A dimostrazione di come tutte le vicende del Medio Oriente arabo e musulmano siano strettamente interconnesse e come tutte le instabilità e le violenze che travagliano la regione debbano essere in ultimo ricondotte e riconosciute come aventi la loro causa prima nell'invasione e nell'occupazione della Terra di Palestina da parte dell'illegittimo regime sionista, proponiamo ai nostri lettori uno spunto di valutazione e riflessione politica e strategica secondo noi non banale. Nel corso di un comunicato rilasciato nella giornata di ieri il dirigente Abu Ibrahim delle
Brigate Al-Quds, braccio armato del
Movimento per la Jihad Islamica in Palestina, ha dichiarato che l'organizzazione ha ormai a disposizione ordigni capaci di coprire distanze tra i sessanta e i cento chilometri e che, se l'occupazione sionista dovesse prendere nuovamente di mira dirigenti della Resistenza a Gaza (non solo membri della Jihad, dirigenti di ogni gruppo), allora non esiterà un secondo a lanciarli contro Tel Aviv.
Questa dichiarazione non é una vuota minaccia, il curriculum delle Brigate Al-Quds, ne é testimonianza affidabile, ed é spiegabile soltanto con un decisivo potenziamento dell'arsenale dell'organizzazione che soltanto nel corso delle ultime operazioni di rappresaglia contro i brutali bombardamenti sionisti é riuscita a scagliare contro legittimi obiettivi militari e installazioni di fanatici coloni ebrei armati qualcosa come
180 razzi. La cosa ironica, che ha ispirato lo stesso irriverente titolo che si può leggere qui sopra é che la molla primaria di questo decisivo rafforzamento delle capacità di risposta militare della Jihad Islamica é da ricercarsi nelle complotto e nella manovra antisiriana cui, insieme con i Sauditi, i Qatariani, i Francesi e gli Americani i sionisti dell'Apartheid si sono dedicati tanto intensamente negli ultimi mesi.
Infatti, nei momenti più difficili passati dalla Siria di Assad quando era sottoposta agli attacchi e agli attentati dei takfiri di Al-Qaeda, gli uomini di
Hezbollah e i loro contatti e collegamenti con l'Esercito di Damasco si sono adoperati per svuotare gli arsenali e i depositi di materiale che l'organizzazione sciita libanese manteneva nella vicina Repubblica araba come misura cautelare contro eventuali attentati o addirittura saccheggi da parte di forze ostili, trasportandoli in sicurezza oltre il confine internazionale e ricollocandoli in località segrete nella Vallata della Bi'qa e nel Libano meridionale. Ovviamente queste armi e questi equipaggiamenti (di grande potenza ed elevata sofisticazione) dovevano essere collocati da qualche pare e, per creare lo spazio adatto, tutta una serie di ordigni meno avanzati sono stati spostati e veicolati verso la Striscia di Gaza, dove sono stati donati soprattutto ai
Comitati Popolari di Resistenza e, appunto, alle Brigate Quds della Jihad.
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Rappresentazione grafica dei raggi operativi dei razzi sparati da Hezbollah contro l'occupazione sionista nell'estate 2006. |
Un razzo da battaglia
Fajr-3 o
Fajr-5 non é che una piccola risorsa per Hezbollah, ma costituisce un'arma di alto profilo e grande potenziale per le più 'casalinghe' milizie palestinesi, che pur cercando di imitare gli sciiti libanesi nelle tattiche e nei modi devono ancora compiere molta strada prima di eguagliare in potenza ed efficienza quella formidabile organizzazione. Adesso, per un bizzarro 'rimbalzo' dei suoi tentativi di aggressione e diffusione del terrorismo e della violenza il regime ebraico si é trovato a mettere indirettamente in mano ai suoi avversari palestinesi armi ancora più potenti di quelle che avevano prima. Speriamo che vengano usate con abilità ed effetti del tutto simili a quelli che abbiamo potuto ammirare nel corso del conflitto dell'estate 2006.
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