Una importante campagna multimediale di sensibilizzazione e informazione sta avendo luogo in Canada a opera della benemerita associazione denominate CJPME - Canadesi per la Giustizia e la Pace in Medio Oriente - che, conscia del tremendo "potenziale di fuoco" (soprattutto finanziario) della Lobby Sionista, come da noi più volte denunciato, ormai in totale controllo di ambedue i partiti del sistema politico locale, ha intenzione di contrastarlo con iniziative 'grassroots' che traggano dalla consapevolezza diffusa e dal finanziamento autonomo la forza che nessuna lobby a sei punte potrà intimidire, minacciare o contrastare.
Insieme all'adesione della principale chiesa protestante del paese alla campagna internazionale di boicottaggio anti-israele anche questa notizia segnala come la società civile canadese si stia mobilitando sempre più contro il razzismo e l'apartheid di Tel Aviv, mentre, dal "sud del confine", arrivano le prime timide avvisaglie che potrebbero annunciare un'estensione della consapevolezza filopalestinese e antisionista persino nel paese che finora più ferreamente é stritolato nella morsa letale della 'Lobby a Sei Punte'.
Sembra infatti che ormai da diversi mesi un grande magazzino 'Target' di Washington DC sia teatro di regolari sit-in di protesta di attivisti BDS 'a stelle e strisce' che sensibilizzano gli acquirenti diretti verso il loro shopping sulla necessità di non finanziare l'occupazione sionista illegale della Palestina, ad esempio evitando di acquistare il carbonizzatore di bevande 'Soda Stream', molto popolare negli Usa ma purtroppo prodotto da una compagnia sionista con interessi nella Cisgiordania occupata.
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