L'Assemblea generale dell'OMS, l'Organizzazione Mondiale per la Sanità, nel corso di una riunione tenutasi nella giornata di ieri ha approvato e fatto propria la bozza di risoluzione proposta dai paesi arabi che condanna ufficialmente l'illegale ed ingiustificato assedio sionista imposto contro la Striscia di Gaza.
L'assemblea ha approvato la risoluzione con 56 voti a favore e solamente sei contro.
La risoluzione chiede che le autorità del regime ebraico mettano immediatamente fine all'assedio della Striscia, facendo cessare l'artificiale penuria di strumenti e rifornimenti medici, alimenti e merci, che ha causato negli ultimi anni gravi peggioramenti nello stato di salute dei suoi abitanti, causando molte morti evitabili.
La risoluzione altresì chiede allo Stato sionista di terminare le restrizioni arbitrariamente imposte ai movimenti di personale medico, veicoli sanitari e malati, permettando loro di spostarsi per necessità di servizio o di cura.
L'OMS ha chiesto anche impegni e misure concrete per il miglioramento delle condizioni di prigonia dei detenuti poltici, specialmente quelle delle donne e dei bambini che languono nelle carceri sioniste.
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Le ottimistiche previsioni di Adnan Mansour si sono rivelate profetiche; a meno di 72 ore dal loro sequestro i pellegrini libanesi presi in ostaggio nella provincia di Aleppo da terroristi wahabiti finanziati e sostenuti dalla Turchia di Erdogan sono stati liberati e sono sul punto di tornare in patria. I rapiti facevano parte di un gruppo di pellegrini sciiti che stavano rientrando dopo aver visitato un luogo sacro nella Repubblica Islamica dell'Iran.
Il Primo Ministro del Paese dei Cedri, Najib Mikati, ha dichiarato che tutti e tredici i cittadini libanesi sono stati liberati nella giornata di ieri e subito sono stati scortati in patria dalle autorità turche. Il fatto che i terroristi rapitori abbiano attraversato il confine subito dopo il sequestro dimostra come le cellule di provocatori che agiscono in Siria contro il legittimo Governo di Assad possano godere in Turchia di basi e appoggi.
I pellegrini sono stati fermati martedì nella provincia di Aleppo da un gruppo armato che subito ha diviso gli uomini dalle donne, lasciando queste ultime libere di proseguire e portando invece gli ostaggi oltre il vicino confine con la Turchia. Forse speravano di poter convincere le autorità siriane a liberare dei loro complici catturati negli ultimi mesi in cambio del rilascio dei rapiti.
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Provo molto piacere a scrivere queste righe perché l'oggetto dell'articolo, sul quale mi dilungherò tra poco, non fa che confermare una mia intima convinzione: quella cioé che non possano esistere persone malvage dotate di genio, questo perché la malvagità, di per sé sentimento 'basso' e 'meschino' non può ontologicamente accordarsi con il talento che per sua stessa natura (di ciò sono convinto) necessita della Virtù per potere fiorire e prosperare.
Di questo vediamo prova ulteriore nell'ultima (speriamo in senso cronologico e in senso assoluto) traversia di Giulio Meotti, il famigerato 'Geotrupide Stercorario' di cui ci siamo più volte (vedansi i collegamenti qui e poi anche qui) occupati. Orbene questo 'trombettiere dell'hasbara' é stato recentemente 'trombato', vedendosi rescindere seduta stante tutti gli accordi di collaborazione che aveva con diverse testate sioniste come Ynet, Commentary ed altre ancora, una volta che é stato riconosciuto colpevole di plagio ripetuto e conclamato.
Viene fuori che Meotti si faceva pagare denaro sonante per le sue sviolinate a favore del regime ebraico di occupazione della Palestina che erano, anziché frutto di un impegno personale, almeno a livello di rielaborazione, di un abborracciato lavoro di "copypasta" di brani rubati (perché il plagio é un furto di proprietà intellettuale) di articoli di altri propagandisti sionisti, coi quali il 'furbetto' Meotti ovviamente non condivideva i quattrini (o meglio, gli shekel) che la lobby a sei punte stupidamente gli sganciava per quei 'materiali riciclati'.
"Vittime" dei furti meottiani sono stati altri personaggi sicuramente meschini, ipocriti e falsi come lui a nome Isi Leibler, Geneive Abdo, James Kirchick, Bret Stephens e, in un caso, il nostro 'Ladro d'Arezzo' é andato persino a rubare in casa di Fiamma Nirenstein, la frankeinsteniana deputata filoisraele ma che non ha problemi a sedersi in Parlamento a fianco del fascista Ciarrapico! I plagi meottiani sono stati scoperti da Marc Tracy e da Max Blumenthal e segnalati con dovizia di link e particolari qui, poi qui e infine anche qui.
Immediatamente tutti gli outlet mediatici che pubblicavano le intemerate di Meotti hanno disdetto ogni forma di accordo con lui, lasciandolo, piccolo, patetico e solo, a ronzare la sua stizza impotente ripetendo che i suoi erano errori in buona fede e di essere vittima di attacchi mirati alla sua persona. No caro Geotrupide, l'unico che ti ha attaccato sei stato tu stesso, con la tua cialtronaggine, con la tua pigrizia, con la tua avidità e con la tua stupidità: ti ci sarebbero volute poche ore di lavoro per ri-frasare i concetti che avevi deciso di copiare dagli articoli dei colleghi e siccome sui concetti non vigono copyright o marchi di fabbrica, saresti riuscito a lucrare comunque i tuoi compensi (che immaginiamo lauti, conoscendo la ricchezza delle lobby ebraiche e vedendo quanto lindo e pinto ti presenti nelle foto che ti ritraggono) ma invece, da bravo furfantello italiota hai preferito "molto guadagnare con poco facere" e ora ne paghi le conseguenze!
Se fosse stato un po' più giornalista e un po' meno cialtrone non ti troveresti nella situazione attuale, ma se fossi stato anche solo in parte giornalista non ti saresti fatto trombettiere hasbarita perché uno dei cardini del giornalismo é l'amore per la Verità e come sappiamo benissimo entrambi (perché sotto sotto anche tu, frequentatore di cloache, lo sai) che tra sionisti e Palestinesi la Verità sta dalla parte di questi ultimi. Ti conviene tornare alla corte del laido trippone che ti paga lo stipendio in Italia e cominciare ad allenarti a "rappare" caro Meotti, visto che questo sembra il nuovo trend che il tuo direttore voglia seguire come prossima linea editoriale del "Foglio" (di carta da latrina).
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Nel carico del bastimento sono stati trovati lanciarazzi anticarro, mitragliatrici pesanti, mortai e bombe e quintali di esplosivi e dozzine di detonatori. La nave doveva attraccare a Tripoli siriaca dopo essersi fermata in Libia. Il ritrovamento delle munizioni qatariote conferma il ruolo motore della dinastia Al-Thani nel rifornire e istigare i mercenari stranieri in Siria ad attacchi sempre più sanguinosi non solo contro l'Esercito e le forze di sicurezza ma anche contro la popolazione civile che é rimasta fedele al Governo legittimo di Bashir Assad.
Il Presidente siriano Bashir Assad, congratulandosi con la nuova assemblea parlamentare per il proprio insediamento e l'inizio ufficiale dei lavori le ha esteso un messaggio in cui loda la calma, la pazienza e la fiducia con cui la popolazione siriana "Ha saputo affrontare e superare le pressioni, i ricatti, le minacce e gli attacchi che sono state portate contro di lei grazie alla sua forza e alla sua dedizione ai valori dell'unità e dell'indipendenza".
Da marzo scorso terroristi prezzolati, mercenari e provocatori stranieri al soldo di interessi imperialisti diretti da Riyadh, Doha, Ankara, Washington e Tel Aviv sono all'opera nel paese, ma ogni loro tentativo di far precipitare la Siria nell'instabilità e nella guerra civile é stato contrastato e sventato, soprattutto grazie alla fiducia accordata dai cittadini, di ogni classe e strato sociale, al programma di riforme istituzionali voluto dal Presidente che, attraverso i passi del Referendum costituzionale prima e delle elezioni politiche ora, ha portato il paese sul sentiero della pluralità e di una maggiore Democrazia interna.
Assad, nella giornata di ieri, ha incontrato un inviato del Presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad, il titolare del Ministero delle Comunicazioni e della Tecnologia Informatica della Repubblica Islamica Reza Taqipour ed é stato proprio nel corso di questo incontro che ha indirizzato al Parlamento il suo messaggio d'auguri. Nel corso della prima giornata di lavori parlamentari é stato eletto il Presidente dell'Assemblea: Mohammad Jihad al-Laham, oltre a venire nominati tre giudici della nuova Corte Suprema Costituzionale, che hanno subito prestato giuramento.
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Un sondaggio sul prestigioso magazine settimanale 'Stern', condotto dall'agenzia 'Forsa' non lascia adito a dubbi, la popolazione tedesca, espressasi in un campione rappresentativo della comunità nazionale, ritiene Israele 'stato aggressivo e razzista, minaccia per la pace regionale e mondiale'. La statistica é stata commissionata poco prima della partenza del Presidente Gauck per la Palestina Occupata dal regime ebraico, prevista il prossimo lunedì per una visita di tre giorni.
Il 59 per cento degli intervistati ha dichiarato di avere un giudizio negativo dello stato sionista, in crescita del 10 per cento rispetto alla percentuale riscontrata tre anni fa in occasione di una simile inchiesta e il 60 per cento ha risposto negativamente al suggerimento che la Germania 'debba qualcosa' a Israele per le persecuzioni messe in atto sei decenni fa dal Terzo Reich verso gli Ebrei. Il 65 per cento, poi, ha risposto "sì" all'idea che la Germania riconosca unilateralmente uno Stato Palestinese.
Ancora, all'udire l'affermazione secondo cui Israele sarebbe "Uno Stato-canaglia che porta avanti i suoi interessi senza considerazione per le Leggi internazionali e i Diritti umani" ben sette Tedeschi su dieci si sono detti concordi, con un aumento dell'11 per cento rispetto al sondaggio 2009. L'arroganza della lobby sionista che tiene in mano i media e i politici pavidi e corrotti dell'Occidente, unita all'intollerabile violenza fattuale e verbale espressa quasi quotidianamente dai politici sionisti stanno aprendo gli occhi a molte persone. Svegliati, Europa! Prendi esempio dal coraggio di Guenter Grass!
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Con 12mila e ottocento seggi verificati su 13mila e cento Mursi ha captato il 25 per cento dei consensi mentre Fotouh e Moussa si sono fermati al 20 e a poco meno del dodici rispettivamente. Sorprende invece la 'performance' dell'ex-Premier nominato da Mubarak Ahmad Shafiq, candidato gradito allo SCAF del Maresciallo Tantawi, sul cui inaspettato successo (22 per cento dei voti) grava il sospetto di pesanti interventi della giunta militare che controlla le Forze di sicurezza e la macchina elettorale.
Cinquanta milioni di cittadini aventi diritto sono stati chiamati alle urne e, non avendo nessun candidato raggiunto la soglia del 50 per cento dei voti più uno a giugno si terrà un ballottaggio tra Mursi e Shafiq, dove, per scongiurare il rischio che un ex-uomo del regime si ritrovi sulla poltrona più alta dello stato anche l'elettorato non animato da sentimenti religiosi, ma comunque avverso a ogni 'comeback' di esponenti della vecchia nomenklatura, dovrà sostenere il candidato della Fratellanza Musulmana che a quel punto potrebbe controllare sia il Parlamento che la Presidenza.
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In una sguaiata, rabbiosa, spaventosa parodia della 'Kristallnacht' i nuovi nazisti con le barbe e le kippà dei giudei ortodossi si sono scagliati contro un negozio di alimentari e un salone di barbiere del 'ghetto' africano di Haktivah, devastandoli e saccheggiandoli e attaccando e picchiando selvaggiamente ogni africano che capitava loro a tiro. Solo dopo un lungo periodo di impunità la polizia sionista si é decisa a fare qualcosa, circondando gli esagitati e fermando 17 di loro, colti in flagrante mentre distruggevano proprietà o aggredivano persone.
Lo scorso mercoledì il Procuratore Generale Yehuda Weinstein si é dichiarato in favore di "un ordine di deportazione di massa" di tutti gli immigrati africani, una misura che non ha precedenti nella giurisprudenza e che evidenzia a tutti gli effetti la natura razzista e antidemocratica di Israele. In nessun paese occidentale, in nessuna democrazia si penserebbe mai di rendere possibile un simile mostruoso provvedimento, ne tengano ben conto i lecca-sion che vorrebbero addirittura 'Israele nell'Unione Europea' o simili assurdità!
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Forze navali della Repubblica Islamica iraniana hanno tratto in salvo un mercantile americano che mentre transitava per il Golfo di Aden si é visto attaccato da almeno una dozzina di lance pirata provenienti dal Corno d'Africa.
Il segnale di SOS lanciato dalla nave Usa veniva prontamente captato da vascelli iraniani che si trovavano nel Mar di Oman, che entravano immediatamente in azione. Una volta sopraggiunti sul luogo del tentato assalto ai natanti iraniani non é servito nemmeno esplodere i canonici 'colpi di avvertimento' visto che appena notato il loro arrivo gli aspiranti pirati hanno immediatamente voltato la prua, allontanandosi a tutta velocità.
Onur Oymen, già diplomatico di Ankara ora politicamente schierato in opposizione al Governo di Erdogan ha dichiarato che i sistemi anti-missile impiantati dagli Statunitensi nel territorio turco violano apertamente la costituzione del paese e dovrebbero venire immediatamente rimossi.
"Mi riferisco in particolar modo al cosiddetto 'radar' di Kurecik", dice Oymen nel corso di una lunga intervista con i cronisti del quotidiano Yeniçag, pubblicata nell'edizione odierna, "Erdogan dice che l'installazione era dovuta in quanto parte di un 'progetto Nato', ma si dimentica convenientemente di dire che il protocollo per la costruzione del radar é stato firmato solo con gli Usa, durante una cerimonia alla loro ambasciata in Turchia. Altro che 'Nato', questo fatto evidenzia l'inegualità di status tra i membri di questa associazione che asserve la Turchia agli interessi del suo partner di maggioranza".
Il radar a cui si riferisce l'Ex-ambasciatore si trova a Kurecik nella regione di Malatya ed é stato oggetto di numerosissime contestazioni, non soltanto sul luogo in cui sorge ma anche nelle città circostanti e persino ad Ankara ed Istanbul. Molti oppositori di Erdogan criticano la sua decisione facendo notare come sia ovvio e lampante che soltanto il regime ebraico di occupazione della Palestina beneficerà dall'installazione e non certo la Turchia o il suo prestigio regionale e internazionale.
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La Corte militare tunisina che sta conducendo i procedimenti penali contro Zine el Abidine Ben Ali e gli altri rappresentanti del regime lacista e occidentalista che era al potere nel paese nordafricano fino al gennaio 2011 ha registrato ieri la richiesta della pena capitale espressa dal pubblico ministero nei confronti di tutti gli imputati (dall'Ex-presidente in poi) che verranno riconosciuti direttamente responsabili per le uccisioni di manifestanti che costellarono il corso della Rivoluzione che ha portato la Democrazia e all'esilio del tiranno in Arabia Saudita.
Sul contumace Ben Ali, rifugiatosi tra i corrotti sceicchi del petrolio ormai ultimi portabandiera di un'egemonia statunitense nel Mondo Arabo che ha subito durissimi colpi proprio a partire dalla Rivoluzione tunisina in avanti, pendono già condanne per secoli di carcere per un numero impressionante di reati, dala corruzione, al riciclaggio e al traffico di denaro sporco, all'appropriazione indebita di beni archeologici e proprietà dello Stato, fino al concorso in traffico internazionale di stupefacenti, ma ovviamente tutte queste condanne appariranno poca cosa quando confrontate con quella che scaturirà da questo processo.
Nella fallita repressione dei moti rivoluzionari circa 300 persone persero la vita, per la maggior parte colpite dal fuoco delle forze di sicurezza che vennero autorizzate dallo stesso Presidente a fare uso di munizioni letali. Nonostante la Tunisia ne abbia più volte richiesto l'estradizione il Governo saudita di Riyadh ha dichiarato di non volere obbedire al mandato di arresto internazionale che lo obbligherebbe a consegnare l'Ex-presidente di Tunisi perché affronti il processo.
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Il nuovo Parlamento siriano si é riunito a Damasco per iniziare i suoi lavori e segnare così il totale trionfo del processo di riforma istituzionale voluto dal Presidente Assad come opera di contrasto effettivo delle provocazioni e delle stragi operate nel paese da piccoli gruppi di provocatori wahabiti al soldo di Arabia Saudita, Qatar, Turchia, Usa e Israele, che in oltre un anno di campagna di terrore non sono riusciti a indebolire nemmeno di un grano la determinazione dei cittadini a respingere i loro tentativi di far precipitare il paese nel caos.
Uno dei compiti del nuovo Parlamento siriano sarà la creazione di una Corte Costituzionale Suprema di sette membri, ciascuno in carica per 4 anni (rinnovabili), che formerà l'embrione di un Potere Giudiziario indipendente e slegato dalle altre strutture dello Stato.
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Adnan Mansour, Ministro degli Esteri di Beirut, ha dichiarato che i tredici cittadini libanesi catturati in Siria mentre erano di ritorno dal pellegrinaggio a un luogo santo sciita nella Repubblica Islamica dell'Iran si trovano in mano a "cellule terroristiche siriane" ma che grazie agli sforzi prodotti dal suo Ministero dovrebbero venire presto rilasciati.
Mansour ha dichiarato che per tutta la giornata di mercoledì 23 maggio é stato tenuto aggiornato sulla posizione dei sequestrati e che canali negoziali sono stati aperti con la cellula di provocatori stranieri che li ha in mano. Non ha dichiarato chi sia a capo dei negoziati ma ha espresso fiducia che la questione verrà risolta "il prima possibile".
Il Ministro degli Esteri sudanese Ali Ahmed Karti ha dichiarato nella giornata di ieri che "senza alcuna ombra di dubbio" vi é la mano dei servizi segreti israeliani dietro l'attacco terroristico che con una autobomba ha ucciso un uomo d'affari di Port Sudan. "Le nostre forze di sicurezza purtroppo sono ormai familiari con le tecniche terroristiche dei provocatori ebraici" ha annunciato Karti ai microfoni dell'emittente sudanese Al-Shoroug "La maniera in cui la vettura é detonata é del tutto identica a quella di altre autobombe sioniste che hanno colpito negli ultimi anni il nostro paese".
Karti ha affermato che l'imprenditore ucciso si chiamava Nasser Awad Ahmed Saed e lavorava nell'import-export nell'importante centro portuale del Mar Rosso. L'attentato dimostra quanto profondamente l'entità sionista cerchi di infiltrare i propri tentacoli nel continente africano, dove é attivamente impegnata a sostenere alcuni stati-fantoccio e ad aggredirne altri che invece si oppongono ai suoi avidi disegni imperialisti mirati a controllare le ricche risorse idriche, energetiche e minerarie del Continente Nero. Solo nel mese scorso il Sudan aveva inflitto una dura sconfitta al pupazzo sionista Salva Kiir, dittatore di Juba, che aveva cercato, col suo esercito e le sue milizie terroriste, di sottrarre a Khartoum il controllo di una importante provincia petrolifera ad Heglig, nel Sud Kordofan.
Il Ministro Karti ha dichiarato che il regime ebraico é uso prendere di mira strutture e cittadini sudanesi (nel silenzio complice e ipocrita della comunità internazionale, pronta però a prendere per buone le campagne di diffamazione anti-sudanesi 'ragliate' da qualche ignorante star holliwoodiana) a causa del sostegno fornito da Khartoum alla Resistenza anti-imperialista e anti-sionista. Tuttavia l'uomo assassinato non faceva parte di alcun gruppo politico o militare ed era unicamente proprietario di alcuni hotel e palazzi nella zona litoranea.
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Nero, letale, veloce, silenzioso, lo Shahed-285, elicottero da combattimento della Repubblica Islamica dell'Iran é un sistema d'arma di qualità totale che non teme alcun confronto con i più avanzati prodotti dell'ingegneria aeronautica europea e americana, dai cui empori, arricchito dagli emolumenti grassati alle casse della Casa Bianca grazie agli sforzi dell'AIPAC e ai contribuenti tedeschi grazie alla florida "Indu$tria dell'Olocau$to" il regime ebraico dell'Apartheid, incapace di forgiare le proprie armi, si rifornisce per riempire il suo arsenale di ordigni con cui bombardare scuole, ospedali, moschee, chiese, folle di civili.
Tutt'altri propositi hanno mosso le mani e le menti degli ingegneri e dei tecnici di Teheran che, dando il via molti anni orsono al progetto "Cobra Melli" ('Cobra Nazionale' in Farsi) hanno obbedito all'imperativo fatto parola d'ordine dalla Guida Suprema di fornire il paese dei mezzi per difendere il suo popolo e la sua Rivoluzione Islamica senza dovere in niente dipendere dall'Estero; antifona affatto simile a quella degli ormai lontani tempi dello Scià, quando il denaro di gas e petrolio veniva scialacquato in stravaganti spese militari che rendevano il paese sempre più debole (paradossalmente) e dipendente dalle potenze imperialiste vista la totale mancanza di know-how iraniano per far funzionare le armi straniere.
Ma l'arte di arrangiarsi diventò prima necessità e poi virtù durante la Guerra Imposta del 1980-88, sfociando poi nell'ambizioso programma della "Jihad per l'autosufficienza militare" che ha portato Teheran a sviluppare una matura industria della Difesa che é in grado ormai di produrre armi individuali e di squadra, missili anticarro, antiaerei e antinave, razzi da battaglia e vettori balistici, artiglierie convenzionali e mobili, elicotteri e aeroplani, motoscafi lanciamissili, carri armati, fregate, blindati, sottomarini e di rinnovare e aggiornare i vecchi modelli lascito degli anni '70 e '80. Lo Shahed-285, inaugurato tre anni fa, si integra oggi pienamente nel sistema di difesa iraniano, aggiornando la flotta elicotteristica con un mezzo che non ha nulla da temere nel confronto con l'Apache americano e che anzi, in diversi ambiti, gli é perfino superiore.
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Il portavoce del ministero della Giustizia tunisino Mondher ben Dhiyaf ha annunciato martedì che le decisione di estradare l'ex Premier libico Al Mahmoudi al Bagdadi, arrestato a settembre 2011 per ingresso illegale nel paese he stata presa dopo che il Primo Ministro libico ha assicurato al suo collega tunisino Hamadi Jebali che all'ex capo del Governo di Tripoli verrà riservato un equo e giusto processo.
Mondher Ben Dhiyaf ha dichiarato che il Premier libico attuale ha fornito "ampie rassicurazioni" in merito nel corso della sua recente visita a Tunisi, avvenuta la scorsa settimana. Al Mahmoudi al Bagdadi é stato Capo del Governo libico dal 2006 al 2011, ultimo in ordine di tempo a ricoprire tale carica prima dell'insurrezione che, attraverso alterne vicende e con il contributo ipocrita della NATO, é riuscita in autunno ad avere la meglio sul dominio del mercuriale e ridicolo 'generalissimo' di Tripolitania.
Alcuni gruppi per il rispetto dei Diritti Umani si sono espressi contro la decisione di Tunisi manifestando il timore che l'ex Primo Ministro possa venire torturato o giustiziato dal nuovo regime libico. Il Governo di Tripoli ha replicato di voler solamente fare chiarezza sul possibile ruolo del Premier in alcuni episodi della Guerra Civile.
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Una massiccia folla di dimostranti filopalestinesi si é riunita fuori dal Pillar Hotel di Londra in protesta contro l'accoglienza riservata al criminale sionista Avigdor Lieberman, Ministro degli Esteri dell'esecutivo di Estrema Destra al potere nel regime di Apartheid ebraico. "Se oggi arrivasse Adolf Hitler gli manderebbero incontro la limousine comunque" cantavano i Clash nel 1977; 35 anni dopo lo stesso trattamento viene riservato alla sua versione ebraica, personaggio vile e spregevole che non ha mai fatto mistero del suo odio e del suo razzismo nei confronti dei legittimi abitanti della Palestina.
Per fortuna in Inghilterra nonostante la prostituzione di tutti i partiti politici e di tutti gli outlet mediatici alle voglie della ricchissima e influentissima lobby ebraica non tutte le coscienze sono addormentate e drogate nell'indifferenza e migliaia e migliaia di cittadini indignati, tra cui si segnalano i coraggiosi e coerenti ebrei ortodossi della Neturei Karta sono scesi in strada per protestare, cacciando via dalla strada le poche decine di provocatori sionisti che si erano radunati per salutare il loro becero e volgare 'eroe'.
La manifestazione ha letteralmente preso possesso dell'intero distretto di Hendon e il Capo del Forum Palestinese in Inghilterra, Hafez Karmi ha dichiarato che l'aver ricevuto ufficialmente un razzista bigotto come Lieberman é stata "L'ennesima gaffe di un Governo totalmente screditato", aggiungendo che i Palestinesi eletti nelle consultazioni democratiche del 2006 che videro il trionfo di Hamas difficilmente verrebbero accolti da ministri e sottosegretari, pur avendo credenziali di Democrazia ben più limpide di quelle che Lieberman potrà anche solo mai sognarsi di possedere.
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Oltre cinquanta milioni di potenziali elettori sono chiamati oggi alle urne in Egitto, 15 mesi dopo la deposizione del tiranno Mubarak, nella prima elezione presidenziale democratica nella storia del Paese delle Piramidi. La campagna elettorale, per quanto breve (a causa delle sentenze che hanno squalificato diversi aspiranti candidati per i motivi più diversi, ora sensati, ora capziosi) é stata intensissima e i pronostici sono quanto mai vaghi e incerti visto che bisognerà verificare se la popolazione preferirà ribadire i risultati delle elezioni politiche (che videro la fortissima affermazione dell'FJP e dei musulmani ortodossi di Al-Nour) oppure optare per una 'separazione dei poteri', scegliendo un candidato di garanzia che controbilanci un Parlamento fortemente islamista.
Vi sono 13mila stazioni di voto nelle 27 province egiziane che saranno aperte per 12 ore dalle 8 antimeridiane a quelle serali, oggi e domani. I risultati, però, si conosceranno soltanto una settimana dopo e diversi gruppi egiziani e internazionali hanno già lanciato appelli alla vigilanza contro ogni rischio di manipolazione e broglio da parte della giunta militare di Tantawi, lo SCAF, per cui, a rigor di logica, queste elezioni dovrebbero segnare il canto del cigno, visto che con un Parlamento e un Presidente democraticamente eletti ogni funzione del 'Consiglio Supremo' diventerà ridonandante.
Tra la dozzina di candidati in lizza i più accreditati sono il capo dell'FJP, partito politico della Fratellanza Musulmana, Mohammed Mursi, che ha dominato le elezioni tra gli egiziani all'estero con il 40 per cento delle preferenze ed Aboul Fotouh, ex-membro dell'Ikwhan che aveva rassegnato le dimissioni per potersi candidare quando sembrava che la potente confraternita religiosa non avesse intenzione di presentare un proprio candidato. Più marginali rispetto a questi due appaiono i candidati Amr Moussa e Ahmed Shafiq, ambedue ex-Primi Ministri, i cui passati legami col regime di Mubarak sembrano precludere realistiche chances di successo.
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