Secondo l'Ufficio Statistico Centrale dei Territori Occupati palestinesi il 77 per cento dei lavoratori che ogni giorno dalla West Bank vanno a lavorare in Israele ha subito "almeno una volta" una molestia da parte di una donna sionista, percentuale che grosso modo corrisponde alla quasi totalità dei giovani sotto i 35 anni e di aspetto mediamente piacente.
Ovviamente i lavoratori palestinesi, che hanno impiegato mesi e molto denaro sottoforma di tangenti e bustarelle alla burocrazia sionista per ottenere il permesso di lavoro (da cui dipende il salario che magari mantiene la loro famiglia) non possono che tacere e sottostare al ricatto. Ma considerazioni morali a parte il ricatto sessuale delle 'cougar' sioniste espone i giovani Palestinesi a un serio rischio per la salute: infatti tra i lavoratori che godono di permesso sono in vera e propria esplosione le malattie veneree, in primis l'HIV, trasmesse loro dai rapporti non protetti cui vengono obbligati.
Anche in questo caso si vede come i lavoratori vittime del mindset sionista che vede i Palestinesi come oggetti da sfruttare (in ogni senso).
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