Il Mufti di Tunisi Othman Battik, massima autorità religiosa per i Musulmani sunniti del paese nordafricano ha usato il pulpito della scorsa preghiera del venerdì per lanciare il suo "altolà" ai predicatori estremisti che negli ultimi tempi hanno fatto opera di proselitismo se non di vero e proprio reclutamento al fine di inviare giovani fanatizzati a rimpinguare le fila dei mercenari qaedisti wahabiti pagati dagli Emiri sauditi e qatarioti e sostenuti da Usa, NATO e Israele contro il Governo del Presidente Assad e il popolo siriano, specialmente le minoranze cristiane, druse, sciite e alawite.
"Andare in un paese musulmano per uccidere altri musulmani e altri aderenti alle Religioni del Libro, nel tentativo di rovesciare un Governo eletto e sostenuto dal popolo di quel paese, non può, sotto alcun aspetto o sotto alcuna giustificazione, venire considerato come un atto di Jihad", ha dichiarato il Mufti sottolineando inoltre come le voci riguardo ai 'permessi' di violentare o comunque forzare a rapporti sessuali donne siriane rilasciati da certi 'imam' wahabiti "Dimostrano tutta la corruzione e l'abiezione morale di questi individui".
Pur apprezzando moltissimo ogni presa di posizione da parte di autorità politiche o spirituali contro il wahabismo e contro il complotto imperialista antisiriano ci domandiamo come mai il venerabile Othman Battik abbia aspettato tanto a lungo a lanciare il suo interdetto religioso, visto che la Siria é sotto l'attacco delle bande estremiste ormai da due anni.
Vista la recente stringa di importanti vittorie conseguite dalle forze regolari fedeli al Governo e al Presidente Assad pensiamo (male, ma 'andreottianamente' convinti di 'azzeccarci') che come molti papi, vescovi, bonzi, rabbini e altri personaggi spirituali anche al Mufti di Tunisia piaccia puntare sui cavalli sicuri.
sabato 20 aprile 2013
Il Mufti di Tunisia si pronuncia contro gli estremisti che reclutano mercenari: "Contro Assad nessuna 'Jihad'!"
Ancora caos e scontri in Egitto, oltre ottanta feriti al Cairo, violenze anche ad Alessandria e Daqahliyah!!
Nella giornata di ieri si é rischiata la vera e propria strage al Cairo quando due manifestazioni "parallele", l'una promossa dall'Ikhwan musulmana e sostenuta dalla sua propaggine politica, l'altra riconducibile ai partiti e ai movimenti di opposizione, sono venute in contatto davanti al palazzo cairota della Corte Suprema. Nel bailamme che ne é seguito si sono sentiti numerosi spari, si sono viste sassaiole da entrambe le parti e sono stati appiccati incendi a veicoli e a strutture, con un complessivo bilancio di oltre ottanta feriti.
Per fortuna non ci sono stati morti e tra gli accettati nei vari pronto soccorso della città ben sessantanove sono stati dimessi entro stamane; inoltre scontri di molto minore entità si sono registrati ad Alessandria e Daqahilyah, con bilanci di due ed un ferito rispettivamente.
Le proteste sono state scatenate dalla decisione di rimuovere dalla Procura Generale Abdel Meguid Mahmud e installare al suo posto Talaat Abdallah. Molti in Egitto vedono la Magistratura, fedele esecutrice delle volontà di Mubarak ai tempi dello Stato di Emergenza come l'ultimo bastione di uomini dell'ex-regime e anche la recente decisione di considerare scaduti i termini massimi di carcerazione preventiva per le accuse di complicità in omicidio é stata vista da molti cittadini egiziani come un 'favore' a Mubarak.
Bisogna notare però che, comunque, l'ex-'Faraone' non tornerà libero in conseguenza di tale verdetto, venendo trattenuto in carcere per le accuse di corruzione e malversazione.
Per fortuna non ci sono stati morti e tra gli accettati nei vari pronto soccorso della città ben sessantanove sono stati dimessi entro stamane; inoltre scontri di molto minore entità si sono registrati ad Alessandria e Daqahilyah, con bilanci di due ed un ferito rispettivamente.
Le proteste sono state scatenate dalla decisione di rimuovere dalla Procura Generale Abdel Meguid Mahmud e installare al suo posto Talaat Abdallah. Molti in Egitto vedono la Magistratura, fedele esecutrice delle volontà di Mubarak ai tempi dello Stato di Emergenza come l'ultimo bastione di uomini dell'ex-regime e anche la recente decisione di considerare scaduti i termini massimi di carcerazione preventiva per le accuse di complicità in omicidio é stata vista da molti cittadini egiziani come un 'favore' a Mubarak.
Bisogna notare però che, comunque, l'ex-'Faraone' non tornerà libero in conseguenza di tale verdetto, venendo trattenuto in carcere per le accuse di corruzione e malversazione.
"Come Mengele!" Komsomolskaya Pravda accusa il regime ebraico di avvelenare i prigionieri palestinesi prima di liberarli!
Un nuovo picco degli orrori di quell'abominio civile e morale chiamato 'stato di israele' (che, non abbiamo paura a ripeterlo per l'ennesima volta, va abolito come sono state abolite innumerevoli dittature del passato e sostituito con un unico Stato democratico che garantisca i Diritti di tutti gli abitanti della Palestina) é quello su cui ha fatto balenare una lama di luce il quotidiano russo Komsomolskaya Pravda che nella sua edizione di ieri ha accusato il regime ebraico di sottoporre a inoculazioni tossiche e velenose i prigionieri politici palestinesi durante la loro prigionia, specialmente prima di un loro eventuale rilascio.
Si spiegherebbe così l'altissimo tasso di 'bizzarri' casi di cancro, dei più rari e devastanti (alla vescica, al sistema linfatico...) e di altre rare malattie che spesso hanno spento ex-detenuti politici all'indomani della loro liberazione, a dispetto di tutti i tentativi di parenti e familiari di sottoporli alle terapie più intense e, normalmente, efficaci, tra quelle disponibili nei territori occupati o nell'enclave assediata di Gaza.
Le affermazioni del quotdiano sono basate sulle testimonianze di una ex-detenuta palestinese, Rania Saqa, affermazioni che si inseriscono in una ricca casistica che tende a confermare come il regime sionista sarebbe coinvolto a livelli inimmaginabili in una vera e propria campagna chimico-batteriologica contro la popolazione palestinese, un crimine di una disumanità tale da competere con certe enormità commesse dal Terzo Reich.
L'Istituto di Solidarietà Internazionale per i Diritti Umani ha dichiarato che la condotta israeliana nei confronti dei detenuti politici palestinesi é di per sé sufficiente a porre Tel Aviv al di fuori del consesso delle nazioni civili.
Si spiegherebbe così l'altissimo tasso di 'bizzarri' casi di cancro, dei più rari e devastanti (alla vescica, al sistema linfatico...) e di altre rare malattie che spesso hanno spento ex-detenuti politici all'indomani della loro liberazione, a dispetto di tutti i tentativi di parenti e familiari di sottoporli alle terapie più intense e, normalmente, efficaci, tra quelle disponibili nei territori occupati o nell'enclave assediata di Gaza.
Le affermazioni del quotdiano sono basate sulle testimonianze di una ex-detenuta palestinese, Rania Saqa, affermazioni che si inseriscono in una ricca casistica che tende a confermare come il regime sionista sarebbe coinvolto a livelli inimmaginabili in una vera e propria campagna chimico-batteriologica contro la popolazione palestinese, un crimine di una disumanità tale da competere con certe enormità commesse dal Terzo Reich.
L'Istituto di Solidarietà Internazionale per i Diritti Umani ha dichiarato che la condotta israeliana nei confronti dei detenuti politici palestinesi é di per sé sufficiente a porre Tel Aviv al di fuori del consesso delle nazioni civili.
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venerdì 19 aprile 2013
Mansour: "Il Libano sarà sempre a fianco dell'Iran nel sostenere il suo innegabile Diritto al nucleare civile!"
Che sia o non sia una "dichiarazione da fine mandato", quamdo, con l'Esecutivo a guida Tammam Salam già in corso di formazione sarebbe anche più che legittimo per il Ministro (adesso ad Interim) degli Esteri di Beirut Adnan Mansour "tirarsi fuori qualche sassolino dalla scarpa" pure l'affermazione da lui fatta nella giornata di oggi può essere molto importante per fare il punto sulle tendenze della politica interna libanese.
E le parole di Mansour, pronunciate durante un incontro con l'ambasciatore iraniano Roknabadi sono state esplicite nel rimarcare che, per quanto riguarda lui (e con ogni probabilità anche tutto il Movimento Amal) il sostegno all'Iran non é un "trend" di cui si intraveda a breve un riflusso o un arresto; il Libano, ha detto infatti il Ministro, rimarrà 'sempre e comunque' al fianco di Teheran nel sostenere il Diritto della Repubblica Islamica a dotarsi di un vasto e funzionale programma nucleare civile.
Del resto, come abbiamo sottolineato a più riprese su queste stesse pagine, la Repubblica Islamica ha dichiarato e riaffermato più volte la sua stretta osservanza dei termini del Trattato di Nonproliferazione Nucleare (al contrario del regime ebraico, stato canaglia, che si rifiuta di sottoscriverlo e possiede un arsenale di centinaia di testate atomiche illegali).
E le parole di Mansour, pronunciate durante un incontro con l'ambasciatore iraniano Roknabadi sono state esplicite nel rimarcare che, per quanto riguarda lui (e con ogni probabilità anche tutto il Movimento Amal) il sostegno all'Iran non é un "trend" di cui si intraveda a breve un riflusso o un arresto; il Libano, ha detto infatti il Ministro, rimarrà 'sempre e comunque' al fianco di Teheran nel sostenere il Diritto della Repubblica Islamica a dotarsi di un vasto e funzionale programma nucleare civile.
Del resto, come abbiamo sottolineato a più riprese su queste stesse pagine, la Repubblica Islamica ha dichiarato e riaffermato più volte la sua stretta osservanza dei termini del Trattato di Nonproliferazione Nucleare (al contrario del regime ebraico, stato canaglia, che si rifiuta di sottoscriverlo e possiede un arsenale di centinaia di testate atomiche illegali).
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Il Ministro degli Interni palestinese annuncia la quasi totale distruzione della rete di spie sioniste in Gaza!
Contemporaneamente Hammad ha lodato il civismo e il senso di responsabilità di quanti hanno invece aderito all'appello alla resa, contribuendo attivamente allo smantellamento della rete di intelligence sionista a Gaza e beneficiando della clemenza che invece verrà negata a quanti sono stati recentemente arrestati. Il Ministro ha anche annunciato che un primo scaglione di rei confessi che hanno già rivelato tutto quello che sapevano alle autorità palestinesi verranno prossimamente rimessi in libertà e restituiti alle loro famiglie appena avranno scontato almeno i due terzi della loro pena detentiva.
Da quando il Movimento Hamas ha preso il controllo della Striscia di Gaza in reazione al tentativo di golpe della Fazione Fatah (a inizio 2007) i contatti locali dei servizi israeliani sono precipitati in conseguenza di una vasta e fortunatissima campagna di controspionaggio, la cui prova più grande é stata la continua incapacità del Mossad e servizi affini di localizzare il luogo di detenzione dell'Ebreo francese Gilad Schalit, un fallimento che ha motivato poi la decisione sionista di liberare in cambio della sua restituzione oltre mille prigionieri politici palestinesi.
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Oltre 4000 mercenari wahabiti eliminati in questi giorni dalle forze di Assad, segni di scollamento tra i loro finanziatori!
A quanto recentemente riportato dal canale televisivo libanese 'Al-Manar', di proprietà del Movimento Hezbollah, la recente serie di offensive portate avanti dalle forze governative siriane avrebbe inferto un colpo mortale allo schiaramento wahabita mercenario sostenuto da Turchia, Emirati petroliferi, Usa, Francia e Israele dando modo al Presidente Assad e ai suoi generali il modo di consolidare i successi già ottenuti lo scorso inverno effettivamente aprendo la possibilità a un definitivo "repulisti" del paese.
L'Esercito arabo siriano ha conquistato lo strategico agglomerato di Babulin e le alture circostanti da cui i terroristi potevano ancora godere di un campo di tiro verso l'autostrada Damasco-Aleppo (in precedenza riconquistata dai lealisti e fondamentale per inviare rinforzi e rifornimenti alle truppe impegnate nel Nord del Paese).
Nel Sud del paese, messa al sicuro Daraa e la sua periferia le forze governative hanno preso i villaggi di Sanamein e Ghabagheb e li stanno usando come 'trampolino' per riprendere definitivamente il controllo della frontiera giordana per chiudere definitivamente l'afflusso di armati, esplosivi, munizioni e rifornimenti per i guerriglieri estremisti.
Attorno alla capitale, dopo la riconquista di Ghouta, le forze armate hanno circondato Oteiba dove hanno distrutto un quartier generale del fronte qaedista 'Al-Nusra' e della cosiddetta 'brigata islamica'. Grazie all'eliminazione dei comandanti e al sequestro di tutte le armie e le munizioni presdenti in città anche l'attività terroristica a Jobar, un centro vicino, é cessata improvvisamente consentendo ai soldati siriani di avanzare.
Sembrerebbe inoltre che la pazienza e la generosità degli emiri qatarioti verso i fondamentalisti islamici mercenari inviati contro il Presidente Assad e il popolo siriano sia giunta agli sgoccioli visto che secondo i soliti bene informati il Ministro degli Esteri di Doha Ahmad Jassim al-Thani starebbe cercando di convincere il suo parente Emiro Al-Thani a 'tagliare' i ponti con gli estremisti e cercare di ricomporre la frattura con Assad visto che il power broker di Damasco, dopo due anni di lotta, é sempre lui.
L'Esercito arabo siriano ha conquistato lo strategico agglomerato di Babulin e le alture circostanti da cui i terroristi potevano ancora godere di un campo di tiro verso l'autostrada Damasco-Aleppo (in precedenza riconquistata dai lealisti e fondamentale per inviare rinforzi e rifornimenti alle truppe impegnate nel Nord del Paese).
Nel Sud del paese, messa al sicuro Daraa e la sua periferia le forze governative hanno preso i villaggi di Sanamein e Ghabagheb e li stanno usando come 'trampolino' per riprendere definitivamente il controllo della frontiera giordana per chiudere definitivamente l'afflusso di armati, esplosivi, munizioni e rifornimenti per i guerriglieri estremisti.
Attorno alla capitale, dopo la riconquista di Ghouta, le forze armate hanno circondato Oteiba dove hanno distrutto un quartier generale del fronte qaedista 'Al-Nusra' e della cosiddetta 'brigata islamica'. Grazie all'eliminazione dei comandanti e al sequestro di tutte le armie e le munizioni presdenti in città anche l'attività terroristica a Jobar, un centro vicino, é cessata improvvisamente consentendo ai soldati siriani di avanzare.
Sembrerebbe inoltre che la pazienza e la generosità degli emiri qatarioti verso i fondamentalisti islamici mercenari inviati contro il Presidente Assad e il popolo siriano sia giunta agli sgoccioli visto che secondo i soliti bene informati il Ministro degli Esteri di Doha Ahmad Jassim al-Thani starebbe cercando di convincere il suo parente Emiro Al-Thani a 'tagliare' i ponti con gli estremisti e cercare di ricomporre la frattura con Assad visto che il power broker di Damasco, dopo due anni di lotta, é sempre lui.
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Il Presidente iraniano Ahmadinejad in partenza per il Venezuela dove presenzierà al giuramento presidenziale di Maduro!
Ancora un viaggio diplomatico per l'infaticabile Presidente della Repubblica Islamica che, accompagnato questa volta dal Ministro degli Esteri Ali Akbar Salehi sta preparandosi a partire per Caracas dove renderà omaggio al neo-eletto Presidente latinoamericano, Nicolas Maduro, già Vice e successore designato del compianto Hugo Chavez.
La presenza contemporanea di Ahmadinejad e di Salehi servirà da evidente indicazione e monito che Teheran non ha alcuna intenzione di modificare la sua posizione rispetto agli Stati centro- e sudamericani ansiosi di affrancarsi dal giogo americano e imperialista, specialmente per quanto riguarda il Venezuela, cui la lega una importante serie di trattati di cooperazione e di accordi commerciali e industriali, specialmente nel campo delle tecnologie petrolchimiche.
Grande esportatore di greggio, infatti, il Venezuela ha mostrato di voler seguire le orme dell'Iran dotandosi di una capacità di raffinazione e di produzione di derivati petroliferi autonoma e indipendente dalle grandi compagnie nordamericane ed europee, in maniera da poter soddisfare i suoi bisogni e nel futuro, eventualmente, sfidare le corporazioni imperialiste sul loro stesso terreno.
La presenza contemporanea di Ahmadinejad e di Salehi servirà da evidente indicazione e monito che Teheran non ha alcuna intenzione di modificare la sua posizione rispetto agli Stati centro- e sudamericani ansiosi di affrancarsi dal giogo americano e imperialista, specialmente per quanto riguarda il Venezuela, cui la lega una importante serie di trattati di cooperazione e di accordi commerciali e industriali, specialmente nel campo delle tecnologie petrolchimiche.
Grande esportatore di greggio, infatti, il Venezuela ha mostrato di voler seguire le orme dell'Iran dotandosi di una capacità di raffinazione e di produzione di derivati petroliferi autonoma e indipendente dalle grandi compagnie nordamericane ed europee, in maniera da poter soddisfare i suoi bisogni e nel futuro, eventualmente, sfidare le corporazioni imperialiste sul loro stesso terreno.
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giovedì 18 aprile 2013
Le forze di sicurezza di Bagdad danno la caccia a Izzat al-Douri, l' "Ultimo dei Saddamiti!" nascosto attorno a Tikrit!
Obiettivo dell'operazione era la cattura di Izzat Ibrahim al-Dhouri, ultimo dei 'Saddamiti' ancora in vita e a piede libero, sorta di Martin Boorman del baathismo iracheno (quello deviato e asservito agli Usa). Come Boorman Al-Dhouri aveva ricevuto incarichi delicatissimi dall'Ex-dittatore di Bagdad, come ad esempio rifornire e addestrare i terroristi MKO in funzione anti-iraniana (prima che venissero sconfitti e distrutti a migliaia dalla eroica resistenza dei Pasdaran nell'estate 1988).
Al-Dhouri possedeva una villa nel villaggio di Dhour, da dove veniva, ma potrebbe anche essersi rifugiato nel vicino centro abitato di Hawija. Nonostante alcune voci lo dessero emigrato in Qatar (ospite dei corrotti emiri petroliferi filo-usa e filo-israele, che strano!) Al-Dhouri probabilmente é tornato in Irak per sostenere l'unione tra ex-sostenitori di Saddam e terroristi wahabiti manipolati a loro volta da Al-Thani e Al-Saoud.
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Dopo Haniyeh anche Mishaal assicura: "Hamas può liberare molti altri prigionieri politici!", dai Khaled, facci vedere come!
Soltanto qualche giorno fa commentavamo l'uscita di Ismail Haniyeh che in una dichiarazione ufficiale aveva dichiarato la capacità del Movimento Hamas di ottenere la liberazione di un nuovo importante numero di prigioneri politici palestinesi; ricordando la brillante maniera in cui, tenendo nascosto agli agenti del regime ebraico il luogo di detenzione di Schalit Hamas aveva ottenuto il rilascio di oltre mille detenuti, ammettevamo che piuttosto che alla collaborazione coi wahabiti siriani e all'asservimento della Causa palestinese ai desideri sauditi e qatarioti la dirigenza del Movimento fosse tornata a discutere di Resistenza attiva contro il nemico sionista, questo poteva certo rivelarsi possibile.
Adesso, a pochi giorni di distanza lo stesso tipo di dichiarazione é stata ripetuta da Khaled Mishaal; artefice, insieme all'altro traditore Moussa Abu Marzouk, dell'inversione di marcia che ha portato il Movimento Hamas ad allontanarsi da Siria e Iran e a correre tra le braccia degli emirati petroliferi del Golfo, fedeli servitori di Usa e Israele, offendendo e spregiando la memoria di migliaia di martiri che nel corso di un quarto di secolo si sono immolati lottando contro il regime ebraico: dallo Sceicco Yassin, a Rantisi, fino all'ultima vittima della Guerra degli Otto Giorni.
Vorremmo veramente vedere come Mishaal intende riuscire a liberare anche solo mezzo prigioniero politico dalla sua nuova posizione di cagnolino scodinzolante sotto il tavolo del pingue Emiro al-Thani, lo invitiamo a stupirci!!
Adesso, a pochi giorni di distanza lo stesso tipo di dichiarazione é stata ripetuta da Khaled Mishaal; artefice, insieme all'altro traditore Moussa Abu Marzouk, dell'inversione di marcia che ha portato il Movimento Hamas ad allontanarsi da Siria e Iran e a correre tra le braccia degli emirati petroliferi del Golfo, fedeli servitori di Usa e Israele, offendendo e spregiando la memoria di migliaia di martiri che nel corso di un quarto di secolo si sono immolati lottando contro il regime ebraico: dallo Sceicco Yassin, a Rantisi, fino all'ultima vittima della Guerra degli Otto Giorni.
Vorremmo veramente vedere come Mishaal intende riuscire a liberare anche solo mezzo prigioniero politico dalla sua nuova posizione di cagnolino scodinzolante sotto il tavolo del pingue Emiro al-Thani, lo invitiamo a stupirci!!
Mubarak tornerà a essere imputato per i morti di Piazza Tahrir il prossimo 11 maggio!
Dovrebbe celebrarsi il prossimo 11 maggio la ripetizione del processo all'ex-Dittatore egiziano Hosni Mubarak e ad alcuni dei suoi più stretti collaboratori presso la Corte Criminale del Cairo-Nord; come già nel precedente processo, annullato in seguito a una richiesta di appello dello stesso Mubarak accettata nel caos politico-istituzionale di alcuni mesi fa, l'accusa principale e più grave elevata al suo indirizzo sarà quella di avere direttamente contribuito al processo decisionale che risultò nell'uccisione di circa 900 manifestanti durante i giorni più "caldi" della protesta popolare di inizio 2011, che eventualmente risultà nella caduta del suo regime.
Come già nel precedente processo, se riconosciuto pienamente colpevole di fronte alla Corte, Mubarak rischia secondo le leggi egiziane di incorrere nella pena capitale. Oltre a lui anche sei alti ufficiali delle forze di sicurezza e l'Ex-ministro degli Interni Habib Adly saranno sul banco degli imputati sottoposti alle stesse accuse.
La nuova data per il processo é stata scelta dopo le dimissioni del Giudice Mostafa Hassan Abdallah dalla Corte; nel procedimento precedente l'Ex-satrapo del Cairo aveva ricevuto una condanna al carcere a vita che era andata a sommarsi ai numerosi anni di prigione già inflittigli per reati amministrativi, di corruzione e di malversazione del patrimonio e delle risorse naturali del paese.
Come già nel precedente processo, se riconosciuto pienamente colpevole di fronte alla Corte, Mubarak rischia secondo le leggi egiziane di incorrere nella pena capitale. Oltre a lui anche sei alti ufficiali delle forze di sicurezza e l'Ex-ministro degli Interni Habib Adly saranno sul banco degli imputati sottoposti alle stesse accuse.
La nuova data per il processo é stata scelta dopo le dimissioni del Giudice Mostafa Hassan Abdallah dalla Corte; nel procedimento precedente l'Ex-satrapo del Cairo aveva ricevuto una condanna al carcere a vita che era andata a sommarsi ai numerosi anni di prigione già inflittigli per reati amministrativi, di corruzione e di malversazione del patrimonio e delle risorse naturali del paese.
mercoledì 17 aprile 2013
"Saddamiti" e Al-Qaeda si alleano in Irak con la benedizione dei loro burattinai americani e sauditi!
Come abbiamo sempre sostenuto su queste pagine, onde impedire il cementarsi di una solida unione di paesi moderni, autonomi, emancipati e saldamente anti-imperialisti e anti-sionisti che vada dal Centro dell'Asia fino alle coste del Mediterraneo Orientale, l'Occidente corrotto e arrogante é disposto a usare tutte le sue pedine, anche quelle più sporche e impresentabili, anche a costo di mescolarle insieme in accrocchi chimerici e mostruosi. E' quello che sta succedendo attualmente in Irak dove la CIA e i servizi segreti sauditi sono stati 'Best Men' nell'incredibile matrimonio tra i rimasugli del regime di Saddam Hussein e l'organizzazione estremista wahabita "Al-Qaeda in Irak" che si sono alleati per scatenare il terrore più cieco e insensato contro la società civile irakena (tutta schierata con il Governo in carica di Nouri al-Maliki) prima delle previste elezioni provinciali.
Del resto Saddam Hussein era la pedina di Washington 1.0, contatto su libro-paga CIA fin dai tempi dell'Università al Cairo, mentre Al-Qaeda, nelle sue varie forme, é la pedina di Washington 2.0, forgiata negli anni '80 quando Saddam era già stato scagliato (fido esecutore dei desideri USA) contro l'Iran che "aveva osato" cacciare il satrapo Palhevi con la Rivoluzione islamica. Adesso che presi da soli qaedisti e saddamiti non sono sufficienti a intaccare il blocco di sostegno popolare di cui gode Nouri al-Maliki, ecco che arrivano le 'nozze sacrileghe' a cementare un'alleanza che solo nel 2001 sarebbe stata impensabile. Il commentatore Intifad Qanbar ai microfoni di PressTV articola le sue analisi in merito, con una capacità di approfondimento e sintesi che merita un ascolto attento e ragionato.
Proprio di recente Atheel al-Nujaifi, Governatore della Provincia settentrionale di Niniveh, é scampato a un attentato terroristico quando il suo convoglio motorizzato é stato colpito da una mina piazzata lungo la strada che stava percorrendo a circa una sessantina di Km da Mosul. Per fortuna nessuno, tantomeno il Governatore, ha riportato ferite dall'esplosione ma nella stessa giornata, in altre regione del paese mesopotamico, i gruppi terroristici, saddamiti e qaedisti, hanno fatto nove morti e poco meno di trenta feriti.
Si conclude il viaggio di Ahmadinejad in Africa Occidentale, siglati numerosi e importanti accordi politici ed economici!!
Dopo le tappe in Benin e in Niger il Presidente della Repubblica Islamica iraniana Mahmoud Ahmadinejad sta concludendo in Ghana la sua visita ai paesi dell'Africa Occidentale iniziata la scorsa domenica; uno degli ultimi impegni di una frenetica attività diplomatica che lungo entrambe i suoi mandati ha visto l'Ex-sindaco di Teheran allacciare cordiali rapporti non solo con stati tradizionalmente vicini a Teheran (Libano, Irak, Paesi caucasici e Centroasiatici) ma con stati latinoamericani e dell'Africa nera, che vedono favorevolmente l'Iran post-rivoluzionario come esempio di uno Stato che abbia trovato la PROPRIA strada allo sviluppo e alla modernità senza doversi piegare ai diktat dell'imperialismo occidentale.
Dopo essersi incontrato con il Presidente della Camera di Accra Edward Adjaho Ahmadinejad é stato quindi ricevuto dal suo pari grado John Dramani Mahama, col quale ha siglato numerosi protocolli d'intesa e cooperazione che rinsaldano ulteriormente lo status di Teheran nella regione. Prima di ripartire il Presidente iraniano terrà un discorso presso l'Università Islamica e incontrerà gli anziani delle principali tribù del paese, rendendo omaggio a una società che, pure nella sua diversità, non vuole permettere che le differenze tribali ed etniche siano usate da potenze occidentali come punto debole per venire da queste ultime manipolata e aggiogata.
Dopo essersi incontrato con il Presidente della Camera di Accra Edward Adjaho Ahmadinejad é stato quindi ricevuto dal suo pari grado John Dramani Mahama, col quale ha siglato numerosi protocolli d'intesa e cooperazione che rinsaldano ulteriormente lo status di Teheran nella regione. Prima di ripartire il Presidente iraniano terrà un discorso presso l'Università Islamica e incontrerà gli anziani delle principali tribù del paese, rendendo omaggio a una società che, pure nella sua diversità, non vuole permettere che le differenze tribali ed etniche siano usate da potenze occidentali come punto debole per venire da queste ultime manipolata e aggiogata.
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Marzouk al Cairo si scaglia contro John Kerry e contro ogni prospettiva di 'trattativa' col Regime Ebraico!
Il dr. Moussa Abu Marzouk, vicsegeretario del Politburo di Hamas e noto 'ingegnere' del tradimento con cui il già 'Movimento di Resistenza' si é venduto ai desiderata sauditi e qatarioti allontanandosi da Siria, Iran ed Hezbollah, é intervenuto a una kermesse organizzata in suo onore dall'Università di Al-Azhar che ha coinvolto i rappresentanti del Corpo Discente dell'Ateneo, la Coalizione per il Sostegno ad Al-Quds Occupata e l'Accademia di Palestina e Bayt al-Maqdis.
Nel corso della "soirée" il leader di Hamas si é scagliato a più riprese contro i recenti tentativi del Segretario di Stato John Kerry di far "ripartire" i negoziati tra Autorità Nazionale Palestinese (o meglio quel che ne rimane, il moncone cisgiordano egemonizzato da Fatah) e il regime ebraico di occupazione della Palestina. "Kerry" ha denunciato Marzouk "vuole vendere sogni e illusioni a quei Palestinesi ancora abbastanza ingenui da credere che si possa ottenere qualcosa sedendosi a un tavolo con gli occupanti sionisti".
Marzouk ha correttamente indicato che, iniziati per durare 5 anni, i 'colloqui di pace' con Israele sono arrivati a durarne 17 senza che alcuna delle questioni che avrebbero dovuto venire risolte da essi (confini, acqua, status dei rifugiati e status di Al-Quds occupata) sia stata anche solo sfiorata da un barlume di soluzione; in compenso in questi 17 anni Israele ne ha approfittato per annettersi sempre più terra con insediamenti illegali, rubare sempre più acqua e risorse naturali e fare di tutto per evitare di discutere un serio ritiro oltre i confini del 1967.
Se Marzouk ha un'idea così chiara della futilità di trattative con Israele allora ci domandiamo, come mai ha voluto asservire il proprio movimento a quegli Stati che DA SEMPRE sono i migliori alleati e servitori dei desideri israeliani (basta vedere la situazione in Siria)??
Aspettiamo una spiegazione.
Nel corso della "soirée" il leader di Hamas si é scagliato a più riprese contro i recenti tentativi del Segretario di Stato John Kerry di far "ripartire" i negoziati tra Autorità Nazionale Palestinese (o meglio quel che ne rimane, il moncone cisgiordano egemonizzato da Fatah) e il regime ebraico di occupazione della Palestina. "Kerry" ha denunciato Marzouk "vuole vendere sogni e illusioni a quei Palestinesi ancora abbastanza ingenui da credere che si possa ottenere qualcosa sedendosi a un tavolo con gli occupanti sionisti".
Marzouk ha correttamente indicato che, iniziati per durare 5 anni, i 'colloqui di pace' con Israele sono arrivati a durarne 17 senza che alcuna delle questioni che avrebbero dovuto venire risolte da essi (confini, acqua, status dei rifugiati e status di Al-Quds occupata) sia stata anche solo sfiorata da un barlume di soluzione; in compenso in questi 17 anni Israele ne ha approfittato per annettersi sempre più terra con insediamenti illegali, rubare sempre più acqua e risorse naturali e fare di tutto per evitare di discutere un serio ritiro oltre i confini del 1967.
Se Marzouk ha un'idea così chiara della futilità di trattative con Israele allora ci domandiamo, come mai ha voluto asservire il proprio movimento a quegli Stati che DA SEMPRE sono i migliori alleati e servitori dei desideri israeliani (basta vedere la situazione in Siria)??
Aspettiamo una spiegazione.
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Tradimento
17 Aprile: giorno dell'Indipendenza siriana, è il momento di fare il punto sulla situazione di Assad e del suo Governo!
Nel 1946, sessantasette anni fa, esattamente questo stesso giorno, veniva a terminare l'amministrazione coloniale del Mandato Francese del Levante che aveva occupato la Siria dal 1919 in conseguenza dello smembramento dell'Impero Ottomano e della spartizione delle sue spoglie conseguenti al Trattato di Saint-Germain e al successivo accordo Sykes-Picot. I Francesi avevano vulnerato l'integrità territoriale siriana creando artificialmente e artificiosamente uno stato (allora) a maggioranza cristiana (il Libano) in modo da avere un interlocutore privilegiato nell'area anche se i cristiani nel resto del paese avevano combattuto fianco a fianco con le altre confessioni religiose per una Siria autonoma e indipendente: lo dimostra lo stesso ritratto dei 'Padri della Patria' che vedete riportato qui sopra, affiancante un Alawita, un Cristiano, un Druso e un Sunnita.
Proprio l'estrema abitudine alla convivenza tra varie sette ed etnie e la condivisione di una profonda serie di 'valori civili' rappresentano uno dei più importanti "perché" lo Stato siriano grazie alla compattezza del suo popolo sia riuscito a respingere con successo (combattendo per oltre due anni) gli attacchi dei mercenari estremisti wahabiti scatenati contro di esso dalla cospirazione Usa-Nato-Saudita-Qatariota incaricata da Tel Aviv di difendere i suoi interessi abbattendo l'unico stato arabo ancora ufficialmente in guerra col regime ebraico.
I risultati del campo di battaglia ultimamente sono stati più che positivi per le forze di Assad: Damasco, salvo qualche isolato colpo di mortaio e qualche vigliacca autobomba takfira, é sempre più impermeabile ai tentativi di avanzata delle milizie salafite; nel Nord del paese due importanti basi militari assediate da lungo tempo sono state liberate mentre anche gli ultimi miliziani qaedisti hanno dovuto abbandonare i dintorni dell'Aeroporto di Aleppo, la Provincia di Homs é quasi del tutto bonificata di terroristi.
Inoltre, pur duramente provata, la società civile non é collassata: la gente trova costantemente cibo e merci nei negozi e carburante nei distributori, anche se a prezzi sensibilmente aumentati, uffici pubblici e scuole funzionano e i dipendenti pubblici ricevono regolarmente gli stipendi. La Siria prevale non solo dal punto di vista militare e non solo grazie ai suoi soldati ma soprattutto grazie ai suoi cittadini la maggioranza dei quali, pur di credo sunnita, non ha alcuna simpatia per l'estremismo assassino di Al-Qaeda e Al-Nusra.
In particolare la 'fusione' tra la milizia Al-Nusra e quanto rimaneva di 'Al-Qaeda in Irak' ha svelato definitivamente agli occhi del mondo quanto scoperto e spudorato sia il sostegno anglo-francese-americano al più becero estremismo islamico, che viene manipolato da quelli che sono stati (fin dai tempi della CIA, del 'Safari Club' e della crociata islamica antisovietica in Afghanistan) i suoi creatori come comodo strumento contro Assad e la Repubblica Araba di Siria.
Proprio l'estrema abitudine alla convivenza tra varie sette ed etnie e la condivisione di una profonda serie di 'valori civili' rappresentano uno dei più importanti "perché" lo Stato siriano grazie alla compattezza del suo popolo sia riuscito a respingere con successo (combattendo per oltre due anni) gli attacchi dei mercenari estremisti wahabiti scatenati contro di esso dalla cospirazione Usa-Nato-Saudita-Qatariota incaricata da Tel Aviv di difendere i suoi interessi abbattendo l'unico stato arabo ancora ufficialmente in guerra col regime ebraico.
I risultati del campo di battaglia ultimamente sono stati più che positivi per le forze di Assad: Damasco, salvo qualche isolato colpo di mortaio e qualche vigliacca autobomba takfira, é sempre più impermeabile ai tentativi di avanzata delle milizie salafite; nel Nord del paese due importanti basi militari assediate da lungo tempo sono state liberate mentre anche gli ultimi miliziani qaedisti hanno dovuto abbandonare i dintorni dell'Aeroporto di Aleppo, la Provincia di Homs é quasi del tutto bonificata di terroristi.
Inoltre, pur duramente provata, la società civile non é collassata: la gente trova costantemente cibo e merci nei negozi e carburante nei distributori, anche se a prezzi sensibilmente aumentati, uffici pubblici e scuole funzionano e i dipendenti pubblici ricevono regolarmente gli stipendi. La Siria prevale non solo dal punto di vista militare e non solo grazie ai suoi soldati ma soprattutto grazie ai suoi cittadini la maggioranza dei quali, pur di credo sunnita, non ha alcuna simpatia per l'estremismo assassino di Al-Qaeda e Al-Nusra.
In particolare la 'fusione' tra la milizia Al-Nusra e quanto rimaneva di 'Al-Qaeda in Irak' ha svelato definitivamente agli occhi del mondo quanto scoperto e spudorato sia il sostegno anglo-francese-americano al più becero estremismo islamico, che viene manipolato da quelli che sono stati (fin dai tempi della CIA, del 'Safari Club' e della crociata islamica antisovietica in Afghanistan) i suoi creatori come comodo strumento contro Assad e la Repubblica Araba di Siria.
martedì 16 aprile 2013
Mentre 'frignano' in diretta mondiale ai 'bravi' americani in Afghanistan 'scappa' una bomba su un matrimonio: 120 tra morti e feriti!
Era una festa molto più piccola rispetto a quella bostoniana, un semplice banchetto di nozze; ancora più semplice, poi, se paragonato alle cerimonie simili che si tengono nei paesi "occidentali"...non c'erano 'wedding planner' invertiti e dal guardaroba imbarazzante, non c'erano 'boss delle torte' da collasso glicemico e altri tristi figuri che ormai da qualche tempo spadroneggiano sulle frequenze televisive nostrane...c'erano sicuramente del montone arrosto e del riso, sicuramente delle tazze di forte té asiatico, può darsi, probabilmente che ci fossero persino degli uomini armati col turbante, perché chi ha letto Kipling ricorderà che un Afghano ha sempre due cose con sé: "Dio e il suo fucile" (strano, gli Afghani in questo senso sono molto simili ai 'redneck' americani, molto innamorati delle loro convinzioni religiose e delle loro armi da fuoco).
Come nella seguente conferenza stampa del Pentagono ha dichiarato il Luogotenente Comandante della Marina Jeff Davis, un aeroplano Usa che incrociava sopra il banchetto nuziale "Ha perso di vista una delle proprie bombe" e guardacaso, questa bomba 'birichina' che non é riuscita a restare attaccata al jet multimilionario con cui era decollata, é finita dritta in mezzo alla folla degli invitati: risultato, 120 tra morti e feriti.
Oh, ma non pensiate di trovare menzione di queste vittime nei servizi dei TG odierni: oggi c'é solo spazio per i BEN DUE morti di Boston, proprio tra una puntata di "matrimoni da favola" e una del "boss delle torte"!
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Cronache di un mondo parallelo: "Come verrebbe trattato l'attentato di Boston se fosse capitato in Siria??"
!!! ATTENZIONE !!!
Le Righe che leggerete qui sotto sono state ottenute applicando al recente attentato alla Maratona di Boston lo stesso "trattamento" che i media imperialisti complici degli assassini Wahabiti hanno applicato a tutte le notizie di attentati e stragi avvenuti in Siria nel corso degli ultimi due anni!
"Numerose esplosioni hanno scosso la metropoli americana della Costa Atlantica causando almeno due morti e un numero imprecisato ma superiore al centinaio di feriti, alcuni dei quali molto gravi; gli scoppi sono avvenuti durante una cerimonia pubblica nella roccaforte obamiana di Boston, nonostante la massiccia presenza di poliziotti e militari del regime di Washington. Dalla sua sede di Borzonasca l' Osservatorio Americano per i Diritti Umani ha denunciato che l'attentato sarebbe stato commesso dagli stessi Servizi Segreti Americani per screditare l'Esercito Libero Americano che da due anni si batte contro il Dittatore Obama. La propaganda americana ha già iniziato ad accusare i militanti dell'Esercito Libero di essere dietro alla strage".
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Il Presidente iraniano Ahmadinejad visita Benin, Niger e Ghana nell'ambito del sostegno all'autonomia dell'Africa!
Nonostante sia ormai vicino alla scadenza del suo secondo mandato il Presidente della Repubblica Islamica Mahmoud Ahmadinejad ha intrapreso un viaggio ufficiale in Africa Occidentale, nell'ambito del sostegno iraniano a una effettiva autonomia e indipendenza degli stati dell'Africa Nera dalle influenze e dai condizionamenti delle potenze imperialiste e delle loro multinazionali delle risorse agricole e naturali.
A questo processo cui Teheran può fattivamente contribuire con il suo esempio di come sia riuscita progressivamente ad affrancarsi dai lacci e lacciuoli dell'Occidente sviluppando un proprio vivo e vibrante settore tecnico, scientifico e manifatturiero capace di accompagnare il paese nel XXIesimo secolo senza più doversi rivolgere come 'comprador' all'Occidente imperialista.
Prima tappa del tour é stato il Benin, dove Ahmadinejad si é trattenuto da Domenica fino a stamane, quando é partito alla volta del Niger; nella capitale Porto-Novo ha incontrato il collega Presidente Thomas Yayi-Boni il quale si é augurato che il proprio paese possa presto godere di saldi e forti legami con l'Iran, specialmente nel campo degli accordi bilaterali energetici.
A questo processo cui Teheran può fattivamente contribuire con il suo esempio di come sia riuscita progressivamente ad affrancarsi dai lacci e lacciuoli dell'Occidente sviluppando un proprio vivo e vibrante settore tecnico, scientifico e manifatturiero capace di accompagnare il paese nel XXIesimo secolo senza più doversi rivolgere come 'comprador' all'Occidente imperialista.
Prima tappa del tour é stato il Benin, dove Ahmadinejad si é trattenuto da Domenica fino a stamane, quando é partito alla volta del Niger; nella capitale Porto-Novo ha incontrato il collega Presidente Thomas Yayi-Boni il quale si é augurato che il proprio paese possa presto godere di saldi e forti legami con l'Iran, specialmente nel campo degli accordi bilaterali energetici.
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lunedì 15 aprile 2013
L'Esercito di Assad libera due basi militari presso Idlib; l'offensiva continua lungo tutte le principali direttrici!
Ecco l'unica fine possibile per gli stracci neocolonialisti che i wahabiti mercenari di Usa e Israele usano come 'bandiere' a uso e consumo di mentecatti come Ricucci & .co i giornalisti "embedded" coi tagliagole qaedisti che riescono persino a farsi 'sequestrare'...quando simili canaglie incontrano l'Esercito Arabo Siriano i loro vessilli sono buoni appena per fare da zerbino e pulire le suole degli anfibi.
La scena potrebbe benissimo arrivare dalle basi militari di Wadi Def e Hadamiya, ambedue liberate nel corso dell'ultima spinta offensiva delle forze armate governative nella Provincia di Idlib, che ha portato a liberare i due importanti complessi fortificati e a riaprire del tutto ai lealisti il controllo dell'autostrada Damasco-Aleppo lungo la quale sarà ora possibile far transitare rinforzi e rifornimenti ancora pià sostazioni verso il teatro operativo settentrionale.
Nella Provincia di Damasco un'unità speciale dell'Esercito, agendo in cooperazione coi servizi segreti, ha eliminato un commando di otto terroristi stranieri che stavano preparando un attentato contro il popolare santuario di Sayeda Sakinah.
La scena potrebbe benissimo arrivare dalle basi militari di Wadi Def e Hadamiya, ambedue liberate nel corso dell'ultima spinta offensiva delle forze armate governative nella Provincia di Idlib, che ha portato a liberare i due importanti complessi fortificati e a riaprire del tutto ai lealisti il controllo dell'autostrada Damasco-Aleppo lungo la quale sarà ora possibile far transitare rinforzi e rifornimenti ancora pià sostazioni verso il teatro operativo settentrionale.
Nella Provincia di Damasco un'unità speciale dell'Esercito, agendo in cooperazione coi servizi segreti, ha eliminato un commando di otto terroristi stranieri che stavano preparando un attentato contro il popolare santuario di Sayeda Sakinah.
Nordamerica, svegliati!! Campagna pro-palestinese in Canada, mentre il movimento BDS cresce negli Usa!!
Una importante campagna multimediale di sensibilizzazione e informazione sta avendo luogo in Canada a opera della benemerita associazione denominate CJPME - Canadesi per la Giustizia e la Pace in Medio Oriente - che, conscia del tremendo "potenziale di fuoco" (soprattutto finanziario) della Lobby Sionista, come da noi più volte denunciato, ormai in totale controllo di ambedue i partiti del sistema politico locale, ha intenzione di contrastarlo con iniziative 'grassroots' che traggano dalla consapevolezza diffusa e dal finanziamento autonomo la forza che nessuna lobby a sei punte potrà intimidire, minacciare o contrastare.
Insieme all'adesione della principale chiesa protestante del paese alla campagna internazionale di boicottaggio anti-israele anche questa notizia segnala come la società civile canadese si stia mobilitando sempre più contro il razzismo e l'apartheid di Tel Aviv, mentre, dal "sud del confine", arrivano le prime timide avvisaglie che potrebbero annunciare un'estensione della consapevolezza filopalestinese e antisionista persino nel paese che finora più ferreamente é stritolato nella morsa letale della 'Lobby a Sei Punte'.
Sembra infatti che ormai da diversi mesi un grande magazzino 'Target' di Washington DC sia teatro di regolari sit-in di protesta di attivisti BDS 'a stelle e strisce' che sensibilizzano gli acquirenti diretti verso il loro shopping sulla necessità di non finanziare l'occupazione sionista illegale della Palestina, ad esempio evitando di acquistare il carbonizzatore di bevande 'Soda Stream', molto popolare negli Usa ma purtroppo prodotto da una compagnia sionista con interessi nella Cisgiordania occupata.
Insieme all'adesione della principale chiesa protestante del paese alla campagna internazionale di boicottaggio anti-israele anche questa notizia segnala come la società civile canadese si stia mobilitando sempre più contro il razzismo e l'apartheid di Tel Aviv, mentre, dal "sud del confine", arrivano le prime timide avvisaglie che potrebbero annunciare un'estensione della consapevolezza filopalestinese e antisionista persino nel paese che finora più ferreamente é stritolato nella morsa letale della 'Lobby a Sei Punte'.
Sembra infatti che ormai da diversi mesi un grande magazzino 'Target' di Washington DC sia teatro di regolari sit-in di protesta di attivisti BDS 'a stelle e strisce' che sensibilizzano gli acquirenti diretti verso il loro shopping sulla necessità di non finanziare l'occupazione sionista illegale della Palestina, ad esempio evitando di acquistare il carbonizzatore di bevande 'Soda Stream', molto popolare negli Usa ma purtroppo prodotto da una compagnia sionista con interessi nella Cisgiordania occupata.
Najib Mikati si congeda con un monito ai giovani libanesi nell'anniversario della Guerra Civile: "Attenti ai profeti di settarismo e violenza!"
Mentre sembra ormai in dirittura d'arrivo il processo di consultazione guidato dal suo successore-incaricato Tammam Salam il Primo Ministro libanese ad Interim Najib Mikati ha colto l'occasione di una data altamente simbolica per i cittadini del Paese dei Cedri per lasciare il suo "testamento politico" pronunciando un discorso di fronte alla delegazione di una ONG nel 38esimo anniversario dello scoppio della Guerra Civile libanese che ricorreva proprio ieri.
"La gioventù di questo paese dovrebbe guardarsi bene dal rimanere affascinata o manipolata dai profeti di settarismo e violenza che con le loro retoriche incendiarie aumentano soltanto il malcontento e le divisioni tra le varie componenti della nostra variegata società. Noi abbiamo bisogno di sforzi di segno contrario, che riavvicinino i Libanesi e consentano una complessiva riconciliazione tra di loro".
La Guerra Civile libanese che durò dal 1975 al 1990 ebbe termine con gli Accordi di Taif; nel corso del suo svolgimento si calcola che non meno di 120mila persone, in massima parte civili, abbiano trovato la morte.
"La gioventù di questo paese dovrebbe guardarsi bene dal rimanere affascinata o manipolata dai profeti di settarismo e violenza che con le loro retoriche incendiarie aumentano soltanto il malcontento e le divisioni tra le varie componenti della nostra variegata società. Noi abbiamo bisogno di sforzi di segno contrario, che riavvicinino i Libanesi e consentano una complessiva riconciliazione tra di loro".
La Guerra Civile libanese che durò dal 1975 al 1990 ebbe termine con gli Accordi di Taif; nel corso del suo svolgimento si calcola che non meno di 120mila persone, in massima parte civili, abbiano trovato la morte.
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domenica 14 aprile 2013
Il Libano restituisce a Tunisi tramite l'ONU 28 milioni di dollar di "bottino" della moglie dell'ex-dittatore Ben Ali!
Leila Trabelsi, l'Ymelda Marcos araba, ex-sciampista divenuta (con l'inganno di una gravidanza all'epoca inesistente) seconda moglie dell' ex-Uomo Forte di Tunisi Ben Ali e diventata subito leggenda per l'incredibile avidità e la corruzione e il nepotismo da Basso Impero che fiorirono alla sua "corte" popolata perlopiù di parenti arraffoni e amiche interessate sta vivendo in esilio in Arabia Saudita (grande patronessa dei dittatori filo-occidentali in disuso) a fianco del marito, i giorni del fasto ormai lungi dietro di lei.
Uno dei molti conti bancari da lei disseminato in giro per il mondo in istituti di credito compiacenti, più precisamente nell'ex-Svizzera del Medio Oriente che é il Libano, non é più però nelle sue disponibilità; grazie alla cooperazione tra Beirut e l'Agenzia ONU per il recupero dei patrimoni illegalmente sottratti il conto é stato infatti confiscato e riconscegnato dal dirigente dell'Agenzia Ali bin Fetais al-Marri direttamente nelle mani dell'attuale presidente tunisino Morcef Marzouki.
Una piccola parte di un patrimonio ben più grande, che la rapacità del tiranno e della sua consorte ha volto a soddisfare l'avidità privata anziché investirlo per migliorare le condizioni dei cittadini e dei lavoratori tunisini, con la tacita, ipocrita complicità dell'Occidente, interessato solo a che Ben Ali prostituisse la sua nazione ai voleri dei paesi e dei gruppi economici imperialisti.
Uno dei molti conti bancari da lei disseminato in giro per il mondo in istituti di credito compiacenti, più precisamente nell'ex-Svizzera del Medio Oriente che é il Libano, non é più però nelle sue disponibilità; grazie alla cooperazione tra Beirut e l'Agenzia ONU per il recupero dei patrimoni illegalmente sottratti il conto é stato infatti confiscato e riconscegnato dal dirigente dell'Agenzia Ali bin Fetais al-Marri direttamente nelle mani dell'attuale presidente tunisino Morcef Marzouki.
Una piccola parte di un patrimonio ben più grande, che la rapacità del tiranno e della sua consorte ha volto a soddisfare l'avidità privata anziché investirlo per migliorare le condizioni dei cittadini e dei lavoratori tunisini, con la tacita, ipocrita complicità dell'Occidente, interessato solo a che Ben Ali prostituisse la sua nazione ai voleri dei paesi e dei gruppi economici imperialisti.
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Quarantasette affiliati di Al-Qaeda arrestati in Irak mentre cercavano di portare armi in Siria! L'Asse della Resistenza baluardo contro i wahabiti!
In una ulteriore dimostrazione di quanto sia vitale e importante la cooperazione tra Beirut, Damasco, Bagdad e Teheran per sventare i piani imperialisti di settarizzazione e frammentazione del Medio Oriente a favore di Israele le forze di sicurezza di Bagdad e della Provincia di Anbar hanno catturato ben 47 affiliati ad Al-Qaeda in Irak e al Fronte Al-Nusra (organizzazioni estremiste wahabite recentemente unificatesi) impegnati in un'operazione di contrabbando d'armi verso la Siria.
Una "enorme" quantità di armamenti personali e di squadra, comprese anche armi pesanti e di supporto, sarebbe caduta in mano alle autorità irakene. A meno di due anni dal ritiro delle truppe d'occupazione americane la sicurezza interna dell'Irak é ancora molto fragile a causa dei disastri causati dagli invasori imperialisti che con la loro invasione hanno permesso a estremisti di ogni sorta di scatenarsi nel paese; spesso questi esaltati hanno approfittato di cache di armamenti lasciati dal dittatore Saddam Hussein e dal suo regime.
Una "enorme" quantità di armamenti personali e di squadra, comprese anche armi pesanti e di supporto, sarebbe caduta in mano alle autorità irakene. A meno di due anni dal ritiro delle truppe d'occupazione americane la sicurezza interna dell'Irak é ancora molto fragile a causa dei disastri causati dagli invasori imperialisti che con la loro invasione hanno permesso a estremisti di ogni sorta di scatenarsi nel paese; spesso questi esaltati hanno approfittato di cache di armamenti lasciati dal dittatore Saddam Hussein e dal suo regime.
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Le forze armate siriane ormai hanno allontanato di quasi cento chilometri i terroristi dalla capitale Damasco!
Prosegue senza sosta l'offensiva delle forze armate siriane per negare ai mercenari assassini paracadutati nel paese dalla immonda alleanza tra Israele, Turchia, Usa, Arabia Saudita, Qatar e Francia ogni speranza di tregua, di pausa, di possibilità di ricompattare i ranghi e rinserrare le fila. Dopo la recente riconquista di Al-Ghouta, nella Provincia di Damasco, da cui i qaedisti di Al-Nusra (recentemente fusisi con ciò che rimane di Al-Qaeda in Irak) cercavano di preparare un 'trampolino' per l'ennesima sortita contro la capitale assadista, adesso i criminali armati sono inseguiti e scovati in località sempre più distanti e remote.
Esempio di ciò si é avuto ad Al-Nabk, a 81 chilometri a Nord di Damasco, dove varie dozzine di terroristi sono caduti sotto le armi siriane, i vicini centri di Al-Ziyabiya e Al-Bahdaliya hanno visto la distruzione di altrettanti covi completi di arsenali e parchi di veicoli pronti a essere utilizzati in autobombe o altri attacchi casuali contro i civili innocenti, stigma e peccato da cui i wahabiti finanziati da fuori non sarebbero mai e poi mai in grado di guadagarsi l'assoluzione.
Intanto da stime ufficiali dei servizi di intelligence NATO é filtrata la notizia che la mobilitazione delle forze militari regolari siriane non é ancora arrivata al 50 per cento; quindi, mentre mezzo esercito siriano é sempre pronto a combattere campagne convenzionali contro Israele o la Turchia l'altra metà sta affinando le proprie capacità di controguerriglia e controllo del territorio.
Esempio di ciò si é avuto ad Al-Nabk, a 81 chilometri a Nord di Damasco, dove varie dozzine di terroristi sono caduti sotto le armi siriane, i vicini centri di Al-Ziyabiya e Al-Bahdaliya hanno visto la distruzione di altrettanti covi completi di arsenali e parchi di veicoli pronti a essere utilizzati in autobombe o altri attacchi casuali contro i civili innocenti, stigma e peccato da cui i wahabiti finanziati da fuori non sarebbero mai e poi mai in grado di guadagarsi l'assoluzione.
Intanto da stime ufficiali dei servizi di intelligence NATO é filtrata la notizia che la mobilitazione delle forze militari regolari siriane non é ancora arrivata al 50 per cento; quindi, mentre mezzo esercito siriano é sempre pronto a combattere campagne convenzionali contro Israele o la Turchia l'altra metà sta affinando le proprie capacità di controguerriglia e controllo del territorio.
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