Con un annuncio che farà certo luccicare gli occhi e sfregare le mani dalla felicità agli Shylock di Tel Aviv, che sorvegliano notte e giorno l'assedio assassino contro il ghetto di Gaza il rappresentante del Ministero della Salute palestinese Bassam Barhoum ha dichiarato che, in conseguenza dello strangolamento economico imposto contro l'enclave costiera palestinese, le strutture sanitarie rischiano improvvisi e drammatici blackout dei loro servizi più essenziali.
Sembra strano che gli ospedali e le cliniche abbiano bisogno di gasolio e carburante ma, visto che Israele continua a bombardare l'unica centrale elettrica della Striscia per manteneral sempre inutilizzabile la maggior parte dell'energia usata a Gaza proviene da gruppi autonomi a combustibile, con grave spreco economico (una centrale funzionante sarebbe molto più efficiente) e inquinamento ambientale.
Gaza necessita per le minime attività di un milione e ottocentomila litri di carburante l'anno ma, nei primi sette mesi del 2011 ne ha ricevuti solo 400 mila di cui, per di più, il dieci per cento si é rivelato contaminato e inutilizzabile. 360 mila litri contro in fabbisoglio (nei primi sette mesi) di un milione e cinquantamila litri!
Se queste non sono cifre da "Ghetto di Varsavia" non sappiamo come si possa descrivere la situazione della Striscia in altra maniera se non "catastrofica". Dal carburante dipendono servizi sanitari essenziali come dialisi, incubatrici, apparati di aiuto alla respirazione, rianimazione e altro ancora. Se il mondo non si mobiliterà quanto prima per Gaza centinaia di malati, di feriti, di neonati, di cardio- e nefropatici potrebbero morire, sterminati dall'assedio del regime ebraico.
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A Gaza mancherà tutto ma, per fortuna, non manca la voglia ed il tempo per "zompare" (viste le centinaia di neonati).....
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