Riceviamo da fonte credibile una notizia assolutamente importante, forse fondamentale per gli sviluppi politico-strategici dell'area mediorientale e centroasiatica nei prossimi 10-20 anni. A Teheran diversi alti dirigenti della Repubblica Islamica, principalmente collocati nell'IRGC, nella "Niruye Qods", nel Ministero degli Esteri e in quello della Difesa avrebbero convenuto, dopo lunghi e intensi dibattiti, che la maniera migliore di difendere gli interessi iraniani nei paesi limitrofi e circonvicini sia quello di favorire la creazione di organizzazioni politico-militari sciite che riflettano l'esperienza libanese di Hezbollah.
Queste "succursali" del 'Partito di Dio' dovrebbero nascere in Siria, in Irak, ma anche in Pachistan e, previo il definitivo ritiro delle forze di occupazione degli invasori NATO, anche in Afghanistan. Hezbollah in Libano é partito come una milizia dalle visioni ispirate ai tratti più intransigenti del khomeinismo, ma si é saputo adattare alla realtà locale diventando popolare anche tra i non-sciiti e difendendo l'autonomia e la sovranità del Paese dei Cedri.
In Siria esistono già milizie sciite ("Liwa al-Zulfiqar" "Liwa al-Fadl Abbas") inquadrate e addestrate da esperti dell'IRGC, della Forza Qods e anche di Hezbollah...é chiaro che da esse, una volta battuta definitivamente l'insorgenza mercenaria, dovrà nascere la nuova organizzazione sciita siriana. Similmente, saranno i volontari sciiti irakeni una volta tornati a casa a formare le prime cellule dell'Hezbollah mesopotamico.
In Pachistan, dove la propagazione del pseudo-islam takfiro delle moschee e delle madrasse wahabite finanziate dai sauditi ha reso impossibile la vita pacifica della numerosa minoranza sciita l'Hezbollah locale dovrà subito affrontare minacce fisiche e scontri armati e dovrà proporsi non come una forza settaria e divisiva ma come un alleato delle autorità statali per proteggere i cittadini di fede sciita e far rispettare la legalità.
Se questi nuovi 'Hezbollah Nazionali' prenderanno piede e avranno la fortuna di trovare leader e militanti anche solo parzialmente illuminati dalla Fede e dallo Zelo di Nasrallah e dei suoi seguaci libanesi, le cose si metteranno molto positivamente per gli sciiti del Mondo Arabo e della Umma in generale!
sabato 10 maggio 2014
Ecco le immagini esclusive della manifestazione della Jihad Islamica ieri a Khan Younis!!
Come ci auguravamo e speravamo siamo riusciti, tramite i nostri contatti di Gaza, a ottenere un paio di immagini esclusive del rally della Jihad Islamica a Khan Younis, tenutosi ieri dopo le preghiere del venerdì per dimostrare la solidarietà dell'organizzazione, dei suoi militanti e dei suoi aderenti e simpatizzanti con le sofferenze dei prigionieri politici dell'occupazione sionista e augurarne la prossima liberazione, magari proprio a seguito delle azioni coraggiose delle Brigate Al-Quds.
Il fatto che la Jihad Islamica abbia tenuto una sua manifestazione nel Sud della Striscia di Gaza lo stesso giorno e nelle stesse ore in cui, nel Nord dell'enclave, Hamas teneva un rally simile, sta a dimostrare la volontà dell'organizzazione di Ramadan Shallah di volersi diversificare e distinguere dal Movimento Musulmano che attualmente amministra Gaza, i cui "avvicinamenti" a Fatah, 'telecomandati' dall'Emiro di Doha, sono meno che popolari presso una larga fetta della popolazione.
Il fatto che la Jihad Islamica abbia tenuto una sua manifestazione nel Sud della Striscia di Gaza lo stesso giorno e nelle stesse ore in cui, nel Nord dell'enclave, Hamas teneva un rally simile, sta a dimostrare la volontà dell'organizzazione di Ramadan Shallah di volersi diversificare e distinguere dal Movimento Musulmano che attualmente amministra Gaza, i cui "avvicinamenti" a Fatah, 'telecomandati' dall'Emiro di Doha, sono meno che popolari presso una larga fetta della popolazione.
Offensiva antiterrorismo irakena nella Provincia di Anbar: otto wahabiti uccisi, molti altri feriti e catturati!!
A poco più di una settimana dalla chiamata alle urne (grande successo di organizzazione e sicurezza per il Governo di Nouri al-Maliki) e a pochi giorni dalla proclamazione ufficale dei risultati del voto, le truppe della Settima Divisione dell'Esercito irakeno sono tornate in azione, con il supporto di artiglieria ed elicotteri, per snidare dai loro nascondigli cellule terroriste wahabite nella regione di Anbar, attorno a Fallujah.
Nel corso dell'operazione almeno otto terroristi sono stati abbattuti e molti altri feriti e catturati dalle forze governative che, come già in passato, si sono potute valere del sostegno e della cooperazione dei clan sunniti dell'Anbar, totalmente contrari alla sedizione foraggiata dalle potenze straniere che hanno interesse a destabilizzare il paese mesopotamico.
Diverse volte il Premier irakeno Al-Maliki ha denunciato i regimi di Riyadh e Doha di istigare e fomentare l'attività terroristica da parte di mercenari stranieri tanto sul suolo irakeno che su quello siriano, dichiarando come Siria e Irak si trovino "praticamente in stato di guerra" contro Sauditi e Qatarioti.
Nel corso dell'operazione almeno otto terroristi sono stati abbattuti e molti altri feriti e catturati dalle forze governative che, come già in passato, si sono potute valere del sostegno e della cooperazione dei clan sunniti dell'Anbar, totalmente contrari alla sedizione foraggiata dalle potenze straniere che hanno interesse a destabilizzare il paese mesopotamico.
Diverse volte il Premier irakeno Al-Maliki ha denunciato i regimi di Riyadh e Doha di istigare e fomentare l'attività terroristica da parte di mercenari stranieri tanto sul suolo irakeno che su quello siriano, dichiarando come Siria e Irak si trovino "praticamente in stato di guerra" contro Sauditi e Qatarioti.
Izvestja annuncia: importante accordo Russo-Iraniano per la cooperazione in campo astronautico!
La Repubblica Islamica iraniana e la Federazione russa hanno raggiunto un accordo per la mutua cooperazione in campo spaziale che comprende l'addestramento di cosmonauti iraniani in Russia, la produzione congiunta di satelliti di rilevazione e per telecomunicazioni e altri campi ancora.
La notizia é stata riportata dal quotidiano "Izvestja" e, pur essendo stata iniziata molti mesi addietro é arrivata alla decisiva conclusione sulla scorta dei recenti diverbi tra Mosca e le potenze occidentali che hanno convinto i Russi della necessità di rafforzare i loro legami con le potenze emergenti contrarie all'imperialismo atlantico e americano.
Tra i 'bonus' promessi a Teheran da Mosca vi é la condivisione di immagini prese dai satelliti-spia "RESURS" modello 'DK' e modello 'P', che consentono risoluzioni di 70 centimetri quadrati per pixel (molto superiore ai satelliti per osservazione finora lanciati dall'Iran); l'Agenzia Spaziale Iraniana conta inoltre di potersi valere dell'aiuto russo nella costruzione di stazioni riceventi capaci di processare dati provenienti dalla costellazione di satelliti GLONASS (la versione russa del GPS).
I Russi si sono dimostrati possibilisti in merito e hanno assicurato agli Iraniani che sarebbero disponibili anche a costruire, in collaborazione coi loro ingegneri, satelliti osservatori che potrebbero anche essere messi in orbita da vettori russi. Infine, astronauti iraniani potrebbero addestrarsi e specializzarsi nelle vaste e raffinate strutture di Baikonur: Mosca sta ancora considerando le implicazioni di una tale richiesta ma con i recenti sviluppi internazionali e la probabile rottura di ogni rapporto di collaborazione con gli USA la probabilità che anche questa richiesta venga accettata é molto alta.
Ironicamente, i cosmonauti della Repubblica Islamica verrebbero accolti e addestrati nelle stesse identiche 'facilities' che fino a pochi mesi fa ospitavano gli astronauti americani in attesa di imbarcarsi sulle 'Soyuz' dirette verso la Stazione Internazionale.
La notizia é stata riportata dal quotidiano "Izvestja" e, pur essendo stata iniziata molti mesi addietro é arrivata alla decisiva conclusione sulla scorta dei recenti diverbi tra Mosca e le potenze occidentali che hanno convinto i Russi della necessità di rafforzare i loro legami con le potenze emergenti contrarie all'imperialismo atlantico e americano.
Tra i 'bonus' promessi a Teheran da Mosca vi é la condivisione di immagini prese dai satelliti-spia "RESURS" modello 'DK' e modello 'P', che consentono risoluzioni di 70 centimetri quadrati per pixel (molto superiore ai satelliti per osservazione finora lanciati dall'Iran); l'Agenzia Spaziale Iraniana conta inoltre di potersi valere dell'aiuto russo nella costruzione di stazioni riceventi capaci di processare dati provenienti dalla costellazione di satelliti GLONASS (la versione russa del GPS).
I Russi si sono dimostrati possibilisti in merito e hanno assicurato agli Iraniani che sarebbero disponibili anche a costruire, in collaborazione coi loro ingegneri, satelliti osservatori che potrebbero anche essere messi in orbita da vettori russi. Infine, astronauti iraniani potrebbero addestrarsi e specializzarsi nelle vaste e raffinate strutture di Baikonur: Mosca sta ancora considerando le implicazioni di una tale richiesta ma con i recenti sviluppi internazionali e la probabile rottura di ogni rapporto di collaborazione con gli USA la probabilità che anche questa richiesta venga accettata é molto alta.
Ironicamente, i cosmonauti della Repubblica Islamica verrebbero accolti e addestrati nelle stesse identiche 'facilities' che fino a pochi mesi fa ospitavano gli astronauti americani in attesa di imbarcarsi sulle 'Soyuz' dirette verso la Stazione Internazionale.
venerdì 9 maggio 2014
Migliaia di Palestinesi da tutta Gaza stanno riunendosi a Khan Younis per una manifestazione della Jihad Islamica!
La stazione radio delle "Saraya Al-Quds", braccio armato dell'Organizzazione per la Jihad Islamica in Palestina, fronte filoiraniano che ultimamente ha superato le Brigate Qassam di Hamas quanto a popolarità, iniziativa e potenza di fuoco nel confrontarsi con le provocazioni armate dell'occupazione sionista, aveva iniziato a lanciare l'appello già da ieri: "Domani, dopo le preghiere del Venerdì, tutti a Khan Younis per una massiccia manifestazione della Jihad".
Puntualmente, una volta terminata la principale funzione religiosa del giorno sacro all'Islam, migliaia e migliaia di abitanti della Striscia hanno iniziato a convergere verso la cittadina meridionale dell'enclave assediata, ansiosi di rispondere all'appello lanciato dalle Brigate coi vessilli neri ed oro.
Attendendo ulteriori sviluppi speriamo che, come in passato, i nostri contatti nella Striscia riescano a fornirci testimonianze fotografiche esclusive della manifestazione in atto, che provvederemo immediatamente a pubblicare.
Puntualmente, una volta terminata la principale funzione religiosa del giorno sacro all'Islam, migliaia e migliaia di abitanti della Striscia hanno iniziato a convergere verso la cittadina meridionale dell'enclave assediata, ansiosi di rispondere all'appello lanciato dalle Brigate coi vessilli neri ed oro.
Attendendo ulteriori sviluppi speriamo che, come in passato, i nostri contatti nella Striscia riescano a fornirci testimonianze fotografiche esclusive della manifestazione in atto, che provvederemo immediatamente a pubblicare.
Dopo le menzogne ikhwanite, regolarmente smentite, Al-Sisi incontra cordialmente l'ambasciatore algerino!
Parlando con rappresentanti dei media locali la scorsa settimana l'Ex-generale e ora candidato presidenziale Al-Sisi ha dichiarato che, in caso di necessità, la totalità delle Forze Armate egiziane sarebbe in grado di mobilitarsi per correre in aiuto di paesi come la Tunisia, l'Algeria o il Marocco, in meno di 72 ore.
Prontamente, un outlet di propaganda menzognera al servizio della disciolta Fratellanza Musulmana (e dei suoi sostenitori e finanziatori stranieri) come "Islam.Info", distorse le parole di Sisi pretendendo che egli avesse vantato la capacità egiziana di "INVADERE" Tunisia, Algeria o Marocco...e meschinamente aveva 'lanciato' la news con in primo piano l'Algeria, nel tentativo di rovinare i rapporti tra i due grandi Stati nordafricani attualmente che più fortemente sono impegnati a garantire la laicità delle Istituzioni.
Puntuale arrivò la smentita, come si può leggere su questa stessa pagina-web "Algerie Patriotique", che dimostra come gli stessi media algerini siano stati ansiosi di smentire le fandonie islamiste. Comunque, a riaffermare la mancanza di ogni istinto 'bellicoso' verso la Repubblica Algerina ieri Sisi ha incontrato e discusso a lungo con il suo ambasciatore al Cairo, ribadendo di essere pronto, se verrà eletto Presidente dell'Egitto, a condurra una politica di dialogo e cooperazione verso Algeri: "Combattendo per l'Unità dei Popoli e delle Nazioni arabe!".
Prontamente, un outlet di propaganda menzognera al servizio della disciolta Fratellanza Musulmana (e dei suoi sostenitori e finanziatori stranieri) come "Islam.Info", distorse le parole di Sisi pretendendo che egli avesse vantato la capacità egiziana di "INVADERE" Tunisia, Algeria o Marocco...e meschinamente aveva 'lanciato' la news con in primo piano l'Algeria, nel tentativo di rovinare i rapporti tra i due grandi Stati nordafricani attualmente che più fortemente sono impegnati a garantire la laicità delle Istituzioni.
Puntuale arrivò la smentita, come si può leggere su questa stessa pagina-web "Algerie Patriotique", che dimostra come gli stessi media algerini siano stati ansiosi di smentire le fandonie islamiste. Comunque, a riaffermare la mancanza di ogni istinto 'bellicoso' verso la Repubblica Algerina ieri Sisi ha incontrato e discusso a lungo con il suo ambasciatore al Cairo, ribadendo di essere pronto, se verrà eletto Presidente dell'Egitto, a condurra una politica di dialogo e cooperazione verso Algeri: "Combattendo per l'Unità dei Popoli e delle Nazioni arabe!".
giovedì 8 maggio 2014
La Crisi Ucraina non distrae Putin che mantiene alta la guardia nel Mediterraneo Orientale!
Dopo un viaggio di oltre 4000 miglia nautiche il Cacciatorpedieniere lanciamissili "Viceammiraglio Kulakov" appartenente alla 'Classe Udaloy' della flotta russa ha raggiunto il Mediterraneo Orientale dopo essere partito dal suo porto nel Mare del Nord.
Secondo quanto dichiarato dal Portavoce della Flotta Settentrionale, Capitano Vadim Serga, il 'Kulakov' si sostituirà all'Incrociatore 'Pietro il Grande' come nave-comando della Task Force russa che pattuglia le acque antistanti alla Siria.
L'avvicendamento dimostra come la 'guardia' di Putin nel Mediterraneo Orientale rimanga sempre alta nonostante i tentativi NATO di distrarre la sua attenzione con la crisi manifatturata in Ucraina (motivata dal desiderio di negare alla Russia i porti di Sebastopoli e Odessa).
E' di questi giorni la notizia che oltre due miliardi di dollari verrano investiti da qui al 2020 per fornire nuovi vascelli di superficie e sottomarini moderni alla Flotta del Mar Nero; dimostrazione evidente di come il Cremlino ritenga fondamentale la propria capacità di proiettare la sua forza navale nelle acque del Mediterraneo.
Secondo quanto dichiarato dal Portavoce della Flotta Settentrionale, Capitano Vadim Serga, il 'Kulakov' si sostituirà all'Incrociatore 'Pietro il Grande' come nave-comando della Task Force russa che pattuglia le acque antistanti alla Siria.
L'avvicendamento dimostra come la 'guardia' di Putin nel Mediterraneo Orientale rimanga sempre alta nonostante i tentativi NATO di distrarre la sua attenzione con la crisi manifatturata in Ucraina (motivata dal desiderio di negare alla Russia i porti di Sebastopoli e Odessa).
E' di questi giorni la notizia che oltre due miliardi di dollari verrano investiti da qui al 2020 per fornire nuovi vascelli di superficie e sottomarini moderni alla Flotta del Mar Nero; dimostrazione evidente di come il Cremlino ritenga fondamentale la propria capacità di proiettare la sua forza navale nelle acque del Mediterraneo.
Dopo la conquista del Qalamoun franano anche le ultime posizioni wahabite nel Rif Dimashq!!
Il fatto che gruppi terroristi mantenessero il controllo di alcuni varchi di confine col Libano di rimpetto alla cittadina di Arsal, nella valle di Qalamoun consentiva alle milizie mercenarie qaediste di rifornire i loro complici che, sfumata ormai da lungo tempo ogni speranza di poter avanzare verso Damasco, tuttavia continuavano ad infestarne il "Rif"; specialmente la zona di Ghouta Est.
Adesso, grazie alla totale e completa distruzione delle roccaforti mercenarie da Yabroud a Zabadani, queste linee di rifornimento sono state interrotte e quindi, di risulta, tutti i gruppi di estremisti che da esse dipendevano si stanno frammentando, dibattendosi senza più cibo e munizioni in perimetri sempre più stretti dove li serrano le forze fedeli al Governo legittimo.
Mleiah é completamente in mano all'Esercito Siriano dopo che una vasta operazione militare ha portato al sequestro di dozzine di mortai, mezza dozzina di 'tecniche' (pickup e camioncini con mitragliatrici) ma, indicativamente, pochissime munizioni e alla completa distruzione delle organizzazioni Liwaa` Al-Maghaaweer e Liwaa` Al-Islam "filiate" rispettiamente dal "Fronte al-Nusra" e dal "Fronte dell'Islam".
Nel Sud del paese, dove pochi giorni fa un 'inviato' dell'FSA era stato immediatamente sequestrato dai suoi 'rivali' del Fronte Al-Nusra un sedicente "Emiro" di questa stessa organizzazione é saltato in aria mentre in auto si trovava tra i villaggi di Jmaren e Kharba. Ali al-Naimi, questo il suo nome, é morto sul colpo.
Adesso, grazie alla totale e completa distruzione delle roccaforti mercenarie da Yabroud a Zabadani, queste linee di rifornimento sono state interrotte e quindi, di risulta, tutti i gruppi di estremisti che da esse dipendevano si stanno frammentando, dibattendosi senza più cibo e munizioni in perimetri sempre più stretti dove li serrano le forze fedeli al Governo legittimo.
Mleiah é completamente in mano all'Esercito Siriano dopo che una vasta operazione militare ha portato al sequestro di dozzine di mortai, mezza dozzina di 'tecniche' (pickup e camioncini con mitragliatrici) ma, indicativamente, pochissime munizioni e alla completa distruzione delle organizzazioni Liwaa` Al-Maghaaweer e Liwaa` Al-Islam "filiate" rispettiamente dal "Fronte al-Nusra" e dal "Fronte dell'Islam".
Nel Sud del paese, dove pochi giorni fa un 'inviato' dell'FSA era stato immediatamente sequestrato dai suoi 'rivali' del Fronte Al-Nusra un sedicente "Emiro" di questa stessa organizzazione é saltato in aria mentre in auto si trovava tra i villaggi di Jmaren e Kharba. Ali al-Naimi, questo il suo nome, é morto sul colpo.
mercoledì 7 maggio 2014
Ancora un fallimento a Beirut nell'elezione del Presidente: tutto rimandato al quindici di maggio!
Ancora una volta l'Alleanza 14 Marzo non ha voluto intendere ragioni e ancora una volta le forze contrarie all'elezione di un assassino collaborazionista al palazzo presidenziale della Baabda si sono incaricate di far capire a Saad Hariri e sodali che senza un accordo comprensivo il Libano arriverà alla scadenza del mandato di Michel Sleiman (25 maggio) senza sapere chi gli debba succedere.
Come già nella seconda riunione é mancato il quorum per poter procedere all'espressione dei voti e il Presidente del Parlamento Nabih Berri ha aggiornato il tutto a tra otto giorni, 15 maggio, sperando che per allora i blocchi parlamentari arrivino a un compromesso.
La crisi presidenziale origina dall'ostinazione con cui il blocco filosaudita e filoamericano di Hariri vuole imporre il già galeotto Samir Geagea, come Presidente del Paese dei Cedri; l'Alleanza 8 Marzo invece sostiene l'Ex-generale ed ex-Premier Michel Aoun, una personalità che si é sempre battuta per un Libano sovrano, autonomo e indipendente.
Come già nella seconda riunione é mancato il quorum per poter procedere all'espressione dei voti e il Presidente del Parlamento Nabih Berri ha aggiornato il tutto a tra otto giorni, 15 maggio, sperando che per allora i blocchi parlamentari arrivino a un compromesso.
La crisi presidenziale origina dall'ostinazione con cui il blocco filosaudita e filoamericano di Hariri vuole imporre il già galeotto Samir Geagea, come Presidente del Paese dei Cedri; l'Alleanza 8 Marzo invece sostiene l'Ex-generale ed ex-Premier Michel Aoun, una personalità che si é sempre battuta per un Libano sovrano, autonomo e indipendente.
Il Ministro della Difesa iraniano in visita ufficiale in Cina per espandere ed approfondire la cooperazione tra Artesh e PLA!!
Il ministro iraniano della Difesa, Hossein Dehqan, si trova in Cina per colloqui in materia di cooperazione militare. A Pechino, il ministro e' stato ricevuto questa mattina dall'omologo Chang Wanquan, il quale, citato dall'agenzia Xinhua, ha poi parlato di una collaborazione bilaterale positiva e stategica, di frequenti colloqui di alto livello e di una crescente reciproca fiducia in campo politico.
Si tratta della prima visita di Dehqan in Cina da quando il suo governo si e' insediato lo scorso anno. Accompagnato da una nutrita delegazione militare, il ministro iraniano, che e' a Pechino da ieri e per altri tre giorni, ha auspicato che la cooperazione tra i due dicasteri si vada ampliando, eliminando "le reciproche preoccupazioni in materia di estremismo, terrorismo, traffici illeciti e pirateria". "Una Cina potente - ha detto Dehqan, citato dall'agenzia iraniana Mehr - garantice pace e sicurezza globali, cosi' come un Iran potente e' garanzia di pace, stabilita' e sicurezza sostenibile nel Golfo e in Medio Oriente". Cina e Iran hanno da tempo una forte cooperazione militare e molti media regionali sostengono che Pechino fornisca a Teheran, tra l'altro, materiali e tecnologia per la costruzione di missili e altri armamenti.
Il 7 maggio a Beijing, il vice presidente della Commissione militare del Comitato centrale del PCC, Fan Changlong, ha incontrato la delegazione guidata dal ministro della Difesa iraniano, Hossein Dehqan.
Fan Changlong ha espresso l'intenzione della Cina di lavorare insieme all'Iran per promuovere la fiducia politica reciproca e approfondire la cooperazione, così da portare le relazioni sino-iraniane ad un nuovo livello. La Cina considera molto importanti le relazioni con l'esercito iraniano e assume un atteggiamento costruttivo nello sviluppo dei rapporti tra le forze armate dei due paesi. Le relazioni amichevoli tra l'esercito cinese e quello iraniano corrispondono agli interessi fondamentali di popoli di Cina e Iran, e favorisce il completamento del processo di sviluppo delle relazioni tra i due paesi.
Si tratta della prima visita di Dehqan in Cina da quando il suo governo si e' insediato lo scorso anno. Accompagnato da una nutrita delegazione militare, il ministro iraniano, che e' a Pechino da ieri e per altri tre giorni, ha auspicato che la cooperazione tra i due dicasteri si vada ampliando, eliminando "le reciproche preoccupazioni in materia di estremismo, terrorismo, traffici illeciti e pirateria". "Una Cina potente - ha detto Dehqan, citato dall'agenzia iraniana Mehr - garantice pace e sicurezza globali, cosi' come un Iran potente e' garanzia di pace, stabilita' e sicurezza sostenibile nel Golfo e in Medio Oriente". Cina e Iran hanno da tempo una forte cooperazione militare e molti media regionali sostengono che Pechino fornisca a Teheran, tra l'altro, materiali e tecnologia per la costruzione di missili e altri armamenti.
Il 7 maggio a Beijing, il vice presidente della Commissione militare del Comitato centrale del PCC, Fan Changlong, ha incontrato la delegazione guidata dal ministro della Difesa iraniano, Hossein Dehqan.
Fan Changlong ha espresso l'intenzione della Cina di lavorare insieme all'Iran per promuovere la fiducia politica reciproca e approfondire la cooperazione, così da portare le relazioni sino-iraniane ad un nuovo livello. La Cina considera molto importanti le relazioni con l'esercito iraniano e assume un atteggiamento costruttivo nello sviluppo dei rapporti tra le forze armate dei due paesi. Le relazioni amichevoli tra l'esercito cinese e quello iraniano corrispondono agli interessi fondamentali di popoli di Cina e Iran, e favorisce il completamento del processo di sviluppo delle relazioni tra i due paesi.
Un altro grande successo della campagna BDS nel mondo accademico anglosassone! Sionisti in rotta a Dundee e Galway!
La campagna palestinese per il boicottaggio, disinvestimento e sanzioni continua a guadagnare sempre maggiore sostegno tra gli studenti in Gran Bretagna e Irlanda.
Nel mese di marzo si sono svolti dei referendum in appoggio alle strategie BDS presso l’Università di Dundee in Scozia, a Galway - l’Università Nazionale dell’Irlanda -, e al King’s College di Londra.
Il 27 marzo è stato tenuto un referendum dall’Associazione degli Studenti dell’Università di Dundee (DUSA), nel quale gli studenti votavano per dodici differenti mozioni avanzate da differenti società del Campus.
La mozione proposta dalla società “Palestine Action” è stata approvata con il “sì” dalla più larga maggioranza degli studenti. Dei 660 voti raccolti, 479 (72.6 percento) hanno sostenuto la mozione. La DUSA si vanta di essere il primo sindacato studentesco in Scozia e il risultato di questo sondaggio indica che gli studenti vogliono prendere una posizione etica opponendosi all'ingiustizia in Palestina.
In un referendum simile all'inizio dello stesso mese, gli studenti presso l'Università Nazionale d'Irlanda - Galway (NUIG) – hanno votato in modo schiacciante in favore di un appello al loro sindacato a sostenere attivamente il movimento BDS; è stato approvato con un margine di quasi 2 a 1, con 1.954 voti favorevoli e 1.054 voti contrari. Gli studenti del King’s College di Londra (KCL) hanno approvato un simile appello al disinvestimento con 348 voti a favore e 252 contro.
La mozione proposta dalla società “Palestine Action” è stata approvata con il “sì” dalla più larga maggioranza degli studenti. Dei 660 voti raccolti, 479 (72.6 percento) hanno sostenuto la mozione. La DUSA si vanta di essere il primo sindacato studentesco in Scozia e il risultato di questo sondaggio indica che gli studenti vogliono prendere una posizione etica opponendosi all'ingiustizia in Palestina.
In un referendum simile all'inizio dello stesso mese, gli studenti presso l'Università Nazionale d'Irlanda - Galway (NUIG) – hanno votato in modo schiacciante in favore di un appello al loro sindacato a sostenere attivamente il movimento BDS; è stato approvato con un margine di quasi 2 a 1, con 1.954 voti favorevoli e 1.054 voti contrari. Gli studenti del King’s College di Londra (KCL) hanno approvato un simile appello al disinvestimento con 348 voti a favore e 252 contro.
martedì 6 maggio 2014
A Doha, nello sfarzo pagato dall'Emiro Tamim, si trascina stancamente l'ennesima "riconciliazione" Hamas-Fatah!
Nella giornata di ieri gli amici di IRIB RADIO ITALIA hanno avuto la gentilezza di offrire al vostro affezionato caporedattore il loro palcoscenico per fargli esprimere il suo giudizio sull'ultima della lunga serie di 'riconciliazioni' tra Hamas e Fatah.
Purtroppo il giudizio non ha potuto essere positivo, a partire dal fatto che tale 'accordo' non é il primo e che, dal momento del suo annuncio ha già disatteso le prime tempistiche: si parlava di un "Governo di Unità Nazionale in cinque giorni" e di una immediata 'road map' verso nuove elezioni, ma, a tredici giorni dal presunto 'accordo' siamo ancora alla fase dei meeting bilaterali.
L'ultimo di questi si é svolto a Doha, nella sfarzosa cornice pagata dall'Emiro Tamim al-Thani; fatto che da solo dimostra come Fatah e Hamas, più che dall'ansia quasi erotica di "ricongiungersi" siano stati portati a effettuare questo nuovo giro di valzer dagli argomenti monetari del ricco stato petrolifero, unica fonte di fondi per la ricostruzione di Gaza (motivo sufficiente a convincere Hamas) e potenziale fonte di finanziamento alternativo per l'Anp (visto che Tel Aviv trattiene le tasse raccolte a nome di Ramallah e Washington e Bruxelles ultimamente lesinano i fondi).
Purtroppo, lo ripetiamo con molta tristezza nel cuore; non é da queste manifestazioni superficiali che potrà nascere un vero, compatto, fronte unito di forze palestinesi che porti avanti con coerenza gli interessi dei Palestinesi di Gaza, della West Bank, della Diaspora.
Purtroppo il giudizio non ha potuto essere positivo, a partire dal fatto che tale 'accordo' non é il primo e che, dal momento del suo annuncio ha già disatteso le prime tempistiche: si parlava di un "Governo di Unità Nazionale in cinque giorni" e di una immediata 'road map' verso nuove elezioni, ma, a tredici giorni dal presunto 'accordo' siamo ancora alla fase dei meeting bilaterali.
L'ultimo di questi si é svolto a Doha, nella sfarzosa cornice pagata dall'Emiro Tamim al-Thani; fatto che da solo dimostra come Fatah e Hamas, più che dall'ansia quasi erotica di "ricongiungersi" siano stati portati a effettuare questo nuovo giro di valzer dagli argomenti monetari del ricco stato petrolifero, unica fonte di fondi per la ricostruzione di Gaza (motivo sufficiente a convincere Hamas) e potenziale fonte di finanziamento alternativo per l'Anp (visto che Tel Aviv trattiene le tasse raccolte a nome di Ramallah e Washington e Bruxelles ultimamente lesinano i fondi).
Purtroppo, lo ripetiamo con molta tristezza nel cuore; non é da queste manifestazioni superficiali che potrà nascere un vero, compatto, fronte unito di forze palestinesi che porti avanti con coerenza gli interessi dei Palestinesi di Gaza, della West Bank, della Diaspora.
La 30esima Flottiglia della Marina Iraniana fa scalo tecnico a Port Sudan nell'ambito delle relazioni Teheran-Khartoum!!
Il portavoce dell'Esercito sudanese Sawarmi Khaled Saad ha dichiarato che le navi della 30esima Flottiglia dell'IRIN hanno gettato l'ancora a Port Sudan (principale scalo sudanese a 667 Km a Nordest della capitale Khartoum) per rifornirsi di carburante.
I civili sudanesi saranno liberi di visitare i vascelli iraniani durante la loro sosta.
Prima di dirigersi verso il Sudan le navi iraniane avevano soccorso una petroliera indiana che stava venendo aggredita da motoscafi pirata, consentendole di riprendere indisturbata la propria rotta verso Suez.
Il Comandante in Capo della Marina sudanese Abdullah al-Matri, durante il suo tour delle navi iraniane ha espresso felicità per le ottime relazioni tra la Repubblica Islamica e il Sudan, chiedendo apertamente che la cooperazione in campo navale tra le due marina venga ampliata e approfondita.
I civili sudanesi saranno liberi di visitare i vascelli iraniani durante la loro sosta.
Prima di dirigersi verso il Sudan le navi iraniane avevano soccorso una petroliera indiana che stava venendo aggredita da motoscafi pirata, consentendole di riprendere indisturbata la propria rotta verso Suez.
Il Comandante in Capo della Marina sudanese Abdullah al-Matri, durante il suo tour delle navi iraniane ha espresso felicità per le ottime relazioni tra la Repubblica Islamica e il Sudan, chiedendo apertamente che la cooperazione in campo navale tra le due marina venga ampliata e approfondita.
Raad: "Il Libano ha bisogno di un Presidente che difenda la Resistenza e preservi la Sovranità nazionale!!"
"Un Presidente che difenda la scelta del popolo libanese di Resistere alle aggressioni e alle invasioni, che preservi la sua Sovranità, non un Presidente che si pieghi e si chini alle richieste dei mercati e delle borse", questo ciò di cui necessita il Paese dei Cedri nelle piane e chiare parole del Capo della delegazione parlamentare di Hezbollah Mohammed Raad, in una dichiarazione rilasciata il giorno prima della nuova riunione del Parlamento per l'elezione del successore di Michel Sleiman.
E' chiaro che fino a quando il blocco minoritario dell'Alleanza 14 Marzo continuerà a proporre come candidato un nome irricevibile come quello di Samir Geagea, collaboratore con l'invasore sionista, mandante di assassinii e lui stesso assassino, già ospite delle patrie galere rilasciato solo grazie all'indebita ingerenza americana negli affari interni libanesi, le possibilità di uscire dall'impasse sono pressoché nulle.
Del resto nell'ultima seduta plenaria, appena 47 parlamentari su 128 si sono presentati per scrivere sulle schede il nome dell'assassino Geagea; segno che alla candidatura di Michel Aoun mancano pochissimi voti per arrivare alle 86 preferenze mandatarie per la nomina a Presidente della Repubblica.
E' chiaro che fino a quando il blocco minoritario dell'Alleanza 14 Marzo continuerà a proporre come candidato un nome irricevibile come quello di Samir Geagea, collaboratore con l'invasore sionista, mandante di assassinii e lui stesso assassino, già ospite delle patrie galere rilasciato solo grazie all'indebita ingerenza americana negli affari interni libanesi, le possibilità di uscire dall'impasse sono pressoché nulle.
Del resto nell'ultima seduta plenaria, appena 47 parlamentari su 128 si sono presentati per scrivere sulle schede il nome dell'assassino Geagea; segno che alla candidatura di Michel Aoun mancano pochissimi voti per arrivare alle 86 preferenze mandatarie per la nomina a Presidente della Repubblica.
La faida tra mercenari stranieri fa 62 morti a Deir-Ezzor: attorno a Daraa 'comandante' dell'FSA catturato da Al-Nusra!!
La prima e più immediata conseguenza delle continue, importanti vittorie dell'Esercito Siriano contro l'insorgenza mercenaria é, come già ripetuto più volte su queste pagine, quella di forzare gruppi ideologicamente diversi, composti di nazionalità rivali e sostenuti da differenti finanziatori nelle stesse aree, aumentando esponenzialmente la possibilità che scoppino lotte intestine per la supremazia e per il controllo delle sempre più scarse vie di fuga, di comunicazione, di rifornimento.
E' esattamente quello che é successo ultimamente attorno a Deir Ezzour dove Al-Nusra e l'ISIL, organizzazioni qaediste di branche differenti, si sono affrontate lasciando sul terreno 62-63 morti, spingendo l'Egiziano Al-Zawahiri a lanciare un inutile appello all'unità tra terroristi.
Nel Sud della Siria, vicino a Daraa é finita prestissimo l'avventura del 'capitano' Ahmad Naameh, rappresentante dell'FSA che qualche giorno fa in pompa magna e con tanto di copertura mediatica occidentale aveva passato il confine dichiarando di essere arrivato in Siria "per unire le fazioni dell'opposizione, riportare l'iniziativa in mano all'FSA, marginalizzare i gruppi qaedisti e riconquistare le posizioni perse nell'ultimo anno e mezzo davanti alle offensive di Assad".
Questo "miles gloriosus" é stato quasi immediatamente catturato da militanti di Al-Nusra e fidiamo che a quest'ora sia già stato decapitato o qualcosa di simile.
E' esattamente quello che é successo ultimamente attorno a Deir Ezzour dove Al-Nusra e l'ISIL, organizzazioni qaediste di branche differenti, si sono affrontate lasciando sul terreno 62-63 morti, spingendo l'Egiziano Al-Zawahiri a lanciare un inutile appello all'unità tra terroristi.
Nel Sud della Siria, vicino a Daraa é finita prestissimo l'avventura del 'capitano' Ahmad Naameh, rappresentante dell'FSA che qualche giorno fa in pompa magna e con tanto di copertura mediatica occidentale aveva passato il confine dichiarando di essere arrivato in Siria "per unire le fazioni dell'opposizione, riportare l'iniziativa in mano all'FSA, marginalizzare i gruppi qaedisti e riconquistare le posizioni perse nell'ultimo anno e mezzo davanti alle offensive di Assad".
Questo "miles gloriosus" é stato quasi immediatamente catturato da militanti di Al-Nusra e fidiamo che a quest'ora sia già stato decapitato o qualcosa di simile.
lunedì 5 maggio 2014
La petroliera indiana 'Jok Lok' salvata nel Mar Rosso dall'intervento tempestivo della 30esima Flottiglia iraniana!
La 30esima flottiglia dell'IRIN, centrata attorno al Cacciatorpedieniere 'Alvand' e alla Nave-Appoggio 'Bushehr' ha con successo effettuato un'intervento antipirati salvando la petroliera indiana 'Jok Lok' che stava venendo assaltata da barche corsare nel Mar Rosso.
Erano almeno sette i motoscafi equipaggiati di cannoncini e lanciarazzi che stavano sciamando attorno al grande natante commerciale, ha dichiarato il Vicecomandante delle Operazioni dell'IRIN, Siavash Jareh, nella conferenza stampa con cui ha annunciato il vittorioso intervento della flottiglia.
La flottiglia iraniana, dopo avere aiutato la petroliera indiana a rimettersi in sicurezza sulla sua rotta attraccherà a Port Sudan nell'ambito delle visite di cortesia al regime del Presidente Omar Bashir.
Erano almeno sette i motoscafi equipaggiati di cannoncini e lanciarazzi che stavano sciamando attorno al grande natante commerciale, ha dichiarato il Vicecomandante delle Operazioni dell'IRIN, Siavash Jareh, nella conferenza stampa con cui ha annunciato il vittorioso intervento della flottiglia.
La flottiglia iraniana, dopo avere aiutato la petroliera indiana a rimettersi in sicurezza sulla sua rotta attraccherà a Port Sudan nell'ambito delle visite di cortesia al regime del Presidente Omar Bashir.
Perché non ci sarà nessuna "Soluzione Grozny" in Ucraina; Putin ha altre carte e modo e cervello per giocarle al meglio!
Di fronte alla sfacciata arroganza del complotto anglosionista contro l'Ucraina e il suo popolo (sì, tutto il suo popolo, che viene cinicamente usato da Washignton, Londra, Bruxelles e Tel Aviv come pedina contro Putin), di fronte alla codarda violenza risultata nel rogo e nella strage di Odessa molti nostri lettori si chiedono "cosa stia aspettando" il Presidente russo Putin a dare 'semaforo verde' alle sue unità militari per annettere l'Est Ucraina e la Novorossiya o addirittura per arrivare a Kyiv e deporre l'illegale giunta banderista del 'Maidan'.
Alcuni, arrivano perfino a ricordare la Battaglia di Grozny del 1999 e augurarsi che a diverse città ucraine venga riservato lo stesso destino. Lasciateci dire una cosa: un esercito che ricorra ai metodi che sono stati impiegati a Grozny 15 anni orsono non é un esercito 'forte', anzi, é un esercito debole e insicuro (come in effetti bisogna riconoscere che all'epoca l'Armata Russa fosse, dopo i disastri di Gorbachev ed Eltsin) che usa la potenza di fuoco come rullo compressore per 'spianare' quei problemi che non può affrontare e risolvere in altra maniera.
Putin e i suoi consiglieri sanno benissimo che le forze armate Ucraine sono debolissime e col morale a terra: solo pochi reparti di fanatici, "rinforzati" da hooligan di svoboda e pravy sektor hanno effettivamente lo stomaco di aprire il fuoco sui loro compatrioti russofoni, la maggior parte delle colonne armate sono state bloccate e respinte da civili disarmati. Una volta che le truppe russe entreranno in Ucraina Orientale questi soldati ucraini saranno sollevati dal poter alzare le braccia e arrendersi, come hanno fatto in massa i militari ucraini in Crimea.
Non ci sarà bisogno di potenza di fuoco; ovviamente un discorso differente é per i banderisti, gli agenti NATO e i mercenari americani e occidentali, ma quelli verranno liquidati quietamente dietro le quinte senza fanfare e troppi testimoni dall'intelligence russa: le donne che a Odessa si sono fatte le foto (furba, furbissima mossa!) mentre preparavano le molotov per incendiare la sede dei sindacati sono già state uccise, ma questo non lo leggerete sulla stampa occidentale né quella russa avrà interesse a pubblicizzarlo, quindi prendete nota e tenete conto della cosa.
Se volete avere un'idea di quel che accadrà tra pochi giorni non pensate alla Cecenia, ma all'Ossezia del 2008: la risposta del Cremlino sarà netta, ma misurata, solo se la NATO farà qualcosa di FANTASTICAMENTE STUPIDO come fare entrare truppe in Ucraina o aprire in qualche modo il fuoco su mezzi e soldati russi la situazione potrebbe, eventuamente degenerare...
Alcuni, arrivano perfino a ricordare la Battaglia di Grozny del 1999 e augurarsi che a diverse città ucraine venga riservato lo stesso destino. Lasciateci dire una cosa: un esercito che ricorra ai metodi che sono stati impiegati a Grozny 15 anni orsono non é un esercito 'forte', anzi, é un esercito debole e insicuro (come in effetti bisogna riconoscere che all'epoca l'Armata Russa fosse, dopo i disastri di Gorbachev ed Eltsin) che usa la potenza di fuoco come rullo compressore per 'spianare' quei problemi che non può affrontare e risolvere in altra maniera.
Putin e i suoi consiglieri sanno benissimo che le forze armate Ucraine sono debolissime e col morale a terra: solo pochi reparti di fanatici, "rinforzati" da hooligan di svoboda e pravy sektor hanno effettivamente lo stomaco di aprire il fuoco sui loro compatrioti russofoni, la maggior parte delle colonne armate sono state bloccate e respinte da civili disarmati. Una volta che le truppe russe entreranno in Ucraina Orientale questi soldati ucraini saranno sollevati dal poter alzare le braccia e arrendersi, come hanno fatto in massa i militari ucraini in Crimea.
Non ci sarà bisogno di potenza di fuoco; ovviamente un discorso differente é per i banderisti, gli agenti NATO e i mercenari americani e occidentali, ma quelli verranno liquidati quietamente dietro le quinte senza fanfare e troppi testimoni dall'intelligence russa: le donne che a Odessa si sono fatte le foto (furba, furbissima mossa!) mentre preparavano le molotov per incendiare la sede dei sindacati sono già state uccise, ma questo non lo leggerete sulla stampa occidentale né quella russa avrà interesse a pubblicizzarlo, quindi prendete nota e tenete conto della cosa.
Se volete avere un'idea di quel che accadrà tra pochi giorni non pensate alla Cecenia, ma all'Ossezia del 2008: la risposta del Cremlino sarà netta, ma misurata, solo se la NATO farà qualcosa di FANTASTICAMENTE STUPIDO come fare entrare truppe in Ucraina o aprire in qualche modo il fuoco su mezzi e soldati russi la situazione potrebbe, eventuamente degenerare...
domenica 4 maggio 2014
Il collaborazionista Antoine Lahad, rifugiatosi a Tel Aviv, condannato a morte per alto tradimento!
Antoine Lahad, già ufficiale dell'Armee Libanaise smise l'uniforme del Paese dei Cedri per indossare quella del boia sionista dell'SLA, collaborando con l'invasione del 1982 e la successiva occupazione del Sud del Paese: perseguitando, torturando, assassinando il suo stesso popolo in cambio degli sporchi shekel che gli venivano passati dal sinedrio di Tel Aviv, vero e proprio Giuda traditore.
Nella foto qui sopra lo vediamo sorridente insieme al macellaio Yithzak Shamir, che gli passava gli ordini e i finanziamenti a fine anni '80. Quando la vittoriosa Resistenza di Hezbollah cacciò a calci i suoi padroni sionisti al di là del confine egli, anziché rimanere al suo posto e assumersi le responsabilità dei propri atti preferì scappare a Tel Aviv, dove, sfruttando la sua esperienza di cameriere e servitore, aprì un ristorante.
Adesso una corte militare libanese lo ha finalmente, 14 anni dopo la sua fuga, condannato a morte per Alto Tradimento, Intelligenza e Collaborazione col Nemico e Complicità in sequestro, violenze e omicidio. Insieme a lui anche un altro comandante dell'SLA, George Tashegian, é stato condannato alla pena capitale.
Nella foto qui sopra lo vediamo sorridente insieme al macellaio Yithzak Shamir, che gli passava gli ordini e i finanziamenti a fine anni '80. Quando la vittoriosa Resistenza di Hezbollah cacciò a calci i suoi padroni sionisti al di là del confine egli, anziché rimanere al suo posto e assumersi le responsabilità dei propri atti preferì scappare a Tel Aviv, dove, sfruttando la sua esperienza di cameriere e servitore, aprì un ristorante.
Adesso una corte militare libanese lo ha finalmente, 14 anni dopo la sua fuga, condannato a morte per Alto Tradimento, Intelligenza e Collaborazione col Nemico e Complicità in sequestro, violenze e omicidio. Insieme a lui anche un altro comandante dell'SLA, George Tashegian, é stato condannato alla pena capitale.
La Guida Suprema Khamenei comunica televisivamente con gli ingegneri che a Najaf costruiscono una centrale elettrica!
Quel che viene mostrato nella foto qui sopra é il momento in cui, in collegamento televisivo, la Guida Suprema della Rivoluzione Islamica, Ayatollah Ali Khamenei, invita gli ingegneri e i tecnici iraniani presenti a Heidarieh nella provincia di Najaf (Irak) a inaugurare ufficialmente la prima fase della costruzione di una centrale elettrica da ben 320 MW.
L'occasione si é avuta nel corso della recente visita di Khamenei agli impianti della Iran Power Plant Projects Management Company (MAPNA); nella sua visita la Guida Suprema ha verificato i grandi progressi nella tecnica delle turbine industriali compiuti dall'ingegneria iraniana negli ultimi 25 anni.
Non é sfuggito, agli osservatori più attenti, il fatto di come la tecnologia delle turbine per centrali elettriche sia prossima e compatibile per molti versi con quella dei propulsori jet per usi civili e militari; campi nei quali negli ultimi anni sono stati altresì registrati grandi passi avanti.
L'occasione si é avuta nel corso della recente visita di Khamenei agli impianti della Iran Power Plant Projects Management Company (MAPNA); nella sua visita la Guida Suprema ha verificato i grandi progressi nella tecnica delle turbine industriali compiuti dall'ingegneria iraniana negli ultimi 25 anni.
Non é sfuggito, agli osservatori più attenti, il fatto di come la tecnologia delle turbine per centrali elettriche sia prossima e compatibile per molti versi con quella dei propulsori jet per usi civili e militari; campi nei quali negli ultimi anni sono stati altresì registrati grandi passi avanti.
Zoabi: "La Siria, oltre a unirsi all'SCO é interessata a un progressivo avvicinamento alle potenze del BRICS!"
Omran Ahed al-Zoabi, Ministro siriano dell'Informazione ha dichiarato, pochi giorni dopo la rivelazione che il Governo siriano ha inviato richiesta ufficiale di adesione all'Organizzazione di Shanghai per la Cooperazione che nel prossimo futuro Damasco cercherà un sempre più sstretto rapporto con le potenze del blocco emergente dei BRICS (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica).
Zoabi ha affermato che tale intenzione é già stata espressa nel corso di un recente colloqui con Ilyas Umakhanov (Viceportavoce del Consiglio Federale Russo); certamente, visti i rapporti preferenziali tra Assad e Putin (nel quadro della storica alleanza russo-siriana) é ovvio che sarà proprio Mosca il più forte sponsor della Siria nel processo di avvicinamento a queste realtà geopolitiche.
Il Ministro dell'Informazione ha concluso augurandosi che Mosca svolga "un ruolo preponderante" nel processo di ricostruzione del paese mediorientale una volta archivata definitivamente la pratica della liquidazione del movimento terrorista mercenario, ormai in rotta in tutti i teatri di scontro.
Zoabi ha affermato che tale intenzione é già stata espressa nel corso di un recente colloqui con Ilyas Umakhanov (Viceportavoce del Consiglio Federale Russo); certamente, visti i rapporti preferenziali tra Assad e Putin (nel quadro della storica alleanza russo-siriana) é ovvio che sarà proprio Mosca il più forte sponsor della Siria nel processo di avvicinamento a queste realtà geopolitiche.
Il Ministro dell'Informazione ha concluso augurandosi che Mosca svolga "un ruolo preponderante" nel processo di ricostruzione del paese mediorientale una volta archivata definitivamente la pratica della liquidazione del movimento terrorista mercenario, ormai in rotta in tutti i teatri di scontro.
Aggiornamenti dall'Ucraina: banderisti ancora respinti a Slaviansk e Kramatorsk, armi distribuite ai cittadini a Lugansk!
Nonostante l'orrenda strage di Odessa che la stampa occidentale asservita sminuisce o cerca assurdamente di imputare ai "filorussi" (come fa 'L'Unità', un tempo organo del PCI oggi ridotta a straccio filo-NATO dalla codardia e dall'insipienza piddine) l'Est Ucraina rimane off-limits alle gang banderiste e a quei militari che si sono piegati alla giunta dei criminali del Maidan.
Una colonna di veicoli militari che cercava di entrare a Kramatorsk é stata respinta dai miliziani che presidiano la cittadina; il centro di controllo ferroviario che é stato occupato ieri (A yasinuvyata, non a Donetsk come erroneamente riportato anche da noi) é ancora in mano alle milizie russofone e anche a Slaviansk le forze banderiste non sono riuscite a entrare nell'abitato.
Sembra che uno dei maggiori successi dei miliziani dell'Est sia stato quello di dimostrare di avere a disposizione e saper usare con efficacia i missili portatili antiaerei "Strela" e "Igla", che ieri hanno fatto strage di elicotteri e la consapevolezza della cui presenza ha portato a tenere a terra tutti gli assetti aerei disponibili a Kyiv per evitare altri abbattimenti "en masse".
Al Cremlino Putin e consiglieri monitorano accuratamente la situazione e, secondo quanto scrive Miroslav Lazanski su "Intermagazin" avrebbero già stimato in due brigate di paracadutisti e quattro divisioni corazzate e meccanizzate le forze minime da dover mobilitare per occupare senza colpo ferire o quasi l'Est Ucraina a maggioranza etnica russa.
Intanto il Governatore di Lugansk Valerj Bolotov ha dichiarato di avere dato inizio alla distribuzione di armi alla popolazione per aumentare il numero di effettivi disponibili per il presidio di arterie di comunicazione e luoghi-chiave della città mentre almeno due grandi gruppi di ex-poliziotti, agenti della "Berkut", cosacchi e veterani della Guerra in Afghanistan hanno lasciato la Crimea per entrare in Est ucraina e aiutare le milizie russofone e antifasciste nella loro lotta.
Una colonna di veicoli militari che cercava di entrare a Kramatorsk é stata respinta dai miliziani che presidiano la cittadina; il centro di controllo ferroviario che é stato occupato ieri (A yasinuvyata, non a Donetsk come erroneamente riportato anche da noi) é ancora in mano alle milizie russofone e anche a Slaviansk le forze banderiste non sono riuscite a entrare nell'abitato.
Sembra che uno dei maggiori successi dei miliziani dell'Est sia stato quello di dimostrare di avere a disposizione e saper usare con efficacia i missili portatili antiaerei "Strela" e "Igla", che ieri hanno fatto strage di elicotteri e la consapevolezza della cui presenza ha portato a tenere a terra tutti gli assetti aerei disponibili a Kyiv per evitare altri abbattimenti "en masse".
Al Cremlino Putin e consiglieri monitorano accuratamente la situazione e, secondo quanto scrive Miroslav Lazanski su "Intermagazin" avrebbero già stimato in due brigate di paracadutisti e quattro divisioni corazzate e meccanizzate le forze minime da dover mobilitare per occupare senza colpo ferire o quasi l'Est Ucraina a maggioranza etnica russa.
Intanto il Governatore di Lugansk Valerj Bolotov ha dichiarato di avere dato inizio alla distribuzione di armi alla popolazione per aumentare il numero di effettivi disponibili per il presidio di arterie di comunicazione e luoghi-chiave della città mentre almeno due grandi gruppi di ex-poliziotti, agenti della "Berkut", cosacchi e veterani della Guerra in Afghanistan hanno lasciato la Crimea per entrare in Est ucraina e aiutare le milizie russofone e antifasciste nella loro lotta.