Si sono chiusi da poco i seggi in tutto il paese mesopotamico, dopo che milioni e milioni di irakeni hanno potuto esprimere i loro voti grazie a un imponente schieramento di sicurezza. Già soltanto il fatto che le operazioni di voto si siano svolte quasi ovunque con regolarità é una grande vittoria del Governo Al-Maliki e la dimostrazione pratica che la maggior parte dei cittadini ha fiducia nel regolare processo democratico, anche nelle province a maggioranza non-sciita.
Che le elezioni si siano svolte regolarmente non vuol dire che non vi siano stati isolati incidenti: due donne sono perite per l'esplosione di una bomba vicino a un seggio nella cittadina di Dibs, due colpi di mortaio sono caduti vicino a un seggio elettorale a Ovest di Bagdad; più bizzarro un attentato organizzato a Tuz Khurmatu, a 55 Km da Kirkuk, dove diverse granate sonore sono state fatte detonare contemporaneamente.
Per quanto gravi questi eventi non sono nulla rispetto alle roboanti minacce dei terroristi takfiri pagati dall'Arabia Saudita che avevano promesso 'fiumi di sangue' il giorno delle elezioni. Si vede che la continua campagna militare contro i mercenari wahabiti portata avanti da fine dicembre a oggi ha dato i suoi frutti.
La stampa nostrana (100% sionista) ha sprecato molto inchiostro per descrivere l'Iraq come un paese fuori controllo, dimenticando che molti degli stragisti in azione sono sul libro paga dell'Arabia Saudita oppure membri della rete lasciata dagli americani nel 2011. Federico
RispondiEliminarete lasciata dagli americani (=milizie sahwa, mahdi army, brigate badr ecc. cioè gli attuali collaborazionisti del governo fantoccio iracheno).
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