Le proteste anti-governative a Tiblis, capitale della Georgia, sono entrate ormai nel quarto giorno consecutivo e le folle che riempiono strade e piazze della cittadina ex-sovietica non cessano di domandare a gran voce le dimissioni di Mikheil Saakashvili, che strappò il potere all'ex-Ministro degli Esteri di Gorbachov, Eduard Shevarnadze, con l'impostura della fasulla "rivoluzione delle rose", orchestrata da CIA, Mossad ed altri stakeholder occidentalisti (come il miliardario George Soros) sulla falsariga di tante altre 'rivoluzioni colorate' che dovevano garantire a Usa e Israele il ferreo controllo dell'Asia Centrale e un anello di basi in funzione anti-russa, anti-iraniana e anti-cinese.
L'arrogante politica di Saakashvili, che dopo aver nominato noti esponenti della locale lobby filoisraeliana a posti-chiave di Governo riuscì a trascinare il paese nella disastrosa guerra del 2008 contro la Russia di Putin ha fatto provare ai georgiani una 'sbronza nazionalista' i cui postumi però, tra l'umiliante conclusione del conflitto col gigante russo e il totale sfacelo di un'economia già normalmente non brillantissima si stanno rivelando amari soprattutto per l'inquilino del terrificante palazzaccio disegnato da Michele de Lucchi.
I manifestanti, tra l'altro, sono anche muniti di spranghe e bastoni, nel caso che dovessero ripetersi "colpi di mano" simili a quello tentato l'altro ieri da forze di polizia che hanno cercato di sgombrare le piazze con proiettili di gomma e gas urticanti molto probabilmente comprati da Israele. I dimostranti, guidati dall'ex alleata del Presidente e capo dell'assise parlamentare Nino Brujanadze, si ispirano direttamente ai manifestanti che in Azerbaijan hanno messo in crisi a più riprese il Governo locale.
Intanto il leader dell'opposizione Irakli Okruashvili ha giurato di tornare in Georgia dal suo esilio francese e di farlo in tempo per il mega-raduno programmato per domani, mercoledì 25 maggio.
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