Il Ministro della Difesa iraniano Ahmad Vahidi ha dichiarato che Teheran é fin da ora pronta per una "Profonda ed articolata" collaborazione nel settore difesa con il governo tunisino che verrà a breve nominato dall'Assemblea costituente (eletta in base alle consultazioni di domenica scorsa) e, nel prossimo futuro, con quelli che risulteranno dalle votazioni in Egitto e in Libia; "Questi paesi stanno passando attraverso periodi di transizione, ma, come nel caso della Tunisia, la volontà popolare é chiara e si esprimerà attraverso relazioni a ogni grado e livello con la Repubblica Islamica".
L'Iran si sta gradualmente imponendo come un'ottima fonte di armi ed equipaggiamenti militari per quei paesi che non vogliano sottostare ai ricatti e alle manipolazioni dell'occidente imperialista, che usa le sue industrie della Difesa come una leva in una strategia arrogante e manipolatoria, volta a trasformare i suoi clienti in pedine legate al loro 'patrono' da mille invisibili fili. Caso lampante é la vendita americana di jet da combattimento i cui radar d'attacco sono modificati per indicare come 'amico' ogni apparecchio israeliano, senza che all'utilizzatore finale sia possibile modificare il codice sorgente di tale impostazione senza forfettare ogni futuro rifornimento/manutenzione da parte americana.
Teheran invece, non impone nessuna limitazione del genere ai propri acquirenti e, negli ultimi trenta anni, grazie alle capacità dei propri tecnici ed ingegneri e a una guida politica motivata e coerente é riuscita a mettere in piedi un comparto tecnologico della difesa in grado di soddisfare pienamente le richieste interne (necessità essenziale per una politica estera indipendente e autonoma) nonché ansioso di provvedere alle necessità degli stati recentemente liberatisi da decenni di tirannia grazie al soffio rigeneratore della 'Primavera Araba'.
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