Con uno sviluppo che ben dà la misura della profondità della vittoria "diplomatica" ottenuta sul 'fronte interno' dal Premier irakeno Nouri al-Maliki, veniamo a sapere che nella città di Fallujah, nella Provincia di Anbar sono in corso rastrellamenti e ispezioni volte a individuare eventuali cellule terroriste takfire rimaste "in sonno" all'interno del tessuto urbano, pronte magari a scatenare attentati in un secondo momento. Ciò che interessa é il fatto che tali operazioni non siano portate avanti dall'Esercito regolare, ma dai miliziani dei clan e delle tribù sunnite locali.
In questa maniera gli abitanti della sunnita Fallujah non si sentiranno "minacciati" dalle truppe del Governo centrale e saranno più pronti a collaborare, confidando ai loro vicini e correligionari l'eventuale presenza di mercenari stranieri, dei loro covi e delle loro basi.
Sembra certo che il consiglio di affidarsi ai capiclan locali e ai loro uomini per questa delicata operazione sia venuto ad Al-Maliki da esponenti e consiglieri legati all'Asse della Resistenza, che lo avrebbero dissuaso dal lanciare una vasta offensiva militare contro Fallujah, che avrebbe esacerbato gli abitanti locali contro di lui e il suo esecutivo.
Ma queste milizie sunnite non saranno gli stessi squadroni della morte chiamate milizie shawa usate dagli americani durante la loro permanenza in iraq x combattere al qaeda (e cioè uccidere e torturare chiunque fosse accusato di agire contro gli stati uniti, o chi magari veniva accusato di far parte della resistenza)?
RispondiEliminaHURR DE DURRRRRR!!!!!!!
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