Abbiamo il piacere di presentare al pubblico di nostri attenti e fedeli lettori la foto del rifiuto umano Abu Baraa al-Zahrani rispettivamente prima e dopo avere subito un leggero attacco di morte dovuto alle pallottole dell'Esercito Arabo Siriano che lo avevano crivellato settimane fa.
Tale esemplare di wahabita si vantava di avere 'combattuto' (diffuso la sua tara mentale come fosse una sifilide o una gonorrea) in Afghanistan, nelle Filippine, in Bosnia e in Cecenia. L'ansia del criminale incallito l'ha portato anche in Siria dove, fortunatamente ha trovato argomenti calibro 5.45 (il calibro dei Kalashnikov 'moderni', quelli più vecchi hanno ancora il 7.65) che ne hanno schiantato la carriera.
Al-Zahrani é stato ricoverato a lungo in Turchia, ma poi col 'cambio di passo' di Erdogan é stato spostato in Saudi Arabia, dove per fortuna ha reso ieri l'anima a Satana o a chi per lui.
In Siria si era schierato con l'organizzazione terroristica Jaysh Fateh.
Quando vi diciamo che i takfiri vanno sradicati e compattati lo diciamo proprio perché conosciamo la pericolosità di elementi come questo, che progettavano di espandere ancora il raggio d'azione e di influenza della sua branca delirante, lo facciamo assolutamente a ragione!
Oltre alle sempre eccellenti e puntuali news sugli incontenibili e sacrosanti progressi della lotta di liberazione da parte degli eroici siriani, con questa tipologia di post questo blog è oramai l'unica fonte informativa di bellissime e confortanti notizie che rallegrano la giornata e fanno ben sperare.
RispondiEliminaGrazie Paolo!
Esistono nemici e nemici ma con questi abomini della natura la cura può essere solo fare tabula rasa fino alla totale estinzione di questi "consumatori abusivi di ossigeno" (cit.). Nulla di meno. (prometeo)
a proposito di "elementi pericolosi" lei Dott Kahani ,ha per caso qualche notizia di un uzbeko a nome Juma Namangani, dato per morto dagli americani (in Afghanistan) ma alcuni lo considerano solo "scomparso"...era capo di un gruppo di uzbeki che ha sfornato quel farabutto che ha sparato al night di Istambul.
RispondiEliminaCosi dicono....
Il calibro dei leggendari Ak-47 è 7,62 e non 7,65 mm !
RispondiEliminaDeriva, il calibro dell'ak-47, dal "tre linee" moisin nagant, una "linea" è un decimo di pollice ovvero 2,54 mm.
Le unità di misura, prima del cambio dei bolscevichi in unità decimali, erano per i calibri e le distanze
- il pollice 25,4 mm.
- l'arsin (passo) circa 0, 78 metri in cui era tarato l'alzo dei primi moisin nagant
Davidanja dal Vostro
Ivan Demarco Orlov(*)
(*) Ormai vecchissimo ex osservatore di artiglieria e successivamente comandante di batteria (6 pezzi)
Strano perché nel Nono GRAPE le batterie erano di tre pezzi.
EliminaIo ho un mosin nagant monatricola. Ompleto di baionetta, calibro 7,62x54.
RispondiEliminaNazionalità di questa feccia umana apolide?
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