sabato 19 novembre 2011

Al-Ahmad e Marzouk si incontrano al Cairo per definire gli ultimi dettagli del vertice Hamas-Fatah previsto la prossima settimana!


Il quotidiano londinese Al-Hayat rivela che il Vicecapo del Politburo di Hamas, Mousa Abu Marzouk e il membro del Comitato centrale di Fatah, Azzam al-Ahmad si sono incontrati separatamente al Cairo con rappresentanti dell'Intelligence egiziana, per poi passare a un vertice a due, tenutosi nella giornata di ieri, durante il quale si sono dati gli ultimi ritocchi alla preparazione del prossimo vertice tra Abbas e Mishaal, capi delle rispettive organizzazioni.

Al-Ahmad, intervistato in merito dal quotidiano ha detto che il suo arrivo al Cairo é il diretto risultato dell'invito ricevuto da parte delle autorità locali, ma ha poi confermato che il vertice tra Abbas e Mishaal dovrebbe tenersi il 25 novembre, cioé il prossimo venerdì. Mahmud Abbas dovrebbe sbarcare nella capitale egiziana il mercoledì precedente, 23 novembre, per incontrare il Consiglio Supremo delle Forze Armate.

Ahmad, comunque, ha rifiutato di rispondere a tutte le domande direttamente collegate al suo incontro con Marzouk e ai temi del prossimo meeting tra i due leader palestinesi, confermando solo che esso é ritenuto "di estrema valenza strategica" da ambo le parti. L'opinione pubblica palestinese spera che, in seguito a esso, il processo di riconciliazione e riunione del fronte di lotta nazionale riceva un impulso decisivo.
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L'ex prigioniero politico Nael Barghouti, dopo 34 anni di carcere, ha potuto sposare la sua promessa!


Un giorno il ragazzo di 19 anni che vedete in foto é stato arrestato dagli sgherri del regime ebraico; l'accusa, far parte di Al-Fatah (quando Al-Fatah non era la cricca di satrapetti e piccoli cacicchi compromessi con Israhell e da questo foraggiati -se si comportano 'bene'-) gli garantì un soggiorno di 34 anni in prigione, che lo ha reso l'uomo che vedete nella seconda foto. Guardate una foto, guardate l'altra e pensate che ogni ruga che ha solcato la pelle giovane e fresca che vedete nella prima immagine, ogni capello fattosi più grigio e ispido come si nota nella seconda, tutte le innumerevoli differenze che separano le due immagini, pure della stessa persona prese più o meno a 408 mesi di distanza, é il risultato di una metamorfosi che si é tutta consumata nello spazio di celle, galere e prigioni.

Nael Barghouti, il veterano dei detenuti politici palestinesi, é stato in prigione più di Nelson Mandela, più di Aleksandr Solzhenitzyn e più di Sakharov, eppure il suo nome é ignoto al grande pubblico occidentale che vive sotto la cappa mediatica controllata e censurata dalla lobby sionista internazionale. Adesso, grazie alla grande vittoria di Hamas, Nael Barghouti é stato liberato ed é stato liberato anche se appartiene alla fazione che ha cercato di esautorare Hamas dalla sua vittoria elettorale e ha compiuto un golpe armato contro di essa; perché Hamas riconosce che Barghouti non ha parte in quelle scelte criminose e perché a prescindere dalla sua appartenenza di partito egli é diventato un esempio per tutti i Palestinesi: religiosi, secolari, socialisti, nazionalisti.

Adesso Nael Barghouti, che per trentaquattro anni, gli anni della giovinezza e della virilità, non ha conosciuto altro che la compagnia di altri uomini, che fossero prigionieri o secondini, é riuscito finalmente a unirsi in matrimonio con Iman Nafi, con una semplice e breve cerimonia privata tenutasi lo scorso martedì e di cui é stata data notizia solo molti giorni dopo, per evitare che un momento intimo si trasformasse in una occasione pubblica. Come Nael, anche la sposa, Iman, é una ex-prigioniera politica, tenuta incarcerata per quasi quindici anni dallo spietato regime sionista.
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L'Agenzia atomica Internazionale non raccomanda provvedimenti contro l'Iran, affonda un altro complotto US-raeliano!


I Cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza ONU, con l'aggiunta della Germania, costituenti il cosiddetto "Gabinetto 5+1" hanno emesso una risoluzione riguardo la questione del programma nucleare iraniano raccomandando all'AIEA di "proseguire nella ricerca di una soluzione diplomatica a diffidenze e incompresioni in merito". Una frase che é come un siluro sotto la linea di galleggiamento per i programmi israeliani di attacco all'Iran che gli Stranamore di Tel Aviv già sognavano in fieri con una grande 'coalizione dei volenterosi' che, se non direttamente coinvolta nei bombardamenti usa e sionisti (come pure aveva promesso di fare i sionistissimo Governo britannico di Cameron e Clegg), quantomeno appoggiasse e giustificasse la sanguinosa aggressione.

Ora, di Quisling europei venduti alla lobby sionazista e pronti a giustificare e lodare ogni porcata "made in israel" ce ne sono purtroppo molti, ben li conosciamo e li denunciamo quasi quotidianamente da queste pagine; tuttavia spesso e volentieri abbiamo la soddisfazione di sentirli digrignare i denti a foggia di zanna, per le ripetute e cocenti sconfitte incontrate dai loro piani e dai loro schemi.

"E fin troppo ovvio come il regime sionista, sostenuto dall'arroganza dell'imperialismo occidentale, avesse chiesto al Direttore generale dell'AIEA, Yukia Amano, di rilasciare un rapporto cucinato a dovere, che raccomandasse sanzioni e menzionasse esplicitamente la possibilità di attacchi contro l'infrastruttura nucleare della Repubblica Islamica", ha dichiarato il Vicepresidente dei Majlis, i parlamentari di Teheran, Ismail Kowsari. Fortunatamente Russia, Cina e la pressione del movimento dei paesi emergenti e non-allineati sono riusciti a deragliare questo intento, facendo infine approvare una risoluzione neutra e priva di minacce e provvedimenti contro l'Iran, paese leale firmatario del Trattato di Nonproliferazione.
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Prendono forma le nuove istituzioni tunisine dopo la vittoria dell'Ennahda nelle elezioni del 23 ottobre!

Prosegue in Tunisia il processo di democratizzazione del paese dopo le elezioni costituenti del 23 ottobre; in seguito a positivi colloqui tra le tre principali forze politiche premiate dagli elettori sono stati raggiunti accordi riguardo la Presidenza dello Stato e la guida della neonominata Assemblea che dovrà scrivere una nuova Carta costituzionale per il paese.

L'Ennahda (che ha ricevuto ben 89 seggi), il Congresso per la Repubblica e l'Ettakatol (che sommando i loro arrivano più o meno alla metà) hanno stabilito che la presidenza andrà a Moncef Marzouki, del CPR, figura universalmente rispettata per il suo rifiuto di scendere 'in qualsiasi maniera' a compromessi col regime di Ben Ali, mentre Mustafa ben Jaffar dell'Ettakatol guiderà l'assemble costituente.


'Accontentati' gli alleati di minoranza con queste carice il Partito del Rinascimento musulmano ha naturalmente riservato per sé la poltrona del Premier, sulla quale, sembra, dovrebbe andare a sedersi Hamadi Jebali. Il Governo amministrerà gli affari correnti del paese fino a quando l'Assemblea non avrà finito di scrivere la nuova Costituzione; a quel punto si terranno nuove elezioni politiche.
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Muore folgorato un altro eroe dei 'tunnel della vita' che permettono a Gaza di resistere all'assedio sionista!


Un lavoratore dei tunnel sotterranei che attraverso la zona di Rafah consentono al ghetto di Gaza di ricevere cibo, medicinali, latte in polvere e carburante, tutti articoli "verboten" secondo il diabolico piano di strangolamento economico con cui gli Stranamore di Tel Aviv pensano di poter piegare la volontà e la dignità palestinese, ha perso la vita rimanendo folgorato mentre sistemava i cavi dell'impianto di illuminazione di uno dei passaggi sotterranei.

Fonti mediche palestinesi hanno rivelato che il nome del martire, che aveva appena vent'anni, era Salamh abu Hammad, e che viveva nella cittadina di Bani Suhaila, a Est di Khan Younis, nella parte meridionale dell'enclave costiera.

Con il suo sacrificio salgono a 210 i morti dei 'tunnel della vita', Palestinesi che hanno sacrificato le loro esistenze affinché ai loro compatrioti di Gaza possa essere data un'esistenza meno precaria e più dignitosa anche sotto il disumano assedio sionista, iniziato nel 2006 come misura di ritorsione contro la vittoria di Hamas alle regolari e democratiche elezioni palestinesi.
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venerdì 18 novembre 2011

Il regime dell'apartheid sionista perseguita i reporter palestinesi, nessuno deve sapere la verità!

La polizia del regime ebraico ha arrestato la giornalista di AlQuds-TV Ezra' Salhab, di ventisei anni, dopo averla convocata con un pretesto a un colloquio che lei credeva collegato con l'arresto di suo marito Shadi.

Il Palestine Information Center ha riportato che la Salhab, madre di due bambini ora rimasti privi dei genitori, é stata chiamata a un 'colloquio' nella città occupata di Gerusalemme ed é quindi stata arrestata senza che alcuna accusa venisse elevata contro di lei, secondo le barbare, ma purtroppo usuali procedure degli sbirri dell'Apartheid.

La giornalista é nota e rispettata per il suo ruolo di conduttrice del programma "Ahrar" ('I Liberi' - qui sotto la videosigla del programma), che, dal canale AlQuds-TV tiene informati i Palestinesi sulle sofferenze e le lotte dei detenuti politici nelle galere sioniste. Anche con la recente grande vittoria di Hamas che ha fatto liberare oltre mille detenuti, ci sono oltre seimila prigionieri politici tuttora incarcerati dall'occupazione.


Shadi Zahda, marito di Ezra' é stato arrestanto tre settimane fa. E' ovvia la politica sionista di colpire coloro che con il loro lavoro squarciano la cortina di propaganda strombazzata ai quattro venti dall'infernale macchina dell'Hasbara, finanziata e sostenuta dalla lobby internazionale filoisraeliana.
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Ancora in piazza il popolo marocchino contro le elezioni-farsa pilotate da Mohammed VI!


Migliaia e migliaia le persone scese in piazza in queste ultime ore seguendo gli appelli lanciati dal 'Movimento 20 Febbraio', che, in segno di protesta contro l'inizio 'ufficiale' della campagna elettorale per le prossime consultazioni indette dal sovrano Re Mohammad Sesto (elezioni da cui sono stati esclusi i più grandi raggruppamenti e i più influenti candidati delle opposizioni) hanno chiamato la folla a mobilitarsi manifestando le proprie intenzioni di ignorare l'appuntamento elettorale.

Almeno dodici persone sono state fermate e arrestate dalla polizia regia, che si é abbandonata alla consueta violenza nel contrastare manifestanti pacifici che volevano solo mettere alla berlina la duplicità e la scorrettezza del Governo di Rabat, fedele alleato degli imperialisti francesi e americani, che spera, scimmiottando con elezioni-truffa gli aspetti esteriori della Democrazia, di accattivarsi la simpatia della popolazione.

La delegazione del Consiglio d'Europa che recentemente ha lasciato il paese dopo avervi condotto una approfondita 'missione esplorativa' ha dichiarato che il tasso di Democrazia e tutela dei Diritti umani in Marocco é 'gravemente insufficiente' e che non é con elezioni quali quelle previste per la prossima settimana, per le quali si anticipa peraltro un bassissimo tasso di affluenza ai seggi, che il Re di Rabat può pensare di migliorare la situazione.
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Mega-marce in preparazione in Egitto e Giordania contro la giudeizzazione forzata di Gerusalemme!


Il 'Comitato per Gerusalemme' presente presso l'Unione internazionale degli Studiosi islamici ha organizzato per il prossimo 21 novembre una "colossale marcia di protesta" che prenderà luogo al Cairo in cooperazione con l'Unione dei Medici arabi, contro il regime ebraico e le sue folli e disumane politiche di giudaizzazione forzata della terra palestinese occupata e, in particolare, della Città sacra di Gerusalemme, da secoli e secoli caratterizzata da una forte identità araba e musulmana che i razzisti ebrei vorrebbero cancellare con la forza, con le demolizioni e con le deportazioni.

Salah Sultan, portavoce ufficiale del Comitato ha dichiarato che la mega marcia sarà benedetta dagli auspici sia dello sceicco di Al-Azhar, Ahmed Attayeb e dal Capo supremo dell'Unione degli Studiosi islamici, il celebre Sceicco Yousuf al-Qaradawi (qui sopra, in compagnia di Nelson Mandela), e che vedrà, presenti e partecipanti, una gran copia di riverite figure religiose. Sultan ha anche dichiarato che l'Unione internazionale degli Studiosi islamici prenderà quanto prima contatti con il Supremo Consiglio delle Forze Armate (foto sotto), la Giunta militare che supervisiona la transizione dal regime di Mubarak alla Democrazia, per prendere iniziative concrete che rallentino e sperabilmente blocchino il progredire delle iniziative anti-arabe e anti-palestinesi del regime dell'Apartheid sionista.

L'Unione degli Studiosi islamici sta per rilasciare una parere giuridicamente vincolante riguardo la liceità di ricorrere alla forza per difendere i luoghi sacri arabi e musulmani dalle aggressioni e dagli attacchi vandalici dei violenti teppisti ebrei, armati e spalleggiati dal Governo di Tel Aviv. In una notizia correlata, una organizzazione popolare giordana animata da intenti simili a quelli delle Unioni egiziane ha rivelato al Palestinian Information Center che, quattro giorni dopo la mega marcia del Cairo anche la valle del Giordano, presso Suwayma, sarà animata da un'iniziativa analoga.
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Crescono le accuse contro il Premier kuwaitiano, mentre l'Emiro del piccolo stato petrolifero dichiara l'emergenza!


L'ordine di "adottare tutte le misure necessarie al ristabilimento dell'ordine dopo il recente attacco al Parlamento" é stato emanato nelle scorse ore dall'Emiro del Kuwait Sceicco Sabah al-Ahmad al-Sabah (sopra), se non é uno stato d'assedio vero e proprio poco ci manca e il segnale che quanti, da questo momento in poi avessero intenzione di continuare le manifestazioni di piazza lo faranno a loro rischio é stato praticamente lanciato. Secondo quanto riportato dalla France Presse l'Emiro avrebbe ordinato al Ministero dell'Interno e alla Guardia Nazionale di prendere provvedimenti per confrontare ogni minaccia alla sicurezza del paese e all'ordine pubblico.

La raccomandazione di "ritenersi investiti di tutta l'autorità necessaria a far cessare atti pericolosi e vergognosi" suona particolarmente minacciosa, perché vuol dire che la corte appoggerà ogni misura presa da poliziotti e militari, purché "motivata" dal punto di vista della sicurezza nazionale. Ma chi controllerà e sanzionerà eventuali abusi? Questo il decreto di emergenza emesso dall'Emiro non lo dice. Né, d'altra parte, specifica quali 'misure' vengono autorizzate per far cessare le manifestazioni popolari causate dallo sdegno per le accuse di corruzione levate contro il Premier (nipote dell'Emiro), a cui adesso si aggiungono anche pesanti addebiti di peculato.

Nasser al-Ahmad al-Sabah, nominato Primo Ministro nel 2006 é stato sfiduciato e costretto alle dimissioni ben sei volte ma, dopo altrettante tornate elettorali, é stato sempre rinominato capo dell'Esecutivo dal sovrano del piccolo e ricchissimo emirato petrolifero. Ora però, accusato di aver usato fondi pubblici per corrompere parlamentari indipendenti o di opposizione e di averne persino stornato una parte su suoi conti correnti personali per meglio disporne a suo piacimento, ha suscitato un'ondata di sdegno tale nella popolazione da portarne una parte a scendere in piazza e attaccare persino la sede della Camera dei deputati.
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In Casa Saoud i soliti 'parenti serpenti' affilano i coltelli, la scelta del nuovo successore designato al trono non é piaciuta a molti!


Mentre le province sciite dell'Est, le più ricche di petrolio, continuano a venire agitate dal malcontento della popolazione, sempre più insofferente verso l'assolutismo e la rapacità del monarca di Riyadh e della sua corte di manutengoli, filtrano minacciosi rapporti riguardo l'approfondirsi e l'aggravarsi delle frizioni interne alla stessa famiglia reale, dove molti, forse troppi, non hanno 'mandato giù' di buon grado la scelta presa qualche settimana fa dal Consiglio della Lealtà di nominare il Principe Nayef ben Abdulaziz (foto sotto) nuovo erede designato al trono dei Saoud in luogo dell'ottantaduenne Principe Sultan ben Abdulaziz (foto qui sopra), trapassato in un ospedale newyorchese dopo essere entrato in coma lo scorso luglio.

Il Principe Talal ben Abdulaziz avrebbe rassegnato le dimissioni dal Consiglio, apparentemente "sbattendo la porta", secondo quanto riportato dal britannico Telegraph e in effetti, sul sito-web personale del Prence, si può vedere un anodino e compito annuncio su come "Dopo aver segnalato al Re Abdullah le proprie intenzioni il Princpe Talal (foto sotto) ha scelto di abbandonare il suo seggio nel Consiglio della Lealtà". I soliti bene informati assicurano che la 'segnalazione' é stata molto meno pacata e formale del comunicato a essa relativo.

Il Consiglio della Lealtà, creato nel 2006, é un organismo di 37 membri nel quale i cugini e i fratelli di Nayef ben Abdulaziz hanno una solida maggioranza, ovvio che le chance di 'nomina' dei suoi concorrenti fossero da subito molto molto esigue. Fin dal 1953 i figli di Re Abdulaziz al-Saoud, fondatore dell'attuale Arabia Saudita si 'rimpallano' tra fratelli il trono a ogni successivo decesso, per evitare che una parte della numerosa prole del vecchio re (che ebbe 37 eredi) insorga sentendosi 'esclusa' dal gran gioco del governo. Ma ormai la senilità incombe: l'attuale monarca Abdullah ha 87 anni e il suo successore designato 79. I petrodollari possono comprare le migliori cure mediche del mondo ma non possono donare l'immortalità e, in uno scenario mediorientale in rapidissima evoluzione affidarsi a regnanti ottuagenari potrebbe non essere la migliore ricetta per affrontare il futuro.
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Russia e Francia condannano i piani sionisti per la costruzione di nuove abitazioni negli insediamenti illegali di Gerusalemme!


Il Ministero russo degli Affari Esteri, guidato da Sergei Lavrov ha rilasciato un comunicato fortemente critico nei confronti delle intenzioni del regime sionista di costruire ottocento nuovi appartamenti nelle colonie illegali con le quali Tel Aviv cerca di stravolgere gli equilibri etnici di Gerusalemme, "gonfiandone" a dismisura la presenza ebraica nello stesso momento in cui con angherie, sfratti e demolizioni tenta di diminuirne sempre più la popolazione araba.

"La Russia ha ripetutamente reiterato la propria posizione in merito: che ogni ulteriore costruzione su terra palestinese occupata militarmente, Gerusalemme inclusa, viola lo spirito e la lettera della legislazione internazionale e si configura come una grave violazione dei diritti dei Palestinesi". Anche il Ministero degli Esteri francese ha definito i piani sionisti di insediamento "una provocazione".

"Condanniamo risolutamente questa inaccettabile decisione ricordando che ogni genere di insediamento volto al trasferimento di popolazione in Cisgiordania e a Gerusalemme é illegale", ha dichiarato Bernard Valero, portavoce degli Esteri di Parigi, facendo notare come, per ridare respiro ai negoziati israelo-palestinesi (ormai impantanati da mesi) é necessario garantire che Gerusalemme possa diventare capitale condivisa e riconosciuta di due stati; ogni provocazione addizionale, quindi, é uno schiaffo agli sforzi della Comunità internazionale in tal senso.
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giovedì 17 novembre 2011

Ezzet Reshaq annuncia: "Il Segretario di Hamas pronto per una prossima visita ufficiale in Giordania"


Ezzet al-Resheq, del Politburo di Hamas ha dichiarato che il Segretario Khaled Mishaal visiterà la Giordania entro i prossimi giorni.

La dichiarazione, rilasciata all'agenzia Palestine Information Center nella giornata di ieri ha specificato che la visita é stata concessa tramite i buoni uffici del Governo del Qatar, anche se la data non é stata ancora fissata.

Resheq non ha elaborato se essa precederà o seguirà il meeting al Cairo tra Mishaal e Abbas, che dovrebbe avere luogo intorno al 25 novembre, limitandosi a dire che "i preparativi fervono" in merito a entrambe gli eventi e che in quello che coinvolgerà la leadership della fazione Fatah verranno toccati tutti i punti concernenti la riconciliazione, la formazione di un Governo di unità nazionale e il ruolo futuro dell'OLP.

Resheq ha ricordato come qualsiasi ipotesi di un ritorno di Salam Fayyad alla poltrona da Premier é da escludersi e che la prossima guida dell'esecutivo palestinese dovrà avere l'approvazione di tutte le fazioni.
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Riunione d'emergenza del Governo kuwaitiano convocata dall'Emiro, la popolazione continua a ribellarsi!


Secondo quanto riportato dall'Agence France Presse il Consiglio dei Ministri kuwaitiano si sarebbe riunuto in una sessione d'emergenza convocata in fretta e furia dallo Sciecco Sabah al-Ahmad al-Sabah, Emiro e sovrano del piccolo ma ricchissimo stato del Golfo, a seguito della intensità senza precedenti delle manifestazioni popolari contro le accuse di corruzione al settantunenne nipote dell'Emiro, lo Sceicco Nasser, che avrebbe usato fondi pubblici per corrompere parlamentari indipendenti o di opposizione.

I dimostranti continuano a occupare le piazze dopo essersi scontrati almeno due volte con le forze di polizia dell'emirato, che in ultimo hanno permesso loro di presidiare i dintorni del Parlamento (preso d'assalto nella prima ondata di proteste) ma non di proseguire verso la residenza di Premier per chiederne le dimissioni definitive. Diciamo 'definitive' perché nei suoi finora cinque anni di incarico Nasser Mohammed al-Ahmed al-Sabah si é dimesso sei volte ma, dopo nuove elezioni parlamentari é sempre stato rimesso in sella dallo zio regnante.

Il Kuwait ha istituti democratici ancora giovani e imperfetti, fino a tutti gli anni '80 non esisteva nulla di simile a una assemblea rappresentativa o un Governo; la famiglia reale amministrava lo Stato come cosa propria e si avvaleva di consulenti stranieri per le materie finanziare e tecniche, l'altissimo tenore di vita garantito ai pochi abitanti dalle rendite petrolifere sembrava un ottimo anestetico contro la mancanza di Democrazia. Dopo l'invasione irakena del 1990-91 però l'Emiro venne amichevolmente costretto da Bush Sr. a 'concedere' un Parlamento che dapprima meramente accessorio si é caricato via via di prerogative prima di esclusivo appannaggio di Sua Altezza.

Però attraverso la ratifica degli atti della Camera e del Governo e tramite il potere di nominare i capi di quest'ultimo vediamo che la capacità di manovra dell'Emiro nelle questioni politiche rimane sempre molto rilevante.
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Il Partito di Libertà e Giustizia invita gli Usa a "rivedere profondamente" i loro atteggiamenti verso il Mondo Arabo!

Il Vicesegretario del "Partito di Libertà e Giustizia", emanazione politica della Fratellanza Musulmana egiziana ha chiesto formalmente al Governo americano di modificare radicalmente le sue prospettive e le sue pratiche nei confronti dei paesi e dei popoli del Mondo Arabo e mediorientale, accettando che il prossimo e medio futuro richiederanno da parte sua un approccio affatto simile da quello mostrato non solo negli anni e nei decenni passati, ma persino in questi ultimi mesi e in queste stesse settimane.

"L'opinione pubblica e la volontà popolare delle nazioni arabe non hanno diritto di considerazione o cittadinanza nei piani elaborati a Washington per la politica mediorientale: ciò é assolutamente inaccettabile e va modificato quanto prima; gli Stati Uniti devono abituarsi a rispettare le decisioni democraticamente prese all'interno di sistemi di Governo illuminati dalla tradizione araba e islamica e devono abituarsi a convivere con i valori della loro cultura e della loro religione, senza razzismo culturale di sorta".

In un comunicato stampa emesso dal Partito di Libertà e Giustizia dopo un incontro a porte chiuse con rappresentanti americani, tra cui l'aiutante del Segretario di Stato per gli Affari del Vicino Oriente, Jacob Walles (rappresentante della lobby a Sei Punte filosionista che impera a Washington) é stato esplicato che i vertici del partito accettano la presenza e gli interessi americani in Medio Oriente, in linea di principio, ma sperano che allo stesso modo gli Usa comprendano che i popoli e le nazioni della regione richiedano rispetto per sé stessi e le loro capacità di scelta e autodeterminazione.

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Migliaia di Kuwaitiani assaltano il Parlamento chiedendo le dimissioni del Premier settuagenario!


Uno sviluppo tanto improvviso quanto sorprendente negli eventi della "Primavera Araba" arriva ieri da una zona che finora sembrava relativamente tranquilla, quella del Kuwaiti, piccolo e ricchissimo emirato che poco più di venti anni fa venne occupato militarmente per alcuni mesi dall'Irak di Saddam Hussein; migliaia di cittadini inferociti si sono aperti con la forza la via fino al Parlamento nazionale, dove hanno chiesto a gran voce le dimissioni dello Sceicco Nasser Mohammed al-Ahmed al-Sabah, settantunenne capo del Governo accusato di gravi episodi di malversazione.

La folla ha anche chiesto lo scioglimento del Parlamento (che venne concesso dall'Emiro del Kuwait poco dopo il ritiro delle forze irakene di occupazione) cantando slogan come "Licenziamo il Capo del Parlamento" e "Il Parlamento appartiene al popolo". La polizia, dopo un primo tentativo di fermare la folla all'esterno dell'edificio, conclusosi con un insuccesso, ha ripetuto i suoi attacchi quando la folla, lasciato il Parlamento, ha cercato di dirigersi verso la residenza del Premier.

Cinque persone sono rimaste ferite e i dimostranti sono tornati sui loro passi promettendo che non lasceranno i dintorni della Camera, ove si accamperanno, fino a che i le loro richieste non verranno accolte. L'opposizione (che conta 20 deputati su una assise di 50 seggi), guidata da Mussallam al-Barrak, Faisal al-Muslim e Abdulrahman al-Anjari accusa il Primo Ministro di aver usato 350 milioni di dollari di fondi pubblici per corrompere deputati in maniera che votassero col Governo su certi provvedimenti.
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Il Ministro degli Esteri francese convoca l'ambasciatore sionista per protestare contro il ferimento di cittadini francesi a Gaza!


Il portavoce del Ministero degli Esteri francese Bernard Valero ha dichiarato che nella giornata di ieri l'ambasciatore sionista a Parigi é stato convocato ufficialmente per ricevere "la forte e netta deplorazione da parte della Repubblica francese delle conseguenze dell'attacco aereo contro Gaza", che ha provocato il ferimento dell'incaricato degli affari consolari nella Striscia, della sua figlia tredicenne e di sua moglie, che ha perso il bambino che portava in grembo.

L'attacco aereo sionista é stato mirato contro una struttura della polizia, bersaglio interdetto agli attacchi militari secondo le norme delle convenzioni internazionali; le forze di polizia del Governo di Gaza, proprio per rispettare la lettera e lo spirito di tali accordi non sono per nulla coinvolte in alcun genere di attività connessa con la Resistenza, ma si occupano solo della sicurezza della popolazione.

Soltanto nel mese scorso trenta abitanti di Gaza sono periti sotto i proditori attacchi aerei sionisti, che si sono ripetuti senza interruzioni apprezzabili fin dal termine del tristemente famoso "pogrom" militare israeliano contro la striscia costiera assediata svoltosi tra il dicembre 2008 e il gennaio 2009.
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Il convoglio "Primavera Araba" arriva a Gaza entro la fine del mese con latte per i neonati denutriti a causa dell'assedio sionista!


La Campagna europea per fermare l'Assedio di Gaza ha dichiarato che sta facendo preparativi in cooperazione con la Commissione europea per le Emergenze umanitarie per far pervenire un convoglio di aiuti a Gaza entro la fine di novembre.

Il nome del convoglio, "Primavera Araba", vuole essere di buon auspicio per le sorti del ghetto litoraneo assediato da Israele, in modo che possa essere il prossimo territorio beneficato dal soffio dei movimenti che finora hanno liberato Tunisia, Egitto e Libia. Più di 150 volontari internazionali accompagneranno la carovana di solidarietà.

Arafat Madi, capo della missione, ha dichiarato che gli organizzatori del convoglio rappresenteranno "una pietra angolare" per molti progetti umanitari e infrastrutturali che sorgeranno presto nella Striscia, grazie alla generosità della comunità internazionale, araba, musulmana e non. Ha inoltre aggiunto che tra i beni portati dal convoglio il più importante sarà un carico di latte in polvere con formula speciale per i bambini prematuri, nati già denutriti a causa delle terribili conseguenze dello strangolamento economico sionista.
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mercoledì 16 novembre 2011

Il Governo palestinese chiede aiuto all'Egitto per fermare il carosello degli attacchi aerei sionazisti contro la popolazione civile!


Il Governo palestinese che controlla la Striscia di Gaza si é messo in contatto col Cairo dopo l'ennesimo proditorio e ingiustificabile raid aereo sionista che ha colpito una stazione di polizia a Beit Lahiya, causando la morte del martire Mohamed al Kilani, agente 23enne delle forze dell'ordine di Gaza. Il portavoce del Governo Taher al-Nuni ha dichiarato che il Governo egiziano é stato messo al corrente dei dettagli dell'attacco sionista e della necessità urgente di far cessare simili aggressioni criminose.

Al-Nunu ha descritto nei particolari come il sofisticato arsenale bellico sionista, pagato e foraggiato con gli "aiuti al terzo mondo" e i "risarcimenti per l'olocausto" venga utilizzato per tormentare e perseguitare civili innocenti e quanti dovrebbero vegliare sulla loro sicurezza, lanciano poi un augurio di pronta guarigione ai feriti (uno dei quali molto grave) tra i quali si contano anche l'ufficiale consolare francese Majid Shakoura, la moglie che ha perso un figlio non nato come conseguenza dello spostamento d'aria causato dagli scoppi e la loro figlia tredicenne.

Non sono note le reazioni egiziane alla richiesta d'aiuto arrivata da Gaza ma é sperabile che il grande e influente paese arabo voglia mettere, pur nella delicata situazione di transizione in cui si trova, parte del suo prestigio e della sua importanza a protezione dei fratelli e delle sorelle della Striscia.

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Gli attivisti di 'Freedom Riders' sfidano l'Apartheid in vigore sugli autobus che portano alle colonie illegali degli estremsti ebrei!



Con una azione plateale e coraggiosa gli attivisti cisgiordani del gruppo 'Freedom Riders' hanno vinto la loro sfida contro il razzismo del regime ebraico dell'Apartheid, che impone la segregazione etnica sulle linee di autobus che collegano la Gerusalemme occupata con le colonie illegali dei fanatici fondamentalisti ebrei, trapiantati in Palestina nella speranza che la loro violenza e le loro aggressioni mettano in fuga gli abitanti legittimi dalla loro terra natale.

"L'azione di oggi é principalmente dimostrativa: vogliamo esporre le politiche sioniste di apartheid coloniale e vogliamo che tutto il mondo le veda, vogliamo far vedere come solo agli appartenenti alla 'razza superiore' sia concesso viaggiare su mezzi e strade che attraversano la nostra terra, la terra palestinese, violata e offesa da colonie illegali che si espandono continuamente, come un cancro". Ha dichiarato un membro del gruppo di dimostranti, composto da: Huwaida Arraf, Mazen Qunsiyeh, Fadi Qur'an, Nadeem Sharabti, Badi' Dwaik, e Basel al A'raj.

Dozzine di giornalisti e reporter hanno fornito copertura mediatica all'occasione, registrando come, dopo diversi tentativi, i manifestanti siano riusciti a salire su un autobus, che però é stato poi fatto fermare al posto di blocco di Hizma fuori da Gerusalemme. La loro azione ha dimostrato in maniera incontrovertibile oltre ogni legittimo dubbio che sotto il regime ebraico sia in corso la più rigida discriminazione razziale, simile a quelle che vigevano negli stati schiavisti del Sud, nella Germania di Hitler e nel Sudafrica e nella Rhodesia.

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La nazionale libanese batte la Sudkorea nelle qualificazioni mondiali, il Premier e il Presidente premiano la squadra!



La rappresentativa calcistica libanese ieri ha mandato in visibilio i quarantamila supporter assiepati sugli spalti dello stadio Camille Chamoun, a Beirut, battendo per due reti a uno la più quotata squadra Sudkoreana, in un match valido per le qualificazioni del Gruppo B asiatico alla Coppa del Mondo 2014. I goal di Ali al-Saadi su azione e il rigore realizzato con freddezza da Abbas Ali Atwi hanno consentito al team allenato da Theo Buecker (ex-stella del Duisburg negli anni '70) di avere la meglio contro l'unico penalty realizzato dai coreani, messo a segno da Ja Cheol Koo.

Le più alte cariche dello Stato si sono congratulate con gli atleti per la loro vittoria: il Premier Najib Mikati ha invitato la rappresentativa a un incontro di ringraziamento al Grand Serail, con tutta la 'squadra' di Governo al completo, dove oltre alle numerose strette di mano da parte dei ministri i membri del team hanno ricevuto uno speciale premio da dieci milioni di lire libanesi (poco meno di 5000 Euro). Mikati aveva acconsentito ad accorciare l'orario di apertura di negozi, uffici e scuole, per consentire praticamente a tutta la popolazione libanese di godersi l'attesissimo match. Dopo l'incontro col Primo Ministro e il Governo i calciatori sono stati accompagnati alla Baabda dove hanno incontrato anche il Presidente Michel Suleiman.

La vittoria consente al Libano di raggiungere con dieci puntu proprio il team di Seoul in cima alla classifica del girone, dvanti ak Kuwait e agli Emirati Arabi Uniti, per differenza reti, però, la Sudkorea é sempre prima, mentre il Libano viene considerato secondo. Il prossimo 29 febbraio, però, il Libano dovrà affrontare gli UAE, totalmente fuori dai giochi e demoralizzati dall'impressionante serie di sconfitte (a zero punti dopo cinque match disputati), mentre ai Sudkoreani toccherà misurarsi contro un Kuwait che, battendoli, potrebbe ancora avere la speranza di conquistare un biglietto per i mondiali.

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Le minacce militari sioniste ricompattano maggioranza e opposizione in Iran, Khatami: "saremo uniti contro ogni attacco"


Settimane di retorica bellica anti-iraniana sostenuta da tutto l'apparato propagandistico della potentissima lobby sionista internazionale un risultato lo hanno ottentuto: hanno ricompattato l'opinione pubblica della Repubblica islamica colmando ogni divide tra la maggioranza conservatrice del Presidente Ahmadinejad e della Guida Suprema Ali Khamenei e la minoranza 'riformista' dell'ex Presidente Mohammad Khatami. Parlando ai microfoni dell'agenzia FARS quest'ultimo ha assicurato che: "Se mai vi fosse qualunque azione militare contro i nostri siti nucleari allora ogni partito, ogni fazione, riformista o meno, si unirebbe per confrontare la minaccia e sventare l'attacco contro la nostra Repubblica e i suoi innegabili diritti".

Come a rimarcare praticamente le parole di Khatami ieri centinaia e centinaria di studenti universitari si sono radunati attorno all'impianto di riconversione dell'uranio di Isfahan (UCF), per dimostrare la loro solidarietà con i tecnici e gli scienziati impegnati a sviluppare il pacifico programma nucleare di Teheran, compiuto alla luce del sole e sottoposto da lungo tempo alle visite di controllo dell'Agenzia atomica internazionale (IAEA), essendo la Repubblica islamica firmataria (al contrario di Israele, che possiede almeno 200 testate nucleari non dichiarate) del Trattato di Nonproliferazione nucleare.


I dimostranti si sono uniti in una catena umana attorno alla recinzione dell'impianto cantando slogan che inneggiavano al diritto di Teheran di sviluppare l'energia nucleare per fini pacifici e trasparenti e chiedendo invece ispezioni e sanzioni contro il programma nucleare bellico israeliano, portato avanti da decenni in barba a qualunque accordo e protocollo internazionale, nel più puro stile dello 'Stato Canaglia' sionista.
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Il tiranno del Bahrein cerca di accusare Hezbollah di ingerenze nella rivolta del popolo, il movimento libanese smentisce!


Con addebiti assurdi e pretestuosi uno dei tirapiedi della corrotta dinastia Al-Khalifa ha cercato di accusare il movimento di Resistenza sciita libanese, Hezbollah, di aver prestato aiuto e assistenza alla popolazione del Bahrein (sciita anch'essa, in schiacciante maggioranza) che da mesi ormai manifesta contro il sovrano venduto agli interessi imperialisti e la sua corte.

Prontamente é arrivata la risposta del movimento libanese che, ripetendo tutto il suo sostegno alla lotta coraggiosa del popolo Bahreini, ha recisamente negato di essere coinvolto in "qualsivoglia attività" nell'isola del Golfo. I lacché dell'imperialismo usa e del sionismo internazionale sembrano del resto molto ansiosi di cercare di provare presunte attività 'internazionali' di Hezbollah, ma non riescono mai a mostrare alcuna prova di tali presunti coinvolgimenti e le loro accuse cadono sempre nel vuoto.

In passato si é cercato di collegare Hezbollah con attentati esplosivi in Argentina (nel 1992 e nel 1994), con presunti complotti singaporeani contro navi mercantili sioniste e americane e, più di recente, un ridicolo pagliaccio lucano a nome Nello Rega ha ripetuto di avere ricevuto minacce e attentati da agenti di Hezbollah fino a che (con le tasse dei contribuenti italiani) non ha ricevuto una scorta; questo personaggio é adesso accusato di simulazione di reato e indagato dalla procura di Potenza, dopo che sono emerse prove riguardo alla natura 'autoprovocata' dei presunti attentati.
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martedì 15 novembre 2011

Amr Moussa, candidato presidenziale egiziano dichiara: "Tra il Cairo e Teheran c'é un asse di intesa che va sviluppato sempre più!"


Amr Moussa, candidato alle prossime elezioni presidenziali egiziane ha dichiarato in una recente intervista che "L'Iran non é mai stato un nemico dell'Egitto e l'allontanamento diplomatico che é seguito alla Rivoluzione Islamica era solo dovuto agli interessi stranieri che avevano asservito il paese tra la fine dell'Era Sadat e quella di Mubarak; un periodo storico fortunatamente venuto a finire con la Rivoluzione di inizio anno".

Le dichiarazioni di Moussa, rilasciate al quotidiano elvetico in lingua tedesca 'Tages-Anzeiger' sono state pubblicate ieri e hanno spiegato a fondo come l'avvicinamento già avvenuto tra i due paesi sia destinato ad approfondirsi in futuro; già settimane addietro il capo della Giunta militare di Transizione, Feldmaresciallo Tantawi aveva lodato Teheran per la sua 'eccellente' posizione nel Mondo Musulmano. Moussa ha detto che, se diventasse il nuovo Presidente egiziano, sarebbe sua cura indirizzare i rapporti bilaterali cercando il massimo del mutuo vantaggio.
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Nel caos sanguinoso tra Kenya e Somalia ecco che spunta lo zampino sionista!


Il Primo Ministro del Governo Keniota venduto a Obama e ai francesi, Raila Odinga, forse spaventato dall'efficienza dei guerriglieri musulmani Al-Shabaab che solo pochi giorni fa hanno eliminato ben 30 soldati invasori di Mombasa e che probabilmente hanno anche abbattuto l'elicottero dell'Aeronavale su cui viaggiavano nove 'consiglieri militari' di Parigi ha chiesto aiuto nientemeno che a Tel Aviv per condurre la sua campagna di attacco e invasione contro il Corno d'Africa.

Ovviamente il regime ebraico non poteva credere alle sue orecchie, come il vampiro delle leggende quando viene invitato spontaneamente in casa delle sue vittime, e prontamente il criminale di guerra Shimon Peres, personaggio che dovrebbe stare in una cella del Tribunale internazionale dell'Aia per i suoi molteplici e ripetuti attentati contro la pace e la stabilità del Medio Oriente e del Mondo, ha prontamente risposto dicendosi "pronto da subito" a fornire assistenza al Kenya nella sua invasione della Somalia.

Israele sta estendendo i suoi tentacoli in Africa nel tentativo di mettere le mani su preziose risorse naturali e colpire stati musulmani come la Somalia e l'Eritrea che potrebbero allinearsi col fronte anti-sionista internazionale nel denunciare i crimini e gli abusi del regime dell'Apartheid.
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Le forze di sicurezza egiziane arrestano due degli attentatori responsabili delle esplosioni di venerdì scorso al metanodotto!


Le forze di sicurezza del Cairo avrebbero catturato due membri del commando che pochi giorni orsono ha portato a termine il settimo attentato esplosivo contro il metanodotto che smista il gas egiziano verso la Giordania e che fino a qualche tempo fa provvedeva anche a rifornire il regime ebraico. L'agenzia stampa mediorientale (MENA) ha rivelato i nomi degli arrestati: sarebbero Abdel Karim Mohammed Ahmed e Ahmed Salem Awad, ambedue parti di un gruppo denominato 'Al Takfeer wal Hijra' e sarebbero stati fermati e quindi tratti in arresto durante una retata a Al-Arish.

I due avrebbero rivelato che a capo del gruppo impegnato ad attaccare il metanodotto in questi ultimi mesi vi sarebbe un certo Mohammed al-Teehi. Il comunicato ufficiale delle forze di sicurezza recita che quest'ultima operazione smentisce chi sosteneva che il Governo di transizione abbia problemi a mantenere il controllo sul suo territorio e che, anche grazie all'intensificazione delle misure di sicurezza, presto tutti i tratti del gasdotto del Sinai saranno al sicuro da proditori attentati esplosivi come quelli che si sono ripetuti da febbraio a oggi.
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