Settimane di retorica bellica anti-iraniana sostenuta da tutto l'apparato propagandistico della potentissima lobby sionista internazionale un risultato lo hanno ottentuto: hanno ricompattato l'opinione pubblica della Repubblica islamica colmando ogni divide tra la maggioranza conservatrice del Presidente Ahmadinejad e della Guida Suprema Ali Khamenei e la minoranza 'riformista' dell'ex Presidente Mohammad Khatami. Parlando ai microfoni dell'agenzia FARS quest'ultimo ha assicurato che: "Se mai vi fosse qualunque azione militare contro i nostri siti nucleari allora ogni partito, ogni fazione, riformista o meno, si unirebbe per confrontare la minaccia e sventare l'attacco contro la nostra Repubblica e i suoi innegabili diritti".
Come a rimarcare praticamente le parole di Khatami ieri centinaia e centinaria di studenti universitari si sono radunati attorno all'impianto di riconversione dell'uranio di Isfahan (UCF), per dimostrare la loro solidarietà con i tecnici e gli scienziati impegnati a sviluppare il pacifico programma nucleare di Teheran, compiuto alla luce del sole e sottoposto da lungo tempo alle visite di controllo dell'Agenzia atomica internazionale (IAEA), essendo la Repubblica islamica firmataria (al contrario di Israele, che possiede almeno 200 testate nucleari non dichiarate) del Trattato di Nonproliferazione nucleare.
I dimostranti si sono uniti in una catena umana attorno alla recinzione dell'impianto cantando slogan che inneggiavano al diritto di Teheran di sviluppare l'energia nucleare per fini pacifici e trasparenti e chiedendo invece ispezioni e sanzioni contro il programma nucleare bellico israeliano, portato avanti da decenni in barba a qualunque accordo e protocollo internazionale, nel più puro stile dello 'Stato Canaglia' sionista.
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