La forte critica colpisce un nervo scoperto della politica estera turca che per anni aveva perseguito un regime di "Zero Problemi" con i paesi vicini (Siria, Irak, Libano, Iran) e ora ha sacrificato tutto questo per accodarsi ai diktat di Usa, Arabia Saudita e Qatar, che sono notoriamente al servizio ultimo di Israele. La cosa ha messo in crisi anche le credenziali 'antisioniste' guadagnate nel 2010 con la crisi della 'Freedom Flotilla', dimostrando che l'allontanamento dal regime di occupazione é probabilmente più cosmetico che reale.
Inoltre la Turchia tra i tre partner filo-terroristi é quella che ha più da perdere visto che é l'unico paese con un confine fisico con la Siria, il più esposto a rappresaglie di Damasco anche attraverso la guerriglia curda che, guardacaso, da quando Ankara ha iniziato a sostenere i terroristi wahabiti in casa di Assad ha ricominciato i suoi attacchi con violenza inusitata uccidendo dozzine e dozzine di militari turchi.
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