Fino dai giorni gloriosi del Presidente Chavez il Venezuela Bolivariano, Patriottico e Socialista é stato un sostenitore senza "se" e senza "ma" della Causa Palestinese come possono benissimo ricordare i lettori di questo sito riguardando gli articoli sui numerosi accordi commerciali e sul riconoscimento diplomatico dell'ANP come Stato Palestinese.
Adesso, nel corso di una due-giorni di visita a Caracas il capo di Fatah Mahmoud Abbas ha siglato il contratto per una fornitura di combustibile diesel a prezzo di favore che renderà i territori palestinesi parzialmente meno dipendenti dalla tirannide sionista (che si esprime con 'strozzature' alla fornitura dei più vari prodotti alla West Bank, per non parlare dello strangolamento di Gaza).
Il trasferimento del carburante si terrà sotto gli auspici di una società mista appositamente creata chiamata "PetroPalestine"; in futuro PetroPalestine potrà anche aiutare i Palestinesi a sfruttare i giacimenti di gas naturae trovati davanti alle loro coste.
Inoltre nella sua trasferta venezuelana Abbas ha anche ottenuto lo status di osservatore per lo Stato palestinese nell'UNASUR, nell'ALBA (Alleanza Bolivariana Americana) e nella CELAC (Comunità Economica LatinoAmericana e Caraibica).
sabato 17 maggio 2014
Accordi economici e diplomatici tra l'Anp di Abbas e il Venezuela del Presidente Maduro!!
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Blatter: " I mondiali del 2022 in Qatar saranno un grave errore!" Complimenti! Ci hai messo solo 5 anni a capirlo!!
Il portiere caduto alla difesa ultima vana,
contro terra cela la faccia, a non veder l’amara luce.
Il compagno in ginocchio che l’induce con parole e con mano, a rilevarsi,
scopre pieni di lacrime i suoi occhi.
La folla - unita ebrezza - par trabocchi nel campo.
Intorno al vincitore stanno, al suo collo si gettano i fratelli.
Pochi momenti come questo belli, a quanti l’odio consuma
e l’amore, è dato, sotto il cielo, di vedere.
(Umberto Saba, "Goal")
Introduciamo questo articolo con i versi di Umberto Saba, perché, al contrario di molti che considerano l'interesse e anche la passione sportiva per il gioco del calcio "inadatta" alla mentalità del militante anti imperialista, chi scrive prova interesse e passione per tale contesa agonistica e giudica il calcio (a suo contestabilissimo parere) "superiore" a molti altri sport perché in esso individui di qualunque nazionalità, di qualunque etnia e di diversissime caratteristiche fisiche possono tuttavia aspirare a eccellere.
Non per nulla togliere agli appassionati del Rugby, della Pallacanestro, della Pallavolo, dell'Atletica, ma anche costoro dovranno ammettere che tutti questi sport favoriscono atleti dotati di ben definite caratteristiche fisiche (siano esse la stazza, l'altezza, l'elevazione, la longilineità...) mentre, nel corso della più che secolare storia del Calcio al vertice dei suoi allori si sono alternati giocatori diversissimi per tantissime caratteristiche: dai mitteleuropei, agli scandinavi, ai sudamericani, ai mediterranei...in quale altro sport, pensateci, il più grande interprete e campione riconosciuto a livello planetario avrebbe potuto essere Diego Armando Maradona, brevilineo di 1 metro e 65 con tendenza alla pinguedine?
Certo il calcio moderno ha molti problemi, non staremo qui a negarlo, ma più che da sue mancanze la maggior parte di essi derivano dal fatto che esso sia subornato e prostituito a interessi commerciali e che perciò soffra delle degenerazioni intrinseche al sistema capitalista, proprio da tali degenerazioni nasce il tema principale di questo articolo.
In una intervista recentemente rilasciata il massimo dirigente della FIFA, lo svizzero Josef Blatter, ha 'confessato' che la decisione presa anni fa di concedere all'Emirato del Qatar l'organizzazione della Coppa del Mondo del 2022 sia stata "un grave errore".
Blatter non ci é mai piaciuto come personaggio: istrionico, accentratore, più interessato alla 'marketabilità' del Calcio verso platee ritrose come il Nordamerica al punto da favorire lo stravolgimento di regole tradizionali (offside prima di tutte, ma anche la disciplina dei retropassaggi) e l'inserimento di regole assurde mutuate da altri giochi (i maledetti 'Golden Goal' e 'Silver Goal', pensati per evitare i rigori e poi aboliti in fretta e furia), e anche questa sua dichiarazione ne tradisce la pochezza di spirito e la meschinità umana.
Infatti egli 'ammette' l'errore molti anni dopo la sciagurata decisione (anziché impegnarsi per combatterla quando venne presa) e solo e soltanto nel momento in cui l' "offensiva" qatariota per diventare la potenza dominante del Medio Oriente é stata colpita e affondata dagli enormi rovesci subiti in Egitto e in Siria, che hanno portato all'abdicazione dell'Emiro che tanto aveva brigato, speso e corrotto per assicurare al suo piccolo regno la kermesse sportiva del 2022.
Tra otto anni si terranno degli assurdi mondiali invernali (giacché giocare in Qatar a luglio vorrebbe dire il suicidio di massa per gli atleti, a meno di non trasformare gli stadi in 'bolle' climatizzate dotate di aria condizionata) in un piccolo emirato che non rispetta i minimi diritti umani, fomenta estremismo e terrorismo nel Mondo Islamico e sfrutta il lavoro di masse di immigrati asiatici ridotti praticamente in schiavitù.
E 'Sepp' Blatter si 'accorge' che sarà un errore, all'alba del 2014! Cinque anni dopo la loro assegnazione!!
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venerdì 16 maggio 2014
Comunicato ufficiale del PFLP-GC nel 66esimo anniversario dell'Olocausto della NAKBA!
Riprendiamo in toto dalla pagina Facebook della Comunità Unadikum il comunicato emesso nel sessantaseiesimo anniversario della pulizia etnica del 1948 dalla direzione del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina - Comando Generale.
Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina-Comando generale: «La cosiddetta "primavera araba", è un'estensione della Nakba, prendendo di mira i campi profughi palestinesi in Siria»
Il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina-Commando Generale ha dichiarato che la cosiddetta "primavera araba" è un'estensione della Nakba del 1948, dal momento che si stanno prendendo di mira i campi profughi palestinesi in Siria, in particolare Yarmouk, attraverso le mani e gli strumenti del nemico sionista per cacciare i palestinesi al di fuori della geografia dell’ incubatore politico siriano di resistenza e per cercare di rubare il diritto sacro del popolo palestinese al ritorno.
Il Fronte ha spiegato, in un comunicato per il 66esimo anniversario della Nakba, che è in atto il tentativo di imporre una nuova realtà politica nell'arena palestinese attraverso negoziati futili e per programmare l'imposizione sionista americana del cosiddetto Stato ebraico, ovvero la traduzione reale della cosiddetta "primavera araba", che è apparsa nella sua realizzazione attraverso la cospirazione e la guerra globale contro la Siria.
Il FPLP-CG ha evidenziato come l’anniversario della Nakba sia una tappa per mobilitare la volontà popolare in Palestina e ritornare al programma politico del movimento nazionale palestinese attraverso la Resistenza di base militante e la lotta armata.
La dichiarazione del FPLP-CG sottolinea che la scomparsa dell'entità sionista è la necessità strategica storica per la libertà della nazione realizzata con la forza e la volontà della resistenza, le lotte del popolo palestinese e con i suoi sacrifici.
La rinuncia ad un solo centimetro della terra di Palestina è un tradimento del Diritto del nostro Popolo e la negazione storica dei suoi sacrifici.
Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina-Comando generale: «La cosiddetta "primavera araba", è un'estensione della Nakba, prendendo di mira i campi profughi palestinesi in Siria»
Il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina-Commando Generale ha dichiarato che la cosiddetta "primavera araba" è un'estensione della Nakba del 1948, dal momento che si stanno prendendo di mira i campi profughi palestinesi in Siria, in particolare Yarmouk, attraverso le mani e gli strumenti del nemico sionista per cacciare i palestinesi al di fuori della geografia dell’ incubatore politico siriano di resistenza e per cercare di rubare il diritto sacro del popolo palestinese al ritorno.
Il Fronte ha spiegato, in un comunicato per il 66esimo anniversario della Nakba, che è in atto il tentativo di imporre una nuova realtà politica nell'arena palestinese attraverso negoziati futili e per programmare l'imposizione sionista americana del cosiddetto Stato ebraico, ovvero la traduzione reale della cosiddetta "primavera araba", che è apparsa nella sua realizzazione attraverso la cospirazione e la guerra globale contro la Siria.
Il FPLP-CG ha evidenziato come l’anniversario della Nakba sia una tappa per mobilitare la volontà popolare in Palestina e ritornare al programma politico del movimento nazionale palestinese attraverso la Resistenza di base militante e la lotta armata.
La dichiarazione del FPLP-CG sottolinea che la scomparsa dell'entità sionista è la necessità strategica storica per la libertà della nazione realizzata con la forza e la volontà della resistenza, le lotte del popolo palestinese e con i suoi sacrifici.
La rinuncia ad un solo centimetro della terra di Palestina è un tradimento del Diritto del nostro Popolo e la negazione storica dei suoi sacrifici.
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Messaggio di Hezbollah ai terroristi presenti in Siria: "Noi siamo il Partito di Dio, voi servite il Demonio!!"
Il Movimento di Resistenza sciita Hezbollah ha emanato un comunicato senza firma (che quindi va inteso come espressione diretta di tutta l'organizzazione) indirizzato ai militanti mercenari che ancora si trovano in Siria per attaccare con atti terroristici il Governo legittimo e la popolazione civile, ne presentiamo qui la traduzione più accurata che siamo riusciti a ottenere.
UN CHIARO MESSAGGIO A TUTTI I TAKFIRI DEL MONDO
Ascoltate!
Tiranni ed eretici della Terra!
Maometto e Alì sono i nostri condottieri e l'Imam Hussein é il nostro ideale.
Il Martirio é nel nostro sangue e lo abbiamo ereditato da essi.
La differenza tra voi e noi é che noi combattiamo per la causa di Dio e voi uccidete civili innocenti per i vostri Padroni e burattinai.
Le mani benedicenti di Fatima Zahra e di Zeinab sono su di noi.
Voi siete i seguaci del Demonio e noi, Hezbollah, siamo il Partito di Dio.
Non ci ritireremo mai dalla Siria e le nostre armi rimarranno puntate su di voi fino a quando i vostri calzari impuri rimarrano sulla sua polvere.
Dite ai vostri Padroni che i vostri giorni sono numerati e che vi faremo assaggiare la sconfitta e vi uccideremo, e vi disperderemo e vi esorcizzeremo e falceremo le vostre schiere se anche solo alzerete lo sguardo con rabbia verso i luoghi sacri e i santuari di questa terra e del suo popolo!!
UN CHIARO MESSAGGIO A TUTTI I TAKFIRI DEL MONDO
Ascoltate!
Tiranni ed eretici della Terra!
Maometto e Alì sono i nostri condottieri e l'Imam Hussein é il nostro ideale.
Il Martirio é nel nostro sangue e lo abbiamo ereditato da essi.
La differenza tra voi e noi é che noi combattiamo per la causa di Dio e voi uccidete civili innocenti per i vostri Padroni e burattinai.
Le mani benedicenti di Fatima Zahra e di Zeinab sono su di noi.
Voi siete i seguaci del Demonio e noi, Hezbollah, siamo il Partito di Dio.
Non ci ritireremo mai dalla Siria e le nostre armi rimarranno puntate su di voi fino a quando i vostri calzari impuri rimarrano sulla sua polvere.
Dite ai vostri Padroni che i vostri giorni sono numerati e che vi faremo assaggiare la sconfitta e vi uccideremo, e vi disperderemo e vi esorcizzeremo e falceremo le vostre schiere se anche solo alzerete lo sguardo con rabbia verso i luoghi sacri e i santuari di questa terra e del suo popolo!!
Ancora un rinvio (al 22 maggio) per l'elezione del Presidente libanese: la crisi istituzionale si fa più probabile!
Con una nuova mancanza di quorum consecutiva l'assemblea del Parlamento libanese che dovrebbe eleggere il successore di Michel Sleiman é stata aggiornata al 22 maggio.
Dal 25 maggio in poi, data dell'effettiva scadenza del mandato presidenziale, il Paese dei Cedri si troverà ufficialmente in stato di Crisi Istituzionale visto che, secondo i dettami della Costituzione, nessun processo legislativo e nemmeno amministrativo può avvenire in Parlamento e organi collegati in mancanza di un Presidente della Repubblica.
Dal 25 in poi tutto ciò che i Deputati libanesi potranno fare sarà riunirsi per cercare di eleggere un Capo dello Stato. Vedendo che l'ostinazione non porta alcun frutto l'Alleanza 14 Marzo si é detta disponibile a rinunciare alla candidatura dell'impresentabile Geagea se l'Alleanza 8 Marzo accettasse di prolungare il mandato di Michel Sleiman.
La coalizione progressista, tuttavia, ha detto che Sleiman non é più una figura accettabile per via delle sue posizioni ambigue assunte nel momento degli attacchi takfiri e wahabiti contro la popolazione civile e le forze armate libanesi che negli ultimi mesi hanno causato molte vittime.
Dal 25 in poi tutto ciò che i Deputati libanesi potranno fare sarà riunirsi per cercare di eleggere un Capo dello Stato. Vedendo che l'ostinazione non porta alcun frutto l'Alleanza 14 Marzo si é detta disponibile a rinunciare alla candidatura dell'impresentabile Geagea se l'Alleanza 8 Marzo accettasse di prolungare il mandato di Michel Sleiman.
La coalizione progressista, tuttavia, ha detto che Sleiman non é più una figura accettabile per via delle sue posizioni ambigue assunte nel momento degli attacchi takfiri e wahabiti contro la popolazione civile e le forze armate libanesi che negli ultimi mesi hanno causato molte vittime.
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giovedì 15 maggio 2014
L'antiaerea siriana mette in fuga due F-16 di Erdogan che avevano sconfinato dalla zona contesa di Alessandretta!
Meno di novanta secondi, tanto é durata la 'scorribanda' di due F-16 falcon di fabbricazione americana con le insegne dell'aviazione di Ankara che qualche ora fa hanno penetrato lo spazio aereo siriano dall'area contesa di Alessandretta/Iskenderun.
Immediatamente i radar di diverse batterie missilistiche siriane hanno inquadrato i due 'banditi' e hanno cominciato a elaborare soluzioni di tiro multiple con diversi tipi di missili a disposizione nella zona, che dopo i recenti incidenti ha visto le sue difese aeree considerevolmente rafforzate.
Una volta capito di essere stati presi nel mirino ai due intrusi della NATO non é rimasta altra scelta se non quella di fare dietro-front, per evitare la sorte già toccata a diversi altri aeroplani (turchi, israeliani, americani) che avevano violato i cieli siriani negli ultimi tre anni.
Immediatamente i radar di diverse batterie missilistiche siriane hanno inquadrato i due 'banditi' e hanno cominciato a elaborare soluzioni di tiro multiple con diversi tipi di missili a disposizione nella zona, che dopo i recenti incidenti ha visto le sue difese aeree considerevolmente rafforzate.
Una volta capito di essere stati presi nel mirino ai due intrusi della NATO non é rimasta altra scelta se non quella di fare dietro-front, per evitare la sorte già toccata a diversi altri aeroplani (turchi, israeliani, americani) che avevano violato i cieli siriani negli ultimi tre anni.
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L'Esercito algerino si prepara a intervenire in Libia contro i "reduci" della guerra siriana: l'Egitto agirà a sua volta??
Un massiccio intervento militare oltrefrontiera delle truppe del Presidente Abdelaziz Bouteflika per distruggere la rete di basi e accampamenti che i jihadisti mercenari fuggiti dalle sconfitte del fronte siriano e rifugiatisi nel caos di milizie estremiste che ha preso il posto della Libia di Gheddafi stanno costruendo e coordinando .
Questo potrebbe essere lo scenario tra poche settimane o anche pochi giorni se le autorità algerine riterranno che la potenziale minaccia di milizie wahabite alla frontiera sia troppo seria e grave da poter venire trascurata o contenuta in altro modo, almeno così sostiene il quotidiano giordano "Al Arab al Youm" secondo il quale la Libia diverrà prossimamente un nuovo calderone regionale di odi e violenze.
Il Ministero della Difesa algerino sarebbe attualmente impegnato a trovare ogni modo per aumentare i propri budget in previsione di una lunga campagna antiterrorismo in terra libica che costerebbe ovviamente centinaia di milioni di Euro.
Chissà se, a questo punto, l'Egitto potrebbe ritenere opportuno intervenire a sua volta; certamente una volta che le elezioni presidenziali si saranno tenute e il paese sarà unito sotto la leadership di una personalità credibile e affidabile (e con grande carisma e controllo sulle Forze Armate del Cairo).
Questo potrebbe essere lo scenario tra poche settimane o anche pochi giorni se le autorità algerine riterranno che la potenziale minaccia di milizie wahabite alla frontiera sia troppo seria e grave da poter venire trascurata o contenuta in altro modo, almeno così sostiene il quotidiano giordano "Al Arab al Youm" secondo il quale la Libia diverrà prossimamente un nuovo calderone regionale di odi e violenze.
Il Ministero della Difesa algerino sarebbe attualmente impegnato a trovare ogni modo per aumentare i propri budget in previsione di una lunga campagna antiterrorismo in terra libica che costerebbe ovviamente centinaia di milioni di Euro.
Chissà se, a questo punto, l'Egitto potrebbe ritenere opportuno intervenire a sua volta; certamente una volta che le elezioni presidenziali si saranno tenute e il paese sarà unito sotto la leadership di una personalità credibile e affidabile (e con grande carisma e controllo sulle Forze Armate del Cairo).
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PALAESTINA FELIX invita tutti i suoi lettori a ricordare oggi il 66esimo anniversario dell'Olocausto della NAKBA!
SESSANTASEI ANNI FA, CON PIANI ACCURATAMENTE STUDIATI E ORGANIZZATI E CON LA COOPERAZIONE DI TUTTE LE AGENZIE TERRORISTICHE EBRAICHE (Irgun, Lehi, Haganah, Palmach...) VENIVA DATO IL VIA ALL'OLOCAUSTO DEL POPOLO PALESTINESE CHE ANCORA OGGI VIENE RICORDATO E COMMEMORATO DAI (POCHISSIMI) SUPERSTITI E DAI LORO DISCENDENTI COL NOME DI 'NAKBA', LA CATASTROFE.
SOLAMENTE AD HAIFA, CITTA' PALESTINESE FRA LE PIU' ANTICHE E FIORENTI, DOVE ARABI MUSULMANI E CRISTIANI AVEVANO CONVISSUTO PACFICAMENTE FIN DALLA FINE DELLE CROCIATE, I TERRORISTI EBREI RIUSCIRONO A DISTRUGGERE UNA COMUNITA' DI OLTRE 61.000 PERSONE, LASCIANDONE DOPO IL LORO PASSAGGIO MENO DI QUATTROMILA.
ANCORA OGGI APOLOGETI SIONISTI CERCANO DI NEGARE QUESTO ED ALTRI ENORMI CRIMINI COME LA DEMOLIZIONE DI OLTRE 500 VILLAGGI, PAESI E PICCOLI CENTRI PALESTINESI, RISULTATI IN CENTINAIA DI MIGLIAIA DI VITTIME, DIRETTE O INDIRETTE. LA LORO MEMORIA SARA' VENDICATA SOLO CON L'INSTAURAZIONE DELLA DEMOCRAZIA IN TUTTA LA PALESTINA E COL RITORNO DI TUTTI I PROFUGHI DELLA DIASPORA!!!
Brahimi l'amico dei wahabiti si dimette! Kerry e il munchkin della 'peggior Korea' tentano di difenderlo!!
L'algerino Lakhdar Brahimi era stato nominato dalle potenze imperialiste che controllano l'ONU come l'esecutore testamentario del 'Dossier Siria' sarebbe stato lui, nei piani delle cancellerie di Washington, Londra, Tel Aviv, una vota distrutta la Repubblica Araba grazie alle atrocità delle milizie mercenarie straniere pagate da NATO, Arabia Saudita e Qatar a dettare i termini della resa incondizionata, con tanto di esilio, se non di carcere e di capestro per il Presidente legittimo Bashar Assad e di instaurazione di un califfato islamico takfiro da cui procedere poi a nuove aggressioni contro Libano e Irak liberato.
Ma grazie alla titanica Resistenza del Popolo di Siria, ai provvidi interventi di Russia, Cina, Iran, degli Hezbollah del Libano e di volontari generosi ed eroici da tutto il Crescente Sciita, i piani accuratamente stilati sono andati a farsi benedire e alla seconda conferenza di Montreaux la delegazione Siriana ha detto "NO" a qualunque piano occidentale di sovversione e di 'regime change' sul modello serbo, libico o irakeno.
Brahimi ci ha messo quasi sei mesi a rendersi conto del suo fallimento e finalmente, mai troppo presto, ha rassegnato le sue dimissioni; puntuali si sono scatenate le critiche al suo operato parziale e insincero da parte siriana, col rappresentante di Damasco all'ONU Bashar Jafaari che ha denunciato come Brahimi non abbia fatto niente per rimuovere le inique sanzioni imposte dai paesi imperialisti contro la Siria, che colpiscono la popolazione e come non abbia mai denunciato esplicitamente i paesi che sostengono con denaro, armi e altri rifornimenti i mercenari stranieri.
Brahimi ha sempre agito come se in Siria anziché un'aggressione esterna di estremisti "importati" nel paese ci fosse una 'guerra civile' tra Siriani 'pro' o 'contro' Assad, cosa che non si é mai verificata; infatti a difendere il suo scarso e fallimentare operato sono subito saltati su "Lurch" Kerry, zombesco maggiordomo di Casa Obama e il giallolimone della Worst Korea, il nanerottolo Ban ki-Moon, famoso per la miopia selettiva quando bisogna vedere e condannare i crimini di Washington, Londra, Bruxelles e Tel Aviv.
Ma grazie alla titanica Resistenza del Popolo di Siria, ai provvidi interventi di Russia, Cina, Iran, degli Hezbollah del Libano e di volontari generosi ed eroici da tutto il Crescente Sciita, i piani accuratamente stilati sono andati a farsi benedire e alla seconda conferenza di Montreaux la delegazione Siriana ha detto "NO" a qualunque piano occidentale di sovversione e di 'regime change' sul modello serbo, libico o irakeno.
Brahimi ci ha messo quasi sei mesi a rendersi conto del suo fallimento e finalmente, mai troppo presto, ha rassegnato le sue dimissioni; puntuali si sono scatenate le critiche al suo operato parziale e insincero da parte siriana, col rappresentante di Damasco all'ONU Bashar Jafaari che ha denunciato come Brahimi non abbia fatto niente per rimuovere le inique sanzioni imposte dai paesi imperialisti contro la Siria, che colpiscono la popolazione e come non abbia mai denunciato esplicitamente i paesi che sostengono con denaro, armi e altri rifornimenti i mercenari stranieri.
Brahimi ha sempre agito come se in Siria anziché un'aggressione esterna di estremisti "importati" nel paese ci fosse una 'guerra civile' tra Siriani 'pro' o 'contro' Assad, cosa che non si é mai verificata; infatti a difendere il suo scarso e fallimentare operato sono subito saltati su "Lurch" Kerry, zombesco maggiordomo di Casa Obama e il giallolimone della Worst Korea, il nanerottolo Ban ki-Moon, famoso per la miopia selettiva quando bisogna vedere e condannare i crimini di Washington, Londra, Bruxelles e Tel Aviv.
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mercoledì 14 maggio 2014
Danny Glover fa ritirare un suo documentario da un festival di cinema sionista: belati e strepiti del sinedrio internazionale!!
Danny Glover é un attore americano protagonista tra anni '80 e '90 di numerose pellicole ad alto budget come "Silverado", "BAT-21", "Predator 2" e soprattutto della serie di action/buddy movie "Arma Letale" che si é prolungata per ben quattro capitoli. Molti non sanno però che é anche un attivista politico di Sinistra, sostenitore di Cuba e del Venezuela, critico tanto dei 'neocon' repubblicani quanto delle menzogne e delle ipocrisie del falsamente progressista Obama.
Un documentario sulla vita dell'attivista radicale Grace Lee Boggs in cui Glover é stato coinvolto avrebbe dovuto venire proiettato a Tel Aviv, nella Palestina Occupata, durante un Festival sponsorizzato ufficialmente dal regime sionista; prontamente Glover e altri interpreti della pellicola hanno denunciato la cosa, chiesto ufficialmente il ritiro della loro opera dal festival sionista ed emesso un comunicato in cui ribadiscono il loro impegno a favore della Causa Palestinese e per il boicottaggio artistico, culturale e scientifico dell'Apartheid sionista.
Puntualmente si é levata la cagnara cacofonica del sinedrio internazionale che ha dato dell' Antisemita (che palle!) a Glover. Particolarmente divertenti in quanto prive della minima traccia di autoironia le dichiarazioni di Ronald Lauder, Presidente del Consiglio Mondiale Ebraico.
L'importante é che il documentario non venga proiettato e che sempre più persone, anche coloro che magari finora conoscevano Danny Glover solo nei baffuti panni del Detective Roger Martaugh ("Sono troppo vecchio per queste cazzate!") capiscano che si può essere eroi anche nella vita reale, con poche scelte coraggiose.
Un documentario sulla vita dell'attivista radicale Grace Lee Boggs in cui Glover é stato coinvolto avrebbe dovuto venire proiettato a Tel Aviv, nella Palestina Occupata, durante un Festival sponsorizzato ufficialmente dal regime sionista; prontamente Glover e altri interpreti della pellicola hanno denunciato la cosa, chiesto ufficialmente il ritiro della loro opera dal festival sionista ed emesso un comunicato in cui ribadiscono il loro impegno a favore della Causa Palestinese e per il boicottaggio artistico, culturale e scientifico dell'Apartheid sionista.
Puntualmente si é levata la cagnara cacofonica del sinedrio internazionale che ha dato dell' Antisemita (che palle!) a Glover. Particolarmente divertenti in quanto prive della minima traccia di autoironia le dichiarazioni di Ronald Lauder, Presidente del Consiglio Mondiale Ebraico.
L'importante é che il documentario non venga proiettato e che sempre più persone, anche coloro che magari finora conoscevano Danny Glover solo nei baffuti panni del Detective Roger Martaugh ("Sono troppo vecchio per queste cazzate!") capiscano che si può essere eroi anche nella vita reale, con poche scelte coraggiose.
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Nuova vittoria per la Campagna BDS antisionista! 'Eau de Paris' interrompe i rapporti con Sodastream, azienda dell'Apartheid!!
"Soda Club / Sodastream" l'azienda sionista che sfrutta il lavoro sottopagato dei Palestinesi dalla sua sede illegale di Maale Adounim, in territorio cisgiordano occupato dal regime ebraico ha acquistato coi denari risparmiati impiegando manodopera sfruttata e con gli sconti fiscali garantiti dal regime razzista di Tel Aviv la società "Wassermaxx", ditta tedesca purtroppo caduta sotto i tentacoli della piovra finanziaria a Sei Punte, ingrassata e resa potente dall'abuso legalizzato della forza lavoro palestinese e dal regime di Apartheid in vigore nella Palestina occupata.
Adesso la catena "Eau de Paris", sottoposta da mesi a pressioni dei militanti e degli attivisti della campagna BDS ha deciso di abbandonare oltre ai prodotti Sodastream anche quelli Wassermaxx, riconoscendo che vendere i secondi equivale comunque a favorire una compagnia che basa il suo successo su pratiche antietiche e immorali.
Ancora una volta la forza del movimento internazionale per il boicottaggio, il disinvestimento e il sanzionamento dell'economia sionista si fa sentire in tutta la sua profondità: i sionisti pensano di poter dominare il mondo attraverso il denaro ed é colpendoli nel denaro che si possono fare i massimi e migliori danni ai loro piani e ai loro progetti!
Adesso la catena "Eau de Paris", sottoposta da mesi a pressioni dei militanti e degli attivisti della campagna BDS ha deciso di abbandonare oltre ai prodotti Sodastream anche quelli Wassermaxx, riconoscendo che vendere i secondi equivale comunque a favorire una compagnia che basa il suo successo su pratiche antietiche e immorali.
Ancora una volta la forza del movimento internazionale per il boicottaggio, il disinvestimento e il sanzionamento dell'economia sionista si fa sentire in tutta la sua profondità: i sionisti pensano di poter dominare il mondo attraverso il denaro ed é colpendoli nel denaro che si possono fare i massimi e migliori danni ai loro piani e ai loro progetti!
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L’Accordo di Gaza del 2014 fa di Hamas uno strumento di Israele?
RIPRENDIAMO E PUBBLICHIAMO IN TOTO DAL SITO "PALESTINA ROSSA", PERCHE' QUEST'ARTICOLO SINTETIZZA ED ESPLICA MIRABILMENTE TUTTI I NOSTRI "CAVEAT" E LE NOSTRE PERPLESSITA' SULLA RECENTE, ENNESIMA, "RICONCILIAZIONE" HAMAS-FATAH.
L’accordo fra le due principali organizzazioni ‘governative’ palestinesi, Fatah e Hamas (che ormai ha quasi del tutto abbandonato l’Asse della Resistenza), è stato salutato con favore da molti analisti (fra cui molti vicini alla causa palestinese) tranne rare eccezioni. Purtroppo, anche questa volta, c’è un solco profondo fra la realtà e le illusioni. Di conseguenza è bene chiarire, sia pur sinteticamente, i risvolti di questo matrimonio che, per quanto mi riguarda, non credo durerà a lungo. Cominciamo intanto con il contestualizzare gli eventi.
Prima di entrare nel merito dell’accordo è bene ricordare che entrambe le organizzazioni vengono da un momento difficile che ha visto erodere sensibilmente il loro consenso all’interno della società palestinese.
Fatah ha visto calare sensibilmente il suo prestigio fin dagli Accordi di Oslo del 1993. La corrente laica e nazionalista della Resistenza palestinese, nel momento in cui ha formalmente riconosciuto lo Stato di Israele, ha cominciato gradualmente a perdere credibilità non solo agli occhi degli stessi palestinesi ma anche di tutti quei movimenti che nel mondo si battono contro le politiche imperialiste e neocolonialiste. Il suo leader, Yasser Arafat, che in molti sospettano essere stato assassinato dal servizio segreto israeliano, non è riuscito a risollevare le sorti di questa organizzazione che ormai da molto tempo si limita a giustapporsi allo stato israeliano che tuttora occupa la Cisgiordania.
Hamas, per parte sua, ha scelto di appoggiare il progetto statunitense di destabilizzazione della Siria baathista, alleata strategica della Resistenza libanese che ha in Hezbollah il suo baricentro. In questo modo Hamas si è necessariamente riavvicinata alla Fratellanza Musulmana, operando oggettivamente una svolta a “destra” ed assumendo posizioni che da un certo punto di vista potrebbero essere definite come reazionarie. Tutto ciò ha contribuito a indebolire il prestigio sia di Hamas che di Fatah, e una gran parte del popolo palestinese ha accolto con scetticismo questo patto, nonostante sia stato ovviamente enfatizzato dai gruppi dirigenti palestinesi.
La rivista online della sinistra palestinese, Palestina Rossa, che svolge un importante attività di controinformazione, ci comunica che: "Un sondaggio ancora operativo (al momento in cui scriviamo questo documento) sul sito dell’agenzia Màan news rivela che appena l’ 11.9% dei palestinesi approva l’accordo, l’84.6% è scettico e il 3.5% non sa esprimere opinione al riguardo".
Il dato sullo scetticismo è molto importante e significativo perché rivela quanto in realtà le due parti siano sostanzialmente sfiduciate dai palestinesi, o quanto meno considerate poco credibili, e questo anche a causa delle politiche attuate precedentemente’ ( Alcune riflessioni sulla ‘’riconciliazione’’, 9 maggio 2014 ). Credo che abbiamo il dovere di essere rispettosi della volontà del popolo palestinese e quindi non possiamo non porci una domanda, anche se scomoda per molti: chi rappresenterà in un prossimi futuro il malcontento e la sfiducia più o meno generalizzata della maggioranza del popolo palestinese nei confronti delle organizzazioni governative ?
La domanda per ora non ha risposta; saranno i fatti a determinarlo. Facciamo un passo indietro e vediamo che, nel 2012, ci fu un interessante tentativo di riappacificazione fra Hamas e Fatah avvenuto a Doha in Qatar. Cito due interessanti passaggi tratti da una ampia documentazione del sito Palestina Rossa: "L’Emirato aveva scagliato tutto il proprio peso alle spalle della Fratellanza Mussulmana in Egitto mentre questa guadagnava con successo i rami esecutivo e legislativo del governo egiziano" (Riconciliazione palestinese: una storia di documenti, 7 maggio 2014).
“Inoltre Hamas aveva deciso il trasferimento del proprio ufficio politico da Damasco a Doha, segno che era disposta a riconsiderare le alleanze e ristrutturare la propria ideologia in un epoca nella quale il Qatar sembrava avesse la supremazia”. L’incontro di Doha coincide (1) con l’inizio del piano statunitense di destabilizzazione della Siria,(2) ma, soprattutto, con lo spostamento a destra di Hamas che ritorna sotto il protettorato dellaFratellanza Musulmana. La questione è interessante e ha iniziato a palesarsi proprio intorno al 2012.
Già allora l’esponente siriano, Ouday Ramadan, vicino al governo di Assad, spiegò le ragioni politiche della svolta “reazionaria” della Resistenza islamica palestinese: "Lo spostamento di Hamas è da inquadrare nell’ambito di uno spostamento di rotta complessivo della dirigenza Usa". Contrariamente a Bush, Obama, che proviene da una famiglia islamica, ha cambiato rotta aprendo al dialogo con l’Islam cosiddetto “moderato, cioè con le gerarchie e i gruppi sociali dominanti al potere nella gran parte dei paesi arabi e mussulmani”. Una volta gli Usa erano alleati in Afghanistan con i fondamentalisti islamici, oggi non hanno fatto altro che rispolverare le vecchie conoscenze’ (Stefano Zecchinelli, Intervista ad Ouday Ramadan, pubblicata su Comunismo e Comunità e Osservatorio anticapitalista).
Un giudizio molto duro che corrisponde però alla realtà dei fatti. Il piano Kerry prevede infatti un Medio Oriente islamizzato. La dirigenza statunitense che fa capo al duo Obama – Brzezinski cerca in tutti i modi di saldare le componenti ‘imperialistiche intelligenti’ (termine utilizzato dallo stesso Brzezinski), cioè del sionismo storico con l’ala moderata della dirigenza palestinese. Non potrebbe esserci migliore interlocutore da questo punto di vista della Fratellanza Musulmana, organizzazione collusa con gli USA e con Israele. Giunti a questo punto non possiamo non porci ulteriori domande:”
Il cosiddetto “governo tecnico di transizione”, guidato da Abu Mazen è da ricollegarsi, in qualche modo, all’ennesima svolta a destra di Hamas? “- In parole ancora più povere:”Abu Mazen vuol dare ad Israele la garanzia che la Resistenza islamica ha abdicato in via definitiva al suo proposito di combattere il sionismo e potrebbe addirittura arrivare a riconoscere lo stesso stato di Israele? E’ questo che sta succedendo? Gli israeliani hanno intensificato i loro attacchi – con l’arroganza che gli è propria, anche in virtù della loro schiacciante superiorità militare – contro i territori palestinesi, ma dalle agenzie di stampa israeliane veniamo a sapere che (riporto il commento di Ariel Toaff sostenitore delMeretz): ”Il negoziatore e diplomatico palestinese Nabil Shaath, uno dei principali artefici della recente unione tra Fatah e Hamas, ha partecipato alla giornata di studio sulla pace indetta da Meretz a Tel Aviv e si e’ incontrato con Zehava Gal-On e gli altri leader del partito della sinistra israeliana”.
E ancora: “Nel pubblico si sono notati, e neppure tanto in incognito, i rappresentanti di Netanyahu, che del resto non si e’ opposto all’ingresso di Nabil Shaath a Tel Aviv e alla sua partecipazione al convegno di Meretz’. Il Likud è un partito di estrema destra se non addirittura fascista (questa cosa trova riscontro nella realtà fattuale e nelle dichiarazioni dei suoi dirigenti); che cosa ci facevano i suoi rappresentanti ad una riunione della sinistra israeliana (per di più della sinistra ‘socialista’ israeliana) con i rappresentanti palestinesi? Le perplessità aumentano nè potrebbe essere diversamente. La società israeliana presenta dei tratti – razzismo interno ed esterno, neo-colonialismo e una dose massiccia di sciovinismo nazionalista – che appartenevano anche ai regimi fascisti degli anni ’30.
Questi aspetti sono stati peraltro sottolineati e documentati dallo storico israeliano Ilan Pappe che ha parlato di vera e propria pulizia etnica in corso Palestina. Potrebbe quindi a riaprirsi uno spazio politico per quelle forze politiche palestinesi di sinistra (marxiste) come il FPLP che sostiene che: “Limitare il concetto di resistenza popolare al contesto pacifico, lo svuota del suo contenuto rivoluzionario mentre l’intifada è il più grande esempio di creatività del nostro popolo; pacifica, violenta, popolare, tribale, all’interno della quale diverse fazioni politiche, economiche e culturali hanno avuto un ruolo fondamentale nella capacità di sconvolgere il nemico, perfino nel neutralizzare la sua capacità militare e superarlo politicamente e moralmente’ (Palestina Rossa, Testo integrale del documento del FPLP nel corso dell’ultima riunione del Consiglio Centrale Palestinese tenutasi a Ramallah, 10 maggio 2014).
Che cosa significa questo? Che la pace, per questa organizzazione, è impossibile con uno stato imperialista, ultranazionalista e razzista, e che lo stesso Stato ebraico, così come oggi è configurato, rappresenta di per sé una minaccia costante per il popolo palestinese e per la stabilità di tutta l’area mediorientale. Ancora una volta il futuro della pace e della democrazia sembrerebbe passare per la Resistenza all’occupazione israeliana, cosa del resto ben nota ad eminenti intellettuali come Edward Said che si è sempre contraddistinto per la sua grandissima lucidità.e capacità di analisi politica.
L’accordo fra le due principali organizzazioni ‘governative’ palestinesi, Fatah e Hamas (che ormai ha quasi del tutto abbandonato l’Asse della Resistenza), è stato salutato con favore da molti analisti (fra cui molti vicini alla causa palestinese) tranne rare eccezioni. Purtroppo, anche questa volta, c’è un solco profondo fra la realtà e le illusioni. Di conseguenza è bene chiarire, sia pur sinteticamente, i risvolti di questo matrimonio che, per quanto mi riguarda, non credo durerà a lungo. Cominciamo intanto con il contestualizzare gli eventi.
Prima di entrare nel merito dell’accordo è bene ricordare che entrambe le organizzazioni vengono da un momento difficile che ha visto erodere sensibilmente il loro consenso all’interno della società palestinese.
Fatah ha visto calare sensibilmente il suo prestigio fin dagli Accordi di Oslo del 1993. La corrente laica e nazionalista della Resistenza palestinese, nel momento in cui ha formalmente riconosciuto lo Stato di Israele, ha cominciato gradualmente a perdere credibilità non solo agli occhi degli stessi palestinesi ma anche di tutti quei movimenti che nel mondo si battono contro le politiche imperialiste e neocolonialiste. Il suo leader, Yasser Arafat, che in molti sospettano essere stato assassinato dal servizio segreto israeliano, non è riuscito a risollevare le sorti di questa organizzazione che ormai da molto tempo si limita a giustapporsi allo stato israeliano che tuttora occupa la Cisgiordania.
Hamas, per parte sua, ha scelto di appoggiare il progetto statunitense di destabilizzazione della Siria baathista, alleata strategica della Resistenza libanese che ha in Hezbollah il suo baricentro. In questo modo Hamas si è necessariamente riavvicinata alla Fratellanza Musulmana, operando oggettivamente una svolta a “destra” ed assumendo posizioni che da un certo punto di vista potrebbero essere definite come reazionarie. Tutto ciò ha contribuito a indebolire il prestigio sia di Hamas che di Fatah, e una gran parte del popolo palestinese ha accolto con scetticismo questo patto, nonostante sia stato ovviamente enfatizzato dai gruppi dirigenti palestinesi.
La rivista online della sinistra palestinese, Palestina Rossa, che svolge un importante attività di controinformazione, ci comunica che: "Un sondaggio ancora operativo (al momento in cui scriviamo questo documento) sul sito dell’agenzia Màan news rivela che appena l’ 11.9% dei palestinesi approva l’accordo, l’84.6% è scettico e il 3.5% non sa esprimere opinione al riguardo".
Il dato sullo scetticismo è molto importante e significativo perché rivela quanto in realtà le due parti siano sostanzialmente sfiduciate dai palestinesi, o quanto meno considerate poco credibili, e questo anche a causa delle politiche attuate precedentemente’ ( Alcune riflessioni sulla ‘’riconciliazione’’, 9 maggio 2014 ). Credo che abbiamo il dovere di essere rispettosi della volontà del popolo palestinese e quindi non possiamo non porci una domanda, anche se scomoda per molti: chi rappresenterà in un prossimi futuro il malcontento e la sfiducia più o meno generalizzata della maggioranza del popolo palestinese nei confronti delle organizzazioni governative ?
La domanda per ora non ha risposta; saranno i fatti a determinarlo. Facciamo un passo indietro e vediamo che, nel 2012, ci fu un interessante tentativo di riappacificazione fra Hamas e Fatah avvenuto a Doha in Qatar. Cito due interessanti passaggi tratti da una ampia documentazione del sito Palestina Rossa: "L’Emirato aveva scagliato tutto il proprio peso alle spalle della Fratellanza Mussulmana in Egitto mentre questa guadagnava con successo i rami esecutivo e legislativo del governo egiziano" (Riconciliazione palestinese: una storia di documenti, 7 maggio 2014).
“Inoltre Hamas aveva deciso il trasferimento del proprio ufficio politico da Damasco a Doha, segno che era disposta a riconsiderare le alleanze e ristrutturare la propria ideologia in un epoca nella quale il Qatar sembrava avesse la supremazia”. L’incontro di Doha coincide (1) con l’inizio del piano statunitense di destabilizzazione della Siria,(2) ma, soprattutto, con lo spostamento a destra di Hamas che ritorna sotto il protettorato dellaFratellanza Musulmana. La questione è interessante e ha iniziato a palesarsi proprio intorno al 2012.
Già allora l’esponente siriano, Ouday Ramadan, vicino al governo di Assad, spiegò le ragioni politiche della svolta “reazionaria” della Resistenza islamica palestinese: "Lo spostamento di Hamas è da inquadrare nell’ambito di uno spostamento di rotta complessivo della dirigenza Usa". Contrariamente a Bush, Obama, che proviene da una famiglia islamica, ha cambiato rotta aprendo al dialogo con l’Islam cosiddetto “moderato, cioè con le gerarchie e i gruppi sociali dominanti al potere nella gran parte dei paesi arabi e mussulmani”. Una volta gli Usa erano alleati in Afghanistan con i fondamentalisti islamici, oggi non hanno fatto altro che rispolverare le vecchie conoscenze’ (Stefano Zecchinelli, Intervista ad Ouday Ramadan, pubblicata su Comunismo e Comunità e Osservatorio anticapitalista).
Un giudizio molto duro che corrisponde però alla realtà dei fatti. Il piano Kerry prevede infatti un Medio Oriente islamizzato. La dirigenza statunitense che fa capo al duo Obama – Brzezinski cerca in tutti i modi di saldare le componenti ‘imperialistiche intelligenti’ (termine utilizzato dallo stesso Brzezinski), cioè del sionismo storico con l’ala moderata della dirigenza palestinese. Non potrebbe esserci migliore interlocutore da questo punto di vista della Fratellanza Musulmana, organizzazione collusa con gli USA e con Israele. Giunti a questo punto non possiamo non porci ulteriori domande:”
Il cosiddetto “governo tecnico di transizione”, guidato da Abu Mazen è da ricollegarsi, in qualche modo, all’ennesima svolta a destra di Hamas? “- In parole ancora più povere:”Abu Mazen vuol dare ad Israele la garanzia che la Resistenza islamica ha abdicato in via definitiva al suo proposito di combattere il sionismo e potrebbe addirittura arrivare a riconoscere lo stesso stato di Israele? E’ questo che sta succedendo? Gli israeliani hanno intensificato i loro attacchi – con l’arroganza che gli è propria, anche in virtù della loro schiacciante superiorità militare – contro i territori palestinesi, ma dalle agenzie di stampa israeliane veniamo a sapere che (riporto il commento di Ariel Toaff sostenitore delMeretz): ”Il negoziatore e diplomatico palestinese Nabil Shaath, uno dei principali artefici della recente unione tra Fatah e Hamas, ha partecipato alla giornata di studio sulla pace indetta da Meretz a Tel Aviv e si e’ incontrato con Zehava Gal-On e gli altri leader del partito della sinistra israeliana”.
E ancora: “Nel pubblico si sono notati, e neppure tanto in incognito, i rappresentanti di Netanyahu, che del resto non si e’ opposto all’ingresso di Nabil Shaath a Tel Aviv e alla sua partecipazione al convegno di Meretz’. Il Likud è un partito di estrema destra se non addirittura fascista (questa cosa trova riscontro nella realtà fattuale e nelle dichiarazioni dei suoi dirigenti); che cosa ci facevano i suoi rappresentanti ad una riunione della sinistra israeliana (per di più della sinistra ‘socialista’ israeliana) con i rappresentanti palestinesi? Le perplessità aumentano nè potrebbe essere diversamente. La società israeliana presenta dei tratti – razzismo interno ed esterno, neo-colonialismo e una dose massiccia di sciovinismo nazionalista – che appartenevano anche ai regimi fascisti degli anni ’30.
Questi aspetti sono stati peraltro sottolineati e documentati dallo storico israeliano Ilan Pappe che ha parlato di vera e propria pulizia etnica in corso Palestina. Potrebbe quindi a riaprirsi uno spazio politico per quelle forze politiche palestinesi di sinistra (marxiste) come il FPLP che sostiene che: “Limitare il concetto di resistenza popolare al contesto pacifico, lo svuota del suo contenuto rivoluzionario mentre l’intifada è il più grande esempio di creatività del nostro popolo; pacifica, violenta, popolare, tribale, all’interno della quale diverse fazioni politiche, economiche e culturali hanno avuto un ruolo fondamentale nella capacità di sconvolgere il nemico, perfino nel neutralizzare la sua capacità militare e superarlo politicamente e moralmente’ (Palestina Rossa, Testo integrale del documento del FPLP nel corso dell’ultima riunione del Consiglio Centrale Palestinese tenutasi a Ramallah, 10 maggio 2014).
Che cosa significa questo? Che la pace, per questa organizzazione, è impossibile con uno stato imperialista, ultranazionalista e razzista, e che lo stesso Stato ebraico, così come oggi è configurato, rappresenta di per sé una minaccia costante per il popolo palestinese e per la stabilità di tutta l’area mediorientale. Ancora una volta il futuro della pace e della democrazia sembrerebbe passare per la Resistenza all’occupazione israeliana, cosa del resto ben nota ad eminenti intellettuali come Edward Said che si è sempre contraddistinto per la sua grandissima lucidità.e capacità di analisi politica.
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"Vi siete preparati il letto? Adesso dormiteci!!" I wahabiti dell'ISIL minacciano di attaccare Arabia Saudita e Kuwait!!
Il gruppo qaedista dello 'Stato islamico d'Irak e del Levante' ha minacciato di iniziare operazioni terroristiche in Kuwait e Arabia Saudita. Come diceva il leader negro Malcolm X: "Le galline che avete lasciato libere la mattina a sera sono ritornate a casa"; così si realizza la facile profezia che più volte abbiamo fatto nel corso degli ultimi tre anni: a furia di istigare e sobillare il più cieco e rudimentale fanatismo takfiro i regimi sunniti del Golfo, gli emirati e sceiccati delle dinastie fannullone di Riyadh, Doha, Manama e via dicendo hanno strofinato la proverbiale Lampada Magica e ora gli Djinn che hanno fatto uscire sono pronti a rivolgersi contro di loro.
L'ISIL, presente in Siria e in misura minore anche in Irak é attualmente impegnato in una lotta fratricida sia contro l'FSA che contro il 'Fronte al-Nusra' ed é proprio per via di un percepito favoritismo dei regimi sunniti verso quest'ultima formazione che la minaccia di colpirli é stata formulata. Secondo calcoli approssimativi da Gennario ad Aprile 2014 gli scontri tra ISIL e Nusra hanno causato la morte di quasi 3500 militanti armati.
Attacchi qaedisti contro Riyadh e Kuwait City potrebbero rappresentare il definitivo "punto di svolta" della situazione in Siria visto che segnalerebbero il definitivo interrompersi di ogni finanziamento e sostegno dei piccoli alleati di Usa e Israele alle milizie mercenarie, dando modo alle truppe governative siriane (ma anche irakene) di assestare colpi risolutivi alle loro organizzazioni.
L'ISIL, presente in Siria e in misura minore anche in Irak é attualmente impegnato in una lotta fratricida sia contro l'FSA che contro il 'Fronte al-Nusra' ed é proprio per via di un percepito favoritismo dei regimi sunniti verso quest'ultima formazione che la minaccia di colpirli é stata formulata. Secondo calcoli approssimativi da Gennario ad Aprile 2014 gli scontri tra ISIL e Nusra hanno causato la morte di quasi 3500 militanti armati.
Attacchi qaedisti contro Riyadh e Kuwait City potrebbero rappresentare il definitivo "punto di svolta" della situazione in Siria visto che segnalerebbero il definitivo interrompersi di ogni finanziamento e sostegno dei piccoli alleati di Usa e Israele alle milizie mercenarie, dando modo alle truppe governative siriane (ma anche irakene) di assestare colpi risolutivi alle loro organizzazioni.
martedì 13 maggio 2014
Khamenei incontra il pachistano Sharif: "I gruppi takfiri sono un pericolo per tutta la comunità musulmana!"
La Guida Suprema della Rivoluzione Islamica, Ayatollah Ali Khamenei ha incontrato il Premier di Islamabad Nawaz Sharif, che ha visitato Teheran per una due-giorni diplomatica appena conclusasi, discutendo con lui di molti argomenti legati ai rapporti bilaterali tra Teheran e Pachistan ma anche di problemi generici dell'Asia e del Mondo musulmano.
In particolare Khamenei ha deplorato l'attività di disturbo e di interferenza attuata dagli Usa per spargere diffidenza e sospetto tra i due paesi, lamentando lo sfortunato calo nel fatturato dei rapporti commerciali nel corso del 2013 (dovuto ai tentennamenti pachistani di fronte alle 'sanzioni' emanate da Washington).
Sharif si é detto certo che il fatturato economico Teheran-Islamabad riprenderà presto a crescere superando il 'mark' dei tre miliardi di dollari forse già nel corso dell'anno; ha inoltre promesso un profondo impegno al confine irano-pachistano (nella zona tribale del Sistan e del Balucistan) per evitare gli attacchi e le infiltrazioni di terroristi Jundullah e altri estremisti.
Khamenei ha dichiarato come i gruppi takfiri ed estremisti, manipolati notoriamente da Usa e Arabia Saudita, non costituiscano un problema e una minaccia solo per l'Iran o per i paesi suoi alleati, ma per tutta l'Umma, di cui, tra l'altro contribuiscono a dare verso l'esterno una visione distorta di violenza, bigottismo e irragionevolezza.
In particolare Khamenei ha deplorato l'attività di disturbo e di interferenza attuata dagli Usa per spargere diffidenza e sospetto tra i due paesi, lamentando lo sfortunato calo nel fatturato dei rapporti commerciali nel corso del 2013 (dovuto ai tentennamenti pachistani di fronte alle 'sanzioni' emanate da Washington).
Sharif si é detto certo che il fatturato economico Teheran-Islamabad riprenderà presto a crescere superando il 'mark' dei tre miliardi di dollari forse già nel corso dell'anno; ha inoltre promesso un profondo impegno al confine irano-pachistano (nella zona tribale del Sistan e del Balucistan) per evitare gli attacchi e le infiltrazioni di terroristi Jundullah e altri estremisti.
Khamenei ha dichiarato come i gruppi takfiri ed estremisti, manipolati notoriamente da Usa e Arabia Saudita, non costituiscano un problema e una minaccia solo per l'Iran o per i paesi suoi alleati, ma per tutta l'Umma, di cui, tra l'altro contribuiscono a dare verso l'esterno una visione distorta di violenza, bigottismo e irragionevolezza.
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Al-Sisi dichiara: "Se il Popolo lo chiederà il trattato di Camp David sarà rivedibile ed emendabile!"
Una bella "bordata" alla propaganda filo-ikhwan che da più parti vorrebbe dipingere l'Ex-generale egiziano Al-Sisi come un collaboratore di Usa e Israele e come lo 'strangolatore' di Gaza (come se il 'fratello musulmano' Mursi nei suoi dodici mesi al potere assoluto abbia mai fatto qualcosa per la Striscia assediata), quella che é arrivata recentemente dal Cairo sottoforma di una dichiarazione ai media dello stesso aspirante presidente egiziano, impegnato in questi giorni nei primi atti della sua campagna elettorale.
"Certamente, se il Popolo egiziano dovesse richiederlo, bisognerà considerare il Trattato di Pace di Camp David come rivedibile, emendabile" ha affermato lo stesso Abdel Fattah al-Sisi ai microfoni della televisione nel corso di una intervista in diretta rilasciata avantieri.
Certamente, ne siamo ben consci, in Egitto dichiararsi critici nei confronti dell'impopolare capitolazione di Camp David (capitolazione tanto più odiosa e insensata perché seguì l'innegabile successo dell'attraversamento del Canale di Suez e della distruzione della Linea Bar-Lev) é un po' come in Italia dichiararsi contrari alle tasse sulla casa, un argomento di sicura presa che, nei termini generici in cui lo ha espresso Al-Sisi "non impegna più di tanto".
Pure, se il buon giorno di vede dal mattino...
"Certamente, se il Popolo egiziano dovesse richiederlo, bisognerà considerare il Trattato di Pace di Camp David come rivedibile, emendabile" ha affermato lo stesso Abdel Fattah al-Sisi ai microfoni della televisione nel corso di una intervista in diretta rilasciata avantieri.
Certamente, ne siamo ben consci, in Egitto dichiararsi critici nei confronti dell'impopolare capitolazione di Camp David (capitolazione tanto più odiosa e insensata perché seguì l'innegabile successo dell'attraversamento del Canale di Suez e della distruzione della Linea Bar-Lev) é un po' come in Italia dichiararsi contrari alle tasse sulla casa, un argomento di sicura presa che, nei termini generici in cui lo ha espresso Al-Sisi "non impegna più di tanto".
Pure, se il buon giorno di vede dal mattino...
Le truppe irakene eliminano più di cento terroristi wahabiti nella Provincia di Anbar!!
Continua nella regione occidentale di Anbar l'offensiva antiterrorismo "post-elettorale" scatenata dalle forze armate irakene lo scorso fine settimana. Sempre utilmente supportati dagli uomini dei clan sunniti locali e sostenuti dal massiccio impiego di sbarramenti di artiglieria e attacchi di precisione portati da elicotteri, i fanti irakeni hanno fatto "saltare" dozzine di covi e rifugi wahabiti eliminando nel corso di aspri scontri oltre cento militanti estremisti di nazionalità straniera.
Il fatto che l'insorgenza terrorista sia ormai "affare" prettamente di marca straniera e mercenaria dimostra il totale fallimento della strategia saudita che puntava a spaccare il paese mesopotamico secondo linee etnico-settarie (laddove invece anche gli irakeni sunniti sono ormai risolutamente schierati a favore del Governo centrale).
La disgregazione dell'infrastruttura del terrore nella Provincia di confine con la Siria aiuta anche il compito delle truppe di Assad, che al di là della frontiera stanno a loro volta demolendo le cellule dell'ISIL, del fronte Al-Nusra e di altre simili organizzazioni estremiste.
Il fatto che l'insorgenza terrorista sia ormai "affare" prettamente di marca straniera e mercenaria dimostra il totale fallimento della strategia saudita che puntava a spaccare il paese mesopotamico secondo linee etnico-settarie (laddove invece anche gli irakeni sunniti sono ormai risolutamente schierati a favore del Governo centrale).
La disgregazione dell'infrastruttura del terrore nella Provincia di confine con la Siria aiuta anche il compito delle truppe di Assad, che al di là della frontiera stanno a loro volta demolendo le cellule dell'ISIL, del fronte Al-Nusra e di altre simili organizzazioni estremiste.
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lunedì 12 maggio 2014
In Ucraina, tenutisi i referendum, si delinea il completo trionfo della strategia di Putin!
Una volta terminate le operazioni di voto a Donetsk e Lugansk e pubblicati i risultati dei referendum sull'Indipendenza delle due regioni del Donbass, dove oltre l'85 per cento dei partecipanti (più del 70 per cento degli aventi diritto) si é proclamato per l'autonomia dal boccheggiante 'banderistan' di Kyiv, il Ministero degli Esteri di Mosca ha dichiarato che il Governo russo non può che trarre le dovute conclusioni da questa espressione di volontà popolare, sottolineando comunque che "Le conseguenze del voto referendario dovranno venire implementate in maniera civile e graduale, senza alcuna violenza".
Si é concluso con uno spettacolare successo il 'gambetto' di Putin che, come un consumato Maestro scacchista aveva persino "suggerito" di posporre i referendum (sapendo benissimo che si sarebbero tenuti comunque) e a cui ora non resta che aspettare il caos e le violenze che SICURAMENTE si scateneranno tra due settimane quando bisognerebbe votare su tutto il territorio ucraino.
Al contrario delle milizie filorusse, sostenute nel Sud-Est ed Est del paese da tutta la popolazione il 'banderistan' di svoboda e pravi sektor non ha nemmeno il controllo della Provincia di Leopoli, presunta "roccaforte" dove però il 9 maggio, anniversario della sconfitta del Nazismo non si sono contati gli atti di Resistenza e sfida alle teppaglie drogate fedeli alla NATO e alla UE.
Il contrasto con il civile e ordinato spettacolo del week-end, fidatevi, sarà stridente e dimostrerà come l'annessione dell'Est Ucraina alla Federazione Russa sia l'unica via d'uscita sensata dalla spirale di caos e instabilità istigata e fomentata dall'Imperialismo usa e Nato.
Si é concluso con uno spettacolare successo il 'gambetto' di Putin che, come un consumato Maestro scacchista aveva persino "suggerito" di posporre i referendum (sapendo benissimo che si sarebbero tenuti comunque) e a cui ora non resta che aspettare il caos e le violenze che SICURAMENTE si scateneranno tra due settimane quando bisognerebbe votare su tutto il territorio ucraino.
Al contrario delle milizie filorusse, sostenute nel Sud-Est ed Est del paese da tutta la popolazione il 'banderistan' di svoboda e pravi sektor non ha nemmeno il controllo della Provincia di Leopoli, presunta "roccaforte" dove però il 9 maggio, anniversario della sconfitta del Nazismo non si sono contati gli atti di Resistenza e sfida alle teppaglie drogate fedeli alla NATO e alla UE.
Il contrasto con il civile e ordinato spettacolo del week-end, fidatevi, sarà stridente e dimostrerà come l'annessione dell'Est Ucraina alla Federazione Russa sia l'unica via d'uscita sensata dalla spirale di caos e instabilità istigata e fomentata dall'Imperialismo usa e Nato.
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L'esercito sionazista costretto a cancellare un'esercitazione dietro l'altra a causa della mancanza di fondi!!
La continua crisi finanziaria in cui si dibattono le forze armate sionaziste sta spingendo il regime ebraico di occupazione illegale della Palestina a cancellare un programma dietro l'altro, a ridurre i fondi e a "palleggiare" acquisizioni e iniziative da una forza armata all'altra e, da ultimo, a cancellare sempre più esercitazioni dal vivo, provocando un generale scadimento delle capacità tecnico-tattiche delle sue truppe.
Riconosciamolo, ai tempi in cui le forze armate di Tel Aviv erano in grado di affrontare combattimenti convenzionali su più fronti il livello di preparazione delle loro truppe era più che buono: ciò veniva assicurato mediante regimi di addestramento severi e durissimi che prevedevano persino l'uso di munizioni vere e causavano molti morti durante le esercitazioni, pure, producevano risultati.
Ma la progressiva "gendarmizzazione" delle forze armate ha prodotto truppe lassiste e codarde, capaci di incrudelire contro ragazzini, vecchi, donne e altre vittime inermi ma totalmente impreparate a confrontarsi con avversari in grado di rispondere al fuoco, come hanno dimostrato le sconfitte del Sud del Libano, di Gaza e del 2006 di nuovo in Libano.
Adesso é stato annunciato che la complessa esercitazione "Punto Di Svolta - 8" prevista per i prossimi giorni, e già più volte ridimensionata, verrà del tutto soppressa; dandone notizia Moshe Yalon e Ben Gantz (rispettivamente Ministro degli Affari Militari e Capo di SM) hanno dichiarato che le prospettive per il futuro non sono affatto più rosee e che anzi, nei prossimi anni si assisterà a tagli e soppressioni ancora più imponenti.
Probabilmente parte di questo 'catastrofismo' é finto, fatto apposta per sollecitare maggiori emolumenti in futuro; ma possiamo sempre sperare che le capacità di combattimento dei soldati sionazisti peggiorino progressivamente, mentre per certo quelle dei militanti di Hezbollah impegnati in Siria e dei soldati di Assad che stanno salvando il loro paese dalla minaccia terrorista sono in continua crescita e miglioramento!
Riconosciamolo, ai tempi in cui le forze armate di Tel Aviv erano in grado di affrontare combattimenti convenzionali su più fronti il livello di preparazione delle loro truppe era più che buono: ciò veniva assicurato mediante regimi di addestramento severi e durissimi che prevedevano persino l'uso di munizioni vere e causavano molti morti durante le esercitazioni, pure, producevano risultati.
Ma la progressiva "gendarmizzazione" delle forze armate ha prodotto truppe lassiste e codarde, capaci di incrudelire contro ragazzini, vecchi, donne e altre vittime inermi ma totalmente impreparate a confrontarsi con avversari in grado di rispondere al fuoco, come hanno dimostrato le sconfitte del Sud del Libano, di Gaza e del 2006 di nuovo in Libano.
Adesso é stato annunciato che la complessa esercitazione "Punto Di Svolta - 8" prevista per i prossimi giorni, e già più volte ridimensionata, verrà del tutto soppressa; dandone notizia Moshe Yalon e Ben Gantz (rispettivamente Ministro degli Affari Militari e Capo di SM) hanno dichiarato che le prospettive per il futuro non sono affatto più rosee e che anzi, nei prossimi anni si assisterà a tagli e soppressioni ancora più imponenti.
Probabilmente parte di questo 'catastrofismo' é finto, fatto apposta per sollecitare maggiori emolumenti in futuro; ma possiamo sempre sperare che le capacità di combattimento dei soldati sionazisti peggiorino progressivamente, mentre per certo quelle dei militanti di Hezbollah impegnati in Siria e dei soldati di Assad che stanno salvando il loro paese dalla minaccia terrorista sono in continua crescita e miglioramento!
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Turning Point 8
In meno di tre anni l'Iran ha carpito tutti i segreti di 'Sentinel' e può ora riprodurlo a suo piacimento!!
Clamoroso "slam" per l'industria aeronautica ed elettronica iraniana quello svelato ieri all'Expo del Comando Forze Aerospaziali dell'IRGC, la Guardia Rivoluzionaria Islamica, dove, davanti alla Guida Suprema Ayatollah Khamenei sono stati svelati il drone 'stealth' RQ-170 Sentinel, catturato nel dicembre 2011 dagli esperti di Guerra Elettronica iraniana e la prima delle sue copie conformi che potranno ora venire prodotte a volontà da Teheran visto che ogni componente dell'UAV americano é stato analizzato e retro-engineerato.
Forse parte di questo entusiasmante successo é anche dovuto agli 'aiuti' di tecnici russi e cinesi che subito dopo il colpo da maestro degli hacker dell'IRGC si sono mostrati ansiosissimi di partire per Teheran per analizzare il velivolo (dirottato e fatto atterrare in totali condizioni di sicurezza, recuperato quindi senza il minimo danno agli organi e ai sensori).
Ad ogni modo vista l'arrogante pretesa americana che il 'Sentinel' fosse 'troppo avanzato' perché gli esperti iraniani potessero valersene, é stata totalmente distrutta e smentita, come molta della supponenza yankee nel teatro mediorientale, essa semplicemente non ha retto alla prova dei fatti: laddove le grandi capacità scientifiche e tecniche di Teheran sono ormai supreme nella regione, nonostante tutti i complotti imperialisti, gli assassinii di tecnici e scienziati, le inique sanzioni e tutti i trucchi e gli stratagemmi messi in campo dalla CIA, dal Mossad e da altre agenzie ostili negli ultimi vent'anni.
Forse parte di questo entusiasmante successo é anche dovuto agli 'aiuti' di tecnici russi e cinesi che subito dopo il colpo da maestro degli hacker dell'IRGC si sono mostrati ansiosissimi di partire per Teheran per analizzare il velivolo (dirottato e fatto atterrare in totali condizioni di sicurezza, recuperato quindi senza il minimo danno agli organi e ai sensori).
Ad ogni modo vista l'arrogante pretesa americana che il 'Sentinel' fosse 'troppo avanzato' perché gli esperti iraniani potessero valersene, é stata totalmente distrutta e smentita, come molta della supponenza yankee nel teatro mediorientale, essa semplicemente non ha retto alla prova dei fatti: laddove le grandi capacità scientifiche e tecniche di Teheran sono ormai supreme nella regione, nonostante tutti i complotti imperialisti, gli assassinii di tecnici e scienziati, le inique sanzioni e tutti i trucchi e gli stratagemmi messi in campo dalla CIA, dal Mossad e da altre agenzie ostili negli ultimi vent'anni.
domenica 11 maggio 2014
"Yankee Stay Home!" L'Algeria rifiuta agli Usa una base militare sul suo territorio!!
La Repubblica Algerina ha rispedito al mittente con esito negativo la richiesta americana di stabilire una base militare sul suo territorio, nell'ambito della strategia yankee di infiltrazione del Continente Nero e di provocazione continua tramite gruppi islamici estremisti creati, riforniti e manipolati dalla CIA (vedi Boko Haram in Nigeria et simili...).
Il governo Usa ha creato il suo 'Comando Africano' nel 2008 e ha pensato bene di insediarlo sul territorio italiano nella base vicentina di Dal Molin; nonostante le enormi manifestazioni di protesta della popolazione locale, col beneplacito di ogni esecutivo di "centrodestrasinistra".
Per fortuna esistono paesi che tengono alla loro sovranità e indipendenza per averla conquistata a caro prezzo con una sanguinosa lotta di liberazione e non spalancando le braccia servilmente a un invasore dopo l'altro come usano fare gli itaglioni nativi del Bel Paese.
Il governo Usa ha creato il suo 'Comando Africano' nel 2008 e ha pensato bene di insediarlo sul territorio italiano nella base vicentina di Dal Molin; nonostante le enormi manifestazioni di protesta della popolazione locale, col beneplacito di ogni esecutivo di "centrodestrasinistra".
Per fortuna esistono paesi che tengono alla loro sovranità e indipendenza per averla conquistata a caro prezzo con una sanguinosa lotta di liberazione e non spalancando le braccia servilmente a un invasore dopo l'altro come usano fare gli itaglioni nativi del Bel Paese.
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Scambio di 'gentilezze' tra Hamas e Fatah: ciascuna fazione permette alla stampa fedele all'altra di riapparire nei propri "feudi"...
Un periodico allineato con Hamas, il tabloid "Falasteen", é stato messo in vendita per la prima volta da sette anni a questa parte dagli edicolanti e dagli strilloni della Cisgiordania, come segno di 'buona volontà' della fazione Fatah che egemonizza (senza alcun mandato) quel territorio nel processo di "riconciliazione" avviato a fine aprile scorso.
Questa "plaisanterie" segue di tre giorni la distribuzione, nella Striscia di Gaza, di uno dei principali quotidiani della West Bank, la cui redazione risponde direttamente all'Anp e quindi ad Abbas e Fatah. E' probabile che queste 'mosse' siano state suggerite ai leader di Hamas e Fatah durante la loro recente "ospitata" a Doha per un meeting bilaterale sotto gli auspici dell'Emiro Tamim al-Thani, grande finanziatore dei progetti per la ricostruzione di Gaza e potenziale foraggiatore (in un prossimo futuro) anche dell'Anp.
Il 'Governo di Unità Nazionale' che doveva nascere 'a giorni' poco dopo l'annuncio della "riappacificazione" fra le due organizzazioni palestinesi si dice ora che dovrebbe vedere la luce "entro alcune settimane". Staremo a vedere...
Questa "plaisanterie" segue di tre giorni la distribuzione, nella Striscia di Gaza, di uno dei principali quotidiani della West Bank, la cui redazione risponde direttamente all'Anp e quindi ad Abbas e Fatah. E' probabile che queste 'mosse' siano state suggerite ai leader di Hamas e Fatah durante la loro recente "ospitata" a Doha per un meeting bilaterale sotto gli auspici dell'Emiro Tamim al-Thani, grande finanziatore dei progetti per la ricostruzione di Gaza e potenziale foraggiatore (in un prossimo futuro) anche dell'Anp.
Il 'Governo di Unità Nazionale' che doveva nascere 'a giorni' poco dopo l'annuncio della "riappacificazione" fra le due organizzazioni palestinesi si dice ora che dovrebbe vedere la luce "entro alcune settimane". Staremo a vedere...
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