Una semplice frase, che però, pronunciata da quel mago di carisma oratorio che risponde al nome di Sayyed Hassan Nasrallah é stata capace, anche nel profondo cordoglio per le decine di vittime del vigliacco attentato esplosivo di ieri, di ispirare un vero e proprio tornado di devozione nei cuori degli abitanti di Ruwaiss e di Dahyieh, degli Sciiti, dei Libanesi, degli Arabi che non vogliono chinare la testa di fronte alle minacce sioniste e imperialiste.
"Chi crede di poterci intimidire con una bomba farebbe meglio a studiare la storia di Trentuno anni di lotta portati avanti dalla Resistenza Islamica in Libano!"
Questo il messaggio oggi consegnato dal leader di Hezbollah ai 'padrini' di Tel Aviv della bomba che ieri ha fatto strage in un tranquillo pomeriggio d'agosto nel quartiere sciita di Beirut Sud, ma i destinatari erano anche altri: erano gli eunuchi di Bruxelles, che si sono piegati al ricatto di Sion dichiarando una parte di Hezbollah 'terrorista', sono i grassi e senili emiri conservatori del Golfo, che fomentano il settarismo contro gli Sciiti e contro l'Asse della Resistenza, sono i curatori fallimentari dell'imperialismo Usa nella regione, le cui fortune vanno sempre più in bancarotta grazie al rinnovato vigore della lotta che si stende dall'Asia Centrale alle rive del Mediterraneo.
Hezbollah ha anche ringraziato le attestazioni di stima e cordoglio che sono arrivate al popolo libanese e al suo movimento da tutti i paesi della regione, stigmatizzando fortemente la mancanza di un commento da parte della dinastia di Riyadh.
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