"Hijjarat as-Sijjil", questo il nome dai profondi connotati coranici (ricorda infatti l'episodio del 'bombardamento' degli invasori etiopi da parte di uccelli inviati da Allah con sassi di argilla nel becco e nelle zampe) scelto da Hamas per indicare la serie di scontri militari di novembre 2012 che noi invece preferiamo rendere in Italiano come 'Guerra degli Otto Giorni".
Per celebrare quell'importante avvenimento, che ha visto gli sciocchi leader sionisti recedere dai loro propositi e chiedere in tutta fretta un umiliante armistizio una volta verificato che il potere della Resistenza di lanciare razzi e proiettili aveva ormai raggiounto Dimona, Beersheba e i sobborghi di Tel Aviv, le Brigate Qassam hanno organizzato un'imponente parata di militanti attraverso la Striscia di Gaza e la hanno poi replicata ieri arrivando fin davanti alla casa di Mahmoud Zahar, leader storico e fondatore di Hamas, da sempre sostenitore del sentiero della Resistenza armata.
Il portavoce di Hamas Sami Abu Zuhri commentando questi recenti eventi ha dichiarato che il Movimento musulmano non ha mai abbandonato l'idea della Resistenza come via maestra per la liberazione di tutte le parti della Palestina invase e occupate dal regime ebraico dell'Apartheid.
sabato 16 novembre 2013
Il Municipio di Gaza decide di intitolare importante boulevard cittadino al martire Ahmed Jabari!
In quello che potrebbe costituire uno dei primi segnali di un riposizionamento graduale sul versante della resistenza armata e sul rifiuto di qualunque accomodamento con l'occupazione magari 'mediato' dagli uffici di qualche danaroso emiro petrolifero il Municipio di Gaza (amministrato da Hamas) ha deciso di intitolare un'importante arteria cittadina ad Ahmed Jabari, già comandante delle Brigate Qassam, martirizzato dai sionisti con l'aiuto dei qatarioti.
Ansiosi di eliminare un personaggio noto per i suoi legami con l'Iran e con la Siria, del tutto tetragono a ogni passaggio nel campo anti-Assad e filo-Qatar e Ikhwan, i servizi segreti di Doha sistemarono un tracciatore in un orologio regalato a Jabari permettendo quindi ai boia sionisti di individuarlo e assassinarlo col solito vigliacco missile lanciato da un robot.
Il fatto che adesso, a oltre un anno dalla sua morte, la figura di Jabari venga rivalutata ed eternata con una via a suo nome dimostra come la bussola politica di Hamas stia rapidamente cambiando segno a causa dell'abdicazione del vecchio emiro Al-Thani, al disingaggio del suo successo dalla 'crociata' anti-Assad e dalla sconfitta dei gruppi terroristi in Siria.
Ansiosi di eliminare un personaggio noto per i suoi legami con l'Iran e con la Siria, del tutto tetragono a ogni passaggio nel campo anti-Assad e filo-Qatar e Ikhwan, i servizi segreti di Doha sistemarono un tracciatore in un orologio regalato a Jabari permettendo quindi ai boia sionisti di individuarlo e assassinarlo col solito vigliacco missile lanciato da un robot.
Il fatto che adesso, a oltre un anno dalla sua morte, la figura di Jabari venga rivalutata ed eternata con una via a suo nome dimostra come la bussola politica di Hamas stia rapidamente cambiando segno a causa dell'abdicazione del vecchio emiro Al-Thani, al disingaggio del suo successo dalla 'crociata' anti-Assad e dalla sconfitta dei gruppi terroristi in Siria.
Conferenza pro-Siria a Terni oggi alle 17.30: Palaestina Felix é orgogliosamente PRESENTE!
Dopo rinvii, incertezze e minacce da parte di poveri svantaggiati che pensano che la 'Reductio a Fascismo' sia la panacea per coprire le proprie miserie politiche ma soprattutto intellettuali finalmente a Terni si terrà questo pomeriggio la conferenza/seminario "A Difesa della Siria Socialista" (Piazza Dalmazia 6 - 17.30), cui interverranno come relatori visi conosciuti e stimati come Stefano Bonilauri, Ouday Ramadan, Ali Reza Jalali e, ad ascoltare e applaudire "cotanto senno" sarà presente anche l'indegno caporedattore di questa iniziativa.
Invitiamo tutti coloro che ne abbiamo possibilità geografiche e logistiche a prendervi parte e promettiamo che, una volta tornati, posteremo il prima possibile un completo resoconto sull'evento corredato di foto e dichiarazioni raccolte in loco.
Nel momento in cui l'insurrezione takfira trema e crolla sotto i colpi inflitti non solo dalla Siria, ma da tutto l'Asse della Resistenza é il momento per coloro che mai si sono defilati dallo scomodo sentiero di testimonianza della verità storica, strategica e politica del conflitto che ha travagliato il paese arabo in questi ultimi due anni si riuniscano e facciano il punto della situazione, per trarre preziosi insegnamenti dai fatti che si abbiamo visto susseguirsi in questo periodo.
Invitiamo tutti coloro che ne abbiamo possibilità geografiche e logistiche a prendervi parte e promettiamo che, una volta tornati, posteremo il prima possibile un completo resoconto sull'evento corredato di foto e dichiarazioni raccolte in loco.
Nel momento in cui l'insurrezione takfira trema e crolla sotto i colpi inflitti non solo dalla Siria, ma da tutto l'Asse della Resistenza é il momento per coloro che mai si sono defilati dallo scomodo sentiero di testimonianza della verità storica, strategica e politica del conflitto che ha travagliato il paese arabo in questi ultimi due anni si riuniscano e facciano il punto della situazione, per trarre preziosi insegnamenti dai fatti che si abbiamo visto susseguirsi in questo periodo.
venerdì 15 novembre 2013
Putin chiama Assad al telefono e gli fa le sue congratulazioni! L'intesa Mosca-Damasco più salda che mai!
Il Presidente russo Vladimir Putin nella giornata di giovedì scorso ha colloquiato direttamente con l'alleato siriano Bashir el-Assad, per la prima volta dall'inizio della campagna di provocazione terrorista internazionale scatenata contro la Siria dalle potenze imperialiste.
Putin avrebbe espresso la propria soddisfazione per i successi delle forze armate siriane contro le milizie takfire e per l'encomiabile comportamento del Governo di Assad nella questione dello smaltimento delle armi chimiche, Assad inoltre avrebbe reiterato la prontezza del suo esecutivo a inviare una delegazione il prossimo dicembre a Ginevra per la programmata e più volte rinviata conferenza diplomatica sulla situazione siriana.
Con la situazione militare drammaticamente volta a favore dei difensori del popolo e dello Stato siriano é ovvio che qualunque accordo per la soluzione dei nodi restanti in campo non potrà prescindere dalla permanenza al potere del legittimo Presidente e dalla sua ricandidatura alle prossime elezioni del 2014.
Putin avrebbe espresso la propria soddisfazione per i successi delle forze armate siriane contro le milizie takfire e per l'encomiabile comportamento del Governo di Assad nella questione dello smaltimento delle armi chimiche, Assad inoltre avrebbe reiterato la prontezza del suo esecutivo a inviare una delegazione il prossimo dicembre a Ginevra per la programmata e più volte rinviata conferenza diplomatica sulla situazione siriana.
Con la situazione militare drammaticamente volta a favore dei difensori del popolo e dello Stato siriano é ovvio che qualunque accordo per la soluzione dei nodi restanti in campo non potrà prescindere dalla permanenza al potere del legittimo Presidente e dalla sua ricandidatura alle prossime elezioni del 2014.
"Coalizione per l'Intifada" chiede ai giovani della West Bank di scendere a scontrarsi con le forze sioniste!
A rafforzare la nostra convinzione (sostenuta anche da studi e statistiche) che una Terza massiccia insurrezione dei Palestinesi sia ormai nell'aria e possa scoppiare da un momento all'altro, arriva adesso anche l'appello della "Intifada Youth Coalition".
La Coalizione ha invitato tutti i giovani palestinesi della West Bank a unirsi alle massicce manifestazioni di protesta programmate per oggi dopo le preghiere e a scontrarsi con la polizia e l'esercito di occupazione sionista, ivi inclusa la Città di Al-Quds (Gerusalemme).
L'appello ha particolare importanza perché cade nell'anniversario dell'ultimo round di scontri militari tra Gaza e il regime ebraico e anche nella ricorrenza della Giornata per l'Indipendenza della Palestina.
La Coalizione ha invitato tutti i giovani palestinesi della West Bank a unirsi alle massicce manifestazioni di protesta programmate per oggi dopo le preghiere e a scontrarsi con la polizia e l'esercito di occupazione sionista, ivi inclusa la Città di Al-Quds (Gerusalemme).
L'appello ha particolare importanza perché cade nell'anniversario dell'ultimo round di scontri militari tra Gaza e il regime ebraico e anche nella ricorrenza della Giornata per l'Indipendenza della Palestina.
L'Esercito siriano chiude gli ultimi takfiri di Damasco in una 'tonnara', sviluppi anche ad Aleppo e Latakia!
Come mostra chiaramente questa cartina aggiornata alla situazione di ieri le forze regolari siriane sono riuscite a chiudere gli ultimi gruppi takfiri attivi nella zona di Ghouta Est in un anello di fuoco dal quale non avranno scampo a meno di non arrendersi senza condizioni, nel caso che rifiutino questa opzione sono già pronte le forze necessarie a procedere alla loro "eliminazione definitiva". La svolta definitiva per la campagna attorno alla capitale é venuta dalla vittoria di Hujjira, concretizzatasi negli scorsi giorni, che ha privato i terroristi della libertà di movimento di cui avevano goduto finora.
Novità anche da Aleppo dove ad Al-Baab le formazioni terroriste a Est della metropoli sono state tagliate fuori dall'accesso alla città e non riusciranno più a rifornire di armi e uomini i loro complici presenti in essa. Se l'operazione iniziata in queste ore a Sheik Najaar sarà coronata da successo anche nel Nord le forze di Assad avranno creato una immensa "tonnara" in cui poter 'pescare' uno dopo l'altro i vari gruppi e bande di takfiri armati.
Il tentativo del Fronte Al-Nusra di creare nuovi punti di crisi dove cercare di "assorbire" la pressione delle forze armate concentrate attorno ad Aleppo e al Rif di Damasco, con una velleitaria offensiva nella zona di Latakia é andato totalmente in fumo con la morte di 112 militanti al confine con la Turchia e di altri 71 eliminati dall'Esercito a Salma, ormai completamente circondata dalle truppe regolari.
Novità anche da Aleppo dove ad Al-Baab le formazioni terroriste a Est della metropoli sono state tagliate fuori dall'accesso alla città e non riusciranno più a rifornire di armi e uomini i loro complici presenti in essa. Se l'operazione iniziata in queste ore a Sheik Najaar sarà coronata da successo anche nel Nord le forze di Assad avranno creato una immensa "tonnara" in cui poter 'pescare' uno dopo l'altro i vari gruppi e bande di takfiri armati.
Il tentativo del Fronte Al-Nusra di creare nuovi punti di crisi dove cercare di "assorbire" la pressione delle forze armate concentrate attorno ad Aleppo e al Rif di Damasco, con una velleitaria offensiva nella zona di Latakia é andato totalmente in fumo con la morte di 112 militanti al confine con la Turchia e di altri 71 eliminati dall'Esercito a Salma, ormai completamente circondata dalle truppe regolari.
giovedì 14 novembre 2013
Nasrallah a Beirut Sud commenta l'assassinio di Ghiyyeh e la posizione di Hezbollah in Siria!
"Lo Sceicco del Fronte d'Azione Musulmano é stato colpito e reso martire da coloro che vorrebbero deviare o arrestare la marcia del Libano sul sentiero della Resistenza; si é trattato di un gesto brutale contro tutti coloro che predicano unità e solidarietà nazionale e diffondono il verbo della tolleranza e della cooperazione".
Passando alla Siria Nasrallah ha detto che i militanti di Hezbollah non hanno dovuto chiedere il permesso a nessuno per mobilitarsi e intervenire a favore delle forze della Dignità e della Resistenza che agiscono attuamente nel paese vicino contro i portabandiera del settarsimo superficiale e ottuso che riceve prebende e sostegno più o meno apetamente da Usa e Israele.
Se qualcuno in Libano spera di poter "convincere" Hezbollah a ritirarsi dalla Siria come precondizione per formare un Governo di larghe intese, ha chiarito il leader sciita, "Si sbaglia di grosso".
Sondaggio rivela: "I Palestinesi ritengono prossima l'esplosione della Terza Intifada!"
Una statistica condotta dall'istituto AWARD (Arab World for Research & Development) a fine ottobre, intervistando oltre mille cittadini palestinesi della West Bank occupata ha rilevato che il 60 percento di essi considera "inevitabile" e "molto prossima" l'esplosione di una nuova serie di atti di rivolta contro la continua aggressione da parte dei coloni illegali e dei reparti militari dell'occupazione.
Già di recente si sono moltiplicati eventi di resistenza individuale da parte di cittadini non legati a organizzazioni della militanza tradizionale: una eventuale Terza Intifada potrebbe diventare un massiccio movimento spontaneo che faccia di ogni coltello e pietra una potenziale arma, di ogni colono e militare sionista un potenziale bersaglio e di ogni Palestinese un martire o un eroe.
Persino il Segretario di Stato Usa John Kerry, durante uno dei suoi ultimi passaggi nel regime ebraico di occupazione ha 'avvretito' Benji Netanyahu del pericolo di una possibile nuova insurrezione generalizzata del popolo palestinese.
Già di recente si sono moltiplicati eventi di resistenza individuale da parte di cittadini non legati a organizzazioni della militanza tradizionale: una eventuale Terza Intifada potrebbe diventare un massiccio movimento spontaneo che faccia di ogni coltello e pietra una potenziale arma, di ogni colono e militare sionista un potenziale bersaglio e di ogni Palestinese un martire o un eroe.
Persino il Segretario di Stato Usa John Kerry, durante uno dei suoi ultimi passaggi nel regime ebraico di occupazione ha 'avvretito' Benji Netanyahu del pericolo di una possibile nuova insurrezione generalizzata del popolo palestinese.
Quotidiano sionista attacca 'Geronimo Stilton' per aver cancellato il regime dell'Apartheid: "Ma leggetevi MAUS!"
In un parossismo di ridicolo che però ben dimostra come la mentalità sionista si senta autorizzata (dal potere e dall'influenza della lobby mondiale "A Sei Punte") a intromettersi nelle scelte artistiche e politiche di editori e autori totalmente indipendenti, riceviamo notizia di come il quotidiano del regime di Apartheid 'Times of Israel' abbia sporto lamentele presso l'editore americano delle avventure di 'Geronimo Stilton', personaggio per bambini ideato in Italia da Elisabetta Dami per la PiEmme Edizioni.
Sembra infatti che al giornale sionista non sia andato giù che in un volumetto ambientato in Egitto una cartina sintetica del Medio Oriente ometta di menzionare il regime ebraico di occupazione della Palestina (peraltro l'oggetto della piantina é tutt'altro, essendo questa incentrata sulla regione del Nilo e di Luxor). Ovviamente indicare la Palestina come 'Giordania' é frutto di un refuso, ma, appunto, sulla Palestina andrebbe la scritta "Palestina", non certo 'israele', come qualunque persona con un minimo di conoscenza della Storia é in grado di giudicare.
Consigliamo ai redattori del foglio sionista di concentrarsi nella lettura di cartoon che non 'disturbino' le loro balzane idee, come per esempio "Maus" dove certamente troveranno conforto nella geremiade olocau$tica sciorinata con tutta la trita panoplia di consueti effettacci grafici cui ci ha abituato la propaganda hollywoodiana sterminazionista.
Sembra infatti che al giornale sionista non sia andato giù che in un volumetto ambientato in Egitto una cartina sintetica del Medio Oriente ometta di menzionare il regime ebraico di occupazione della Palestina (peraltro l'oggetto della piantina é tutt'altro, essendo questa incentrata sulla regione del Nilo e di Luxor). Ovviamente indicare la Palestina come 'Giordania' é frutto di un refuso, ma, appunto, sulla Palestina andrebbe la scritta "Palestina", non certo 'israele', come qualunque persona con un minimo di conoscenza della Storia é in grado di giudicare.
Consigliamo ai redattori del foglio sionista di concentrarsi nella lettura di cartoon che non 'disturbino' le loro balzane idee, come per esempio "Maus" dove certamente troveranno conforto nella geremiade olocau$tica sciorinata con tutta la trita panoplia di consueti effettacci grafici cui ci ha abituato la propaganda hollywoodiana sterminazionista.
mercoledì 13 novembre 2013
Giovane palestinese di soli sedici anni colpisce a morte occupante sionazista per vendicare i suoi familiari assassinati!
Avere solo sedici anni e prendere in mano un coltello per vendicare i propri fratelli, i propri cugini feriti, incarcerati, assassinati, torturati, mutilati dalle forze di occupazione del regime ebraico che illegalmente ha invaso la Palestina e pretende di annetterla praticando il genocidio degli abitanti legittimi; questo ha fatto oggi un ragazzo di Jenin che, col suo coraggio e un solo coltello domestico ha affrontato un 'rambo' sionazista armato ed equipaggiato di tutto punto alla stazione dei bus di Afula ferendolo a morte.
Nonostante tutti gli sforzi dei suoi complici per salvargli la vita, l'invasore, tale Eden Atias, pur ricoverato d'urgenza all'Ospedale Emek, é morto poco dopo il suo arrivo. Il ragazzo palestinese, prontamente sequestrato e sottoposto a brutali torture, ha dichiarato solo che "voleva vendicare i suoi parenti feriti e uccisi dai sionisti".
Talmente intense sono state le sevizie dei suoi torturatori che il ragazzo é stato trasferito in un ospedale; ma il gesto che egli ha compiuto oggi, anche se il giovane dovesse morire, continuerà a vivere a lungo e potrebbe venire ricordato in futuro come uno dei primi incidenti della Terza Intifada.
Nonostante tutti gli sforzi dei suoi complici per salvargli la vita, l'invasore, tale Eden Atias, pur ricoverato d'urgenza all'Ospedale Emek, é morto poco dopo il suo arrivo. Il ragazzo palestinese, prontamente sequestrato e sottoposto a brutali torture, ha dichiarato solo che "voleva vendicare i suoi parenti feriti e uccisi dai sionisti".
Talmente intense sono state le sevizie dei suoi torturatori che il ragazzo é stato trasferito in un ospedale; ma il gesto che egli ha compiuto oggi, anche se il giovane dovesse morire, continuerà a vivere a lungo e potrebbe venire ricordato in futuro come uno dei primi incidenti della Terza Intifada.
Arrivano al Cairo Shoigu e Lavrov mentre la "Varyag" raccoglie l'entusiasmo degli alessandrini!
Come dimostra il video incapsulato qui sopra l'arrivo dell'incrociatore lanciamissili russo "Varyag" nel porto egiziano di Alessandria é stato salutato con entusiasmo: salve di benvenuto, banda, picchetto d'onore e palco di autorità civili e militari che hanno accolto l'Ammiraglia della flotta russa del Pacifico nella sua visita di cortesia.
Altri alti ufficiali egiziani saranno presto ospiti della nave russa e del suo capitano e l'equipaggio prenderà parte a eventi sportivi amichevoli con marinai e militari egiziani. Intanto come già anticipato nel nostro ultimo articolo in merito oggi sono sbarcati al Cairo i ministri russi della Difesa e degli Esteri, Sergei Shoigu e Sergei Lavrov, per porre le basi del riavvicinamento diplomatico, commerciale e militare tra Mosca e il Paese delle Piramidi.
Guardacaso, la nave russa e i due Ministri del Cremlino lasceranno l'Egitto lo stesso giorno, venerdì 15 novembre.
Altri alti ufficiali egiziani saranno presto ospiti della nave russa e del suo capitano e l'equipaggio prenderà parte a eventi sportivi amichevoli con marinai e militari egiziani. Intanto come già anticipato nel nostro ultimo articolo in merito oggi sono sbarcati al Cairo i ministri russi della Difesa e degli Esteri, Sergei Shoigu e Sergei Lavrov, per porre le basi del riavvicinamento diplomatico, commerciale e militare tra Mosca e il Paese delle Piramidi.
Guardacaso, la nave russa e i due Ministri del Cremlino lasceranno l'Egitto lo stesso giorno, venerdì 15 novembre.
Ennesima provocazione takfira a Tripoli Siriaca: sicari attentano alla vita di Sceicco pro-Hezbollah!
Non sono riusciti nel loro intento gli assassini wahabiti che nella giornata di ieri hanno esploso numerosi colpi di pistola conttro lo Sceicco Saadeddine Ghiyyeh mentre si trovava davanti a casa a bordo della sua auto; evidentemente i killer erano talmente vigliacchi e impauriti, (pur essendo camuffati con passamontagna ed avendo contro una vittima disarmata) che non hanno preso la mira accuratamente prima di sparare col risultato che, pur gravissimamente ferito alla testa, al collo e al torso, lo Sceicco del Fronte d'Azione Musulmano, é in coma e si trova ora in terapia intensiva.
Il Fronte d'Azione é una organizzazione vicina a Hezbollah e aperta sostenitrice del legittimo Governo siriano del Presidente Assad. I wahabiti sconfitti a più riprese nel corso dei mesi nei loro tentativi di attaccare il quartiere alawita di Jabal Mohsen hanno scelto lo Sceicco come bersaglio per tentare di "compensare" tutti i loro ultimi fallimenti: visto che gli abitanti del quartiere pro-Assad erano troppo bene armati e determinati per loro, hanno pensato di colpire un bersaglio solo e indifeso.
Si attendono reazioni ufficiali al grave atto di violenza: questa potrebbe essere l'occasione buona per un giro di vite contro tutti i predicatori estremisti e i loro seguaci tanto a Tripoli quanto nel resto del paese; speriamo solo che le autorità siano abbastanza determinate da coglierla.
Il Fronte d'Azione é una organizzazione vicina a Hezbollah e aperta sostenitrice del legittimo Governo siriano del Presidente Assad. I wahabiti sconfitti a più riprese nel corso dei mesi nei loro tentativi di attaccare il quartiere alawita di Jabal Mohsen hanno scelto lo Sceicco come bersaglio per tentare di "compensare" tutti i loro ultimi fallimenti: visto che gli abitanti del quartiere pro-Assad erano troppo bene armati e determinati per loro, hanno pensato di colpire un bersaglio solo e indifeso.
Si attendono reazioni ufficiali al grave atto di violenza: questa potrebbe essere l'occasione buona per un giro di vite contro tutti i predicatori estremisti e i loro seguaci tanto a Tripoli quanto nel resto del paese; speriamo solo che le autorità siano abbastanza determinate da coglierla.
martedì 12 novembre 2013
Dal sito di "Stato & Potenza", alcune notizie recenti dalla Libia!
Dal sito-web degli amici di "Stato & Potenza" ci troviamo a 'prelevare' questo magnifico "pezzo" redatto da Alessandro Lattanzio che chiarisce molto bene le dinamiche che si stanno sviluppando in Libia, dove, una volta venuta a mancare la guida di Gheddafi il paese sembra sempre più sull'orlo dello sbriciolamento e del Caos.
A settembre, il Fezzan ha dichiarato l’autonomia da Tripoli. Qui solo la tribù Aulyad Sulaiman aveva inizialmente sostenuto la “rivoluzione”, per poi mettersi d’accordo con Tripoli, e sostenere il Colonnello. Il resto delle tribù, Magrahi, Gheddafi, Varfala, Hasun e Tuareg sostennero da subito la Jamahiriya. Tripoli e la maggior parte della Tripolitania si oppongono alla semi-indipendenza del Fezzan. Le tribù in risposta hanno ritirato i loro deputati dal parlamento, controllato dagli islamisti di Misurata, e hanno annunciato la creazione del consiglio tribale: il Forum Universale delle tribù del Paese, in sostanza un governo parallelo. I battaglioni militari della Cirenaica hanno appena giurato verso la nuova autorità della Federazione di Barqa e lo stesso accadrà nel Fezzan. In Tripolitania, in diverse città si prepara la ribellione, come a Bani Walid e a Tarhuna, e perfino in alcune zone di Tripoli.
Il primo ministro A. Zaidan chiede a tutte le banche un credito di 9 milioni di dollari, per costruire l’esercito e tentare di riconquistare le infrastrutture petrolifere da assegnare agli europei e agli statunitensi.
La Cirenaica o Federazione di Barqa, proclamatasi autonoma, controlla quasi tutto il petrolio, i depositi e le compagnie petrolifere locali, così come i porti petroliferi dell’est della Libia, come Zuvaytina, Braga, Sirte, Ras Lanuf e Tobruq, dove sono assenti le cosiddette forze federali di Tripoli. Qui le milizie hanno tutte firmato la Dichiarazione della Federazione di Barqa, guidata da Ibrahim Jadhran e da Sidiq al-Gaithi, capo di stato maggiore ed ex-membro della LIFG islamista. La Federazione di Barqa ha potuto creare la sua compagnia petrolifera in contrasto con la National Oil Company di Tripoli. Mentre il ministero delle Finanze, ad agosto aveva lanciato l’allarme per il rischio di rimanere senza fondi entro la fine dell’anno, a causa dell’esaurimento dei proventi delle esportazioni energetiche; anzi, le autorità hanno dovuto persino iniziare ad importare combustibili. A Bengasi, quindi, veniva annunciata la creazione dello Stato di Cirenaica e la formazione del suo governo con un primo ministro, un viceprimo ministro e 24 ministri. La nuova entità è una creazione dell’ex-comandante della Guardia Petrolifera Ibrahim Jadhran, che aveva fatto occupare i terminali petroliferi orientali e che, il 17 agosto 2013, era stato eletto a capo dell’Ufficio Politico del Consiglio della Cirenaica che, a sua volta, ha nominato primo ministro Abdraba Abdulhamid al-Barasi. Il Consiglio della Cirenaica aveva dichiarato che il governo, che avrà sede a Baida, era stato formato dopo ampie consultazioni con tutti i segmenti della società civile regionale. In realtà, è solo un’emanazione della Fratellanza musulmana libica. La Cirenaica sarà divisa in quattro province amministrative, Aghedabia, Bengasi, Jebel Aqdar e Tobruq. Ogni provincia, che sarà diretta da una squadra amministrativa di dieci elementi, sarà ulteriormente suddivisa in municipalità. Il portavoce del governo centrale di Tripoli, Omar Hemidan, aveva dichiarato che la ‘cosiddetta Regione della Cirenaica’ é illegale.
Neanche le Forze Speciali Aeroportate della Brigata ‘Tuono‘, dell’Esercito di Difesa Nazionale, erano più fedeli al governo, dato che gli islamisti di Misurata, ignorando il parere dello Stato maggiore, avevano destinato centinaia di milioni di dinari alla milizia islamista “Scudo della Libia“; ciò aveva spinto l’unità ‘Tuono’ a giurare fedeltà alla Federazione di Barqa. In particolare, Sirte è protetta dal 21.mo Battaglione blindato della Brigata ‘Tuono‘, che ha promesso di ripulire Sirte dai misuratini. Stessa cosa con il gruppo della Brigata ‘Tuono‘ di Niza Buqmad, inviato a Sabha per ricacciare i salafiti di Bengasi. In definitiva, il Governo supporta gli islamisti, e le autorità locali e federaliste della Cirenaica supportano la Brigata ‘Tuono‘. Inoltre, i vari tentativi di riprendesi i porti petroliferi orientali sono finiti in scontri armati, mentre i diversi tentativi di riconquistare Ras Lanuf da parte dei misuratini sono falliti.
Ad agosto, si era svolta una battaglia tra zintani e berberi, presso Abu Salim, dove i zintani erano riusciti, di notte, a distruggere una dozzina di veicoli corazzati del nemico, ciò grazie agli RPG fornitigli dall’EAU. Infatti, i varshifana e i zintani avevano saccheggiato i depositi militari della Difesa, portandosi via decine di veicoli militari, tra cui anche quelli appena consegnati dagli italiani. Le tribù attaccano costantemente i depositi militari, ma i zintani, che controllano Ghadamis, al confine con l’Algeria, sono gli unici che sono riusciti ad accumulare un centinaio tra carri armati e blindati. “Qual è la differenza tra le formiche e i zintani, le formiche portano a casa la roba solo d’estate, i zintani d’estate e d’inverno.” Il combustibile viene comprato dai miliziani presso ciò che resta della raffineria in al-Zawiyah, che funziona a singhiozzo. In compenso la tribù Magrahi ha tagliato i condotti dell’acqua diretti verso Tripoli, allo scopo di ottenere il rilascio della figlia dell’ex capo dell’intelligence libica al-Sanussi. Tripoli è rimasta paralizzata dall’azione. A loro volta, i berberi di Nalut hanno chiuso il locale giacimento di petrolio e gas, chiedendo che nella nuova Costituzione appaia il tamazig come lingua ufficiale del Paese.
15 soldati sono stati uccisi e 6 feriti in un posto di blocco di Rishrash, tra Tahruna e Bani Walid, per mano degli islamisti. Un paio di mesi prima, i miliziani di Bani Walid e di Tarhuna si erano scontrati. La ‘banda del 28 maggio‘, formata da rinnegati varfala residenti a Bani Walid, aveva aggredito un’altra banda di Tarhuna, del clan al-Najil. Infine presso Tarhuna, su richiesta dei residenti di Tuzha, era arrivata come forza d’interposizione un’unità dell’esercito nazionale composta da reclute varshifana di Tarhuna. Il colonnello Buhulayga ha accusato del crimine gli islamisti di Misurata.
Una rivolta era scoppiata nella città di al-Humas, sulla costa, mentre a Tripoli e Bengasi continuano attentati e scontri a fuoco, in rese dei conti per spartirsi potere e risorse. Il capo della polizia militare di Bengasi, Ahmad Barghuti veniva ucciso il 18 ottobre. A Misurata, Zuwarah e Garyan sono state compiute pulizie etniche contro gli oppositori del nuovo ‘governo’. Invece a Zintan, il clan Zamir e molti filo-gheddafiani hanno scacciato gli islamisti.
In diverse parti del Paese continuano ad operare bande di terroristi, preda di faide interne e che si scontrano con i miliziani locali che difendono città come Zintan, Sabha, Bani Walid e intere provincie. Parte di queste milizie sono formate dai combattenti della Resistenza Verde, che difesero la Libia dai golpisti e dai mercenari stranieri nel 2011. Infine, una riunione è stata organizzata dai leader di al-Qaida, a Jamayel, a circa 70 chilometri dal confine con la Tunisia, presso Zuwarah. Alla riunione hanno partecipato:
Abdul Hakim Belhadj, il governatore islamista di Tripoli;
Sulaiman Dawadi, rappresentante di Jamayel nella “Conferenza nazionale”;
Qilany, rappresentante di Zawiyah nella “Conferenza nazionale”;
Abu Obaida, rappresentante del cosiddetto Consiglio militare di Tripoli;
Abu Iyad, leader dell’organizzazione terroristica Ansar al-Sharia che opera in Tunisia assieme ad al-Qaida;
Presso Jamayel vi è la base di al-Qaida ‘Wattayah’, diretta da Abdul Hakim Belhadj, dove vengono addestrati i mercenari provenienti dalla Tunisia e da altri Paesi per poi operare in Siria, Tunisia, Algeria, Egitto, Mali. Nella riunione si era discusso dell’incremento delle attività in Tunisia, Egitto, Algeria ed Europa, e dell’invio di nuovi gruppi terroristici e di armi in Siria attraverso la Turchia e la Giordania. Inoltre, nel corso della riunione si era discusso del piano per creare l’”Emirato islamico della Libia”, che dovrebbe estendersi nel nord-ovest della Libia. Secondo le Nazioni Unite, negli ultimi 12 mesi, con il sostegno finanziario del Qatar, al-Qaida ha inviato duemila tonnellate di armi nel porto turco di Iskanderun, destinati ai terroristi, tra cui sistemi missilistici antiaerei e armi chimiche. Oggi l’Esercito arabo siriano combatte contro diecimila mercenari addestrati nei campi di al-Qaida, sul territorio della ex-Jamahiriya libica.
Ai primi di novembre, una nave dell’ENI veniva assaltata nel porto di Mellitah dalla milizia berbera, che aveva occupato il terminal petrolifero più importante dell’ENI in Libia, da cui passava il gas proveniente dai giacimenti di Wafa e Bahr al-Salam diretto al gasdotto Greenstream che collega Mellitah a Gela. Gli stessi miliziani già in precedenza avevano attaccato il gasdotto di Wafa costringendo l’ENI a ridurre del 50% il flusso di gas da quel giacimento.
A settembre, il Fezzan ha dichiarato l’autonomia da Tripoli. Qui solo la tribù Aulyad Sulaiman aveva inizialmente sostenuto la “rivoluzione”, per poi mettersi d’accordo con Tripoli, e sostenere il Colonnello. Il resto delle tribù, Magrahi, Gheddafi, Varfala, Hasun e Tuareg sostennero da subito la Jamahiriya. Tripoli e la maggior parte della Tripolitania si oppongono alla semi-indipendenza del Fezzan. Le tribù in risposta hanno ritirato i loro deputati dal parlamento, controllato dagli islamisti di Misurata, e hanno annunciato la creazione del consiglio tribale: il Forum Universale delle tribù del Paese, in sostanza un governo parallelo. I battaglioni militari della Cirenaica hanno appena giurato verso la nuova autorità della Federazione di Barqa e lo stesso accadrà nel Fezzan. In Tripolitania, in diverse città si prepara la ribellione, come a Bani Walid e a Tarhuna, e perfino in alcune zone di Tripoli.
Il primo ministro A. Zaidan chiede a tutte le banche un credito di 9 milioni di dollari, per costruire l’esercito e tentare di riconquistare le infrastrutture petrolifere da assegnare agli europei e agli statunitensi.
La Cirenaica o Federazione di Barqa, proclamatasi autonoma, controlla quasi tutto il petrolio, i depositi e le compagnie petrolifere locali, così come i porti petroliferi dell’est della Libia, come Zuvaytina, Braga, Sirte, Ras Lanuf e Tobruq, dove sono assenti le cosiddette forze federali di Tripoli. Qui le milizie hanno tutte firmato la Dichiarazione della Federazione di Barqa, guidata da Ibrahim Jadhran e da Sidiq al-Gaithi, capo di stato maggiore ed ex-membro della LIFG islamista. La Federazione di Barqa ha potuto creare la sua compagnia petrolifera in contrasto con la National Oil Company di Tripoli. Mentre il ministero delle Finanze, ad agosto aveva lanciato l’allarme per il rischio di rimanere senza fondi entro la fine dell’anno, a causa dell’esaurimento dei proventi delle esportazioni energetiche; anzi, le autorità hanno dovuto persino iniziare ad importare combustibili. A Bengasi, quindi, veniva annunciata la creazione dello Stato di Cirenaica e la formazione del suo governo con un primo ministro, un viceprimo ministro e 24 ministri. La nuova entità è una creazione dell’ex-comandante della Guardia Petrolifera Ibrahim Jadhran, che aveva fatto occupare i terminali petroliferi orientali e che, il 17 agosto 2013, era stato eletto a capo dell’Ufficio Politico del Consiglio della Cirenaica che, a sua volta, ha nominato primo ministro Abdraba Abdulhamid al-Barasi. Il Consiglio della Cirenaica aveva dichiarato che il governo, che avrà sede a Baida, era stato formato dopo ampie consultazioni con tutti i segmenti della società civile regionale. In realtà, è solo un’emanazione della Fratellanza musulmana libica. La Cirenaica sarà divisa in quattro province amministrative, Aghedabia, Bengasi, Jebel Aqdar e Tobruq. Ogni provincia, che sarà diretta da una squadra amministrativa di dieci elementi, sarà ulteriormente suddivisa in municipalità. Il portavoce del governo centrale di Tripoli, Omar Hemidan, aveva dichiarato che la ‘cosiddetta Regione della Cirenaica’ é illegale.
Neanche le Forze Speciali Aeroportate della Brigata ‘Tuono‘, dell’Esercito di Difesa Nazionale, erano più fedeli al governo, dato che gli islamisti di Misurata, ignorando il parere dello Stato maggiore, avevano destinato centinaia di milioni di dinari alla milizia islamista “Scudo della Libia“; ciò aveva spinto l’unità ‘Tuono’ a giurare fedeltà alla Federazione di Barqa. In particolare, Sirte è protetta dal 21.mo Battaglione blindato della Brigata ‘Tuono‘, che ha promesso di ripulire Sirte dai misuratini. Stessa cosa con il gruppo della Brigata ‘Tuono‘ di Niza Buqmad, inviato a Sabha per ricacciare i salafiti di Bengasi. In definitiva, il Governo supporta gli islamisti, e le autorità locali e federaliste della Cirenaica supportano la Brigata ‘Tuono‘. Inoltre, i vari tentativi di riprendesi i porti petroliferi orientali sono finiti in scontri armati, mentre i diversi tentativi di riconquistare Ras Lanuf da parte dei misuratini sono falliti.
Ad agosto, si era svolta una battaglia tra zintani e berberi, presso Abu Salim, dove i zintani erano riusciti, di notte, a distruggere una dozzina di veicoli corazzati del nemico, ciò grazie agli RPG fornitigli dall’EAU. Infatti, i varshifana e i zintani avevano saccheggiato i depositi militari della Difesa, portandosi via decine di veicoli militari, tra cui anche quelli appena consegnati dagli italiani. Le tribù attaccano costantemente i depositi militari, ma i zintani, che controllano Ghadamis, al confine con l’Algeria, sono gli unici che sono riusciti ad accumulare un centinaio tra carri armati e blindati. “Qual è la differenza tra le formiche e i zintani, le formiche portano a casa la roba solo d’estate, i zintani d’estate e d’inverno.” Il combustibile viene comprato dai miliziani presso ciò che resta della raffineria in al-Zawiyah, che funziona a singhiozzo. In compenso la tribù Magrahi ha tagliato i condotti dell’acqua diretti verso Tripoli, allo scopo di ottenere il rilascio della figlia dell’ex capo dell’intelligence libica al-Sanussi. Tripoli è rimasta paralizzata dall’azione. A loro volta, i berberi di Nalut hanno chiuso il locale giacimento di petrolio e gas, chiedendo che nella nuova Costituzione appaia il tamazig come lingua ufficiale del Paese.
15 soldati sono stati uccisi e 6 feriti in un posto di blocco di Rishrash, tra Tahruna e Bani Walid, per mano degli islamisti. Un paio di mesi prima, i miliziani di Bani Walid e di Tarhuna si erano scontrati. La ‘banda del 28 maggio‘, formata da rinnegati varfala residenti a Bani Walid, aveva aggredito un’altra banda di Tarhuna, del clan al-Najil. Infine presso Tarhuna, su richiesta dei residenti di Tuzha, era arrivata come forza d’interposizione un’unità dell’esercito nazionale composta da reclute varshifana di Tarhuna. Il colonnello Buhulayga ha accusato del crimine gli islamisti di Misurata.
Una rivolta era scoppiata nella città di al-Humas, sulla costa, mentre a Tripoli e Bengasi continuano attentati e scontri a fuoco, in rese dei conti per spartirsi potere e risorse. Il capo della polizia militare di Bengasi, Ahmad Barghuti veniva ucciso il 18 ottobre. A Misurata, Zuwarah e Garyan sono state compiute pulizie etniche contro gli oppositori del nuovo ‘governo’. Invece a Zintan, il clan Zamir e molti filo-gheddafiani hanno scacciato gli islamisti.
In diverse parti del Paese continuano ad operare bande di terroristi, preda di faide interne e che si scontrano con i miliziani locali che difendono città come Zintan, Sabha, Bani Walid e intere provincie. Parte di queste milizie sono formate dai combattenti della Resistenza Verde, che difesero la Libia dai golpisti e dai mercenari stranieri nel 2011. Infine, una riunione è stata organizzata dai leader di al-Qaida, a Jamayel, a circa 70 chilometri dal confine con la Tunisia, presso Zuwarah. Alla riunione hanno partecipato:
Abdul Hakim Belhadj, il governatore islamista di Tripoli;
Sulaiman Dawadi, rappresentante di Jamayel nella “Conferenza nazionale”;
Qilany, rappresentante di Zawiyah nella “Conferenza nazionale”;
Abu Obaida, rappresentante del cosiddetto Consiglio militare di Tripoli;
Abu Iyad, leader dell’organizzazione terroristica Ansar al-Sharia che opera in Tunisia assieme ad al-Qaida;
Presso Jamayel vi è la base di al-Qaida ‘Wattayah’, diretta da Abdul Hakim Belhadj, dove vengono addestrati i mercenari provenienti dalla Tunisia e da altri Paesi per poi operare in Siria, Tunisia, Algeria, Egitto, Mali. Nella riunione si era discusso dell’incremento delle attività in Tunisia, Egitto, Algeria ed Europa, e dell’invio di nuovi gruppi terroristici e di armi in Siria attraverso la Turchia e la Giordania. Inoltre, nel corso della riunione si era discusso del piano per creare l’”Emirato islamico della Libia”, che dovrebbe estendersi nel nord-ovest della Libia. Secondo le Nazioni Unite, negli ultimi 12 mesi, con il sostegno finanziario del Qatar, al-Qaida ha inviato duemila tonnellate di armi nel porto turco di Iskanderun, destinati ai terroristi, tra cui sistemi missilistici antiaerei e armi chimiche. Oggi l’Esercito arabo siriano combatte contro diecimila mercenari addestrati nei campi di al-Qaida, sul territorio della ex-Jamahiriya libica.
Ai primi di novembre, una nave dell’ENI veniva assaltata nel porto di Mellitah dalla milizia berbera, che aveva occupato il terminal petrolifero più importante dell’ENI in Libia, da cui passava il gas proveniente dai giacimenti di Wafa e Bahr al-Salam diretto al gasdotto Greenstream che collega Mellitah a Gela. Gli stessi miliziani già in precedenza avevano attaccato il gasdotto di Wafa costringendo l’ENI a ridurre del 50% il flusso di gas da quel giacimento.
Costa caro il gesto "pro-ikhwan" al bomber dell'Al-Ahly, Abdelzaher, sospeso dal prossimo torneo internazionale!
Nel corso di un recente incontro di Coppa dei Campioni d'Africa il goleador dell'Al-Ahly Ahmed Abdel Zaher ha ritenuto opportuno festeggiare la doppietta del 2-0 contro una compagine sudafricana alzando la mano nel gesto a quattro dita divaricate del "Rabia", saluto semi-ufficiale dei sostenitori del deposto Ex-presidente Mursi e della Fratellanza Musulmana; a stretto giro gli é stato comunicato dai dirigenti del suo club e della Federcalcio egiziana che non verrà convocato a partecipare al prossimo Mondiale per Club/Coppa Intercontinentale che si disputerà in Marocco.
Il mondo dello sport egiziano é già stato colpito da simili sanzioni quando il kungfuoka Mohamed Youssef é stato sospeso dalla sua federazione dopo essersi presentato a un torneo con una maglietta gialla inneggiante all'Ikhwan.
La Fratellanza Musulmana é stata recentemente dichiarata organizzazione fuorilegge e un appello per tentare di ribaltare la decisione é stato respinto proprio pochi giorni fa.
Il mondo dello sport egiziano é già stato colpito da simili sanzioni quando il kungfuoka Mohamed Youssef é stato sospeso dalla sua federazione dopo essersi presentato a un torneo con una maglietta gialla inneggiante all'Ikhwan.
La Fratellanza Musulmana é stata recentemente dichiarata organizzazione fuorilegge e un appello per tentare di ribaltare la decisione é stato respinto proprio pochi giorni fa.
Vergogna! Il prigioniero Dirar Abu Sisi (rapito a Kiev da agenti sionazisti) lasciato senza cure e paralizzato!
Il prigioniero politico palestinese Dirar Abu Sisi, che si trova in isolamento fin dal momento del suo sequestro da parte della sbirraglia sionazista a inizio 2011 si trova a soffrire di parziale paralisi degli arti in conseguenza della mancanza di cure mediche per le sue condizioni, deliberata negligenza da parte dei suoi carcerieri.
L'avvocato del Ministero dei Prigionieri che segue il suo caso, Rami al-Alami ha dichiarato lunedì che durante l'ultima visita fattagli nella prigione di Eshel ha constatato che Abu Sisi non poteva muovere i piedi in conseguenza della mancanza di cure ricevute per lo spostamento di un disco vertebrale e riceve solo blande dosi di sedativi.
Dirar Abu Sisi era un ingegnere elettrico palestinese originario di Gaza e sposato con una donna ucraina che é stato rapito a Kiev da agenti sionisti con la complicità del regime-fantoccio venduto alla NATO e al sionismo.
L'avvocato del Ministero dei Prigionieri che segue il suo caso, Rami al-Alami ha dichiarato lunedì che durante l'ultima visita fattagli nella prigione di Eshel ha constatato che Abu Sisi non poteva muovere i piedi in conseguenza della mancanza di cure ricevute per lo spostamento di un disco vertebrale e riceve solo blande dosi di sedativi.
Dirar Abu Sisi era un ingegnere elettrico palestinese originario di Gaza e sposato con una donna ucraina che é stato rapito a Kiev da agenti sionisti con la complicità del regime-fantoccio venduto alla NATO e al sionismo.
lunedì 11 novembre 2013
Sorpresa! La 'Varyag' attracca ad Alessandria e dopodomani arrivano Shoigu e Lavrov in visita al Cairo!!
In velocissima evoluzione la situazione tra Russia ed Egitto che necessariamente vanno verso un accordo che garantisca le necessità di sicurezza militare del Paese e ne sancisca l'uscita dalla sfera di influenza americana dopo la rottura consumatasi a settembre tra Obama e il Generale Al-Sisi.
Entrata da poco nel Mediterraneo Orientale l'unità di superficie "Varyag" della Marina di Mosca é arrivata oggi ad Alessandria, accolta con tutti gli onori: la prima nave russa in Egitto dal 1992. Secondo l'agenzia Mena la Varyag si fermerà cinque giorni, guardacaso partendo proprio il giorno in cui lasceranno il Cairo i Ministri russi Shoigu e Lavrov attesi dopodomani nella capitale per porre le basi di una vendita di armi da 4 miliardi di dollari che dovrebbe essere solo la prima di molte.
Abbiamo già segnalato che, per rafforzare la propria posizione nel Mediterraneo, Mosca potrebbe desiderare una seconda base navale da affiancare a quella siriana di Tartous (per difendere la quale il sostegno al Governo di Assad non é MAI VENUTO MENO in oltre due anni di campagna terrorista contro la Siria), però in merito gli esponenti egiziani si mostrano freddi o dismissivi come il portavoce ministeriale Badr Abdel-Atty: atteggiamento sincero o semplice 'schermaglia' per alzare il prezzo di una simile concessione?
Entrata da poco nel Mediterraneo Orientale l'unità di superficie "Varyag" della Marina di Mosca é arrivata oggi ad Alessandria, accolta con tutti gli onori: la prima nave russa in Egitto dal 1992. Secondo l'agenzia Mena la Varyag si fermerà cinque giorni, guardacaso partendo proprio il giorno in cui lasceranno il Cairo i Ministri russi Shoigu e Lavrov attesi dopodomani nella capitale per porre le basi di una vendita di armi da 4 miliardi di dollari che dovrebbe essere solo la prima di molte.
Abbiamo già segnalato che, per rafforzare la propria posizione nel Mediterraneo, Mosca potrebbe desiderare una seconda base navale da affiancare a quella siriana di Tartous (per difendere la quale il sostegno al Governo di Assad non é MAI VENUTO MENO in oltre due anni di campagna terrorista contro la Siria), però in merito gli esponenti egiziani si mostrano freddi o dismissivi come il portavoce ministeriale Badr Abdel-Atty: atteggiamento sincero o semplice 'schermaglia' per alzare il prezzo di una simile concessione?
Qaddouni: "La Siria é l'incubatrice della Resistenza Palestinese, l'Arabia Saudita quella del terrorismo qaedista!"
In una sua recente dichiarazione rilasciata ai microfoni della tv del partito Hezbollah il Capo del Dipartimento Politico dell'Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP) e membro del Comitato Esecutivo di Al-Fatah , Farouq Al- Qaddoumi, ha sottolineato che l'Arabia Saudita è il centro focale nella produzione del terrorismo in Siria.
"Alcuni paesi arabi hanno legato la loro agenda a quella degli Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia e hanno sfruttato la crisi in Siria attraverso il sostegno al terrorismo e i terroristi in essa", ha detto al-Qaddoumi, in un'intervista con il canale libanese Al-Manar.
Egli ha sottolineato che la Siria è l'incubatrice della resistenza e il luogo naturale da cui è stata lanciata la rivolta palestinese.
Ha lanciato un appello per esercitare tutti gli sforzi per potenziare la Siria nella sua lotta contro il terrorismo, aggiungendo: "Ci sono alcuni paesi arabi, che cercano di normalizzare le relazioni con Israele, non solo l'Arabia Saudita ", e questi paesi sono stati turbate dalle relazioni solide tra la Siria, l'Iran, l'Irak liberato e la Resistenza libanese.
"Alcuni paesi arabi hanno legato la loro agenda a quella degli Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia e hanno sfruttato la crisi in Siria attraverso il sostegno al terrorismo e i terroristi in essa", ha detto al-Qaddoumi, in un'intervista con il canale libanese Al-Manar.
Egli ha sottolineato che la Siria è l'incubatrice della resistenza e il luogo naturale da cui è stata lanciata la rivolta palestinese.
Ha lanciato un appello per esercitare tutti gli sforzi per potenziare la Siria nella sua lotta contro il terrorismo, aggiungendo: "Ci sono alcuni paesi arabi, che cercano di normalizzare le relazioni con Israele, non solo l'Arabia Saudita ", e questi paesi sono stati turbate dalle relazioni solide tra la Siria, l'Iran, l'Irak liberato e la Resistenza libanese.
La Maratona di Beirut si svolge nella tranquillità e nella sicurezza regalando genuine emozioni a partecipanti e spettatori!
L'edizione 2013 della Maratona internazionale di Beirut si é tenuta ieri senza che nessuna delle fosche previsioni che avrebbero voluto l'evento bersagliato da coloro che intendono precipitare il Paese dei Cedri nel caos per i loro obiettivi politici si sia anche solo parzialmente realizzata.
In mezzo a imponenti e minuziose misure di sicurezza gli atleti di tutto il mondo si sono dati lealmente battaglia vedendo in ultimo emergere trionfatore il keniota William Kipsang che ha coperto la tradizionale distanza di 42195 metri in due ore, tredici primi e 35 secondi, seguito a ruota dal compatriota Benjamin Serem e dall'Etiope Gemechu Lemma. Kipsang aveva già vinto il bronzo alla Maratona di Beirut 2012 e nel 2008 aveva trionfato alla Maratona di Rotterdam.
Oltre al percorso agonistico di 42 Km si sono parallelamente svolte la gara per dilettanti sui 10 Km, la corsa per ragazzi sui 5, la corsa sui 5 per atleti disabili e quelle sul chilometro e mezzo e sul chilometro per giovani atleti accompagnati dai genitori. Il ministro dello Sport e della Gioventù Faisal Karami si é augurato che la Maratona 2014 si terrà sotto un Governo nuovo e pienamente autorevole.
In mezzo a imponenti e minuziose misure di sicurezza gli atleti di tutto il mondo si sono dati lealmente battaglia vedendo in ultimo emergere trionfatore il keniota William Kipsang che ha coperto la tradizionale distanza di 42195 metri in due ore, tredici primi e 35 secondi, seguito a ruota dal compatriota Benjamin Serem e dall'Etiope Gemechu Lemma. Kipsang aveva già vinto il bronzo alla Maratona di Beirut 2012 e nel 2008 aveva trionfato alla Maratona di Rotterdam.
Oltre al percorso agonistico di 42 Km si sono parallelamente svolte la gara per dilettanti sui 10 Km, la corsa per ragazzi sui 5, la corsa sui 5 per atleti disabili e quelle sul chilometro e mezzo e sul chilometro per giovani atleti accompagnati dai genitori. Il ministro dello Sport e della Gioventù Faisal Karami si é augurato che la Maratona 2014 si terrà sotto un Governo nuovo e pienamente autorevole.
domenica 10 novembre 2013
Ecco il nuovo mezzo di supporto fuoco per le Forze Armate Iraniane: il fuoristrada armato di cannoncini Tabas!
Onde dotarsi di equipaggiamenti adatti alla propria dottrina del 'combattimento asimmetrico' contro possibili avversari imperialisti che tentino i mettere in discussione i risultati della vittoriosa rivoluzione del 1979 le forze armate iraniane hanno accolto con entusiasmo lo sviluppo del nuovo mezzo leggero di sostegno per l'azione dei gruppi di fanteria: il fuoristrada Tabas!
Come si evince dalla foto anche questa volta gli ingegneri iraniani si sono concentrati su leggerezza, maneggevolezza e facilità di costruzione, realizzando un piccolo capolavoro che, pur pesando pochissime tonnellate può 'scarrozzare' con l'arma i suoi serventi in relativo comfort e sicurezza.
Il mezzo é equipaggiato con un doppio autocannone da 30mm che può traforare e ridurre in macerie un caseggiato, un doppio sistema di caricamento dei proiettili e un'avanzata centralina di Controllo del fuoco e dei suoi risultati garantiscono all'ardita combinazione un tasso di affidabilità in linea coi più avanzati prodotti dell'industria bellica europea e occidentale.
Come si evince dalla foto anche questa volta gli ingegneri iraniani si sono concentrati su leggerezza, maneggevolezza e facilità di costruzione, realizzando un piccolo capolavoro che, pur pesando pochissime tonnellate può 'scarrozzare' con l'arma i suoi serventi in relativo comfort e sicurezza.
Il mezzo é equipaggiato con un doppio autocannone da 30mm che può traforare e ridurre in macerie un caseggiato, un doppio sistema di caricamento dei proiettili e un'avanzata centralina di Controllo del fuoco e dei suoi risultati garantiscono all'ardita combinazione un tasso di affidabilità in linea coi più avanzati prodotti dell'industria bellica europea e occidentale.
Il Ministro della Salute palestinese avverte: "500K litri di gasolio al mese per far funzionare i generatori di ospedali e cliniche!"
Il Ministro della Salute Mofid Mukhalalati ha avvertito che, in conseguenza dello 'stop' imposto alla centrale elettrica di Gaza a causa della mancanza di carburante, "gravissimi problemi, potenzialmente letali" potrebbero presentarsi nel settore sanitario del territorio palestinesei strangolato dal regime sionista.
Soltanto per far funzionare i generatori a combustibile minimamente necessari al funzionamento delle apparecchiature d'emergenza il Ministero della Salute dovrebbe avere accesso ad almeno mezzo milione di litri di gasolio al mese (senza contare il problema delle emissioni atmosferiche di detti generatori).
Questo farebbe correre il rischio ai 476 pazienti dializzati di Gaza, ai 45 neonati prematuri ospiti delle incubatrici, agli operandi che necessitano del sangue conservato nelle cinque banche del plasma di trovarsi improvvisamente privati della capacità di sopravvivere, qualora l'output dei generatori d'emergenza non possa venire garantito.
Chissà se la commissione europea in visita si é resa conto di questa realtà?
Soltanto per far funzionare i generatori a combustibile minimamente necessari al funzionamento delle apparecchiature d'emergenza il Ministero della Salute dovrebbe avere accesso ad almeno mezzo milione di litri di gasolio al mese (senza contare il problema delle emissioni atmosferiche di detti generatori).
Questo farebbe correre il rischio ai 476 pazienti dializzati di Gaza, ai 45 neonati prematuri ospiti delle incubatrici, agli operandi che necessitano del sangue conservato nelle cinque banche del plasma di trovarsi improvvisamente privati della capacità di sopravvivere, qualora l'output dei generatori d'emergenza non possa venire garantito.
Chissà se la commissione europea in visita si é resa conto di questa realtà?
La "Rosoboronexport" pronta a negoziare col Cairo un contratto da 4 miliardi di $ di nuove armi 'Made in Russia'!!
Con una dichiarazione 'anonima' lasciata filtrare a un corrispondente della RIA Novosti la compagnia di Stato russa per le esportazioni militari Rosoboronexport ha fatto sapere di essere "pronta" a negoziare coi massimi vertici dello stato egiziano per stilare un programma di rifornimenti a lungo termine che permetta al Cairo di sostituire gli 'acquisti sussidiati' di hardware militare statunitense, cancellati da una miope ripicca di Obama.
Dopo oltre trent'anni di acquisti (effettuati presso aziende Usa con dollari prestati dal Governo Usa, giacché dare direttamente soldi alle aziende delle armi sarebbe 'socialismo' per la contorta mentalità capitalista yankee) di M60 'Patton' e M1 'Abrams', di F-4E 'Phantom' e F-16 'Falcon' e di molti e molti altri articoli Made in Usa, le forze armate del Paese delle Piramidi potrebbero tornare a fare 'shopping' di armi russe, esattamente come ai tempi di Nasser.
Sembra che le autorità egiziane siano interessate a un primo contratto da circa 4 miliardi di dollari, per discutere del quale a breve sia il Ministro della Difesa Sergei Shoigu, sia il suo collega degli Esteri Lavrov dovrebbero visitare il Cairo per due giorni nel corso della settimana entrante.
Dopo oltre trent'anni di acquisti (effettuati presso aziende Usa con dollari prestati dal Governo Usa, giacché dare direttamente soldi alle aziende delle armi sarebbe 'socialismo' per la contorta mentalità capitalista yankee) di M60 'Patton' e M1 'Abrams', di F-4E 'Phantom' e F-16 'Falcon' e di molti e molti altri articoli Made in Usa, le forze armate del Paese delle Piramidi potrebbero tornare a fare 'shopping' di armi russe, esattamente come ai tempi di Nasser.
Sembra che le autorità egiziane siano interessate a un primo contratto da circa 4 miliardi di dollari, per discutere del quale a breve sia il Ministro della Difesa Sergei Shoigu, sia il suo collega degli Esteri Lavrov dovrebbero visitare il Cairo per due giorni nel corso della settimana entrante.
Autorità turche bloccano ad Adana un carico di 1200 razzi destinati ai terroristi mercenari in Siria: Erdogan fa sul serio?
Riceviamo notizia che la polizia turca avrebbe confiscato pochi giorni fa, ad Adana (50 chilometri dal confine con la Siria) un Tir carico di armi pesanti. Il mezzo avrebbe contenuto 1200 granate razzo anticarro, alcuni missili, pani di esplosivo, mitragliatrici pesanti, mortai e cannoncini antiaerei con relative munizioni, secondo quanto rivelato dall'Agenzia Dogan.
Il Prefetto di Adana, Huseyin Avni Cos, avrebbe poi dichiarato che oltre all'autista, altre otto persone (gli organizzatori del traffico) sono cadute in mano alle forze dell'ordine nella città di Qonya, che costituiva l'imboccatura del 'condotto' in direzione della Siria.
La notizia, che va ad aggiungersi a quelle di altri recenti sequestri di materiali destinati alle formazioni terroriste segue la dichiarazione del Governo di Ankara di voler terminare ogni sostegno al supporto di tali falangi estremiste, anche quello esercitato da paesi fino a poco tempo fa uniti a Erdogan nello sforzo di aiutare i takfiri anti-Assad.
Parlando con l'emittente libanese 'Al-Manar' un leader del PYD curdo, Salih Muslim, avrebbe dichiarato che 'a quanto sembra' vi sia stato un crollo delle attività filo-terroriste del Governo turco; se la cosa fosse confermata potrebbe andare a tutto vantaggio dei recenti sforzi dell'Esercito siriano di pacificare definitivamente i dintorni di Aleppo e l'intera zona Nord del paese.
Il Prefetto di Adana, Huseyin Avni Cos, avrebbe poi dichiarato che oltre all'autista, altre otto persone (gli organizzatori del traffico) sono cadute in mano alle forze dell'ordine nella città di Qonya, che costituiva l'imboccatura del 'condotto' in direzione della Siria.
La notizia, che va ad aggiungersi a quelle di altri recenti sequestri di materiali destinati alle formazioni terroriste segue la dichiarazione del Governo di Ankara di voler terminare ogni sostegno al supporto di tali falangi estremiste, anche quello esercitato da paesi fino a poco tempo fa uniti a Erdogan nello sforzo di aiutare i takfiri anti-Assad.
Parlando con l'emittente libanese 'Al-Manar' un leader del PYD curdo, Salih Muslim, avrebbe dichiarato che 'a quanto sembra' vi sia stato un crollo delle attività filo-terroriste del Governo turco; se la cosa fosse confermata potrebbe andare a tutto vantaggio dei recenti sforzi dell'Esercito siriano di pacificare definitivamente i dintorni di Aleppo e l'intera zona Nord del paese.
L'Iran svela il primo centro di produzione in serie dei missili antiaerei 'Sayyad 2' sperimentati solo un anno fa!
Il missile antiaereo Sayyad-1, in forza ai reparti antiaerei della Repubblica Islamica fin dalla fine degli anni '90 era una modernizzazione del missile cinese HQ-2, a sua volta derivato dall'S-75 russo, il più diffuso sistema di difesa antiaereo del mondo; adesso, dopo un test definitivo coronato da successo avvenuto appena un anno addietro, l'industria della Difesa di Teheran ha già allestito il primo centro di produzione in serie del modello successivo (Sayyad-2), che, a partire dall'aspetto, denuncia una evoluzione radicale dalla sua prima incarnazione.
Secondo quanto comunicato dalle agenzie ufficiali iraniane il Sayyad-2 é in grado di migliorare i già alti livelli di performance del modello precedente in particolare riguardo la capacità di individuare, inseguire e colpire bersagli che presentino una sezione radar quantomai ridotta, che sfuggirebbe ad altri tipi di vettore. Montati su camion in cellule da due o quattro lanciatori i Sayyad-2 sono estremamente mobili e possono venire posizionati dove ritenuti necessari con velocità e precisione.
Il nuovo Ministro della Difesa, Brigadier Generale Hussein Dehqan, era presente all'inaugurazione e ha lodato le prestazioni rivoluzionarie del nuovo sistema antiaereo nazionale, che potrà contribuire utilmente alla protezione dello spazio aereo iraniano contro ogni velleità interventista di Tel Aviv.
Secondo quanto comunicato dalle agenzie ufficiali iraniane il Sayyad-2 é in grado di migliorare i già alti livelli di performance del modello precedente in particolare riguardo la capacità di individuare, inseguire e colpire bersagli che presentino una sezione radar quantomai ridotta, che sfuggirebbe ad altri tipi di vettore. Montati su camion in cellule da due o quattro lanciatori i Sayyad-2 sono estremamente mobili e possono venire posizionati dove ritenuti necessari con velocità e precisione.
Il nuovo Ministro della Difesa, Brigadier Generale Hussein Dehqan, era presente all'inaugurazione e ha lodato le prestazioni rivoluzionarie del nuovo sistema antiaereo nazionale, che potrà contribuire utilmente alla protezione dello spazio aereo iraniano contro ogni velleità interventista di Tel Aviv.