venerdì 7 giugno 2013

Nuovi feriti e un morto a Tripoli siriaca mentre Mohammed Kabbara perde il controllo dei criminali che ha istigato finora!

Ancora episodi di violenza nella metropoli settentrionale di Tripoli Siriaca dove, nel tentativo di forzare il cordone di sicurezza steso dall'Armee Libanaise attorno al loro 'slum' estremisti wahabiti di Bab al-Tabaneh sono riusciti a ferire due militari ma subendo essi stessi il ferimento, poi rivelatosi mortale, di un loro affiliato.

Quest'ultima appendice alle violenze che solo nel loro ultimo 'round' hanno provocato qualcosa come quaranta morti sarebbe a malapena meritevole di un trafiletto, se non arrivasse a un momento molto delicato per i rivolgimenti interni del campo filo-terrorista libanese. La galassia di miserevoli 'imam' wahabiti e dei disperati del sottoproletariato snnnita disposti a prestar loro orecchio e infervorarsi per il loro messaggio di odio nichilista infatti, finora era stata manovrata dietro le quinte da un esponente dell'Alleanza filoamericana e filosionista del 14 Marzo, il parlamentare Mohammed Kabbara.

Adesso Kabbara ha lasciato in fretta e furia Tripoli rifugiandosi a Beirut e troncando apparentemente tutti i ponti coi capi miliziani coi quali prima intratteneva rapporti: il motivo? Le minacce ricevute da questi ultimi che, stanchi di sentirsi pedine della fazione politica d'opposizione ed esasperati per la scarsità delle armi contrabbandate verso di loro, hanno deciso di dichiararsi 'indipendenti' dal controllo di Hariri e alleati...ancora una volta gli stolti che giocano con la lampada ne fanno uscire un 'genio' che non sanno più come controllare!

Desta conforto, però, la dichiarazione del cosiddetto 'sceicco' wahabita Mazen al-Mohammed che lamentandosi nella denuncia di Kabbara ha affermato: "Gli abitanti di Jabal Mohsen (sostenitori di Assad e dell'alleanza siro-libanese) hanno armi in numero e qualità che noi a Bab al Tabaneh possiamo solo sognare!". Ottima notizia, si vede che l'ADP alawita e l'SSNP hanno fatto buon lavoro a rifornire i loro seguaci nel Nord del Libano.

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