sabato 7 maggio 2011

Il popolo di Hamas festeggia per le strade di Nablus per la prima volta dal 2007!!


Migliaia di sostenitori di Hamas hanno entusiasticamente festeggiato la riconciliazione con Fatah nella cittadina cisgiordana di Nablus, dimostrando pubblicamente per la prima volta da quattro anni a questa parte, quando la fazione di Mahmud Abbas decise di disconoscere il risultato delle regolari e democratiche elezioni del 2006 e di tentare di rovesciarlo con le armi in un Colpo di Stato, che creò la divisione politica e territoriale tra Gaza (controllata dal legittimo Governo di Hamas) e la West Bank (amministrata 'de facto' da Fatah).

Prominenti figure di Hamas, come il parlamentare Hamid al-Bietway hanno guidato i cortei che sono iniziati dopo la preghiera serale e sono durati fino a notte inoltrata attraverso tutta la città vecchia. La grande partecipazione popolare ha reso chiaro e palpabile anche all'osservatore più superficiale il massiccio seguito e la popolarità di Hamas anche nei territori occupati e amministrati in questi anni da Fatah. Del resto Hamas aveva sconfitto il movimento di Abbas in nove collegi cisgiordani su 11, la maggioranza assoluta di Hamas era stata costruita e conquistata in Cisgiordania.

In un breve discorso rivolto ai partecipanti alla manifestazione Bietawi (ultimo a destra nelle foto qui sopra) ha accolto con favore l'accordo di riconciliazione, giurando che il popolo palestinese non permetterà a nessun intrigo israeliano o occidentale di rovinarlo. Mohammed Ghazal, altro membro di spicco di Hamas ha fatto eco alle parole del parlamentare, chiedendo a tutti i partiti e le fazioni palestinesi di non cedere a lusinghe, minacce o pressioni di alcun genere, sottolineando subito dopo la necessità di rilasciare immediatamente tutti i detenuti politici catturati in questi anni dalle forze di sicurezza di Fatah.
"Lookalike" di Khaled Mishaal e Mahmud Abbas celebrano simbolicamente il "funerale" della scissione Hamas-Fatah.

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L'ONU impone a Israele di consegnare ai Palestinesi le entrate fiscali che spettano loro


Il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-Moon, ha ingiunto nella giornata di ieri al Primo Ministro sionista Benji Netanyahu di sbloccare immediatamente le entrate fiscali spettanti all'Autorità palestinese, congelate da Tel Aviv dopo le notizie sulla firma dell'accordo di riconciliazione tra Hamas e Fatah.

In una ennesima prova di quanto illusori, parziali e squilibrati siano i cosiddetti "accordi di pace" che si trascinano agonizzanti dal 1993, a causa della pertinace ostinazione israeliana ad abbandonare tutta la terra palestinese indebitamente occupata e ricoperta di insediamenti illegali, al Regime dell'Apartheid di Tel Aviv viene lasciata facoltà di 'strangolare' economicamente l'Anp qualora essa "non si comporti bene" (cioé non si sottometta ai diktat dell'Occupazione), visto che é Israele a raccogliere oneri doganali e altre imposte e poi a "girarli" a Ramallah.

Finora Israele aveva bloccato 105 milioni di dollari destinati all'Anp, evidentemente sperando che queste improvvisate "sanzioni" avrebbero fatto recedere Mahmud Abbas dalla sua intenzione di riappacificarsi con Hamas. Pieno di fiducia e di buona volontà come ogni Segretario ONU che si rispetti Moon ha invitato Israele: "A seguire e valutare il processo di unificazione palestinese man mano che si evolve ed avanza".

Il leader delle Nazioni Unite ha ricordato che la sua organizzazione ha sempre spinto per il superamento del "divide" interno palestinese e ha dichiarato che lui e i suoi collaboratori stanno "studiando attentamente" i documenti firmati al Cairo.

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La Fratellanza musulmana giordana al piccolo re hascemita: "Hamas deve riaprire subito la sua sede di Amman!"


Il più grande partito di opposizione giordano "Fronte d'Azione Islamica" ha ufficialmente invitato il reuccio Hascemita Abdallah a permettere che il leader di Hamas Khaled Mishaal visiti ufficialmente Amman e riapra l'ufficio del Movimento musulmano di Resistenza nella capitale del reame.

Murad al-Adayla, dirigente del Fronte incaricato degli "Affari palestinesi", ha dichiarato in un comunicato stampa rilasciato il quattro maggio 2011 che il Governo dovrebbe "immediatamente riconsiderare" le sue relazioni con Hamas, alla luce dello storico 'reapprochement' siglato in settimana al Cairo, col quale si é ricostituita l'unità nazionale di tutte le fazioni e i partiti politici palestinesi.

Al-Adayla ha commentato come sia "preciso dovere" del sovrano sostenere in ogni modo l'accordo e aiutare a garantirne il futuro successo, ciò che sarebbe non soltanto umanamente ed eticamente giusto, ma anche utile alla sicurezza interna giordana, direttamente legata agli sviluppi della Questione palestinese, come testimoniata da tanti eventi della storia recente e remota dello Stato transgiordano.

Il Fronte d'Azione Islamica ritiene che la riconciliazione palestinese sia un frutto importante e prezioso del moto di rinnovamento in senso democratico del Mondo Arabo, e che esso continuerà a modificare scenari ed equilibri ancora per molto tempo.



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venerdì 6 maggio 2011

I carcerieri israeliani si rifiutano di liberare un leader del PFLP...anche dopo che il Tribunale glielo impone!!


La moglie dello scrittore, accademico e attivista per i Diritti Umani Ahmed Katamesh sta cercando in tutti i modi di richiamare l'attenzione dei media regionali e internazionali sulla vicenda kafkiana di cui é protagonista suo marito, dirigente del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina da diverse settimane detenuto dagli israeliani.

Katamesh, é stato arrestato nel corso del selvaggio e violento "pogrom" inscenato contro i Palestinesi da soldati sionisti e miliziani ebrei fanatici, ufficialmente con la scusa di cercare il responsabile dello sgozzamento di cinque coloni fondamentalisti che indebitamente occupavano terra palestinese nell'insediamento di Itamar.

Il pogrom anti-palestinese ha permesso al vero assassino (un bracciante asiatico cui i fanatici ebrei avevano negato la giusta mercede per i lavori svolti, percuotendolo e cacciandolo dal loro insediamento illegale) di fuggire indisturbato, ma ciò che premeva al Regime dell'Apartheid sionista era poter incrudelire contro i legittimi abitanti di Awarta, non certo la cattura del reo.

Scaduti i termini di 'carcerazione preventiva' Katamesh doveva essere rimesso in libertà, in attesa che si decidesse se esistevano i presupposti per poter istruire un processo contro di lui. Ma l'autorità carceraria ha rifiutato di rilasciarlo, chiedendo invece un periodo di sei mesi di "detenzione amministrativa"; tale comportamento va totalmente contro la prassi giudiziaria israeliana, dove le autorità carcerarie non hanno alcun potere di 'rimpallare' gli ordini di rilascio all'autorità giudiziaria, né tantomento quello di esprimere "desiderata" su come o quanto trattenere in carcere un prigioniero.


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Le Brigate Qassam piangono la morte del comandante Al-Zatma, ferito ad aprile da un vigliacco bombardamento sionista!


Riprendiamo dal sito delle Brigate Ezzedine al-Qassam, branca militare del Movimento musulmano di Resistenza Hamas, la triste notizia della dipartita del Comandante Shadi Mahmoud Al-Zatma, ricoverato in un ospedale egiziano dopo che, nelle notte tra 8 e 9 aprile 2011, insieme ad Ayseer Abu Snaima e Mohammed Awaja (morti sul colpo), era rimasto coinvolto in un piratesco bombardamento da parte delle forze militari sioniste.

Il proiettile anticarro israeliano aveva colpito la macchina su cui stavano viaggiano i tre, letteralmente calcinandola e facendone volare schegge incandescenti per decine di metri tutto attorno, soltanto la fortuna e la provvidenza divina impedirono un bilancio più grave, visto che l'autovettura venne bersagliata mentre percorreva una centralissima arteria della città di Rafah, nella Striscia di Gaza meridionale.

Soltanto ieri le fonti di informazione palestinesi avevano aggiornato a 22 il numero delle vittime dei raid militari sionisti contro Gaza tenutisi durante il mese di aprile, la morte di Al-Zatma dovrebbe fare riflettere giornalisti e osservatori internazionali abituati a discettare di "morti e feriti" in termini anodini e aritmetici: spesso fra le vittime degli attacchi sionisti contro la popolazione civile palestinese i morti sono i più fortunati...ai "feriti" spesso toccano settimane di agonia, che spesso, come in questo caso, si concludono comunque col decesso.

Shadi al-Zatma non ha fatto in tempo a udire le notizie del "reapprochement" fra Hamas e la fazione Fatah, non ha ripreso conoscenza per udire l'annuncio che presto l'Egitto aprirà il varco di confine con Gaza; la sua vita, ad appena 29 anni, si é conclusa al termine di quello che l'ufficio stampa delle Brigate al-Qassam definiscono: "Un lungo e luminoso percorso di Lotta, Resistenza, Sacrifici e Duro Lavoro".

Ed é anche grazie all'opera di persone come Al-Zatma che Gaza é riuscita a respingere l'aggressione militare di "Piombo Fuso", a mantenersi libera e indipendente, a costituire il bastione delle speranze di tutti i Palestinesi (gazesi e cisgiordani), in ultimo, é stato anche grazie ai suoi sforzi che i cacicchi di Fatah si sono convinti dell'impossibilità di prolungare ulteriormente il "rift" con Hamas. Shadi al-Zatma non ha mai saputo della riconciliazione nazionale, ma il merito di questa é anche suo.

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I corifei della propaganda filosionista attaccano un seminario informativo sulle tattiche dell'Hasbara! Hanno paura che il loro gioco venga scoperto?


Le organizzazioni PSC (Palestine Solidarity Campaign) e MEMO (Middle East MOnitor) hanno organizzato un seminario per discutere e informare sul proliferare della disinformazione e della propaganda filoisraeliana e filosionista nei mass-media; l'evento si terrà il 23 maggio a Londra e verrà ospitato dalla sede di Amnesty International.

Ovviamente, le truppe cammellate dell'Hasbara si sono subito mobilitate contro questa legittima riunione, terrorizzate che i loro trucchi e i loro inganni possano venire esposti a una platea di uditori, che potrebbero anche parlarne con parenti, amici, colleghi e iniziare così un processo di "risveglio" collettivo dal sopore indotto dalla parziale e mendace narrativa filoisraeliana ripetuta ogni giorno dalle prime pagine e dai titoli di ogni giornale e di ogni rete televisiva occidentale.

Michael Weiss, portavoce del 'centro studi' filoisraeliano "Just Journalism" ha scritto sul Daily Telegraph (dove ha una colonna personale) chiedendo 'come mai' Amnesty International ospiti una simile riunione promossa da queste organizzazioni; chi lo sa, forse a Just Journalism pensano che Amnesty International sia un club dell'uncinetto o del birdwatching, invece possiamo informarli che é una ONG che si occupa di diritti umani a livello internazionale e che, sulla scena politica mondiale, non vi é Stato che li abbia violati tanto a lungo e tanto profondamente quanto il regime dell'Apartheid.

Evidentemente Weiss sta mettendo in pratica le raccomandazioni dell'altro 'centro studi' filoisraeliano e sionista, "The Reut Institute" che poco tempo fa raccomandava di "attaccare i movimenti pro-palestinesi cercando di diffondere divisioni e contrasti al loro interno". Naturalmente PSC e MEMO sono molto felici di questi attacchi, giacché dimostrano come la propaganda filoisraeliana tema ogni discussione e ogni disvelamento delle sue tattiche e delle sue tecniche e sono felici di annunciare che le prenotazioni per assistere al seminario stanno registrando responsi oltre le più rosee previsioni.
REGISTRATEVI QUI per prendere parte al Seminario internazionale del 23 Maggio

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L'Egitto é sempre più 'De-Mubarakizzato'! Condannato a 12 anni di reclusione l'ex-Ministro degli Interni!!


Come cadono i "colossi" del recente passato! E' ancora fresca la notizia del trasferimento dell'ex 'Faraone' del Cairo dalla residenza protetta di Sharm a una ben meno comoda detenzione in ospedale carcerario che ci raggiunge l'agenzia secondo la quale il già Ministro dell'Interno di Mubarak, Habib al-Adly sarebbe stato condannato a dodici anni di carcere per accuse di corruzione e interesse in atti pubblici.

Le tribolazioni giudiziarie non sono però finite per l'ex responsabile degli Interni, visto che il suo nome compare in numerosissimi faldoni d'inchiesta riguardo la persecuzione politica degli oppositori e il fallito tentativo di repressione violenta del dissenso durante le manifestazioni di inizio 2011 che portarono in ultimo alla deposizione del regime.

Questa é la prima sentenza definitiva a colpire un "boiardo" della corte di Mubarak, lo stesso Hosni é indagato per istanze plurime di corruzione e per molti degli stessi addebiti elevati contro Al-Adly (che eseguiva puntualmente gli ordini del 'Presidente'), mentre i figli di Mubarak, Alaa e Gamal, figurano in dozzine di procedimenti per corruzione e interesse privato in atti pubblici.

Il movimento politico Mubarakista, Il Partito Nazionale Democratico, é stato sciolto in aprile e tutte le proprietà di questo e della famiglia Mubarak sono state congelate. L'opinione pubblica egiziana vuole vedere Mubarak e soci sul banco degli accusati per le morti causate dal tentativo di repressione, che stime della Commissione indagativa istituita dalla Giunta di transizione indicano in 846 (più 6400 feriti).

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Gli Stati Uniti tentano (maldestramente) di sabotare le ottime relazioni economiche fra Iran e Turchia!


Il Sottosegretario per il Terrorismo David Cohen, collocato al suo posto dagli sforzi e dalle pressione della ben nota lobby seipuntuta, cerca di ricambiare i suoi "padrini" del favore ricevuto tentando, maldestramente, di sabotare le relazioni commerciali turco-iraniane.

Sentiamo cosa ha dichiarato ai microfoni della stampa di ritorno da una sua recente visita in Anatolia: "Ho fatto presente ai Turchi la necessità di aiutare le loro banche a proteggersi dai tentativi iraniani di abusare degli esistenti legami di scambio e commercio!".

Forse il povero David Cohen ha un'idea un po' distorta di cosa voglia dire avere "legami di scambio e commercio", giacché la sua narrativa sembra suggerire l'idea di una Turchia 'Cappuccetto Rosso' che entra col cestino della merenda in mano nella camera da letto del Lupo iraniano travestito da Nonna, ansioso di "abusare" dei suoi legami commerciali con Ankara.

Evidentemente David Cohen prima di prendere l'aereo per il Bosforo avrebbe fatto meglio a studiarsi un po' i fondamentali degli scambi turco-iraniani; avrebbe scoperto che, lungi dall'essere suscettibili a ricatti o pressioni (specialmente di una potenza declinante come gli Usa odierni) essi costituiscono un assetto strategico sia per Ankara che per Teheran e sono in crescita esplosiva da un mese all'altro.

Turchia e Iran si sono scambiati beni e servizi per due miliardi e cento milioni di dollari Usa solo da gennaio a febbraio 2011 (rispettivamente 1136 milioni e cinquecentomila dollari a gennaio, 963 miioni e mezzo di dollari a febbraio), con una crescita del 70 per cento rispetto allo stesso bimestre del 2010. Nel meeting bilaterale di inizio febbraio 2011, inoltre, le parti si sono accordate sull'obiettivo di portare il volume di scambi annuali alla soglia dei 30 miliardi di dollari annui entro i prossimi quattro anni.

Sembra proprio che il povero Cohen e la Lobby che gli sta dietro siano in lista per un'amara delusione, l'ennesima che la logora e antiquata politica estera a stelle (di davide) e strisce sta raccogliendo in Medio Oriente da un decennio a questa parte.

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Deraglia sempre più l'alta velocità israeliana! Anche Deutsche Bahn abbandona grazie alle pressioni del movimento BDS!!


La parlamentare tedesca della Sinistra comunista (Die Linke) Heike Hänsel ha salutato con gioia la notizia che la compagnia ferroviaria nazionale Deutsche Bahn si é completamente e definitivamente ritirata dal progetto di linea ad alta velocità israeliana che avrebbe dovuto connettere la parte occupata di Gerusalemme con Tel Aviv, la cui costruzione avrebbe offerto al Regime dell'Apartheid il pretesto per nuovi abusi e furti di terre nei confronti dei Palestinesi.

In un comunicato stampa rilasciato ad Al-Jazeera la Hänsel ha dichiarato che DB si é ritirata dalla joint venture a causa delle vittoriose pressioni del movimento BDS tedesco e della mobilitazione di politici tedeschi e palestinesi e di attivisti internazionali. La DB, diplomaticamente, ha citato "problemi con il tracciato della linea alla luce delle leggi internazionali".

Infatti le leggi internazionali, che Israele cerca sistematicamente di violare e ignorare, forte del sostegno ipocrita e complice degli Usa, impediscono agli Stati che occupano militarmente terra non loro di costruire infrastrutture che rafforzino l'occupazione o facilitino l'insediamento di popolazione allogena (come ad esempio i violenti miliziani fondamentalisti armati che Israele lascia proliferare negli insediamenti illegali); la costruzione della ferrovia va contro sia la Convenzione dell'Aia del 1907 che contro la Quarta Convenzione di Ginevra del 1949.

Heike Hänsel, insieme alla compagna di partito Inge Höger e al cristiano democratico Michael Grosse-Brömer aveva inviato una lettera di avvertimento al Ministero degli Esteri della Repubblica Federale che indicava come la ferrovia avrebbe aiutato gli occupanti sionisti a isolare ulteriori villaggi e comunità cisgiordane, come a Beit Aqsa e Beit Surik. Con questa nuova vittoria il Movimento BDS vede giustificato il suo attivismo e l'ottimismo in merito alla possibilità di convincere sempre più aziende e industrie a ritirare o interrompere ogni forma di investimento e cooperazione con il Regime di Tel Aviv.

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giovedì 5 maggio 2011

In Iran i tifosi del Persepolis contestano i Sauditi dell'Ittihad, in nome della solidarietà col popolo del Bahrein!


L'agonismo sportivo ha ceduto il passo alla protesta politica e alla solidarietà democratica e umanitaria con il popolo oppresso e tormentato del Bahrein durante il recente match di Coppa dei Campioni d'Asia disputatosi in Iran tra i rossi leoni di Persepoli, e i gialloneri dell'Al-Ittihad saudita. I tifosi iraniani infatti si sono presentati sugli spalti paludati dei colori nazionali Bahreini, innalzando striscioni e cantando slogan contro l'intervento militare saudita nell'isola delle perle, costato la vita a dozzine se non centinaia di manifestanti e attivisti per la democrazia, macellati senza che l'ipocrita  mondo occidentale pronunciasse una sola parola di condanna.




La folla dei tifosi-dimostranti ha creato un vero e proprio 'muro di fischi' ogni volta che un giocatore saudita toccava la palla, creando una superiorità di morale che i "Piroozi" non hanno esitato a mettere a frutto segnando tre pesantissimi gol contro la squadra ospite chiaramente in soggezione.




Il risultato di 3-2 é bugiardo, visto che il secondo goal saudita é stato segnato abbondantemente in zona cesarini e il Persepoli, mai privo del pallino del gioco, avrebbe tranquillamente potuto segnare il quarto o il quinto score. (QUI la sintesi dell'incontro IN ITALIANO)



In ultimo, quando sembrava che i manifestanti sulle gradinate si preparassero a dare fuoco a un fac simile di bandiera saudita la polizia iraniana ha ritenuto di dover intervenire per sgomberare il settore, evidentemente temendo che il gesto portasse a ripercussioni tra le due massime potenze mediorientali, attualmente sull'orlo della crisi diplomatica a causa del violento intervento a Manama.



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Israele continua a torturare Ahmed Saadat: esteso per altri sei mesi l'isolamento che dura da oltre due anni!


Le autorità carcerarie sioniste della galera di Beer Sheba hanno deciso di estendere l'inumana misura del confino solitario di Ahmed Saadat, Segretario generale del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina per altri sei mesi, fino al tre novembre 2011, quando decideranno di rinnovarla per altri sei mesi e così via, in modo da lasciare languire uno dei più determinati e coraggiosi combattenti per la libertà della Palestina in condizioni di detenzione che definire 'medioevali' é poco.

Saadat, durante la sua ultima udienza di fronte alla corte sionista che presiede la sua inumana detenzione in condizioni di vera e propria tortura ha reiterato il suo rifiuto di riconoscere in essa qualunque autorità al di là del mero potere di coercizione e violenza che quotidianamente viene esercitato contro di lui, Sadaat ha coraggiosamente definito la corte sionista come: "Un mero strumento oppressivo nelle mani del regime dell'Occupazione, incaricata di tradurre in atti la volontà persecutoria e vessatoria dei politici e generali israeliani".
L'ex-generale Zeevi (sinistra), abbattuto dai commando del PFLP, insieme allo scimmiesco Avigdor Lieberman, a cui, prima o poi, potrebbe anche toccare una sorte simile...
Ahmed Saadat, accusato di coinvolgimento nell'omicidio di un ex-generale israeliano di estrema destra, diventato Ministro sotto il Governo del criminale di guerra Ariel Sharon (una operazione che, al contrario della nauseante narrativa israeliana sul 'terrorismo dei palestinesi' si é svolta 'a colpo sicuro' senza coinvolgere nessun passante o civile, ben diversamente dagli assassinii perpetrati dallo Shin Bet o dall'aviazione sionista) é stato tenuto in confino solitario per oltre settecento giorni, ben più di due anni.

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Il Generale Jafaari: "Riyadh inviando truppe in Bahrein ha commesso grave errore, di cui pagherà presto le conseguenze!"

Il Maggior Generale Mohammed Ali Jafaari, comandante in capo dell'IRGC, la Guardia rivoluzionaria iraniana, ha dichiarato in una intervista all'agenzia di stampa FARS che la decisione saudita di inviare truppe da combattimento nell'isola di Bahrein per aiutare la dinastia Al-Khalifa a reprimere nel sangue le manifestazioni popolari per la democrazia é stata "un clamoroso e imperdonabile errore, per cui l'Arabia Saudita pagherà presto un prezzo salatissimo".

Interrogato in merito al fatto se la decisione dell'intervento militare in Bahrein possa essere stata presa in funzione anti-iraniani Jafaari ha dichiarato che ciò é certamente possibile, visto che, nonostante lo specchiato record della Repubblica islamica nel non interferire con gli affari interni dei paesti circonvicini, le corrotte dinastie petrolifere del Golfo sono costantemente vittima della disinformazione di Washington che usa Teheran come 'uomo nero' per spaventare i pavidi sceicchi e legarli a doppio filo alle proprie ingerenze politiche e militari.

Il Comandante dell'IRGC ha sostenuto che sarebbe possibilissimo per Teheran compiere mosse simili all'intervento saudita in Bahrein, per sostenere o collocare al potere forze amiche in paesi confinanti (si pensi soltanto all'Irak), ma che la dottrina politica e diplomatica della Repubblica islamica non é interessata a tali manovre, preferendo promuovere un clima di intesa nel rispetto reciproco di libertà, autonomia e indipendenza.

Riguardo alla potenza dei rispettivi apparati militari il Maggior Generale ha detto che, nonostante le sue spese pazze in ogni sorta di hardware militare americano e occidentale l'esercito saudita rimane sempre un gradino sotto alle capacità delle forze armate iraniane: innanzi tutto perché i modelli e i sistemi d'arma che gli Stati Uniti e i loro alleati vendono ai paesi 'satelliti' non sono mai paragonabili a quelli che essi riservano alle sue truppe, con il risultato che i loro alleati si riempiono gli arsenali di attrezzature con un gap tecnologico da dieci a quindici anni rispetto alle esigenze di una forza armata moderna, secondariamente perché, se mai volessero usarle per scopi non totalmente condivisi dai loro 'benefattori' occidentali, i Sauditi si troverebbero improvvisamente senza assistenza tecnica, munizioni e parti di ricambio.

La Repubblica iraniana, invece, ha brillantemente superato ogni problema di dipendenza dall'estero mediante la vittoriosa "Jihad per l'Autonomia nella Difesa", grazie alla quale é attualmente in grado di produrre tutti i tipi di armi ed equipaggiamenti necessari alle proprie forze aeree, terrestri, navali, missilistiche e di difesa civile.


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