Tuttavia se da una parte il portavoce Sami Abu Zuhri si é congratulato con il popolo egiziano per la sua costanza e perseveranza e per la vittoria del candidato dell'Ikhwan, salutandola come "una vittoria della Rivoluzione e una maniera per onorare le sue centinaia di martiri, recenti e lontani", dall'altra parte il più autorevole leader Salah al-Bardawi ha reiterato come sia intenzione di Hamas "non interferire" direttamente con la politica interna egiziana e che, fermo restando il profondo apprezzamento per il senso di fratellanza e solidarietà verso la Palestina e i Palestinesi che anima gli Egiziani, Hamas non vuole spingersi a indicare o ancor meno a suggerire in quali azioni politiche esso debba tradursi, accettando quelle che i leader liberamente eletti dell'Egitto decideranno di intraprendere in tal senso.
Bardawi ha anche smentito per una volta di più gli assurdi addebiti secondo cui uomini delle Brigate Qassam si troverebbero nel Sinai egiziano per approntarvi basi logistiche, depositi di armi e altre strutture, definendo tali pretese: "Pure e semplici invezioni propagandistiche messe in giro dalla stampa sionista e filosionista per calunniare e mettere in cattiva luce Hamas e i suoi militanti".
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