La tenace e combattiva parlamentare del Balad, ovviamente, ha replicato con la calma fermezza che le é propria: "Il signor Levin non decide dei miei movimenti, né io attendo il benestare suo o della Knesset per portare avanti le mie scelte e le mie battaglie politiche; ovviamente il prossimo passo del signor Levin vorrebbe essere quello di consegnarmi una lista dettagliata di cosa possa o non possa fare e probabilmente anche pensare, sostenere o contestare. Purtroppo per lui e per tutti coloro che la pensano come lui tali 'inviti' saranno da me sempre respinti al mittente".
La Zoabi ha approfittato dell'occasione per dimostrare per l'ennesima volta come "In Parlamento e nella società civile -che é quella che elegge il Parlamento inviandovi elementi del calibro del mingherlino in questione NdR- Israele é sempre più preda di impulsi razzisti e autoritari, ormai le regole del gioco politico sono dettate da una cerchia di politicanti razzisti che pretendono di proiettare le loro ubbie a tutti i livelli". In questo scenario, ha concluso la Zoabi bisogna fare quadrato attorno a ogni posizione etica, umanitaria e nazionale: lottando contro la confisca di terre e immobili palestinesi, per il riconoscimento e l'affermazione dell'identità nazionale palestinese, per far cessare quanto prima il regime dell'occupazione e dell'apartheid.
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Levin, Levin...sarà mica parente del rabbino che voleva lapidare il cane?
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