Nella giornata di ieri un servizio di propaganda é stato trasmesso dal canale televisivo dell'occupazione sionista
"Arutz Eser"; al suo interno l'ascoltatore/spettatore smaliziato ha potuto cogliere tutti i 'classici' segni di riconoscimento di una operazione di guerra psicologica, commissionata dall'
Aman (Agaf ha-ModiN), il servizio di spionaggio dell'esercito di occupazione.
All'interno del servizio veniva affermato che "Il servizio di intelligence militare (l'Aman, appunto), stima che i maggiori RIVALI (sì, é stata usata proprio questa parola) di Hamas, i militanti della
Jihad Islamica, siano ormai riusciti a superare il Movimento di Mishaal in termini di potenza e sofisticazione del proprio apparato militare. Le stime parlano chiaro, i razzi della Jihad, per numero e portata, supererebbero ormai quelli di Hamas. L'esercito (di occupazione - Ndr) crede che ormai la Jihad Islamica possa colpire bersagli lontani 74 Km".
La stima in chilometri, totalmente risibile e fantastica, é solo la ciliegina sulla torta di questo 'pezzo' che mira a diffondere l'idea che nel campo palestinese le fazioni della Resistenza competano in una sorta di 'Hit Parade' per l'influenza e la popolarità e non (come invece accade), cooperino tra loro nel rispetto delle differenze reciproche per arrivare alla realizzazione di uno scopo comune (la fine del regime di Apartheid e la liberazione completa della Palestina). Del resto un simile approccio mima quello che circa 25 anni fa vide una parte dei servizi sionisti 'aiutare' in un certo senso la nascita di Hamas nella speranza che 'desse filo da torcere' ad Al-Fatah, quanto bene abbia fatto all'entità sionista quella linea di condotta lo abbiamo visto col ritiro da Gaza, e ancora più di recente con la capitolazione nella trattativa per il rilascio di Schalit. Adesso Tel Aviv sembra sia disposta a commettere due volte lo stesso errore, questa volta con la Jihad Islamica.
Il servizio di propaganda era "impreziosito" da altre piccole 'perle' come quella che voleva "solidi e profondi legami tra la Jihad Islamica e l'Iran" (tanto per continuare a spargere un po' di terrore psicologico anche nell'opinione pubblica dell'entità sionista, ammaestrata dalla propaganda a credere che a Teheran siano tutti ossessionati dall'idea di 'distruggere Israele'). Una simile trasmissione televisiva dimostra il livello di confusione e smarrimento all'interno della comunità sionista dell'intelligence che, stupita e attonita di fronte agli ultimi sviluppi internazionali (tutti di segno contrario e negativo agli interessi del regime ebraico), procede in ordine sparso, ogni agenzia e quasi ogni suo rappresentante per conto proprio, cercando di far sembrare nuovi trucchi vecchi (vedi la carta della 'competizione' tra i movimenti di resistenza), senza sapersi coordinare su un piano d'azione concertato ed organico.
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