Il responsabile per le Relazioni esterne di Hamas, Ousama Hamdan, ha dichiarato da Beirut che la Palestina oggi come oggi é "impegnata a fondo in una battaglia su due fronti", dovendo da un lato continuare e anzi intensificare le proprie attività di Resistenza contro l'occupazione sionista e d'altra parte preservare l'unità politica del fronte interno, da poco ritornata possibile, nella cornice di un deciso sforzo militante contro Tel Aviv e il suo apparato politico-militar-finanziario, "sola via per affermare stabilmente gli inalienabili diriti del popolo".
In una dichiarazione rilasciata agli organi di stampa Hamdan si é detto totalmente convinto che "solo attraverso gli atti e le opere di una Resistenza sempre più audace e marcata il sionismo conoscerà le più amare sconfitte, venendo costretto ad abbandonare la terra di Palestina come già ha dovuto abbandonare il Libano e la Striscia di Gaza". Hamdan ha anche aggiungo che "é pura follia" aspettarsi una qualunque forma di 'riconoscimento' di Israele o di accettazione della sua esistenza da parte di Hamas.
Toccando la questione dei prigionieri politici ha echeggiato le parole del suo collega in Libano, Ali Barakah, affermando che la priorità massima della Resistenza musulmana é proprio quella di liberare il massimo numero di detenuti politici dalle galere sioniste e che, a tal fine, si stanno studiando diverse opzioni operative, compresa anche quella di rapire altri soldati ebrei da usare come merce di scambio.
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