sabato 29 giugno 2013

Già indebolito e provato dallo Sciopero della Fame il prigioniero politico Al-Saidi smette anche di bere liquidi!

Il prigioniero politico palestinese Awad Al-Saidi, da tempo in stato di sciopero della fame per denunciare le disumane condizioni d'incarcerazione cui é sottoposto all'interno della galera sionista di Eshel ha deciso nella giornata di oggi di escalare il livello della propria protesta, smettendo di assumere ogni genere di fluido ed entrando quindi in sciopero della sete.

Lo sciopero della sete al contrario di quello della fame può provocare danni irrepararibili e gravissimi per la salute anche in poco tempo (in primis il collasso renale) ed é particolarmente pericoloso quando viene scelto da una persona già indebolita dal digiuno. Al-Saidi, trentottenne, é tenuto in stato di isolamento da oltre un anno e privo delle visite familiari da un periodo molto più lungo. Le sue richieste erano solo quelle di poter venire rimesso in compagnia degli altri prigionieri politici per affrontare insieme il periodo di digiuno e preghiera del Ramadan, che inizierà tra meno di dieci giorni.

Il Direttore della società "Ahrar" per i Diritti dei Prigionieri Palestinesi Fouad al-Khafsh ha chiesto solidarietà regionale e internazionale per la protesta di Al-Saidi conscio che il prigioniero ha intenzione di portarla avanti fino alle estreme conseguenze.

Il ridicolo "alzamiento" dei takfiri dello 'sceicco' Assir non ha fatto altro che cementare l'alleanza tra Hezbollah e l'Esercito Libanese!

'Oltre il danno la beffa', verrebbe da dire; oltre a non essere riuscito a ottenere nulla tranne la distruzione pressoché completa della sua milizia personale e delle sue strutture, oltre a essersi politicamente suicidato riducendosi a fare il fuggiasco nella più vicina ambasciata qatariota (fino a che gli emissari del Neo-emiro Tamim Al-Thani se la sentiranno di sopportarlo) il fallimentare "putsch" tentato dal sedicente Sceicco wahabita Ahmad al-Assir nel corso del passato week-end, iniziato con un appello settario ai membri sunniti delle forze armate ad ammutinarsi e schierarsi con gli estremisti takfiri, non ha fatto altro che avvicinare ulteriormente e cementare l'alleanza e la cooperazione tra l'Armee Libanaise e la milizia sciita Hezbollah, che finora non si era mai spinta a operazioni militari comuni, come invece se ne sono avute durante la repressione del tentato golpe wahabita.

L'intensificazione e l'approfondimento delle relazioni tra Esercito regolare di Beirut e la più importante ed efficiente delle milizie della Resistenza armata nazionale é un processo in fieri sin dalla conclusione (vittoriosa per Hezbollah) del conflitto del 2006 contro il tentativo di invasione sionista; in quell'occasione la mancata partecipazione delle forze armate nazionali alla difesa del territorio libanese venne sentita da gran parte della popolazione (e da molti membri dell'Armee) come un grave tradimento, una abdicazione a uno dei doveri fondamentali di ogni Esercito, ma il ruolo allora rivestito nel Governo da forze filosioniste e filosaudite come la Falange, le Forze Libanesi e il Mustaqbal di Saad Hariri impedirono una pronta efficace mobilitazione delle truppe a fianco di Hezbollah.

Un parziale riscatto si é avuto negli ultimi anni nel campo del controspionaggio e dell'intelligence, con numerose brillanti operazioni congiunte tra Hezbollah e servizi segreti militari, in parte rivelate all'opinione pubblica, in parte portate avanti sotto una discreta cortina di silenzio. Grazie a tale cooperazione il Libano si é riuscito a liberare di molte 'talpe' israeliane e di diversi impianti di sorveglianza remota, automatizzati e nascosti in zone impervie e strategiche del paese, molti impiantati proprio durante la breve invasione del 2006.

Finora però non si avevano avute occasioni per operazioni militari sul campo che vedessero coinvolti a un tempo uomini di Nasrallah e membri dell'Esercito regolare; bisogna chiarire che nel caso in questione il coinvolgimento di Hezbollah é stato limitato e più di 'consulenza' che di effettivo intervento armato, visto che la milizia sciita é già molto mobilitata in Siria, nelle zone di Qusayr, Talkalakh e ora anche Aleppo per aiutare l'alleato Presidente Assad e quindi non aveva molte forze da schierare direttamente sul campo, eppure veterani delle battaglie della Resistenza del 2000 e del 2006 sono stati 'richiamati' da Nasrallah e dai suoi per consigliare e istruire le forze speciali dell'Armee su come condurre la caccia agli insorti takfiri, come muoversi negli slum e nei campi profughi dove essi si rifugiavano e congregavano, come assediare e assaltare i loro covi, primo tra tutti la 'moschea' di Bilal ibn-Rabban.

Dopo questa prima occasione di collaborazione sul campo di battaglia, dopo le molte già avvenute in materia di intelligence e spionaggio, la strada sembra spianata per un sempre più stretto rapporto tra Hezbollah e Armee Libanaise: gridando alla 'sottomissione' dell'Esercito a Nasrallah (che ovviamente sottomissione non é, ma é collaborazione tra quanti vogliono che il Paese dei Cedri rimanga autonomo, indipendente e padrone del suo destino, non una marionetta per il re Saudita, l'Emiro di Doha, i sionisti di Tel Aviv o gli inquilini della Casa Bianca) i takfiri non hanno fatto altro che avvicinare ulteriormente queste due realtà. Come i protagonisti delle Tragedie Greche che con le loro stesse azioni mettono in moto il Fato che li distruggerà!




venerdì 28 giugno 2013

Come l'Esercito siriano ha ripreso la zona di Talkalakh; fondamentale snodo al confine col Libano!

Talkalakh e dintorni dimostrano, agli occhi dell'osservatore imparziale quanta parte della narrativa imperialista e occidentale sulla presunta "Guerra Civile Siriana" sia in realtà nulla se non pura menzogna e impostura; ancora nelle loro ultime edizioni i canali satallitari delle petro-monarchie wahabite 'Al Jazeera' e 'Al Arabiya' pretendevano che la città fosse in mano 'ai ribelli' (leggasi: ai mercenari stranieri foraggiati dagli Emiri) e che 'colonne di fumo si levassero dall'abitato mentre l'Esercito lo bombardava a tappeto'). Nel suo articolo di ieri il reporter Patrick Cockburn dell'Independent (a sua volta un outlet mediatico non certo filosiriano o schierato con l'Asse della Resistenza) descriveva la città come tranquilla e sonnacchiosa, totalmente in mano alle truppe lealiste, gli unici sbrecci di esplosione e buchi di proiettile sui muri ben lungi dall'essere recenti, forse risalenti addirittura a due anni fa.

La verità é che Talkalakh non ha mai veramente cambiato mano e non é mai stata "occupata dai ribelli" (come gli imperialisti chiamano i cannibali di Al-Nusra) ma ha subito nel corso degli ultimi mesi l'infestazione delle zone di campagna circostante da parte delle bande armate che usavano il vicino confine col Libano per rifornirsi di armi e munizioni. Vicino a Talkalakh scorre il fiume Al-Kabir e attraverso la vallata da esso scavata gli abitanti delle due sponde hanno elaborato mille e mille stratagemmi nel corso degli anni per far passare merci 'scottanti' o sensibili da una parte all'altra della frontiera. Alcuni contadini allevano asini che portano ogni notte da un lato all'altro del confine sempre lungo lo stesso sentiero fin da piccoli, in maniera che per loro diventi naturale seguire quel particolare percorso anche senza nessuno che gli regga il morso. Un asino così addestrato può venire usato per contrabbandare droga, valuta o altre merci assicurategli sul dorso in maniera 'automatica' e si dice che possa venire venduto ai clan di contrabbandieri per il prezzo di un piccolo appartamento.

Gli emissari dell'insorgenza armata anti-Assad avevano avuto buon gioco a farsi amici i locali cartelli del contrabbando visto che non gli chiedevano di fare nulla di diverso dal loro 'normale' lavoro e potevano permettersi di pagar loro migliaia e migliaia di petrodollari sauditi e qatarioti a ogni 'carico' fatto passare; l'abilità delle forze di Assad é stata quella di smantellare questo 'network' con una serie di operazioni mirate che sono risultate nella scoperta e nel sequestro di dozzine di arsenali, punti di raccolta e santebarbare dei terroristi e dei loro alleati contrabbandieri.


Il Gran Mufti di Siria dichiara: "Nessuno scontro settario in corso nel paese, tutto il Popolo unito contro il Terrore" e loda Nasrallah!

Ancora una volta saggi e coraggiori leader sunniti, veri interpreti della sapienza musulmana della setta maggioritaria dell'Islam mondiale, spendono le loro parole per dissipare l'illusione mendace propalata da certe emittenti mediatiche asservite a ben noti interessi politici regionali e internazionali che vorrebbero dare a intendere ai loro spettatori che quella in atto in Siria sarebbe una sorta di 'Guerra di Religione' che vedrebbe contrapposti da una parte i sunniti e dall'altra sciiti, cristiani e alawiti.

Adesso é toccato al Gran Mufti di Damasco, Ahmad Badreddin Hassoun, ribadire il concetto che in Siria non sia in corso alcuna 'guerra civile' ma una campagna di aggressione esterna voluta da potenze straniere regionali e occidentali che prende di mira prima di tutto la Storia, la Cultura e la specificità unica di un paese che ha sempre accolto e benedetto le diversità di etnia, lingua, religione e denominazione, esempio, come il vicino Libano dei più fulgidi esempi di tolleranza e convivenza pacifica di tutto il Medio Oriente.

Hassoun ha inoltre smentito le affermazioni fatte da fonti vicine all'insorgenza terrorista che vorrebbero catalogare la presenza di uomini di Hezbollah nel paese come la prova di una 'occupazione sciita' (o iraniana) del paese, lodando invece l'esempio e le parole anche recenti del Segretario Generale Nasrallah e dichiarando che i militanti della Resistenza libanese si trovano in Siria per aiutare un paese fratello a difendersi dall'ingerenza e dall'occupazione imperialista e sionista esattamente come hanno difeso in questi anni il Libano, cogliendo le fulgide vittorie del 2000 e del 2006.

L'ingloriosa fine di Ahmad al-Assir come quelle di Lahad, Calero, Geagea: "La Caduta dei Pupazzi!!"

Lahad, Calero, chi erano costoro? Attualmente condannati all'oblio come altrettanti Carneade, Antoine Lahad e Adolfo Calero erano una volta capi di importanti gruppi armati asserviti agli interessi imperialisti e sionisti rispettivamente in Libano Meridionale e in Nicaragua dove come altrettanti proconsoli dell'Impero comandavano le legioni semibarbare dell'SLA e dei 'Contras'. Il fatto che oggi risultino sconosciuti é dovuto al fatto che, una volta che avevano esaurito la loro utilità i loro 'padrini' li hanno immantinente abbandonati facendoli sparire nell'oblio: Lahad vide i suoi protettori israeliani ritirarsi in fretta e furia nel 2000 quando l'avanzata della Resistenza di Hezbollah si era fatta ormai inarrestabile, senza nemmeno ricevere un avviso di quel che stava accadere: fece a malapena in tempo a fuggire a Sud lasciando come si suol dire 'nella bratta' i suoi luogotenenti e i suoi miliziani molti dei quali vennero catturati dagli uomini di Nasrallah e chiusi in prigione nelle stesse celle dove per quasi vent'anni loro stessi avevano incarcerato e torturato i loro avversari. Adesso Lahad vive nella Palestina occupata dove gestisce un ristorante, "bella fine" per uno dei più fedeli servi di Sion in Libano!

Adolfo Calero, già imbottigliatore di Coca-Cola, passò dall'avvelenare i nicaraguensi col caramello e le bollicine ad ammazzarli col piombo e l'esplosivo; dopo anni di stragi orrende che suscitarono scandalo e schifo perfino negli USA, (ricordiamo il servizio sull'esecuzione a pugnalate di un Sandinista pubblicato da) invece, venne 'silurato' dai suoi stessi sponsor americani, che approfittarono di una sua faida interna con Enrique Bermudez per fare fuori entrambi, dopo che l'armistizio di Sapoa aveva reso simili assassini inutili per il campo imperialista che sperava di poter rimettere le mani sul paese con i suoi burattini elettorali come Violeta Chamorro. Le loro storie ci insegnano che chi si fa pupazzo degli interessi americani e sionisti deve prepararsi spiritualmente e materialmente a venire "giubilato" senza alcun preavviso non appena gli interessi dei suoi padroni e quelli suoi personali debbano ritrovarsi a divergere anche di poco.

Gli imperialisti non concepiscono i concetti-base di fedeltà, riconoscenza o gratitudine, per essi le convenzienze del presente sono l'unico indicatore di condotta, per questo non riescono a imparare dal passato e ripetono spessissimo gli stessi errori. Identica la parabola di Ahmad al-Assir, tuttora 'uccel di bosco' a Sidone (probabilmente rintanato nell'ambasciata del Qatar) dopo che, nonostante la palese impossibilità di successo, per compiacere i suoi marionettisti ha scagliato tutta la sua 'struttura militare' pochi uomini approssimativamente equipaggiati con pochissima preparazione tecnica contro le Forze Armate regolari dello Stato.

Lo stesso Samir Geagea, pur essendo ancora presente sul palcoscenico politico libanese, dopo essere stato uno dei massimi agenti filoisraeliani nel paese spese 11 anni in carcere per i suoi crimini (e dovrebbe ancora scontare molti ergastoli!) senza tuttavia che i suoi ex-padrini facessero nulla per aiutarlo o sostenerlo.

Siamo dunque praticamente certi, che, una volta 'bruciatosi' nella fallimentare mossa azzardata della settimana scorsa anche il nome del sedicente sceicco Ahmad al-Assir sia destinato a sparire via via tra le note a piè di pagina della Storia del Medio Oriente contemporanea fino a che, nel 2035, qualcuno potrà leggere i nostri scritti riguardo lui e le sue poche e dimenticabili opere e sbottare: "Al-Assir? Ma chi era costui?".

giovedì 27 giugno 2013

Un importantissimo "atout" in mano al neopresidente Rohani: i buoni rapporti di Teheran con Pachistan e Afghanistan!

Chi scrive é profondamente convinto che il continuo, esponenziale miglioramento delle relazioni politiche e diplomatiche della Repubblica Islamica dell'Iran con Kabul e Islamabad nel corso dell'ultimo decennio (miglioramento a cui sono seguiti in certi casi "addentellati" economici importantissimi, se non potenzialmente rivoluzionari) sia da ascrivere in non piccola parte, alla figura e al ruolo dell'ormai ex-Presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad.

Certo non siamo tanto ingenui da tributare esclusivamente tutto il merito di tale sviluppo a una sola persona, eppure siamo certi che senza il suo atteggiamento franco e la sua sincerità spesso abrasiva nel denunciare prepotenze, doppiezze e soperchierie del campo imperialista i Governi afghano e pachistano (l'uno ancora occupato e invaso dalla NATO, l'altro sottoposto alle cotidiane forche caudine dei droni-killer di Obama) sarebbero stati meno entusiasti di rafforzare e approfondire i legami con Teheran.

Queste buone relazioni non solo solo limitate all'ambito delle istituzioni ufficiali: l'Iran ha curato anche i suoi rapporti con l'insorgenza  afghana e i suoi leader, che diventaranno importantissimi nel quadro di un prossimo progressivo ritiro NATO dal paese. E proprio per queste sue 'entrature' a tutti i livelli l'Iran potrà giocare un ruolo di primo piano nel facilitare lo sganciamento Usa da Kabul, operazione che ora come ora avrebbe tante e tali difficoltà da essere quasi impossibile.

Entrare in Afghanistan 12 anni fa era stato immensamente più facile che uscirne ora: all'epoca quasi tutti gli 'stan centrasiatici erano filo-Usa e decisamente svincolati se non addirittura ostili a Mosca, oggi grazie all'abilità di Vladimir Putin si é ristabilito un clima di concordia col Cremlino che fa quasi pensare che l'URSS in Asia Centrale non sia mai caduta, il progressivo intensificarsi della campagna di assassinii via-drone in Pachistan ha reso molte province di confine intransitabili a convogli Usa e la mole di materiale da rimuovere dal paese, pur ridotta all'osso dalla decisione di implementare draconiane economie, sarà comunque enorme.

Evacuare i materiali necessari via Nord sarebbe costosissimo, quasi improponibile, farli passare da Sud fino a porti dove le flotte Usa possano raccoglierli sarebbe molto meglio, ma a tal fine una 'buona parola' di Teheran sarebbe quasi necessaria e Teheran questa 'buona parola' può farsela pagare molto cara: non rinnovo di sanzioni, concessioni nucleari, punti fermi nella questione siriana.

Rohani, Neopresidente iraniano, si trova servita al tavolo una "mano" di carte con molti assi...speriamo che sappia farne buon uso e costruire con essi nuovi successi politici e diplomatici i cui effetti riverberino a lungo nel futuro.

Flottiglia iraniana del Mar Caspio in visita di cortesia al porto russo di Astrakhan!

Come puntualmente annunciato con largo anticipo su queste stesse pagine il Contrammiraglio iraniano Siavash Jarreh, Vicecomandante supremo delle forze navali di Teheran ha dichiarato che entro pochi giorni una flottiglia dell'IRIN getterà l'ancora alla foce del Volga, lungo le banchine di Astrakhan, per una visita di cortesia.

La flottiglia, che comprenderà due recenti unità lanciamissili, avrà il compito di rinsaldare ulteriormente i rapporti amichevoli che si sono stabiliti fra Mosca e la Repubblica Islamica, pnteggiati e scanditi da avvenumenti come la recente visita di una task force navsle russa a Bandar Abbas.

Tra le unità che hanno visitato il porto iraniano in quell'occasione si annoveravano la nave anti-sommergibile 'Admiral Panteleyev', e la nave-logisitica da sbarco 'Admiral Nevelskoy' con ben 712 uomini d'equipaggio. Le navi russe si stavano riposizionando dal Pacifico al Mediterraneo Orientale nel quadro delle manovre per la ricostituzione di una squadra semi-permanente da dedicare alla sorveglianza e alla protezione delle coste siriane.

Il primo discorso dell'Emiro Tamim delude chi sperava in un cambio di rotta della politica di Doha!

Coloro i quali covavano più o meno segretamente la speranza che il recente avvicendamento sul trono qatariota avrebbe potuto tradursi in un lento e parziale riposizionamento di Doha nello scacchiere strategico mediorientale ha visto le proprie aspettative brutalmente rovinate proprio dal primo discorso ufficiale dell'Ex-delfino ora divenuto Emiro Tamim al-Thani il quale, nella sua prima 'uscita' pubblica, si é limitato a recitare un peana a favore dei diciotto anni di regno paterno e a ribadire che sotto la sua guida il Qatar continuerà nel solco tracciato dall'augusto, pingue genitore.

Certo, bisogna tenere conto che se Tamim avesse anche intenzione di spostare il proprio paese fuori dallo stretto giogo impostogli dagli Americani e dai Sionisti difficilmente lo annuncerebbe in diretta televisiva appena conquistato il potere, tuttavia anche la maniera casuale e svogliata con cui il neo-emiro ha menzionato la questione palestinese sembra indicare che il nuovo sovrano sarà più interessato a farsi 'ascaro' degli ordini di Washington e Tel Aviv contro la Siria, l'Iran, Hezbollah e l'Asse della Resistenza piuttosto che a dare segni di discontinuità con il precedente regnante.

L'Esercito siriano distrugge dozzine di tunnel, rifugi e depositi attorno a Talkalakh, stroncando i rifornimenti dei terroristi!

Nella giornata di ieri l'Esercito Arabo Siriano ha concluso definitivamente le operazioni di "ripulitura" delle campagne attorno a Talkalakh, centro vicinissimo al confine con il Libano che negli scorsi mesi é stato al centro di numerosi tentativi di attacco da parte delle milizie qaediste, ogni volta respinte con gravi perdite dalle truppe regolari.

Nonostante i frequenti fallimenti nei loro tentativi di conquista della cittadina i miliziani takfiri erano riusciti a stendere una "ragnatela" di depositi, arsenali, santebarbare, tunnel e passaggi che portavano da una parte all'altra del confine, rendnendo la zona uno dei principali canali di approvvigionamento di armi, munizioni ed esplosivo per i mercenari stranieri presenti in Siria.

Adesso grazie all'azione dell'Esercito si può essere ragionevolmente sicuri che quei giorni siano finiti per sempre e che numerose cellule e gruppi armati nelle province di Homs, Idlib, Hama e altre ancora nei prossimi giorni possano trovarsi nell'impossibilità di operare proprio a causa della penuria di rifornimenti.

mercoledì 26 giugno 2013

Dopo il brutale linciaggio di quattro sciiti la polizia egiziana pigramente arresta "I Soliti Sospetti"!

Mentre nel corso della passata domenica noi dedicavamo tutta la nostra attenzione allo svilupparsi degli eventi in Libano, dove la pronta reazione delle Forze Armate ha impedito il diffondersi insensato della violenza internecina e settaria, nel 'brillante' Egitto dell'Ikhwan, egemonizzato dai messaggi d'odio anti-sciita di Qaradawi, imam della CIA e di Al-Qaeda, per la felicità del mentecatto che appesta le nostre colonne di commenti con ridicoli peana anti-sciiti degni del peggior takfiro di Bab al-Tabaneh, una folla di straccioni assaltava nel villaggio di Zawiyat Muslim, nella Provincia di Giza, presso Abu Nomros, l'edificio dove il reverendo Sheikh Hasan Shahata con i suoi seguaci stava festeggiando l'anniversario dell'Imam Mahdi.

Dopo aver lanciato bottiglie incendiarie contro lo stabile gli esaltati sono entrati dentro e hanno ucciso a mani nude lo Sheik Shahata, due suoi fratelli e una quarta persona, prima di trascinare in strada i loro cadaveri. Allo spettacolo di orrore barbaro mancava solo un tocco di cannibalismo come quello perpetrato in Siria dagli assassini wahabiti, ma non é detto che le predicazioni d'odio di Qaradawi e soci, tollerate con l'implicito benestare del burattino Mursi, non riescano a spingere gli ignoranti fanatici  sunniti anche a questo, in una futura occasione.

Oggi. dopo i funerali delle vittime e le manifestazioni di lutto pubblico da parte della comunità sciita egiziana, piccola nel numero ma grande, grandissima nella dignità e nella Fede. Col consueto ritardo e la nota faciloneria, le forze dell'ordine hanno arrestato una ventina di persone accusate a vario titolo di aver preso parte al linciaggio. Vorremmo chiedere ai filo-wahabiti che infestano questo sito? Come mai sono sempre gli sciiti a pagare col loro sangue l'odio cieco e l'intolleranza degli estremisti takfiri? Come mai non avvengono mai, MAI, stragi di sunniti nemmeno nei paesi a stragrande maggioranza sciita? Meditate sulla risposta...meditate...

Comincia a chiarirsi la lotta per la successione a Riyadh? Re Abdullah sponsorizzerebbe la candidatura del 'figliolo' Mutaib...

Mentre in Qatar si sarebbe già consumato senza colpo ferire il trasferimento dei poteri da parte dell'ormai ex-Emiro Al-Thank verso il primogenito della sua seconda moglie, il Principe (ora Emiro) Tamim, fino a poco fa lasciato a baloccarsi col Paris Saint-Germain e con la presidenza del Comitato Olimpico Qatariota la situazione della possibile successione a Re Abdallah a Riyadh é molto più complicata, tra stoccate e ripicche che scuotono fin nelle fondamenta una costruzione dinastica ormai rosa e pericolante.

Gli sforzi dell'anziano e malato Re Abdallah, che ancora recentemente si é impegnato ad accusare formalmente e a infliggere gli arresti domiciliari al potente ex-Viceministro della Difesa, sarebbero volti a spinanare la strada per il trono al suo pupillo, il figlio Principe Mutaib, Ministro della Guardia Nazionale, formazione armata affidatagli direttamente dal padre.

"Appena" sessantunenne, Mutaib potrebbe essere ben visto dalla Casa Bianca e dalla Lobby sionista che mal sopporterebbero un altro regnante ultraottantenne che giocoforza dovrebbe abbandonare il trono entro pochi anni per morte o senilità.

Il Generale Pourdastan dichiara: "La Repubblica Islamica indipendente per produzione e manutenzione degli elicotteri!"

Nel corso di una visita alla base dell'Aviazione delle Forze Armate di Aybek, nella Provincia di Qazvin il Comandante in Capo dell'Artesh (Esercito regolare iraniano), Generale Reza Pourdastan, ha colto l'occasione di ringraziare pubblicamente gli ingegneri e i tecnici nazionali che grazie ai loro grandi sforzi e innegabili progressi nel corso degli ultimi anni sono riusciti a rendere la Repubblica Islamica Iraniana completamente indipendente dall'estero per le necessità della sua flotta elicotteristica militare.

Un tempo (durante la dittatura di Reza Palhevi) dipendente dall'Occidente e in particolare dagli Usa per quasi tutti i suoi bisogni militari l'Iran post-rivoluzionario, mettendo a frutto la lezione della Guerra Imposta contro l'Irak di Saddam Hussein ha devoluto da subito dopo l'armistiazio del 1988 importanti risorse a perseguire una politica di sviluppo industriale per la Difesa all'insegna dell'Indipendenza.

Al giorno d'oggi l'Iran é uno dei paesi in possesso di un'avanzatissima industria missilistica ed é in grado di mantenere e produrre autonomamente mezzi blindati e corazzati, pacchetti di modernizzazione per vecchi carri armati, sottomarini tascabili e medi, droni senza pilota, pezzi d'artiglieria e avanzati proiettili 'intelligenti', Fregate e Cacciatorpedinieri, oltre che elicotteri da ricognizione e combattimento, come quelli effigiati in foto, derivati dal vecchio AH-1 americano ma molto rinnovati nell'avionica e nell'elettronica.

martedì 25 giugno 2013

Dopo gli scontri di Sidone: che resta del network wahabita in Libano? Bisogna aspettare un'altra strage? O é il momento di farla finita?

Dopo che grazie alla decisa reazione delle istituzioni statali e dell'Esercito nazionale la rete di militanti takfiri del rozzo predicatore Ahmed al-Assir a Sidone/Sa'ida é stata pressoché distrutta, con dozzine di morti e almeno sessanta arresti (per molti casi dei quali si stanno già tenendo i processi per direttissima di fronte a speciali corti militari) é il caso di fare il punto della situazione per capire di quali forze ancora può fare affidamento la sovversione wahabita filosionista, filosaudita e filoqatariota, e rispondere alla domanda se sia preferibile attendere che essa si rinforzi ulteriormente e magari riprovi (con più successo) a destabilizzare il Paese dei Cedri oppure se non sia il caso "fatto trenta" di "fare anche trentuno" e continuare l'azione armata fino a che ogni sua propaggine non sia sradicata e distrutta.

A Sidone ormai Assir e i suoi non  costituiscono più una minaccia: la rete costruita in due anni era troppo fragile e immatura per poter reggere uno scontro prolungato con le forze armate e ha ceduto al primo attacco deciso da parte dell'Armee Libanaise, anche il tentativo di cercare di sollevare i residenti del campo profughi di Ain al-Hinweh si é rivelato velleitario e fallimentare, condannando Assir alla sconfitta.

A Tripoli Siriaca non ci sono in nessun momento più di 600 wahabiti armati, grossomodo così ripartiti: 400 agli ordini del predicatore takfiro Hussam al-Sabbaq, un centinaio agli ordini del sedicente 'sceicco' Kanaan Naji (il cosiddetto gruppo 'Jund Allah') e per ultimi i 40-50 membri dell'organizzazione di Saad al-Masri.

Questi wahabiti sono stati più volte respinti dagli armati del Partito Democratico Arabo (Alawiti eredi della milizia delle 'Pantere Rosa') e dell'SSNP di Jabal Mohsen ogniqualvolta hanno cercato di dare l'assalto al quartiere rivale dal loro miserabile 'slum' di Bab al-Tabaneh, grazie alla grande supremazia in fatto di armi medie e pesanti che gli alawiti e i socialisti nazionali possono mettere in campo.

Circa un centinaio di militanti wahabiti si trovano nella zona di Nehme, ma, come hanno dimostrato nell'occasione degli ultimi scontri, la loro capacità si limita a poter chiudere temporaneamente i contatti tra Beirut e Sidone, come hanno fatto per alcune ore nel corso degli ultimi scontri. Le loro capacità operative sono limitate anche per la massiccia presenza di uomini e struttre del PFLP-GC nella zona, che se si mobilitassero tutti contro di loro ne decreterebbero ben presto la fine.

L'ultima "riserva" di forze wahabite presenti in Libano si trova nella zona di Beirut e precisamente nel quartiere di Tareq al-Jdideh, vicino alla zona sciita di Shiyeh, essi sembrerebbero una forza imponente con circa mille uomini armati, ma in realtà sono un gruppo estremamente fragile essendo quasi totalmente privo di addestramento e sarebbe possibilissimo neutralizzarlo con una piccola forza professionale che agisse contro di essa in maniera coordinata.

Scontri attorno ad Aleppo e Hama: forze siriane bombardano Qabtan, la battaglia infuria ma i terroristi non hanno speranze!

Infuriano i combattimenti attorno ad Aleppo, dove, con una serie di improvvisati contrattacchi, i gruppi di mercenari wahabiti hanno cercato di prendere 'in contropiede' le forze dell'Esercito regolare nel tentativo di recuperare le posizioni perse nel corso del week-end prima che i militari potessero consolidarne il possesso. Tuttavia grazie alla determinazione e alla professionalità dell'Esercito Arabo Siriano tutti questi tentativi si sono risolti con un nulla di fatto e con ulteriori gravi perdite nelle fila takfire, in special modo nei dintorni di Kfar Hamra e vicino all'aeroporto militare di Minnigh.

Contemporaneamente squadriglie da bombardamento dell'aviazione siriana hanno portato a termine numerose incursioni su Qabtan, in preparazione di una prossima avanzata in quella direzione, mentre intense battaglie si sono consumate nella Provincia di Hama attorno alle località di  Jib al-Hinta, Jib Othman e Rasm al-Daheriya.

Le forze del Presidente Assad sembrano oramai a un passo dal ristabilire sicuri collegamenti tra tutte le province e i governatorati della Siria, costringendo le bande mercenarie wahabite a ritirarsi in perimetri sempre più ristretti e sempre più strettamente sorvegliati dove assediarle e poi schiacciarle una a una sarà via via più facile.

lunedì 24 giugno 2013

Il Patriarca Maronita e il Gran Mufti Sunnita condannano il rozzo predicatore takfiro, forse scappato all'ambasciata del Qatar!

Ahmed al-Assir, il superficiale e ignorante sedicente 'sceicco wahabita' che ha cercato di scatenare gli straccioni ai suoi ordini in una impossibile 'guerra civile' contro l'Esercito regolare libanese ha visto il suo "impero" (costruito nel giro di due anni di confuse predicazioni e di finanziamenti sauditi e qatarioti) crollare miseramente di fronte ai colpi dell'Armee e alla decisa volontà dei suoi membri sunniti di non disertare, ma anzi di vendicare i loro camerati (di qualunque setta fossero) caduti nel week-end sotto i vigliacchi colpi dei cecchini takfiri.

Dopo la conquista della moschea di Bilal ibn-Rabbah e quella del suo ufficio a Sidone, non sono rimasti più nascondigli per i fanatici armati seguaci di Assir, la maggior parte dei quali, é bene ricordarlo, non é nemmeno libanese, ma fa parte del variegato 'caravanserraglio' di islamisti inviati in Libano dalle petro-monarchie wahabite del Golfo, nella speranza che possano trasformare il "Paese dei Cedri" nel retroterra della guerriglia mercenaria anti-Assad.

Intanto sia il Patriarca Cristiano Maronita Beshara al-Rai che il Gran Muftì sunnita Sceicco Qabbani hanno espresso in termini inequivoci la loro condanna di ogni atto violento che turbi la pace e la convivenza tra differenti sette e religioni su cui si basa la vita civile in Libano. Particolarmente significativa la condanna del Gran Mufti, voce saggia ed esperta che sola interpreta la volontà e il pensiero della stragrande maggioranza dei musulmani sunniti, per nulla adulati dalle squilibrate infiammatorie concioni dei sedicenti 'imam' e 'sceicchi' takfiri, che col loro settarismo non indietreggiano di fronte agli appelli alle lotte intestine e allo spargimento del sangue di altri musulmani (come sciiti, sufi e altre sette...).

Si é intanto sparsa la voce che, ferito e senza riparo, Ahmed al-Assir possa essersi rifugiato nell'ambasciata del Qatar.

E' ufficiale! Il grosso grasso Emiro del Qatar ha alzato il sederone dal trono: ha abdicato!!

Come annunciato con largo anticipo su queste pagine (sia lode e grazie alle nostre fonti!) é arrivata oggi da Doha la notizia ufficiale che l'Emiro del Qatar Hamad al-Thani ha abdicato al trono in favore dell'erede diretto, il figlio primogenito della seconda moglie, Principe Tamim.

Il 'valzer' sul trono, cui si accompagnano le dimissioni del 'falco' Hamad bin Jassim (eminenza grigia del vecchio Emiro e contemporaneamente Premier e Ministro degli Esteri, invischiato fino al collo nella palude dei finanziamenti ai terroristi anti-Assad), lascia un notevole 'vuoto' nelle attività estere dell'Emirato, che il neo-incoronato potrà colmare solo dopo un periodo di 'assestamento' di alcuni mesi.

Salito al potere con un 'golpe incruento' nel 1995 il regno di Hamad al-Thani ha visto il Qatar passare da paese petrolifero di secondo piano a diretto sfidante dell'Arabia Saudita per il primato fra le monarchie arabe conservatrici, filoamericane e filosioniste, obiettivo perseguito dall'Emiro con spese faraoniche come quelle sostenute per mettere in piedi il network della menzogna wahabita 'Al-Jazeera' (maldestramente imitato dai Sauditi con Al-Arabiya) e per versare cospicue tangenti alla FIFA per assicurarsi i mondiali di calcio 2022.


Nuovi scontri armati a Sidone: l'Esercito libanese espugna il 'fortino' del rozzo predicatore wahabita!

Con una violenta recrudescenza degli scontri armati le forze takfire fedeli all'ignorante predicatore wahabita 'sceicco' Ahmed Assir hanno cercato di colpire nuovamente gli uomini dell'Armee Libanaise che hanno reagito assediando e distruggendo la 'fortezza' dei wahabiti nel quartiere di Abra dopo che ieri avevano espugnato la loro moschea.

Qundici morti tra i soldati e circa sessanta tra i terroristi si sono contati alla fine delle sparatorie che si sono avute anche nella zona della Corniche Marine; la maggior parte dei morti non era nemmeno libanese, facendo parte della vasta collezione di estremisti takfiri inviati via Libano verso la Siria dalla cospirazione israelo-americana-saudi-qatariota contro l'Asse della Resistenza.

Il terrorista  Abdul Rahman Shmandar, 'luogotenente militare' di Assir é stato trovato tra i cadaveri, mentre non é chiara la posizione del sedicente "cheik", verso cui comunque il Procuratore Militare Giudice Sakr Sakr ha spiccato (meglio tardi che mai!) un mandato di cattura. Adesso tutte le forze armate e di polizia libanesi hanno il dovere di arrestarlo e di usare la forza se cercasse di resistere con le armi.


Con le continue vittorie sul campo la lotta anti-terrorista si sposta sulle frontiere per strozzare gli invii di armi ai takfiri!

L'Esercito Arabo Siriano continua a schiacciare un nido di terroristi wahabiti dietro l'altro come stiamo fedelmente riportando ormai da mesi e, dopo l'importante vittoria di Qusayr, sta coscientemente facendo 'terra bruciata' attorno alla zona metropolitana di Aleppo, dove la presenza di bande mercenarie straniere é stata tollerata fin troppo a lungo. Mentre queste operazioni vanno avanti diventa ancora più indispensabile rafforzare la vigilanza ai confini onde impedire che i takfiri in fuga possano ottenere nuove armi e nuove munizioni con cui sostituire gli arsenali persi nelle scorse settimane.

A questo proposito arriva la notizia che, nei dintorni di  Alzachaúr, nel Governatorato di Damasco, le truppe regolari hanno intercettato e distrutto un convoglio di ben 19 camion carichi di armi e munizioni, privando dei rifornimenti centinaia di terroristi che li stavano aspettando. La Marina Siriana, inoltre, é stata messa in Allerta Rosso, ricevendo ordini di aprire immediatamente il fuoco con ogni mezzo (pattugliatori, corvette, elicotteri, cacciamine...) contro ogni vascello che rifiuti di venire abbordato e controllato.

La scarsità di armi e munizioni costringe i terroristi a ricorrere a mezzi artigianali per tentare di dotarsi di mezzi offensivi, spesso con risultati molto positivi come l'esplosione che nella giornata di ieri ha ucciso dozzine di loro ad Aleppo, evidentemente mentre era in preparazione un'ordigno esplosivo con sostanze chimiche volatili...un lavoro in meno per gli uomini dell'Esercito!

La Jihad Islamica Palestinese rompe tutti i rapporti con Hamas a Gaza dopo l'assassinio di Raed Qassim Jundeyeih!

"Un assassinio premeditato, portato a termine dalla polizia di Hamas su esplicita richiesta del regime sionista!" questa la durissima accusa scagliata nel corso della conferenza stampa della Jihad Islamica Palestinese/Brigate Al-Quds dopo che Raed Qassim Jundeyeih, ufficiale dell'ala armata della Jihad, esperto negli attacchi con razzi 'Quds'/'Grad' e 'Fajr' contro le basi militari e gli insediamenti di miliziani armati sionisti é stato ucciso dalle forze di Hamas, non dalle Brigate Qassam, ma dalla polizia fedele alla leadership traditrice di Haniyeh, Marzouk e Mishaal.

In conseguenza di questo atto, la dirigenza della Jihad ha deciso che nel territorio di Gaza interromperà ogni coordinazione e ogni cooperazione con Hamas e con le organizzazioni a esso legate, riservandosi di rispondere con la forza se suoi affiliati o strutture saranno nuovamente attaccati o messi in pericolo. Parallelamente la Jihad Islamica ha annunciato un maggior coordinamento con quelle organizzazioni che continuano a vedere nella lotta armata contro il regime ebraico la via maestra per l'affermazione dei Diritti dei Palestinesi (Comitati Pololari, PFLP, Ahrar...).


domenica 23 giugno 2013

Sanguinosi scontri a Sidone tra i takfiri del rozzo 'sceicco' Assir manovrati da Hariri e l'Esercito regolare!!

Una giornata di sangue a Sidone dove le forze anti-nazionali vendute ai sionisti di Tel Aviv e ai Wahabiti di Riyadh e Doha, manovrate dalla lercia corte di Saad Hariri e dai traditori della Falange e delle LF che non si rendono conto di quale 'genio' stanno cooperando a fare uscire dalla lampada si sono scatenate contro l'Armee Libanaise, garante della sicurezza e dell'Indipendenza dello Stato, mentre da una moschea occupata il rozzo e ignorante sedicente 'sceicco' Assir invitava (senza peraltro alcun successo) i Sunniti a disertare dalle fila dell'Esercito per unirsi alle bande takfire.

Ma la reazione delle Forze Armate é stata una sola: guerra senza quartiere contro chi vuole riportare il settarismo e le lotte intestine in Libano, a chi vuole farne la retrovia dei regimi dispotici del Golfo, la base della sedizione estremista a marchio Al-Nusra e Al-Qaeda.

La moschea occupata da Assir é stata ripresa con le armi e uno chauffer-guardia del corpo dell'ignorante miserabile 'imam' takfiro é stato catturato e subito sottoposto a interrogatorio. Si ha notizia di membri di Amal e del partito sunnita nasserista (Mourabitoun) che hanno aiutato le forze nazionali ad affrontare la minaccia wahabita.

Se a Tripoli Siriaca sono stati l'ADP degli alawiti e l'SSNP a prendere in mano il dovere di tenere sotto scacco i miliziani estremisti di Bab al-Tabaneh, nel Sud, con Hezbollah impegnato ad aiutare le forze Siriane per preservare l'Asse della Resistenza da Beirut a Teheran, saranno altri movimenti e partiti (nasseristi, ma anche i Cristiani di Aoun e gli altri loro alleati) a doversi schierare in prima linea contro la minaccia di Assir, di Hariri, dei loro burattinai prossimi e remoti!

Le sconfitte sul campo han disastrose conseguenze sulla leadership terrorista wahabita; 'trombato' il 'comandante' al-Okaidi

Il ceffo ritratto nella foto è quello di Abdel Jabbar al-Okaidi, già "comandante" dei terroristi anti-siriani nella zona di Aleppo che, secondo quanto riportato dai media asserviti al complotto imperialista-sionista, sarebbe stato 'rilevato dalle sue funzioni' dopo che le forze sotto il suo controllo hanno perso migliaia di uomini nelle ultime settimane sotto l'incessante pressione dell'offensiva dell'Esercito regolare.

Nonostante il fatto che la CIA e le forze speciali americane e NATO stiano addestrando e rifornendo i terroristi anti-siriani da mesi e mesi sotto la cortina di bugie e dissimulazioni dei loro rappresentanti politici ufficiali, gli esiti sul campo di battaglia sono sempre favorevoli al Presidente Assad e alle sue forze, che godono del sostegno della popolazione civile, orripilata e disgustata dagli eccessi dei briganti mercenari di Al-Qaeda.

Con l'offensiva nel Nord anche i varchi di confine con la Turchia, rimasti gli ultimi aperti al transito di rinforzi ed armi per l'insorgenza terrorista, potranno venire sigillati e chiusi, condannando alla fine del topo i "ratti" del cosiddetto FSA e di Al-Nusra.

Iran e Libano uniti nel denunciare le ingerenze occidentali e imperialiste in Siria!

In una conferenza stampa congiunta i Ministri degli Esteri di Libano e Iran, Adnan Mansour e Ali Akbar Salehi hanno puntualmente e vibratamente condannato la continua e sfacciata ingereza dei paesi occidentali ed europei nelle questioni interne siriane, ingerenza che ha visto tali paesi suscitare un enorme flusso di militanti terroristi, armi, munizioni ed esplosivi verso il paese dell'Asse della Resistenza nel tentativo di indebolire la solidarietà che lega il Presidente Assad con il movimento sciita libanese Hezbollah da una parte e con Bagdad e soprattutto Teheran dall'altra.

"Siamo scioccati da come gli stessi paesi che pretenderebbero di porsi come metro di paragone dei 'Diritti Umani', della Libertà e della Democrazia abbiano potuto scatenare contro la Siria vere e proprie orde di barbari che si sono macchiati di crimini orrendi arrivando perfino al cannibalismo".

I Ministri hanno condannato l'ipocrisia e la duplicità occidentale ribadendo che l'unica soluzione possibile alla situazione siriana é una via d'uscita politica diplomatica che rispetti la volontà popolare siriana, già espressa nelle recenti elezioni pluraliste e nei referendum confermativi delle modifiche costituzionali introdotte dal Presidente Assad, figura di garanzia che proteggerà i valori di pluralità, convivenza e tolleranza che hanno sempre contraddistinto la Repubblica Araba di Damasco.