Aggiornamenti dalla "Quarta Sponda", che l'Italia, grazie alla codardia imbelle di Berlusconi e alla miopia imbecille di Napolitano & company si é fatta sfuggire come zona d'influenza ormai un decennio fa.
Nel paese, nonostante l'ipotesi dell’accordo di unificazione, nulla è cambiato dal punto di vista militare, anche il Governo della Libia orientale di Haftar, pur se non riconosciuto dalla comunità internazionale, ma nella realtà l’unica forza di governo effettiva nelle regioni controllate, che ha aderito al processo di conciliazione, però non ha dismesso le sue forze militari dell’ENL (Esercito Nazionale Libico), sapendo che fino a quando non verranno disarmate e cacciate dal paese le milizie e i mercenari stranieri, non ci potranno esserci prospettive costruttive per una Libia del futuro. E non è stata una sorpresa quando uno dei comandanti di Haftar, lo scorso mese ha chiesto, in una dichiarazione pubblica, la secessione della Libia orientale nonostante i tentativi di unificazione in corso.
L'ONU ha stimato nello scorso dicembre, in circa 20.000 il numero di combattenti e mercenari stranieri attivi nel Paese nordafricano.
"È impressionante vedere il divario tra i comunicati stampa e le dichiarazioni ufficiali dell'Onu e la realtà libica. La realtà è che il Paese è estremamente diviso: la strada principale che collega l'Est e l'Ovest del Paese è ancora chiusa e senza sicurezza per spostarsi. Da entrambe le parti, i gruppi armati si fronteggiano. Potrebbe esserci una riconciliazione politica, ma la realtà è che dal punto di vista militare, e questo aspetto è ciò che conta, non è ancora cambiato assolutamente nulla" ha detto la giornalista Mercier, inviata speciale a Tripoli e in Libia.
Il Generale Ahmed Al-Mismari, portavoce ufficiale delle forze di Haftar, ha denunciato con forza l'attacco suicida al checkpoint di sicurezza di Sabha a metà giugno. Affermando che le organizzazioni terroristiche e i Fratelli musulmani stavano tentando di ostacolare le imminenti elezioni di dicembre.
In un comunicato stampa, Al-Mismari ha negato che l'ISIS abbia rivendicato la responsabilità dell'esplosione, dicendo che stavamo facendo indagini, ma che da molti indizi, è evidente la responsabilità delle forze dei Takfiri, che avevano avuto il controllo della regione meridionale libica dal 2011 e che questi gruppi hanno grandi basi nel vicino Ciad.
Ha poi affermato che le forze dell’ENL di Haftar "…hanno inferto colpi significativi a questi gruppi terroristici nel sud della Libia, riuscendo a sradicarne molti dal 2018, che la regione è sotto il nostro controllo militare… Ora queste organizzazioni takfiri e i Fratelli Musulmani cercano di riprendere il controllo di Sabha e del territorio circostante, per cercare di ostacolare lo svolgimento delle elezioni generali nel Paese…”.
Il riferimento è a quanto accaduto il 10 giugno, ad un checkpoint di sicurezza di Sabha un attentatore suicida ha fatto esplodere un veicolo esplosivo, uccidendo due agenti e ferendone altri quattro.
Intanto la Russia ha deciso di aprire un consolato a Bengasi, ribadendo con ciò l'importanza che per Mosca riveste l'Est del Paese, pacificato e controllato dalle forze dell'ENL.
La Russia nel tentativo di favorire uno sforzo internazionale per portare pace e stabilità nella Libia dilaniata dalla guerra, divisa da un conflitto decennale. I servizi consolari inizieranno a funzionare a Bengasi nell’est, un'area che è sotto il controllo del generale Khalifa Haftar, appoggiato dalla Russia. Una scelta non facile secondo il viceministro degli Esteri russo Mikhail Bogdanov, motivata dal fatto che: “… per noi la sicurezza è la cosa più importante. Non possiamo mettere a rischio il nostro popolo e la sicurezza delle nostre missioni estere, e in questo momento quella regione è la più sicura e organizzata", ha dichiarato.
L'ex governatore "M'arrazzo" (coi trans) è andato a Gerusalemme a cercare piselli scappellati, avrà trovato anke il kazzet popotamiko?
RispondiEliminaCi avrà trovato quella puttana di sua madre! X-D
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