Soltanto ieri dozzine di pescatori palestinesi avevano picchettato moli e banchine del porto di Gaza chiedendo che venisse messa fine al blocco navale israeliano, totalmente illegale e ingiustificato, mirato esclusivamente a peggiorare le condizioni di vita dei lavoratori che ogni giorno gettano le loro reti al largo della Striscia assediata (e che dovrebbero poter raggiungere le 20 miglia dalla costa) e a diminuire la quantità di cibo che gli abitanti dell'enclave costiera possono procurarsi senza dover dipendere dagli aiuti internazionali o dal mercato nero.
Oggi, in un ennesimo vigliacco e piratesco attacco i militari con la Stella di Davide hanno rivolto le canne di cannoncini e mitragliatrici delle loro navi contro una barca di inoffensivi pescatori, 'colpevoli' solo di cercare di dare da mangiare alle loro famiglie e ai possibili acquirenti del loro pescato; secondo quanto riportato dall'Agenzia France Press tre membri dell'equipaggio palestinese sono stati feriti dai colpi sionisti e il loro natante, avendo subito un principio d'incendio mentre tornava verso riva, non potrà tornare in acqua prima di riparazioni relativamente lunghe e costore.
Secondo i termini già piuttosto iniqui dei cosiddetti 'Accordi di Oslo' le unità della marina israeliana devono controllare le acque di Gaza, ma dovrebbero lasciare libertà di transito e pesca ai battelli civili, fino appunto a venti miglia dalla riva; in realtà qualunque tentativo di oltrepassare le tre miglia (quasi un settimo di quanto 'consentito'!) provoca invariabilmente attacchi, cannoneggiamenti e mitragliamenti da parte israeliana.
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