La prigioniera politica palestinese Ahlam al-Tamimi, ingiustamente incarcerata dal Regime dell'Apartheid, di cui avevamo già parlato in occasione dell'ingiunzione della Corte Suprema di Tel Aviv che doveva obbligare i suoi aguzzini a lasciarle fare una telefonata ai genitori, ha deciso di entrare in sciopero della fame per protestare contro le misure persecutorie cui é stata soggetta dopo essersi rifiutata di subire un'indecente perquisizione corporale prima di incontrarsi col suo avvocato.
I torturatori sionisti hanno infatti cancellato l'incontro (cui la prigioniera aveva pieno diritto) e l'hanno posta in isolamento, senza nemmeno che il suo caso fosse valutato da un'autorità superiore. Di fronte a simili abusi, degni delle pagine più oscure dei lager nazisti, la dignitosa e coraggiosa combattente palestinese ha deciso di fare del suo stesso corpo campo di battaglia, sottoponendosi al digiuno contro le decisioni dei secondini di Hasharon.
Sconcertati dal crescente tasso di sostegno alle iniziative di riconciliazione palestinese e di solidarietà internazionale col popolo di Palestina in lotta il regime ebraico cerca di 'vendicarsi' su quei palestinesi che languono nelle sue carceri.
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