Uno sviluppo tanto improvviso quanto sorprendente negli eventi della "Primavera Araba" arriva ieri da una zona che finora sembrava relativamente tranquilla, quella del Kuwaiti, piccolo e ricchissimo emirato che poco più di venti anni fa venne occupato militarmente per alcuni mesi dall'Irak di Saddam Hussein; migliaia di cittadini inferociti si sono aperti con la forza la via fino al Parlamento nazionale, dove hanno chiesto a gran voce le dimissioni dello Sceicco Nasser Mohammed al-Ahmed al-Sabah, settantunenne capo del Governo accusato di gravi episodi di malversazione.
La folla ha anche chiesto lo scioglimento del Parlamento (che venne concesso dall'Emiro del Kuwait poco dopo il ritiro delle forze irakene di occupazione) cantando slogan come "Licenziamo il Capo del Parlamento" e "Il Parlamento appartiene al popolo". La polizia, dopo un primo tentativo di fermare la folla all'esterno dell'edificio, conclusosi con un insuccesso, ha ripetuto i suoi attacchi quando la folla, lasciato il Parlamento, ha cercato di dirigersi verso la residenza del Premier.
Cinque persone sono rimaste ferite e i dimostranti sono tornati sui loro passi promettendo che non lasceranno i dintorni della Camera, ove si accamperanno, fino a che i le loro richieste non verranno accolte. L'opposizione (che conta 20 deputati su una assise di 50 seggi), guidata da Mussallam al-Barrak, Faisal al-Muslim e Abdulrahman al-Anjari accusa il Primo Ministro di aver usato 350 milioni di dollari di fondi pubblici per corrompere deputati in maniera che votassero col Governo su certi provvedimenti.
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