A dozzine i medici degli ospedali di Tel Aviv, Haifa e altri centri grandi e piccoli non si sono presentati ai loro normali turni di servizio, facendo rapidamente affondare il sistema sanitario israeliano nel più completo caos; mano a mano che smontano gli ultimi medici in servizo dal week-end non si trova più un primario, un chirurgo, un internista a cui fare effettuare i più semplici interventi e le più basilari procedure terapeutiche; risultato, con l'eccezione di pochi casi improcrastinabili o particolarmente gravi sono stati tantissimi i pazienti che si sono visti rivolgere un: "ci dispiace, ma deve tornare a casa, le faremo sapere quando la potremo curare".
Secondo l'Agenzia Reuters questa 'diserzione di massa' sarebbe l'ultima, estrema, forma di protesta contro un sistema sanitario che, una volta avanzato ed efficiente é stato sempre più ridotto all'osso da anni di politiche di Destra, volte a contenere i costi facendo lavorare i clinici sempre più a lungo e sempre più duramente tagliando nel contempo compensi e benefit. Ormai nello Stato ebraico é difficile trovare il personale per far funzionare la sanità pubblica, mentre sempre più medici scelgono di lavorare nelle costose cliniche private, riservate a chi ha il denaro per stipulare onerosissime assicurazioni sulla salute.
Colto di sorpresa dalla massa di defezioni peggio che da un massiccio bombardamento di Hamas, il Governo Netanyahu ha cercato goffamente di correre ai ripari promettendo ad alcune categorie di medici modesti incrementi di stipendio, nel tentativo di spaccare il fronte della protesta, ma sarebbe interessante sapere anche dove Benji e i suoi alleati di Ultradestra pensano di prendere i fondi per finanziare tale misura, visto che ultimamente devono fare economia persino sull'Esercito: taglieranno le 'paghette' a qualche insediamento illegale di fanatici? Oppure busseranno a denari alla Casa Bianca o alla Cancelleria di Dama Merkel?
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