Migliaia e migliaia di Palestinesi si sono radunati nella Striscia di Gaza per una manifestazione sponsorizzata dalle autorità governative che chiede il rilascio dei prigionieri politici dalle galere dell'occupazione. "Non avremo pace, non avremo riposo fino a che ogni singolo detenuto politico non sarà ritornato alla sua famiglia, ai suoi cari; continueremo le mobilitazioni, le attività di Resistenza e lotta, a trecentosessanta gradi, fino a che non otterremo il rilascio delle nostre sorelle e dei nostri fratelli, dei nostri padri, dei nostri mariti, in mano al regime sionista".
Intanto in quelle stesse carceri, alle angherie e alle sofferenze inflitte da secondini e aguzzini con la Stella di Davide si é sostituita la sofferenza altrettanto grande, ma di segno e significato totalmente opposto, dello sciopero della fame a oltranza, arrivato ormai all'undicesimo giorno; cominciato dal gruppo di detenuti del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, come protesta contro il prolungamento dell'isolamento solitario del Segretario Generale Ahmad Sadaat, si é ben presto diffuso a tutte le altre organizzazioni, trasformandosi in una protesta generalizzata contro le disumane condizioni di detenzione.
Anche a Ramallah, nella Cisgiordania occupata, dodicimila persone sono scese in piazza dopo le preghiere, dichiarando la loro solidarietà con gli scioperanti, recando ritratti dei loro cari incarcerati o di quelli che sono morti durante la detenzione, alcuni proprio in occasione di scioperi della fame che durarono mesi, come quello del 1970, (che causò la morte del prigioniero Abdulqader Abu Al-Fahem) del 1980 (che causò la morte di Rasim Halaweh, Alial-Ja'fari e di Ishaq Maragheh), quello del 1992 (che provocò la morte di Anees Douleh and Hussein Obaidat) e quello del 1998.
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