Di ritorno dal suo interessante "Viaggio in Oriente" il vostro affidabile ed affabile dilettante della Geopolitica ha contattato alcuni outlet mediatici.
Di seguito proponiamo uno stralcio dell'articolo che gli amici di ASI (L'Agenzia Stampa che aveva già "coperto" la mia fortunata conferenza perugina) hanno voluto pubblicare riportando mie valutazioni e previsioni su un importante evento che recentemente ha visto protagonista il gigante asiatico.
I recenti accordi commerciali siglati tra Stati Uniti e Cina mercoledì scorso hanno avuto una enorme, planetaria eco mediatica e non poteva essere altrimenti, visto che dovrebbero essere il primo passo nella composizione di vertenze che riguardano le due più grandi economie del pianeta e che avevano tenuto studiosi, esperti ed operatori del settore col fiato sospeso fin da quando, circa due anni fa, l'inquilino della Casa Bianca aveva deciso di percorrere la strada dei dazi e delle tariffe per far valere le proprie percepite ragioni in merito.
La maggior parte dei commenti e delle valutazioni che sono state pubblicate o annunciate negli ultimi quattro giorni sulle principali testate stampate, televisive o telematiche non sono affatto oggettive o anche solo utili a capire in profondità il senso di quanto accaduto, visto che la maggior parte dei commentatori, incurabilmente faziosi, ha preferito effettuare una scrupolosa opera di cherry picking per sostanziare e ripetere la propria narrativa preferita, piuttosto che analizzare spassionatamente i fatti e addentrarsi nel terreno minato dei giudizi e delle previsioni.
I trumpiani inveterati di ogni latitudine si sono profusi in giubilo e peana per il presunto genio del POTUS che avrebbe "costretto i cinesi a cedere". Coloro che hanno eletto il miliardario immobiliarista a massimo bersaglio di biasimo e disistima si sono invece affrettati a denunciare l'incertezza, se non la vacuità, di ogni prematura dichiarazione di "vittoria". Infine quelli che - per antiamericanismo, inclinazione 'ideologica' o interessi più o meno evidenti - sostengono acriticamente ogni iniziativa e decisione avversa a Washington non hanno perso tempo a dichiarare che l'intesa raggiunta non scalfisce minimamente la continua ascesa cinese verso la vetta del sistema economico internazionale.
La situazione reale è un po' più complicata ed aperta a diversi e differenti sviluppi; come sempre necessita di una previa conoscenza di fatti ed argomenti piuttosto variegati e complessi e, soprattutto, di un abito intellettuale scevro da preconcetti per poter essere apprezzata e valutata con serenità, realismo e una ragionevole speranza di accurati pronostici.
Bisogna anzitutto ammettere che tra i trumpiani e gli anti-Trump i secondi hanno, se non ragione, comunque meno torto dei rivali, ma anche rilevare ciò non ci permette di sposarne del tutto le tesi, secondo cui l'odierno inquilino della Casa Bianca sarebbe ab origine incapace e dannoso, un atteggiamento di critica manichea ed aprioristica che noi italiani conosciamo molto bene per averlo visto applicare per quasi vent'anni dagli 'antiberlusconiani'.
CONTINUA E TERMINA SUL PORTALE DELL'AGENZIA STAMPA ITALIA
Direttore, lei è il FARO della geopolitica italiana!!!!!
RispondiEliminagrazie fede, sto cercando di diversificare i miei contributi...
RispondiEliminaDiversificazione sembrerebbe riuscita! Opinione Pubblica A.S.I. Al-Ikhbariya Russia Today...ormai non si contano le autorevoli tribune che hanno ospitato il Kahani!!!!!
RispondiEliminaPer non dire dei suoi 'segreti' viaggi in Cina!!! Che cosa ha in serbo, Direttore???
Un altro successo di Kahani, astro del giornalismo.
RispondiEliminaInfatti, solo un profondo e colto conoscitore della realtà politica ed economica come Kahani può avere firmato un articolo così preciso, puntuale, veritiero che sviscera appieno i retroscena dell'accordo Cina-usa...un accordo dove Pechino stravince e a trumpetto se va bene farà solo guadagnare qualche voto a novembre.
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