mercoledì 19 gennaio 2011

Il leader di Hezbollah incontra i Ministri degli Esteri Turco e Qatariano, Hariri sempre più in crisi


Si evolve la crisi politica libanese, generata dall'incapacità del Presidente del Consiglio Saad Hariri di lasciare andare gli interessi di parte e fare scelte decise e coraggiose per il bene del paese che, disgraziatamente, é stato finora guidato da lui e dai suoi complici della coalizione filo-imperialista e filo-sionista. La totale paralisi immobilizza i rappresentanti di questa alleanza totalmente screditata, appesi come i naufraghi della "Medusa" alla traballante zattera del Tribunale speciale per il Libano, dal quale si aspettano chissà quale dichiarazione.

In realtà la zattera é quantomai prossima ad affondare, viste le recenti rivelazioni di dialoghi compromettenti fra Harir jr che testimoniano come egli sia sempre stato al corrente della natura parziale e politicizzata dell'organismo e dell'usuale pratica di "cucinare" prove e testimonianze false per implicare i nemici dei suoi manovratori statunitensi e israeliani.

Nella tarda serata di martedì il Segretario generale del Movimento sciita di Resistenza, Hezbollah, ha ricevuto Ahmet Davatoglu e lo Sceicco al-Thani, rispettivamente Ministri degli Esteri della Turchia e del Qatar, attivamente impegnati (come del resto la Siria) nella ricerca di una soluzione politica che eviti il degenerare della situazione e un ritorno all'instabilità che ha lacerato il paese per oltre quindici anni, dal 1975 al 1990.

Israele, ovviamente, non desidererebbe altro che il ritorno alla violenza della Guerra civile, che permetterebbe alle sue truppe di rioccupare le regioni da cui la continua e coraggiosa Resistenza di Hezbollah ha cacciato le sue truppe oltre dieci anni orsono. I rappresentanti dell'alleanza del 14 marzo, sempre pronti a vendere il Libano come ieri lo vendevano i traditori Bachir Jumayyl e Saad Haddad, si rivelerebbero ansiosi complici di Israele come lo furono i fascisti del Kataeb e i mercenari del South Lebanon Army.

Fonti vicine al ministro Davatoglu hanno rivelato al quotidiano Al-Akhbar che il collasso dell'iniziativa Siro-Saudita é stato dovuto soprattutto al viaggio negli Stati Uniti dell'anziano e malato re Saudita, necessario per motivi di salute; viaggio che ha lasciato mano libera a suo fratello minore per far naufragare il progetto faticosamente e pazientemente tessuto dal sovrano insieme col presidente siriano Bashir Assad.

Intanto, sottolineato da un incontro a due la scorsa settimana tra Nasrallah e Waleed Jumblatt e da una dichiarazione critica di quest'ultimo contro la condotta di Hariri, continua il riposizionamento del PSP, il Partito Socialista Progressista druso, dall'equidistante posizione in cui si era collocato dopo la sua uscita dalla coalizione del 14 marzo, a una più vicina al blocco di centrosinistra composto da Hezbollah, Amal, LMP, Tashnaq, SSNP, Democratici e Partito Comunista Libanese,

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