Si squaglia come un gelato sotto la Sfinge anche l'ultima 'profezia' pronunciata dai Fratelli Musulmani e poi ripresa dagli stipendiati dell'OTPOR sorosiana che avevano previsto urne deserte e affluenza sotto il dieci per cento alla chiamata al voto presidenziale, come se gli islamisti a libro paga di Doha e i liberisti ammanigliati con la CIA e la Casa Bianca avessero qualche tipo di 'trademark' sulla Democrazia tale da inficiare e rendere 'antidemocratico' qualunque confronto popolare che li escluda.
Invece, nonostante l'anomala ondata di caldo che ha colpito in Primavera il Nord dell'Egitto (dove si concentra la maggior parte della popolazione) e che ha portato ai picchi massimi di affluenza ai seggi nelle ore serali e notturne (tanto da costringere le autorità a estendere di 24 ore il periodo di votazione), poco meno del cinquanta per cento degli aventi diritto ha partecipato alle elezioni presidenziali.
Le elezioni che sancirono la presidenza di Mohamed Mursi registrarono dati di afflusso identici e possiamo affermare con certezza che, senza bizzarrie del clima (purtroppo sempre più frequenti anche nel bacino Mediterraneo, come anche noi verifichiamo nella nostra vista quotidiana) le percentuali di voto sarebbero state anche più alte.
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