Da un annuncio fatto direttamente dal Presidente Mahamadou veniamo a scoprire che il figlio 'calciatore' di Gheddafi, Saadi, ha trovato asilo politico nel Niger, paese africano dove sono riparati anche altri membri del clan dell'ex rais di Tripoli, pochi fedelissimi e dove sembra che si stia organizzando una formazione politico-militare lealista con cui i familiari del Colonnello potrebbero tentare di dire ancora la loro nelle vicende politiche della "quarta sponda", apparentemente ormai sotto il controllo del Consiglio Nazionale di Transizione.
Diciamo "apparentemente" perché una serie di lunghi scontri a fuoco hanno recentemente dimostrato come possa essere fragile la supremazia del CNT in Libia: nelle scorse ore infatti uomini delle milizie ribelli di Zawahiya sono stati ripetutamente affrontati da armati del clan Wershifanna, in passato uno dei più saldi alleati di Gheddafi dopo i Wafalla.
Gli scontri sarebbero avvenuti presso posti di blocco a Imaya, una trentina di chilometri a Ovest della capitale libica. Appena nominato il Neopremier libico Abdul Rahim el-Qib ha denunciato l'immediata necessità della ricostruzione di un esercito nazionale ma, in un paese frammentato e clanico come la Libia questo potrebbe rappresentare un grave problema, col rischio che le forze armate diventino la milizia di questa o quella tribù.
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Il Segretario Generale di Hezbollah ha chiesto all'amministrazione di Obama e ai reggitori dell'entità sionista di occupazione di comprendere molto bene che aggressioni contro l'Iran o la Siria provocheranno un devastante effetto domino in tutta la regione, in conseguenza del quale i loro interessi saranno i primi a essere irreversibilmente colpiti.
Durante l'attesissima cerimonia della Giornata dei Martiri presso il compound che sorge nel distretto meridionale della capitale libanese Hassan Nasrallah ha pronunciato la sua orazione, esordendo con l'osservazione che, a ogni nuova occasione di commento degli sviluppi politici del Medio Oriente e del Mondo Arabo egli ha piacere di verificare come la situazione, ormai da lungo tempo, continui a progredire in senso positivo per gli oppressi e gli umili e contrario agli interessi degli arroganti e dei loro lacché.
"Voi che puntavate su una rapida degenerazione della situazione in Siria, abbandonate le vostre speranze: il popolo di quel paese ha vanificato i vostri sforzi ed essi ormai sono totalmente sconfitti come quelli che, in passato, avete indirizzato contro la Repubblica Islamica o lo stesso Libano (qui Nasrallah fa riferimento alla fittizia gazzarra sulla 'rivoluzione verde' e sul tentativo del 2008 di riaccendere la guerra civile in Libano, stroncato dalla pronta reazione dell'Alleanza 8 Marzo').
Nasrallah ha quindi rimarcato con sarcasmo che, se gli Stati Uniti si sentono giustificati a togliere i loro contributi all'agenzia ONU per la Scienza, l'Educazione e la Cultura perché indispettiti dalla sua legittima decisione di accogliere la Palestina come Stato membro allora non é chiaro perché il Libano dovrebbe mai versare anche un solo soldo di finanziamento alla 'corte-canguro' voluta da Washington e Tel Aviv per scaricare sui loro avversari la responsabilità dell'omicidio di Rafik Hariri (eliminato dagli israeliani con un drone telecomandato quando ha mostrato di essere sul punto di avvicinarsi al partito sciita e alla Siria).
Durante il discorso Nasrallah ha dichiarato che i martiri sciiti, da Ahmad Kassir in poi, sono "portatori e facilitatori di vita", in quanto esecutori della Volontà di Dio e che la Resistenza, la lotta e la Jihad costituiscono un unico percorso di fede e di testimonianza. Nasrallah ha quindi letto le parole pronunciate dal riverito Imam Moussa Sadr durante l'invasione sionista del libano avvenuta nel 1978, notando come esse mantengano anche oggi tutta la loro pognanza e attualità.
"Oggi, grazie ai martiri, agli studenti e ai figli della Resistenza il Sud del nostro paese é sicuro, forte e solido e non si trova più alla mercé di alcun occupante; di questo rendiamo grazie". Ha poi considerato che, pur ritenendolo molto improbabile, le forze di Hezbollah sono costantemente all'erta contro possibili nuovi attacchi da parte sionista e rimangono un forte peso sulla bilancia dell'equilibrio regionale. Ovviamente, ha aggiunto, l'assenza di una minaccia immediata non è dovuta a un 'ravvedimento' del regime ebraico o a una sua improvvisa 'generosità' ma al fatto che attualmente é più impegnato a brigare e tramare contro altri obiettivi.
Questi obiettivi, come noto, sono la Siria e l'Iran, i quali, grazie alla rettitudine dei loro governanti, alla disciplina e alla fedeltà delle loro popolazioni e al favore di Dio, sono però riusciti a confrontare con successo le minacce sioniste sostenute dagli imperialisti americani, inglesi e francesi (e in misura minore da paesi europei di secondo piano), grazie anche al sostegno degli alleati tradizionali e di nuovi partner come i paesi emergenti. "Anche ora che le loro minacce di intervento armato sono state sventate e le loro provocazioni terroristiche sono fallite gli imperialisti e i sionisti vorrebbero trascinare l'Iran in 'negoziati' per fargli rinunciare al suo innegabile diritto di sviluppare pacificamente l'industria nucleare civile e sperano di riuscire a convincere i Siriani ad accettare ingerenze esterne nella loro politica. Ma tutti questi schemi sono destinati al fallimento".
"Fino a che rimarremo dediti alla fede, alla determinazione e alla ferma volontà di Resistenza, a Dio piacendo, rimarremo sempre vittoriosi!".
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In Egitto esperti delle agenzie di sicurezza nazionale hanno passato al setaccio il palazzo presidenziale precedentemente occupato dal dittatore Mubarak e dai suoi familiari alla ricerca di sistemi d'ascolto e registrazione installati dai servizi segreti americani e israeliani; secondo quanto filtrato l'operazione di bonifica ha incluso anche la rimozione del sistema di aria condizionata del palazzo, installato da tecnici Usa e a lungo sospettato di essere letteralmente pieno di 'cimici' elettroniche.
E' stato inoltre deciso di rimuovere tutti i sistemi made in Usa e di sostituirli con analoghi francesi e tedeschi, nell'ambito del rinnovo e della trasformazione del palazzo che, prevedibilmente, verrà utilizzato dal prossimo presidente democraticamente eletto dell'Egitto; l'operazione di ricerca e rimozione di ogni congegno sospetto é stata particolarmente accurata e minuziosa nelle aree residenziali del palazzo.
Mubarak era solito lamentarsi di sentirsi sempre osservato e la sua non era semplice fissazione o paranoia, durante gli anni '80 lo stesso Mubarak scoprì nel suo telefono personale una microspia americana che servì, tra l'altro, a carpire le informazioni necessarie agli Usa per costringere l'aereo con a bordo i dirottatori dell'Achille Lauro ad atterrare in Italia.
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Degenera sempre di più la situazione al confine tra il Kenya e la Somalia dove la politica obamiana di interventismo in Africa sta ripetendo i disastrosi insuccessi collezionati nella zona dal suo predecessore Bush jr. questa volta trascinando nel pantano oltre i lacché kenioti (che si sono sobbarcati l'onere di intervenire militarmente 'con gli stivali a terra' per conto del mezzo keniota Presidente Usa) anche i francesi, cui evidentemente l'apparente "successo" dell'attacco alla Libia ha 'dato alla testa' come una mezza bottiglia di champagne bevuta a stomaco vuoto.
Nella sola giornata di ieri gli imperialisti occidentali e i loro servitori indigeni hanno collezionato non uno ma ben tre scacchi: ad 'aprire le danze' ci hanno pensato i robot-volanti del Pentagono di cui due sono andati a schiantarsi attorno a Dhoobley, 20 chilometri dal confine col Kenia, portando ormai il numero di UAV persi dagli Usa nella regione a circa una ventina. Poi, tra la città di Kismayo e il centro di Kuda é stato il turno di un elicottero dell'Aeronavale di Parigi a cadere a terra, esplodendo e uccidendo tutti e nove i suoi passeggeri; con ogni probabilità 'consiglieri' inviati in aiuto delle truppe keniote impegnate a invadere la Somalia.
E di aiuto e consiglio da parte dei loro burattinai e manovratori sembra proprio che i kenioti abbiano tanto bisogno visto che, sempre ieri, ben trenta loro soldati sono stati sterminati in una imboscata "da manuale" tesa loro dai guerriglieri musulmani Al-Shabab, la cui popolarità nel tormentato paese del Corno d'Africa é tornata alle stelle da quando la popolazione li ha visti tornare in azione contro un invasore straniero come già fecero, con grande successo, nel 2006-2009 contro gli Etiopi e dal 2007 in avanti contro gli Ugandesi e i Burundesi dell'AMISOM.
La politica africana di Obama, fatta di interventi disorganici e improvvisati, genera nuove tensioni, nuovi morti e tanta instabilità in una regione che é reduce da venti anni di anarchia totale e recentemente é stata colpita, in rapida successione, prima dalla più grave siccità degli ultimi 60 anni, quindi da piogge tanto torrenziali quanto devastanti.
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Un morto e due feriti tra la popolazione delle colonie illegali piene zeppe di violenti coloni ebrei armati, paracadutati nei territori palestinesi occupati nella speranza che le loro azioni vandaliche intimidiscano e scaccino i legittimi abitanti originari della Cisgiordania. Il colono ebreo però deve la sua fama (postuma) al fatto di essere stato mandato all'altro mondo dalle pallottole sioniste di soldati sionisti che hanno aperto il fuoco a tradimento contro la sua auto dopo averlo 'erroneamente scambiato per un palestinese', poco distante da Al-Khalil, nella Cisgiordania occupata.
Insediamento illegale ebraico nella Cisgiordania occupata.
Il morto è un arzillo sessantenne che prima di defungere aveva come unico (dubbio) titolo di fama quello di aver contribuito a fondare la colonia illegale di Otniel, allargatasi su terra palestinese rubata cone una pianta velenosa concimata col denaro dei contribuenti americani, annualmente grassati di miliardi di dollari che potrebbero arricchire le loro scuole e i loro ospedali per finanziare invece gli insediamenti ebraici, e abbondantemente annaffiata col sangue dei Palestinesi massacrati ora dalle forze sioniste di occupazione ora direttamente dai coloni fanatici, entusiasti 'bricoeur' dello sterminio spicciolo.
Una legittima spiegazione dell'incidente letale tra coloni e soldati...
Visto che in media i coloni ebrei sono ben differenti dai Palestinesi di cui sono inviati ad occupare ed espropriare la terra dobbiamo arguire che la pattuglia delle forze sioniste di occupazione che ha aperto il fuoco contro la macchina della vittima lo abbia fatto dopo un più che cursorio e superficiale 'tentativo di identificazione' (se mai vi é stato), il che ci rivela quanto sia facile per un Palestinese che percorre la sua terra pensando ai casi suoi finire sotto il piombo di qualche militare sionazista dal grilletto facile che prima spara e poi se del caso fa domande, certo che la fanfara dell'Hasbara a sei punte dipingerà ogni sua vittima come un pericoloso terrorista con razzi Qassam in spalla e bombe atomiche nel taschino.
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"Ci vorranno solo pochi giorni, e non settimane, per annunciare il nome del nuovo Premier e la sua lista dei ministri", così Samir Dillou, dignitario del partito del Rinascimento musulmano che solo pochi giorni fa ha fatto "cappotto" alle elezioni per l'Assemblea costituente (staccando la formazione seconda classificata di ben sessanta deputati) ha annunciato all'Agence France Presse che il processo di formazione del nuovo esecutivo incaricato di amministrare la nazione mentre l'Assemblea stilerà la nuova carta costituzionale é ben più avanzato di quanto non sospettassero gli osservatori internazionali che, fino a ieri, parlavano di esordio a gennaio per il nuovo Governo.
Dillou ha anche annunciato che, in riconoscimento del ruolo fondamentale svolto durante le manifestazioni di piazza che hanno portato alla caduta del dittatore Ben Ali il Ministro della Difesa Abdel Karim Zbidi rimarrà al suo posto, unico rappresentante del vecchio Governo a mantenere la poltrona. Chiamato a guidare la Difesa nazionale durante il rimpasto tardivo del 27 gennaio 2011 Zbidi impedì che le forze armate fossero usate come strumento di repressione, consegnando quindi, indirettamente, la vittoria alle opposizioni.
Samir Ben Amor del Congresso per la Repubblica, che formerà con l'Ennahda la coalizione di Governo ha confermato che il nome del Neopremier e quelli dei suoi Ministri verranno svelati nel corso della prossima settimana.
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Ricordate le insopportabili boiate della lobby anti-Khartoum insediata a Washington e Hollywood? Cuoricini sanguinanti di animelle candide come Colin Powell (il mentitore delle 'armi di Saddam') e Condoleeza Rice, supportate da bellocci privi di cervello come George Clooney che ci "informavano" di presunte stragi e persecuzioni compiute dal legittimo Governo di Omar Bashir? Di come questi mestatori mobilitavano la stolida e superficiale opinione pubblica occidentale per 'salvare' i 'poveri sudanesi cristiani' (presi di mira dalla propaganda evangelica a stelle e strisce, filosionista e islamofoba)?
Salva Kiir, il ridicolo pagliaccio divenuto 'Presidente' del Sud-Sudan.
Bene oggi, una volta indipendenti in seguito a un vergognoso 'referendum-farsa' i miti e pacifici cristiani del Sud-Sudan si mostrano per quello che sono: corrotti e indecenti burattini in mano a Washington e Tel Aviv che hanno preso da subito a edificare un regime tirannico dove é proibito persino muovere, in un articolo di giornale, il sospetto che la figlia del Presidente locale (un ridicolo cacicco che va in giro addobbato come una sorta di Tom Mix africano) sia rimasta incinta prima delle nozze (celebrate con sfarzo indecente in un paese dove un bambino su sette muore prima di arrivare a compiere cinque anni).
Ngor Garang (sopra), caporedattore di 'Destiny', versione in lingua inglese del quotidiano Sudsudanese 'Al-Misier' è stato arrestato e si trova tuttora in 'incommunicado', probabilmente sottoposto alle attenzioni di qualche aguzzino addestrato dal Mossad, per aver fatto pubblicare, in un articolo di Dengdit Ayok quello che molti sanno e che tutti bisbigliano: cioé che la primogenita del Presidente-cowboy se ne sia 'fuita' col suo 'beau' di nazionalità etiope e sia quindi rimasta incinta costringendo la famiglia ad avallare 'nozze riparatrici'. In seguito a tale articolo Garang é stato arrestato e il quotidiano dove scriveva é stato chiuso per ordine della autorità.
Abbiamo letto il pezzo in questione e, a dire la verità, lo abbiamo trovato mediocremente scritto e intriso di una retorica bigotta e razzista degna di un vero e proprio "Borghezio negro", basato com'é sull'assunto "questo matrimonio ci offende perché il Presidente dimostra che gli stranieri possono venire in questo paese e mettere incinte le nostre donne", ma, certamente, incarcerarne l'autore con metodi da Inquisizione spagnola e chiudere una testata giornalistica non sono mezzi leciti per combattere la bigotteria e il razzismo e ricordano piuttosto le tecniche usate da certi dittatori africani amici di Israele come ad esempio Idi Amin Dada.
Questo é il Sud-Sudan partorito dalle palle e dalle campagne di 'armamento morale' partorite dalla Casa Bianca e da Hollywood al servizio degli interessi sionisti.
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Ormai i pretoriani del corrotto despota di Sanaa, Ali Abdullah Saleh, non aspettano nemmeno che le folle yemenite si radunino a manifestare dopo le usuali preghiere del venerdì per scatenarsi selvaggiamente contro di loro con tutto l'arsenale bellico di cui dispongono; lo conferma il bombardamento a base di mortai con il quale nella prima mattina di oggi sono stati uccisi nove civili, tra cui due donne e un bambino di appena nove anni, nel capoluogo meridionae di Taizz. Altre dozzine di civili sarebbero rimaste ferite nello sbarramento di bombe.
La grandinata di colpi ha preso di mira i quartieri di Al-Rawdah e Zeid al-Mushky, che in questi mesi si sono distinti come roccaforti delle forze popolari opposte al crudele regime di Saleh; l'attacco inoltre dimostra la poca o nulla stima che il dittatore locale riserva per gli sforzi di Jamal Benomar, inviato ONU incaricato di trovare una via d'uscita dal ginepraio yemenita. Fino a che Saleh si sentirà spalleggiato dai Sauditi, dagli Americani e da Israele non lascerà mai volontariamente il potere, nonostante la 'road map' preparata dai Paesi arabi del Golfo persico, che gli consentirebbe una immunità a tutta prova una volta abbandonata la presidenza.
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Esattamente in questo momento é in corso di svolgimento una imponente cerimonia nel centro congressi Sayyed al-Shuhada, sito nei sobborghi sciiti di Beirut, nella parte Sud della capitale, nel corso della quale il Segretario Generale del movimento reciterà una attesissima orazione che, come anticipato nei giorni scorsi da diversi media outlet libanesi, dovrebbe, oltre a ricordare il sacrificio di Kassir e celebrare la crescita e le vittorie della resistenza sciita negli ultimi 29 anni, toccare i tasti del finanziamento alla 'corte-canguro' imperialista e sionista, la vittoria della Siria contro i tentativi di destabilizzazione americani e israeliani, la situazione dell'Iran, minacciato per il suo pacifico programma nucleare e le lotte degli sciiti sauditi e bahreini contro i regimi corrotti che li opprimono.
Non appena saranno disponibili immagini e traduzione del discorso di Nasrallah sarà cura della redazione di "Palaestina Felix" di renderle disponibili al suo fedele e affezionato pubblico, corredate dalle impressioni e commenti dei nostri analisti.
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Doppia esplosione nella giornata di ieri lungo le tubature e le condotte che servono a portare il metano dall'Egitto alla Giordania e che, prima della deposizione di Mubarak, erano servite a rifornire a prezzi assurdamente bassi anche il regime ebraico, come imposto dalle clausole della ignominiosa capitolazione firmata a Camp David da Anwar Sadat (e che gli valse la condanna a morte tre anni più tardi dopo la sua sigla, con l'attentato del 1982). La prima esplosione, all'una antimeridiana di giovedì 10 novembre, si é registrata a 40 chilometri Ovest da Al-Arish, nel Nord del Sinai, secondo quanto riportato dalla France Presse.
La seconda, presso una stazione di pompaggio vicino a Mazar, ha scatenato un vasto incendio con altissime fiamme che é stato possibile prima contenere e infine domare soltanto molto tardi nella giornata. Testimoni oculari riportano di aver visto una squadra di uomini scendere da un camion e piazzare cariche esplosive lungo il gasdotto, che sono poi state fatte brillare tramite controllo a distanza, dopo che il commando era risalito sul mezzo e si era allontanato.
Il Ministro dell'Energia del Governo ad interim, Abdullah Ghorab, ha dichiarato che "quanto prima" l'Egitto installerà avanzati pacchetti di sorveglianza e sicurezza lungo il metanodotto; per cercare di arginare questi attacchi distruttivi, attribuiti alla popolazione beduina della penisola.
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L'ex coordinatore dello spionaggio libico sotto il regime di Gheddafi, Ahmed Ramadan, ha dichiarato ai microfoni dell'emittente libanese che il fondatore del Movimento Amal ed eminente figura religiosa sciitia Imam Moussa Sadr sarebbe morto nel 1978 per esplicito ordine del Colonnello di Tripoli; poco dopo essersi intrattenuto a discutere con lui per oltre due ore e mezza. Secondo quanto raccontato da Ramadan Gheddafi, una volta licenziato l'illustre ospite e i suoi accompagnatori avrebbe causalmente incaricato i propri collaboratori rimasti nella stanza di "portare via" i visitatori stranieri, termine che nel circolo dei suoi intimi stava a indicare l'assassinio.
"Pochi giorni dopo", elabora l'ex responsabile dei servizi, "appresi dalla segretaria del Colonnello che Sadr e quanti viaggiavano con lui erano stati uccisi e i loro resti sparsi nel deserto". Ramadan avrebbe anche fatto i nomi di quanti, tra i seguaci di Gheddafi, avrebbero partecipato materialmente agli assassinii, spiegando che molti dei responsabili vivano tuttora a Tripoli o poco distante.
Finora l'unica altra voce che aveva confermato la morte di Moussa Sadr era stata quella, sicuramente informata e attendibile, di Saif al-Islam Gheddafi, figlio del leader deposto, attualmente in Niger a organizzare il Fronte Libico di Liberazione. La scomparsa e probabile uccisione del religioso sciita (iraniano di nascita e studi ma divenuto famoso per il suo lavoro in Libano, dove organizzò e diede coesione e dignità alla tartassata comunità sciita) ha sempre rappresentato uno dei 'grandi misteri insoluti' della storia recente di Medio Oriente e Nordafrica.
Come tutti i misteri irrisolti anche quello della scomparsa di Sadr ha generato tesi e spiegazioni contrastanti; secondo quella più 'realistica' e 'politica' Gheddafi avrebbe invitato Sadr con l'intenzione di assassinarlo su richiesta della leadership dell'OLP, allora preoccupata dalla crescente popolarità di Amal che poteva minare l'egemonia palestinese nella parte Sud del Paese (all'epoca denominata 'Fatahland') da cui i fedayeen compivano raid e attacchi verso l'entità di occupazione sionista. Secondo la spiegazione più 'mistico-religiosa' Gheddafi, gonfio di 'hybris' come un personaggio tragico sofocleo, avrebbe ordinato la morte dell'ospite (atto particolarmente empio sia secondo gli usi greci che secondo quelli arabi) in quanto infuriato per la severa critica alle sue visioni politico-religiose mossa dall'imam sciita capo di Amal.
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Il Portavoce del Ministero degli Esteri cinese ha oggi dichiarato che il suo paese non sosterrà alcuna sanzione anti-iraniana.
Dopo aver 'stoppato' le ambizioni angloamericane e sioniste per un intervento diretto in Siria volto a far precipitare la situazione già tesa a causa degli attacchi alle forze dell'ordine e degli attentati terroristici mirati contro la popolazione la forza dei paesi emergenti, in special modo di due dei quattro membri del BRIC (Brasile, Russia, India e Cina) si é dovuta mobilitare nuovamente in sede internazionale per dare l'alt alle mire israeliane e americane riguardo alla possibilità di sanzioni internazionali contro la Repubblica islamica iraniana.
Il vice Ministro degli Esteri russo, Gatilov, ha ribadito che il suo paese si opporrà a ogni sanzione contro Teheran.
A causa dell'incessante 'battitamburo' orchestrato e coordinato dalla lobby sionista internazionale ultimamente gli spettatori di tv e giornali occidentali erano stati nuovamente tonitruati dalle insincere geremiadi 'a sei punte' riguardo presunti (e inesistenti) 'risvolti militari' del pacifico programma nucleare civile di Teheran che, al contrario del regime ebraico dell'Apartheid, é firmataria del Trattato di Nonproliferazione Nucleare e si sottopone di buon grado a regolari ispezioni dell'Agenzia atomica internazionale, che non hanno mai evidenziato nulla di sospetto o meno che pacifico in nessun impianto atomico iraniano.
Quando questa ipnotica e mendace cantilena non é sembrata sortire l'effetto sperato da Tel Aviv il criminale di guerra Shimon Peres aveva osato paventare azioni militari contro la Repubblica islamica se il mondo non avesse marciato al tempo voluto da Sion, imponendo sanzioni contro l'Iran (forse per ripetere quanto già riuscito con l'Irak, quando la lobby sionista americana, prendendo il controllo della Politica Estera della Casa Bianca, riuscì dopo ventidue anni di sanzioni disumane a fare attaccare Saddam, 'reo' di aver colpito israhell nel 1991 coi suoi SRBM 'Scud' modificati).
Ma prontamente é arrivato il 'nyet' di Mosca e, a stretto giro, il 'mei-yo' cinese, che hanno definitivamente mandato a fondo ogni piano sionista-americano di portare al voto del Consiglio di Sicurezza ONU la questione di sanzioni anti-iraniane. Con la più grande economia produttiva del mondo e il più grande partner commerciale dell'Iran contrari all'idea di un progressivo assedio economico contro il paese e il popolo dell'Iran ogni misura occidentale é destinata ad essere inefficace. Soltanto avantieri Vladimir Putin, parlando alla riunione dell'Organizzazione di Shangai per la Cooperazione aveva definito "insopportabilmente arrogante" il contegno occidentale nei confronti della Repubblica Islamica, trattenendosi poi a lungo a parlare col titolare iraniano degli Esteri,. Ali Akbar Salehi.
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Pellegrini dell'isola di Barhein e cittadini sauditi della costa orientale del regno, in particolare provenienti dalla città di Qatif, hanno messo in scena delle proteste e delle manifestazioni alla Mecca, primo e maggiore luogo sacro della fede musulmana, durante le celebrazioni dell'Haji, di fronte ad altri pellegrini impegnati nell'adempimento di uno dei principali doveri dell'Islam, ivi convenuti dai quattro angoli del mondo.
Una manifestazione politica alla Mecca é qualcosa di inaudito; quando si conti, inoltre, che questa é stata esplicitamente mirata a contestare e stigmatizzare l'operato della casa regnante di Saoud, pesantemente impegnata a sostenere il traballante trono del Re del Barhein Al-Khalifa (foto sotto), la notizia é praticamente dirompente. Ovviamente il divide settario ha un'importanza preminente: gli abitanti del Barhein sono a schiacciante maggioranza sciita (ma sono governati da una dinastia sunnita, per volere dei colonialisti inglesi che la installarono al potere all'inizio del XX secolo, per garantirsi una base navale da cui controllare il petrolio persiano), così come i sauditi della costa del Golfo (la parte di Arabia Saudita più ricca di petrolio e gas, incidentalmente), e sunnita é Re Abdallah che li domina da ultimo regnante assoluto del mondo.
La mossa in Barhein é stata valutata da molti come un 'gioco d'anticipo' per evitare che il tarlo della protesta si diffonda anche tra gli sciiti del regno di Saoud; ma ora sembra proprio che nativi del Barhein e della costa Est del Golfo Persico abbiano capito che la loro lotta é una sola e che se gli uni vincono, allora probabilmente potranno vincere anche gli altri. Forse é per questo, volgiamo retoricamente la domanda ai lettori, che il delfino di Re Saoud ha accolto con mille salamelecchi l'anima nera del regime di Mubarak, l'ex capo dei Servizi segreti Suleiman, offrendogli protezione e lavoro? Si vuole affidare alle sue indubbie conoscenze di rapimenti e torture per una repressione 'in grande stile'?
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L'agenzia di spionaggio e terrorismo internazionale del regime ebraico, il Mossad, sta 'decentralizzandosi', e si prepara all'incombente 'Secolo Asiatico' spostando i suoi centri operativi in paesi dell'Asia centrale e sudorientale, secondo un rapporto confidenziale citato dall'emittente iraniana di lingua inglese, PressTV. La relazione, filtrata dagli ambienti diplomatici e del controspionaggio, confermerebbe che i servizi segreti dello Stato sionista sarebbero stati duramente colpiti negli ultimi mesi da una serie di operazionii iraniane.
L'agente del Mossad responsabile dell'assassinio del lettore dell'Università di Teheran Masoud Ali Mohamadi, ucciso presso la sua casa lo scorso 12 gennaio, ha confessato, al momento del suo interrogatorio, di aver ricevuto sostegno finanziario e istruzioni da agenti israeliani che incontrava oltre il confine turco ma che, poco prima della sua cattura, questi si spostarono in altri paesi, come l'Azerbaigian e la Georgia.
Altre fonti avrebbero confermato che l'ambasciata sionista in Turkmenistan sarebbe la "centrale di coordinamento" delle attività sioniste in Asia; un vero e proprio 'nido di spionaggio' da cui si dipanerebbero tentacoli che vanno a infiltrarsi in Armenia, Malesia, India, Thailandia. Queste rivelazioni confermano che, se da un lato i recenti rivolgimenti politici nei paesi arabi sono fortunatamente riusciti a far perdere al Mossad molti punti d'appoggio in Egitto, Tunisia, Libia e altri paesi del Nordafrica e del Medio Oriente, bisogna sempre tenere alta la guardia contro i complotti e gli intrighi 'a sei punte', anche in aree geograficamente remote dall'occupazione sionista.
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Le forze armate ancora leali all'autocrate di Sanaa, Ali Abullah Saleh (nella foto), tra cui la Guardia Repubblicana guidata da suo figlio Ahmed, hanno causato la morte di due manifestanti e provocato il ferimento di altre dozzine di civili scesi in piazza per dimostrare, per l'ennesima volta, la loro determinazione a cacciare il tiranno dell'Arabia Felix dal suo scranno, instaurando una vera democrazia al posto del suo pluridecennale regime, esteso dapprima sul solo Yemen del Nord e poi ampliatosi a fagocitare l'ex-Repubblica Democratica dello Yemen con la sanguinosa guerra civile del 1994.
Inoltre, per tutta la giornata di ieri, pesanti sparatorie sono state intese nel quartiere di Arhab, dal quale si controllano gli accessi settentrionali alla capitale (tramite i pianori dell'omonima regione), con particolare intensità nei dintorni del Ministero dell'Interno, palazzo-chiave nella geografia del potere dittatoriale di Saleh; apparentemente a confrontarsi con militari e forze di sicurezza sono stati i guerriglieri tribali comandati dal potente Sceicco Sadeq al-Ahmar, sostenitore dell'opposizione fin dalla prima ora.
Intanto, l'attivista e vincitrice (a pari merito con due candidate africane) del Premio Nobel per la Pace del 2010, Tawakkul Karman ha ripetuto in dichiarazioni rese ieri alla stampa internazionale che, non importa quanto sostegno e/o credito possa avere ancora Saleh presso Riyadh, Washington e Tel Aviv, non importa cosa preveda per la sua posizione la 'road map' per la transizione dei poteri stilata dai paesi arabi del Golfo persico (GCC), l'attuale uomo forte yemenita, una volta rimosso dal potere, dovrà venire arrestato e portato di fronte a una corte criminale (possibilmente quella dell'Aia) che lo processi e lo giudichi per i crimini di trentatré anni ininterrotti di regime, e specialmente per le sanguinose repressioni che, da gennaio a oggi, sono costate un numero imprecisato di vittime ma certamente superiore alle diverse centinaia. La Karman ha rilasciato queste dichiarazioni a Parigi, dove si trovava ieri per un incontro col titolare transalpino degli Esteri, Alain Juppé.
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Sembra che, verificata la totale incapacità dell'UNIFIL, dell'ONU e della comunità internazionale di proteggere e difendere la sovranità del territorio e dei cieli libanesi dalle continue violazioni e penetrazioni da parte delle forze militari del regime sionista (sovranità e inviolabilità che, lo ricordiamo 'dovrebbero' essere garantite da quella cosa chiamata 'Risoluzione del Consiglio di Sicurezza numero 1701', uno dei tanti parti del documentificio del Palazzo di Vetro che a Tel Aviv considerano come altrettanti rotoli di carta igienica), tocchi di nuovo alle forze della Resistenza libanese capeggiate da Hezbollah prendere la faccenda in mano e insegnare coi fatti, non con le parole, ai generali a sei punte, che ogni violazione dei confini, con velivoli, droni o truppe, avverrà a rischio e pericolo di uomini e mezzi coinvolti.
Il libanese "Daily Star", quotidniano di lingua inglese edito a Beirut, avrebbe infatti rivelato che una unità del contingente francese dell'UNIFIL in Libano avrebbe osservato un drone senza pilota israeliano entrare nei cieli libanesi, lo avrebbe inquadrato sul radar per seguirne la rotta (in modo da compilare il solito dettagliato rapporto da trasmettere a New York in base al quale l'ONU avrebbe spedito la solita, inconsequenziale nota di biasimo a Israele), ma, con grande sorpresa degli osservatori radar, lo avrebbe quindi visto sparire immediatamente dagli schermi, in maniera tanto repentina da suggerire un abbattimento.
"Continuano le speculazioni sulla capacità di Hezbollah di abbattere i droni di Israele"
L'articolista del quotidiano indica nella incrementata perizia degli uomini di Nasrallah riguardo alle tecniche di interferenza, disturbo e guerra elettronica lo schianto del drone sionista, che, pare, sarebbe immediatamente stato isolato e recuperato dai miliziani sciiti, che ne avrebbero portato i resti al sicuro in attesa di studiarlo o di passarlo a tecnici iraniani del Corpo della Guardia Rivoluzionaria. Fin dal conflitto del 2006 (che si concluse col ritiro israeliano e il fallimento della sua campagna militare, sanciti proprio dalla risoluzione ONU 1701) il regime ebraico ha usato droni senza pilota contro il Libano; in missioni di intelligence e ricognizione ma anche come arma d'attacco: molti civili in fuga verso il nord vennero assassinati dai robot volanti di Tel Aviv e durante i bombardamenti su Qanaa almeno due ambulanze impegnate nel recupero di feriti dalle macerie degli edifici distrutti vennero bersagliate da velivoli israeliani senza pilota.
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Haneen Zoabi, uno dei pochissimi deputati eletti dai Palestinesi al Parlamento razzista di Tel Aviv ha denunciato in termine inequivocabili le politiche segregatorie e persecutorie del regime ebraico contro gli abitanti originari della Palestina occupata (nonché contro quelli dei territori invasi successivamente alla Nakba), definendole "molto peggiori" di quelle in atto in Sudafrica al tempo dell'Apartheid degli Afrikaner.
Zoabi ha rilasciato queste osservazioni deponendo presso il Tribunale Russel, la corte indipendente sponsorizzata da figure preclare della lotta al pregiudizio, al razzismo e alla segregazione come Richard Falk, Desmond Tutu e l'Ambasciatore a vita ONU per i Diritti Umani, Stephane Hessel, attualmente in riunione a Città del Capo per raccogliere prove e testimonianze sulla natura inumana del trattamento dei Palestinesi da parte del regime di Tel Aviv.
Il Sudafrica, articola la Zoabi, non ha mai voluto espellere i neri, di cui anzi, aveva bisogno per mantenere efficiente la sua economia; Israele invece, erede molto più delle ossessioni sterminazioniste del Terzo Reich (di cui il Sionismo condivide lo stesso background culturale), mira esplicitamente a cacciare, espellere e sradicare i Palestinesi dalla loro terra per poterla 'giudaizzare'. Zoabi avverte che Tel Aviv sta implementando la 'Soluzione Finale' per i Palestinesi, un piano di pulizia etnica da fare impallidire Himmler e Karadzic, a base di leggi sul 'giuramento di fedeltà a Israele', divieti di proprietà di immobili e terreni, mancanza di servizi essenziali come sanità e scuola nelle comunità arabe, sradicamento dell'identità e molto altro ancora.
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