sabato 14 gennaio 2012

"Povero squalo!" le autorità giudiziarie giordane sequestrano i beni di Mohamed Dahlan, il corrotto aiutante del Mossad!


Fonti giornalistiche giordane riportano che l'autorità giudiziaria del reame ascemita avrebbe ordinato negli scorsi giorni il congelamento e la confisca di tutti gli assetti mobili e immobili riconducibili a Mohammed Dahlan, ex-capo della sicurezza di Fatah, ex-'boss' di Gaza (prima del fallimento del Colpo di Stato con cui la fazione di Abbas ha tentato di rovesciare il Governo di Hamas), uomo di fiducia di Israele, facilitatore di assassini del Mossad e contrabbandiere (insieme ai suoi soci curdi) di armi israeliane inviate in aiuto a Gheddafi.

Il quotidiano Al-Rai ha citato una fonte anonima all'interno della Banca Centrale giordana secondo la quale l'Ufficio del Procuratore Generale di Amman, Mohammed Sourani avrebbe inviato una lettera ufficiale alla direzione dell'istituto di credito "raccomandando" di bloccare ogni proprietà di Dahlan, di suo fratello e "di una terza persona collegata ai primi due".

La fonte avrebbe spiegato che la decisione di bloccare le proprietà di Dahlan e soci sarebbe stata presa nell'ambito del processo istruito contro di lui dall'Anp. Lo scorso giugno Fatah lo ha espulso dai suoi ranghi e l'Anp lo ha messo sotto accusa per omicidio e "attività contrarie alla sicurezza nazionale". Ovviamente tutti sapevano in che genere di attività era coinvolto Dahlan ma il vero motivo per la sua caduta in disgrazia é da individuarsi (come in tempi non sospetti avevamo indicato su queste pagine) nel suo maldestro e sfortunatissimo tentativo di "chiedere la testa" di Mahmud Abbas tra dicembre 2010 e gennaio 2011, con il sostegno di Mubarak e dei suoi servizi segreti. Caduto "il faraone" in seguito alla rivolta di Piazza Tahrir a Dahlan non sono rimasti padrini o sponsor che potessero salvarlo dalla vendetta di Abbas.
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Hacker palestinesi attaccano con successo il sito-web dei servizi antincendio del regime ebraico!


Rispondendo prontamente all'invito lanciato negli scorsi giorni da Hamas che aveva dichiarato "cyberguerra a oltranza" contro tutte le manifestazioni internettiane dell'entità sionista di Occupazione anonimi hacker palestinesi della Striscia di Gaza (almeno a quanto da loro stessi dichiarato) hanno attaccato il sito-web dei servizi anti-incendio e di emergenza di Israele.

A prescindere da quale pagina si cercasse di caricare il visitatore, come risultato dell'attacco informatico, si vedeva reindirizzato su una foto del Viceministro degli Esteri Danny Ayalon che ben presto veniva riempita di impronte di scarpa e corredata dalla scritta animata: "Morte a Israele". Danny Ayalon sembra un bersaglio favorito dagli hacker arabi: qualche giorno fa incursori informatici sauditi avevano fatto 'collassare' il suo sito personale.

Il motivo é presto detto: in un accesso di sindrome da "internet tough guy" il Viceministro sionista aveva promesso "rappresaglie fisiche" contro coloro che sarebbero stati 'scoperti' ad attaccare elettronicamente Israle. In cambio di questa inane sparata il vice di Lieberman si é guadagnato l'antipatia di tutta la comunità di corsari informatici palestinesi e arabi.
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Delegazione di 'Euromedrights' incontra il Presidente Marzouki che dichiara: "sosterremo la causa palestinese!"

Una delegazione di alto livello dell'Osservatorio Euromediterraneo per i Diritti umani é arrivata recentemente in Tunisia per una visita ufficiale, che ha preso il via con la presentazione al Presidente Moncef Marzouki di una copia speciale del rapporto internazionale sulle violazioni israeliane dei Diritti Umani dei nativi Palestinesi dei territori occupati in Cisgiordania. Consegnandola al Presidente i membri della delegazione hanno espresso speranza che la Tunisia, liberatasi dalla dittatura circa un anno fa, possa ora giocare un ruolo protagonista nella lotta per l'affermazione degli innegabili diritti nazionali palestinesi.

Un comunicato stampa rilasciato poco dopo dall'Osservatorio Euromediterraneo ha sottolineato come nel corso dell'incontro il Presidente tunisino si é impegnato a fare in modo che la nuova Tunisia democratica intensifichi il suo sostegno alla Palestina nell'arena politico-diplomatica internazionale. Secondo quanto diffuso Marzouki avrebbe espresso sostegno al piano dell'Osservatorio per stabilire un proprio ufficio regionale a Tunisi, iniziativa che porterebbe a un incrementato attivismo umanitario in Nordafrica. Marzouki ha descritto tale passo "una mossa importante per dimostrare come le nazioni toccate dalla 'Primavera Araba' siano all'avanguardia riguardo alla percezione e alla cultura dei Diritti Umani".
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Conclusa la missione diplomatica latinoamericana del Presidente Ahmadinejad: "Non sarete mai più 'il cortile di casa' degli Usa!"


Con una conferenza stampa congiunta tenutasi a Quito, fianco a fianco con il collega ecuadioriano Rafael Correa il Presidente della Repubblica Islamica iraniana Mahmoud Ahmadinejad ha terminato il suo tour diplomatico latinoamericano che lo ha portato a visitare Vebezuela, Nicaragua, Cuba ed Ecuador, paesi che in tempi e con modalità diverse hanno incarnato tutta la voglia di riscatto e di lotta di terre e popoli troppo a lungo tiranneggiati dalle ubbìe imperialistiche a stelle e strisce: aggrediti dal militarismo del pentagono, oppressi e torturati dai dittatori amici della Casa Bianca, stritolati e depredati dalle multinazionali Usa.

Dal Venezuela che ha sconfitto il golpe 'Made in Chevron' al Nicaragua che ha sconfitto i Contras finanziati e armati da Reagan e dagli israeliani, dalla Cuba che ha fatto tremare l'imperialismo kennedyano e che ha inviato i suoi soldati in Africa a combattere il razzismo e il neocolonialismo, fino all'Ecuador che grazie al suo Presidente ha saputo dire "no" ai vampiri del FMI e della Banca Mondiale che vogliono esportare ovunque la miseria e lo sfruttamento a favore dei soliti padroni dell'elite finanziaria globalista e parassita, il viaggio di Ahmadinejad é stato ricco di riferimenti storici e significati politici, per quanti hanno la cultura e la prospettiva per saperli individuare ed apprezzare.

La promozione di una comprensiva intesa con i paesi centro- e sudamericani é fra le principali priorità di Teheran; grazie agli ottimi rapporti diplomatici e alle solide intese di cooperazione economica e tecnica l'azione iraniana nella regione ha contribuito molto a fare in modo che, dopo decenni di ingerenze statunitensi l'America Latina non possa più essere considerata 'il giardino di casa' di Washington.
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Accade l'impensabile, in Arabia Saudita non sono più i soli sciiti a protestare, manifestazione anche a Riyadh!


Con l'apparato militare-repressivo di Casa Saoud sbilanciato a Est, tanto nei confini interni (le restive province orientali, popolate da sciiti oppressi ed esclusi dalla bonanza petrolifera), quanto esteri (il corpo di spedizione mandato nell'isola di Bahrein a massacrare la popolazione locale che dimostra da mesi per porre fine al corrotto regno della dinastia Al-Khalifa) non é stato troppo sorprendente, nella giornata di ieri, vedere come le forze di polizia e polizia militarizzata abbiano faticato non poco per soffocare (con gli usuali "gentili" metodi tanto apprezzati da cultori dei Diritti Umani come Obama e la sua corte) la vasta ma spontanea manifestazione concretatasi dinanzi alla sede del Ministero della Salute e dell'Occupazione.

In Arabia Saudita, é bene ricordarlo, ogni genere di riunione pubblica e manifestazione politica é tassativamente proibita, ma questo, apparentemente non dissuade i rappresentanti degli imperialismi occidentali dal trattare il Re Saudita (l'ultimo sovrano assoluto della Terra) come un amicone e garantirgli perciò immunità dalle cretiche di "autoritarismo" che a orologeria questi soloni dell'umanitarismo a singhiozzo lanciano contro quegli Stati e quei Governi che non si prostrano ai loro piedi e non accettano le loro interferenze e le loro manipolazioni.

Uno di questi Soloni, il premieruccio britannico David Cameron, si trova attualmente in visita al tiranno Saoud, proprio nella capitale, chissà se dalle finestre della sua residenza all'interno del Palazzo Reale avrà potuto sentire l'eco delle urla e degli scontri di piazza.
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Delegazione parlamentare di Hamas lascia la Striscia assediata e visita per la prima volta il Parlamento elvetico!


Parlamentari eletti nelle liste di Hamas al Consiglio Legislativo Palestinese sono riusciti a lasciare la Striscia di Gaza per recarsi in visita ufficiale in Svizzera, la prima mai effettuata dal 2006 (anno delle elezioni politiche vinte dal Movimento musulmano a maggioranza assoluta) ad oggi. Il Parlamento Internazionale Svizzero aveva invitato Hamas a prendere parte a una discussione su vari argomenti tra cui importanza principale assumeva la questione degli arresti e delle incarcerazioni arbitrarie contro parlamentari palestinesi da parte delle forze di occupazione del regime ebraico.

Fonti palestinesi hanno riportato come la delegazione parlamentare di Hamas, composta dagli Onorevoli Khamis Najjar, Sayed abu Musameh e Musheer al-Masri abbia lasciato la Striscia di Gaza attraverso il varco di confine di Rafah, quindi si sono recati all'aeroporto internazionale del Cairo dove si sono imbarcati alla volta della Confederazione elvetica.

I membri della ricca e influente lobby sionista svizzera, naturalmente, hanno occupato per giorni i media locali miagolando e stracciandosi le vesti (figurativamente, per fortuna), chiedendo per la giornata di oggi "proteste" contro l'arrivo dei deputati di Hamas. Non si riportano finora conseguenze a questi appelli sguaiati anche se continueremo a monitorare i media svizzeri nel caso ci sia bisogno di aggiornamenti o flash in merito.
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venerdì 13 gennaio 2012

Impiegato statale in miseria si dà fuoco in Giordania: squadracce di picchiatori contro i dimostranti che lo commemorano!


Come in Tunisa poco più di dodici mesi fa anche la Giordania, scossa da mesi e mesi di proteste, manifestazioni e fumose promesse di 'riforma' da parte di una Casa Reale che si sente sempre più assediata, ha assistito a un'episodio di auto-immolazione, risultato nella morte di un impiegato statale 51enne.

La motivazione per un atto tanto estremo sta da ricercarsi nel fatto che l'uomo, pur avendo un lavoro regolare come impiegato statale trovava tuttavia impossibile riuscire a sostenere adeguatamente la propria famiglia. Il fatto aiuta a capire come la corruzione anche a livelli medio-bassi sia tanto endemica nell'apparato pubblico giordano: a volte non é questione di avidità, ma di sopravvivenza.

Puntualmente, dopo le tradizionali preghiere del venerdì, gruppi di dimostranti antigovernativi, principalmente riconducibili al Fronte Islamico d'Azione, ma anche indipendenti o aderenti ad altri partiti e movimenti, si sono radunati sotto lo slogan "Anche Noi siamo Cittadini Infiammabili". Ad Amman si sono riportati scontri tra squadracce di bastonatori realisti e dimostranti, che sono proseguite sotto gli occhi indifferenti della polizia che non ha fatto nemmeno finta di cercare di dividere gli aggressori dagli aggrediti.
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Il capo degli osservatori in Siria dichiara: "Anwar Malek é uno spergiuro che a Homs non ha messo il naso fuori dall'Hotel!"


Il Generale sudanese Al-Dabi, capo della delegazione di osservatori della Lega Araba che giorno dopo giorno verifica coi propri occhi come la Siria sia un paese unito e pacifico sottoposto dalle forze coalizzate dell'arroganza e dell'imperialismo americano e sionista a una lotta per la sopravvivenza contro provocatori terroristi e prezzolati tagliagole ha recentemente dichiarato che le uniche osservazioni "fuori del coro", finora udite da parte della missione osservatrice, quelle cioé ascrivibili al rappresentante algerino Anwar Malek sono "completamente false e destituite di ogni base e fondamento".

"Da quando é stato assegnato alla squadra destinata ad Homs", ha spiegato Al-Dabi "Malek non ha lasciato la sua stanza d'albergo nemmeno per un minuto, per sei giorni di fila, adducendo come giustificazione cattive condizioni di salute, non ha preso parte alle visite e alle ispezioni, non ha visto alcuna parte di Homs se non quella che poteva vedere dalle finestre dell'hotel".

"In seguito ha chiesto di poter andare a Parigi per curarsi e la sua richiesta, ovviamente, é stata accettata, solo in seguito abbiamo saputo che al momento della decisione in merito lui aveva già lasciato il paese, senza osservare alcuna delle misure richieste dal protocollo; c'é da dire, comunque, che egli ha affrontato il viaggio a Parigi interamente a proprie spese. Detto questo, comunque, rimane da sottolineare nuovamente che le dichiarazioni da lui rese dopo aver lasciato Homs non sono supportate da nulla di ciò che egli abbia potuto vedere di persona e costituiscono quindi solo l'espressione dei suoi pregiudizi e di una posizione precostituita"

Al-Dabi ha messo in guardia i media dal trattare come oro colato le dichiarazioni e persino i materiali filmati che ricevono, visto che quanto osservato sul terreno dalla sua missione porta a pensare che la maggior parte di quei 'documenti video' siano in realtà il frutto di manipolazioni e messe in scena.
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Repressione contro gli sciiti in Arabia, dove sono gli osservatori internazionali? Dove sono i corifei delle 'rivolte colorate'?

Un manifestante ventiduenne di nome Esam Mohamed Abu Abdellah é caduto vittima delle pallottole degli sbirri di Re Saoud nella cittadina orientale di Awamiyah, nelle province sciite sulla costa del Golfo Persico, da cui il monarca assoluto di Riyadh (a cui né Obama né nessuno dei suoi predecessori ha mai richiesto alcuna 'riforma democratica') trae la maggior parte del suo petrolio.

Nella giornata di giovedì le forze di sicurezza del Re sono entrate in città sparando proiettili e gas urticanti contro i manifestanti che chiedevano le dimissioni del governatore provinciale, il rilascio delle centinaia di detenuti politici imprigionati e in una dimostrazione di solidarietà internazionale con il popolo Barheini domandavano anche il ritiro delle forze di invasione saudite dall'Isola delle Perle.

L'ONG Human Rights First ha dichiarato che nel reame vi sono detenuti incarcerati per motivi politici tenuti in incommunicado da oltre sedici anni. Nonostante questo l'ipocrita sostegno americano impedisce che contro quello che é l'ultimo reame assoluto della Terra si scateni quel movimento di opinione che invece viene mobilitato (a torto) contro Stati (come la Siria) che hanno l'unica colpa di opporsi ai disegni egemonici delle potenze arroganti.

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Il Primo Ministro Haniyeh sta preparando i dettagli del suo prossimo viaggio diplomatico: "Obiettivo Qatar, Iran e altri paesi ancora!"


Il Premier palestinese Ismail Haniyeh, recentemente rientrato a Gaza dopo la sua prima visita diplomatica ufficiale che ha compreso tappe in Egitto, Sudan, Turchia e Tunisia, si impegnerà quanto prima (si parla della fine del mese corrente) in un nuovo viaggio ufficiale che dovrebbe portarlo a toccare tutti quei paesi (nel Golfo Persico, soprattutto) che erano originariamente inclusi nei primi progetti di visita: Qatar, Iran e altri ancora.

L'anticipazione é stata fatta dal consigliere politico del Primo Ministro, Yousef Rizka, nel corso di una intervista coi cronisti del quotidiano gazese "Felesteen". Il Dottor Rizka ha elaborato, su invito del suo intervistatore che l'attuale attività politico-diplomatica di Haniyeh ha una importante valenza simbolica che deve essere apprezzata e soppesata ancora prima del suo effettivo peso diplomatico: a prescindere da quello che possano dirsi il Capo del Governo palestinese e i leader dei paesi arabi e musulmani circonvicini il solo fatto che simili incontri avvengono testimonia dello sfilacciarsi e del progressivo indebolirsi della 'gabbia' dell'assedio sionista intorno a Gaza, imposto proprio quando Hamas, trionfando alle elezioni del 2006, ricevette dal popolo l'autorità per amministrarlo e rappresentarlo, anche a livello diplomatico ufficiale.

"Gli onori tributati al Premier in ogni paese toccato dalla sua visita, inoltre, dimostra quanto ipocrita, ingiusta, moralmente spregevole e condannabile sia stata la scelta dei paesi occidentali, Usa ed Europei, di accettare senza colpo ferire l'assedio sionista e di ignorare la legittimità della vittoria elettorale di Hamas, ottenuta attraverso libere e democratiche elezioni svoltesi in perfetta regolarità come verificato dagli osservatori dell'ONU e della stessa Unione Europea". Rizka ha anche confermato che Haniyeh, nel corso dei suoi incontri con Capi di Stato e Governi stranieri ha invitato tutti loro a recarsi il prima possibile nella Striscia di Gaza, così da indebolire ulteriormente la stretta dell'assedio sionista sulla Striscia.
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Sorpresa, sorpresa, sorpresa! I militanti dell'attacco agostano ad Eilat erano beduini del Sinai


Come si ricorderà il nostro lettore più attento e assiduo lo scorso 18 agosto vicino a Eilat (più correttamente da indicarsi col suo nome arabo Umm el-Rishrash) corriere trasporto truppe dell'esercito sionista di occupazione vennero presa e bersaglio da militanti che, colpendole con granate a razzo e armi automatiche riuscirono a eliminare molti dei militari sionazisti a bordo. Mentre arrivavano di continuo aggiornamenti e flash non avemmo nessun dubbio ad attribuire quella audace e fortunata operazione a forze della Resistenza palestinese tanto da intitolare il nostro primo newsitem in merito: "Forze della Resistenza palestinese attaccano bus di soldati sionisti a Eilat".

Ebbene, dobbiamo chiedere scusa ai nostri lettori per esserci lasciati andare (in verità in buona compagnia, ma questo non ci scusa) a una affermazione non sostanziata e precipitosa; da quanto emerso dopo mesi e mesi di indagine dell'intelligence sionista, infatti, pare che i responsabili dell'azione non fossero affato Palestinesi e non fossero per nulla passati da Gaza nel Sinai egiziano e quindi da questo infiltratisi verso Umm Rishrash, affatto, essi, nel Sinai, ci avevano sempre vissuto essendo ormai praticamente certa (a quanto abbiamo potuto leggere sui media sionisti) la loro identità di Beduini egiziani, nativi e autoctoni della medesima penisola.

Questo fatto, a parte configurare i bombardamenti massicci effettuati dalle forze armate sioniste su Gaza "per rappresaglia" contro l'azione armata come un vero e proprio crimine di guerra, apre scenari fino a poco fa discussi solo a mezza bocca e sottovoce da pochi esperti di strategia e geopolitica (e anche allora, a mero livello di ipotesi in prospettiva) a un ben più vasto bacino di dibattito e considerazione. Finora i Beduini del Sinai non avevano mai preso le armi contro il regime sionista di occupazione. Il regime sionista, dal canto suo, era stato abbastanza furbo da non interferire troppo coi cicli di vita nomade dei beduini. Adesso però nel quadro della campagna sionista di pulizia etnica contro tutte le minoranze che vivono nella Palestina occupata i Beduini del Negev sono stati sottoposti, mese dopo mese, anno dopo anno a angherie e persecuzioni sempre più insopportabili.

Era così inaspettato e imprevedibile il caso che i loro compatrioti di oltreconfine si indignassero e si organizzassero per colpire Israele?

La prospettiva di attacchi e azioni armate dal Sinai verso la porzione meridionale di Palestina occupata distrugge, facendone letteralmente piazza pulita, quasi trent'anni di assunti, sillogismi e implicazioni di parte israeliana riguardo la mitica "sicurezza dello stato ebraico" (che come la rossiniana Araba Fenice "Che ci sia ciascun lo dice, dove stia nessun lo sa") che considerando il 'Versante Sud' sicuro in quanto garantito dall'Accordo di Camp David permetteva alle forze armate sioniste di concentrare tutte le loro attenzioni verso Nord, verso il Libano (invaso nel 1982 e nel 2006) e verso le Alture del Golan (illegalmente occupate fin dal 1967). Ora questo non é più vero e tutta la postura dell'Esercito israeliano e delle forze di polizia militare e paramilitare israeliane deve essere rivista in profondità, ci saranno forti spese e gravi difficoltà logistiche e organizzative da affrontare, in mezzo a un'atmosfera di crisi continua che vede costantemente peggiorare la statura politico-strategica dell'entità di occupazione.

Non vogliamo spingere la nostra analisi o le nostre previsioni troppo in là, ma, vedendo cosa é accaduto nel Sud del Libano con la comunità sciita e la nascita di Amal e di Hezbollah porgiamo al lettore volenteroso uno spunto di riflessione. Il 18 agosto ad agire contro le corriere dei militari sionisti sono stati alcuni Beduini giovani e coraggiosi; cosa succederebbe domani se tali azioni non venissero compiute da commando isolati ma da gruppi e squadre addestrate e coordinate da una struttura organizzata, in grado di dare alla comunità del Sinai un livello di coscienza, di motivazione e di forza non dico uguale o simile ma 'quantomeno' paragonabile a quello delle Forze della Resistenza nazionale libanese?
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giovedì 12 gennaio 2012

Nuova sconfitta per il Mossad! Catturata in Libano la "spia veterana" Eliyas Youness


Eliyas Youness, il "decano degli agenti sionisti in Libano" é stato catturato negli scorsi giorni a Beirut; per oltre 30 anni (dal 1977 in avanti) aveva fornito al regime ebraico di occupazione dati e informazioni sensibili su diversissimi argomenti: dalle procedure di sicurezza marittima ai movimenti aeroportuali e navali, fino ai dettagli tecnici e amministrativi sulla rete di telecomunicazioni del paese, cui aveva libero accesso durante il periodo di lavoro per conto dell'Ogero e che, anche dopo il pensionamento non gli doveva essere certo difficile raccogliere tramite fonti e contatti coltivati per tutta la durata della sua carriera.

Youness é stato arrestato, dopo lunghe ed accurate indagini, da una unità speciale del controspionaggio militare di Beirut. La notizia, diffusa ieri da fonti ufficiali libanesi e subito ripresa da Al.Manar, canale televisivo del partito politico sciita Hezbollah. In questi ultimi mesi, anche grazie alla più stretta e intensa collaborazione tra la Forze Ar,mete e gli apparati della Resistenza, la rete di agenti israeliani in Libano (alcuni, come Youness, attivi ancora prima dell'invasione del 1982).

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Donne-colono al volante, pericolo costante! Piratesse della strada lanciano le loro auto contro scolare palestinesi


Questo video di repertorio mostra con quale pervicacia i coloni ebrei si servano delle loro auto di grossa cilindrata come di armi assassine contro i Palestinesi

Quanto bisogna essere bestie e animali nell'animo per investire con una automobile una carrozzella su cui si trova una bambina handicappata? Bisognerebbe chiederlo alla guidatrice dell'auto con targa israeliana che nella giornata di ieri ad Al-Khalil, nella Cisgiordania occupata militarmente da Israele e riempita di coloni fondamentalisti ebrei armati e addestrati affinché possano perseguitare e uccidere i legittimi abitanti della West Bank ha 'pensato bene' di lanciarsi a tutta velocità contro la sedia a rotelle a propulsione elettrica a bordo della quale la piccola Hiba Hijazi si stava recando a scuola.

L'impatto la ha fatta ruzzolare giù dalla sedia e cadere a terra, procurandole la frattura di un piede; trasportata al pronto soccorso della Mezzaluna Rossa la piccola é stata operata dal Dr. Nasr Qabaja e si trova ora ricoverata in ortopedia. Vicino Nablus invece la diciassettenne Angham Al-Faqih é stata volontariamente presa di mira e investita da un'altra colona fondamentalista che la ha centrata mentre, a sua volta, la giovinetta stava recandosi nel villaggio di Hawara, dove si trova la sua scuola.


Avendo riportato "ferite di media serietà", Angham é stata ricoverata a Nablus dove la sua prognosi non é ancora stata sciolta. Sono dozzine gli episodi simili che si ripetono mese dopo mese: la connivenza tra i coloni ebrei fondamentalisti e le forze militari di occupazione permette ai primi di dedicarsi senza conseguenza alcuna alla "caccia al pedone palestinese" ogniqualvolta si mettono al volante delle loro auto di grossa cilindrata e dei loro SUV.
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Human Rights Watch denuncia: "Saccheggi, stupri, violenze, ecco come i 'liberatori' kenioti martirizzano la Somalia e i suoi abitanti!"

Come mostra eloquentemente questa foto, l'esercito keniota é stato addestrato dagli Usa, nell'ambito della loro campagna imperialista contro l'Africa Nera: chissà se l'addestramento ha incluso anche lo stupro e la tortura?
 La fanfara filoimperialista che cerca col suo frastuono assordante (scandito al tempo dettato da Washington e Tel Aviv) di confondere e soffocare le voci critiche contro lo scempio dell'Africa orchestrato e portato avanti dall'inquilino nero della Casa Bianca e dalla leadership israeliana pretende che a muovere le truppe di invasione keniote che nelle ultime settimane si sono spinte in territorio somalo sia la necessità di 'proteggere' gli abitanti di quella sfortunata nazione (nel caos da oltre 20 anni) dagli 'eccessi' dei perfidi e crudeli 'fondamentalisti islamici' che avrebbero (udite udite!) l'assurda pretesa di organizzare la vita e la società di quel paese attorno alla religione che da secoli e secoli ne ha rappresentato la forza culturale e sociale unificante par excellance.

Incredibile arroganza di questi 'islamici', che pretendono di vivere rispettando la loro Storia e le loro tradizioni!

Ovviamente si faticherebbe a trovare traccia di qualsivoglia preoccupazione "umanitaria" nei confronti della popolazione somala se ci si prendesse la briga di leggere e studiare per intero il rapporto pubblicato dall'ONG Human Rights Watch riguardo la condotta delle truppe di Nairobi in Somalia e nei confronti dei campi di profughi e rifugiati somali espatriati oltreconfine, ma anche cittadini kenioti a tutti gli effetti facenti parte di etnie somale, che sono tutt'altro che rari sulla zona del confine nordorientale tra i due Stati.

Il rapporto testimonia fatti avvenuti da ottobre 2011 fino a pochi giorni fa e segnala casi di: "saccheggi, stupri, violenze, pestaggi, arresti arbitrari e torture". Nelle parole di Daniel Bekele, Direttore di HRW per l'Africa:"Quando si raccolgono dozzine di testimonianze riguardanti pestaggi e violenze commesse dalle forze militari keniote in pieno giorno e di fronte a testimoni si ha la prova certa che tali comportamenti non siano aberrazioni individuali, ma anzi, costituiscano una prassi di comportamento".

I peggiori abusi sarebbero avvenuti presso il campo profughi di Dadaab, che ospita quasi mezzo milione di persone.
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Adesso anche la forza navale sionista ha ordine di sparare sui suoi marinai per evitarne la cattura!


Dall'outlet mediatico sionista 'Ynet' riportiamo un articolo firmato da tale 'Yoav Zitun' che a nostro personalissimo giudizio bene illustra il caos e il panico morale e psicologico scatenato tra i ranghi delle forze armate del regime ebraico di occupazione dalla (ormai nemmeno più recentissima) grande vittoria della Resistenza nel corso del braccio di ferro riguardo alla cattura e al successivo rilascio (dopo cinque anni di detenzione) dell'Ebreo francese Gilad Schalit, catturato in un raid preventivo dai militari della Resistenza palestinese prima che potesse, insieme ai suoi complici delle forze di occupazione, prendere parte a un attacco armato contro la Striscia di Gaza.
Gilad Schalit "Fattore-Chiave" nel rilascio di centinaia di detenuti politici palestinesi, in questo delizioso cartoon del brasiliano Carlos Latuff.
Avevamo già menzionato come, totalmente atterriti dalla prospettiva che dopo la grande vittoria negoziale risultata nella liberazione di centinaia di prigionieri politici palestinesi, nuovi militari sionisti venissero catturati dalla Resistenza, i generali e gli ufficiali di Tel Aviv avessero raccomandato alle truppe di aprire il fuoco indiscriminatamente sui loro stessi commilitoni se li avessero visti cadere in mano ai membri della Resistenza. Deve essere veramente bello prestare servizio in una milizia di invasori e tagliagole come l'IDF sionazista, tantopiù quando si sa che i tuoi stessi 'camerati' hanno l'ordine di spararti se ti vedono cadere prigioniero!

Ebbene, questa raccomandazione operativa, cui nel frattempo l'ossessione tutta israeliana per i codici e le 'parole d'ordine' (perché non sia mai detto che un sionista parli chiaro! "Pane al pane e vino al vino" é una locuzione che non rientra nelle 'coordinate mentali' della 'razza superiore'!) ha donato il poco esaltante nomignolo di "Direttiva Annibale" (cosa c'entri Annibale Barca, condottiero Tunisino d'origine Libanese con le ubbìé sionaziste di sparare ai propri compagni dobbiamo ancora capirlo) sarebbe stata ora, a quanto ci riferisce mister Zitun, anche ai marinai della flotta ebraica.

Il Capo di Stato Maggiore Generale Benny Gantz (qui effigiato in una 'warholiana' elaborazione di un suo vecchio ritratto) ha raccomandato l'adozione del protocollo operativo specialmente a bordo dei pattugliatori 'Dvora', i vascelli con cui i marinai sionazisti continuano ad attaccare e a tormentare i pescatori della Striscia di Gaza. Siccome per perseguitare "a dovere" i pescatori che tentano di campare la vita gettando le reti al largo del ghetto assediato bisogna, giocoforza, avvicinarsi (altrimenti é difficile sparargli addosso!) l'astuto Benny Gantz, sionista di tre cotte, ha giustamente ravvisato il pericolo che militari della Resistenza si 'travestano' da pescatori e a bordo di un'hasaka tendano un agguato ai loro aguzzini.

Prepariamoci a vedere il 'Protocollo Annibale' in azione, sarà molto educativo, istruttivo e interessante vedere i pirati sionazisti, dopo aver sterminato a sangue freddo gli attivisti umanitari della Freedom Flotilla nel 2010, tanto per cambiare, spararsi un po' addosso a vicenda!
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Lo 'scandalo degli omicidi' sull'Ex-VP Hashemi sta distruggendo il partito di Allawi, collaboratore con gli invasori americani!



Il 'Movimento Nazionale Irakeno', altresì conosciuto come la 'Lista Al-Iraqiya', coalizione politica formata dalla confluenza della 'Lista del Rinnovo' dell'Ex-Vicepresidente (e restauratore della nobile arte mediorientale dell'assassinio, tramandataci fin dai tempi di Hasan i-Sabah) Tarek Hashemi, dalla 'Lista Nazionale Irakena' dell'Ex-premier e storico collaborazionista con gli Americani Iyad Allawi, e il 'Fronte Nazionale del Dialogo' di Saleh al-Mutlaq, sarebbe ormai sul punto di disintegrarsi, proprio alla vigilia delle prossime elezioni parlamentari, che vedrebbero quindi le sue varie componenti presentarsi alle urne in ordine sparso (una sicura ricetta per il disastro).

Alcuni commentatori particolarmente cinici osservano che una coalizione tra forze politiche diversissime tenuta insieme solo nalla stringente necessità di opporsi al potente cartello delle liste sciite guidate dall'attuale Primo Ministro Nouri al-Maliki non poteva certo andare lontano: infatti la genesi dello sgangherato 'Movimento Nazionale' sta solo e soltanto nella volontà delle sue tre componenti di contrastare la pronosticata massiccia affermazione alle urne della "Coalizione dello Stato di Diritto" che riuniva partiti laici e secolari e liste religiose riconducibili alla maggioritaria comunità sciita irakena.

Il giochino riuscì, ma a stento, (con un misero scarto di due seggi), costringendo quindi lo sciita Maliki a venire a patti con la chimerica coalizione avversaria per dare vita a un Governo di Unità Nazionale che godesse di una schiacciante maggioranza parlamentare (180 deputati su 325), ma le cose si mostrarono da subito difficili per la triforme alleanza del 'Movimento Nazionale' che, a spizzichi e bocconi é arrivata a perdere 42 deputati sui 91 che ha portato in Parlamento. Il colpo di grazia, infine, sembra lo stia dando lo scandalo della "Anonima Omicidi" organizzata dall'Ex-vicepresidente Al-Hashemi, che aveva trasformato in killer prezzolati (3000 dollari a 'colpo', era la tariffa) il proprio distaccamento di guardie del corpo, utilizzandolo per uccidere esponenti politici rivali e ufficiali delle forze armate che rischiavano di scoprire troppo sul suo conto.

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Le Brigate Salah-ad-Din mettono in fuga attaccanti sionisti nella Striscia di Gaza a colpi di mortaio!


Riceviamo ora la notizia che un tentativo di incursione notturna nella zona centrale della Striscia di Gaza da parte di truppe del regime sionista di occupazione é stato sventato dal pronto e decisivo intervento dei miliziani delle 'Brigate Salah-ad-Din', braccio armato dei Comitati di Resistenza popolare.

Militari sionisti a bordo di veicoli corazzati e cingolati da trasporto truppe (apparentemente 'Merkava III' e 'Achzarit', rispettivamente) sono penetrati attraverso la 'terra di nessuno' (la fascia di territorio illegalmente interdetto da parte del regime ebraico) e hanno aperto un corridoio per alcuni bulldozer corazzati, che hanno subito iniziato a distruggere infrastrutture e terreni agricoli, mentre i veicoli armati lasciavano partire una letale cortina di fuoco per coprire l'azione devastatrice dei caterpillar.

Tuttavia dopo poco tempo dalla vicina Deir el-Balah si é manifestata la reazione di un manipolo di membri della Resistenza palestinese che, inquadrati gli invasori nei loro mirini hanno cominciato a bersagliarli con tiri di mortaio. Quando gli attaccanti si sono resi conto di non riuscire a individuare le posizioni da cui venivano colpiti (i mortai non rilasciano vampa quando sparano e al buio sono pressoché invisibili anche agli apparati ottici a intensificazione, se ben mascherati) hanno preferito desistere dalla loro operazione ritirandosi oltre il confine.

In un comunicato rilasciato a stretto giro un portavoce dei Comitati di Resistenza Popolare ha dichiarato che i colpi di mortaio della nottata, anche se non hanno distrutto nessun carro sionista e non hanno ucciso nessun invasore sono la testimonianza che i militari della Resistenza si mobiliteranno sempre e comunque per affrontare gli attacchi dell'Occupazione, costituendo la prima linea di difesa della Palestina, della sua terra e del suo popolo.
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Delegazione ministeriale libanese parte per la Libia per chiudere definitivamente il 'dossier' su Imam Moussa Sadr!


Come anticipato nei mesi scorsi su queste nostre pagine é finalmente partita alla volta della Libia la delegazione ufficiale libanese incaricata dal Governo, dal Partito Amal e dai rappresentanti religiosi della comunità sciita di chiarire il fato di Imam Moussa Sadr e dei suoi due accompagnatori (Mohammad Yaacoub e Abbas Badreddine) che nel 1978 scomparvero letteralmente durante (o a ridosso) di una visita nel paese nordafricano, allora sottoposto al regime del mercuriale dittatore Gheddafi.

Capo della delegazione é nientemeno che il Ministro degli Esteri dell'Esecutivo Mikati, Adnan Mansour, a sottolineare l'altissimo livello a cui l'intera società libanese si sente coinvolta dalla ricerca della verità su quello che é uno dei 'casi' più celebri della politica internazionale mediorientale e nordafricana degli ultimi decenni.

Nonostante alcune persone avessero per anni espresso la speranza che il celebre leader religioso e fondatore di Amal si trovasse detenuto in qualche galera del Colonnello di Tripoli sembra quasi certo che egli sia stato invece ucciso insieme ai suoi compagni di viaggio; resterebbe da capire quando, come, per quale motivazione e se esista una sepoltura o comunque dei resti da potere inumare.

Una spiegazione prosaica e 'politica' dell'accaduto pretenderebbe che Sadr sia stato assassinato su richiesta di un'ala dell'OLP che, all'epoca dei fatti, si sentisse minacciata dalla crescente popolarità di Amal nel Sud del Libano, che intralciava le operazioni di guerriglia che dalla zona partivano contro il regime ebraico di occupazione. Una ricostruzione più "religiosa" e "psicologica" vorrebbe che Sadr sia stato invece letteralmente ucciso a calci e pugni dai "gorilla" di Gheddafi per ordine di quest'ultimo, fuori di sé dall'ira dopo che, al termine di una lunga discussione su temi religiosi, fosse stato duramente criticato dal religioso sciita per sue affermazioni eccessivamente eterodosse e personali, al limite dell'eresia.

Riguardo la spedizione in Libia Mansour ha dichiarato: "Non stiamo andando a 'fare indagini', stiamo andando a concluderle e a fare chiarezza una volta per tutte, vogliamo girare la pagina definitivamente su questo capitolo e chiuderlo una volta per tutte, non faremo "esplorazioni" o "ricerche", ma raccoglieremo dati e fatti e, dopo aver parlato con Capo del Consiglio di Transizione Jalil (sopra a dx nella foto), col Primo Ministro a interim e coi Ministri della Difesa e degli Esteri concluderemo una volta per tutte questa faccenda".
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mercoledì 11 gennaio 2012

Nuova apparizione pubblica del Presidente Assad nella Piazza degli Ummayadi a Damasco!


"Voglio essere con voi, al vostro fianco, per assorbire la carica e il sostegno necessario ad affrontare tutto quello che sta venendo lanciato e scatenato contro il nostro paese e contro di voi, per poterlo contrastare e sconfiggere!"



Con queste parole appassionate e appassionanti, anche se pronunciate con l'usuale self-control da consumato giocatore di 'backgammon' il Presidente siriano Bashir al-Assad si é rivolto alla cittadinanza riunitasi presso la Piazza degli Ummayadi nella capitale Damasco, spiegando che il costante e caloroso sostegno di cui riceve costantemente prova attraverso le immagini di grandi manifestazioni a sostegno della sua persona e della propria leadership gli è necessario più che mai in questa fase critica di lotta contro il complotto sionista, imperialista e saudita contro la nazione siriana.

La first lady Asima e i due figli, protetti da un imponente schieramento di guardie del corpo, hanno accompagnato il Presidente nella sua uscita pubblica. Al contrario della moglie e dei rampolli Assad non aveva quasi protezione e si é lasciato avvicinare e congratulare da passanti e astanti, a più riprese, a dimostrare che, anche con i recenti episodi terroristici che hanno colpito anche la capitale, lui si fida sempre e comunque del suo popolo.
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Controffensiva dei guerriglieri Al-Shabaab contro gli aggressori Kenioti spalleggiati da Obama e Netanyahu: 18 invasori eliminati!


Una vasta serie di operazioni controffensive ha visto impegnate le milizie musulmane Al-Shabaab che si oppongono armi in pugno all'invasione keniota ordinata dal "Nobel per la Pace" Barack Obama e da Benji Netanyahu, nel quadro dell'offensiva sionista contro l'Africa nera per piegarla ai voleri di Tel Aviv. Secondo quanto diffuso dagli stessi Al-Shabaab tramite il loro account Twitter e quanto osservato direttamente sul terreno da membri di ONG internazionali e cronisti dei media teatro degli scontri sarebbero state le località di Taabta e Qoqani, nella regione del Giuba Inferiore.

L'attacco degli Al-Shabaab avrebbe avuto tutte le caratteristiche di un'operazione di guerriglia da manuale, con mine e cariche esplosive che sarebbero state fatte detonare al passaggio di un convoglio di trasporti-truppe Kenioti; una volta fatti divampare gli esplosivi i combattenti Al-Shabaab sarebbero emersi dal 'bush' scaricando lanciarazzi, mortai e mitragliatrici sui superstiti confusi e scossi, menandone letteralmente strage. Almeno 18 soldati di Nairobi sarebbero rimasti sul terreno ma ad essi dovrebbero aggiungersi numerosi collaborazionisti somali, 'guide' e altri fiancheggiatori.

Questa versione dei fatti é stata diffusa dall'ufficiale della guerriglia Sceicco Abukar Ali Aden. Secondo quanto riferito dal portavoce governativo Mohamed Dahir Afrah gli Al-Shabaab avrebbero anche fatto uso di razzi da battaglia e artiglierie leggere. Da quanto finora noto, invece, non dovrebbero essere presenti, tra le vittime "istruttori militari" o "osservatori" americani, francesi o israeliani, come era stato riferito in un primo momento, subito dopo l'attacco.
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Sicari sionisti e terroristi dell'MKO compiono attentato mortale contro scienziato iraniano!


Una bomba magnetica attaccata da un assassino in motocicletta alla fiancata dell'auto; questo l'espediente (a dire il vero proprio "low tech") utilizzato dai sicari del Mossad e dai loro complici della milizia terrorista dell'MKO per fare esplodere la vettura su cui viaggiava Mostafa Ahmad Roshan, responsabile di alto livello dell'impianto nucleare di Natanz. Laureatosi in Ingegneria Chimica con altissimi voti all'Università di Sharif e in seguito specializzatosi in Tecnologie Nucleari Roshan era diventato responsabile dell'impianto di Natanz con speciale delega al marketing.

E' l'ennesima vittima della campagna di omicidi scatenata dall'entità terrorista di occupazione della Palestina e dai suoi sostenitori e complici internazionali negli ultimi anni contro il programma nucleare iraniano. La Repubblica Islamica, con le prove in suo possesso, avrebbe tutto il diritto morale di effettuare operazioni di rappresaglia contro il regime ebraico e la sua lobby internazionale, colpendo i suoi esponenti e i suoi interessi ovunque si trovino.

Finora, i governanti di Teheran hanno deciso di astenersi da simili azioni, ma non é detto che, persistendo Tel Aviv nei suoi atti criminosi, non decidano di cambiare idea. Il 29 novembre di due anni fa (nel 2010) Majid Shahriari e Fereydoun Abbasi, professori universitari iraniani specializzati in Ingegneria Nucleare, vennero colpiti in maniera non troppo dissimile, ma il Professor Abbasi sopravvisse e venne trasferito in una residenza protetta per poter continuare in sicurezza il suo lavoro.

Nonostante gli attentati e le morti inflitte alla comunità tecnico-scientifica della Repubblica Islamica il programma nucleare iraniano non solo ha compiuto grandi passi avanti, ma ha addirittura sorpassato le previsioni più "pessimistiche" dei cosiddetti 'esperti' di intelligence americana e sionista, che prospettavano il raggiungimento della capacità produttiva autonoma di elementi combustibili nucleari per l'Iran attorno al 2014-15, quando invece la prima barra di uranio prodotta in Iran sta venendo testata proprio in queste settimane.

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Ecco al lavoro la "democrazia" del regime ebraico: il Ministro razzista Liberman vuol sciogliere i partiti dell'etnia Palestinese!


Una delle molte ipocrite piaggerie che venivano ripetute dai corifei dell'Hasbara ogniqualvolta un loro interlocutore si peritava di far notare la natura razzista e discriminatoria dell'occupazione sionista in terra di Palestina é sempre stata: "Ma come? Israele é L'UNICA DEMOCRAZIA del Medio Oriente!". A parte che se il solo fatto di effettuare una chiamata di correo a scadenze temporali più o meno equidistanti per far marcare crocette su dei pezzi di carta a una certa quota di popolazione fosse il solo requisito di "Democrazia" lo sarebbero anche gli Usa della bipartisanship elitaria, cosa che non crediamo affatto, (e, a quel punto, lo sarebbero stati anche l'Egitto di Mubarak e la Bulgaria di Zhivkov), tale affermazione (via via meno frequentemente ripetuta mano a mano che i paesi toccati dalla Primavera Araba si sono avviati sul cammino di libere e veramente democratiche elezioni una volta liberati dai tiranni filo-Usa e filo-sionisti) ha mostrato definitivamente la corda nel corso dell'ultima sessione della Knesset, il Parlamento del regime ebraico di occupazione.

Durante questa, infatti, il partito ultranazionalista e razzista guidato dall'attuale Ministro degli Esteri Avigdor Lieberman ha sottoposto un progetto di legge che, se approvato, impedirebbe per sempre l'entrata in Parlamento di rappresentanti della "razza inferiore", l'etnia Palestinese costituita dai sopravvissuti e discendenti (all'interno dei confini dell'Occupazione) dei superstiti della Nakba, l'Olocausto inflitto ai legittimi abitanti della regione da invasori e terroristi ebrei a cavallo del 1948 e negli anni immediatamente precedenti e successivi.

I nativi Palestinesi che ancora oggi rappresentano un abitante di 'Israele' ogni tre-quattro sono considerati a tutti gli effetti "Cittadini di Serie B" dall'entità occupante: hanno diversi documenti, ricevono una miserrima frazione della spesa pubblica riservata agli Ebrei (per sanità, educazione, previdenza sociale), sono confinati in bantustan e comunità-ghetto, non possono servire nei Ministeri governativi in qualunque funzione, non possono comprare casa e terreni al di fuori delle loro comunità isolate, non possono contrarre matrimonio con Palestinesi della diaspora, abitanti dei territori occupati o cittadini di altri Stati arabi e portare a vivere lo sposo/la sposa con loro nel Regime dell'Occupazione. Ultimamente é stato loro persino proibito di manifestare pubblicamente in occasione dell'anniversario della Nakba.

(La 'democrazia' israeliana al lavoro - Ecco cosa accade quando la deputata palestinese Haneen Zoabi tenta di prendere la parola per riferire alla Knesset riguardo l'illegalità dell'assedio verso Gaza)

Adesso, se il disegno di legge andrà in porto, anche l'ultima "foglia di fico" sulla presunta 'democrazia' israeliana andrà in cenere: la proposta razzista vuole infatti vietare l'eleggibilità, cioé il diritto elettorale passivo, a quanti non abbiano prestato servizio nelle forze militari sioniste e, visto che ai nativi Palestinesi é fatto divieto di portare armi e ricevere istruzione militare, l'esclusione totale dal Parlamento su base rigidamente etnica e razziale sarebbe quindi completa e assoluta. I partiti di Sinistra Balad e Taal potrebbero forse sopravvivere con candidati esclusivamente ebrei (anche se in parte eletti da Palestinesi nativi), ma la Lista Unita Araba, il cui gruppo dirigente é totalmente palestinese verrebbe praticamente distrutta come formazione politica.

Che bella la "democrazia" di Israhell!
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Il Premier Haniyeh torna a Gaza dopo il suo viaggio diplomatico in quattro Stati: calorosa accoglienza da parte della popolazione!


"Questo viaggio é stato un successo per il Governo, per Hamas, per la Resistenza e per tutti i Palestinesi di Gaza e non, é stato un colpo vibrato all'assedio e all'occupazione!". Con queste parole il Primo Ministro palestinese Haniyeh é rientrato in patria dopo il suo tour diplomatico al Cairo, Khartoum, Istanbul, Ankara e Tunisia.

Accolto da una folla festante ha dichiarato ai cronisti che nel prossimo futuro, forse già nell'immediato si materializzerà a livello arabo, musulmano e regionale un più ampio e forte sostegno alle iniziative palestinesi di Resistenza.

Haniyeh ha annunciato che quanto prima, il prima possibile, ripartirà per un secondo viaggio di visite ufficiali, questa volta mirato verso i paesi arabi del Golfo e, forse, anche verso l'Iran.
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martedì 10 gennaio 2012

Altri morti in Sud-Sudan, la popolazione inizia a risentirsi per l'estrema corruzione e inefficienza del 'governo' del cowboy Salva Kiir!


Sembrava che, con la rivelazione dell'immensa strage avvenuta giorni fa a Pibor, il 'termometro' dei massacri etnici in Sud-Sudan, dove per giorni e giorni i miliziani Lou Nuer hanno dato la caccia ai Murle nella regione di Jonglei fosse, giocoforza, destinato a "scendere", visto che ormai chi poteva essere massacrato lo era stato e, salvo le inevitabili morti per denutrizione, epidemie e mancanza di cure mediche, chi si era trasformato in profugo a costo di abbandonare casa, averi, greggi e d armenti poteva essere relativamente sicuro di avere salvato la pelle.

Invece no.

Invece arriva la notizia che oltre 20 persone sarebbero state assassinate tra le cittadine di Denjok (nella Contea di East Akobo) e il villaggio di Kaikuin (che si trova invece nella regione di West Akobo), campi sarebbero stati dati alle fiamme insieme a diverse case e mandrie di vacche e buoi razziate di rei degli assassinii. La notizia é stata confermata dal Governatore (per modo di dire) dello Jonglei, Kuol Manyang, che ha dovuto anche aggiungere che circa 11 bambini sarebbero stati rapiti. Spesso i guerriglieri rapiscono giovinetti che poi costringono, traumatizzandoli con violenze inaudite, a diventare 'bambini soldato'.


Intanto nella capitale del Sud-Sudan, lo stato-fantoccio voluto da Israele come burattino per minacciare Khartoum e Il Cairo, una vasta manifestazione di protesta ha avuto luogo per denunciare l'ignavia del governo del cowboy Salva Kiir, che si é dimostrato totalmente incapace di provvedere a mantenere un minimo di sicurezza nel territorio sottoposto al suo controllo in conseguenza del referendum-trappola che ha sancito la secessione unilaterale della parte meridionale del Sudan.
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