Sta ultimando i preparativi per la partenza nella sua usuale residenza libanese di Bkirki il Patriarca Maronita Bechara al-Rai, recentemente creato Cardinale da Papa Benedetto Decimosesto che nella giornata di domani raggiungerà Damasco per assistere alla cerimonia di insediamento del nuovo Patriarca Ortodosso di Damasco, Giovanni Decimo Yazigi, che succede al recentemente defunto Ignazio Quarto Hazim.
Il Vescovo Samir Mazloum, parlando con gli inviati del quotidiano "Al-Joumhouria" ha dichiarato che 'non esiste una dimensione politica in questo viaggio, che ha un significato strettamente ecumenico e dal punto di vista del dialogo interreligioso', tanto che, ha insistito il prelato, non sono previsti incontri ufficiali con il Presidente Assad o con rappresentanti del suo Governo.
Ma, nel momento in cui tutti i Cristiani di Siria (a prescindere dalla denominazione e dalla setta), si sono stretti attorno alle autorità per fare fronte comune alla violenza cieca e brutale dei mercenari stranieri wahabiti scatenati contro le loro comunità dal complotto imperialista internazionale, é ovvio che una visita nella capitale da parte del capo della Chiesa Cattolica Maronita porti con sé anche un sostanzioso sottinteso di solidarietà e vicinanza alle varie comunità cristiane messe in pericolo dalla violenza qaedista e, per esteso, a quel Governo che ha fatto tutto il possibile per proteggerle e aiutarle.
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Ci risiamo, a nemmeno due settimane dalla notizia della 'possibilità' che Hamas accettasse ufficialmente la 'Soluzione a Due Stati' (praticamente evirandosi, perdendo il sostegno di quasi tutta la base di militanza armata e del gruppo storico dei dirigenti vicini a Mahmoud Zahar) "Re Tentenna" Carlo Alberto Mishaal ha ricominciato a pencolare in direzione dell'altro Tabù Massimo di Hamas dei tempi della Resistenza Dura e Pura. Questa volta Mishaal e sodali suoi sarebbero addirittura sul punto di 'Riconoscere Israele'.
Se pure la decisione di Fatah di riconoscere israele nel momento in cui storicamente fu presa aveva una certa qual sorta di logica (la logica delle iene e degli sciacalli, va bene, ma pur sempre logica) vista l'allora apparentemente inarrestabile preminenza degli Usa e il declino dell'Urss che faceva presagire un futuro del Medio Oriente tutto all'insegna dei diktat di Washington, saltare OGGI sul carrozzone di Fatah e dei palestinesi 'addomesticati' verso Tel Aviv é un vero controsenso visto che tutto il Medio Oriente sta rivoltandosi contro l'ordine imperialista e i pochi bastioni filo-americani (e filo-sionisti) come Arabia Saudita, Barhein, Qatar, Turchia sono ogni giorno più malfermi per le continue sconfitte che incassano e le proteste interne che li agitano.
Sarebbe, a nostro modesto avviso, come riuscire a garantirsi, all'ultimo secondo, un biglietto per la crociera inaugurale...DEL TITANIC!
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Squadroni di mezzi blindati e centinaia di truppe di supporto hanno preso d'assalto la cittadina di Al-Safira, conquistandola e uccidendo oltre 250 terroristi; la notizia é confermata dallo stesso traffico telefonico/satellitare dei rivoltosi, intercettato dagli esperti siriani di Sigint e accuratamente trascritto per trarne la maggior messe di informazioni possibili riguardo a quanto resta dello schieramento wahabita.
Attorno a Idlib i mercenari qaedisti, dietro ordini dei loro 'benefattori' turchi e israeliani, si stavano preparando ad attaccare la Fondazione delle Industrie della Difesa che si trova vicino alla città, nel tentativo di indebolire la capacità di autodifesa e dissuasione (chimica e batteriologica) della Repubblica Araba Siriana. I loro piani tuttavia sono risultati inutili essendo la loro 'offensiva' schiacciata sul nascere dal rapido intervento delle truppe di Assad.
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Nel corso di incontri bilaterali con l'amministrazione Obama il Premier Irakeno Nouri al-Maliki, poco dopo l'inizio delle sparatorie e degli attentati che segnalavano il principio dell'attacco internazionale contro la Siria, si sentì pronosticare dai consiglieri dell'inquilino nero della Casa Bianca Barack Obama che "Assad sarebbe stato deposto in un paio di mesi".
Nel corso dell'intervista però Maliki fa un curioso distinguo quando ci tiene a sottolineare la differenza tra le azioni di Turchia e Qatar (che ritiene coinvolte nella sedizione terroristica in Siria dal vertice dei rispettivi governi in giù) e il caso dell'Arabia Saudita, dove invece ritiene che il sostegno ai terroristi in Siria sia, più che una politica governativa ufficiale, frutto delle iniziative 'indipendenti' di certi Prinicipi e certi Ministri che approfittano dello stato di minorità del Re Saoud, alle prese con una senilità invalidante.
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La Kirchner ha dichiarato di avere inviato la bozza di creazione della commissione congiunta iraniano-argentina al Parlamento e di aspettarsi da un momento all'altro il nullaosta per la sua formazione. Inoltre, i rapporti tra Argentina e Iran nel campo commerciale ed economico sono sempre più stretti, essendosi moltiplicati di ben undici volte negli ultimi sei anni. Quest'anno gli scambi commerciali tra i due paesi sono arrivati a ben 81 miliardi di dollari usa, per la maggior parte beni agricoli di origine argentina come olio di soia, riso e prodotti zootecnici.
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La Società per il Sostegno ai Prigionieri Politici Palestinesi ha dichiarato che ieri la corte militare sionista di Ofer abbia condannato dopo cinque mesi di detenzione la prigioniera politica Enaam Abdul Jabbar a 24 mesi di carcere e a una multa di mille shekel.
La donna, trentenne, residente presso Betlemme nel campo profughi di Dheisheh, é stata sottoposta a pestaggi e torture sia durante la sua cattura che durante la sua detenzione dal 4 settembre 2012 a oggi.
Parlando coi suoi avvocati essa ha chiarito che, mentre stava attraversando un posto di blocco coi documenti perfettamente in regola é stata aggredita dai militari sionazisti che senza alcun motivo o provocazione l'hanno gettata a terra e quindi hanno preoceduto a colpirla coi fucili, ammanettarla toglierle le scarpe e usarle per colpirla ancora e ancora.
Enaam Abdul Jabbar fu quindi portata alla galera sionist di Al-Maskoubiya, presso la città occupata di Al-Quds, dove in contravvenzione alle norme riguardo la detenzione dei Palestinesi venne lasciata per giorni a contatto con criminali comuni sionisti nella speranza che essi (come spesso accade) la attaccassero e la abusassero ulteriormente.
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Si stanno svolgendo in tutto il paese quelle che potrebbero essere ricordate in futuro come le ultime battute della battaglia della Siria e del suo popolo contro l'aggressione imperialista e sionista internazionale, vibratale contro per mezzo delle milizie di fanatici, sanguinari terroristi wahabiti che sono riusciti a inimicarsi tutta la cittadinanza a cominciare da quei sunniti che i cospiratori della CIA, della NATO, del Mossad volevano usare contro il Presidente Assad per far figurare la sua caduta come una sorta di maldestra 'primavera araba', anche se solo poche settimane dopo l'inizio degli attentati e delle sparatorie contro le forze del Governo era chiaro che una mano straniera faceva arrivare i militanti in Siria, li armava e li riforniva.
Schiacciati contro le loro basi di partenza poco oltre i confini turco, irakeno e, in misura minore, quello libanese i qaedisti di Al-Nusra e altre sigle jihadiste hanno cercato di montare l'ennesima, fallimentare offensiva contro Damasco nel tentativo di far rifluire verso la capitale quelle forze che ne stavano distruggendo le ultime basi semi-sicure nel Nord e nell'Est del paese ma questo calcolo si é rivelato drasticamente azzardato e costoso. Grazie infatti alla presenza della milizia territoriale "Esercito di Difesa Nazionale" le forze regolari sono più libere che mai di spaziare tra provincia e provincia e colpire sempre più a fondo i covi dell'insorgenza.
Al-Qadam, Alasali, Qaboun, Jobar, Zamalka, le fattorie di Doma e le aree collegate fino a Gouta Est sono state investite da un diluvio di fuoco e quindi espurgate di ogni presenza terrorista mentre le città di Harran al-Awameed e Qaffrin hanno visto gruppi di comando qaedisti venire circondati e distrutti fino all'ultimo uomo, troncando così al vertice la catena di comando degli insorti.
Ma mentre quest'ultimo tentativo di colpire la capitale abortiva sotto la controffensiva dell'Esercito nelle zone a Nord e a Est del paese si continua a lottare per chiudere ogni passo, ogni valico, ogni possibile 'canale' di approvvigionamento di uomini, armi, esplosivo e munizioni. E' notizia di poche ore fa che un importante leader di Al-Nusra, di origine irakena, fuggito dalla Siria per la distruzione della sua 'cellula' terrorista é stato arrestato oggi dagli uomini dei servizi di sicurezza di Bagdad nei pressi della città di Kirkuk.
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Dopo la marcia di Awamiyah di cui abbiamo dato notizia appena ieri una nuova grande, massiccia manifestazione si é tenuta a Qatif, nelle province sciite dell'Est, per la liberazione dello Sceicco Nimr al-Nimr, rapito la scorsa estate dalla sbirraglia di Re Saoud; nessuna misura, nemmeno la crudeltà tirannica del regime saudita di Riyadh riesce a contenere la rabbia e il giusto risentimento dei cittadini sciiti che continuano a sfidare gli editti dei bargelli reali domandando la liberazione del sant'uomo tenuto 'incommunicado'.
La sorella dello Sceicco, in un messaggio mandato su twitter, ha dichiarato che, a quanto riportatole dal 'telefono senza fili' delle voci che escono dalle carceri saudite (a seguito dei colloqui di altri prigionieri sciiti con parenti e/o legali) all'anziano Al-Nimr, sottoposto con regolarità a pesanti torture, starebbero venendo negate le forme più semplici di cura medica. Ma se Re Saoud e i suoi sicofanti pensano di mettere a tacere lo Sceicco lasciandolo morire in carcere vuol dire che non hanno imparato NULLA riguardo la capacità delle masse sciite di incendiarsi e mobilitarsi nel nome di un martire: Iran, Libano, Irak insegnano!
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La foto di tre delle quattro piccole vittime della famiglia Dhuheir, i giovani Mahmoud, Nabil e Fatah sembra fare da monito: "Permetterete che altri seguano la nostra sorte? Oppure farete finalmente qualcosa per risolvere il problema della mancanza di corrente a Gaza?". La domanda, ovviamente bisognerebbe porla a quei dirigenti di Hamas e dell'Ikhwan egiziana che, mesi e mesi dopo trionfali proclami in merito ancora non hanno fatto nulla, ma veramente nulla, per collegare l'enclave palestinese alla rete elettrica egiziana, soluzione che metterebbe una volta per tutte fuori gioco le velleità strangolatorie degli Shylock sionisti.
Come abbiamo più volte denunciato come l'inaffidabilità della rete elettrica della Striscia costringa i Palestinesi ad affidarsi a rumorosi, inquinanti e pericolosi generatori elettrici a combustibile o, nel peggiore dei casi, a cercare di usare candele e lanterne come fonte di illuminazione nelle lunghe ore di oscurità invernale, esponendosi fatalmente al pericolo di incendi.
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A poco più di un mese dall'uccellagione del brigadiere disertore Mustafa Sheikh uno dei pochissimi altri ufficiali siriani traditori passati alla parte dei mercenari wahabiti e qaedisti sostenuti da Usa, Francia, Turchia, Israele, Qatar e Arabia Saudita é caduto 'caldo caldo' nella rete tesa per lui dai membri del Servizio Segreto dell'Aeronautica (che Assad Padre rese una delle agenzie di intelligence più temibili del Medio Oriente), il famoso e rispettato Mukhabarat al-Jawiyya
Riyadh al-Ahmad era solo un normale capitano nell'Esercito di Assad, il fatto che, dopo il Brigadiere Sheikh, egli fosse rimasto come "uno dei più alti in grado tra i disertori delle forze armate" fa ben capire quanto misero e totalmente trascurabile sia stato l'esodo dalle file lealiste in questi due anni di campagna terrorista contro la Siria e la sua gente (si calcolano in meno di 5000 i militari, poliziotti e altri uomini dello Stato che abbiano disertato i loro posti; inoltre, molti di loro non sono finiti nelle fila degli insorgenti, ma si sono dati all'esilio o alla latitanza).
Al contrario del Brigadiere Sheikh, catturato attorno a Daraya nello squagliamento totale delle sue 'milizie' schiacciate e distrutte nelle battaglie di fine 2012,il Capitano Al-Ahmad é stato catturato in pieno territorio turco, con una operazione 'dietro le linee' che fa rivivere in chi scrive lo spirito di avventurosa esaltazione che sperimentava, ragazzino, nel leggere o nel guardare le gesta fictionalizzate di Gregory Peck, Lee Marvin, Clint Eastwood e altri 'regolari' delle pellicole belliche avventurose ispirate alle pagine di MacLean o di Nathanson. Ancora più indicativo é il fatto che l'ardita missione in territorio turco non sarebbe potuta andare così bene senza l'aiuto prezioso di un gruppo denominatosi "Basaharians", turchi di etnia araba avversi alla politica anti-Assad di Erdogan e ansiosi di aiutare in ogni maniera il regime di Damasco a vincere la sua partita contro la destabilizzazione terrorista. Nel passato recente i Basaharians avrebbero avvertito i servizi segreti siriani di concentramenti di truppe, armi, convogli al confine Nord, aiutando quindi le forze lealiste a prendere le più opportune contromisure.
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Tiro, antica e splendida perla della Fenicia, ancora oggi, offre allo sguardo del visitatore straniero lo spettacolo di vaste e ben conservate vestigia della civilità romana, che fece di quella città uno dei più meravigliosi esempi di 'melange' Latino-Orientale tra il I secolo a.c. e il crollo dell'Impero Romano d'Oriente nel Levante.
Ora una parte di quel patrimonio meraviglioso (sperabilmente solo una sezione di muro apparentemente a "Opus Incertum" o "Opus Mixtum", a quanto appare dalla foto in alto) é stata distrutta dall'asinina insistenza dell'ambasciatore Usa in Libano di attraversare con la sua motorcade di ingombranti fuoristrada Suv le rovine dell'antica Tiro, passando sotto l'Arco di Trionfo e lungo una stretta strada lastricata.
Il sindaco di Tiro Hussein Dbouk non ha trovato la fibra morale di opporsi al transito di pesanti veicoli a motore lungo le strade romane costruite per carri e veicoli a traino animale, oltre che onuste del peso di venti secoli di abbandono, il risultato é stato che al passaggio di uno dei fuoristrada 'a stelle e strisce' una porzione di muro ha ceduto, rovinando alcuni metri sotto.
Un muletto con verricello é stato necessario per trarre d'impaccio il Suv dell'ambasciatore, dopodiché la carovana dei "Nuovi Vandali" ha abbandonato la scena senza distruggere altre testimonianze del passato imperiale romano.
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Chissà come classificheranno questo evento certi "odiatori dell'Iran" di professione...certo vedranno negli egiziani festanti una pericolosa 'quinta colonna' della 'marea sciita'!!! :D
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Quale età della vita umana é più bella dell'adolescenza? Quando da bambini si diventa uomini (o donne) la vita sembra una fantastica avventura dove ogni giorno porta una nuova scoperta, una nuova meraviglia.
Ora immaginate di passare tutta la vostra adolescenza in coma, in una sorta di morte-vivente, senza poter sperimentare nessuna di quelle scoperte, nessuna di quelle gioie che sono state vostre negli anni della pubertà e della crescita.
Questa é la sorte che é toccata a Qassam Dumaidi, diciottenne del villaggio di Hawara, vicino a Nablus, morto a diciotto anni dopo avere passato quasi metà della sua vita in incoscienza, attaccato a una macchina che lo faceva respirare.
Il giovane Qassam aveva appena dieci anni quando, percorrendo una strada attraversata da violenti criminali ebrei degli insediamenti sionisti illegali, é stato volontariamente inseguito e investito da una di queste bestie umane, che si é allontanata dopo averlo travolto senza scontare nemmeno un giorno di galera per il suo omicidio a scoppio ritardato.
Già più volte abbiamo denunciato come i coloni giudei protetti dall'esercito sionazista di occupazione della Cisgiordania si 'divertano' a inseguire e investire pedoni palestinesi; spesso con risultati letali.
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Dopo settimane di relativa calma veniamo raggiunti dalla notizia che la città di Awamiyah, nel cuore sciita delle province saudite dell'Est, nei terreni da cui la corrotta dinastia di Riyadh estrae la maggior parte del petrolio che finanzia il suo sardanapalesco stile di vita, si é nuovamente infiammata di proteste per la liberazione dello Sceicco Nimr-al-Nimr, prigioniero politico "incommunicado" dei tiranni wahabiti.
Ancora una volta le strade si sono riempite di centinaia e centinaia di manifestanti che inalberavano striscioni, cartelli e poster per l'immediata liberazione del chierico sciita, divenuto uno dei personaggi di punta della protesta della popolazione della costiera orientale saudita. Rapito dopo essere stato ferito a colpi di arma da fuoco, lo Sceicco Al-Nimr é probabilmente tenuto prigioniero a Riyadh, Jeddah o in un'altra città lontana dalle province sciite.
Un ingegnoso sistema di ricircolo e miscelazione dei gas 'caldi' generati dal motore e dell'aria fredda catturata dall'ambiente esterno permette di dissipare il calore sulle superfici dell'apparecchio rendendo più difficile un 'agganciamento' a sensori termografici.
Con una lunghezza inferiore ai 17 metri, il nuovo aereo iraniano può tuttavia portare due bombe da 1 tonnellata o un assortito pacchetto di missili, bombe guidate o almeno 6 missili aria-aria di tipo R-17 o PL-2.
La combinazione di canard, ali angolate e larghe superfici verticali dà all'apparecchio grande stabilità aerodonamica e agilità manovriera, specialmente in senso laterale.
Il carrello a ciclo singolo denuncia un peso certo non superiore alle 14 tonnellate, forse attorno addirittura alle 12.
La cabina con l'ampio tettuccio trasparente fornirà un grande vantaggio al pilota in fase di dogfight...pure in quest'epoca di elettronica, rilevatori precoci, missili 'oltre raggio visuale' la quantità di informazioni che passano attraverso la 'semplice' osservazione visiva é spesso fondamentale per il successo di un ingaggio o di una missione.
Dall'osservazione dell'abitacolo sembra che l'informatizzazione dell'aeronautica sia stata perseguita fino a un certo punto in questo progetto della repubblica islamica: i controlli sono ancora tradizionali e non 'Fly by Wire' (come del resto lo erano ancora sui primi modelli di apparecchi modernissimi come il MiG-29, il MiG-31 e il Su-27).
Tuttavia piano piano la quantità di elettronica del Qahir-313 sarà incrementata, di pari passo con la sicurezza degli ingegneri di Teheran nell'affidarsi sempre più alla loro perizia informatica in continua, costante crescita.
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Secondo una recente dichiarazione del Premier palestinese Ismail Haniyyah, Hamas ha ogni intenzione di battersi per garantire il Diritto al Ritorno dei palestinesi resi profughi dalle invasioni sioniste del 1948 e del 1967, nonché, coerentemente, di tutti i loro discendenti.
Pochi mesi fa Ismail Haniyyeh non avrebbe nemmeno avuto bisogno di "pensare" di fare una simile dichiarazione. Che Hamas avrebbe lottato per il Diritto al Ritorno era logico, così come era logico che Hamas, 'Movimento Musulmano di Resistenza' avrebbe lottato contro la colonizzazione e la giudaizzazione dei Territori Occupati, contro le demolizioni di villaggi, pozzi e infrastrutture palestinesi, contro le minacce ebraiche al Sacro Tempio di Al-Aqsa e alla Città Santa di Al-Quds.
Le forze armate siriane hanno ingaggiato una dura battaglia contro militanti terroristi asserragliatisi attorno alla Moschea di Al-Sadeq al-Amin, snidandoli, eliminandoli ed entrando in possesso della loro intera riserva di armi, munizioni ed esplosivo che avevano raccolto in alcuni tunnel e nascondigli sotterranei in prossimità del loro covo. Tra Tal-Kerdi ed Harasta, inoltre, le forze governative hanno trovato e disinnescato ben dieci congegni esplosivi, caricati con quantità variabili di tritolo ed esplosivo plastico fra i trenta e i sessanta chilogrammi.
Al-Ziyabiyeh, Al-Hejjeira e Al-Husseiniyeh hanno visto altri grandi scontri tra militari e criminali, tutti terminati con lo sterminio di questi ultimi. Inoltre vicino Takhalkah, nei pressi del confine col Libano, un distaccamento di wahabiti mercenari provenienti dal Nord del Paese dei Cedri é stato intercettato al momento di attraversare il confine, circondato e messo in fuga dopo una cruenta sparatoria che ha visto varie dozzine di invasori cadere sotto i colpi dei militari siriani.
Con il tradimento da parte di Anwar Sadat della linea nazionalista/nasserita e lo spostamento dell'Egitto nel campo di influenza americano si verificò un totale 'breakdown' dei rapporti diplomatici tra il Cairo e Teheran in seguito alla Rivoluzione Islamica e alla cacciata del tiranno Reza Palhevi (che andò a consumare i suoi giorni proprio in esilio in Egitto); con la cacciata di Mubarak vi sono stati numerosi punti salienti nel ristabilimento di normali relazioni diplomatiche tra i due Stati e, pur se l'emersione della parte conservatrice dell'Ikhwan come forza politica dominante e l'elezione di Mohamed Mursi sono stati letti come sviluppi non propriamente favorevoli a Teheran il Presidente iraniano Ahmadinejad, arrivato in queste ore al Cairo per il Meeting dell'Organizzazione Islamica di Copperazione, si é detto certo che le relazioni bilaterali con l'Egitto non possano che "naturalmente migliorare".
Un grande indice di ottimismo da parte del Presidente Ahmadinejad, giunto ormai agli sgoccioli del suo mandato, che quindi vedrà il suo naturale successore alle prese col "come" rinsaldare e riavvicinare la Repubblica Islamica al paese-principe del Mondo Arabo e del Nordafrica, relativamente libero dalle pastoie filo-usa e filo-israele e perciò ansioso anche di recuperare un ruolo di primo piano nel sostegno verso Hamas, in parte svincolatosi proprio dall'Iran a causa dell'abbandono dell'Asse della Resistenza da parte di alcuni suoi dirigenti.
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Malcolm Shabazz, nipote dello storico leader di colore "Malcolm X", era sul punto di lasciare gli Stati Uniti per onorare l'invito ricevuto dalla Repubblica Islamica e intervenire al seminario di Teheran su Hollywood e propaganda quando, pur di non lasciarlo libero di compiere il viaggio previsto, agenti dell'FBI lo hanno rapito, rifiutandosi di rivelarne la posizione e la sorte.
La rassegna culturale iraniana, in corso a margine del trentunesimo Festival Cinematografico 'Fajr', ha radunato nella capitale persiana ospiti da tutto il mondo: critici letterari e cinematografici, "auteurs", produttori, attori e altri professionisti del settore. Malcolm Shabazz non era l'unico cittadino Usa invitato; l'ex-Senatore Mike Gravel ha raggiunto la Repubblica Islamica senza difficoltà.
La famiglia di Malcolm X ha dichiarato di attendere il rilascio del proprio parente da un momento all'altro, visto che egli non ha commesso nessun crimine e non possa venire privato della libertà di viaggio e movimento.
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Esistono tiratori scelti la cui leggenda vive in eterno, come il difensore di Stalingrado Vasily Zaitsev, e altri, vittime più o meno consapevoli di campagne-stampa politicamente e partigianamente motivate, il cui nome tra pochi anni verrà completamente inghiottito dall'oblio. Questo sarà sicuramente il caso di Chris Kyle, presunto 'supercecchino' delle forze d'invasione Usa in Irak che, a seconda della biografia che si consulta, avrebbe ucciso tra i 150 e i 250 abitanti del paese che é stato mandato a occupare e opprimere in quattro diversi turni di servizio in Mesopotamia.
Anziché in una giusta guerra di liberazione nazionale Kyle si é trovato a esercitare la propria mira contro civili in armi che resistevano una ingiusta aggressione, una 'sporca guerra' voluta dall'establishment finanziario-militare che faceva capo a Bush Jr, prigioniero della propria hybris imperiale, già una bella differenza rispetto a Zaitsev; inoltre, anziché essere assurto a simbolo della volontà di Resistenza di un intero popolo, Kyle non é mai stato minimamente famoso se non nella frangia estremista dei 'redneck' di fede repubblicana e maniaci delle armi da fuoco, i cosiddetti "gun nuts".
E proprio la fascinazione conservatrice americana per le armi da fuoco "facili" ha siglato la non lamentabile morte del franco tiratore Kyle, ucciso in Texas nel corso di una rapina da un criminale di mezza tacca che gli ha riempito la pancia di piombo a bruciapelo, grazie alla comoda disponibilità di armi automatiche di libera vendita così care agli 'Stati Rossi' (repubblicani) a sud della linea Mason-Dixon. Come dicono gli stessi yankee: WHAT GOES AROUND COMES AROUND!
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Intanto é arrivata la notizia che il Ministro della Cultura e dei Beni Storici Mohamed Saber Arab avrebbe rassegnato le proprie dimissioni dall'Esecutivo guidato dal giovane Premier Hisham Qandil, in segno di dissenso con la linea portata avanti dalle istituzioni nei confronti delle proteste e dei movimenti di opposizione.
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Una 'quattro giorni' cinese per Faysal Miqdad, vice di Walid Moallem, capo della diplomazia di Damasco, é il culmine della 'campagna d'asia' intessuta dallo Stato siriano che cerca tra le potenze emergenti del Ventunesimo Secolo gli appoggi necessari a far fronte con saldezza all'aggressione scatenata negli ultimi 24 mesi contro Damasco dalla NATO, dagli Usa, da Israele e dalle potenze arabe reazionarie degli emiri wahabiti.
Hua Chunying, portavoce del Ministero degli Esteri di Pechino, parlando a una conferenza stampa ha detto che le intenzioni di Damasco e della Repubblica Popolare coincidono: l'obiettivo dichiarato é quello di portare a una soluzione complessiva della situazione attraverso il dialogo e il confronto". Miqdad nei prossimi giorni incontrerà il Ministro degli Esteri cinese Yang Jiechi e il suo vice Zhai Jun.
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Un giovanissimo lavoratore palestinese impegnato a tenere aperte le linee di sopravvivenza sotterranee dei "Tunnel della Vita" ha perso la vita ieri notte vicino alla zona 'Brazil' di Rafah.
Ahmed Zorob, la vittima, é rimasta seppellit da un'enorme massa di terriccio e sabbia dalla quale ci sono voluti troppi minuti per estrarla; vana la corsa al più vicino ospedale.
Ahmad-Reza Pourdastan, il Comandante supremo delle forze di terra dell'Esercito Iraniano ha dichiarato nel corso delle recenti cerimonie per il 34esimo anniversario della Rivoluzione Islamica che gli ultimi modelli aggiornati del tank di produzione nazionale iraniana "Zolfaghar" sono in tutto assimilabili (per potenza di fuoco, mobilità, protezione, apparati elettronici) ai T-72 di ultima generazione, appena un gradino sotto alle performance del "top" della linea di carri armati russi attualmente incarnata dal T-90 (a sua volta un'evoluzione del T-72, tanto che la sua prima sigla era appunto T-72BV).
Oltre agli ultimi Zolfaghar-3, che come già nelle ultime parate militari mostravano un'avanzata rete di difesa passiva contro i sensori infrarossi e termici, e che sono stati ulteriormente raffinati nelle aree del controllo fuoco e della stabilizzazione giroscopica (permettendo un fuoco altrettanto preciso tanto in moto che in posizione stazionaria), le forze armate iraniane hanno anche rivelato agli osservatori internazionali la nuova versione modernizzata del vecchio M-60 americano comprato dallo Shah Palhevi, che ora é stato ribattezzato "Samsam".
Facendo tesoro di un patrimonio di conoscenze tecniche di prim'ordine e dell'esempio degli ingegneri russi che a metà anni '80 riuscirono a rimodernare i vetusti T-55 del Patto di Varsavia rendendoli quasi più efficienti dei Leopard 1 occidentali gli esperti iraniani si sono cimentati anche con la sfida di ammodernare e incrementare l'efficienza degli M-47, carri di fine anni '40 ancora in servizio con le unità dell'Esercito schierate all'Est, presso i confini Afghani e Pachistani.
Il risultato, dal nome convenzionale di "Sabalan", verrà messo in linea nei reparti interessati entro il prossimo anno iraniano, che prenderà il via questo marzo.
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Dopo un periodo di assestamento, riordino delle fila e dei reparti, ripianamento delle perdite e ricostituzione delle scorte di materiali, l'Esercito siriano ha ripreso in grande stile le proprie operazioni contro i terroristi ancora presenti sul territorio nazionale, scatenando le proprie unità contemporaneamente in tutti i teatri operativi, in maniera di non dare ai mercenari wahabiti la maniera di ritirarsi verso una zona 'tranquilla' dove tentare di nascondersi e sottrarsi alla caccia.
Douma, Harasta, Erbeen e Beit Sahem nell'hinterland Damasceno sono state 'passate al pettine', con la cattura di pochi miliziani superstiti di precedenti battaglie ma soprattutto con il ritrovamento e il sequestro di numerose 'cache' di armi, esplosivi e munizioni, abbandonate dai loro proprietari terroristi durante la loro fuga dai dintorni della capitale, settimane fa, in occasione della grande controffensiva di Daraya.
Nell'Ovest del paese un grande scontro nei dintorni di Homs, nei pressi della cittadina di Houla, si é concluso con la vittoria dei militari regolari e l'abbattimento di dozzine di terroristi mercenari; operazioni ad ampio spettro sono tuttora in corso attorno a Daraa, vicino al confine con la Giordania, mentre operazioni di complemento continuano intorno a Deir Ez-Zour, vicino al confine con la provincia irakena di Anbar (dove si concentrano nostalgici 'saddamiti' ed estremisti qaedisti al servizio di CIA e Mossad) e anche attorno ad Aleppo.
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Esiste in Libano una vigliacca e vergognosa "corrente di pensiero" portata avanti dai politicanti venduti del "14 Marzo" (da Saad Hariri in giù) e da qualche fanatico integralista sunnita (come quelli che hanno più volte tentato di istigare scontri settari a Tripoli Siriaca) che pretenderebbe di fare 'accettare' alle forze militari e di polizia del Paese dei Cedri la presenza sul territorio nazionale di basi e strutture logistiche dei mercenari wahabiti impegnati in azioni terroristiche contro la Siria, il suo Governo e i suoi cittadini, in base a una malintesa "par condicio".
Una "par condicio" che dovrebbe esercitarsi nei confronti di Hezbollah, Amal, il PFLP-GC, l'SSNP e le altre forze politico/militari libanesi che hanno basi o forze armate nel paese. Ma mentre Hezbollah, Amal, e gli altri partiti e fazioni sopra menzionati fanno parte di una RESISTENZA NAZIONALE pronta a combattere e sacrificarsi per la Libertà e l'Indipendenza e Autonomia della nazione libanese (come hanno fatto nel 2006 e prima ancora), mercenari ed estremisti wahabiti sono un fattore di disgregazione e pericolo, latori di influenze che sono l'antitesi dell'esistenza di un Libano forte e unito.
Il prezzo di questa perniciosa, fallace "par condicio" gli uomini dell'Armee Libanaise lo hanno pagato pochi giorni fa ad Erslan, quando, durante il fermo e l'arresto di un combattente straniero con collegamenti all'insorgenza terrorista in Siria, un ufficiale e un uomo di truppa sono periti sotto il fuoco dei suoi complici (che peraltro non sono nemmeno riusciti a liberare il prigioniero, arrivando anzi a ucciderlo).
Sia chiaro fin d'ora a tutti gli osservatori di cose libanesi e mediorientali che i due caduti (di cui si sono tenute oggi le esequie) pesano sulla coscienza degli Hariri, dei Geagea e di tutti i coadiuvatori e facilitatori delle attività di sostegno al terrorismo in Siria!
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A Milano esiste una piccola e povera 'casa editrice' chiamata "Chiarelettere" che da poco meno di otto anni si arrabatta a rimanere a galla nel morto e penoso panorama editoriale italiano offrendo a tutta una serie di sbalestrati "Demi-Kulturnji" (come li chiamerebbero i Russi) la possibilità di diventare 'autori'.
Immaginiamo lo squallore di questa 'realtà editoriale': un ufficetto in qualche casermone milanese, tra targhe ossidate di studi legali e tributari, un androne che sa di polvere e muffa, una 'redazione' dove attorno a vecchie scrivanie scheggiate ingombre di computer e stampanti semi-recenti si arrabattano povere 'segretarie di redazione' con le competenze appena di una dattilografa, magari arrivate a Milano da qualche paesone della Padania ma più probabilmente dal Centro o dal Sud Italia con in mano la laurea-breve in "Scienza delle Merendine"...ops...cioé, della 'comunicazione', che si dannano a farsi rinnovare il contrattino-pistola a sei mesi che sperano (invano) diventi 'intederminato', quando di determinato esiste solo il loro futuro di cassiere alla Standa.
Ebbene, in questo ambiente di degrado intellettuale e morale, trova la sua tana ideale un tale Gianluigi Nuzzi, "giornalista" che con l'editore ha già pubblicato alcuni volumi di propaganda anticattolica spacciati per 'scottanti inchieste', si vede che deve essere anche massone, e per tali sforzi é persino ospite semi regolare degli show di Gad Lerner e ha persino trovato lui stesso una trasmissioncina da condurre su quell'emittente morta e inutile che é LA7.
Ora questo buffone che non ha nemmeno il senso del ridicolo da impedire che sulla sua biografia wikipediana si evidenzi come abbia iniziato la sua "carriera" scrivendo su TOPOLINO (pubblicazione certo adatta alle sue capacità redazionali, passate, presenti e future) ha messo insieme un tragicomico pamphlet in cui riesce a mettere in bocca al minorato psichico Ali Agca nientemente che la "rivelazione" (senza dubbio graditissima al suo 'amico' e compagno di sinedrio e loggia Gad Lerner) che "L'ATTENTATO AL PAPA LO HA ORDINATO KHOMEINI!!!".
Tutti coloro che sanno un minimo di politica anni '80 hanno ben presente che l'attentato al Papa é maturato nell'ambiente dell'ultranazionalismo turco infiltrato dalla GLADIO e dalla NATO e con cui Ali Agca aveva pesanti contatti. Pensare che subito dopo la Rivoluzione Islamica e nel corso dell'aggressione imperialista irakena contro Teheran Khomeini (uomo di fede rispettosissimo del Cristianesimo e dei suoi rappresentati) abbia POTUTO PENSARE di colpire Papa Woytila é una pura e semplice idiozia.
Secondo le cifre rilasciate ieri dal Ministero degli Affari dei Prigionieri, sarebbero saliti a 4750 i detenuti palestinesi nelle carceri sioniste.
Fra essi l'82.6 per cento proviene dalla Cisgiordania, il 9.5 per cento dalla Striscia di Gaza, il resto viene dalla città occupata di Al-Quds o dalla Palestina invasa nel 1948.
I quasi cinquemila detenuti politici si trovano dispersi tra 17 prigioni e centri di detenzione.
Tra i detenuti 186 sono imprigionati senza accusa in base alla barbara prassi della "detenzione amministrativa", aborto giuridico che permette ai sionisti ogni abuso nei confronti di liberi cittadini palestinesi che vogliano imprigionare pur senza avere alcuna prova d'accusa nei loro confronti.
12 priognieri politici sono donne, fra esse Leena Jerboni é rimasta in carcere per ben 11 anni. 1400 prigionieri politici palestinesi soffrono di gravi malattie e non possono ricevere cure adeguate in prigionia mentre ben 198 sono appena bambini.
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