Come abbiamo già dichiarato in numerosissimi articoli precedenti uno dei peggiori punti deboli dell'insorgenxa wahabita presente in Siria é proprio quello di non comprendere nelle sue fila quasi nessun siriano, essendo un movimento (o meglio, una collezione di movimenti, milizie, bande) disomogenee, multinazionali, poco coordinate e capacissime, piuttosto che di unire i loro sforzi, di rivolgere le armi le une contro lel altre per banali motivi di supremazia territoriale o spartizione del bottino di saccheggi e ruberie.
Per porre rimedio a questo fatto i servizi segreti militari turchi, pesantemente coinvolti nel sostegno a bande e milizie estremiste operanti in Siria, hanno iniziato a far circolare oltre confine dei 'reclutatori' incaricati di individuare potenziali 'reclute' siriane per il movimento estremista legato ad Al-Qaeda 'Fronte di Al-Nusra'; ne é venuta a conoscenza l'emittente libanese Al-Manar (canale radiotelevisivo del partito Hezbollah), che ha potuto intervistare un siriano (ferito e catturato dalle forze regolari governative) che é stato avvicinato proprio da uno di questi individui.
Il prigioniero ha confermato che gli ufficiali turchi che lo hanno accostato gli hanno sottoposto un questionario da riempire e gli hanno poi fornito altre copie dello stesso che lui avrebbe dovuto diffondere tra amici, conoscenti e altre persone passibili (a suo giudizio) di poter volersi unire ai terroristi. All'uomo era stata prospettata, nel caso fosse riuscito a portare alle file degli estremisti la fantastica cifra di 60 persone "una enorme somma di denaro in premio".
Il questionario dato ai 'candidati', organizzato in 28 punti, dal primo al tredicesimo cerca di raccogliere informazioni in merito alla presenza e alla struttura delle forze armate di Assad nella zona d'origine del compilatore, dal 14 al 23 comprende domande sulla società civile della zona, dal 24 al 27 interroga il candidato sui possibili 'obiettivi' per eventuali azioni armate e al punto 28 gli domanda informazioni sulla presenza di minoranze etniche e religiose di sua conoscenza.
sabato 9 marzo 2013
Cambio repentino al vertice della Polizia Antisommossa! Giubilato il Generale Noah, si attende il secondo verdetto per la Strage dello Stadio!
Il Ministro degli Interni Ibrahimi ha licenziato il Maggior Generale Maged Noah, sostituendolo 'ipso facto' con il parigrado Ashraf Abdullah, secondo il 'lancio' dell'agenzia ufficiale MENA. Intanto a Port Said la polizia antisommossa ha terminato il suo ritiro dai resti incendiati del Quartier Generale, che sono stati lasciati all'Esercito, concentratosi negli ultimi giorni attorno alla città restiva.
Intanto é stata confermata la pena capitale per i 21 imputati riguardo la cosiddetta 'Strage dello Stadio' avvenuta a febbraio 2012; la corte giudicante si riunirà in una seconda seduta al Cairo (per ragioni di sicurezza non più a Port Said) per giudicare 52 altri imputati con accuse minori. Negli scontri tra tifoserie erano morte 74 persone.
Ancora una vittima dei vigliacchi cecchini sionazisti! Contadino ventenne di Gaza ferito gravemente mentre accudiva i suoi orti!!
Cecchini sionazisti, gli stessi despicabili individui che vanno in giro con le magliette raffiguranti donne arabe incinte nei loro mirini, o che pubblicano su 'Facebook' e 'Instagram' le foto di bambini palestinesi presi di mira, hanno compiuto un'altra "coraggiosa impresa" ferendo gravemente un giovane contadino palestinese che, a Est di Jabaliya, nella Striscia di Gaza settentrionale, era impegnato a coltivare la sua terra.
Ancora una volta si nota la shylockiana determinazione del regime ebraico di colpire a morte quei palestinesi del ghetto assediato di Gaza che col loro lavoro creano cibo, cibo per la popolazione affamata della Striscia, cibo sul quale i politici e i generali sionazisti non hanno controllo, visto che lo scopo dello strangolamento economico dell'enclave costiera sarebbe quello di piegare la Volontà di Resistenza di Gaza con la fame.
Il Dr. Ashraf Al-Qudra, portavoce del Ministero della Salute del legittimo Governo palestinese insediato a Gaza ha dichiarato che, il giovane, appena ventenne, é stato soccorso poco dopo essere stato ferito e, trasferito all'ospedale più vicino, si trova attualmente in terapia intensiva, dove i clinici hanno subito definito "molto gravi" e "critiche" le sue condizioni.
Ancora una volta si nota la shylockiana determinazione del regime ebraico di colpire a morte quei palestinesi del ghetto assediato di Gaza che col loro lavoro creano cibo, cibo per la popolazione affamata della Striscia, cibo sul quale i politici e i generali sionazisti non hanno controllo, visto che lo scopo dello strangolamento economico dell'enclave costiera sarebbe quello di piegare la Volontà di Resistenza di Gaza con la fame.
Il Dr. Ashraf Al-Qudra, portavoce del Ministero della Salute del legittimo Governo palestinese insediato a Gaza ha dichiarato che, il giovane, appena ventenne, é stato soccorso poco dopo essere stato ferito e, trasferito all'ospedale più vicino, si trova attualmente in terapia intensiva, dove i clinici hanno subito definito "molto gravi" e "critiche" le sue condizioni.
Un 'tappeto di fibra ottica' unirà prossimamente Iran, Irak e Siria! L'intesa firmata a Teheran avvicina ancor più i tre alleati!
La Repubblica Islamica iraniana, la Repubblica Araba di Siria e l'Irak finalmente libero dall'occupazione yankee hanno firmato nel corso di questa settimana un accordo tripartito grazie al quale verrà presto creata una rete di fibre ottiche attraverso i tre paesi mediorientali. I rappresentanti della TIC iraniana (Telecommunication Infrastructure Company), del gruppo irakeno Al-Sard e della Syria Telecom si sono incontrati a Teheran, dove hanno siglato tutti i documenti rilevanti.
Nata dalla necessità di garantire reti di comunicazione sicure e stabili alle proprie forze di difesa e già condivisa con gli alleati libanesi di Hezbollah, l'expertise iraniana nelle reti TLC é alla base dell'intesa e forma la pietra angolare su cui si svilupperà un sistema in grado di fornire ai cittadini siriani e irakeni una ricchezza e una profondità di servizi informatici e telematici che non avrà nulla a invidiare a quelli goduti dai cittadini europei o nordamericani.
"In linea con le sue macropolitiche in campo internazionale la nostra compagnia nazionale di telecomunicazione cerca di stabilire connessioni solide e affidabili coi nostri paesi vicini e con ciò creare nuove opportunità di sviluppo, lavoro, crescita; Siria e Irak beneficeranno grandemente di questo accordo che avvicinerà ancora di più i nostri paesi e sarà suscettibile, nel prossimo futuro, di venire esteso ad altri partner".
Queste le parole del Direttore Manageriale della TIC Mahmoud Khosravi, subito dopo la firma degli accordi.
Nata dalla necessità di garantire reti di comunicazione sicure e stabili alle proprie forze di difesa e già condivisa con gli alleati libanesi di Hezbollah, l'expertise iraniana nelle reti TLC é alla base dell'intesa e forma la pietra angolare su cui si svilupperà un sistema in grado di fornire ai cittadini siriani e irakeni una ricchezza e una profondità di servizi informatici e telematici che non avrà nulla a invidiare a quelli goduti dai cittadini europei o nordamericani.
"In linea con le sue macropolitiche in campo internazionale la nostra compagnia nazionale di telecomunicazione cerca di stabilire connessioni solide e affidabili coi nostri paesi vicini e con ciò creare nuove opportunità di sviluppo, lavoro, crescita; Siria e Irak beneficeranno grandemente di questo accordo che avvicinerà ancora di più i nostri paesi e sarà suscettibile, nel prossimo futuro, di venire esteso ad altri partner".
Queste le parole del Direttore Manageriale della TIC Mahmoud Khosravi, subito dopo la firma degli accordi.
venerdì 8 marzo 2013
Hamas adesso costretta a smentire di essere sul punto di abbandonare le armi! La notizia proveniva dalla stampa sionista!
Ancora alle corde (mediaticamente parlando) il Movimento Hamas si affida a un portavoce per smentire insistenti voci messe in giro riguardo alle sue prossime intenzioni politiche, questa volta dal quotidiano sionista "Yedioth Ahronot".
Passati e distanti i tempi in cui Hamas lanciava proclami di lotta e resistenza: minacciava i dirigenti di Tel Aviv di nuovi rapimenti di militari, di nuove iniziative di rifiuto dell'occupazione, si dichiarava per la difesa del Santuario di Al-Aqsa e di tutta Al-Quds; adesso il 'Movimento di Resistenza Musulmano' deve affannarsi a smentire di essere sul punto di riconoscere Tel Aviv, di stare per accettare la 'Soluzione a Due Stati' di stare partecipando alla repressione in Egitto, e, come oggi, di "essere sul punto di abbandonare la Lotta Armata".
Questa infatti l'accusa circolata sulle pagine del tabloid sionista, che Saleh al-Bardawi, convocata una conferenza stampa, si é affrettato a smentire e a definire "una pura invenzione". Sembra che la confusione all'interno del Movimento sia grande e, ovviamente, Israele e i suoi media ne approfittano per mestare nel torbido e cercare di mettere in cattiva luce quello che una volta era un formidabile apparato politico-militare di Resistenza.
Passati e distanti i tempi in cui Hamas lanciava proclami di lotta e resistenza: minacciava i dirigenti di Tel Aviv di nuovi rapimenti di militari, di nuove iniziative di rifiuto dell'occupazione, si dichiarava per la difesa del Santuario di Al-Aqsa e di tutta Al-Quds; adesso il 'Movimento di Resistenza Musulmano' deve affannarsi a smentire di essere sul punto di riconoscere Tel Aviv, di stare per accettare la 'Soluzione a Due Stati' di stare partecipando alla repressione in Egitto, e, come oggi, di "essere sul punto di abbandonare la Lotta Armata".
Questa infatti l'accusa circolata sulle pagine del tabloid sionista, che Saleh al-Bardawi, convocata una conferenza stampa, si é affrettato a smentire e a definire "una pura invenzione". Sembra che la confusione all'interno del Movimento sia grande e, ovviamente, Israele e i suoi media ne approfittano per mestare nel torbido e cercare di mettere in cattiva luce quello che una volta era un formidabile apparato politico-militare di Resistenza.
Bouthaina Shaaban ringrazia pubblicamente Cina, Russia, Brasile e India a nome del Presidente siriano Assad!
Il consigliere personale del Presidente siriano Bashir el-Assad, il Dott. Bouthaina Shabaan, ha ringraziato tutto il "gruppo di contatto" dei 'paesi emergenti' (BRICS) e segnatamente Russia, Cina, India e Brasile per l'opera di sostegno, solidarietà e diffusione della verità intrapresa in questi ultimi 24 mesi riguardo la situazione siriana e l'aggressione imperialista scatenata contro la Repubblica Araba e il suo popolo, che ha impedito che in Siria si ripetesse il triste copione visto negli ultimi anni contro Libia, Irak, Afghanistan e Repubblica Serba con bombardamenti 'democratici' della NATO e l'abbattimento di un governo 'scomodo' per l'arroganza imperialista occidentale e sionista.
Il Dott. Shabaan aveva appena incontrato il Ministro degli Esteri indiano Salman Khurshid nel corso di un suo tour di "ringraziamento" nelle capitali di tutti i 'paesi emergenti' presso cui ha personalmente espresso il calore e la riconoscenza del Presidente Assad verso i governi amici augurandosi che, man mano che aumenta la loro influenza e autorevolezza (che é già grande, ma cresce e si sviluppa ogni giorno di più che ci addentriamo nel Ventunesimo Secolo) i membri del BRICS sapranno produrre uno sforzo decisivo per la definitiva soluzione della situazione interna siriana.
Il Dott. Shabaan aveva appena incontrato il Ministro degli Esteri indiano Salman Khurshid nel corso di un suo tour di "ringraziamento" nelle capitali di tutti i 'paesi emergenti' presso cui ha personalmente espresso il calore e la riconoscenza del Presidente Assad verso i governi amici augurandosi che, man mano che aumenta la loro influenza e autorevolezza (che é già grande, ma cresce e si sviluppa ogni giorno di più che ci addentriamo nel Ventunesimo Secolo) i membri del BRICS sapranno produrre uno sforzo decisivo per la definitiva soluzione della situazione interna siriana.
Procede a pieno ritmo negli arsenali della Repubblica Islamica la produzione degli ATGM 'Dehlavieh'!
Anche questo articolo é stato notato e ritenuto degno di venir ripreso dagli amici di 'Stato&Potenza', grazie ragazzi!
Iniziata otto mesi fa con un annuncio speciale da parte del Minstro della Difesa iraniano Brigadier Generale Ahmad Vahidi, la produzione seriale degli ATGM mobili 'Dehlavieh', evoluzione radicale dei già efficacissimi "Kornet" di fabbricazione russa (usati da Hezbollah con estremo successo nella lotta contro l'invasione sionista dell'estate 2006), sta procedendo a ritmo massiccio permettendo di equipaggiare un grande numero di unità dell'Esercito, della Guardia Rivoluzionaria e dei Basij con questo temibile sistema d'arma.
Appartenente alla categoria degli ATGM a guida 'SACLOS' (Comando Semiautomatico su Linea di Vista) il Dehlavieh combina la grande precisione possibile ai missili a comando manuale con la rapidità di arrivo sul bersaglio tipica di quelli automatici (infatti i missili a guida interamente manuale hanno un 'raggio minimo' sotto il quale non possono venire sparati, questo dà modo ai loro bersagli di individuarne la vampa di avvicinamento e mettere eventualmente in atto manovre evasive o fuoco di disturbo sulle probabili postazioni di guida).
Il Dehlavieh invece può essere lanciato contro il suo bersaglio anche da poche decine di metri e arrivare a colpirlo in qualche decimo di secondo, troppo poco per venire 'spottato' dal nemico, a volte persino quando questo sia dotato di contromisure attive anti-missile. "Dehlavieh" col suo nome rende omaggio al luogo del martirio di Mostafa Chamran, Ministro della Difesa iraniano che trovò la morte in battaglia durante la Guerra Imposta contro l'Irak di Saddam Hussein.
Appartenente alla categoria degli ATGM a guida 'SACLOS' (Comando Semiautomatico su Linea di Vista) il Dehlavieh combina la grande precisione possibile ai missili a comando manuale con la rapidità di arrivo sul bersaglio tipica di quelli automatici (infatti i missili a guida interamente manuale hanno un 'raggio minimo' sotto il quale non possono venire sparati, questo dà modo ai loro bersagli di individuarne la vampa di avvicinamento e mettere eventualmente in atto manovre evasive o fuoco di disturbo sulle probabili postazioni di guida).
Il Dehlavieh invece può essere lanciato contro il suo bersaglio anche da poche decine di metri e arrivare a colpirlo in qualche decimo di secondo, troppo poco per venire 'spottato' dal nemico, a volte persino quando questo sia dotato di contromisure attive anti-missile. "Dehlavieh" col suo nome rende omaggio al luogo del martirio di Mostafa Chamran, Ministro della Difesa iraniano che trovò la morte in battaglia durante la Guerra Imposta contro l'Irak di Saddam Hussein.
Ancora un morto a Port Said mentre l'Esercito comincia a schierarsi in città attorno agli 'obiettivi sensibili'!
Karim Sayed Abdelaziz, trentatreenne, é l'ultima vittima della brutalità poliziesca che ha fatto oltre mezza dozzina di vittime da quando la settimana scorsa l'agitazione nel Paese delle Piramidi é parsa spostarsi dalla capitale Il Cairo verso la zona del Delta. Abdelaziz, trasportato d'urgenza in ospedale dopo aver preso parte a una manifestazione non autorizzata dispersa con la forza dai reparti antisommossa é stato curato dall'equipe del Dr. Mohamed Arnous che, parlando in seguito coi reporter della France Presse ha dichiarato: "Il paziente mostrava tre ferite da arma da fuoco, una delle quali, alla testa si é rivelata troppo grave per venire trattata efficacemente".
Lo stesso Dr. Arnous ha stimato in cinque il numero di altri feriti da proiettili a palla piena, diciannove quello dei manifestanti colpiti da pallettoni e oltre settanta quello dei contusi e degli intossicati da gas urticante. Intanto é stato riportato che reparti delle Forze Armate si sono schierati attorno al Quartier Generale della Polizia (precedentemente dato in parte alle fiamme dai manifestanti) e hanno creato un cordone di sicurezza attorno a ciò che rimane dell'edificio.
Sono state poi completamente annullate con una raffica di sentenze tutte le date per le varie fasi di prossime elezioni politiche indette a febbraio 2013 dal Presidente Mursi e che, iniziando dal 22 aprile prossimo avrebbero dovuto scaglionarsi attraverso varie fasi per otto settimane terminando a fine giugno. I provvedimenti giudiziari dimostrano come il 'divide' tra Presidenza e Potere Giudiziario, esploso già qualche mese fa, sia ben lungi dall'essere stato colmato o risolto.
giovedì 7 marzo 2013
Riparte dalla Cina la 24esima Flottiglia iraniana: destinazione Sri Lanka!
Dopo avere attraversato lo Stretto di Malacca, avere incontrato un Destroyer U.s.a. della Flotta del Pacifico e avere gettato l'ancora nell'amico porto cinese di Zhangjiagang la Fregata Sabalan e la Portaelicotteri Kharg, costituenti la 24esima flottiglia dell'IRIN hanno lasciato oggi le acque della Repubblica Popolare e stanno portandosi nuovamente verso l'Oceano Indiano.
La prossima tappa nella pionieristica crociera delle due navi iraniane sarà Colombo, capitale dello Sri Lanka. Anche l'ex isola di Ceylon, un tempo considerata 'satellite' di Nuova Delhi, ha trovato una nuova collocazione più filocinese all'alba del Ventunesimo Secolo, quando il tacito ma strategico sostegno di Pechino é stato fondamentale per porre finalmente termine alla pluridecennale insorgenza delle cosiddette 'Tigri Tamil' i cui rifugi e le cui basi (alcune fuori dal controllo del Governo centrale da decine di anni) sono state attaccate e distrutte in pochi mesi di intensa campagna militare. Come 'compenso' il Governo dello Sri Lanka ha permesso a compagnie cinesi di iniziare la costruzione di un immenso porto mercantile presso Hambantota, che, in caso di necessità, potrà ospitare anche navi militari.
Lo status di superpotenza emergente della Cina Popolare si basa sulla sicurezza delle rotte navali lungo le quali essa può ricevere le materie prime necessarie alle sue industrie manifatturiere e tramite cui può far raggiungere all'output delle proprie industrie i mercati tanto dei paesi emergenti quanto quelli dell'Occidente europeo e del Nordamerica. Una serie di basi navali affidabili tra Oceano Pacifico e Oceano Indiano (la cosiddetta 'Collana di Perle) dall' Indocina al Pachistan, é necessaria per mantenere questo desiderabile livello di sicurezza.
Lo status di superpotenza emergente della Cina Popolare si basa sulla sicurezza delle rotte navali lungo le quali essa può ricevere le materie prime necessarie alle sue industrie manifatturiere e tramite cui può far raggiungere all'output delle proprie industrie i mercati tanto dei paesi emergenti quanto quelli dell'Occidente europeo e del Nordamerica. Una serie di basi navali affidabili tra Oceano Pacifico e Oceano Indiano (la cosiddetta 'Collana di Perle) dall' Indocina al Pachistan, é necessaria per mantenere questo desiderabile livello di sicurezza.
La controffensiva di Assad investe tutto il Nord della Siria, oltre mille terroristi morti ad Al-Raqqa!
Come avevamo annunciato giorni addietro la liberazione dell'arteria di comunicazione autostradale che unisce Aleppo ad Hama e che nei mesi passati era stata infestata dalla presenza degli estremisti mercenari al soldo di Ankara, Doha e Riyadh, ha totalmente "sparigliato" le carte in tavola nel Nord della Siria. Adesso, con la possibilità di fare arrivare celermente a Nord unità militari pesanti, munizioni e rifornimenti é stato possibile alle Forze Armate siriane di lanciare una vasta controffensiva in zone dove in passato la presenza terrorista per quanto non radicata (non sono mai esistite zone 'franche' in Siria, stabilmente sotto il controllo degli insorti) non poteva venire adeguatamente perseguitata fino in fondo.
Mayer, Tal Hasel, al-Nayrab, al-Safira, Ainjara, Kafar Dael, Minnigh, Ain Dakneh, Daret Azza and Al-Mansoura, sono tutti nomi relativamente nuovi alle cronache della guerra patriottica della Siria contro i provocatori qaedisti: sono tutte cittadine e villaggi del Nord che sono stati investiti dall'attacco dell'Esercito nelle ultime 48 ore. L'attacco su vasto fronte impedisce alle formazioni wahabite di sostenersi l'una con l'altra o di fuggire l'una verso i nascondigli dell'altra.
In particolare fulcro di scontri importanti é la cittadina di Al-Raqqa, dove, in seguito a bombardamenti delle forze aeree, il Comando siriano ha annunciato che almeno 1000 terroristi hanno trovato la morte nelle ultime ore; l'attacco finale via terra é previsto nelle prossime ore e dovrebbe portare alla totale 'ripulitura' del centro urbano e dei suoi dintorni da ogni minima presenza qaedista.
Mayer, Tal Hasel, al-Nayrab, al-Safira, Ainjara, Kafar Dael, Minnigh, Ain Dakneh, Daret Azza and Al-Mansoura, sono tutti nomi relativamente nuovi alle cronache della guerra patriottica della Siria contro i provocatori qaedisti: sono tutte cittadine e villaggi del Nord che sono stati investiti dall'attacco dell'Esercito nelle ultime 48 ore. L'attacco su vasto fronte impedisce alle formazioni wahabite di sostenersi l'una con l'altra o di fuggire l'una verso i nascondigli dell'altra.
In particolare fulcro di scontri importanti é la cittadina di Al-Raqqa, dove, in seguito a bombardamenti delle forze aeree, il Comando siriano ha annunciato che almeno 1000 terroristi hanno trovato la morte nelle ultime ore; l'attacco finale via terra é previsto nelle prossime ore e dovrebbe portare alla totale 'ripulitura' del centro urbano e dei suoi dintorni da ogni minima presenza qaedista.
Il Ministro della Difesa Vahidi incontra il responsabile irakeno degli interni: "Bagdad é fondamentale per la pace e la stabilità della regione!"
Adnan al-Assadi, responsabile irakeno degli Interni, é stato ricevuto a Teheran dal Generale Ahmad Vahidi, Ministro della Difesa della Repubblica Islamica, che, congratulandosi con lui per i grandi risultati conseguiti negli ultimi mesi nella lotta contro il terrorismo settario (artatamente "pilotato" dagli Usa e dalle altre potenze arroganti che guadagnerebbero nel vedere lo stato mesopotamico sfaldarsi in un mosaico di protettorati ostili tra loro), ha sottolineato come la pace e la stabilità a Bagdad siano "fondamentali" per gli scenari futuri di espansione e rafforzamento dell'Asse della Resistenza.
Vahidi ha anche lodato gli sforzi irakeni per controllare i suoi confini con la Siria e per strozzare ogni attività di sostegno al terrorismo estremista, indicando come chi si renda suo complice, in ultimo, non faccia altro che portare avanti gli interessi del regime sionista; paesi della regione che si dicono 'arabi' e 'musulmani' e tuttavia continuano ad armare e finanziare le formazioni mercenarie wahabite in Siria dovrebbero riflettere a fondo su questo.
Al-Assadi, da parte sua, ha dichiarato l'entusiasmo sincero suscitato in lui e in tutti gli irakeni dai continui progressi e successi della Repubblica Islamica nei campi militari, scientifici, tecnici e industriali, sperando che, in nome delle buone relazioni Iran-Irak che sembrano essere la 'Stella Polare' dell'atteggiamento recente di Teheran verso Bagdad, sia presto data la possibilità agli irakeni di partecipare e contribuire ai prossimi successi iraniani in questi ed altri campi dell'agire umano.
Vahidi ha anche lodato gli sforzi irakeni per controllare i suoi confini con la Siria e per strozzare ogni attività di sostegno al terrorismo estremista, indicando come chi si renda suo complice, in ultimo, non faccia altro che portare avanti gli interessi del regime sionista; paesi della regione che si dicono 'arabi' e 'musulmani' e tuttavia continuano ad armare e finanziare le formazioni mercenarie wahabite in Siria dovrebbero riflettere a fondo su questo.
Al-Assadi, da parte sua, ha dichiarato l'entusiasmo sincero suscitato in lui e in tutti gli irakeni dai continui progressi e successi della Repubblica Islamica nei campi militari, scientifici, tecnici e industriali, sperando che, in nome delle buone relazioni Iran-Irak che sembrano essere la 'Stella Polare' dell'atteggiamento recente di Teheran verso Bagdad, sia presto data la possibilità agli irakeni di partecipare e contribuire ai prossimi successi iraniani in questi ed altri campi dell'agire umano.
Condoglianze dal Presidente Assad al popolo venezuelano per la dipartita di Hugo Chavez!
Nella giornata di ieri il presidente Bashar al-Assad, ha inviato un telegramma di cordoglio al Vicepresidente del Venezuela e a tutto il popolo venezuelano affermando che "la scomparsa del fratello e amico, il presidente Hugo Chavez è una grande perdita per me e per i Siriani, così come lo è per voi e per tutte le persone oneste e libere del mondo".
Nel telegramma il presidente Assad ha dichiarato: "Il destino ha portato via un leader che ha protetto la sovranità del suo paese [...] egli aveva incarnato una lotta leggendaria di fronte ai tentativi degli Stati Uniti d'America e a coloro che li sostengono per dominare i popoli e gli Stati [...] è stato in grado di conservare la sovranità del Venezuela, impedendo l'ingerenza nei suoi affari, ha sostenuto la libertà dei popoli, contribuendo al cambiamento del volto dell'America Latina e diventando il simbolo della sua lotta per l'indipendenza",
Il Presidente al-Assad ha aggiunto: "Questo uomo glorioso è emerso dai ranghi del suo popolo e ha insistito a rimanere uno di loro [...] è rimasto fedele al principio di mantenere i diritti e gli interessi del popolo venezuelano e ha combattuto al suo fianco".
"Il popolo siriano ed io siamo orgogliosi del notevole progresso nelle relazioni tra i due paesi a tutti i livelli, politico, economico, sociale e culturale [...] il grande defunto leader e l’amico fedele, ha scelto di affrontare la guerra contro la Siria come una delle sue cause principali adottandola e difendendola, così come ha cercato di chiarire i fatti all'opinione pubblica in America Latina e nel mondo »,.
Il Presidente ha poi concluso: "Il ricordo di questo leader è unico e rimarrà presente nella nostra coscienza e nella storia [...] ha avuto molte glorie dai suoi grandi successi, che rimarranno vive nella coscienza del popolo del Venezuela e dei popoli liberi nel mondo."
Nel telegramma il presidente Assad ha dichiarato: "Il destino ha portato via un leader che ha protetto la sovranità del suo paese [...] egli aveva incarnato una lotta leggendaria di fronte ai tentativi degli Stati Uniti d'America e a coloro che li sostengono per dominare i popoli e gli Stati [...] è stato in grado di conservare la sovranità del Venezuela, impedendo l'ingerenza nei suoi affari, ha sostenuto la libertà dei popoli, contribuendo al cambiamento del volto dell'America Latina e diventando il simbolo della sua lotta per l'indipendenza",
Il Presidente al-Assad ha aggiunto: "Questo uomo glorioso è emerso dai ranghi del suo popolo e ha insistito a rimanere uno di loro [...] è rimasto fedele al principio di mantenere i diritti e gli interessi del popolo venezuelano e ha combattuto al suo fianco".
"Il popolo siriano ed io siamo orgogliosi del notevole progresso nelle relazioni tra i due paesi a tutti i livelli, politico, economico, sociale e culturale [...] il grande defunto leader e l’amico fedele, ha scelto di affrontare la guerra contro la Siria come una delle sue cause principali adottandola e difendendola, così come ha cercato di chiarire i fatti all'opinione pubblica in America Latina e nel mondo »,.
Il Presidente ha poi concluso: "Il ricordo di questo leader è unico e rimarrà presente nella nostra coscienza e nella storia [...] ha avuto molte glorie dai suoi grandi successi, che rimarranno vive nella coscienza del popolo del Venezuela e dei popoli liberi nel mondo."
mercoledì 6 marzo 2013
Ancora scontri a Port Said mentre il potere giudiziario dà l'ALT! alle elezioni!
Continua a essere instabile la situazione a Port Said, dove giorni di scontri sono risultati nella morte di almeno mezza dozzina di persone e nel ferimento di oltre quattrocento, di cui sessanta versano in serie condizioni. Tuttavia, nonostante le voci in merito non vi é stato ancora alcun intervento delle Forze Armate, che pure sembra abbiano rafforzato il loro schieramento nei dintorni del centro urbano.
Intanto, a "ingarbugliare" ancora di più la situazione politico-sociale del Paese delle Piramidi, arriva dalla Corte Amministrativa la notizia di uno 'stop' imporsto dal Potere Giudiziario alla marcia verso prossime elezioni politiche decretate dal Presidente Mursi per il prossimo 22 aprile. I giudici hanno chiesto che una speciale Corte Costituzionale riveda 'ex novo' le procedure elettorali per garantire della loro legalità e aderenza ai principi costituzionali. Numerose forze politiche di opposizione avevano già dichiarato la loro intenzione di boicottare la nuova chiamata alle urne.
Ayman Sharawna eroe del digiuno, continuerà lo sciopero della fame anche se ha già subito danni clinici "irreparabili"!
Ayman Sharawna, il prigioniero politico palestinese che sta digiunando da settimane per protestare contro le disumane condizioni di carcerazione cui é sottoposto nelle galere del regime ebraico di occupazione, e la cui stessa madre, per solidarietà, é impegnata in un digiuno parallelo pur trovandosi ricoverata in ospedale ad Al-Khalil, non ha nessuna intenzione di interrompere il proprio sciopero della fame, anche se le sue condizioni di salute dovessero ulteriormente peggiorare.
Lo ha comunicato il suo legale rappresentante, l'avvocato difensore Jawad Boulous, cappo della sezione legale della Società dei Prigionieri Palestinesi dopo avere visitato il detenuto, trasferito nella clinica carceraria di Soroka, presso Beersheba. Sharawna vi é stato condotto d'urgenza dopo essere collassato nel pieno di una udienza lo scorso 20 febbraio.
Dimagrito di oltre 50 chili dall'inizio del digiuno forzato, secondo i clinici che lo hanno visitato Sharawna ha sottoposto il suo fisico a uno sforzo critico e i suoi reni con ogni probabilità hanno subito danni irreparabili.
Lo ha comunicato il suo legale rappresentante, l'avvocato difensore Jawad Boulous, cappo della sezione legale della Società dei Prigionieri Palestinesi dopo avere visitato il detenuto, trasferito nella clinica carceraria di Soroka, presso Beersheba. Sharawna vi é stato condotto d'urgenza dopo essere collassato nel pieno di una udienza lo scorso 20 febbraio.
Dimagrito di oltre 50 chili dall'inizio del digiuno forzato, secondo i clinici che lo hanno visitato Sharawna ha sottoposto il suo fisico a uno sforzo critico e i suoi reni con ogni probabilità hanno subito danni irreparabili.
Il nobile 'Saluki' di Teheran incontra lo sciacallo di Hamas: incontro privato tra Ahmadinejad e Moussa abu Marzouk!
A conferma come nell'atteggiamento della Repubblica Islamica iraniana non sia intervenuta nessuna modifica della propria posizione riguardo la questione palestinese, che rappresenta un vero "punto cardinale morale" dell'impostazione politica iraniana e non una posa di comodo o di convenienza dettata da interessi strategici o politici, il Presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad ha ricevuto a Teheran il membro del politburo di Hamas Moussa abu Marzouk, iniziatore (insieme al suo complice Mishaal) dell'inversione di rotta che ha portato il partito fondato da Yassin e Rantisi ad accucciarsi di fronte alle babbucce degli emiri del petrolio e ad allontanarsi dall'Asse della Resistenza Teheran-Bagdad-Damasco-Beirut.
Ahmadinejad ha detto che "la liberazione di Gerusalemme da ogni presenza di occupazione sionista deve costituire il punto di incontro di tutte le vlonontà poiliche dei cittadini paestinesi, arabi, mediorientali, musulmani e di tutti gli uomini liberi a prescindere dalla loro origine o dal loro credo; da questa liberazione prenderanno via eventi che sconvolgeranno per sempre il Medio Oriente".
Da parte sua, al termine dell'incontro, un Moussa Marzouk palestemente a disagio di fronte a un leader che é stato implicitamente o esplicitsmente offeso dal contegno tenuto da Hamas dopo l'abbandono della sua base damascena e le sempre più frequenti voci di inviati di Hamas presso i terroristi attivi in Siria e persino in Egitto dove si preseterebbero alla repressione dgli oppositori, si é limitato a esprimere concetti generali azzardando perfino la speranza che "il dialogo" disinneschi le tensioni presenti in Siria.
Ancora proteste nell'Ovest saudita: il popolo chiede il rilascio dei 300 rapiti di Buraidah!
Non si arresta la mobilitazione popolare anche nell'Occidente saudita, iniziata come da noi riportato la settimana scorsa con manifestazioni a Hejaz e Buraidah.
In particolare un imponente corteo di cittadini ha richiesto la pronta liberazione delle donne e dei ragazzi sequestrati di fronte al centro di investigazioni (in realtà galera reale luogo di torture) di Al-Safrah, che da allora non sono più stati visti, aggiuntisi alle migliaia di 'desaparecidos' che affollano il sistema repressivo saudita.
Sembra che nell'assolutista regime saudita i detenuti politici siano oltre trentamila, una cifra assurda, che fa sfigurare quelle della Cina di Mao o dell'URSS di Breznev, ma l'ipocrisia "democratica" angloamericana non ha niente da rimproverare a Riyadh, siccome é fedelmente sottomessa ai diktat di Washington e foraggia e finanzia i terroristi wahabiti in Siria, Irak e altri paesi dell'Asse della Resistenza.
Sembra che nell'assolutista regime saudita i detenuti politici siano oltre trentamila, una cifra assurda, che fa sfigurare quelle della Cina di Mao o dell'URSS di Breznev, ma l'ipocrisia "democratica" angloamericana non ha niente da rimproverare a Riyadh, siccome é fedelmente sottomessa ai diktat di Washington e foraggia e finanzia i terroristi wahabiti in Siria, Irak e altri paesi dell'Asse della Resistenza.
In memoria di Hugo Chavez: Rivoluzionario, Difensore dei Deboli, Socializzatore, Eroe del Venezuela!
TU CHE DA PERSONAGGIO POLITICO
HAI SAPUTO DIVENTARE UN SIMBOLO
IN DATA DI OGGI DA SIMBOLO
SEI DIVENTATO UNA LEGGENDA
SI SCHIUDA PER TE IL CANCELLO
DEL PIU' ALTO DEI CIELI
RESTANDO SU QUESTA TERRA
TORMENTATA E CRUENTA
IL POPOLO DEL VENEZUELA
E TUTTI I POPOLI DELLA LATINOAMERICA
FARANNO VIVERE PER SEMPRE
IL TUO ESEMPIO E LA TUA OPERA
EL PUEBLO UNIDO JAMAS SERA VENCIDO!
martedì 5 marzo 2013
La 24esima flottiglia iraniana incontra un Destroyer americano nel Pacifico e poi getta l'ancora a Zhangjiagang!
Questo articolo appare anche a questa url nello spazio-web degli amici di "Stato&Potenza" cui come al solito vanno i nostri saluti e ringraziamenti per l'attenzione benevola che ci riservano!
Il Contrammiraglio Siavash Jarreh ha letto oggi un aggiornamento riguardo alla missione della 24esima flottiglia della Marina Iraniana.
La 'Sabalan' e la 'Kharg', in navigazione nelle acque del Pacifico dopo avere attraversato per la prima volta nella storia dell'Iran repubblicano lo Stretto di Malacca, sono state avvicinate dall'USS Stockdale, un cacciatorpediniere americano della classe 'Arleigh Burke' in forza alla Settima Flotta, il cui capitano ha domandato più volte una identificazione, evidentemente esterrefatto di trovare naviglio militare di Teheran tanto distante dal Golfo Persico.
Dopo essersi separate dall'unità americana, salutata con tutti i canoni del protocollo navale, le navi dell'IRIN hanno proseguito la loro crociera secondo i piani, arrivando a gettare l'ancora nel porto cinese di Zhangjiagang, a 13,000 miglia nautiche dalla loro base di Bandar Abbas.
La 'Sabalan' e la 'Kharg', in navigazione nelle acque del Pacifico dopo avere attraversato per la prima volta nella storia dell'Iran repubblicano lo Stretto di Malacca, sono state avvicinate dall'USS Stockdale, un cacciatorpediniere americano della classe 'Arleigh Burke' in forza alla Settima Flotta, il cui capitano ha domandato più volte una identificazione, evidentemente esterrefatto di trovare naviglio militare di Teheran tanto distante dal Golfo Persico.
Dopo essersi separate dall'unità americana, salutata con tutti i canoni del protocollo navale, le navi dell'IRIN hanno proseguito la loro crociera secondo i piani, arrivando a gettare l'ancora nel porto cinese di Zhangjiagang, a 13,000 miglia nautiche dalla loro base di Bandar Abbas.
Scontri e roghi a Port Said: il Presidente Mursi soppesa l'opzione 'Legge Marziale'!
Dopo giorni e giorni di scontri che sarebbero risultati nel ferimento di almeno 420 persone di cui almeno sessanta in maniera "grave o molto grave" perlomeno secondo la valutazione di Sayed al-Masry, coordinatore dei servizi sanitari d'emergenza della città di Port Said, il Presidente egiziano Mohammed Mursi sarebbe sul punto di dichiarare la Legge Marziale nella restiva località del Delta e dare ai miltari 'carta bianca' per riportare l'ordine nelle sue strade.
Sarebbe questa la vera e propria "prova del nove" per vedere quanto solida nei fatti sia l'intesa raggiunta tra i dirigenti dell'Ikhwan e gli alti papaveri dello Stato Maggiore dell'Esercito, che, rimasti rivali per tutti i primi mesi della transizione politica post-Mubarak avevano infine trovato un modo di garantirsi vicendevolmente con l'abbandono delle redini del potere politico dai Generali in cambio di numerose e ampie "guarentigie".
In città si sarebbero già concentrati numerosi reparti delle Forze Armate dopo che, nella giornata di ieri, manifestanti avrebbero dato alle fiamme una caserma di polizia e un edificio governativo. Le proteste nella città del Delta si sono riacutizzate dopo il tentativo delle autorità governative di trasportare fuori dal loro luogo di dentezione un certo numero di imputati per la strage dello stadio del febbraio 2012.
Sarebbe questa la vera e propria "prova del nove" per vedere quanto solida nei fatti sia l'intesa raggiunta tra i dirigenti dell'Ikhwan e gli alti papaveri dello Stato Maggiore dell'Esercito, che, rimasti rivali per tutti i primi mesi della transizione politica post-Mubarak avevano infine trovato un modo di garantirsi vicendevolmente con l'abbandono delle redini del potere politico dai Generali in cambio di numerose e ampie "guarentigie".
In città si sarebbero già concentrati numerosi reparti delle Forze Armate dopo che, nella giornata di ieri, manifestanti avrebbero dato alle fiamme una caserma di polizia e un edificio governativo. Le proteste nella città del Delta si sono riacutizzate dopo il tentativo delle autorità governative di trasportare fuori dal loro luogo di dentezione un certo numero di imputati per la strage dello stadio del febbraio 2012.
"Razzismo su ruote!" Nel regime ebraico istituiti gli autobus dell'Apartheid 'per soli Palestinesi!'
Ancora una volta la realtà si incarica di mordere le chiappe a tutti i filosionisti giustificazionisti che infestano e appestano il panorama mediatico italiano forti delle potentissime protezioni degli imperi mediatici condizionati dalla "Lobby a Sei Punte": tutti i Marco Pesach Pasqua, i Fabio Scuto, i Giulio Meotti, le Fiamma Frankenstein che in maniera 'bipartisan' tentano sempre con la scusa in tasca di difendere l'indifendibile e sostenere che il regime ebraico di occupazione della Palestina invasa non sia uno stato razzista ove si pratica l'apartheid.
Adesso, nell'ennesimo caso di mimesi metamorfica che sta trasformando sempre di più Tel Aviv in una caricatura grottesca della Pretoria degli anni '70 e '80, la compagnia di trasporti pubblici Egged, la stessa che serve le comunità di fanatici estremisti giudei armati fino ai denti, la stessa che trasporta plotoni di soldati sionazisti in completo assetto da guerra a massacrare e opprimere i legettimi abitanti della Palestina, ha annunciato la creazione delle prime linee d'autobus "segregate" ove saranno costretti a viaggiare "solo i Palestinesi".
Ovviamente per la proprietà transitiva, ciò sta a significare che sugli "altri" autobus i Palestinesi non avranno più diritto di mettere piede; realizzazione che ha scatenato già diversi furori a partire persino dalla parte meno marcia e corrotta della stessa società israeliana (una parte molto, molto piccola).
Questo fatto, anche da solo, dimostrerebbe come sia pienamente lecito e giustificato qualunque atto di lotta e sabotaggio contro la macchina-israele, meccanismo perverso che diffonde razzismo e iniquità cibanososi di espansionismo razzista che era già fuori moda prima del termine della 'Belle Epoque":
Adesso, nell'ennesimo caso di mimesi metamorfica che sta trasformando sempre di più Tel Aviv in una caricatura grottesca della Pretoria degli anni '70 e '80, la compagnia di trasporti pubblici Egged, la stessa che serve le comunità di fanatici estremisti giudei armati fino ai denti, la stessa che trasporta plotoni di soldati sionazisti in completo assetto da guerra a massacrare e opprimere i legettimi abitanti della Palestina, ha annunciato la creazione delle prime linee d'autobus "segregate" ove saranno costretti a viaggiare "solo i Palestinesi".
Ovviamente per la proprietà transitiva, ciò sta a significare che sugli "altri" autobus i Palestinesi non avranno più diritto di mettere piede; realizzazione che ha scatenato già diversi furori a partire persino dalla parte meno marcia e corrotta della stessa società israeliana (una parte molto, molto piccola).
Questo fatto, anche da solo, dimostrerebbe come sia pienamente lecito e giustificato qualunque atto di lotta e sabotaggio contro la macchina-israele, meccanismo perverso che diffonde razzismo e iniquità cibanososi di espansionismo razzista che era già fuori moda prima del termine della 'Belle Epoque":
Presto in partenza per Bagdad le armi di Putin! Mosca si conferma partner preferenziale di Bagdad per le spese militari!
Come annunciato alcuni mesi fa su queste stesse pagine (e nonostante i diversi tentativi di parte NATO/occidentale/imperialista di sabotare l'accordo), il contratto tra Robosonexport (l'Agenzia di Stato russa per l'export militare) e il Governo irakeno di Nouri al-Maliki é stato finalizzato e, all'atto della ratifica definitiva, il Ministro della Difesa di Bagdad Hosyhar Zebari ha dichiarato alla radio russa di aspettarsi la consegna dei primi esemplari di elicottero d'attacco e di sistemi antiaerei entro la fine della primavera 2013 al più tardi.
In contrasto, la consegna di aerei americani F-16 che Washington ha insistito per fornire alla nuova aviazione irakena non é attesa dalle parti della Mesopotamia prima di un qualche momento del 2014 e già adesso, nei piani alti dello Stato Maggiore di Bagdad qualcuno si sta chiedendo se non sarebbe meglio affidarsi a nuove squadriglie di MiG-35 o Sukhoi-30, derivanti da modelli con cui l'Irak ha già avuto molta esperienza, piuttosto che a obsolescenti macchine made in usa.
In contrasto, la consegna di aerei americani F-16 che Washington ha insistito per fornire alla nuova aviazione irakena non é attesa dalle parti della Mesopotamia prima di un qualche momento del 2014 e già adesso, nei piani alti dello Stato Maggiore di Bagdad qualcuno si sta chiedendo se non sarebbe meglio affidarsi a nuove squadriglie di MiG-35 o Sukhoi-30, derivanti da modelli con cui l'Irak ha già avuto molta esperienza, piuttosto che a obsolescenti macchine made in usa.
lunedì 4 marzo 2013
Nuovi scontri in Egitto, almeno cinque i morti a Port Said, il Governo usa la mano pesante!
Dopo il morto e i numerosi feriti a Mansuria pochi giorni fa si sono riaccesi nel corso del week end gli scontri lungo tutto il Delta del Nilo, con particolare intensità nella notte tra ieri e oggi. Sarebbero almeno cinque i morti a Port Said, dove un'ennesima manifestazione legata al 'caso' della strage dello stadio del febbraio scorso.
Tra i cinque morti, riferisce il Ministro dell'Interno, vi sarebbero persino due membri delle forze dell'ordine; ma si attendono ancora conferme indipendenti visto che solitamente le perdite tra le fila dei reparti antisommossa non sono così frequenti e, quand'anche capitano, sono "bilanciate" da un numero di morti tra i dimostranti ben più alto.
In compenso, l'ampio uso di Gas CS (di cui, come sappiamo, esiste in Egitto una "buona riserva" grazie alla recente generosità dell'inquilino nero della Casa Bianca) avrebbe causato solo negli ultimi due giorni almeno 250 feriti e intossicati, alcuni dei quali, colti da collasso respiratorio, sono stati ricoverati d'urgenza in ospedali e cliniche della città.
Tra i cinque morti, riferisce il Ministro dell'Interno, vi sarebbero persino due membri delle forze dell'ordine; ma si attendono ancora conferme indipendenti visto che solitamente le perdite tra le fila dei reparti antisommossa non sono così frequenti e, quand'anche capitano, sono "bilanciate" da un numero di morti tra i dimostranti ben più alto.
In compenso, l'ampio uso di Gas CS (di cui, come sappiamo, esiste in Egitto una "buona riserva" grazie alla recente generosità dell'inquilino nero della Casa Bianca) avrebbe causato solo negli ultimi due giorni almeno 250 feriti e intossicati, alcuni dei quali, colti da collasso respiratorio, sono stati ricoverati d'urgenza in ospedali e cliniche della città.
Nablus mobilita anche i suoi bambini per domandare la liberazione dei prigionieri politici palestinesi!
Così come parenti e genitori dei prigionieri politici palestinesi non esitano a protestare in comunione coi loro cari, imponendosi rinunce che possono rivelarsi anche fatali, le generazioni più giovani del popolo di Palestina non si astengono certo da manifestare la loro solidarietà e vicinanza ai detenuti che stanno combattendo quella stessa lotta che un domani diventerà la loro.
Con questo spirito migliaia e migliaia di bambini e ragazzi di Nablus e dintorni, in Cisgiordania, si sono radunati con bandiere e cartelli e striscioni che avevano realizzato da loro stessi chiedendo che i detenuti politici attualmente in sciopero della fame nelle galere dell'occupazione sionista vengano quanto prima rilasciati.
Ricordando l'esempio del recente martire Arafat Jaradat, morto per le conseguenze delle spietate torture inflittegli dagli aguzzini del regime ebraico, i giovani della West Bank hanno invitato anche la tiepida e ipocrita comunità internazionale a riconoscere una volta per tutte la criminale condotta israeliana e prendere le appropriate misure affinché essa sia sanzionata e punita a dovere.
Con questo spirito migliaia e migliaia di bambini e ragazzi di Nablus e dintorni, in Cisgiordania, si sono radunati con bandiere e cartelli e striscioni che avevano realizzato da loro stessi chiedendo che i detenuti politici attualmente in sciopero della fame nelle galere dell'occupazione sionista vengano quanto prima rilasciati.
Ricordando l'esempio del recente martire Arafat Jaradat, morto per le conseguenze delle spietate torture inflittegli dagli aguzzini del regime ebraico, i giovani della West Bank hanno invitato anche la tiepida e ipocrita comunità internazionale a riconoscere una volta per tutte la criminale condotta israeliana e prendere le appropriate misure affinché essa sia sanzionata e punita a dovere.
L'Irak nega recisamente: "Nessun attacco, nessun intervento oltreconfine da parte delle nostre truppe!"
Come avevamo sostenuto fin dal primo 'lancio' della testata asservita agli interessi di Casa Saoud "Al-Arabiya" la voce secondo la quale forze armate irakene avrebbero iniziato a prendere di mira posizioni delle cellule terroriste wahabite presenti in Siria aprendo il fuoco contro di esse attraverso i confini internazionali é da considerarsi tendenziosa, priva di fondamento e strumentale alla narrativa NATO/imperialista che vorrebbe 'legittimare' interventi esterni nella delicata situazione siriana attribuendoli in primo luogo alla parte "Pro-Assad" per riuscire a 'sdoganare' i propri piani di sostegno alla destabilizzazione estremista delle frange armate qaediste.
Puntuale é infatti arrivata la secca smentita dell'ufficio del Premier Irakeno Nouri al-Maliki e dei vertici del Ministero della Difesa di Bagdad che hanno confermato di non avere dato alcun ordine in merito né di essere a conoscenza di situazioni in cui forze militari irakene abbiano dovuto aprire il fuoco oltre i confini nazionali, specificando che le regole di ingaggio dell'Esercito sono stringenti e tassativamente difensive, i comandanti sul campo, quindi, non avrebbero l'autorità di ordinare il fuoco sui terroristi in Siria anche se li vedessero sfilare appena oltre la frontiera.
Le dichiarazioni di parte irakena sono state riprese e diffuse dall'agenzia stampa nazionale irakena: la Al-Awsat.
Puntuale é infatti arrivata la secca smentita dell'ufficio del Premier Irakeno Nouri al-Maliki e dei vertici del Ministero della Difesa di Bagdad che hanno confermato di non avere dato alcun ordine in merito né di essere a conoscenza di situazioni in cui forze militari irakene abbiano dovuto aprire il fuoco oltre i confini nazionali, specificando che le regole di ingaggio dell'Esercito sono stringenti e tassativamente difensive, i comandanti sul campo, quindi, non avrebbero l'autorità di ordinare il fuoco sui terroristi in Siria anche se li vedessero sfilare appena oltre la frontiera.
Le dichiarazioni di parte irakena sono state riprese e diffuse dall'agenzia stampa nazionale irakena: la Al-Awsat.
Servizi segreti francesi e turchi tramavano per assassinare il Presidente Assad e ministri del suo Governo!
Fonti libanesi riconducibili al sito-web 'Asia News' redatto e diretto da Khedar Awarake hanno annunciato che negli ultimi mesi una "intensa collaborazione" avrebbe associato uomini dei servizi segreti di Parigi ed Ankara nel tentativo di assassinare esponenti di primo piano del Governo siriano, a partire dal Presidente Bashir Assad e dai principali ministri del gabinetto di Governo.
Vista l'impossibilità di ottenere risultati militari sul campo, hanno ragionato gli spymaster francesi e turchi, fare sparire la figura centrale della volontà siriana di resistere all'aggressione terrorista avrebbe forse potuto far precipitare la situazione e imporre nei fatti la necessità di un cambio di regime.
Ma i servizi segreti siriani, a partire da quelli dell'aviazione (personalmente e particolarmente curati da Assad Padre fin da prima della sua presa del potere), si sono nuovamente dimostrati tra i migliori della regione, riuscendo a "parare" sul nascere ogni minaccia con l'eccezione di quella che a luglio é risultata nella morte del Ministro della Difesa Generale Rajiha e facendo pagare (anche 'dietro le quinte') un alto prezzo a tutti gli attori e gli agenti di questo complotto.
Ruoli minori in questa cospirazione sarebbero stati giocati dai servizi segreti americani, sauditi e qatarioti.
Vista l'impossibilità di ottenere risultati militari sul campo, hanno ragionato gli spymaster francesi e turchi, fare sparire la figura centrale della volontà siriana di resistere all'aggressione terrorista avrebbe forse potuto far precipitare la situazione e imporre nei fatti la necessità di un cambio di regime.
Ma i servizi segreti siriani, a partire da quelli dell'aviazione (personalmente e particolarmente curati da Assad Padre fin da prima della sua presa del potere), si sono nuovamente dimostrati tra i migliori della regione, riuscendo a "parare" sul nascere ogni minaccia con l'eccezione di quella che a luglio é risultata nella morte del Ministro della Difesa Generale Rajiha e facendo pagare (anche 'dietro le quinte') un alto prezzo a tutti gli attori e gli agenti di questo complotto.
Ruoli minori in questa cospirazione sarebbero stati giocati dai servizi segreti americani, sauditi e qatarioti.
domenica 3 marzo 2013
Continua la modernizzazione della flotta aerea iraniana! Dopo F-5 e MiG-29 tocca ai "Phantom"!!
Nei mesi passati abbiamo cercato di fornire una cronaca quanto più possibile precisa, accurata e realistica degli sforzi che ingegneri e tecnici della Repubblica Islamica producono per permettere alla loro patria di valersi di una forza aerea moderna e adeguata a confrontare le numerose minacce militari e politiche poste contro la sua libertà, autonomia e indipendenza dai piani di sottomissione imperialista escogitati da Usa, Israele e pochi altri stati aggressivi e arroganti.
In attesa che si raffini e giunga a completa maturazione la capacità di produrre e mantenere in proprio aeromobili moderni (arrivata ormai sulla soglia di un vero e proprio "punto critico" con la presentazione del "Qaher-313") l'unico modo per riuscirci é quello di continuare a modificare e migliorare le airframe disponibili (F-14, F-4, F-5, MiG-29, Mirage F-1...) per consentire a quegli ottimi mezzi di generazione 3.5 o 4 di scavalcare con successo l'orizzonte del Ventesimo Secolo e proporsi credibilmente come avversari di ipotetici "banditi" di generazione 4.5 (giacché i vari claim americani che F-22 ed F-35 siano apparecchi di 'quinta generazione" altro non sono che baggianate propagandistiche).
Dopo avere messo mano con successo ai vecchissimi e usurati MiG-29 ex-irakeni mandati "in esilio" oltreconfine dai generali di Saddam poco prima della 'debacle' del 1991 e averli con viva sorpresa e ammirazione degli osservatori internazionali riportati alla piena efficienza operativa. Abbiamo ora notizia che l'IRIAF si stia dedicando al ricondizionamento e all'aggiornamento dei suoi F-4 Phantom II, macchine in un certo senso venerabili che stanno però entrando in una vera e propria 'seconda giovinezza'.
In attesa che si raffini e giunga a completa maturazione la capacità di produrre e mantenere in proprio aeromobili moderni (arrivata ormai sulla soglia di un vero e proprio "punto critico" con la presentazione del "Qaher-313") l'unico modo per riuscirci é quello di continuare a modificare e migliorare le airframe disponibili (F-14, F-4, F-5, MiG-29, Mirage F-1...) per consentire a quegli ottimi mezzi di generazione 3.5 o 4 di scavalcare con successo l'orizzonte del Ventesimo Secolo e proporsi credibilmente come avversari di ipotetici "banditi" di generazione 4.5 (giacché i vari claim americani che F-22 ed F-35 siano apparecchi di 'quinta generazione" altro non sono che baggianate propagandistiche).
Dopo avere messo mano con successo ai vecchissimi e usurati MiG-29 ex-irakeni mandati "in esilio" oltreconfine dai generali di Saddam poco prima della 'debacle' del 1991 e averli con viva sorpresa e ammirazione degli osservatori internazionali riportati alla piena efficienza operativa. Abbiamo ora notizia che l'IRIAF si stia dedicando al ricondizionamento e all'aggiornamento dei suoi F-4 Phantom II, macchine in un certo senso venerabili che stanno però entrando in una vera e propria 'seconda giovinezza'.
Come sradicare il terrorismo separatista (curdo): un’analisi di Doğu Perinçek
Una volta tanto siamo noi a "rubacchiare" un articolo agli amici di "Stato&Potenza"; un'analisi tanto profonda e stimolante sarà certo graditissima anche ai nostri lettori!
La vera raison d’être del PKK è la separanza di fondare uno Stato curdo con l’appoggio del cosidetto “Barzanistan” collocato nell’Iraq settentrionale. Il Governo Erdoğan sta sostenendo i piani del PKK con il suo appoggio a Barzani. Partendo da questi fatti, vi presentiamo il programma che segnerà il destino del piano di balkanizzazione del Medio Oriente. Per iniziare, si deve comprendere questo dato di fatto: le trattative tra il Governo Erdoğan e lo sciovinista Öcalan non sono un “processo pacifista”. Oggi, il piano viene dichiarato piu’ apertamente anche dalla parte dei sionisti: vogliono che Diyarbakır diventi il centro di uno stato satellite d’Israele. Vogliono che la Turchia, l’Iran, l’Iraq e la Siria vengano divisi e il “Barzanistan” raggiunga il Mediterraneo. Sono questi i fini della “strada verso la pace”.
Il progetto sanguinoso
Non c’è spazio per la pace in questo progetto. Ci sono soltanto guerre civili e fratricidio. Questo progetto assegna ai curdi il ruolo eterno di schiavitu’. Gli imperialisti vogliono usarli come dei meri soldati per distruggere le nazioni sovrane del Medio Oriente. Gli Stati Uniti e Israele lascieranno i curdi a mezza via dopo averli usati. Si vede chiaramente la fine di questa “strada”! Gli Stati Uniti sono costretti a ritirare le loro forze armate dal Medio Oriente e gli ufficiali dell’esercito turco rifiutano di servire gli interessi americani rischiandosi la libertà! A questo punto, c’è un’unica soluzione: l’unione dei Paesi della regione per mettere fine all’egemonia imperialista e alle tendenze separatiste. Un mio amico curdo mi aveva chiesto di mostrargli una soluzione. Aveva ragione. Perciò dedichiamo questa soluzione a tutti i popoli del Medio Oriente.
La base di sviluppo del terrorismo del PKK
Prima, osserviamo come si e’ sviluppato il terrorismo PKK. La ragione principale è che i nostri cittadini di origine curda pensano che il PKK stia per fondare uno stato curdo “indipendente” con l’appoggio degli Stati Uniti e d’Israele. Questa aspettativa e’ nata con la fondazione del “Barzanistan” dopo l’invasione d’Iraq dalla parte degli Stati Uniti e dei suoi alleati. La guerra in Siria e le trattative con Öcalan hanno nutrito questa speranza. Il sostegno di massa al PKK e’ cresciuto su queste basi. Il punto di vista militare sottolinea l’importanza del Monte Qandil. Il Monte Qandil è, senza dubbio, la sede centrale del terrorismo del PKK (e per questo motivo l’esercito iraniano l’aveva assediato nel 2011) però, come abbiamo detto prima, la vera raison d’être del PKK è la speranza del popolo curdo di poter fondare uno stato curdo “indipendente”. Cosi il PKK rafforza la propria causa. Il Governo Erdoğan sta sostenendo la causa del PKK con il suo appoggio al regime fantoccio di Barzani. I piani atlantisti-sionisti per la fondazione di uno stato satellite sono in crisi. Quando la Turchia si unisce con i paesi della regione, il problema sarà risolto. Quelli che impongono la balcanizzazione alla Turchia hanno costruito le basi per un’alleanza tra la Turchia, l’Iran, la Siria e l’Iraq.
Il programma che metterà fine al terrorismo
Il popolo di Turchia distruggerà l’egemonia dei collaborazionisti interni, fonderà un Governo Nazionale e strapperà la mappa del progetto (statunitense, ndt) del Grande Medio Oriente. Cosi sarà il programma da seguire:
1- Metteremo fine all’esportazione del terrorismo dalla Turchia in Siria e sosterremo l’Unità Nazionale della Siria
I piani di Erdoğan e i suoi superiori neoliberali che prevedevano la divisione della Siria sono falliti. Il popolo siriano si sta unendo intorno ad al-Assad. La potenza separatista nella Siria settentrionale sara’ sradicata una volta la Siria consolida la sua sovranita’ e la Turchia si allea con la Siria.
2- Sosterremo l’Unità Nazionale dell’Iraq con tutti i mezzi necessari e affermeremo che il petrolio iracheno appartiene al Popolo Iracheno
Cosi distruggeremo i sogni degli Stati Uniti e d’Israele di sterminare le nazioni sovrane del Medio Oriente e sradicheremo la minaccia del PKK. In questo processo anche il centro del terrorismo nel Monte Qandil sarà eliminato. Per di più, collaborare con un’Iraq unito sarà la soluzione più consona per i nostri problemi di energia.
3- Risusciteremo l’alleanza tradizionale con l’Iran e collaboreremo con l’Iran in ogni campo, specialmente nella sfera di Sicurezza Nazionale e Regionale
L’Iran è pronto per una tale cooperazione. Noi chiuderemo tutte le basi NATO nel nostro Paese e collaboreremo con l’Iran in Siria e in Iraq. Una collaborazione economica tra la Turchia e l’Iran porterà un vantaggio immenso per entrambi i Paesi.
4- Concentreremo tutte le risorse pubbliche per la lotta contro il PKK e saremo decisivi nello sradicamento del separatismo etnico
Il PKK perderà la sua forza sociale senza l’appoggio diretto degli Stati Uniti e d’Israele e alla fine sarà eliminato. Quelli che si arrendono avranno l’opportunità di pentirsi e diventare cittadini degni della Repubblica.
5- Uguaglianza e Libertà in ogni campo per i nostri cittadini di origine curda
La questione curda è già stata risolta per quanto riguarda i diritti culturali. Noi distruggeremo la struttura feudale nelle nostre province orientali per completare la Rivoluzione Democratica e faremo si che si realizzi l’uguaglianza sostanziale nella società.
6- Cosi sarà definita la “Nazione Turca” nella Costituzione:
“Si chiama Nazione Turca il Popolo di Turchia che ha fondato la Repubblica di Turchia. La Sovranità appartiene alla Nazione Turca che, con la lotta unitaria contro la Monarchia e le Potenze Imperialiste, ha affermato la sua volontà di vivere insieme”. Questa definizione della “Nazione Turca” che diventerà una nozione costituzionale si basa sull’affermazione “i turkmeni siamo noi, i curdi siamo noi – insieme siamo la Nazione Turca”.
7- Le relazioni sociali risalenti al Medio Evo e gli status feudali saranno aboliti e fonderemo amministrazioni popolari su ogni piano gerarchico per consolidare la Dittatura Democratica del Popolo
Noi offriamo la libertà e il diritto ad amministrare il Paese ai nostri cittadini di origine curda, al contrario degli Stati Uniti e di Israele che cercano sempre più servitori per consolidare l’egemonia sulle nostre terre. L’Unità del Popolo di Turchia è l’unica forza motrice per costruire una Turchia sovrana, democratica e progressista. La separazione, invece, porterebbe solo fratricidio ed indebolimento.
8- Dopo aver sradicato le minaccie separatiste, lavoreremo per realizzare l’Unione dei Cinque Paesi e dei Cinque Mari
Una cooperazione tra la Turchia, l’Iran, la Siria, l’Iraq e l’Azerbaigian porterà prosperità, sicurezza e democrazia alla regione. In questo modo, la sicurezza logistica delle risorse energetiche sarà garantita e si avrà una collaborazione benefica con i Paesi eurasiatici. Il blocco atlantico sta dividendo la Turchia con le minacce di guerra civile. La Turchia avrà la possibilità di unirsi e consolidare la Sovranità solo con la Rivoluzione Kemalista.
Gli Stati Uniti non possono prevenire questo programma
Gli Stati Uniti non hanno il potere di ostacolare questo programma che sradicherà il terrorismo etnico: un giorno questo sarà realizzato perché non esiste una forza sostanziale in Medio Oriente che potrebbe resistere alla potenza di un’alleanza tra la Turchia, l’Iran, la Siria e l’Iraq. Gli Stati Uniti non avrebbero il potere di sopraffare i Paesi dell’Asia Occidentale, una volta che siano uniti.
[Traduzione a cura di Aytekin Kaan Kurtul]
Il progetto sanguinoso
Non c’è spazio per la pace in questo progetto. Ci sono soltanto guerre civili e fratricidio. Questo progetto assegna ai curdi il ruolo eterno di schiavitu’. Gli imperialisti vogliono usarli come dei meri soldati per distruggere le nazioni sovrane del Medio Oriente. Gli Stati Uniti e Israele lascieranno i curdi a mezza via dopo averli usati. Si vede chiaramente la fine di questa “strada”! Gli Stati Uniti sono costretti a ritirare le loro forze armate dal Medio Oriente e gli ufficiali dell’esercito turco rifiutano di servire gli interessi americani rischiandosi la libertà! A questo punto, c’è un’unica soluzione: l’unione dei Paesi della regione per mettere fine all’egemonia imperialista e alle tendenze separatiste. Un mio amico curdo mi aveva chiesto di mostrargli una soluzione. Aveva ragione. Perciò dedichiamo questa soluzione a tutti i popoli del Medio Oriente.
La base di sviluppo del terrorismo del PKK
Prima, osserviamo come si e’ sviluppato il terrorismo PKK. La ragione principale è che i nostri cittadini di origine curda pensano che il PKK stia per fondare uno stato curdo “indipendente” con l’appoggio degli Stati Uniti e d’Israele. Questa aspettativa e’ nata con la fondazione del “Barzanistan” dopo l’invasione d’Iraq dalla parte degli Stati Uniti e dei suoi alleati. La guerra in Siria e le trattative con Öcalan hanno nutrito questa speranza. Il sostegno di massa al PKK e’ cresciuto su queste basi. Il punto di vista militare sottolinea l’importanza del Monte Qandil. Il Monte Qandil è, senza dubbio, la sede centrale del terrorismo del PKK (e per questo motivo l’esercito iraniano l’aveva assediato nel 2011) però, come abbiamo detto prima, la vera raison d’être del PKK è la speranza del popolo curdo di poter fondare uno stato curdo “indipendente”. Cosi il PKK rafforza la propria causa. Il Governo Erdoğan sta sostenendo la causa del PKK con il suo appoggio al regime fantoccio di Barzani. I piani atlantisti-sionisti per la fondazione di uno stato satellite sono in crisi. Quando la Turchia si unisce con i paesi della regione, il problema sarà risolto. Quelli che impongono la balcanizzazione alla Turchia hanno costruito le basi per un’alleanza tra la Turchia, l’Iran, la Siria e l’Iraq.
Il programma che metterà fine al terrorismo
Il popolo di Turchia distruggerà l’egemonia dei collaborazionisti interni, fonderà un Governo Nazionale e strapperà la mappa del progetto (statunitense, ndt) del Grande Medio Oriente. Cosi sarà il programma da seguire:
1- Metteremo fine all’esportazione del terrorismo dalla Turchia in Siria e sosterremo l’Unità Nazionale della Siria
I piani di Erdoğan e i suoi superiori neoliberali che prevedevano la divisione della Siria sono falliti. Il popolo siriano si sta unendo intorno ad al-Assad. La potenza separatista nella Siria settentrionale sara’ sradicata una volta la Siria consolida la sua sovranita’ e la Turchia si allea con la Siria.
2- Sosterremo l’Unità Nazionale dell’Iraq con tutti i mezzi necessari e affermeremo che il petrolio iracheno appartiene al Popolo Iracheno
Cosi distruggeremo i sogni degli Stati Uniti e d’Israele di sterminare le nazioni sovrane del Medio Oriente e sradicheremo la minaccia del PKK. In questo processo anche il centro del terrorismo nel Monte Qandil sarà eliminato. Per di più, collaborare con un’Iraq unito sarà la soluzione più consona per i nostri problemi di energia.
3- Risusciteremo l’alleanza tradizionale con l’Iran e collaboreremo con l’Iran in ogni campo, specialmente nella sfera di Sicurezza Nazionale e Regionale
L’Iran è pronto per una tale cooperazione. Noi chiuderemo tutte le basi NATO nel nostro Paese e collaboreremo con l’Iran in Siria e in Iraq. Una collaborazione economica tra la Turchia e l’Iran porterà un vantaggio immenso per entrambi i Paesi.
4- Concentreremo tutte le risorse pubbliche per la lotta contro il PKK e saremo decisivi nello sradicamento del separatismo etnico
Il PKK perderà la sua forza sociale senza l’appoggio diretto degli Stati Uniti e d’Israele e alla fine sarà eliminato. Quelli che si arrendono avranno l’opportunità di pentirsi e diventare cittadini degni della Repubblica.
5- Uguaglianza e Libertà in ogni campo per i nostri cittadini di origine curda
La questione curda è già stata risolta per quanto riguarda i diritti culturali. Noi distruggeremo la struttura feudale nelle nostre province orientali per completare la Rivoluzione Democratica e faremo si che si realizzi l’uguaglianza sostanziale nella società.
6- Cosi sarà definita la “Nazione Turca” nella Costituzione:
“Si chiama Nazione Turca il Popolo di Turchia che ha fondato la Repubblica di Turchia. La Sovranità appartiene alla Nazione Turca che, con la lotta unitaria contro la Monarchia e le Potenze Imperialiste, ha affermato la sua volontà di vivere insieme”. Questa definizione della “Nazione Turca” che diventerà una nozione costituzionale si basa sull’affermazione “i turkmeni siamo noi, i curdi siamo noi – insieme siamo la Nazione Turca”.
7- Le relazioni sociali risalenti al Medio Evo e gli status feudali saranno aboliti e fonderemo amministrazioni popolari su ogni piano gerarchico per consolidare la Dittatura Democratica del Popolo
Noi offriamo la libertà e il diritto ad amministrare il Paese ai nostri cittadini di origine curda, al contrario degli Stati Uniti e di Israele che cercano sempre più servitori per consolidare l’egemonia sulle nostre terre. L’Unità del Popolo di Turchia è l’unica forza motrice per costruire una Turchia sovrana, democratica e progressista. La separazione, invece, porterebbe solo fratricidio ed indebolimento.
8- Dopo aver sradicato le minaccie separatiste, lavoreremo per realizzare l’Unione dei Cinque Paesi e dei Cinque Mari
Una cooperazione tra la Turchia, l’Iran, la Siria, l’Iraq e l’Azerbaigian porterà prosperità, sicurezza e democrazia alla regione. In questo modo, la sicurezza logistica delle risorse energetiche sarà garantita e si avrà una collaborazione benefica con i Paesi eurasiatici. Il blocco atlantico sta dividendo la Turchia con le minacce di guerra civile. La Turchia avrà la possibilità di unirsi e consolidare la Sovranità solo con la Rivoluzione Kemalista.
Gli Stati Uniti non possono prevenire questo programma
Gli Stati Uniti non hanno il potere di ostacolare questo programma che sradicherà il terrorismo etnico: un giorno questo sarà realizzato perché non esiste una forza sostanziale in Medio Oriente che potrebbe resistere alla potenza di un’alleanza tra la Turchia, l’Iran, la Siria e l’Iraq. Gli Stati Uniti non avrebbero il potere di sopraffare i Paesi dell’Asia Occidentale, una volta che siano uniti.
[Traduzione a cura di Aytekin Kaan Kurtul]
La madre del prigioniero politico Ayman Sharawna: "Continuerò il mio sciopero della fame in ospedale, in solidarietà con mio figlio!"
Nel suo letto all'ospedale di Al-Khalil, in Cisgiordania, dove é ricoverata dalla metà di febbraio dopo essere collassata a causa delle privazioni cui si é sottoposta in solidarietà con suo figlio Ayman Sharawna, attualmente detenuto nelle galere israeliane, l'anziana ma determinatissima e coraggiosa Laila Ghannam ha dichiarato ufficialmente di essere pronta a continuare il suo sciopero della fame, pur sotto controllo medico, fino a quando suo figlio non verrà rilasciato.
Come Samir Issawi e molti altri in precedenza, anche Ayman Sharawna é uno dei molti prigionieri politici palestinesi che da mesi si stanno lentamente consumando rifiutando il cibo, trasformando i loro corpi imprigionati in campi di battaglia dove ogni ora, ogni minuto di digiuno accrescono un patrimonio di dignità che sminuisce e fa sfigurare nella meschinità la strapotenza violenta dei carcerieri, dei generali, degli invasori e degli occupanti sionisti.
Laila Ghannam ha lanciato un appello a tutti i dirigenti di Hamas, di Fatah, di tutte le organizzazioni politiche palestinesi, di non lasciare intentato nessun approccio per cercare di assicurare la liberazione di suo figlio e dei suoi compagni di prigionia.
Come Samir Issawi e molti altri in precedenza, anche Ayman Sharawna é uno dei molti prigionieri politici palestinesi che da mesi si stanno lentamente consumando rifiutando il cibo, trasformando i loro corpi imprigionati in campi di battaglia dove ogni ora, ogni minuto di digiuno accrescono un patrimonio di dignità che sminuisce e fa sfigurare nella meschinità la strapotenza violenta dei carcerieri, dei generali, degli invasori e degli occupanti sionisti.
Laila Ghannam ha lanciato un appello a tutti i dirigenti di Hamas, di Fatah, di tutte le organizzazioni politiche palestinesi, di non lasciare intentato nessun approccio per cercare di assicurare la liberazione di suo figlio e dei suoi compagni di prigionia.
Importantissimo incontro a Teheran tra i Ministri degli Esteri di Siria e Repubblica Islamica!
Si é tenuto nella giornata di ieri a Teheran un incontro che definire "strategico" é poco tra il Ministro degli Esteri della Repubblica Araba di Siria Walid Moallem e il suo collega iraniano Ali Akbar Salehi. Obiettivo non dichiarato ma facilmente intuibile del vertice quello di coordinare le posizioni in attesa dei prossimi "round" di colloqui diplomatici e trattative tra il Fronte della Resistenza e del sostegno anti-imperialista a Damasco e la claudicante 'armata brancaleone' dei sostenitori del terrorismo wahabita, ormai in rotta e in ritirata in tutti i settori dove rimaneva ancora operativo.
Iran e Siria già concordano sull'esclusione a priori di ogni opzione che veda l'allontanamento dal seggio presidenziale di Bashir Assad, vero e proprio 'avatar' della Resistenza nazionale siriana e incarnazione della voglia caparbia di conservare libertà e indipendenza espressa a più riprese da tutti i settori della società siriana. Quello che é anche più importante é che l'atteggiamento di Teheran e Damasco é condiviso fino al più alto livello da Mosca e Putin e Lavrov non scomoderanno nemmeno le loro segretarie ad annotare qualsivoglia proposta del campo Usa/Nato/salafita che pretenda di fare a meno di Assad come Capo di Stato.
"Per quanto fermamente convinti che la crisi siriana troverà la sua completa risoluzione attraverso un'intesa politica capiamo benissimo che fino a che esistono paesi, gruppi di paesi e loro rappresentanti che pubblicamente annunciano di volere devolvere milioni di dollari a gruppi terroristi coinvolti in disumani e sanguinosi attentati contro la popolazione siriana innocente il Governo di Damasco non abbia altra scelta se non continuare la propria campagna militare contro queste frange e queste cellule", ha dichiarato Salehi, cui il collega siriano ha presto fatto eco con un appello a chiudere "i rubinetti dei finanziamenti" ai gruppi estremisti per permettere il difficile "parto" di una soluzione negoziata.
Iran e Siria già concordano sull'esclusione a priori di ogni opzione che veda l'allontanamento dal seggio presidenziale di Bashir Assad, vero e proprio 'avatar' della Resistenza nazionale siriana e incarnazione della voglia caparbia di conservare libertà e indipendenza espressa a più riprese da tutti i settori della società siriana. Quello che é anche più importante é che l'atteggiamento di Teheran e Damasco é condiviso fino al più alto livello da Mosca e Putin e Lavrov non scomoderanno nemmeno le loro segretarie ad annotare qualsivoglia proposta del campo Usa/Nato/salafita che pretenda di fare a meno di Assad come Capo di Stato.
"Per quanto fermamente convinti che la crisi siriana troverà la sua completa risoluzione attraverso un'intesa politica capiamo benissimo che fino a che esistono paesi, gruppi di paesi e loro rappresentanti che pubblicamente annunciano di volere devolvere milioni di dollari a gruppi terroristi coinvolti in disumani e sanguinosi attentati contro la popolazione siriana innocente il Governo di Damasco non abbia altra scelta se non continuare la propria campagna militare contro queste frange e queste cellule", ha dichiarato Salehi, cui il collega siriano ha presto fatto eco con un appello a chiudere "i rubinetti dei finanziamenti" ai gruppi estremisti per permettere il difficile "parto" di una soluzione negoziata.