Il leader politico irakeno Nouri Al-Maliki ha dichiarato in un'intervista rilasciata a fine 2020 alla Al-Alam TV (Iran) che il complotto per abbattere il regime di Bashar Al-Assad, covato da Stati Uniti, Israele e alcuni paesi arabi reazionari è risultato nella creazione dell'ISIS e nel massiccio attacco portato da questo contro lo stesso Irak nel 2014. Solo l'attacco generalizzato al Paese mesopotamico infatti avrebbe prevenuto il previsto ingresso delle truppe irakene in Siria, dove avrebbero aiutato l'Esercito Arabo Siriano a combattere i terroristi. Al-Maliki ha affermato che l'esercito iracheno stava per unirsi alla lotta anti-terroristica di Bashar Al-Assad e delle sue truppe qualora la loro situazione avesse indicato un pericolo di collasso. Ha detto che il comandante della Forza Qods dell'IRGC Qasem Soleimani insieme alle milizie volontarie irakene, si é sostituito con successo a questo previsto intervento irakeno, motivo per il quale è stato poi preso di mira dagli Stati Uniti, facilitatori e istigatori sia dell'ISIS che di Al-Nusra ed altri gruppi islamisti.