Ex-capi delle agenzie di sipionaggio sioniste hanno rivolto al Primo Ministro Benji Netanyahu l'invito ad accettare le condizioni di Hamas e liberare 1400 prigionieri della Resistenza palestinese in cambio del rilascio di Gilad Shalit, il militare che, rapito mentre partecipava ai preparativi di un raid di Tsahal contro la Striscia di Gaza, ha passato gli ultimi 58 mesi in mano ai suoi catturatori.
L'ex capo dello Shin Bet (dal 1988 al 1994) Yakob Peri ha dichiarato durante una conferenza stampa congiunta con altri ex 'pezzi da novanta' dell'establishment repressivo di Israele che la lista dei liberandi non contiene nomi di rilievo della Resistenza, essendo costituita pressoché totalmente di prigionieri anziani, malati, donne e bambini, di cui si chiede la liberazione per fini esclusivamente umanitari.
Danny Yatom, già a capo del Mossad dal 1996 al '98, ha aggiunto che il ritorno di Shalit deve costituire la principale preoccupazione e che la liberazione di prigionieri palestinesi per garantire questo ritorno deve giocoforza rientrare nel novero dei 'rischi calcolati' che una nazione e la sua classe dirigente devono saper prendere assumendosene in toto la responsabilità. Yatom ha anche rimarcato che la liberazione del Cap. Shalit non può essere raggiunta con metodi militari o repressivi.
Alla conferenza stampa hanno preso parte amche Ami Ayalon (foto sopra, a sinistra) e Karmi Gilon (a destra), a loro volta capi dello Shin Bet (rispettivamente nel 1996-2000 e nel 1995-96), dal Maggior-Generale della riserva Amnon Lipkin-Shahak (sotto al centro), già Capo di SM, dal Maggior-Generale della Riserva Alik Ron (a sinistra) e dal Generale della riserva Avigdor Kalahani (a destra).
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