La Missione dell'Unione Europea nella Cisgiordania occupata ha espresso la sua "profonda preoccupazione" per la decisione della Corte Suprema del regime di Tel Aviv di respingere un appello per la modifica del tracciato del famigerato "Muro dell'Apartheid" che così finirà per separare per sempre gli abitanti del villaggio di Al-Walaja da risorse acquifere e arterie di comunicazione vitali per la loro vita quotidiana.
Naturalmente chi scrive si può solo stupire della bambinesca ingenuità dei 'missionari' europei che sembrano (oppure danno a vedere di) non conoscere le REALI motivazioni per cui il regime dell'occupazione sionista ha iniziato la costruzione della barriera: lungi dal volersi "proteggere" da attacchi della Resistenza (che, come appare evidente, rimane in grado di continuare a colpire obiettivi sionisti come e quando vuole) il Muro ha lo scopo primario di rubare ulteriore terra ai Palestinesi e rendere difficile se non impossibile la loro vita, proseguendo così la politica di pulizia etnica e giudaizzazione forzata dei territori illegalmente soggetti alla colonizzazione e all'insediamento di fanatici giudei armati.
La Missione UE a Ramallah descrive come "minacciose e disturbanti" le implicazioni umaniterie e l'impatto politico e civile dell'erezione di sempre nuovi tratti di barriera che frammentano il tessuto sociale ed economico della terra palestinese a favore delle pretese 'ragioni' degli occupanti sionisti. Finora 400 Km di Apartheid sono stati stesi sui 700 previsti con conseguenze gravissime per gli abitanti della Cisgiordania. La Corte di Giustizia Internazionale ben sette anni fa ha dichiarato la barriera sionista "totalmente illegale" invitando Tel Aviv ad arrestarne i lavori e smantellare la porzione costruita.
Ovviamente senza alcun risultato.
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