Il tentativo qatariota di creare una 'rete' di paesi musulmani estremisti influenzati dalle predicazioni wahabite di imam fedeli a Doha, influenzati dalla scorretta propaganda di Al-Jazeera e sostenuti dalle donazioni e dalle mazzette provenienti dalle profonde tasche dell'Emiro Al-Thani sta rapidamente naufragando mano a mano che settori dell'opinione pubblica araba via via più estesi si rendono conto del tentativo del piccolo sceiccato petrolifero di influenzare con la propria ricchezza la politica interna di vari paesi, dall'Egitto alla Tunisia, dalla Siria all'Irak. Tanto che, ormai, le bandiere qatariote vengono bruciate in strada durante le manifestazioni di protesta quasi più spesso di quanto non capiti a quelle israeliane o americane, come confermano le foto di cui sopra e il recente reportage di "Middle East Online". In particolare tra i paesi che più temono l'influenza del Qatar e della sua politica estera filo-wahabita vi sarebbero gli Emirati Arabi Uniti, gelosi della loro indipendenza e l'Algeria che ha già sofferto a lungo per gli attacchi di estremisti salafiti.
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