Scrivendo ieri della grande vittoria delle forze armate irakene contro l'offensiva wahabita dell'ISIL verso Samarra e i suoi santuari sciiti ci sembrava strano non vedere menzionate in alcun modo dal comunicato ufficiale le milizie sciite di autodifesa che sapevamo essere presenti e numerose in zona fin dagli attentati del 2006-2007, tuttavia, essendo giornalisticamente dediti a riportare la pura evidenza delle fonti certe, non ci siamo posti domande e abbiamo parlato solo e soltanto del ruolo delle truppe regolari.
Oggi grazie agli articoli del quotidiano "Al-Akhbar" possiamo effetivamente confermare che le milizie sciite di Samarra e dintorni hanno avuto un ruolo fondamentale nel bloccare l'iniziale avanzata delle colonne wahabite in attesa che le forze governative potessero mobilitarsi e richiamare rinforzi; senza la loro tempestiva cooperazione probabilmente uno o più gruppi di terroristi sarebbero riusciti ad arrivare nella zona dei santuari.
Evidentemente l'attacco verso Samarra è un tentativo di distrarre l'attenzione dell'Esercito di Bagdad dalla Provincia di Anbar dove gli estremisti takfiri stanno subendo una sconfitta dietro l'altra nonché un ultimo, disperato tentativo di rinfocolare l'odio settario adesso che le elezioni politiche si sono tenute e risolte in un trionfo per Nouri al-Maliki che si avvia a ricoprire il premierato per un altro mandato.
sabato 7 giugno 2014
Amichevole e franco confronto tra Hassan Saqr dell'SSNP e l'ambasciatore cubano a Beirut!!
Il responsabile anziano degli Affari Esteri dell'SSNP libanese Hassan Saqr si é incontrato con l'ambasciatore cubano nel Paese dei Cedri Rene Prats Jao; nel corso del loro meeting sono state discusse le particolarità e i dettagli dei rapporti di amicizia e cooperazione tra Cuba e il Partito Socialista Nazionale Siriano e come riuscire ad approfondirle e svilupparli ulteriormente.
L'amicizia e la fiducia che lo Stato cubano, nato dalla rivoluzione popolare e patriottica castrista, ripongono nell'SSNP, formazione non Marxista, ma ugualmente devota agli ideali di Patria e Socialismo, dimostra quanto intimo sia il legame tra queste due realtà e come quanti, come certi frequentatori di centri sociali nostrani, vogliano tralasciare l'elemento 'Patria' nei loro arzigogoli ideologici per omaggiare chimere come un malinteso 'Internazionalismo' o uno stucchevole e caramelloso buonismo, finiscano in ultimo per tradire anche il Socialismo, non importa quante falci e martello o quante tee-shirt di Che Guevara inalberino alle loro ridicole manifestazioni (magari indette per celebrare i mercenari della NATO in Libia e Siria!).
L'ambasciatore cubano Prats Jao ha voluto ovviamente congratulare Saqr per il risultato delle recenti elezioni presidenziali siriane che, stante l'ideale Pan-Siriano che anima l'SSNP, sono state sentite dall'ala libanese del Partito con una tale forza e trasporto che non sarebbe stata inferiore se la chiamata alle urne avesse riguardato Beirut, Tiro e Sidone anziché Damasco, Idlib, Homs e le altre metropoli e province della Siria.
L'amicizia e la fiducia che lo Stato cubano, nato dalla rivoluzione popolare e patriottica castrista, ripongono nell'SSNP, formazione non Marxista, ma ugualmente devota agli ideali di Patria e Socialismo, dimostra quanto intimo sia il legame tra queste due realtà e come quanti, come certi frequentatori di centri sociali nostrani, vogliano tralasciare l'elemento 'Patria' nei loro arzigogoli ideologici per omaggiare chimere come un malinteso 'Internazionalismo' o uno stucchevole e caramelloso buonismo, finiscano in ultimo per tradire anche il Socialismo, non importa quante falci e martello o quante tee-shirt di Che Guevara inalberino alle loro ridicole manifestazioni (magari indette per celebrare i mercenari della NATO in Libia e Siria!).
L'ambasciatore cubano Prats Jao ha voluto ovviamente congratulare Saqr per il risultato delle recenti elezioni presidenziali siriane che, stante l'ideale Pan-Siriano che anima l'SSNP, sono state sentite dall'ala libanese del Partito con una tale forza e trasporto che non sarebbe stata inferiore se la chiamata alle urne avesse riguardato Beirut, Tiro e Sidone anziché Damasco, Idlib, Homs e le altre metropoli e province della Siria.
VERGOGNA!! Nei negozi di Amman in vendita scatolame rubato ai campi profughi degli esuli siriani!!
Questa fotografia dimostra quanta laida ipocrisia si celi dietro la piagnucolosa propaganda occidentale sui 'profughi siriani', che hanno dovuto temporaneamente lasciare le loro case e la loro patria per sfuggire alle bande mercenarie foraggiate dalla NATO e da Tel Aviv ma che invece i corifei dell'arroganza imperialista vorrebbero farci credere in fuga da "Assad" o cose del genere.
Ebbene, in un supermercato di Amman, senza nessuna vergogna, senza nemmeno un adesivo a cercare di coprire le prove del crimine, si vedono in vendita sugli scaffali scatole di legumi conservati dono del World Food Program chiaramente etichettati come "Non Per Rivendita", evidentemente sottratti ai pacchi di aiuto inviati ai campi profughi.
Rubate pure, servi di Riyadh, Washington e Tel Aviv; ingrassatevi sulla fame delle donne e dei bambini siriani, la vendetta del Popolo guidato da Assad e compatto dietro la bandiera della Resistenza e del Partito Baath vi colpirà prima di quanto crediate!!
Ebbene, in un supermercato di Amman, senza nessuna vergogna, senza nemmeno un adesivo a cercare di coprire le prove del crimine, si vedono in vendita sugli scaffali scatole di legumi conservati dono del World Food Program chiaramente etichettati come "Non Per Rivendita", evidentemente sottratti ai pacchi di aiuto inviati ai campi profughi.
Rubate pure, servi di Riyadh, Washington e Tel Aviv; ingrassatevi sulla fame delle donne e dei bambini siriani, la vendetta del Popolo guidato da Assad e compatto dietro la bandiera della Resistenza e del Partito Baath vi colpirà prima di quanto crediate!!
venerdì 6 giugno 2014
Nel campo di Ain-Hilweh Fatah riorganizza la milizia giovanile per tenere lontani i ragazzi da droga e predicatori qaedisti!!
Eretto alla periferia di Sidone, nel Sud Libano, il campo di Ain Hilweh ospitava settantamila profughi della Nakba coi loro discendenti fino al 2011-2012, quando il loro numero é aumentato di altri 30.000 Palestinesi provenienti dalla Siria in guerra contro il terrorismo mercenario.
Al contrario di quanto accadeva in Siria, dove la generosità del Partito Baath e della Famiglia Assad ha sempre garantito a tutti i profughi diritti pari a quelli dei cittadini siriani nel Libano prima dominato dai Maroniti, poi invaso e occupato dai Sionisti i Palestinesi sono sempre stati trattati da ospiti indesiderati, costretti nei campi a sopravvivere malamente di carità internazionale.
Nemmeno gli sforzi del Governo Mikati guidato dalla Alleanza 8 Marzo sono riusciti a migliorare la loro situazione, per via dell'ottuso ostruzionismo dei partiti filosionisti e filosauditi. Di Ain Hilweh abbiamo parlato spesso in connessione con la diffusione di messaggi estremisti takfiri e wahabiti.
I giovani di Ain Hilweh, per sfuggire all'emarginazione e alla miseria avevano fino a poco tempo fa due strade: darsi al crimine, al contrabbando, al narcotraffico oppure seguire i predicatori di odio settario foraggiati da Riyadh e da altre monarchie conservatrici.
Adesso per arginare questo fenomeno e per evitare che le azioni di pochi wahabiti fanatici attirino l'odio dei Libanesi contro tutta la comunità palestinese il rappresentante di Fatah nel campo, Munir Maqdah, ha ricreato il programma di addestramento giovanile Al-Ashbal, mirato ai ragazzi dai 6 ai 18 anni.
Nelle fila di Al-Ashbal i giovani ricevono educazione, studiano la storia dell'invasione e dell'occupazione della Palestina, fanno ginnastica, ricevono nozioni di disciplina e autocontrollo e vengono avviati alla militanza per i Diritti del proprio popolo, che alla fine del programma possono poi proseguire in Fatah.
Negli anni '70 e '80 molti quadri combattenti e dirigenziali dell'organizzazione di Arafat si formarono in questo modo anche se per il momento, per molte famiglie palestinesi, Al-Ashbal rappresenta solo una maniera piuttosto sicura per evitare che i propri figli vengano in contatto col mondo del crimine o dell'estremismo religioso.
"Al-Ashbal mi piace, mi ha insegnato tanto, voglio continuare gli studi, diventare ingegnere e contribuire alla lotta del mio Popolo progettando e costruendo armi!" (Khalifa, 15 anni)
"Al-Ashbal ci chiede di frequentare con profitto le scuole e ha anche un programma religioso alla moschea di Maqdah Badr, che ci aiuta a distinguere il Vero Islam dalle distorsioni settarie degli estremisti" (Ahmad, 16 anni)
"Voglio studiare fino all'Università, per sviluppare appieno le mie doti a favore della Resistenza Palestinese" (Ali Abu Khamis, 15 anni)
"Sono venuto ad Al-Ashbal perché voglio poter difendere la mia mamma e la mia sorellina se i sionisti ci attaccano di nuovo e perché voglio riportare la mia famiglia in Palestina, dove i nostri bisnonni avevano una grande casa col giardino" (Youssef, 11 anni)
"I miei genitori mi hanno mandato qui per essere sicuri che non spenda le vacanze girando per strada; ci sono ragazzi che non sanno cosa fare tutto il giorno, bevono e usano droga e lottano tra di loro, io voglio lottare contro i sionisti invece" (Ammar, 12 anni)
"Mi piace Al-Ashbal perché ci da delle uniformi veramente belle" (Mohsen, 10 anni)
Certo, le dichiarazioni dei giovani Palestinesi riflettono l'età e il grado di maturità che possono avere alle loro giovani età, ma non é detto che persino chi si é unito ai Giovani Leoni di Fatah per le 'belle uniformi', non possa maturare, col tempo, la consapevolezza e la dedizione di un grande Combattente per la Libertà e i Diritti della Palestina.
POSCRITTO: Qualche nostro lettore potrebbe stupirsi del favore con cui abbiamo descritto questa iniziativa di Fatah, organizzazione che in altri articoli critichiamo aspramente; a parte che qualunque atto concreto mirato a formare una coscienza di Resistenza nei giovani palestinesi e a tenerli lontani dalle 'sirene' del crimine e del wahabismo é ampiamente meritoria. Vogliamo sottolineare come tra la dirigenza corrotta di Ramallah che svende e mercanteggia la Terra di Palestina ai tavoli delle fasulle 'trattative' e uomini come Munir Maqdah passa un abisso di coerenza, serietà, dedizione e moralità. Se al posto di Abbas e altri traditori ai vertici di Fatah sedessero uomini come Munir Maqdah la Terza Intifada e la liberazione della Cisgiordania da ogni invasore e occupante potrebbero diventare realtà concrete e palpabili.
Al contrario di quanto accadeva in Siria, dove la generosità del Partito Baath e della Famiglia Assad ha sempre garantito a tutti i profughi diritti pari a quelli dei cittadini siriani nel Libano prima dominato dai Maroniti, poi invaso e occupato dai Sionisti i Palestinesi sono sempre stati trattati da ospiti indesiderati, costretti nei campi a sopravvivere malamente di carità internazionale.
Nemmeno gli sforzi del Governo Mikati guidato dalla Alleanza 8 Marzo sono riusciti a migliorare la loro situazione, per via dell'ottuso ostruzionismo dei partiti filosionisti e filosauditi. Di Ain Hilweh abbiamo parlato spesso in connessione con la diffusione di messaggi estremisti takfiri e wahabiti.
I giovani di Ain Hilweh, per sfuggire all'emarginazione e alla miseria avevano fino a poco tempo fa due strade: darsi al crimine, al contrabbando, al narcotraffico oppure seguire i predicatori di odio settario foraggiati da Riyadh e da altre monarchie conservatrici.
Adesso per arginare questo fenomeno e per evitare che le azioni di pochi wahabiti fanatici attirino l'odio dei Libanesi contro tutta la comunità palestinese il rappresentante di Fatah nel campo, Munir Maqdah, ha ricreato il programma di addestramento giovanile Al-Ashbal, mirato ai ragazzi dai 6 ai 18 anni.
Nelle fila di Al-Ashbal i giovani ricevono educazione, studiano la storia dell'invasione e dell'occupazione della Palestina, fanno ginnastica, ricevono nozioni di disciplina e autocontrollo e vengono avviati alla militanza per i Diritti del proprio popolo, che alla fine del programma possono poi proseguire in Fatah.
Negli anni '70 e '80 molti quadri combattenti e dirigenziali dell'organizzazione di Arafat si formarono in questo modo anche se per il momento, per molte famiglie palestinesi, Al-Ashbal rappresenta solo una maniera piuttosto sicura per evitare che i propri figli vengano in contatto col mondo del crimine o dell'estremismo religioso.
"Al-Ashbal mi piace, mi ha insegnato tanto, voglio continuare gli studi, diventare ingegnere e contribuire alla lotta del mio Popolo progettando e costruendo armi!" (Khalifa, 15 anni)
"Al-Ashbal ci chiede di frequentare con profitto le scuole e ha anche un programma religioso alla moschea di Maqdah Badr, che ci aiuta a distinguere il Vero Islam dalle distorsioni settarie degli estremisti" (Ahmad, 16 anni)
"Voglio studiare fino all'Università, per sviluppare appieno le mie doti a favore della Resistenza Palestinese" (Ali Abu Khamis, 15 anni)
"Sono venuto ad Al-Ashbal perché voglio poter difendere la mia mamma e la mia sorellina se i sionisti ci attaccano di nuovo e perché voglio riportare la mia famiglia in Palestina, dove i nostri bisnonni avevano una grande casa col giardino" (Youssef, 11 anni)
"I miei genitori mi hanno mandato qui per essere sicuri che non spenda le vacanze girando per strada; ci sono ragazzi che non sanno cosa fare tutto il giorno, bevono e usano droga e lottano tra di loro, io voglio lottare contro i sionisti invece" (Ammar, 12 anni)
"Mi piace Al-Ashbal perché ci da delle uniformi veramente belle" (Mohsen, 10 anni)
Certo, le dichiarazioni dei giovani Palestinesi riflettono l'età e il grado di maturità che possono avere alle loro giovani età, ma non é detto che persino chi si é unito ai Giovani Leoni di Fatah per le 'belle uniformi', non possa maturare, col tempo, la consapevolezza e la dedizione di un grande Combattente per la Libertà e i Diritti della Palestina.
POSCRITTO: Qualche nostro lettore potrebbe stupirsi del favore con cui abbiamo descritto questa iniziativa di Fatah, organizzazione che in altri articoli critichiamo aspramente; a parte che qualunque atto concreto mirato a formare una coscienza di Resistenza nei giovani palestinesi e a tenerli lontani dalle 'sirene' del crimine e del wahabismo é ampiamente meritoria. Vogliamo sottolineare come tra la dirigenza corrotta di Ramallah che svende e mercanteggia la Terra di Palestina ai tavoli delle fasulle 'trattative' e uomini come Munir Maqdah passa un abisso di coerenza, serietà, dedizione e moralità. Se al posto di Abbas e altri traditori ai vertici di Fatah sedessero uomini come Munir Maqdah la Terza Intifada e la liberazione della Cisgiordania da ogni invasore e occupante potrebbero diventare realtà concrete e palpabili.
Le truppe di Assad espugnano Al-Thawra e penetrano a Nord e ad Est di Mlehia, terroristi ancora in fuga dopo gravi perdite!!
Nel corso delle operazioni di rastrellamento che ormai hanno attraversato ogni angolo del Rif Dimashq le forze dell'Esercito Arabo Siriano sono riuscite a espugnare una base terrorista celata nel centro di Al-Thawra, nella zona di Kiswah ad alcune decine di chilometri dalla capitale.
Questo successo, che é culminato nel sequestro di una enorme quantità di armi e munizioni, forse uno degli ultimi "tesori" a disposizione delle sempre più macilente e male in arnese falangi di mercenari wahabiti consente di aumentare ulteriormente l'ottimismo con cui dalla capitale siriana si guarda all'immediato e prossimo futuro dopo i risultati trionfali delle elezioni presidenziali tenutesi il 3 e 4 giugno scorsi.
Anche nella cittadina di Mlehia le forze governative sono riuscite a sottrarre al controllo dei terroristi i sobborghi di Nord e d'Est del centro abitato e si preparano adesso ad avanzare fino al centro dell'abitato.
Questo successo, che é culminato nel sequestro di una enorme quantità di armi e munizioni, forse uno degli ultimi "tesori" a disposizione delle sempre più macilente e male in arnese falangi di mercenari wahabiti consente di aumentare ulteriormente l'ottimismo con cui dalla capitale siriana si guarda all'immediato e prossimo futuro dopo i risultati trionfali delle elezioni presidenziali tenutesi il 3 e 4 giugno scorsi.
Anche nella cittadina di Mlehia le forze governative sono riuscite a sottrarre al controllo dei terroristi i sobborghi di Nord e d'Est del centro abitato e si preparano adesso ad avanzare fino al centro dell'abitato.
giovedì 5 giugno 2014
L'Esercito irakeno salva i santuari sciiti di Samarra da una vasta offensiva dei takfiri iconoclasti! Terroristi respinti con perdite!!
Nel 2006 e nel 2007 l'importantissimo santuario di Al-Askari a Samarra, luogo di riposo del decimo e dell'undecimo Imam dello sciismo duodecimano é stata gravemente colpita da due vigliacchi attentati iconoclasti di matrice takfira eretica e codarda che hanno colpito la grande e bellissima cupola d'oro della moschea.
Adesso, a sette anni dall'ultimo attacco i wahabiti al soldo di Riyadh volevano distruggere di nuovo la grande struttura i cui lavori di restauro, proceduti a tempo di record, sono ormai in procinto di completamento; a tale scopo i mastermind terroristi dell'ISIL avevano progettato un'avanzata verso Samarra su più assi che prendesse di sorpresa le forze di difesa locali.
Ma ancora una volta l'esercito regolare era preparato e vigile e ha saputo intercettare e bloccare sul loro percorso tutte le colonne terroriste: Venti civili e venticinque soldati sono rimasti feriti più o meno gravemente nella battaglia ma nessuno dei gruppi di attaccanti é riuscito nela suo scopo e la Moschea di Al-Askari riluce integra sotto le impalcature che ancora per poco la circonderanno.
In attesa di tornare a splendere orgogliosa sotto il caldo sole di Mesopotamia, fecondatore di Civilità e Culture, nemico dell'oscurantismo takfiro e wahabita.
Adesso, a sette anni dall'ultimo attacco i wahabiti al soldo di Riyadh volevano distruggere di nuovo la grande struttura i cui lavori di restauro, proceduti a tempo di record, sono ormai in procinto di completamento; a tale scopo i mastermind terroristi dell'ISIL avevano progettato un'avanzata verso Samarra su più assi che prendesse di sorpresa le forze di difesa locali.
Ma ancora una volta l'esercito regolare era preparato e vigile e ha saputo intercettare e bloccare sul loro percorso tutte le colonne terroriste: Venti civili e venticinque soldati sono rimasti feriti più o meno gravemente nella battaglia ma nessuno dei gruppi di attaccanti é riuscito nela suo scopo e la Moschea di Al-Askari riluce integra sotto le impalcature che ancora per poco la circonderanno.
In attesa di tornare a splendere orgogliosa sotto il caldo sole di Mesopotamia, fecondatore di Civilità e Culture, nemico dell'oscurantismo takfiro e wahabita.
Bizzarro incidente durante l'arrivo dell'Emiro del Kuwait a Teheran per la sua attesa visita ufficiale.
L'arrivo a Teheran dell'Emiro del Kuwait Sceicco al-Sabah era attesa come un punto di svolta nelle relazioni esterne della Repubblica Islamica, i cui rapporti con le monarchie sunnite del Golfo sono stati a lungo impostati a freddezza per gli irrazionali timori instillati nei loro sovrani dalla propaganda americana e sionista.
Quando però il regnante del piccolo ma ricchissimo emirato petrolifero é sceso sul tappeto rosso per ricevere gli onori del picchetto interforze riunito dai suoi ospiti iraniani é stato evidente che qualcosa non andava per il verso giusto.
L'Emiro infatti ondeggiava e traballava paurosamente, sembrando solo a tratti coinvolto nella cerimonia e spesso voltandosi o roteando a sproposito. Forse tale atteggiamento poteva essere dovuto a un malessere, magari esacerbato dal volo aereo, comunque l'imbarazzo del Presidente Rohani era evidente, così come i suoi tentativi di guidare e sorreggere l'augusto ospite per evitare situazioni ancora più imbarazzanti.
Speriamo che l'Emiro si sia sentito presto meglio e abbia presenziato con attenzione ed entusiasmo a tutti i colloqui ad alto livelli previsti nella sua due-giorni iraniana.
Quando però il regnante del piccolo ma ricchissimo emirato petrolifero é sceso sul tappeto rosso per ricevere gli onori del picchetto interforze riunito dai suoi ospiti iraniani é stato evidente che qualcosa non andava per il verso giusto.
L'Emiro infatti ondeggiava e traballava paurosamente, sembrando solo a tratti coinvolto nella cerimonia e spesso voltandosi o roteando a sproposito. Forse tale atteggiamento poteva essere dovuto a un malessere, magari esacerbato dal volo aereo, comunque l'imbarazzo del Presidente Rohani era evidente, così come i suoi tentativi di guidare e sorreggere l'augusto ospite per evitare situazioni ancora più imbarazzanti.
Speriamo che l'Emiro si sia sentito presto meglio e abbia presenziato con attenzione ed entusiasmo a tutti i colloqui ad alto livelli previsti nella sua due-giorni iraniana.
Il Generale Haftar, sano e salvo, annuncia "dure risposte" contro i mandanti dell'autobomba di ieri!
Apparendo in diretta davanti alle telecamere della rete TV "Al Oula" il Generale Khalifa Haftar, leader del movimento militare anti-milizie che ha dichiarato guerra in Cirenaica agli uomini e alle strutture di 'Ansar al-Sharia' ha proclamato che 'gravi conseguenze' colpiranno i mandanti dell'autobomba lanciata ieri contro il suo convoglio automobilistico.
"Sto bene, le mie guardie del corpo (tre delle quali sono morte nell'attacco) mi hanno salvato. Vi saranno forti e dure risposte contro chi ha attentato alla mia vita".
Sono ormai venti giorni che le truppe fedeli ad Haftar combattono in Cirenaica contro gli uomini della milizia islamista finanziata da Erdogan e dagli Emiri del Qatar; intanto, a Tripoli, il nuovo Premier Ahmed Mittig ha visto il suo ufficio di presidenza preso a colpi di razzo da ignoti attentatori, senza tuttavia che l'attacco risultassi in vittime o feriti.
"Sto bene, le mie guardie del corpo (tre delle quali sono morte nell'attacco) mi hanno salvato. Vi saranno forti e dure risposte contro chi ha attentato alla mia vita".
Sono ormai venti giorni che le truppe fedeli ad Haftar combattono in Cirenaica contro gli uomini della milizia islamista finanziata da Erdogan e dagli Emiri del Qatar; intanto, a Tripoli, il nuovo Premier Ahmed Mittig ha visto il suo ufficio di presidenza preso a colpi di razzo da ignoti attentatori, senza tuttavia che l'attacco risultassi in vittime o feriti.
Ecco la 'riconciliazione'! Gravissimi incidenti a Khan Younis: i dipendenti di Fatah vengono pagati, quelli di Hamas no!!
Ecco, subito dopo la proclamazione del 'Governo Apolitico' voluto dal cacicco di Fatah Abu Mazen con a capo il fantasma Hamdallah si vedono gli effetti della fasulla 'riconciliazione' nella Striscia di Gaza; una 'riconciliazione' che non é altro che il tentativo di Fatah di riestendere i propri tentacoli sull'enclave assediata, ma almeno libera e Resistente, dopo quasi otto anni di off-limits.
Infatti ieri, nel giorno di paga per i dipendenti pubblici, nel distretto commerciale di Khan Younis tutti coloro che in questi anni hanno fornito servizi pubblici in condizioni disperate alla popolazione del ghetto costiero in quanto schierati con Hamas si sono sentiti dire dai cassieri della Banca di Palestina che non erano pervenuti i fondi con cui pagare i loro stipendi.
Contemporaneamente, uomini di Fatah che avevano lavorato per la pubblica amministrazione fino al fallito 'golpe' del 2007 entravano tranquillamente nella Banca e riscuotevano i loro stipendi. "Se non riceviamo la paga, non permetteremo a nessun altro di venire pagato", hanno esclamato allora i dipendenti pubblici di Hamas e si sono messi a picchettare l'ingresso della Banca di Palestina.
Immediatamente questa ha chiuso i battenti mentre, nel giro di pochi minuti, decine di auto della polizia sono arrivate sulla scena e gli agenti si sono messi a disperdere la folla con bastoni e manganelli, accanendosi contro tutti coloro che cercavano di filmare l'avvenimento con cellulari e device mobili.
Questa foto che abbiamo ricevuto direttamente dal fratello di un nostro contatto nella Striscia mostra uno dei feriti degli scontri curato in un pronto soccorso di Khan Younis.
Ecco i "bei risultati" degli accordi Hamas-Fatah! Speriamo che l'avvenimento sia di lezione per qualcuno!
Infatti ieri, nel giorno di paga per i dipendenti pubblici, nel distretto commerciale di Khan Younis tutti coloro che in questi anni hanno fornito servizi pubblici in condizioni disperate alla popolazione del ghetto costiero in quanto schierati con Hamas si sono sentiti dire dai cassieri della Banca di Palestina che non erano pervenuti i fondi con cui pagare i loro stipendi.
Contemporaneamente, uomini di Fatah che avevano lavorato per la pubblica amministrazione fino al fallito 'golpe' del 2007 entravano tranquillamente nella Banca e riscuotevano i loro stipendi. "Se non riceviamo la paga, non permetteremo a nessun altro di venire pagato", hanno esclamato allora i dipendenti pubblici di Hamas e si sono messi a picchettare l'ingresso della Banca di Palestina.
Immediatamente questa ha chiuso i battenti mentre, nel giro di pochi minuti, decine di auto della polizia sono arrivate sulla scena e gli agenti si sono messi a disperdere la folla con bastoni e manganelli, accanendosi contro tutti coloro che cercavano di filmare l'avvenimento con cellulari e device mobili.
Questa foto che abbiamo ricevuto direttamente dal fratello di un nostro contatto nella Striscia mostra uno dei feriti degli scontri curato in un pronto soccorso di Khan Younis.
Ecco i "bei risultati" degli accordi Hamas-Fatah! Speriamo che l'avvenimento sia di lezione per qualcuno!
Dieci milioni di siriani (su 15 milioni aventi diritto) hanno votato Assad! E' il trionfo della Siria e della Resistenza!!
Undici milioni e trecentomila voti depositati nelle urne in un paese ancora in guerra (anche se ormai controllato all'85 per cento dalle forze del Governo), un'affluenza altissima, da fare impallidire i paesi occidentali dove nemmeno il quaranta-cinquanta per cento degli aventi diritto si reca a votare.
La Siria ha scelto, e ha scelto Assad, di nuovo, ancora per sette anni alla guida di questo grande e glorioso paese che chiede al condottiero che lo ha salvato dalle milizie mercenarie wahabite di portarlo sul sentiero della ricostruzione, della prosperità e della Pace.
Oltre dieci milioni (dieci milioni e venticinquemila, per la precisione) di voti hanno scelto Assad come nuovo presidente, una percentuale dei votanti dell'88,7 per cento.
Insieme alle elezioni politiche del maggio 2012 e ai referendum costituzionali del febbraio precedente queste elezioni presidenziali dimostrano ancora una volta che la Siria é tutta compatta schierata con le forze dell'Ordine e della Legalità e che non vi é nessun 'accordo' da siglare con nessuna 'opposizione', visto che la cosiddetta 'opposizione' siriana non rappresenta che una piccola cricca di traditori venduti agli interessi imperialisti angloamericani e sionisti.
Ricordatevi, pazienti, fedeli e attenti lettori: anche nei giorni bui degli attentati e dell'oscena baldanza degli assassini decapitatori e cannibali: PALAESTINA FELIX non ha mai tentennato, ha sempre denunciato il complotto internazionale contro la Siria, ha sempre annunciato la prossima ora del riscatto e della vittoria.
La Siria é stata un campo di battaglia fondamentale, la guerra sarà ancora lunga, dura, ma il risultato é certo e arriderà a Noi.
La Siria ha scelto, e ha scelto Assad, di nuovo, ancora per sette anni alla guida di questo grande e glorioso paese che chiede al condottiero che lo ha salvato dalle milizie mercenarie wahabite di portarlo sul sentiero della ricostruzione, della prosperità e della Pace.
Oltre dieci milioni (dieci milioni e venticinquemila, per la precisione) di voti hanno scelto Assad come nuovo presidente, una percentuale dei votanti dell'88,7 per cento.
Insieme alle elezioni politiche del maggio 2012 e ai referendum costituzionali del febbraio precedente queste elezioni presidenziali dimostrano ancora una volta che la Siria é tutta compatta schierata con le forze dell'Ordine e della Legalità e che non vi é nessun 'accordo' da siglare con nessuna 'opposizione', visto che la cosiddetta 'opposizione' siriana non rappresenta che una piccola cricca di traditori venduti agli interessi imperialisti angloamericani e sionisti.
Ricordatevi, pazienti, fedeli e attenti lettori: anche nei giorni bui degli attentati e dell'oscena baldanza degli assassini decapitatori e cannibali: PALAESTINA FELIX non ha mai tentennato, ha sempre denunciato il complotto internazionale contro la Siria, ha sempre annunciato la prossima ora del riscatto e della vittoria.
La Siria é stata un campo di battaglia fondamentale, la guerra sarà ancora lunga, dura, ma il risultato é certo e arriderà a Noi.
mercoledì 4 giugno 2014
Presentiamo il primo discorso ufficiale dell'Ex-presidente iraniano Ahmadinejad dopo il suo ritorno a vita privata, pronunciato ieri!!
Lo scorso 3 giugno l’ex presidente iraniano Ahmadinejad ha tenuto il suo primo discorso pubblico da quando non ricopre più l’incarico istituzionale di capo del Governo; egli è intervenuto in una moschea nella città di Mashad, nell’Iran orientale, in occasione dell’anniversario della dipartita dell’imam Khomeini, guida della rivoluzione e fondatore della Repubblica Islamica, avvenuta nel giugno del 1989. Questi giorni l’Iran è attraversato da molti eventi di vario genere, e non sono solo giorni di lutto, ma anche di festività, in concomitanza col mese islamico di Sha’ban, periodo in cui i musulmani sciiti festeggiano diverse ricorrenze sacre. Proprio a proposito di ciò Ahmadinejad ha detto: “Ringrazio Dio l’Altissimo di avermi dato l’opportunità di incontrare alcuni dei migliori abitanti di Mashad proprio in concomitanza con questi giorni di festa; senza dimenticare il giorno dell’ascesa dell’imam celeste (l’imam Khomeini, n. d. r.).”
Egli ha continuato: “Il mio intento principale era quello di incontrarvi e di stare insieme a voi per ricordare questi giorni e queste ricorrenze importanti. Spenderò solo alcune parole.”
L’ex presidente iraniano, che ha terminato il suo mandato nell’estate del 2013, cedendo il posto a Hassan Rohani, eletto presidente nel giugno dello stesso anno, ha affermato che: “Voglio solo dire qualcosa sull’imam e sulla rivoluzione, però prima di iniziare il mio intervento vorrei fare le condoglianze per l’anniversario della sua dipartita alla nostra cara guida (Ayatollah Ali Khamenei, n. d. r.) e a tutto il popolo iraniano, così come a tutti i monoteisti del mondo.” Ahmadinejad ha poi detto che il popolo iraniano e tutti i popoli del mondo sono nel bel mezzo di un grande evento e che ciò ebbe inizio con la creazione dell’esistente, affinché gli esseri umani potessero in questo stesso mondo raggiungere la beatitudine e impegnarsi per avvicinarsi a Dio.
“Gli esseri umani nel corso della storia si sono impegnati, sono stati artefici di grandi cose e vi è stato uno sviluppo evidente, ma la rivoluzione (in Iran, n. d. r.) fu un momento fondamentale che è paragonabile alla missione dei profeti, in quanto gli obiettivi e la radice del movimento sono simili a quello che istaurarono gli inviati di Dio.” Ahmadinejad ha quindi sottolineato l’importanza del principale frutto della rivoluzione, ovvero l’istaurazione della Repubblica Islamica, una base forte che ha mutato il punto di vista dei popoli; egli ha messo poi in luce il fatto che grazie all’aiuto divino, gli ideali della rivoluzione islamica trionferanno, anche grazie alla diffusione nel mondo di quegli ideali che spinsero il popolo a promuovere questo mutamento epocale; l’ex presidente dell’Iran ha detto:
“Se viaggiate in giro per il mondo, potete comprendere che quello che vogliono i popoli è proprio l’affermazione dei principi che mossero la nazione iraniana a fare la rivoluzione islamica.” Mahmoud Ahmadinejad ha successivamente analizzato le basi della rivoluzione, identificandole nel ruolo dell’imam (la guida) e della nazione (il popolo). Sulla figura dell’imam Khomeini ha poi detto: “Dovremmo parlare ore della sua figura, l’imam Khomeini è stato artefice del più grande cambiamento umano dopo il profeta Muhammad, l’imam è emerso dal cuore del popolo ed è stato il portabandiera definitivo della rivoluzione islamica.” “Un pensiero altolocato, un coraggio senza eguali, un amore immenso nei confronti del popolo, la perseveranza nei confronti dei prepotenti, queste sono alcune caratteristiche che hanno contraddistinto il suo operato.” “Dobbiamo chiederci come è stato possibile che l’imam abbia raggiunto queste vette: la risposta è che innanzitutto qualsiasi essere umano ha la potenzialità di raggiungere questo stato, ma l’imam è riuscito a trasformare la potenza in atto, grazie ad un solo concetto: la lotta per la causa di Dio. Solo attraverso ciò è possibile elevarsi e raggiungere la perfezione.” “La lotta per la causa di Dio conferisce all’uomo forza e perseveranza e questo processo è completo se arricchito dall’amore nei confronti dell’Imam del Tempo (Imam Mahdi, n. d. r.).
L’imam Khomeini nei giorni difficili della sua lotta, nonostante la pesante propaganda avversa, proprio grazie a questi principi riuscì a portare avanti le proprie idee.” Dopo l’analisi del ruolo della guida, Ahmadinejad si è concentrato sull’analisi dell’altro principio fondamentale della rivoluzione islamica, ovvero il ruolo della nazione e del popolo. “Il popolo iraniano è stato tra i popoli avanguardistici ed è difficile trovare altri popoli con questo grado di unità. Questo è un popolo che ha avuto un ruolo fondamentale nella salvaguardia degli ideali divini, così come nella lotta per l’affermazione del governo dell’Imam del Tempo.”
“La rivoluzione fu il frutto del legame tra quell’imam (Khomeini) e tale popolo. Questa rivoluzione è per tutti gli esseri umani e per tutti coloro che cercano la perfezione.” Ahmadinejad, dinnanzi ad un folto numero di uditori, sistemati alla buona, anche al di fuori della moschea, ha continuato affermando: “La rivoluzione continua il suo percorso, nonostante i problemi e le difficoltà, e non si arresta.” “La nostra rivoluzione è un profondo mutamento che influenza le nazioni e il suo raggio d’azione aumenta ogni giorno, per via del fatto che la ricerca della giustizia è parte integrante della natura degli uomini.” “Nonostante i problemi, la nostra nazione oggi è ancora più credente e persevera sempre di più nella ricerca della giustizia; il popolo si è fatto portabandiera nel mondo dei valoro di unità, giustizia e amore.”
Ahmadinejad ha anche sottolineato che l’imam Khomeini si è affidato al popolo e che nessuno ha il diritto di ledere questo legame tra la guida e la nazione. “I nostri nemici hanno tante idee perverse in testa, ma le loro trame sono del tutto inconsistenti, loro non hanno conosciuto bene la nostra nazione, visto che il popolo è disposto a resistere fino alla fine in nome della salvaguardia dei valori della rivoluzione.” “L’unico mezzo per porre fine alle trame dei nemici è affidarsi al popolo e insistere sui valori, ovvero quello che faceva l’imam stesso.” In conclusione del suo intervento, Ahmadinejad ha ribadito l’importanza della difesa della Repubblica Islamica, sottolineando che egli stesso, autodefinendosi “un piccolo servitore della nazione”, sarà sino all’ultimo istante a servizio della rivoluzione, dei suoi valori e della Repubblica Islamica.
L’ex presidente iraniano, che ha terminato il suo mandato nell’estate del 2013, cedendo il posto a Hassan Rohani, eletto presidente nel giugno dello stesso anno, ha affermato che: “Voglio solo dire qualcosa sull’imam e sulla rivoluzione, però prima di iniziare il mio intervento vorrei fare le condoglianze per l’anniversario della sua dipartita alla nostra cara guida (Ayatollah Ali Khamenei, n. d. r.) e a tutto il popolo iraniano, così come a tutti i monoteisti del mondo.” Ahmadinejad ha poi detto che il popolo iraniano e tutti i popoli del mondo sono nel bel mezzo di un grande evento e che ciò ebbe inizio con la creazione dell’esistente, affinché gli esseri umani potessero in questo stesso mondo raggiungere la beatitudine e impegnarsi per avvicinarsi a Dio.
“Gli esseri umani nel corso della storia si sono impegnati, sono stati artefici di grandi cose e vi è stato uno sviluppo evidente, ma la rivoluzione (in Iran, n. d. r.) fu un momento fondamentale che è paragonabile alla missione dei profeti, in quanto gli obiettivi e la radice del movimento sono simili a quello che istaurarono gli inviati di Dio.” Ahmadinejad ha quindi sottolineato l’importanza del principale frutto della rivoluzione, ovvero l’istaurazione della Repubblica Islamica, una base forte che ha mutato il punto di vista dei popoli; egli ha messo poi in luce il fatto che grazie all’aiuto divino, gli ideali della rivoluzione islamica trionferanno, anche grazie alla diffusione nel mondo di quegli ideali che spinsero il popolo a promuovere questo mutamento epocale; l’ex presidente dell’Iran ha detto:
“Se viaggiate in giro per il mondo, potete comprendere che quello che vogliono i popoli è proprio l’affermazione dei principi che mossero la nazione iraniana a fare la rivoluzione islamica.” Mahmoud Ahmadinejad ha successivamente analizzato le basi della rivoluzione, identificandole nel ruolo dell’imam (la guida) e della nazione (il popolo). Sulla figura dell’imam Khomeini ha poi detto: “Dovremmo parlare ore della sua figura, l’imam Khomeini è stato artefice del più grande cambiamento umano dopo il profeta Muhammad, l’imam è emerso dal cuore del popolo ed è stato il portabandiera definitivo della rivoluzione islamica.” “Un pensiero altolocato, un coraggio senza eguali, un amore immenso nei confronti del popolo, la perseveranza nei confronti dei prepotenti, queste sono alcune caratteristiche che hanno contraddistinto il suo operato.” “Dobbiamo chiederci come è stato possibile che l’imam abbia raggiunto queste vette: la risposta è che innanzitutto qualsiasi essere umano ha la potenzialità di raggiungere questo stato, ma l’imam è riuscito a trasformare la potenza in atto, grazie ad un solo concetto: la lotta per la causa di Dio. Solo attraverso ciò è possibile elevarsi e raggiungere la perfezione.” “La lotta per la causa di Dio conferisce all’uomo forza e perseveranza e questo processo è completo se arricchito dall’amore nei confronti dell’Imam del Tempo (Imam Mahdi, n. d. r.).
L’imam Khomeini nei giorni difficili della sua lotta, nonostante la pesante propaganda avversa, proprio grazie a questi principi riuscì a portare avanti le proprie idee.” Dopo l’analisi del ruolo della guida, Ahmadinejad si è concentrato sull’analisi dell’altro principio fondamentale della rivoluzione islamica, ovvero il ruolo della nazione e del popolo. “Il popolo iraniano è stato tra i popoli avanguardistici ed è difficile trovare altri popoli con questo grado di unità. Questo è un popolo che ha avuto un ruolo fondamentale nella salvaguardia degli ideali divini, così come nella lotta per l’affermazione del governo dell’Imam del Tempo.”
“La rivoluzione fu il frutto del legame tra quell’imam (Khomeini) e tale popolo. Questa rivoluzione è per tutti gli esseri umani e per tutti coloro che cercano la perfezione.” Ahmadinejad, dinnanzi ad un folto numero di uditori, sistemati alla buona, anche al di fuori della moschea, ha continuato affermando: “La rivoluzione continua il suo percorso, nonostante i problemi e le difficoltà, e non si arresta.” “La nostra rivoluzione è un profondo mutamento che influenza le nazioni e il suo raggio d’azione aumenta ogni giorno, per via del fatto che la ricerca della giustizia è parte integrante della natura degli uomini.” “Nonostante i problemi, la nostra nazione oggi è ancora più credente e persevera sempre di più nella ricerca della giustizia; il popolo si è fatto portabandiera nel mondo dei valoro di unità, giustizia e amore.”
Ahmadinejad ha anche sottolineato che l’imam Khomeini si è affidato al popolo e che nessuno ha il diritto di ledere questo legame tra la guida e la nazione. “I nostri nemici hanno tante idee perverse in testa, ma le loro trame sono del tutto inconsistenti, loro non hanno conosciuto bene la nostra nazione, visto che il popolo è disposto a resistere fino alla fine in nome della salvaguardia dei valori della rivoluzione.” “L’unico mezzo per porre fine alle trame dei nemici è affidarsi al popolo e insistere sui valori, ovvero quello che faceva l’imam stesso.” In conclusione del suo intervento, Ahmadinejad ha ribadito l’importanza della difesa della Repubblica Islamica, sottolineando che egli stesso, autodefinendosi “un piccolo servitore della nazione”, sarà sino all’ultimo istante a servizio della rivoluzione, dei suoi valori e della Repubblica Islamica.
Soldati contro assassini: come Hezbollah in Siria ha distrutto sul campo la 'fama' di Al-Qaeda!!
Nel momento in cui, nel corso del 2012, la dirigenza di Hezbollah decise di intervenire a fondo nel teatro di operazioni siriano per aiutare il Governo legittimo ad affrontare le milizie takfire mercenarie e difendere i luoghi di devozione sciita e la stessa comunità sciita siriana non pochi comandanti del partito di Nasrallah erano molto preoccupati.
"A parte i militi dell'FSA, che sapevamo essere dilettanti privi di addestramento e che non si sono rivelati minimamente una preoccupazione" rivela a un cronista libanese un milite di Hezbollah che chiede ovviamente di rimanere anonimo "Sapevamo che in Siria avremmo affrontato i qaedisti di Al-Nusra e del Daash (la formazione nota in Occidente come ISIS/ISIL), avversari che non conoscevamo affatto".
Rispondenti a branche differenti di Al-Qaeda, il Fronte Al-Nusra e l'ISIL sono imparentati con i militanti sunniti che hanno reso la vita impossibile a Fallujah agli invasori americani e, più alla lontana, coi combattenti ceceni e con gli 'arabi' che hanno combattuto a fianco dei Talebani nella prima fase del conflitto in Afghanistan post-2001; da questi precedenti c'era da aspettarsi un nemico tenace, anche abile, in grado magari di mettere in difficoltà Hezbollah con tattiche 'asimmetriche' non diverse da quelle usate dallo stesso Partito di Dio contro i sionisti.
Ma la fama di 'durezza' di questi avversari non ha resistito a lungo al contatto con la realtà.
"Siamo rimasti molto delusi alla prova dei fatti; i combattenti di Al-Qaeda si sono mostrati da subito molto fanatici, ma disorganizzati e inefficienti: a volte basta il suono di una sparatoria lontana per metterli in fuga, altre volte, quando hanno preso la droga, sono capaci di avanzare dritti verso una postazione di mitragliatrice incuranti dei compagni che cadono tutti attorno a loro, fino a che le dita non ti fanno male a furia di sparargli".
I militi di Hezbollah hanno catturato grosse quantità di metanfetamine come il captagon (fenitlillina) che permette di ignorare fame e stanchezza ma non aiuta certo l'acume tattico/strategico, che sembra particolarmente difettare ai mercenari wahabiti presenti in Siria.
"L'unica abilità che i qaedisti hanno consistentemente mostrato" continua il membro di Hezbollah "é stata nell'organizzare attentati, missioni suicide nel mezzo di centri civili, autobombe e così via; per il resto la loro performance sul campo di battaglia si é rivelata una completa delusione".
Rispondenti a branche differenti di Al-Qaeda, il Fronte Al-Nusra e l'ISIL sono imparentati con i militanti sunniti che hanno reso la vita impossibile a Fallujah agli invasori americani e, più alla lontana, coi combattenti ceceni e con gli 'arabi' che hanno combattuto a fianco dei Talebani nella prima fase del conflitto in Afghanistan post-2001; da questi precedenti c'era da aspettarsi un nemico tenace, anche abile, in grado magari di mettere in difficoltà Hezbollah con tattiche 'asimmetriche' non diverse da quelle usate dallo stesso Partito di Dio contro i sionisti.
Ma la fama di 'durezza' di questi avversari non ha resistito a lungo al contatto con la realtà.
"Siamo rimasti molto delusi alla prova dei fatti; i combattenti di Al-Qaeda si sono mostrati da subito molto fanatici, ma disorganizzati e inefficienti: a volte basta il suono di una sparatoria lontana per metterli in fuga, altre volte, quando hanno preso la droga, sono capaci di avanzare dritti verso una postazione di mitragliatrice incuranti dei compagni che cadono tutti attorno a loro, fino a che le dita non ti fanno male a furia di sparargli".
I militi di Hezbollah hanno catturato grosse quantità di metanfetamine come il captagon (fenitlillina) che permette di ignorare fame e stanchezza ma non aiuta certo l'acume tattico/strategico, che sembra particolarmente difettare ai mercenari wahabiti presenti in Siria.
"L'unica abilità che i qaedisti hanno consistentemente mostrato" continua il membro di Hezbollah "é stata nell'organizzare attentati, missioni suicide nel mezzo di centri civili, autobombe e così via; per il resto la loro performance sul campo di battaglia si é rivelata una completa delusione".
Attentato islamista contro il Generale Haftar: tre uomini della scorta si sacrificano per salvarlo!
E' di tre guardie del corpo decedute il bilancio dell'attentato esplosivo che meno di tre quarti d'ora fa ha colpito l'automobile dove si trovava il Generale libico Belqasim Haftar, impegnato in una dura lotta nell'Est del paese contro la potente milizia di Ansar al-Sharia.
Questa notizia di cui PALAESTINA FELIX é ORGOGLIOSO di reclamare L'ASSOLUTA ESCLUSIVA dimostra come il movimento guidato dall'Ex-capo di SM libico degli anni '80 stia realmente minacciando il regime di predominio delle bande armate islamiche finanziate da Ankara e Doha.
Pubblicheremo ogni genere di aggiornamento sulla situazione libica che riusciremo a raccogliere: per ora sembra che Haftar abbia evitato qualunque conseguenza: l'attacco sarebbe avvenuto in Cirenaica, vicino alla città di Bengasi nei cui dintorni le forze a lui fedeli stanno continuando a ingaggiare battaglia contro gli estremisti.
Questa notizia di cui PALAESTINA FELIX é ORGOGLIOSO di reclamare L'ASSOLUTA ESCLUSIVA dimostra come il movimento guidato dall'Ex-capo di SM libico degli anni '80 stia realmente minacciando il regime di predominio delle bande armate islamiche finanziate da Ankara e Doha.
Pubblicheremo ogni genere di aggiornamento sulla situazione libica che riusciremo a raccogliere: per ora sembra che Haftar abbia evitato qualunque conseguenza: l'attacco sarebbe avvenuto in Cirenaica, vicino alla città di Bengasi nei cui dintorni le forze a lui fedeli stanno continuando a ingaggiare battaglia contro gli estremisti.
Mentre si festeggia la vittoria di Al-Sisi emergono i risultati definitivi: il nuovo Presidente ha avuto 10 milioni di voti più di Morsi!!
Dieci milioni di voti.
Dieci milioni di voti IN PIU'.
Questa la rivelazione che emerge dallo spoglio definitivo delle schede elettorali che hanno consegnato all'Ex-generale Al-Sisi la poltrona di Presidente dell'Egitto. Infatti, pur con un'affluenza alle urne leggermente più bassa in termini percentuali rispetto alle precedenti elezioni vinte dall'Ikhwanita Morsi (47 per cento contro 52), 26 milioni di Egiziani hanno votato per Al-Sisi, mentre Morsi, al momento della sua elezione aveva totalizzato poco meno di sedici miioni di preferenze.
Certamente, sostenitori dell'Ikhwan come coloro che fino a pochi mesi fa organizzavano al Cairo manifestazioni di solidarietà coi tagliagole qaedisti in Siria potranno andare avanti a parlare di brogli e di elezioni pilotate, ma a noi questo dato sembra legittimare molto di più il mandato di Al-Sisi che non quello (che pur accettavamo e rispettavamo) del suo predecessore.
La stessa popolazione della capitale, riversandosi massicciamente in strada nonostante il pericolo di attentati terroristici, ha voluto dimostrare ancora una volta quanto compatto, genuino e intenso sia il capitale di popolarità di cui l'Ex-capo di Stato Maggiore può disporre all'inizio del suo mandato presidenziale: speriamo che sappia farne buon uso!
La stessa popolazione della capitale, riversandosi massicciamente in strada nonostante il pericolo di attentati terroristici, ha voluto dimostrare ancora una volta quanto compatto, genuino e intenso sia il capitale di popolarità di cui l'Ex-capo di Stato Maggiore può disporre all'inizio del suo mandato presidenziale: speriamo che sappia farne buon uso!
martedì 3 giugno 2014
Da scompisciarsi! Le Mustaq-balle di Saad Hariri moltiplicano per tre la popolazione del Libano!!
In tutta la Siria si stanno tenendo le operazioni di voto per le Elezioni Presidenziali, che hanno visto persino i campi profughi in Libano e in Giordania infiammarsi di fervore pro-Assad, dimostrando come anche quei Siriani che sono stati costretti a lasciare le loro case riconoscano pienamente l'attuale Presidente come il salvatore della Patria e siano intenzionati a confermarlo alla guida del paese almeno per altri 7 anni.
Ovviamente tale mobilitazione per il Governo legittimo irrita e urta gli amici e i sostenitori dei terroristi stranieri che hanno cercato di fare strame della nazione siriana e ne abbiamo prova nell'edizione odierna del quotidiano 'Al-Mustaqbal', organo del partito filosaudita e filosionista del Renzo Bossi libanese Saad Hariri.
Il titolo qui riportato recita: "Hezbollah garantisce al regime siriano 15 milioni di voti di Sciiti Libanesi". Ora, visto che gli Sciiti in Libano sono poco meno del 40 per cento della popolazione e che in tutto il Paese dei Cedri vivono meno di cinque milioni di persone, non riusciamo a immaginare le dita anchilosate e i tunnel carpali che avranno colpito i poveri Sciiti di Dahyieh e di Sidone e del Sud del Libano costretti dagli aguzzini di Nasrallah a votare sette od otto volte di fila per Assad!
Veramente, "Al-Mustaqbal" dovrebbe cambiare il suo titolo in AL-MUSTAQ-BALLE!
Ovviamente tale mobilitazione per il Governo legittimo irrita e urta gli amici e i sostenitori dei terroristi stranieri che hanno cercato di fare strame della nazione siriana e ne abbiamo prova nell'edizione odierna del quotidiano 'Al-Mustaqbal', organo del partito filosaudita e filosionista del Renzo Bossi libanese Saad Hariri.
Il titolo qui riportato recita: "Hezbollah garantisce al regime siriano 15 milioni di voti di Sciiti Libanesi". Ora, visto che gli Sciiti in Libano sono poco meno del 40 per cento della popolazione e che in tutto il Paese dei Cedri vivono meno di cinque milioni di persone, non riusciamo a immaginare le dita anchilosate e i tunnel carpali che avranno colpito i poveri Sciiti di Dahyieh e di Sidone e del Sud del Libano costretti dagli aguzzini di Nasrallah a votare sette od otto volte di fila per Assad!
Veramente, "Al-Mustaqbal" dovrebbe cambiare il suo titolo in AL-MUSTAQ-BALLE!
Stazione radar iraniana in grado di tracciare e identificare oggetti orbitanti inaugurata dal Generale Esmaili!!
Poco meno di due mesi fa scrivendo dell'adozione di nuovi missili per il sistema S-200 migliorato e modernizzato dagli ingegneri iraniani (che sono riusciti a portare un sistema d'arma degli anni '60 al pari con apparati di moderna concezione e costruzione) confondendo raggio e altitudine traducendo dalla fonte originale scrivemmo per sbaglio che i nuovi 'Sayyad' potessero ingaggiare bersagli a 300 Km d'altezza (il che avrebbe voluto dire nella bassa orbita stratosferica).
Quel nostro errore, che errore era, rivisto alla luce degli ultimi aggiornamenti dalla Repubblica Islamica sembra quasi "profetico" visto che é di questi giorni la notizia dell'inaugurazione, sotto gli auspici del Generale Farzad Ismaili, di una potentissima stazione radar ad apparato di fase tridimensionale in grado, lei sì, di avvistare e tracciare oggetti in orbita bassa, fino a 300 Km in altezza e fino ai 1500 Km in raggio. Questo sistema radar, tanto per fare un esempio, consente a Teheran di controllare precisamente lo spazio aereo dell'illegale entità sionista impiantata nella Palestina Occupata.
Ecco i frutti della benedetta Jihad per l'Autosufficienza militare: nonostante embarghi, attentati e altre meschine e scorrette misure delle potenze arroganti l'ingegno, l'operosità, la dedizione degli esperti, dei tecnici, degli scienziati iraniani porta gli stessi regimi dell'ingiustizia sempre più sotto l'occhio vigilante dei difensori degli oppressi. Lunga vita alla Repubblica Islamica e ai suoi ideali di Riscatto attraverso la Resistenza!!
Quel nostro errore, che errore era, rivisto alla luce degli ultimi aggiornamenti dalla Repubblica Islamica sembra quasi "profetico" visto che é di questi giorni la notizia dell'inaugurazione, sotto gli auspici del Generale Farzad Ismaili, di una potentissima stazione radar ad apparato di fase tridimensionale in grado, lei sì, di avvistare e tracciare oggetti in orbita bassa, fino a 300 Km in altezza e fino ai 1500 Km in raggio. Questo sistema radar, tanto per fare un esempio, consente a Teheran di controllare precisamente lo spazio aereo dell'illegale entità sionista impiantata nella Palestina Occupata.
Ecco i frutti della benedetta Jihad per l'Autosufficienza militare: nonostante embarghi, attentati e altre meschine e scorrette misure delle potenze arroganti l'ingegno, l'operosità, la dedizione degli esperti, dei tecnici, degli scienziati iraniani porta gli stessi regimi dell'ingiustizia sempre più sotto l'occhio vigilante dei difensori degli oppressi. Lunga vita alla Repubblica Islamica e ai suoi ideali di Riscatto attraverso la Resistenza!!
L'Esercito di Assad respinge una male organizzata offensiva contro Aleppo e cattura altri takfiri travestiti!!
I terroristi wahabiti al soldo del complotto imperialista-sionista antisiriano avevano preparato accuratamente con tutto il rinnovato sostegno americano e turco, un'offensiva contro Aleppo che doveva colpire la Metropoli del Nord proprio all'inizio delle elezioni presidenziali, disarticolando le operazioni di voto nell'importante città e tagliando le comunicazioni sull'asse Aleppo-Khanaser.
Naturalmente i servizi segreti militari siriani hanno captato i preparativi di questa manovra ben in anticipo e le forze armate governative sono riuscite a prendere "in contropiede" jihadisti e takfiri distruggendo i loro luoghi di concentramento e i loro depositi logistici, non solamente impedendo ogni loro avanzata ma respingendoli ulteriormente verso Nord.
Spettacolo ormai usuale, la cattura di diversi militanti che, vistisi ormai persi e circondati, cercavano di esfilitrare le zone di combattimento camuffati in panni femminili...ormai siamo quasi certi che l'uso di indossare gonne e vestiti femminili sia quasi una 'tradizione' per i mercenari wahabiti, evidentemente 'contagiati' dalla gay-friendliness dei loro finanziatori occidentali organizzatori dell'Eurovisione!
Naturalmente i servizi segreti militari siriani hanno captato i preparativi di questa manovra ben in anticipo e le forze armate governative sono riuscite a prendere "in contropiede" jihadisti e takfiri distruggendo i loro luoghi di concentramento e i loro depositi logistici, non solamente impedendo ogni loro avanzata ma respingendoli ulteriormente verso Nord.
Spettacolo ormai usuale, la cattura di diversi militanti che, vistisi ormai persi e circondati, cercavano di esfilitrare le zone di combattimento camuffati in panni femminili...ormai siamo quasi certi che l'uso di indossare gonne e vestiti femminili sia quasi una 'tradizione' per i mercenari wahabiti, evidentemente 'contagiati' dalla gay-friendliness dei loro finanziatori occidentali organizzatori dell'Eurovisione!
lunedì 2 giugno 2014
Tanto tuonò che piovve: il cacicco Abbas presenta il suo nuovo Governo 'apolitico' e rischia di perdere Hamas fin dal primo giorno!!
Dopo oltre un mese di trattative estenuanti il 'nuovo' Governo palestinese 'apolitico' e di 'unità nazionale' é stato presentato a Ramallah.
Il Premier sarà Rami Hamdallah, una nonentità che fa da prestanome per Abbas la cui volontà di usare il neo Primo Ministro come 'sock puppet' per continuare a coordinarsi con l'occupazione sionista e supervisionare quietamente la continua distruzione della comunità palestinese nei territori occupati di Cisgiordania appare chiarissima e lampante.
Ma scopo di questo 'Governo' é anche imbrigliare, impantanare l'azione di Resistenza che un'organizzazione come Hamas potrebbe continuare a esercitare dalla Striscia di Gaza e così si spiega la capitolazione all'ultimo minuto di Abbas che per non scontentare troppo i sionisti avrebbe voluto eliminare il "Ministero per i Prigionieri Politici" sulla cui presenza invece Hamas insisteva.
Alla fine Abbas ha ceduto e ha 'permesso' che tale Ministero fosse incluso, seppure come portafoglio secondario affidato allo stesso Premier, altrimenti Hamas avrebbe ritirato il suo sostegno a tale esecutivo ancor prima che venisse presentato.
Nessun dignitario di Hamas era presente a Ramallah visto che il regime ebraico ha proibito il transito ai dirigenti del movimento da Gaza. Senza dubbio Abbas é stato molto grato a Tel Aviv per questo fatto.
Il Premier sarà Rami Hamdallah, una nonentità che fa da prestanome per Abbas la cui volontà di usare il neo Primo Ministro come 'sock puppet' per continuare a coordinarsi con l'occupazione sionista e supervisionare quietamente la continua distruzione della comunità palestinese nei territori occupati di Cisgiordania appare chiarissima e lampante.
Ma scopo di questo 'Governo' é anche imbrigliare, impantanare l'azione di Resistenza che un'organizzazione come Hamas potrebbe continuare a esercitare dalla Striscia di Gaza e così si spiega la capitolazione all'ultimo minuto di Abbas che per non scontentare troppo i sionisti avrebbe voluto eliminare il "Ministero per i Prigionieri Politici" sulla cui presenza invece Hamas insisteva.
Alla fine Abbas ha ceduto e ha 'permesso' che tale Ministero fosse incluso, seppure come portafoglio secondario affidato allo stesso Premier, altrimenti Hamas avrebbe ritirato il suo sostegno a tale esecutivo ancor prima che venisse presentato.
Nessun dignitario di Hamas era presente a Ramallah visto che il regime ebraico ha proibito il transito ai dirigenti del movimento da Gaza. Senza dubbio Abbas é stato molto grato a Tel Aviv per questo fatto.
Battaglia nell'Anbar tra takfiri e militari irakeni, mentre Al-Maliki trova sostegno per un nuovo termine come Premier!!
Un "intenso scontro a fuoco" durato almeno tre ore che ha visto l'intervento anche della copertura aerea delle forze regolari, si é registrato nella Provincia di Anbar nella zona di Saqlawiya ove continua con inesausta intensità l'offensiva di Bagdad contro i gruppi estremisti takfiri.
Intanto nella capitale irakena, dopo il successo delle elezioni tenutesi senza eccessivi disturbi e attentati della militanza jihadista, dopo la pubblicazione dei risultati con la netta affermazione del partito del Premier Nouri al-Maiki che ha staccato i secondi classificati di quasi sessanta seggi, un deciso passo avanti per la formazione di un terzo gabinetto a guida Maliki si é avuta oggi quando l'Unione Patriotica del Kurdistan, coi suoi 19 deputati si é detta disposta ad appoggiare un terzo mandato per lo statista sciita.
Ovviamente i Curdi non faranno nulla per nulla e in ambio del loro appoggio chiederanno a Maliki molte poltrone, forse anche quella di Presidente della Repubblica; vedremo quanto l'attuale Primo Ministro sarà disposto a concedere loro, se preferirà ampiare la base del suo consenso per quanto possibile o se si 'accontenterà del sostegno degli altri partiti sciiti.
Intanto nella capitale irakena, dopo il successo delle elezioni tenutesi senza eccessivi disturbi e attentati della militanza jihadista, dopo la pubblicazione dei risultati con la netta affermazione del partito del Premier Nouri al-Maiki che ha staccato i secondi classificati di quasi sessanta seggi, un deciso passo avanti per la formazione di un terzo gabinetto a guida Maliki si é avuta oggi quando l'Unione Patriotica del Kurdistan, coi suoi 19 deputati si é detta disposta ad appoggiare un terzo mandato per lo statista sciita.
Ovviamente i Curdi non faranno nulla per nulla e in ambio del loro appoggio chiederanno a Maliki molte poltrone, forse anche quella di Presidente della Repubblica; vedremo quanto l'attuale Primo Ministro sarà disposto a concedere loro, se preferirà ampiare la base del suo consenso per quanto possibile o se si 'accontenterà del sostegno degli altri partiti sciiti.
Continuano in Libia le operazioni anti-milizie delle forze di Haftar! Attacco con elicotteri intorno a Bengasi!
Questi brevi video appena pubblicati sulla piattaforma YouTube mostrano almeno un Mi-35 (versione da esportazione del Mi-24) dei reparti fedeli al Generale Haftar compiere un raid con lanciarazzi su posizioni delle milizie islamiste intorno a Bengasi. A diversi giorni dal "Pronunciamiento" dell'Ex-capo di SM di Gheddafi, sulla cui colorita biografia rimandiamo i lettori a questo nostro precedente articolo,
sembra che, al contrario di quanto successo in passato, questa volta vi sia un consenso e una determinazione dietro le sue azioni che potrebbero rivelarsi decisivi.
Reparti di aviazione ed elicotteristici rappresentano una sorta di "elite" nelle forze armate di un Paese in Via di Sviluppo, specie in uno il cui Esercito Regolare abbia passato i travagli di quello libico dal 2011 a oggi; che Haftar sia riuscito a mobilitarli a suo fianco e che essi riescano a operare con una certa regolarità (vedi anche il recente bombardamento con MiG-21 di pochi giorni orsono) dimostra che il suo non é precisamente un 'fuoco di paglia'.
I prossimi giorni ci diranno se le forze del Generale sapranno mantenere questo passo operativo e sottrarre via via terreno, consenso e posizioni alle milizie o se, al contrario, la Libia dovrà restare ancora in mano a gruppi islamisti a libro paga di Ankara e Doha.
I prossimi giorni ci diranno se le forze del Generale sapranno mantenere questo passo operativo e sottrarre via via terreno, consenso e posizioni alle milizie o se, al contrario, la Libia dovrà restare ancora in mano a gruppi islamisti a libro paga di Ankara e Doha.
Zarif: "La visita dell'Emiro del Kuwait segna una nuova pagina nei rapporti con l'Iran!"
Il Ministro iraniano degli Esteri Mohammed Javad Zarif ha dichiarato che la visita dell'Emiro del Kuwait, iniziata ieri e che si concluderà più avanti nella giornata di oggi "rinfrescherà" i legami Teheran-Kuwait City e segnerà l'inizio di una nuova stagione nelle relazioni bilaterali tra i due paesi.
Le dichiarazioni di Zarif sono state raccolte il giorno prima dell'arrivo in Iran dello Sceicco Sabah Ahmed al-Sabah, dopo un colloquio con il Ministro degli Esteri Kuwaitiano Sceicco Sabah Khaled al-Sabah.
Anche l'Esecutivo kuwaitiano, in un documento rilasciato ieri ha auspicato che con la visita dell'Emiro a Teheran "Sicurezza, Stabilità e Pace nella regione" risultino rafforzate e beneficate.
domenica 1 giugno 2014
Putin si congratula col Presidente egiziano Al-Sisi per la sua larga affermazione alle elezioni!
Con una lunga conversazione telefonica il Presidente russo Vladimir Putin ha voluto essere il primo capo di stato a congratularsi col nuovo 'collega' Abdelfatah al-Sisi dopo l'ufficializzazione della sua ampia affermazione alle recenti elezioni presidenziali egiziane.
Sisi, ringraziando, ha espresso la certezza che i tradizionali legami Cairo-Mosca, messi in sordina dal 1976 al 2011, potranno avviarsi a una nuova fase di fioritura e sviluppo in tutte le aree: politica, diplomatica, commerciale, tecnologica e militare.
I due leader si sono salutati ripromettendosi un prossimo scambio di visite ufficiali durante le quali, certamente, gli auspici per un approfondimento delle relazioni bilaterali verranno trasformati in concrete ipotesi di lavoro.
Sisi, ringraziando, ha espresso la certezza che i tradizionali legami Cairo-Mosca, messi in sordina dal 1976 al 2011, potranno avviarsi a una nuova fase di fioritura e sviluppo in tutte le aree: politica, diplomatica, commerciale, tecnologica e militare.
I due leader si sono salutati ripromettendosi un prossimo scambio di visite ufficiali durante le quali, certamente, gli auspici per un approfondimento delle relazioni bilaterali verranno trasformati in concrete ipotesi di lavoro.
"Al-Sabirin", il nuovo contributo di Gaza alla galassia della Resistenza Palestinese!
Al-Sabirin, "I Pazienti" é il nome di quella che sembra l'ultima nata nella galleria delle organizzazioni palestinesi di Resistenza; questo gruppo sarebbe attivo dal 2009 a Gaza ma solo ultimamente sarebbe uscito allo scoperto, apparentemente forzato a ciò dalla recente morte di un suo militante, tale Nizar Issa, in una esplosione di un laboratorio per la produzione artigianale di esplosivi.
L'organizzazione, di cui apparentemente non esistono immagini avrebbe come simbolo un "logo" pesantemente imparentato con Hezbollah tanto che alcuni simpatizzanti wahabiti di Gaza l'avrebbero già accusata di essere un "gruppo sciita"; la dirigenza di 'Al-Sabirin', qualificando il gruppo come 'musulmano' rifiuta in principio ogni discorso settario dichiarando che ogni suo membro é libero di praticare la religione musulmana nella setta che preferisce tra quelle ufficialmente riconosciute.
Il gruppo sarebbe guidato da un veterano della Resistenza armata formatosi nel corso della Seconda Intifada che ha assunto il nom de guerre di 'Abu Mohammad' il quale però si limiterebbe a interpretare e tradurre in direzioni operative le decisioni di un 'Consiglio di Shoura', che sarebbe il vero centro decisionale di Al-Sabirin.
Altre personalità sarebbero il portavoce Abu Yousef e il responsabile delle operazioni militari Abu Islam. Se in conseguenza degli accordi di Governo unitario con Fatah le operazioni militari di Hamas dovessero interrompersi o rallentare di frequenza e di intensità é chiaro che il Fronte del Rifiuto e della Lotta Armata si arricchirebbe di quei militanti delle Brigate Qassam che non accetteranno di venire messi da parte all'interno dell'organizzazione per cui hanno lottato e messo in pericolo per anni le loro vite, vedendo morire da martiri parenti, amici e camerati.
In tale scenario la Jihad Islamica, i Comitati Popolari di Resistenza ma anche gruppi minori come finora é stato Al-Sabirin potrebbero crescere e vedere aumentate anche non di poco le proprie capacità militari.
L'organizzazione, di cui apparentemente non esistono immagini avrebbe come simbolo un "logo" pesantemente imparentato con Hezbollah tanto che alcuni simpatizzanti wahabiti di Gaza l'avrebbero già accusata di essere un "gruppo sciita"; la dirigenza di 'Al-Sabirin', qualificando il gruppo come 'musulmano' rifiuta in principio ogni discorso settario dichiarando che ogni suo membro é libero di praticare la religione musulmana nella setta che preferisce tra quelle ufficialmente riconosciute.
Il gruppo sarebbe guidato da un veterano della Resistenza armata formatosi nel corso della Seconda Intifada che ha assunto il nom de guerre di 'Abu Mohammad' il quale però si limiterebbe a interpretare e tradurre in direzioni operative le decisioni di un 'Consiglio di Shoura', che sarebbe il vero centro decisionale di Al-Sabirin.
Altre personalità sarebbero il portavoce Abu Yousef e il responsabile delle operazioni militari Abu Islam. Se in conseguenza degli accordi di Governo unitario con Fatah le operazioni militari di Hamas dovessero interrompersi o rallentare di frequenza e di intensità é chiaro che il Fronte del Rifiuto e della Lotta Armata si arricchirebbe di quei militanti delle Brigate Qassam che non accetteranno di venire messi da parte all'interno dell'organizzazione per cui hanno lottato e messo in pericolo per anni le loro vite, vedendo morire da martiri parenti, amici e camerati.
In tale scenario la Jihad Islamica, i Comitati Popolari di Resistenza ma anche gruppi minori come finora é stato Al-Sabirin potrebbero crescere e vedere aumentate anche non di poco le proprie capacità militari.
Vigliacco 'raid' sionazista contro la casa del Direttore del Centro Studi sui Prigionieri Palestinesi!!
Nella giornata di ieri, sabato 31 maggio, una 'squadraccia' di militari sionazisti ha invaso la casa di Osama Shahin, Direttore del Centro Studi sui Prigionieri Palestinesi, vandalizzandola e terrorizzando la famiglia dell'attivista, che non si trovava nella sua dimora ma era in ospedale per terapie.
L'abitazione di Dura, villaggio nei dintorni di Al-Khalil, é stata invasa dai militari dell'occupazione ebraica così come anche le residenze del padre e del fratello di Shahin, senza tuttavia che i suoi persecutori trovassero nulla di illegale.
La manovra, evidentemente, é stata solo una rappresaglia trasversale in puro stile mafioso ebraico per "punire" un individuo coraggioso che ha dedicato la sua vita a denunciare le torture, gli avvelenamenti, gli episodi di criminale negligenza e i ripugnanti esperimenti farmaceutici a cui sono sottoposti i detenuti politici nelle carceri dell'Apartheid di Tel Aviv.
L'abitazione di Dura, villaggio nei dintorni di Al-Khalil, é stata invasa dai militari dell'occupazione ebraica così come anche le residenze del padre e del fratello di Shahin, senza tuttavia che i suoi persecutori trovassero nulla di illegale.
La manovra, evidentemente, é stata solo una rappresaglia trasversale in puro stile mafioso ebraico per "punire" un individuo coraggioso che ha dedicato la sua vita a denunciare le torture, gli avvelenamenti, gli episodi di criminale negligenza e i ripugnanti esperimenti farmaceutici a cui sono sottoposti i detenuti politici nelle carceri dell'Apartheid di Tel Aviv.