadh tenta, invano, di soffocarlo.
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Secondo quanto recentemente riportato dai servizi d'informazione ufficiali siriani ben sette cittadini libanesi sarebbero stati catturati nelle ultime ore nel corso degli scontri nell'hinterland di Aleppo tra truppe regolari e mercenari stranieri, nel corso della vasta operazione anti-terrorismo seguita alla fallita 'offensiva d'estate' degli agitatori wahabiti sostenuti da Turchia, Qatar e Arabia Saudita nel tentativo di destabilizzare il paese.
I sette, a primi accertamenti, sarebbero risultati collegati con il "Movimento Futuro" del politico filo-Usa e filo-israele Saad Hariri (a sua volta saudita di nascita e strettamente connesso coi movimenti estremisti sunniti in Libano) ma ancora più straordinaria sarebbe risultata la connessione tra altri membri del gruppo e la milizia falangista delle 'Forze Libanesi' comandata dall'assassino mafioso Samir Geagea (scarcerato dall'ergastolo a causa di una sentenza politicamente motivata al tempo della fasulla 'rivoluzione colorata' in Libano). Ciò che dimostra come non siano solo gli estremisti sunniti, ma tutti i politici filoisraeliani e filoimperialisti a essersi mobilitati a favore dei terroristi in Siria. Cosa logica del resto visto che l'insorgenza wahabita serve solo a portare avanti gli interessi sionisti nella regione.
Inoltre il quotidiano libanese Al-Manar avrebbe ricevuto conferma da fonti anonime qatariote che a Doha i servizi segreti dell'Emiro Al-Thani avrebbero perso i contatti con i sei agenti che controllavano la rete di comunicazione delle bande qaediste in Siria, elemento che confermerebbe l'asserzione fatta ieri dalle forze siriane di avere "smantellato" le comunicazioni dei gruppi terroristi. Il comunicato di ieri parlava di "apparecchiature turche" ma può benissimo darsi che l'hardware per le telecomunicazioni sia stato acquistato dal Qatar e poi veicolato ai mercenari tramite la Turchia o con l'aiuto e il sostegno di personale turco.
Intanto la CIA, l'MI6 e i servizi segreti francesi avrebbero lanciato un appello ai loro operativi in Siria di "abbandonare al più presto" le zone dei combattimenti per evitare di venire catturati dalle avanzanti e vittoriose forze governative.
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Il Procuratore Generale del Cairo ha richiesto l'apertura di una indagine ufficiale sui dettagli e le dinamiche della morte dell'ex 'Zar' dei Servizi segreti di Mubarak, nonché ultimo Primo Ministro nominato dal dittatore ed ex-candidato alla poltrona presidenziale, spirato poche settimane fa negli Usa all'età di 76 anni nel corso di un ricovero per "controlli medici di routine". La morte di Suleiman, che nonostante l'età avanzata non soffriva di malattie croniche e le cui condizioni generali di salute erano ritenute più che buone, é stata definita "assassinio" dal Procuratore Abdul Majid Mahmoud che ha istruito l'apertura della pratica su richiesta del Segretario del partito Ahrar al-Thawra, Mohammed Farid Zakariah.
Al momento della sua morte parecchi commentatori politici egiziani protestarono un coinvolgimento della CIA e della Casa Bianca nella morte di Suleiman che conosceva molti retroscena imbarazzati dei trent'anni di regime filo-americano e filo-israeliano al Cairo; secondo quanto riportato dalle colonne del quotidiano cairota Al-Youm Al-Sabi questa sarebbe anche la pista principale delle indagini; nella sua richiesta di indagini Mohammed Zakariah avrebbe indicato nell'ambasciatrice Usa in Egitto Anne Patterson e nel Direttore della CIA David Petraeus le 'figure chiave' del presunto complotto omicida.
Suleiman era universalmente considerato il maggiore responsabile della morte di centinaia di manifestanti nel corso delle proteste che portarono alla deposizione di Mubarak tra gennaio e febbraio 2011, nonché la figura centrale nell'iniquo e impopolare 'accordo' per la cessione al regime ebraico di enormi quantità di metano egiziano a prezzi incredibilmente al di sotto di quelli di mercato.
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L'Esercito siriano impegnato nelle operazioni di bonifica dell'hinterland di Aleppo dopo avere liberato le periferie di Salahuddin e Sokari dalla presenza dei terroristi armati é riuscito a "spezzare completamente" le maglie della rete di telecomunicazioni fornita ai mercenari wahabiti dall'Esercito turco con il sostegno di Usa, Arabia Saudita e Qatar. Questo risultato si spera dia un contributo decisivo al disfacimento di quell'abbozzo di organizzazione che esisteva tra le varie bande armate qaediste, che aveva permesso in occasione del vigliacco attentato contro il Ministero della Sicurezza di Damasco di scatenare un attacco contemporaneo contro la capitale, Aleppo e le zone di frontiera del paese.
Nelle ultime ore il Ministero degli Esteri siriano ha inviato missive al Consiglio di Sicurezza ONU e al Segretario Generale Ban Ki-Moon, in esse indicando con ricchezza di riferimenti e prove la condotta inumana e criminale delle bande terroriste che ad Aleppo, tanto più venivano serrate da presso dalla controffensiva militare e tanto più incrudelivano contro la popolazione, legata al Presidente Assad e al suo legittimo Governo che garantisce stabilità, indipendenza del paese e tolleranza ed equanimità tra le varie etnie e confessioni della Siria.
Nella giornata di mercoledì 1 agosto in una intervista all'Agenzia stampa nazionale SANA Assad ha dichiarato che "Il popolo e la nazione siriana si trovano al centro di una battaglia eroica e cruciale che definirà il destino storico di questo paese. Il nemico si annida tra noi, usando agenti mercenari per spargere violenza e incertezza ma viene tenuto in scacco e duramente punito dalle Forze Armate che ancora una volta dimostrano di essere la spina dorsale della nazione".
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Partiti e personaggi della Sinistra e del Movimento per la Pace hanno espresso riprovazione e stigma nei confronti dei piani di Berlino per la vendita di centinaia di carri armati all'Emiro del Qatar, indicando come tale operazione vada contro tutte le linee-guida tedesche per l'export di armamenti. Deputati della SPD e della Linke si sono detti "oltraggiati" dalla notizia e hanno denunciato la 'bancarotta morale' dell'Esecutivo guidato da Angela Merkel, pronto a fare affari con 'dittatori e torturatori'.
"Nell'emirato del Qatar il 90 per cento della popolazione lavora e soffre per mantenere nel lusso e nel fasto satrapico il restante 10 per cento; il Governo é egemonizzato da una piccola cricca che non fa alcuno sforzo per migliorare la vita dei cittadini e non vi é il minimo indizio di aperture sociali o democratiche nel Paese; non esiste Parlamento e la formazione di partiti e sindacati é vietata per legge, Amnesty International ha classificato come 'severa' la situazione dei Diritti Umani nello Stato del Golfo".
Peter Strutynski del Movimento per la Pace (foto al centro) ha inoltre indicato come il Consiglio Federale di Sicurezza tedesco dovrebbe venire finalmente sciolto e l'autorità di approvare o meno le transazioni di armamenti verso paesi esteri venire consegnata al Parlamento, in quanto latore diretto della volontà popolare. Il 31 agosto il Movimento per la Pace ha annunciato una protesta di massa a Kassel di fronte alle officine della Krauss-Maffei, produttrice dei 'panzer' desiderati dagli Emiri Al-Thani ed Al-Saoud.
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La moglie dello sceicco Nimr al-Nimr, voce dell'oppressa comunità sciita, ferito e rapito dagli sbirri del regime saudita a inizio dello scorso mese é deceduta, al suo trapasso, senza dubbio, ha certamente contribuito il dolore e l'angoscia per la sorte del marito, prigioniero nelle galere di Riyadh, dove viene sottoposto ad abusi e sevizie e dove si é posto in stato di sciopero della fame per protesta.
Nella città orientale di Sawfa le esequie della donna sono divenute occasione per una massiccia e sentita dimostrazione di sdegno e rabbia popolare contro le pratiche dell'ultima, corrotta e autoritaria monarchia assoluta della Terra, dominio di una casata di briganti a nome Al-Saoud che godono del sostegno delle potenze imperialiste occidentali e dell'entità ebraica di invasione della Palestina, pluto-oligarchi che annegano nello sfarzo nel tentativo di celare le proprie tare umane e morali.
Ancora nei giorni scorsi numerosi dimostranti sono stati uccisi dalle forze del regime; chiunque scenda in piazza a Qatif, ad Awamiyah, a Sawfa, sa di correre un rischio mortale eppure non si esime dall'esprimere tutto il suo disgusto per la corte di Riyadh e i suoi indegni rampolli che, oltre a opprimere e discriminare il loro stesso popolo, inviano i loro scherani a reprimere nel sangue le proteste in Barhein e finanziano e foraggiano il terrorismo dei mercenari estremisti in Siria.
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Secondo quanto riportato dal quotidiano Al-Akhbar nella giornata di ieri quattro persone sono state arrestate prima che potessero mettere in atto il progetto di attaccare un elicottero ONU con un lanciarazzi presso il campo d'aviazione di Rmeileh, sul massiccio dello Chouf (nella zona popolata dai Drusi). Gli arrestati sono alcuni libanesi sunniti, alcuni cristiani collegati ai partiti dell'Alleanza 14 Marzo e un Palestinese originario di Gaza e collegato con gruppi wahabiti come si vede la 'connection' di alleati di Saad Hariri ed estremisti religiosi di stampo qaedista non minaccia solo il Nord del paese o la Siria, ma tutto il Libano.
Secondo quanto riportato dal quotidiano As-Safir un ulteriore membro del gruppo sarebbe tuttora ricercato e potrebbe venire bloccato e arrestato dalle autorità nel corso delle prossime ore. Nel covo della cellula armata i militari dell'Esercito hanno trovato ben 1211 inneschi per esplosivo, detonatori a distanza, apparecchiature elettroniche israeliane, mine di fabbricazione Usa, bombe da mortaio sioniste, 21 granate, armi da fuoco e attrezzature di geolocalizzazione e comunicazione.
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L'emirato del Qatar, regime autocratico e dittatoriale, coinvolto nel sostegno al terrorismo estremista non soltanto in Siria, ma anche in Mali e in altre zone dell'Africa (come segnalato anche su queste pagine dall'analizta Ali Reza Jalali) avrebbe intenzione di procurarsi duecento "panzer" Leopard 2A6 prodotti dalla tedesca Krauss-Maffei Wegmann.
La notizia di un possibile contratto da oltre due miliardi di Euro ha però scatenato feroci critiche da parte di quanti non accettano che l'Europa, sempre pronta a riempirsi la bocca di vuote parole come 'diritti', 'democrazia' e simili quando fa a essa comodo, si trasformi poi nella fornitrice d'armi delle corrotte monarchie del Golfo; già in passato critiche simili avevano accompagnato l'annuncio che gli stessi modelli di carro armato sarebbero stati venduti all'Arabia Saudita.
Volker Beck, deputato del partito Verde, ha denunciato come la fornitura di armamenti al regime qatariota sia "totalmente inaccettabile" dal punto di vista degli standard etici e dei Diritti umani. Secondo quanto pubblicato da Amnesty International armi tedesche sono state ampiamente usate dai regimi petroliferi in Arabia Saudita e Barhein per reprimere le pacifiche proteste popolari contro Casa Saoud e Casa Al-Khalifa.
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Questo video riporta in maniera abbastnanza evidente la famosa "moralità" delle forze armate sioniste, l'esercito che con i suoi abusi e le sue crudeltà non fa rimpiangere le SS di Himmleriana memoria. Lasciamo questo documento filmato a disposizione di tutti i Marco Pasqua, gli Enrico Mentana, i Roberto Saviano, le Fiamme Nirenstein, i Corradino Mineo, i Fabio Scuto, i Giulio Meotti che infestano e appestano (speriamo ancora per poco) questo disgraziato paese.
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L'operazione, da molti ritenuta una rappresaglia siriana per l'attentato al Ministero della Sicurezza di Damasco, avrebbe lasciato l'Arabia Saudita priva della personalità che guidava ormai gli affari di Stato approfittando della senescenza e incapacità di Re Abdallah e dei suoi pochi fratelli rimasti in vita (gli ultimi dei "Sudairi Seven").
Bandar bin Sultan era stato ambasciatore saudita negli Usa dal 1983 al 2005 dove aveva stretto relazioni così profonde col 'clan' Bush da venire soprannominato ufficiosamente 'Bandar Bush'. Per il suo ruolo ambiguo riguardo la politica Usa verso l'Arabia Saudita veniva preso a lungo in considerazione nel documentario di Michael Moore "Farenheit 9/11".
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Militari delle forze di occupazione del regime ebraico hanno fatto segno un furgoncino carico di ben tredici pendolari palestinesi che stavano cercando di raggiungere i loro posti di lavoro nella città di Gerusalemme facendo una vittima innocente, ferendo gravemente un altro passeggero e più lievemente un terzo.
L'immotivata aggressione sionista ha avuto luogo stamane quando militari israeliani hanno arbitrariamente cominciato a fermare ogni veicolo con targa palestinese o occupanti palestinesi al posto di blocco di Zayem e a sottoporre i suoi passeggeri a lunghissime ed estenuanti 'procedure di sicurezza' che ovviamente non avevano nessun altro scopo se non distruggere la giornata dei malcapitati finiti in loro potere, impedendo a scolari e studenti di recarsi a lezione, ad anziani e malati di presenziare alle loro visite mediche e sedute terapeutiche, agli adulti di giungere in orario sul posto di lavoro.
Procedendo a passo d'uomo verso il blocco di Zayem il furgone carico di tredici lavoratori ricevette da un altro veicolo impegnato in una inversione di marcia l'avvertimento che i militari ebrei "stavano rendendo la vita impossibile" e che sarebbe stato meglio cercare un altro tragitto che aggirasse il posto di blocco; quando il furgone iniziò a imitare la manovra dell'altro veicolo immediatamente dal blocco sono partite raffiche di mitra che hanno traforato l'abitacolo e il vano passeggeri.
Hasan Badee Omar, 46 anni, colpito più volte al torace e all'addome, é morto nel tragitto verso l'ospedale, Ashraf Abdullah, colpito alla spalla e alla coscia, é invece ricoverato in gravi condizioni, mentre l'altro ferito, Khaled Imad Abdullah, colpito alla gamba destra, desta meno preoccupazioni.
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I risultati finali dell'attacco terrorista e della controffensiva governativa sono drasticamente a sfavore degli aggressori che hanno consumato nel velleitario tentativo di far collassare le due principali città del paese le loro forze migliori (che recenti rapporti descrivono comunque come molto meno potenti di quanto preteso dai canali satellitari filo-insorgenti) senza riuscire a ottenere alcun obiettivo strategico ma nemmeno tattico e venendo respinti in maniera talmente repentina che le incalzanti forze siriane hanno trovato pile di cadaveri in procinto di venire date alle fiamme dai loro complici in maniera da rendere impossibile l'identificazione dei caduti: un primo esame di queste salme ha confermato come la stragrande maggioranza di questi mercenari siano stranieri reclutati dai petrodollari sauditi e qatarioti in Libia, Algeria, Marocco, Egitto e altri paesi arabi.
Intanto al confine con la Turchia, presso il varco di Bab al-Hawa un grande scontro con terroristi wahabiti che cercavano di entrare in Siria é risultato nella morte di un grande numero di aggressori e nella loro ritirata nell'entroterra turco, dove essi godono di basi e appoggi fornite loro dal Governo di Erdogan. Inoltre circa 150 terroristi sarebbero stati eliminati in una operazione a vasto raggio nella provincia di Homs, dove una grande base terrorista sarebbe stata individuata, isolata e distrutta dall'Esercito siriano, che avrebbe catturato, oltre ad armi, munizioni ed equipaggiamenti, anche documenti e prigionieri che confermerebbero ormai oltre ogni ragionevole dubbio la natura internazionale del complotto anti-Assad e anti-Siriano.
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Il cugino germano dell'Emiro del Qatar, il Colonnello Abdullah bin Muhammad al-Thani, capo dell'Intelligence aeronautica qatariota, é stato ucciso nella capitale turca Istanbul. Cosa facesse in Turchia é motivo di speculazioni ma le solite fonti bene informate giurano che stesse coordinando con le autorità locali il sostegno finanziario del suo ricchissimo cugino Emiro alle formazioni terroristiche mercenarie scatenate dal complotto imperialista-sionista contro la Repubblica Araba di Siria. Il sicario (un unico tiratore) avrebbe sorpreso il Colonnello Al-Thani nella prima mattina fuori da un ristorante freddandolo a colpi di fucile a pallettoni. Nessuna rivendicazione dell'assassinio é ancora pervenuta ad agenzie di informazione o testate cartacee o televisive e le autorità turche e quelle qatariote non hanno ancora commentato ufficialmente l'accaduto.
Il prigioniero politico palestinese Mohamed abu Hadid he descritto in dettaglio le angherie e le torture a cui é stato sottoposto per opera dei collaborazionisti di Fatah, che non si fanno scrupolo ad arrestare e seviziare i loro stessi compatrioti cisgiordani per compiacere il "bwana" sionista nella perversa logica della 'coordinazione per la sicurezza' che rende Palestinesi aguzzini di altri Palestinesi: il bel 'risultato' del 'Processo di Pace di Oslo', che non ha mai beneficiato nessuno se non l'occupazione sionazista, i cancerosi insediamenti di estremisti giudei e i politici di Tel Aviv.
Abu Hadid ha dichiarato ai microfoni del Palestinian Information Center che il 3 ottobre 2010 é stato catturato e arrestato dalle forze di sicurezza di Fatah che vennero a prelevarlo direttamente nel ristorante gestito dalla sua famiglia per "interrogarlo riguardo all'attentato di Bani Naim" -un atto di legittima resistenza armata all'occupazione sionista, con cui comunque lui non aveva alcunché a che fare-.
Una volta portato al 'quartier generale della sicurezza di Fatah' Hadid si trovò in mezzo a dozzine di altri cittadini cisgiordani fermati apparentemente a caso e subito dopo iniziarono maltrattamenti e torture.
Insieme agli altri prigionieri Hadid venne messo in catene e tenuto forzatamente sveglio per giorni e giorni, forse cinque, forse sette, fino a quando non perse totalmente la nozione del tempo; quando alla fine gli venne permesso di dormire di nuovo dovette farlo per terra su un pavimento di pietra (la tecnica della deprivazione del sonno é tipica dei torturatori israeliani ed é stata da questi insegnata ai loro servi di Fatah).
Quindi venne 'passato' dalle carceri di Al-Khalil a quelle di Gerico, dove venne sottoposto alla tortura della sedia, a pestaggi a sospensione prolungata da una sbarra di metallo, all'isolamento prolungato fino a venire rinchiuso in una cella refrigerata.
Questa é Fatah con cui Hamas vorrebbe "riconciliarsi".
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Con una rapida operazione l'Armee Libanaise si é interposta tra i quartieri di Bab al-Tabaneh e di Jabal Mohsen, nella città di Tripoli Siriaca ponendo fine agli scontri che, fino a quel momento, avevano causato la morte di tre uomini e il ferimento di circa venti. Tutto é iniziato quando residenti di Bab al-Tabaneh, sunniti fanatizzati da predicatori wahabiti legati all'Alleanza 14 Marzo, succube di Usa, Israele, Qatar e Arabia Saudita, avevano cercato di attaccare il quartiere di Jabal Mohsen, dove si concentrano invece alawiti e sostenitori della Siria del Presidente Assad.
Inquadrati da solide formazioni politico-militari come il Partito Democratico Arabo (ADP) e il Partito Socialista della Nazione Siriana (SSNP) e messi sul chi vive da simili incidenti nel recente passato i libanesi pro-Assad hanno prontamente respinto la canaglia wahabita, tra le cui fila si sono contati tutti i morti e la grande maggioranza dei feriti; tre sunniti di Bab al-Tabaneh, sorpresi dall'Esercito nazionale, sono inoltre stati arrestati e presi in custodia dalle forze armate.
Mentre alcuni sciacalli dell'Alleanza 14 Marzo tentavano di prendere a scusa questi scontri istigati da loro stessi militanti per attaccare il Governo Mikati sostenuto da Hezbollah, Amal, LMP e SSNP il portavoce dell'ADP Ali Faddah ha denunciato come le recrudescenze di scontri a Tripoli seguano sempre l'istigazione di figure o istituzioni americane: dapprima la visita del filosionista Lieberman, poi quella del pilota fallito e candidato presidenziale trombato John McCain, adesso la pubblicazione di un rapporto CIA che 'raccomanda' la creazione di una 'staging area' nel Nord del Libano per i terroristi mercenari anti-Assad.
A dimostrazione di quanto sia divaricata la situazione sul terreno in Libano dai desideri delle 'teste d'uovo' di Langley é arrivato l'aggiornamento secondo il quale l'Armee Libanaise avrebbe arrestato un cittadino libanese di Al-Tufail, tale A.D. e un membro siriano del clan sunnita Al-Khaloun, noto per le sue connessioni con estremisti wahabiti, sequestrando loro un enorme carico di armi, silenziatori, munizioni e ottiche di precisione nella cittadina di Ain al-Jawzeh, nella provincia di Brital.
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L'invito, che é stato esplicitamente esteso al leader supremo della Fratellanza Musulmana Mohammed Badieh, al suo Vice Kheirat Shater e ad altri dignitari é stato "entuasiasticamente accettato" da Mursi e dal suo staff, nonché dai dirigenti musulmani.
Haniyeh ha conferito a lungo con Badieh presso il Quartier Generale della Fratellanza Musulmana; il colloquio, durato oltre due ore, é ruotato attorno agli sviluppi politici palestinesi, alle condizioni di vita nella Striscia assediata, ai mezzi per estendere aiuto alla sua popolazione.
L'intero boulevard che portava alla sede dell'Ikhwan era stato completamente festonato di ghirlande verdi, bandiere palestinesi, striscioni di benvenuto e ritratti del Primo Ministro Haniyeh.
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Avevamo già messo in guardia i nostri lettori di come l'Irak liberato dal coraggio, dal sangue e dalla determinazione del suo popolo, l'Irak democratico dove finalmente la maggioranza sciita non é più discriminata e può esprimere il suo sostegno all'Asse della Resistenza con Libano, Siria e Iran é minacciato da un grave pericolo; esso si annida nella cosiddetta "zona autonoma curda" che come un bubbone infetto lasciato dagli occupanti americani consente ai briganti e criminali curdi e ai loro capi corrotti e succubi di Usa e Israele di sottrarsi al controllo della capitale Bagdad e delle sue legittime autorità.
Abbiamo già indicato come i Curdi abbiano offerto rifugio al terrorista latitante Tarik al-Hashemi, sfidando direttamente l'autorità giudiziaria irakena e come abbiano consentito il transito di agenti ed esplosivi sionisti per la preparazione dell'attentato contro il tecnico nucleare Roshan ma quello che é recentemente avvenuto tra Rabyah e Zimar é infinitamente più grave e potrebbe costituire una vera e propria dichiarazione di ostilità al Governo centrale che speriamo ne tragga le conseguenze e metta in opera le misure per asserire la sua autorità su tutto il territorio nazionale anche ricorrendo alla forza e all'abbattimento di ogni 'zona franca' di Curdi, ovunque essi possano nascondersi.
Uomini della 10 Divisione dell'Esercito irakeno in viaggio dalla zona di Rabyah verso Zimar dove avevano ricevuto ordine di rafforzare il controllo sulla frontiera con la Siria e impedire il transito di armi, munizioni e uomini a rinforzo dei gruppi terroristi wahabiti nella Repubblica Araba si sono visti bloccare la strada da 'peshmerga', briganti e miliziani curdi della 'cosiddetta' VIII brigata che li hanno minacciati con le armi. Il Premier irakeno Nouri al-Maliki così ha commentato l'increscioso incidente: "Lo schieramento di truppe nazionali a Zimra serve agli interessi irakeni evitando il crearsi di basi di appoggio al terrore sul nostro territorio, per quanto autonome anche le zone curde devono sottostare all'autorità legittima del Governo centrale e non assumere atteggiamenti che potrebbero essere fonte di conflitto".
Maliki ormai non può fare finta di ignorare la minaccia curda: é chiaro che i Curdi sono in combutta con i servizi sauditi e qatarioti per sostenere i gruppi di mercenari e terroristi in Siria forse nella speranza di ritagliarsi un pezzettino di Siria da aggiungere al loro vagheggiato 'curdistan'; il Governo e l'Esercito irakeno devono subito rivolgersi ai loro fidi alleati e riceverne aiuto e sostegno su come meglio affrontare e neutralizzare questo pericolo.
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