Ayman Sharawna, il prigioniero politico palestinese che sta digiunando da settimane per protestare contro le disumane condizioni di carcerazione cui é sottoposto nelle galere del regime ebraico di occupazione, e la cui stessa madre, per solidarietà, é impegnata in un digiuno parallelo pur trovandosi ricoverata in ospedale ad Al-Khalil, non ha nessuna intenzione di interrompere il proprio sciopero della fame, anche se le sue condizioni di salute dovessero ulteriormente peggiorare.
Lo ha comunicato il suo legale rappresentante, l'avvocato difensore Jawad Boulous, cappo della sezione legale della Società dei Prigionieri Palestinesi dopo avere visitato il detenuto, trasferito nella clinica carceraria di Soroka, presso Beersheba. Sharawna vi é stato condotto d'urgenza dopo essere collassato nel pieno di una udienza lo scorso 20 febbraio.
Dimagrito di oltre 50 chili dall'inizio del digiuno forzato, secondo i clinici che lo hanno visitato Sharawna ha sottoposto il suo fisico a uno sforzo critico e i suoi reni con ogni probabilità hanno subito danni irreparabili.
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