sabato 23 febbraio 2013
Altri 'detenuti fantasma' nelle galere sionaziste? Una famiglia libanese, dopo 35 anni, spera ancora di riavere suo figlio!
Il recente scandalo legato alla misteriosa morte di Ben Zygier, ebreo australiano con doppio passaporto e già agente del commando omicida del Mossad che assasinò Mahmoud Mabhouh a Dubai, durante la sua detenzione illegale da parte del regime sionista, ha fatto riemergere l'attenzione internazionale riguardo diversi altri casi di presunti prigionieri trattenuti da Israele al di fuori di ogni cornice di legalità internazionale, come ben si addice a uno 'Stato Canaglia' che viola e ignora dozzine di risoluzioni ONU, mantiene un arsenale atomico illegale fuori da ogni controllo, pratica l'occupazione militare di territorio e l'omicidio internazionale e la minaccia militare come 'normali' strumenti della sua Politica Estera. Uno di questi casi sarebbe stato segnalato da un cittadino australiano di origine libanese, Jamal Skaf, il cui fratello Yahya, un tempo militante di un'organizzazione di Resistenza colegata all'OLP é stato dato per morto nel 1978 quando prese parte all'operazione armata di rappresaglia con cui le milizie filopalestinesi all'epoca operanti in Libano avevano deciso di vendicare l'assassinio del dirigente Kamal Adwan, ucciso da sicari sionisti a Beirut.
L'operazione, guidata dalla famosa guerrigliera Dalal Mughrabi, causò gravi danni e molte vittime al regime sionista e si é sempre considerato che al suo apice, non avendo apparente via d'uscita, i commando libanesi e palestinesi si siano dati la morte piuttosto che cadere vivi in mano agli israeliani, ma, nonostante questo, Jamal Skaf ha dichiarato di essere stato contattato da un sacerdote giudaico australiano che lo avrebbe informato della possibilità di ottenere la liberazione di Yahya, a suo dire detenuto segretamente in Israele, a fronte del pagamento di un 'riscatto' di 40 milioni di dollari.
Non avendo modo di procurarsi una simile somma non replicò alla richiesta del rabbino, ma raccontò la storia alla redazione di "Al-Akhbar" e, a seguito delle notizie emerse recentemente, ha deciso di chiedere nuovamente alle autorità libanesi di incaricarsi di accertare se sia possibile che Yahya sia effettivamente prigioniero in Israele, in quali condizioni, e se sia possibile ottenerne il rilascio. La famiglia Skaf ha sperato a ogni scambio di detenuti libanesi avvenuto negli ultimi 30 anni di ricevere notizie del suo congiunto, fino quasi ad abbandonare la speranza quando niente venne rivelato nemmeno dopo la restituzione a Israele dei cadaveri dei caduti dell'ultima guerra del 2006.
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Prendono il via tre giorni di intense esercitazioni per la Guardia Rivoluzionaria della Repubblica Islamica dell'Iran!
Il Corpo dei Guardiani della Rivoluzione Islamica (IRGC) ha dato il via a un triduo di esercitazioni aeroterrestri nella parte orientale dell'Iran denominato "Piambar Azam 8" (Grande Profeta 8). Le aree al convine con l'Afghanistan e il Pachistan interessate dalle manovre comprendono le città di Kerman, Siriz e Sirjan, oltre alle loro zone circonvicine. La prima fase del 'Kriegsspiel' vedrà le unità di terra della Guardia attaccare presunte posizioni nemiche dopo una fase di intelligence gathering condotta per la maggior parte da droni remoti.
Il Vicecomandante di Terra dell'IRGC, Brigadier-Generale Abdullah Araki ha dichiarato che 'Grande Profeta 8' si segnala per la grande variabilità degli scenari simulati che consentiranno di mettere alla prova diverse capacità operative testando la loro efficienza e il loro grado di interoperabilità, pur in una cornice prevalentemente difensiva e improntata alla condotta di Guerra Asimmetrica che da vent'anni costituisce la cifra strategica di tutte le istituzioni armate della Repubblica Islamica.
Come ricorderanno bene i fedeli lettori di questo blog le forze dell'IRGC avevano tenuto le manovre "Grande Profeta 6" nella primavera 2011, con un profilo prettamente missilistico (superficie-superficie, antinave, strategico) e le "Grande Profeta 7" nell'estate scorsa, con uno spiegamento di forze anche allora principalmente rivolto all'arsenale balistico.
Il Vicecomandante di Terra dell'IRGC, Brigadier-Generale Abdullah Araki ha dichiarato che 'Grande Profeta 8' si segnala per la grande variabilità degli scenari simulati che consentiranno di mettere alla prova diverse capacità operative testando la loro efficienza e il loro grado di interoperabilità, pur in una cornice prevalentemente difensiva e improntata alla condotta di Guerra Asimmetrica che da vent'anni costituisce la cifra strategica di tutte le istituzioni armate della Repubblica Islamica.
Come ricorderanno bene i fedeli lettori di questo blog le forze dell'IRGC avevano tenuto le manovre "Grande Profeta 6" nella primavera 2011, con un profilo prettamente missilistico (superficie-superficie, antinave, strategico) e le "Grande Profeta 7" nell'estate scorsa, con uno spiegamento di forze anche allora principalmente rivolto all'arsenale balistico.
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venerdì 22 febbraio 2013
I Libanesi residenti in Siria confermano: "Così, armi in mano, abbiamo cacciato i terroristi wahabiti!"
Ulteriori dettagli ci raggiungono dal Libano riguardo il fasullo "caso" suscitato da rozzi e ignoranti propagandisti wahabiti che, respinti dagli abitanti dei villaggi libanesi in Siria, hanno gridato ai quattro venti come i Pifferi di Montagna (dopo essere stati ben "suonati") di essere stati sconfitti da "Uomini di Hezbollah entrati in Siria per aiutare Assad".
Dalle pagine del sito-web ufficiale della Resistenza Sciita in Libano Ghassam Qanso conferma quanto già rivelato dal Minstro degli Esteri libanese Adnan Mansour e corroborato da chi (al contrario dei mercenari qaedisti) possegga una minima conoscenza della Storia della regione e dei rapporti Siria-Libano. I terroristi sunniti sono stati presi a calci dagli abitanti dei 23 villaggi libanesi collocati in Siria per incongruenze riguardanti l'effettiva separazione del Mandato Francese del Levante tra i due stati di Siria e Libano decisa nel Primo Dopoguerra dopo il Trattato Sykes-Picot.
Nei centri abitati in questione (Al-Qasr, Al-Qaseer...) abitano quasi 30mila cittadini libanesi che però effettivamente risiedono in Siria (il cui Governo ha sempre rispettato e onorato i loro Diritti), i quali, vedendo come i vicini villaggi siriani di Al-Hamam e Safafah fossero sotto attacco da parte di terroristi sunniti hanno imbracciato le armi e sono andati a soccorrere i loro vicini.
Intervistando i locali, si viene a sapere che il costo per avere messo in fuga gli attaccanti é stato di due feriti e un morto, e che i membri dei Comitati Popolari di Difesa hanno già annunciato di essere più che pronti a dare battaglia a qualunque altro gruppo armato voglia minacciare le loro case e le loro terre, che non hanno nessuna intenzione di abbandonare a invasori che non sono altro che banditi e predoni.
Dalle pagine del sito-web ufficiale della Resistenza Sciita in Libano Ghassam Qanso conferma quanto già rivelato dal Minstro degli Esteri libanese Adnan Mansour e corroborato da chi (al contrario dei mercenari qaedisti) possegga una minima conoscenza della Storia della regione e dei rapporti Siria-Libano. I terroristi sunniti sono stati presi a calci dagli abitanti dei 23 villaggi libanesi collocati in Siria per incongruenze riguardanti l'effettiva separazione del Mandato Francese del Levante tra i due stati di Siria e Libano decisa nel Primo Dopoguerra dopo il Trattato Sykes-Picot.
Nei centri abitati in questione (Al-Qasr, Al-Qaseer...) abitano quasi 30mila cittadini libanesi che però effettivamente risiedono in Siria (il cui Governo ha sempre rispettato e onorato i loro Diritti), i quali, vedendo come i vicini villaggi siriani di Al-Hamam e Safafah fossero sotto attacco da parte di terroristi sunniti hanno imbracciato le armi e sono andati a soccorrere i loro vicini.
Intervistando i locali, si viene a sapere che il costo per avere messo in fuga gli attaccanti é stato di due feriti e un morto, e che i membri dei Comitati Popolari di Difesa hanno già annunciato di essere più che pronti a dare battaglia a qualunque altro gruppo armato voglia minacciare le loro case e le loro terre, che non hanno nessuna intenzione di abbandonare a invasori che non sono altro che banditi e predoni.
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Ancora un morto in Barhein, ennesimo martire della brutalità del tiranno Al-Khalifa!
Mahmoud Issa al-Jaziri aveva 20 anni, gli ultimi sette giorni dei quali ha passati in coma a causa della gravissima ferita alla testa subita la scorsa settimana quando, insieme ai suoi concittadini, prendeva parte a una pacifica protesta antigovernativa sull'isola di An-Nabih Saleh. Gli sgherri del tiranno sunnita Al-Khalifa lo hanno ferito e, nonostante tutti gli sforzi profusi, la sua giovane vita si é spenta aumentando di una unità il computo dei martiri finora sacrificati dal popolo Barheini alla Causa della Giustizia e della Democrazia.
Il blocco di opposizione Al-Wefaq ha dichiarato che il sacrificio del giovane Mahmoud deve servire da grido di risveglio delle coscienze, specialmente per quegli Stati e quelle agenzie occidentali comodamente e ipocritamente "assopite" riguardo ai dossier della Rivoluzione Barheini e del martirio del popolo dell'Isola delle Perle, in quanto 'scomodi' agli interessi imperialisti americani e occidentali nell'area.
Solo una settimana fa Hussein al-Jaziri di sedici anni moriva dopo essere stato anche lui ferito dai proiettili del regime, mentre Aminah al-Sayyed Mahdi, di 35 anni, è morta giorni addietro per l'intossicazione riportata dai gas urticanti, vere e proprie "armi chimiche" usate dai lacché del sovrano per causare il maggior danno possibile, al di fuori di qualunque protocollo di sicurezza.
Il blocco di opposizione Al-Wefaq ha dichiarato che il sacrificio del giovane Mahmoud deve servire da grido di risveglio delle coscienze, specialmente per quegli Stati e quelle agenzie occidentali comodamente e ipocritamente "assopite" riguardo ai dossier della Rivoluzione Barheini e del martirio del popolo dell'Isola delle Perle, in quanto 'scomodi' agli interessi imperialisti americani e occidentali nell'area.
Solo una settimana fa Hussein al-Jaziri di sedici anni moriva dopo essere stato anche lui ferito dai proiettili del regime, mentre Aminah al-Sayyed Mahdi, di 35 anni, è morta giorni addietro per l'intossicazione riportata dai gas urticanti, vere e proprie "armi chimiche" usate dai lacché del sovrano per causare il maggior danno possibile, al di fuori di qualunque protocollo di sicurezza.
Confermata la liberazione, nella giornata di ieri, di 48 civili siriani sequestrati settimane fa dai terroristi mercenari!
Con un comunicato ufficiale dell'Agenzia SANA ripreso e diffuso tanto dall'emittente libanese Al-Manar che dall'Iraniana PressTV é stata a tutti gli effetti confermata la notizia circolata con insistenza già ieri dell'avvenuto rilascio dei 48 civili siriani presi in ostaggio giorni fa nel Governatorato di Idlib da mercenari wahabiti armati.
Gli ostaggi erano tutti provenienti dai villaggi sciiti di Fua e Qafraya, da elementi delle brigate terroriste cacciate dai dintorni della città dalla vittoriosa avanzata delle forze governative; proprio questo aspetto 'settario' del sequestro ad opera di milizie sfatte e demoralizzate dalla sconfitta faceva temere per la sorte degli ostaggi che nello squagliamento generale delle gerarchie potevano finire sommariamente uccisi anche solo per 'ripicca' contro la percepita (ed effettiva) lealtà degli sciiti al Governo di Assad e il sostegno a quest'ultimo prestato dalla Repubblica Islamica iraniana (sciita) e dagli Hezbollah libanesi (sciiti).
Sembra inoltre che proprio l'intervento della Repubblica Islamica nella persona del suo ambasciatore a Damasco Mohammad Reza Sheibani sia stato fondamentale per il rilascio senza condizioni dei prigionieri; la liberazione degli ostaggi dimostra come i gruppi terroristi siano ormai sempre più sfilacciati ed esistano in un vuoto che ne previene ogni coordinazione non soltanto fra loro ma anche con i loro finanziatori esteri e coi loro cosiddetti 'rappresentanti politici'.
Gli ostaggi erano tutti provenienti dai villaggi sciiti di Fua e Qafraya, da elementi delle brigate terroriste cacciate dai dintorni della città dalla vittoriosa avanzata delle forze governative; proprio questo aspetto 'settario' del sequestro ad opera di milizie sfatte e demoralizzate dalla sconfitta faceva temere per la sorte degli ostaggi che nello squagliamento generale delle gerarchie potevano finire sommariamente uccisi anche solo per 'ripicca' contro la percepita (ed effettiva) lealtà degli sciiti al Governo di Assad e il sostegno a quest'ultimo prestato dalla Repubblica Islamica iraniana (sciita) e dagli Hezbollah libanesi (sciiti).
Sembra inoltre che proprio l'intervento della Repubblica Islamica nella persona del suo ambasciatore a Damasco Mohammad Reza Sheibani sia stato fondamentale per il rilascio senza condizioni dei prigionieri; la liberazione degli ostaggi dimostra come i gruppi terroristi siano ormai sempre più sfilacciati ed esistano in un vuoto che ne previene ogni coordinazione non soltanto fra loro ma anche con i loro finanziatori esteri e coi loro cosiddetti 'rappresentanti politici'.
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George Galloway abbandona dibattito al Christchurch college quando scopre di avere di fronte un esponente sionista!
George Galloway, fondatore e segretario del "Partito del Rispetto" con il quale ha conseguito una mirabile vittoria elettorale nelle consultazioni supplettive di Bradford West dove conquistò un seggio da parlamentare a danno del "musulmano addomesticato" schierato ipocritamente dai laburisti, ha di recente guadagnato ulteriore stima da parte nostra.
Galloway, che non ha mai esitato a lanciarsi in accesi dibattiti contro musulmani inglesi favorevoli al terrorismo anti-Assad mostrando loro nei fatti come essi non facessero altro che ridursi a pedine degli Usa e di Israele con i loro atteggiamenti settari, che non ha mai cessato di difendere la Repubblica Araba di Siria, ha messo in pratica un immediato "embargo" rispetto al seminario sulla Palestina e l'Occupazione cui era stato invitato dal Christchurch College quando ha scoperto che l'ospite di cui stava confutando le tesi filoisraeliane era anche cittadino del regime ebraico dell'Apartheid.
Galloway era impegnato a demolire verbalmente il suo avversario tale Eylon Aslan-levi quando, dopo che questi aveva usato il pronome "noi" per accomunare in una frase sé stesso e il regime ebraico di occupazione, lo ha fulminato con una domanda a bruciapelo: "Ma scusi, lei forse dice "noi" perché ha documenti israeliani?".
Aslan-levi, come tutti i sionisti dalla "doppia lealtà" preso in castagna non ha avuto l'improntitudine di mentire e ha ammesso di avere la cittadinanza del regime dell'Apartheid. "Allora il dibattito termina qui; io non parlo con israeliani della loro occupazione della Palestina, se volete parlarne con qualcuno rivolgetevi all'OLP"; e, detto questo, si é alzato e ha abbandonato l'aula.
Galloway ha rilasciato in seguito un comunicato stampa dove ha dichiarato di non essere stato messo al corrente dalle autorità accedemiche della presenza di cittadini dell'occupazione sionista all'evento, nel qual caso non si sarebbe mai presentato. Un ottimo esempio di attività BDS, rapida, efficace, definitiva.
Galloway, che non ha mai esitato a lanciarsi in accesi dibattiti contro musulmani inglesi favorevoli al terrorismo anti-Assad mostrando loro nei fatti come essi non facessero altro che ridursi a pedine degli Usa e di Israele con i loro atteggiamenti settari, che non ha mai cessato di difendere la Repubblica Araba di Siria, ha messo in pratica un immediato "embargo" rispetto al seminario sulla Palestina e l'Occupazione cui era stato invitato dal Christchurch College quando ha scoperto che l'ospite di cui stava confutando le tesi filoisraeliane era anche cittadino del regime ebraico dell'Apartheid.
Galloway era impegnato a demolire verbalmente il suo avversario tale Eylon Aslan-levi quando, dopo che questi aveva usato il pronome "noi" per accomunare in una frase sé stesso e il regime ebraico di occupazione, lo ha fulminato con una domanda a bruciapelo: "Ma scusi, lei forse dice "noi" perché ha documenti israeliani?".
Aslan-levi, come tutti i sionisti dalla "doppia lealtà" preso in castagna non ha avuto l'improntitudine di mentire e ha ammesso di avere la cittadinanza del regime dell'Apartheid. "Allora il dibattito termina qui; io non parlo con israeliani della loro occupazione della Palestina, se volete parlarne con qualcuno rivolgetevi all'OLP"; e, detto questo, si é alzato e ha abbandonato l'aula.
Galloway ha rilasciato in seguito un comunicato stampa dove ha dichiarato di non essere stato messo al corrente dalle autorità accedemiche della presenza di cittadini dell'occupazione sionista all'evento, nel qual caso non si sarebbe mai presentato. Un ottimo esempio di attività BDS, rapida, efficace, definitiva.
Il Senato argentino approva il documento d'intesa con Teheran per la commissione d'inchiesta congiunta sulla bomba del 1994!
Anche questo articolo é stato originariamente pensato e composto per gli amici di "Stato&Potenza" che ringraziamo calorosamente per la considerazione e l'esposizione che continuano a darci.
Come annunciato su queste stesse pagine pochi giorni fa il Senato di Buenos Aires, forte della maggioranza assoluta goduta dalla coalizione di Governo e della grande compattezza di quest'ultima sui temi-cardine della politica estera argentina ha approvato il documento programmatico siglato il 27 gennaio scorso dal Ministro degli Esteri Timerman e dal suo collega della Repubblica Islamica Ali Akbar Salehi per la creazione di una commissione congiunta Irano-Argentina che investighi sui veri responsabili dell'attentato esplosivo al centro culturale ebraico AMIA del 1994 che causò ben 85 morti.
Per anni le lobby asservite a Israele hanno cercato di propalare la versione di un attacco voluto "dall'Iran" o "da Hezbollah" (che nel 1994 erano uno reduce dalla recente fine della guerra contro l'Irak e impegnato a ricostruire un paese devastato, l'altro appena emerso dall'inferno della Guerra Civile libanese e impegnato a ricostruire una vita civile per la comunità sciita), senza riuscire a produrre uno straccio di prova.
E' probabile che dietro la bomba di 19 anni fa ci siano verità scomode: attacchi sotto 'falsa bandiera', la volontà di Israele, che aveva appena visto l'Irak di Saddam soccombere sotto le armi della 'coalizione' imperialista guidata da Bush, di scatenare contro un Iran debole ed esausto le ire della comunità internazionale, come fatto anche con la Libia con l'attentato di Lockerbie, attribuito 'a cappella' al Colonnello Gheddafi per pura convenienza.
I partiti leali alla Presidente Christina Kirchner hanno denunciato la 'doppia lealtà' delle associazioni ebraiche argentine che piuttosto che al bene della loro patria pensano alle convenienze del regime ebraico dell'Apartheid.
Per anni le lobby asservite a Israele hanno cercato di propalare la versione di un attacco voluto "dall'Iran" o "da Hezbollah" (che nel 1994 erano uno reduce dalla recente fine della guerra contro l'Irak e impegnato a ricostruire un paese devastato, l'altro appena emerso dall'inferno della Guerra Civile libanese e impegnato a ricostruire una vita civile per la comunità sciita), senza riuscire a produrre uno straccio di prova.
E' probabile che dietro la bomba di 19 anni fa ci siano verità scomode: attacchi sotto 'falsa bandiera', la volontà di Israele, che aveva appena visto l'Irak di Saddam soccombere sotto le armi della 'coalizione' imperialista guidata da Bush, di scatenare contro un Iran debole ed esausto le ire della comunità internazionale, come fatto anche con la Libia con l'attentato di Lockerbie, attribuito 'a cappella' al Colonnello Gheddafi per pura convenienza.
I partiti leali alla Presidente Christina Kirchner hanno denunciato la 'doppia lealtà' delle associazioni ebraiche argentine che piuttosto che al bene della loro patria pensano alle convenienze del regime ebraico dell'Apartheid.
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giovedì 21 febbraio 2013
Persino Amnesty International si accorge degli abusi del regime di Salva Kiir!
Chi ci segue da tempo sa bene come la redazione di "Palaestina Felix" non consideri organizzazioni sedicenti 'umanitarie' come HRW o Amnesty International come latori di particolare moralità, visto che spesso e volentieri tali enti si fanno portavoce della propaganda occidentalista che con la scusa di difendere un suo personalissimo concetto di 'umanesimo' si fa distributrice di bombe nei vari paesi 'non-allineati' (Serbia, Irak, Libia docunt!) e, pure, visto che anche gli orologi fermi almeno due volte al giorno segnano l'ora esatta, capita di tanto in tanto che le opinioni espresse da questi outlet di umanitarismo 'un tanto al chilo' (e chi sa quanto sincero!) coincidano con le nostre.
E' il caso dell'ultimo comunicato di "Amnes(t)y International" riguardo il Sud-Sudan, con però la sostanziale differenza che Palaestina Felix ha denunciato il regime del ridicolo cowboy negro Salva Kiir come un burattino messo in piedi da Usa e Israele dal giorno 1 della sua fondazione, mentre le 'vergini dai candidi manti' della ricca e pasciuta organizzazione internazionale se ne accorgono ora, dopo mesi di persecuzioni, stragi, soprusi e altre violazioni dei Diritti più basilari che a Juba e dintorni sono andate avanti senza il minimo ostacolo o problema.
In particolare Amnesty accusa Kiir e i suoi lacché di imprigionare con scuse arbitrarie esponenti e portavoce dell'opposzione, tenendoli in "incommunicado" (avrà imparato dal 'bwana' sionista Netanyahu!) e impedendo loro di valersi di una difesa legale adeguata. In particolare, segnala l'ONG, arresti in massa avrebbero avuto luogo a Wau nel 2012, subito dopo una strage di civili compiuta dalle forze governative.
Ancora una volta, "Palaestina Felix" lo aveva segnalato per tempo, Amnesy International ha dovuto "elaborare" la notizia qualche mese per arrivare a preoccuparsene!
E' il caso dell'ultimo comunicato di "Amnes(t)y International" riguardo il Sud-Sudan, con però la sostanziale differenza che Palaestina Felix ha denunciato il regime del ridicolo cowboy negro Salva Kiir come un burattino messo in piedi da Usa e Israele dal giorno 1 della sua fondazione, mentre le 'vergini dai candidi manti' della ricca e pasciuta organizzazione internazionale se ne accorgono ora, dopo mesi di persecuzioni, stragi, soprusi e altre violazioni dei Diritti più basilari che a Juba e dintorni sono andate avanti senza il minimo ostacolo o problema.
In particolare Amnesty accusa Kiir e i suoi lacché di imprigionare con scuse arbitrarie esponenti e portavoce dell'opposzione, tenendoli in "incommunicado" (avrà imparato dal 'bwana' sionista Netanyahu!) e impedendo loro di valersi di una difesa legale adeguata. In particolare, segnala l'ONG, arresti in massa avrebbero avuto luogo a Wau nel 2012, subito dopo una strage di civili compiuta dalle forze governative.
Ancora una volta, "Palaestina Felix" lo aveva segnalato per tempo, Amnesy International ha dovuto "elaborare" la notizia qualche mese per arrivare a preoccuparsene!
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Nuovi missili e munizioni di precisione in arrivo per le forze armate della Repubblica Islamica Iraniana!
La Repubblica Islamica dell'Iran ha annunciato oggi tramite il proprio Ministero della Difesa di essere sul punto di rivelare gli ultimi sviluppi dei propri programmi di sviluppo autonomo di munizioni ad alto contenuto tecnologico per le proprie forze armate: dai missili superficie-superficie a quelli aria-aria e terra-aria, ma anche nuovi modelli di missili anticarro per la fanteria e munizioni autopropulse per artiglierie convenzionali.
La notizia, che si allinea con recenti annunci riguardo lo sviluppo di nuovi modelli di aeroplano e con quello del prossimo varo di una fregata di classe "Moudge", indica quanti successi stia portando, dopo anni di sforzi, sacrifici e impegno indefesso, la convinta persecuzione della politica dell'autosufficienza in materia di industria della difesa, che a Teheran é stata scelta senza 'se' e senza 'ma' fin dal termine della Guerra Imposta del 1980-88 contro l'Irak di Saddam Hussein, all'epoca sostenuto dalla maggior parte delle potenze mondiali.
Il traditore Marzouk grida ai media: "Hamas non sta pensando di riconoscere Tel Aviv e accettare i 'Due Stati'", ma che credito può avere una bocca come la sua?
Il famigerato dirigente di Hamas Moussa abu Marzouk, corresponsabile con Khaled Mishaal dell'incredibile "Inversione a U" che ha visto il già 'Movimento di Resistenza Musulmano' sganciarsi dalle potenze dell'Asse della Resistenza e aggiogarsi al declinante carrozzone dei principati petroliferi del Golfo e dell'estremismo wahabita ha ritenuto necessario, dopo settimane da quando venne annunciato un prossimo "riconoscimento" di Israele e/o una accettazione della 'Soluzione a Due Stati', tornare a ripetere in pubblico che nulla di tutto questo é attualmente sull'agenda di Hamas e del suo Governo.
Ma il solo fatto che se ne parli ancora e che il traditore Marzouk senta necessaria una nuova smentita indica di per sé quanto pregnante sia diventata la questione. Del resto l'abbandono delle posizioni intransigenti della Resistenza senza 'se' e 'ma' non avrebbe senso, alcun senso, senza una contemporanea accettazione delle condizioni sioniste per "l'ammissibilità" come partner di Fatah nell'amministrazione coloniale dei Territori Occupati.
E senza la co-gestione della Cisgiordania non avrebbero senso gli sforzi di 'riconciliazione' con la fazione di Mahmud Abbas, visto che chiunque voglia controllare la Cisgiordania deve farlo, stante le condizioni attuali, preservando gli insediamenti illegali ebraici dei coloni fanatici giudei e "coordinandosi" con le forze militari di occupazione del regime ebraico.
Quindi é chiaro che le parole del traditore Marzouk sono o in toto false o vere nella misura in cui "attualmente" sull'agenda di Hamas non sono ancora apparsi i temi del riconoscimento e dell'accettazione dei cosiddetti "Due Stati" ma in futuro sicuramente compariranno entrambe.
Ennesimo atto pirata della Marina Sionazista ferisce un giovane pescatore palestinese!
Nell'ambito della sua ininterrotta persecuzione dei lavoratori di Gaza che con la loro opera procurano al ghetto palestinese assediato derrate alimentari su cui lo shylockiano regime sionista non può esercitare il suo strangolante controllo, forze navali dell'arroganza ebraica hanno nuovamente esercitato la loro piratesca violenza contro un 'hasaka' disarmato, tradizionale barcone dei pescatori arabi della Striscia.
Solo poche ore fa, nel tardo mattino di giovedì 21 febbraio, Ayman Kabaja, pescatore 34enne, stava gettando le sue reti bene addentro alla 'zona garantita' prospicente le coste settentrionali della Striscia quando una motovedetta sionista ha improvvisamente aperto il fuoco contro di lui senza nemmeno lanciargli un avvertimento.
Solo abbandonando la pesca della giornata e facendo rotta immediatamente verso riva Kabaja é stato in grado di mettersi in salvo e farsi ricoverare in un ospedale di Gaza, dove le sue condizioni sono state definite dai clinici 'moderatamente serie'.
Solo poche ore fa, nel tardo mattino di giovedì 21 febbraio, Ayman Kabaja, pescatore 34enne, stava gettando le sue reti bene addentro alla 'zona garantita' prospicente le coste settentrionali della Striscia quando una motovedetta sionista ha improvvisamente aperto il fuoco contro di lui senza nemmeno lanciargli un avvertimento.
Solo abbandonando la pesca della giornata e facendo rotta immediatamente verso riva Kabaja é stato in grado di mettersi in salvo e farsi ricoverare in un ospedale di Gaza, dove le sue condizioni sono state definite dai clinici 'moderatamente serie'.
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Il Ministro Adnan Mansour dichiara: "Cittadini libanesi in Siria si sono difesi da attacchi armati, ma non esistono 'interventi' militari di nessuna fazione!"
Nel corso di una intervista rilasciata ieri a media locali il titolare del dicastero degli Esteri nel Governo di Najib Mikati, il Ministro Adnan Mansour ha chiarito che alcune delle voci speciose che recentemente hanno riportato di "interventi militari" delle milizie di Hezbollah oltre il confine siriano a sostegno delle forze governative del Presidente Assad altro non sono che il tentativo di sfruttare partigianamente una strana realtà demografico-geografica.
Quando separarono artatamente la porzione di Siria a maggioranza (allora) cristiano-maronita da quella a maggioranza musulmana, i colonizzatori francesi del Mandato del Levante tracciarono un confine arbitrario e non rispondente a nessun criterio coerente, incerto in molti punti e più volte rimaneggiato; successe così che alcuni villaggi pur rimanendo fisicamente in 'Siria' vennero tuttavia assegnati al 'Libano' e che per decenni e decenni dal Secondo Dopoguerra in poi essi siano rimasti così, abitati da cittadini Libanesi ma fisicamente collocati in Siria.
Negli ultimi mesi alcuni di questi villaggi sono stati attaccati dai terroristi mercenari al soldo di Sauditi, Turchi e Qatar e come già accaduto altrove i loro abitanti hanno preso le armi per difendere le loro case e le loro famiglie, sventolando, giustamente, le bandiere libanesi dopo avere cacciato gli attaccanti.
Vedendo la bandiera col cedro in campo bianco-rosso i terroristi qaedisti hanno pensato che l'organizzazione libanese Hezbollah fosse venuta oltreconfine ad aiutare Assad e i Siriani, ignorando che i villaggi da cui erano stati respinti erano, appunto da decadi, abitati da cittadini del Paese dei Cedri.
Quando separarono artatamente la porzione di Siria a maggioranza (allora) cristiano-maronita da quella a maggioranza musulmana, i colonizzatori francesi del Mandato del Levante tracciarono un confine arbitrario e non rispondente a nessun criterio coerente, incerto in molti punti e più volte rimaneggiato; successe così che alcuni villaggi pur rimanendo fisicamente in 'Siria' vennero tuttavia assegnati al 'Libano' e che per decenni e decenni dal Secondo Dopoguerra in poi essi siano rimasti così, abitati da cittadini Libanesi ma fisicamente collocati in Siria.
Negli ultimi mesi alcuni di questi villaggi sono stati attaccati dai terroristi mercenari al soldo di Sauditi, Turchi e Qatar e come già accaduto altrove i loro abitanti hanno preso le armi per difendere le loro case e le loro famiglie, sventolando, giustamente, le bandiere libanesi dopo avere cacciato gli attaccanti.
Vedendo la bandiera col cedro in campo bianco-rosso i terroristi qaedisti hanno pensato che l'organizzazione libanese Hezbollah fosse venuta oltreconfine ad aiutare Assad e i Siriani, ignorando che i villaggi da cui erano stati respinti erano, appunto da decadi, abitati da cittadini del Paese dei Cedri.
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Ancora dimostrazioni a Qatif: "Non tollereremo umiliazioni, violenze e minacce dai lacché di Al-Saoud!"
Dimostranti di etnia sciita hanno di nuovo invaso le strade a ripetizione nella città orientale di Qatif, in Arabia Saudita, per protestare contro i recenti arresti di manifestanti effettuati dagli sgherri del regime di Casa Saoud. La popolazione continua a tenere alta la bandiera della disobbedienza civile denunciando le violenze e i soprusi dei lacché di Riyadh.
Durante la giornata di domenica forze di sicurezza reali hanno aperto il fuoco con munizioni di piombo ad altezza d'uomo contro un assembramento di cittadini ferendo tre persone, contemporaneamente si registrava un attacco contro una prigione sospettata di trattenere 'desaparecidos'. Nella sparatoria una ragazza e il suo figlioletto di appena due anni sono rimasti feriti.
Ulteriori manifestazioni sono seguite nelle giornate di martedì e mercoledì al grido "Non tollereremo umiliazioni, violenze e minacce". Le province saudite orientali, (Qatif, Awamiyah...) oltre a essere dimora della consistente minoranza sciita, sono anche quelle più ricche di giacimenti petroliferi, il cui sfruttamento, però, finanzia in massima parte le stravaganti e faraoniche spese della corte-fannullona di Riyadh.
Ulteriori manifestazioni sono seguite nelle giornate di martedì e mercoledì al grido "Non tollereremo umiliazioni, violenze e minacce". Le province saudite orientali, (Qatif, Awamiyah...) oltre a essere dimora della consistente minoranza sciita, sono anche quelle più ricche di giacimenti petroliferi, il cui sfruttamento, però, finanzia in massima parte le stravaganti e faraoniche spese della corte-fannullona di Riyadh.
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mercoledì 20 febbraio 2013
Il Centro Studi Ahrar avverte: "I sionisti mirano ad arrestare i parenti dei detenuti politici con ogni mezzo, anche il più meschino!"
In un suo recente comunicato stampa relato dallo stesso Direttore Fouad al-Khafsh il Centro Studi Ahrar ('I Liberi') per la Difesa dei Diritti dei Prigionieri Politici palestinesi in mano al regime ebraico ha invitato tutti i familiari di detenuti palestinesi a desistere dal tentare di passare oggetti e generi di conforto ai loro congiunti durante udienze di colloquio con essi.
Questo perché é ormai chiaro e assodato come i secondini sionisti deprivino "apposta" i prigionieri politici palestinesi di particolari beni nella speranza di poter sorprendere i loro parenti a fornirglieli, avendo così la scusa per incriminarli di 'contrabbando' e deprivare ulteriormente i detenuti del sostegno morale delle loro visite (che vengono sistematicamente cancellate in simili casi, spesso 'sine die').
Al-Khafsh ha sostaziato la sua richiesta citando gli esempi di tre madri di prigionieri politici di Jenin, Al-Khalil e Qalqiliya della moglie di un quarto detenuto arrestate negli ultimi tempi con questa accusa, due proprio nel corso del passato week-end.
Questo perché é ormai chiaro e assodato come i secondini sionisti deprivino "apposta" i prigionieri politici palestinesi di particolari beni nella speranza di poter sorprendere i loro parenti a fornirglieli, avendo così la scusa per incriminarli di 'contrabbando' e deprivare ulteriormente i detenuti del sostegno morale delle loro visite (che vengono sistematicamente cancellate in simili casi, spesso 'sine die').
Al-Khafsh ha sostaziato la sua richiesta citando gli esempi di tre madri di prigionieri politici di Jenin, Al-Khalil e Qalqiliya della moglie di un quarto detenuto arrestate negli ultimi tempi con questa accusa, due proprio nel corso del passato week-end.
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Scontro armato tra pastori Mesiria sudanesi e Lou Nuer nell'Abyei occidentale, continuano le provocazioni di Salva Kiir!
Secondo quanto riportato dall'Agence France Presse "molti morti" sarebbero stati causati da scontri armati tra pastori nomadi Mesiria di nazionalità sudanese e Lou Nuer provenienti dal Sud-Sudan e sconfinati nella Abyei occidentale. L'agenzia francese, però, non avrebbe chiarito la dinamica degli scontri o fatto un bilancio preciso delle perdite.
Altra professionalità quella mostrata dai loro colleghi cinesi della Xinhua, che hanno riportato la morte di 66 miliziani sud-sudanesi del cosiddetto 'SPLM' (un movimento di terroristi foraggiato da Juba) caduti nella trappola tesa loro dalle truppe regolari di Kharthoum nella giornata di avantieri. Altri 70 miliziani dell'SPLM sarebbero rimasti feriti nell'agguato, e sarebbero fuggiti oltreconfine verso il villaggio di Bong per ricevere cure e protezione dalle autorità sud-sudanesi.
La dinamica dei fatti é stata confermata anche dal portavoce dell'Esercito sudanese Al-Sawarmy Khalid.
Nonostante i tentativi del Presidente Omar al-Bashir di addivenire a una composizione delle vertenze con il Sud-Sudan e al sostegno offerto dall'Etiopia e dall'Unione Africana a tali sforzi, il confine tra Sudan e Sud-Sudan si é infiammato a causa delle continue provocazioni armate che, almeno a livello ufficioso, sono approvate e sostenute dal Governo di Juba.
Altra professionalità quella mostrata dai loro colleghi cinesi della Xinhua, che hanno riportato la morte di 66 miliziani sud-sudanesi del cosiddetto 'SPLM' (un movimento di terroristi foraggiato da Juba) caduti nella trappola tesa loro dalle truppe regolari di Kharthoum nella giornata di avantieri. Altri 70 miliziani dell'SPLM sarebbero rimasti feriti nell'agguato, e sarebbero fuggiti oltreconfine verso il villaggio di Bong per ricevere cure e protezione dalle autorità sud-sudanesi.
La dinamica dei fatti é stata confermata anche dal portavoce dell'Esercito sudanese Al-Sawarmy Khalid.
Nonostante i tentativi del Presidente Omar al-Bashir di addivenire a una composizione delle vertenze con il Sud-Sudan e al sostegno offerto dall'Etiopia e dall'Unione Africana a tali sforzi, il confine tra Sudan e Sud-Sudan si é infiammato a causa delle continue provocazioni armate che, almeno a livello ufficioso, sono approvate e sostenute dal Governo di Juba.
Uomini di Hezbollah catturano a Baalbek un cittadino libanese che collaborava con il Mossad sionista!
Secondo quanto riportato poche ore fa dall'outlet televisivo ufficiale del Movimento, il canale TV "Al-Manar", uomini di Hezbollah, la forza politico-militare degli sciiti libanesi, avrebbero messo in stato di fermo, in un loro compound nella cittadina di Baalbek (nel Nord del paese, nella Valle della Biqa'a, vicino al confine con la Siria) un cittadino libanese sospettato di connivenza col regime sionista per fini di spionaggio.
Talal Khalil, questo il nome del presunto agente sionista, sarebbe in mano alle forze di sicurezza di Hezbollah in attesa che i leader del movimento si accordino con le autorità libanesi per consegnarlo ai militari. Secondo gli statuti in vigore nel Paese dei Cedri ogni caso di spionaggio a favore di Israele (anche da parte di civili) ricade ipso facto nella giurisdizione della magistratura militare e da essa deve essere affrontato e trattato.
Il fatto che Khalil sia stato bloccato vicino al confine siriano fa immaginare che il regime di Tel Aviv lo stesse utilizzando in missioni a favore degli estremisti mercenari wahabiti scatenati da quasi due anni contro la Repubblica Araba di Siria, senza tuttavia che le loro sanguinose e crudeli attività siano riuscite a spodestare il Presidente Bashir Assad.
Talal Khalil, questo il nome del presunto agente sionista, sarebbe in mano alle forze di sicurezza di Hezbollah in attesa che i leader del movimento si accordino con le autorità libanesi per consegnarlo ai militari. Secondo gli statuti in vigore nel Paese dei Cedri ogni caso di spionaggio a favore di Israele (anche da parte di civili) ricade ipso facto nella giurisdizione della magistratura militare e da essa deve essere affrontato e trattato.
Il fatto che Khalil sia stato bloccato vicino al confine siriano fa immaginare che il regime di Tel Aviv lo stesse utilizzando in missioni a favore degli estremisti mercenari wahabiti scatenati da quasi due anni contro la Repubblica Araba di Siria, senza tuttavia che le loro sanguinose e crudeli attività siano riuscite a spodestare il Presidente Bashir Assad.
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Vahidi: "La rete di difesa radar iraniana cresce e si rafforza ogni giorno sempre di più!"
Parlando nella giornata di martedì 19 febbraio 2013 il Ministro per la Difesa della Repubblica Islamica, Brigadier Generale Ahmad Vahidi ha dichiarato che, dopo avere provato la propria perizia e il proprio successo nella costruzione di stazioni radar intermedie con raggio operativo tra i 500 e i 750 Km tecnici e ingegneri di Teheran si stanno applicando alla realizzazione di esemplari con portate tra i 1000 e i 3000 Km.
Le parole di Vahidi sono da inquadrare nell'ambito della politica iraniana di reclamizzazione dei propri successi nell'ambito della "Jihad di Autosufficienza Militare", con cui si vuole far capire alle potenze dell'imperialismo arrogante la futilità di minacce, sanzioni, ricatti e complotti omicidi, con i quali alcuni Stati europei, gli Usa, il Canada e poche altre potenze vorrebbero costringere l'Iran a fare forfait dei propri Diritti allo sviluppo di un programma nucleare civile in quanto firmatario del TNPN.
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Assad discute con i suoi ospiti libanesi e trae le conclusioni di due anni di lotta contro i mercenari qaedisti!
Incontrando una delegazione di ospiti libanesi il Presidente siriano Bashir Assad ha fatto il punto sulla posizione interna del paese dopo 23 mesi di ininterrotta offensiva terroristica finanziata dalle forze imperialiste e sioniste internazionali e dai loro lacché regionali: turchi e wahabiti degli emirati del Golfo, sottolineando che, guardandosi indietro ai momenti di grave crisi e pericolo e analizzando invece la situazione attuale é difficile non immaginare come ormai prossima la totale vittoria contro ciò che rimane dell'insorgenza marcenaria.
In primis Assad ha dichiarato che, una volta superati anche gli ultimi postumi di questa crisi Damasco riprenderà il suo ruolo di importante sostenitore della Causa della Resistenza palestinese, non importa quante ingiustizie abbia subito da presunti ex-sostenitori di essa che si sono rivoltati contro di lei; il sostegno alla Palestina per la Siria non é una materia di preferenze o convenienze politico-diplomatiché é una scelta di campo irrinunciabile.
In secondo luogo Assad ha ringraziato pubblicamente il Patriarca maronita Cardinale Al-Rai per la sua recente visita a Damasco che é stata apprezzata e valutata in tutte le sue sfaccettature, e per la quale l'alto prelato di Bkirki "merita tutta la nostra riconoscenza".
Terzo, nonostante il dolore, le perdite e il sangue, questa crisi é stata utile perché ha permesso alla Siria di riconoscere i veri e validi amici e alleati da quelli incerti o tentennanti: spesso il responso é stato conforme alle aspettative (Hezbollah, l'Iran, l'Irak di Maliki, la Russia, si sono dimostrati i validi alleati di cui la Siria aveva bisogno) ma altri (l'Algeria, la Cina...) si sono mostrati più vicini e solidali di quanto non fosse sperabile o prevedibile e di ciò bisognerà tenere conto in futuro.
In secondo luogo Assad ha ringraziato pubblicamente il Patriarca maronita Cardinale Al-Rai per la sua recente visita a Damasco che é stata apprezzata e valutata in tutte le sue sfaccettature, e per la quale l'alto prelato di Bkirki "merita tutta la nostra riconoscenza".
Terzo, nonostante il dolore, le perdite e il sangue, questa crisi é stata utile perché ha permesso alla Siria di riconoscere i veri e validi amici e alleati da quelli incerti o tentennanti: spesso il responso é stato conforme alle aspettative (Hezbollah, l'Iran, l'Irak di Maliki, la Russia, si sono dimostrati i validi alleati di cui la Siria aveva bisogno) ma altri (l'Algeria, la Cina...) si sono mostrati più vicini e solidali di quanto non fosse sperabile o prevedibile e di ciò bisognerà tenere conto in futuro.
martedì 19 febbraio 2013
Ancora una volta ragazzo palestinese inseguito e investito da colono ebreo razzista alla guida di un'auto!
Ancora un episodio di attentato automobilistico contro un ragazzo palestinese nei territori occupati; ancora una volta a scagliare la propria auto come una bomba contro un ragazzo innocente che premeva sui pedali della sua bicicletta un giudeo fanatico degli insediamenti illegali, ubriaco di un odio instillato da decenni e decenni come un lavaggio del cervello agli integralisti ebrei che si fanno miliziani del delirio razzista dell'Apartheid di Tel Aviv.
Il Capo del Consiglio di Wad Fukin, villaggio circonvicino a Betlemme, nella West Bank meridionale, ha dichiarato all'Agenzia "Quds Press" che il giovane Mohamed Mohamed Manasra, di appena 17 anni, stava pedalando sulla sua bici quando un'auto guidata da un colono fanatico del vicino insediamento illegslee di Betar Illit si é lanciata contro di lui; nonostante tutti gli sforzi del giovane l'ebreo fanatico é riuscito a travolgerlo, dopodiché l'attentatore si é rifiugiato tra i suoi simili, certo di non subire nessuna conseguenza per il suo gesto.
Sempre secondo quanto riferito da Ahmed Sukar, il giovane Manasra é stato trasportato d'urgenza all'Ospedale di Beit Jala, dove le sue condizioni si sono rivelate "moderatamente gravi" a causa di vaste contusioni e alcune fratture. Negli ultimi anni la "caccia al pedone palestinese" da parte di auto guidate dagli spietati ebrei degli insediamenti é diventata una minaccia endemica per i legittimi abitanti della Palestina.
Il Capo del Consiglio di Wad Fukin, villaggio circonvicino a Betlemme, nella West Bank meridionale, ha dichiarato all'Agenzia "Quds Press" che il giovane Mohamed Mohamed Manasra, di appena 17 anni, stava pedalando sulla sua bici quando un'auto guidata da un colono fanatico del vicino insediamento illegslee di Betar Illit si é lanciata contro di lui; nonostante tutti gli sforzi del giovane l'ebreo fanatico é riuscito a travolgerlo, dopodiché l'attentatore si é rifiugiato tra i suoi simili, certo di non subire nessuna conseguenza per il suo gesto.
Sempre secondo quanto riferito da Ahmed Sukar, il giovane Manasra é stato trasportato d'urgenza all'Ospedale di Beit Jala, dove le sue condizioni si sono rivelate "moderatamente gravi" a causa di vaste contusioni e alcune fratture. Negli ultimi anni la "caccia al pedone palestinese" da parte di auto guidate dagli spietati ebrei degli insediamenti é diventata una minaccia endemica per i legittimi abitanti della Palestina.
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Altre quattro navi da sbarco (cariche di armi?) russe attraversano il Mediterraneo dirette in Siria!
Ancora una volta sono segnalate come in uscita dal Mar Nero e in rotta verso il Mediterraneo Orientale quattro unità maggiori della flotta russa; una volta giunte nelle acque mediorientali le navi si uniranno a un battello-scorta e a un numero di vascelli minori e punteranno verso il porto siriano di Tartous.
Nonostante l'ingenua campagna di disinformazione occidentale vorrebbe dipingere i quattro vascelli (tutte navi da sbarco) come inviati per una possibile evacuazione di civili russi sarebbe difficile pensare che Mosca, che non ha evacuato i propri connazionali nei momenti più intensi dell'insorgenza terrorista, stia per farlo proprio ora che le forze governative siriane stanno cogliendo sul campo vittorie decisive contro gli estremisti stranieri.
In realtà i capaci vascelli di Mosca sono con ogni probabilità carichi di veicoli e munizioni per l'Esercito di Assad, che verranno discretamente scaricati durante la prevista "sosta tecnica" nella base navale di Tartous. Che non sia imminente alcun 'esodo' di cittadini russi dalla Siria lo si é potuto notare anche con l'atterraggio di due aerei trasporto (un Ilushin-62 e un Ilushin-76) a Latakia che, essendo disposti a ricondurre in Russia i cittadini che lo avessero richiesto dopo aver scaricato i loro cargo di aiuti umanitari, sono ripartiti con meno di una dozzina di persone a bordo.
Nonostante l'ingenua campagna di disinformazione occidentale vorrebbe dipingere i quattro vascelli (tutte navi da sbarco) come inviati per una possibile evacuazione di civili russi sarebbe difficile pensare che Mosca, che non ha evacuato i propri connazionali nei momenti più intensi dell'insorgenza terrorista, stia per farlo proprio ora che le forze governative siriane stanno cogliendo sul campo vittorie decisive contro gli estremisti stranieri.
In realtà i capaci vascelli di Mosca sono con ogni probabilità carichi di veicoli e munizioni per l'Esercito di Assad, che verranno discretamente scaricati durante la prevista "sosta tecnica" nella base navale di Tartous. Che non sia imminente alcun 'esodo' di cittadini russi dalla Siria lo si é potuto notare anche con l'atterraggio di due aerei trasporto (un Ilushin-62 e un Ilushin-76) a Latakia che, essendo disposti a ricondurre in Russia i cittadini che lo avessero richiesto dopo aver scaricato i loro cargo di aiuti umanitari, sono ripartiti con meno di una dozzina di persone a bordo.
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Ramificazioni dell'affaire Ben Zygier portano verso i servizi segreti australiani...e a un visto di lavoro chiesto all'Italia...
Ancora sulla vicenda torbida di Ben Zygier, cittadino sionista con doppio passaporto australiano rapidamente passato dal rango di killer del 'Mossad' a sua vittima quando, rapito dagli UAE e rinchiuso segretamente in una prigione israeliana é stato quindi trovato morto impiccato nonostante la sua cella fosse dotata di tutti i più moderni sistemi di sorveglianza 'convenientemete' non in funzione al momento del suo decesso.
Citando "fonti anonime" la ABC australiana ha dichiarato che a far scattare l'operazione di "estrazione" di Zygier dagli UAE non sarebbe stato il suo fermo da parte delle autorità degli Emirati, eventualità per la quale il killer di Mahmoud al-Mahbouh sarebbe anche stato preparato, ma piuttosto la sua loquacità nei confronti di rappresentanti dell'ASIO (i servizi segreti di Canberra) a cui avrebbe iniziato a raccontare dettagli di tutte le attività del Mossad di cui era al corrente, compresa una "maggiore operazione" programmata per il prossimo futuro in Italia.
E proprio verso l'Italia Zygier aveva esteso (con i suoi doppi documenti australiani, OVVIAMENTE) una richiesta di visto lavorativo. Quali altre rivelazioni riserverà questo dossier? E che cosa stava (o sta ancora!) tramando 'L'Istituto' di Tel Aviv nel nostro paese?
Citando "fonti anonime" la ABC australiana ha dichiarato che a far scattare l'operazione di "estrazione" di Zygier dagli UAE non sarebbe stato il suo fermo da parte delle autorità degli Emirati, eventualità per la quale il killer di Mahmoud al-Mahbouh sarebbe anche stato preparato, ma piuttosto la sua loquacità nei confronti di rappresentanti dell'ASIO (i servizi segreti di Canberra) a cui avrebbe iniziato a raccontare dettagli di tutte le attività del Mossad di cui era al corrente, compresa una "maggiore operazione" programmata per il prossimo futuro in Italia.
E proprio verso l'Italia Zygier aveva esteso (con i suoi doppi documenti australiani, OVVIAMENTE) una richiesta di visto lavorativo. Quali altre rivelazioni riserverà questo dossier? E che cosa stava (o sta ancora!) tramando 'L'Istituto' di Tel Aviv nel nostro paese?
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Ali Abdul Karim incontra Adnan Mansour e dichiara: "Da Hezbollah nessun aiuto militare all'Esercito Siriano!"
L'ambasciatore siriano in Libano Ali Abdul Karim Ali, incontrandosi con il Ministro degli Esteri di Beirut Adnan Mansour nella giornata di lunedì, ha ringraziato ufficialmente il Governo di Najib Mikati per gli sforzi profusi nel controllo del poroso confine siro-libanese (mal definito perché arbitrariamente tracciato dai colonizzatori francesi su basi meramente etnico-religiose) con operazioni che anche di recente hanno portato all'arresto di molti terroristi impegnati in azioni criminose in Siria e al sequestro dei loro arsenali.
Il capo della delegazione diplomatica siriana, inoltre, ha recisamente negato che la recente dichiarazione dei comandi terroristi wahabiti ancora attivi nel suo paese (cioé che l'Hezbollah libanese sarebbe attivamente coinvolto con uomini e mezzi a fianco dell'Esercito nazionale siriano nella lotta contro i qaedisti). L'ambasciatore, pur riconoscendo la profonda gratitudine e vicinanza tra il movimento sciita libanese e il Governo di Damasco ha specificato che finora essa si é espressa tramite una mutua solidarietà politica e umana tra il Segretario Generale Hassan Nasrallah, il Presidente Bashir Assad, i militanti di Hezbollah e i cittadini e militari siriani.
Il capo della delegazione diplomatica siriana, inoltre, ha recisamente negato che la recente dichiarazione dei comandi terroristi wahabiti ancora attivi nel suo paese (cioé che l'Hezbollah libanese sarebbe attivamente coinvolto con uomini e mezzi a fianco dell'Esercito nazionale siriano nella lotta contro i qaedisti). L'ambasciatore, pur riconoscendo la profonda gratitudine e vicinanza tra il movimento sciita libanese e il Governo di Damasco ha specificato che finora essa si é espressa tramite una mutua solidarietà politica e umana tra il Segretario Generale Hassan Nasrallah, il Presidente Bashir Assad, i militanti di Hezbollah e i cittadini e militari siriani.
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lunedì 18 febbraio 2013
Mustafa Nasser conferma: "Rafik Hariri stava per varare un patto elettorale con Hezbollah, Amal e PSP", Per questo Israele lo ha ucciso?
Questo articolo é stato ideato e composto su richiesta degli amici di "Stato&Potenza" che ci hanno onorato chiedendo di contribuire con qualche scritto alla loro interessantissima iniziativa editoriale. Con il loro permesso presentiamo anche su 'Palaestina Felix' il primo frutto della nostra collaborazione.
Contro tale possibilità intervenne il drone-assassino israeliano che distrusse il SUV corazzato di Hariri con un'arma sperimentale Made in Germany, un missile in grado di saturare il bersaglio con una polvere metallica resa incandescente al momento dell'impatto da un 'innesco' radiologico.
A dichiararlo al canale TV Al-Jadeed é stato Moustapha Nasser, storico collaboratore di Hariri padre, che ha assicurato come, alla base dell'approccio verso Hezbollah e Amal vi fosse la convinzione maturata dal leader di Mustaqbal che fosse necessario proteggere il potenziale bellico della Resistenza libanese per dare al paese una chance di libertà e indipendenza dalle minacce militari sioniste.
Nasser ha dichiarato che Saad Hariri era perfettamente al corrente delle volontà di suo padre e subito dopo la sua morte, visitato da una delegazione di Hezbollah composta da Hussein Khalil e dal Ministro Ali Hasan Khalil (il Libano aveva a quel tempo un Governo istituzionale di larghe intese) sarebbe stato disposto a perseguirle, accordandosi con i rappresentanti sciiti durante una riunione-fiume di 72 ore in casa sua a Riyadh (dove é nato), riunione cui Nasser avrebbe assistito in toto.
Fu Fouad Siniora, secondo quanto affermato dal 'supertestimone' a rifiutare i termini di un'alleanza con drusi e sciiti, con la scusa che Saad Hariri non aveva l'autorità per concludere simili trattative da solo senza consultarsi con altri dirigenti del partito. Da quel rifiuto nacque poi la cosiddetta 'Alleanza 14 Marzo', che mise il Movimento Futuro in coalizione con le stesse forze maronite conservatrici che Hariri padre avrebbe voluto sfidare.
Ancora una nuova, autorevole testimonianza, di uno dei più intimi e stretti collaboratori e consiglieri politici del defunto businessman ed ex-Premier libanese Rafik Hariri, arriva a conferma di quanto abbiamo sempre sostenuto: Hariri Sr era sul punto di varare una inedita coalizione elettorale che avrebbe affratellato i sunniti di Al-Mustaqbal (Movimento Futuro), gli Sciiti di Hezbollah ed Amal e il PSP di Jumblatt, conquistando la maggioranza assoluta dei voti contro un possibile raggruppamento Cristiano-Maronita (Falange, Forze Libanesi, LMP?) che sarebbe stato per semplici motivi demografici sempre sotto scacco rispetto alla coalizione-corazzata di musulmani e drusi.
A dichiararlo al canale TV Al-Jadeed é stato Moustapha Nasser, storico collaboratore di Hariri padre, che ha assicurato come, alla base dell'approccio verso Hezbollah e Amal vi fosse la convinzione maturata dal leader di Mustaqbal che fosse necessario proteggere il potenziale bellico della Resistenza libanese per dare al paese una chance di libertà e indipendenza dalle minacce militari sioniste.
Nasser ha dichiarato che Saad Hariri era perfettamente al corrente delle volontà di suo padre e subito dopo la sua morte, visitato da una delegazione di Hezbollah composta da Hussein Khalil e dal Ministro Ali Hasan Khalil (il Libano aveva a quel tempo un Governo istituzionale di larghe intese) sarebbe stato disposto a perseguirle, accordandosi con i rappresentanti sciiti durante una riunione-fiume di 72 ore in casa sua a Riyadh (dove é nato), riunione cui Nasser avrebbe assistito in toto.
Fu Fouad Siniora, secondo quanto affermato dal 'supertestimone' a rifiutare i termini di un'alleanza con drusi e sciiti, con la scusa che Saad Hariri non aveva l'autorità per concludere simili trattative da solo senza consultarsi con altri dirigenti del partito. Da quel rifiuto nacque poi la cosiddetta 'Alleanza 14 Marzo', che mise il Movimento Futuro in coalizione con le stesse forze maronite conservatrici che Hariri padre avrebbe voluto sfidare.
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Duri colpi inferti all'insorgenza terrorista dalle truppe governative siriane!
I governatorati di Damasco, Aleppo, Idlib e Hama, nel corso dell'ultimo week-end hanno visto un nuovo picco di attività dell'Esercito regolare siriano che, con la consueta metodicità raffinata in settimane e settimane di lotta da quest'estate in poi, ha isolato colpito e distrutto numerosi nuclei di insorgenti armati wahabiti, in massima parte stranieri foraggiati dalla Turchia e dal Qatar.
Le fattorie di Sheifouniyeh, Marj al-Sultan e Douma sono state tre delle località più interessate dall'attività dei militari, che hanno catturato grandi riserve di armi e munizioni e diversi veicoli equipaggiati di cannoncini da 23mm, ma anche ad Al-Shiyah e Al-Alali si sono riportati risultati simili.
Al-Nabek, Qara e Ghouta hanno visto scontri di minore intensità, tutti comunque risoltisi a favore delle truppe regolari, che hanno ormai fatto tesoro delle esperienze precedenti e sanno come attirare allo scoperto le forze terroriste prima di imbottigliarle, tagliare loro la ritirara e procedere dunque alla loro distruzione.
Le fattorie di Sheifouniyeh, Marj al-Sultan e Douma sono state tre delle località più interessate dall'attività dei militari, che hanno catturato grandi riserve di armi e munizioni e diversi veicoli equipaggiati di cannoncini da 23mm, ma anche ad Al-Shiyah e Al-Alali si sono riportati risultati simili.
Al-Nabek, Qara e Ghouta hanno visto scontri di minore intensità, tutti comunque risoltisi a favore delle truppe regolari, che hanno ormai fatto tesoro delle esperienze precedenti e sanno come attirare allo scoperto le forze terroriste prima di imbottigliarle, tagliare loro la ritirara e procedere dunque alla loro distruzione.
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I briganti e assassini agli ordini di Salva Kiir uccidono sei pastori sudanesi e rubano 800 bovini!
Più volte nel recente passato abbiamo denunciato come il cosiddetto "esercito" del Sud-Sudan sia in realtà composto da ex-predoni e briganti dello stesso tipo di quelli che vennero usati da Salva Kiir (adesso 'Presidente' di Juba per meriti filosionisti e imperialisti) per spargere la violenza e la sedizione nella zona del Sudan più ricca di petrolio e acqua, la stessa che faceva gola a Washington e a Tel Aviv.
Adesso un'ulteriore prova di ciò ci viene fornita da quanto accaduto ad Abu Quroun dove 'militari' del Sud-Sudan hanno teso un'imboscata a una tribù di pastori Mesiria, uccidendo sei uomini e dandosi quindi alla fuga con ben ottocento capi di bestiame che i loro padroni legittimi stavano conducendo a transumare.
La notizia, confermata anche dall'agenzia stampa cinese Xinhua, dimostra come le 'vecchie abitudini' siano tutt'altro che dimenticate tra i pretoriani di Salva Kiir, che solo pochi mesi fa sono stati respinti con gravi perdite dalla regione di Heglig, che avevano cercato di occupare 'manu militari' per sottrarla al controllo delle autorità di Khartoum.
Adesso un'ulteriore prova di ciò ci viene fornita da quanto accaduto ad Abu Quroun dove 'militari' del Sud-Sudan hanno teso un'imboscata a una tribù di pastori Mesiria, uccidendo sei uomini e dandosi quindi alla fuga con ben ottocento capi di bestiame che i loro padroni legittimi stavano conducendo a transumare.
La notizia, confermata anche dall'agenzia stampa cinese Xinhua, dimostra come le 'vecchie abitudini' siano tutt'altro che dimenticate tra i pretoriani di Salva Kiir, che solo pochi mesi fa sono stati respinti con gravi perdite dalla regione di Heglig, che avevano cercato di occupare 'manu militari' per sottrarla al controllo delle autorità di Khartoum.
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Tre grandi e importanti annunci per la Marina Iraniana: un nuovo 'Jamaran' una nuova base navale e visite di cortesia in porti cinesi!
In un trittico di titoli da 'prima pagina' i vertici della Difesa e del Comando Navale iraniano hanno annunciato nel corso del week-end importantissimi sviluppi tecnici, logistici e diplomatici per l'azione marittima di Teheran, che, lasciate le 'acque verdi' del Golfo Perisco ormai al di sotto del suo fulcro di attenzione ha i mirini e i binocoli sempre più puntati sulle grandi rotte oceaniche, dove una potenza regionale emergente può già cominciare ad accreditarsi come un player serio e determinato.
Innanzi tutto il Ministro della Difesa Brigadier Generale Ahmad Vahidi ha dichiarato parlando alla Seconda Conferenza di Makran sul Potere Navale Iraniano che la nuova unità di classe 'Moudge' in tutto simile alla 'Jamaran' già in servizio e alla recentemente varata 'Velayat' sarà inaugurata nei prossimi mesi.
In seguito é stato il Comandante della Marina Contrammiraglio Habibollah Sayyari a dichiarare che una nuova base navale verrà costruita sulle coste del Golfo di Oman (al di là dello Stretto di Ormuz) vicino al confine col Pachistan, per dare alle forze navali di Teheran un "punto d'appoggio" anche fuori dal Golfo Persico, evidentemente se fosse necessario chiuderlo al traffico.
In terzo luogo, sempre secondo le parole di Sayyari, presto le navi dell'IRIN saranno impegnate in crociere operative verso il Pacifico e il Mar Giallo, che comprenderanno anche visite di cortesia a porti della Repubblica Popolare Cinese. Dopo avere ospitato alle proprie banchine qualche mese fa un vascello russo, l'Iran si impegna a rinserrare i legami navali anche con Pechino, appoggio fondamentale in più di un'occasione cui si é puntellato l'Asse della Resistenza.
Innanzi tutto il Ministro della Difesa Brigadier Generale Ahmad Vahidi ha dichiarato parlando alla Seconda Conferenza di Makran sul Potere Navale Iraniano che la nuova unità di classe 'Moudge' in tutto simile alla 'Jamaran' già in servizio e alla recentemente varata 'Velayat' sarà inaugurata nei prossimi mesi.
In seguito é stato il Comandante della Marina Contrammiraglio Habibollah Sayyari a dichiarare che una nuova base navale verrà costruita sulle coste del Golfo di Oman (al di là dello Stretto di Ormuz) vicino al confine col Pachistan, per dare alle forze navali di Teheran un "punto d'appoggio" anche fuori dal Golfo Persico, evidentemente se fosse necessario chiuderlo al traffico.
In terzo luogo, sempre secondo le parole di Sayyari, presto le navi dell'IRIN saranno impegnate in crociere operative verso il Pacifico e il Mar Giallo, che comprenderanno anche visite di cortesia a porti della Repubblica Popolare Cinese. Dopo avere ospitato alle proprie banchine qualche mese fa un vascello russo, l'Iran si impegna a rinserrare i legami navali anche con Pechino, appoggio fondamentale in più di un'occasione cui si é puntellato l'Asse della Resistenza.
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Le forze di sicurezza irakene catturano un enorme carico di armi e munizioni dirette verso la Siria dopo una battaglia di nove ore!
Forze di sicurezza irakene hanno sventato un tentativo da parte di militanti terroristi wahabiti di portare oltre il confine siriano un enorme carico di armi, munizioni ed esplosivi che dovevano servire ad alimentare l'instabilità e la violenza fomentate dai gruppi qaedisti nella Repubblica Araba.
L'annuncio, letto nel week-end da parte del Generale Saad Ma'an, portavoce del Ministero degli Esteri di Bagdad ha specificato come sia stata necessaria una sparatoria di ben nove ore, quasi una piccola battaglia, per convincere i fanatici sunniti a deporre le armi e arrendersi alle forze governative.
La 'carovana' dei mercenari wahabiti constava di ben otto veicoli tra automobili, fuoristrada e furgoni, di cui due sono letteralmente saltati per aria durante la battaglia con le forze regolari.
Tuttora vige il più stretto riserbo su dove esattamente si sia consumato lo scontro, su quanti mercenari siano stati catturati, sulla loro nazionalità e su dove fossero diretti anche se si sospetta che la loro prima destinazione oltre confine possa essere stata Deir-Ez-Zour.
Le autorità irakene sono particolarmente vigili sul confine Ovest con la Siria giacché sanno che qualunque 'base' creata dai miliziani wahabiti contro la Siria di Assad potrebbe domani diventare bastione contro il Governo legittimo di Nouri al-Maliki.
L'annuncio, letto nel week-end da parte del Generale Saad Ma'an, portavoce del Ministero degli Esteri di Bagdad ha specificato come sia stata necessaria una sparatoria di ben nove ore, quasi una piccola battaglia, per convincere i fanatici sunniti a deporre le armi e arrendersi alle forze governative.
La 'carovana' dei mercenari wahabiti constava di ben otto veicoli tra automobili, fuoristrada e furgoni, di cui due sono letteralmente saltati per aria durante la battaglia con le forze regolari.
Tuttora vige il più stretto riserbo su dove esattamente si sia consumato lo scontro, su quanti mercenari siano stati catturati, sulla loro nazionalità e su dove fossero diretti anche se si sospetta che la loro prima destinazione oltre confine possa essere stata Deir-Ez-Zour.
Le autorità irakene sono particolarmente vigili sul confine Ovest con la Siria giacché sanno che qualunque 'base' creata dai miliziani wahabiti contro la Siria di Assad potrebbe domani diventare bastione contro il Governo legittimo di Nouri al-Maliki.
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domenica 17 febbraio 2013
Mohammed Raad ad Hariri: "Il tuo Governo fu un momento disastroso per il Libano!"
Il portavoce dei parlamentari di Hezbollah ha emesso un duro e vibrante comunicato rivolto all'indirizzo del capo del Movimento Mustaqbal, il 'Renzo Bossi Libanese' Saad Hariri, accusandolo chiaramente di essere personalmente responsabile della diffusione di armi a gruppi sediziosi di estremisti sunniti e alla creazione di 'rifugi' per i mercenari terroristi in fuga dalla Siria dove le vittorie dell'Esercito regolare li stanno sloggiando dalle zone che avevano cercato di occupare nei mesi scorsi.
"Qualunque paragone tra estremisti fanatici e mercenari in lotta contro il Governo siriano e le formazioni armate della Resistenza di Hezbollah é specioso, tendenzioso, improponibile e bugiardo", ha dichiarato l'Onorevole Mohamed Raad nel suo messaggio, evidenziando come le milizie della Resistenza servano tutto il popolo libanese mantenendo un credibile deterrente contro nuove aggressioni e invasioni sioniste mentre le milizie wahabite e terroriste perseguono solo fini partigiani che in ultimo indeboliscono e mettono in pericolo il Libano.
Raad nel prosieguo del documento ha portato le critiche ad Hariri più indietro nel tempo, fino agli anni in cui é stato (fortunatamente per poco) Primo Ministro libanese, lasciando in eredità all'esecutivo di Najib Mikati sostenuto da Hezbollah e dalle altre forze dell'Alleanza 8 Marzo un disastroso passivo di debito pubblico, aumentato, nei mesi del suo premierato, di ben 60 milioni di dollari, accusando senza mezzi termini Hariri di aver scavato quella voragine nei conti pubblici con una gestione 'allegra' delle finanze e con la 'necessità' di elargire regalie ed emolumenti ai suoi sostenitori e alleati.
"Qualunque paragone tra estremisti fanatici e mercenari in lotta contro il Governo siriano e le formazioni armate della Resistenza di Hezbollah é specioso, tendenzioso, improponibile e bugiardo", ha dichiarato l'Onorevole Mohamed Raad nel suo messaggio, evidenziando come le milizie della Resistenza servano tutto il popolo libanese mantenendo un credibile deterrente contro nuove aggressioni e invasioni sioniste mentre le milizie wahabite e terroriste perseguono solo fini partigiani che in ultimo indeboliscono e mettono in pericolo il Libano.
Raad nel prosieguo del documento ha portato le critiche ad Hariri più indietro nel tempo, fino agli anni in cui é stato (fortunatamente per poco) Primo Ministro libanese, lasciando in eredità all'esecutivo di Najib Mikati sostenuto da Hezbollah e dalle altre forze dell'Alleanza 8 Marzo un disastroso passivo di debito pubblico, aumentato, nei mesi del suo premierato, di ben 60 milioni di dollari, accusando senza mezzi termini Hariri di aver scavato quella voragine nei conti pubblici con una gestione 'allegra' delle finanze e con la 'necessità' di elargire regalie ed emolumenti ai suoi sostenitori e alleati.
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Aiutaci Mahmoud Al-Zahar, sei la nostra ultima speranza!
L'ultima speranza di coloro che pensano che un nido di aquile, una tana di leoni, non possa venire trasformata in un bordello di meretrici dove l'onore e il sangue di migliaia e migliaia di martiri, dallo Sceicco Yassin ad Abdelaziz Rantisi fino a Mahmoud al-Mahbouh e oltre, possa venire scambiato con un pugno d'oro degli Emiri del Golfo o con una 'riconciliazione' coi traditori di Fatah che diventerebbe una partecipazione al loro stesso tradimento.
Mahmoud al-Zahar, leader storico di Hamas e sostenitore della linea della coerenza, della Resistenza senza 'se' e 'ma', del mantenimento dei legami con l'Asse Iraniano-Siriano-Sciita, ha ricevuto un riconoscimento per i suoi meriti religiosi, essendo studioso e interprete dell'Islam oltre che prestigioso leader politico.
Dalla profondità di una Fede che sappiamo essere pura e disinteressata, fresca e vivificante come le acque dei pozzi di Zamzam rivolgiamo la speranza che Mahmoud al-Zahar possa trovare la forza, la volontà, la determinazione di combattere le meretrici che vorrebbero sporcare e disonorare il sacrificio dei Martiri e il retaggio che essi hanno lasciato ad Hamas.
AIUTACI, MAHMOUD AL-ZAHAR, SEI L'ULTIMA SPERANZA DI CHI PENSA CHE HAMAS POSSA ANCORA LOTTARE, ANCORA LIBERARE, ANCORA VINCERE!
Dalla profondità di una Fede che sappiamo essere pura e disinteressata, fresca e vivificante come le acque dei pozzi di Zamzam rivolgiamo la speranza che Mahmoud al-Zahar possa trovare la forza, la volontà, la determinazione di combattere le meretrici che vorrebbero sporcare e disonorare il sacrificio dei Martiri e il retaggio che essi hanno lasciato ad Hamas.
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Gli sgherri di Re Al-Khalifa uccidono un altro adolescente, ma i suoi funerali confermano che il popolo Barheini non é disposto a fermarsi!
Come avevamo annunciato al momento della sua uccisione é di Hussein al-Jaziri, 16enne già residente nella cittadina di Dahi, l'identità dell'ultima vittima dei brutali mazzieri di Re Al-Khalifa, tiranno sunnita del Barhein mantenuto sul trono in odio alla totalità dei suoi abitanti solo dalle convenienze strategiche dell'inquilino nero della Casa Bianca che vuole usarne l'Isola delle Perle come 'portaerei' in funzione anti-iraniana e come base-appoggio per la sua Quinta Flotta.
Ma i funerali del ragazzo Barheini, ennesima vittima di un Movimento per la Democrazia e il Cambiamento che dura ormai da due anni e che si concluderà in una sola maniera: con il rovesciamento di Al-Khalifa e la sua cacciata in esilio o il suo processo da parte del Popolo. Una enorme, colossale marcia ha riempito e animato le strade, concludendosi con l'usuale scontro con i gendarmi reali, i loro alleati sauditi e i crudeli mercenari pachistani arruolati nelle madrasse fondamentaliste.
Non si sono registrati morti negli scontri ma, quando ormai il conteggio delle vittime di Casa Al-Khalifa ha raggiunto e sorpassato le centinaia nel più completo silenzio ipocrita e interessato dei media occidentali, la cosa ha molta poca importanza, ha importanza che a oltre 24 mesi dall'inizio delle proteste il popolo del Barhein non ha intezione di farsi intimidire, minacciare o ricattare in alcun modo e continua a radunarsi e lottare per i propri Diritti e i propri Ideali.
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Cronaca della vergogna: l'allagamento dei tunnel verso Gaza un 'regalo' dei Fratelli Musulmani a delegazione sionista in visita!
In una sua recente edizione il quotidiano egiziano "Al Masri Al Youm" ha rivelato che il recente 'blitz' delle forze governative egiziane del Sinai che facendo tracimare alcune cisterne sotterranee sono riuscite ad allagare e fare chiudere tre tunnel che portavano dalla zona di Rafah alla Striscia di Gaza (compresa un'importantissima arteria per l'importazione di ghiaia e cemento, materiali necessari a riparare i disastrosi effetti dei bombardamenti israeliani), sarebbe coinciso con la visita-lampo di una delegazione militare sionista di alto livello.
Una sorta di "regalo di benvenuto" dunque, da parte del Presidente Mursi e dei Fratelli Musulmani che lo hanno messo al potere verso i 'graditi ospiti' di Tel Aviv che, a sentire i redattori del quotidiano cairota, sarebbero arrivati nella capitale per discutere di temi inerenti alla sicurezza dei confini del Sinai, alla presenza di gruppi armati nella penisola montuosa egiziana, al mantenimento del Trattato di Camp David.
Lasciamo ogni commento e considerazione ai nostri lettori.
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