Il Presidente sudanese Omar al-Bashir in un discorso alla nazione ha ufficialmente accusato il Sud-Sudan del rozzo 'dittatore cowboy' Salva Kiir di "agire per conto di potenze straniere che lo hanno spinto sulla strada della guerra"; intanto dopo le azioni volte a preservare la sovranità di Khartoum sulla provincia di Heglig le operazioni militari al confine hanno segnato il passo, con le forze militari del Nord che sono però sempre più pronte al confronto con le milizie e i gruppi terroristi di Juba.
"I nostri vicini Sud-Sudanesi hanno scelto di implementare scelte e azioni dettategli da parti straniere, le stesse che hanno ordinato la separazione del nostro paese con campagne diffamatorie e col sostegno a gruppi armati di briganti e provocatori", queste le nette parole del Presidente Bashir, che ha menzionato sia pure indirettamente gli interessi americani e sionisti nell'area contestata, dove si vorrebbero togliere a Khartoum gli ultimi giacimenti petroliferi e le ultime zone fertili rimaste sotto la sua sovranità.
Nel frattempo all'Unione Africana anche la Lega Araba, dal Cairo, ha chiesto al Sud-Sudan di 'cessare le proprie provocazioni armate' e ritirare ogni forza militare dal territorio di Heglig, augurandosi che la crisi possa venire affrontata e risolta grazie alla volontà di cooperazione e dialogo tra le parti, che tuttavia non potrà prendere il via prima che vengano "disinnescate" tutte le opzioni militari.
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