"Finalmente abbiamo superato, tramite anni di oculate ricerche e investimenti, la necessità di importare carburanti diesel dall'estero", ha commentato Bijan Madar Zanganeh. Negare ai paesi ricchi di petrolio e metano le conoscenze e le tecnologie per trattare e raffinare direttamente i loro prodotti era uno dei molti modi con cui l'Occidente imperialista ha tenuto in piedi per decenni un modello economico iniquo e sfruttatore, in cui erano le grandi compagnie anglo americane a decidere i prezzi degli idrocarburi.
La Rivoluzione Islamica per prima si é posta l'obiettivo di rovesciare questo stato di cose e adesso l'Iran é visto come un esempio da imitare: Venezuela, Bolivia, Angola e molti altri paesi sono in trattative con la Repubblica Islamica per beneficiare a loro volta del suo know-how nelle tecnologie di estrazione e raffinazione e rendersi indipendenti dalle avide compagnie occidentali.
Questa e una bella novità ! Bravissimi!
RispondiEliminaNon sono un tecnico petrolifero...... ma mi ha sempre stupito che paesi come Libia, Iraq e Iran non fossero in grado di produrre distillasti da sè...... una raffineria è una serie di caldaie, filtri e ciminiere per il cracking del greggio... ad ogni modo complimenti all'Iran! Federico
RispondiEliminaTi ricordo che ENRICO MATTEI é stato fatto fuori dalla CIA proprio perché nelle sue trattative coi paesi petroliferi offriva la possibilità di formare ingegneri e tecnici locali nelle strutture dell'ENI, invece le 'Sette Sorelle' portavano tutto il loro personale e gli 'indigeni' non li facevano nemmeno avvicinare...in questa maniera si formavano paesi come il Qatar e l'Arabia Saudita e gli altri Emirati dove sovrani ultraconservatori che continuano a ragionare come cammellieri feudali sono del tutto dipendenti dagli "alleati" (in realtà burattinai) angloamericani...
EliminaGrazie ma il mio dubbio era inerente alla difficoltà tecniche per il craking del petrolio. Federico
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