Nessuno meglio dei Palestinesi sa chi siano, nel variegato palcoscenico politico-militare mediorientale gli alleati di cui ci si può veramente fidare e gli 'alleati' per modo di dire, quelli che al primo refolo di vento contrario sono in grado di lasciarti in braghe di tela con le più varie e articolate scuse e giustificazioni. Nel primo campo rientrano sicuramente i leader e i movimenti dell'Asse della Resistenza, per cui il problema degli innegabili e non-negoziabili Diritti del Popolo di Palestina sta alla base dell'intera 'Questione Mediorientale' e che non smetteranno di sostenere la lotta contro l'imperialismo sionista e americano fino a che un centimetro di Palestina Storica sarà soggetto a occupazione.
Nella seconda rientrano certamente gli islamisti di varie fatte (wahabiti, takfiri, fratelli musulmani e simili) che dal primo minuto in cui si sono trovati al potere (vedi quanto avvenuto in Egitto) non hanno trovato di meglio che rotolarsi sulla schiena facendo moine a Israele, tenendo ben chiuso Rafah e scatenandosi ad attaccare i "Tunnel della Vita" verso Gaza.
L'Arcivescovo cristiano-ortodosso di Palestina, Atallah Hannah, nel corso di un recente discorso ai media locali e regionali ha ribadito che quanti si siano recati in Siria per combattere contro il legittimo Governo del Presidente Assad, storico sostenitore dei Diritti dei Palestinesi, erede di una delle più immacolate e coerenti storie di Resistenza alle prevaricazioni, alle aggressioni e agli abusi sionisti, non sono altro che "pupazzi e marionette del Regime ebraico", riconoscendo il nesso di causa-effetto tra il desiderio di Tel Aviv di colpire lo snodo tra Iran ed Hezbollah (la Siria assadista, appunto) e la pronta organizzazione del complotto USA-NATO-wahabita contro Damasco.
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